[Nonviolenza] Telegrammi. 5563



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5563 del 12 maggio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Opporsi alla guerra, agli eserciti, alle armi
2. Per Alfio Pannega. Notizie attuali, vecchie e nuove testimonianze, una minima rassegna stampa
3. Ripetiamo ancora una volta...
4. Segnalazioni librarie
5. La "Carta" del Movimento Nonviolento
6. Per saperne di piu'

1. L'ORA. OPPORSI ALLA GUERRA, AGLI ESERCITI, LLE ARMI

Ogni vittima ha il volto di Abele.
Opporsi a tutte le uccisioni.
Insorgere nonviolentemente per salvare tutte le vite.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Salvare le vite e' il primo dovere.

2. AMICIZIE. PER ALFIO PANNEGA. NOTIZIE ATTUALI, VECCHIE E NUOVE TESTIMONIANZE, UNA MINIMA RASSEGNA STAMPA

Carissime e carissimi,
ai materiali gia' diffusi aggiungiamo alcune notizie e alcuni documenti.
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1. Grande e commossa partecipazione agli incontri pubblici del 27 aprile, del 5 maggio e dell'8 maggio
Hanno avuto una grande e commossa partecipazione la commemorazione al cimitero di Viterbo del 27 aprile, lo spettacolo teatrale al teatro della parrocchia del Murialdo del 5 maggio, l'intitolazione dell'Emporio solidale in piazzale Porsenna l'8 maggio.
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2. Alcune prossime iniziative nel mese di maggio
- Il 16 maggio per iniziative del "Tavolo per la pace" si svolgera' a Viterbo un convegno nazionale per la pace con la partecipazione di autorevolissime personalita'; nel corso del convegno e' previsto un ricordo di Alfio Pannega a cura di Pietro Benedetti.
- Il 25 maggio nel corso del festival del volontariato "Viterbo citta' a colori" per iniziativa di "Viterbo con amore" sara' allestito uno stand dedicato, esposta una mostra fotografica e realizzata un'iniziativa in memoria di Alfio Pannega.
- Il 31 maggio nel corso del consueto incontro settimanale dell'Afesopsit sara' ricordato Alfio Pannega.
- In maggio inizia anche la raccolta di fondi per la pubblicazione della seconda edizione ampliata del libro di e su Alfio Pannega "Allora ero giovane pure io".
Su tutte queste iniziative saranno diffuse prossimamente informazioni piu' dettagliate; fin d'ora s'invita ogni persona interessata a partecipare.
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3. Materiali allegati in calce
- due testimonianze di Michela Benedetti e di Alessio Milite;
- alcuni articoli di Daniele Camilli, Giuseppe Ferlicca, Mariella Zadro;
- cinque commemorazioni di Alfio nel 2011, 2012, 2013, 2014, 2015 da parte di un vecchio amico e compagno di lotte.
Un abbraccio a tutte e tutti,
P.
Vetralla, 11 maggio 2025
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Una testimonianza per Alfio Pannega di Michela Benedetti

Sguardo illuminato da natura e libri
gettavi semi di condivisione
lottando l'ingiustizia
con dignità e sorrisi...
Ribelle gentile
ispirato da saggia povertà!
Mettevi la poesia in ogni gesto
coltivando amore universale.

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Una testimonianza per Alfio Pannega di Alessio Milite

Ho tanti ricordi di momenti vissuti con Alfio... mi regalò una poesia, il testo parla di due amici di Bagnoregio che si incontrano e parlano della festa che si sta per organizzare in paese. Non mi sembra sia stata composta da Alfio, ma piuttosto quasi come una filastrocca. Questa è "quella de Bagnorea" mi diceva, la raccontava sempre con tanta gioia, come fosse un ricordo piacevole, infatti alla fine rideva sempre, per come la recitava sembrava che vicino a te c'era la banda che suonava e la gente che si divertiva.
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E quest'anno cosa ci fanno per la festa
ci fanno i razzi a pari i tetti
e la bomba che fa spac
poi la musica in piazza
e quali pezzi sonano
sempre i soliti
zumma zumma patate facioli
pasta asciutta e pastinache
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Rassegna stampa: Daniele Camilli: "Alfio Pannega era l'umanità fatta persona"
[Dal sito di "Tusciaweb" riprendiamo il seguente articolo del 27 aprile 2025]
Viterbo - Il ricordo di Luciano Bernabei - Questa mattina al cimitero San Lazzaro la celebrazione del centenario della nascita del poeta e militante comunista - "Alfio Pannega era l'umanità fatta persona..."
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Viterbo - "Alfio Pannega era l'umanità fatta persona", il ricordo di Luciano Bernabei, una delle figure di riferimento del centro sociale occupato di Valle Faul cui Alfio Pannega prese parte. Parte integrante.
Questa mattina la celebrazione dei cento anni dalla nascita dell'uomo, poeta, compagno, militante comunista. Alfio Pannega. Nato nel 1925 è scomparso nel 2010, il 30 aprile.
In tanti, tanti i ricordi, al cimitero San Lazzaro dove Pannega è sepolto, assieme alla madre, Giovanna Pannega. Caterina. Morta nel 1974.
Una passeggiata. Con il narratore di comunità Antonello Ricci, gli attori Pietro Benedetti e Olindo Cicchetti, l'attrice Michela Benedetti, Antonella Litta dell'Isde, gli ex sindaci di Viterbo Giulio Marini e Giovanni Arena, il presidente dell'Anpi Enrico Mezzetti, Sergio Insogna di Viterbo con Amore, Giancarlo Mazza dell'Altro Circolo. I ricordi e le testimonianze di chi lo ha conosciuto e vissuto.
Assente l'amministrazione. Nessun patrocinio all'iniziativa da parte del comune.
"Tutti a Viterbo ricordano Alfio Pannega - dice Ricci -, e questo è il segno della sua popolarità. Amato dalle persone, le più diverse. Alfio godeva di una stima immensa. Abbiamo scelto le voci di chi ha vissuto la sua straordinaria stagione, dal 1993, anno dell'occupazione del centro sociale, fino al 2010. Chi, con lui, ha condiviso il pane. Alfio è stato un eroe".
"Alfio - aggiunge Mezzetti - esprimeva il senso di libertà e spezzava ogni volontà di prevaricazione. E molti di noi, se non fossimo quello che siamo, avremmo voluto essere Alfio".
"Alfio - sottolinea Litta - esprimeva un grande amore per la natura e per tutte le componenti del mondo. Un modo di vivere che tornava ai valori essenziali".
"Andavamo spesso da Alfio - prosegue Pietro Benedetti -. Alfio che ci raccontava come si faceva il vino. Alfio che lavorava alle feste dell'Unità dove metteva i suoi pochi soldi per fare una torta".
"Nella sua semplicità - commenta Arena - Alfio era di una profondità enorme".
"Alfio l'ho vissuto osservandolo - conclude Marini -. Antesignano con i suoi comportamenti del futuro. Fare una mattinata con Alfio, ascoltarlo, presentare il suo libro, è stata un'esperienza di grande livello umano ed emotivo. Alfio è stato un grande elemento distintivo che ha dato valore alla città".
Nato a Viterbo il 21 settembre 1925, Alfio Pannega visse una vita di lotta e poesia, abitando per molti anni con la madre in una grotta della Valle di Faul. Leggeva Dante e Ariosto da bambino e trovò nella poesia a braccio la sua voce più autentica, fiorita tra i butteri della Tolfa e le strade della sua città. Lavorò duramente fin dalla giovane età, riciclando materiali quando ancora non si parlava di ecologia: era un esempio vivente di sostenibilità e dignità operaia.
Nel 1993 fu tra i fondatori del centro sociale nell'ex gazometro abbandonato, che animò fino alla fine dei suoi giorni. Morì nel sonno il 30 aprile 2010, lasciando un vuoto nella comunità che lo aveva sempre considerato un punto di riferimento.
Il suo ricordo sopravvive anche grazie alle fotografie di Mario Onofri, suo amico e artista visivo, e al lavoro teatrale di Pietro Benedetti, che ha portato in scena con forza e sensibilità il monologo "Allora ero giovane pure io", tratto dalle memorie e poesie di Alfio.
Nonostante gli appelli, la proposta di istituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere e rendere accessibile il materiale sulla sua vita è ancora senza risposta. Ma l'incontro del 27 aprile vuole anche essere un invito a rinnovare l'impegno per conservare e diffondere la memoria di un uomo che ha incarnato con coerenza l'idea di una cultura popolare, resistente e solidale.
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Rassegna stampa: Giuseppe Ferlicca: "Chi ha conosciuto Alfio Pannega ne è uscito arricchito"
[Dal sito di "Tusciaweb" riprendiamo il seguente articolo dell'8 maggio 2025]
Viterbo - Il ricordo dell'amico di sempre Sandro Pacella all'intitolazione dell'emporio solidale a Santa Barbara
"Chi ha conosciuto Alfio Pannega ne è uscito arricchito"
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Viterbo – "Chi ha conosciuto Alfio ne è uscito arricchito". Parola di chi lo ha avuto accanto per un lunghissimo periodo. Sandro Pacella è stato amico di una vita. Di lui e della madre Caterina.
Stamani non è voluto mancare all'intitolazione dell'emporio solidale a Santa Barbara ad Alfio Pannega, in occasione dei cento anni dalla nascita e a 15 dalla scomparsa, di quello che è considerato il simbolo della Viterbo popolare.
"Da quando avevo 6 anni - ricorda Pacella - per una bomba ho perso la vista e da allora mi hanno coccolato, è nato un feeling durato nel tempo. Ero il loro Alisandro".
Il ricordo ancora vivo: "Sempre dignitoso, col carretto per Viterbo a raccogliere il cartone, salutava tutti e non ha mai chiesto niente".
Domenico Arruzzolo si è soffermato sulle attività che negli anni si sono sviluppate all'emporio. L'intitolazione era quasi un passaggio dovuto. "Dare una connotazione locale alla nostra attività ci è parsa la cosa giusta".
Al taglio nastro anche l'assessora Katia Scardozzi (Periferie), che ha ricordato il modo dignitoso con cui ha vissuto Alfio, nonostante la povertà.
Ad Antonello Ricci il compito, che è stato anche un piacere, di ricordare le iniziative per il centenario. La ristampa di un libro uscito nel 2010, a breve sarà aperta una sottoscrizione. L'obiettivo è avere i volumi e presentarli il 21 settembre. Un giorno dopo la data di nascita di Pannega. Il 20 è domenica.
Nel pomeriggio, un incontro con poesie e testimonianze, mentre sempre a Santa Barbara è stata allestita una mostra, a cura dell'ex consigliere comunale Sergio Insogna, oggi fra i volontari dell'emporio.
A lui e Scardozzi, l'onore di scoprire l'insegna che da oggi porta anche il nome di Alfio Pannega.
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Rassegna stampa: Mariella Zadro: L'Emporio Solidale I Care intitolato ad Alfio Pannega
[Dal sito di "TusciaTimes" riprendiamo il seguente articolo dell'8 maggio 2025]
Viterbo - Da oggi, 8 maggio 2025, l'Emporio Solidale sito a Piazzale Porsenna (quartiere Santa Barbara) di Viterbo si chiamerà "Emporio Solidale I CARE Alfio Pannega".
Questa mattina per iniziativa di "Viterbo con Amore" con il patrocinio del Comune di Viterbo e con l'attiva partecipazione di varie associazioni e di varie amiche e amici di Alfio Pannega, hanno affollato l'ingresso dell'Emporio, dove si è svolta l'intitolazione dell'Emporio Solidale all'indimenticabile poeta e filantropo viterbese.
Tra i presenti, l'assessore Katia Scardozzi, la consigliera Francesca Sanna, Luca Mecchia capo di gabinetto della prefettura, delegato dal prefetto Gennaro Capo, il professor Antonello Ricci, suor Francesca, l'avvocato Enrico Mezzetti, le dottoresse Antonella Litta e Linda Natalini, l'attore Pietro Benedetti.
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Ad accogliere tutti i presenti, Domenico Arruzzolo presidente del centro:
"Oggi, con una certa emozione, ci troviamo qui a ricordare i sette anni dell'attività dell’Emporio e lo facciamo in modo veramente particolare, perché questo luogo verrà intestato ad un cittadino viterbese di grande valore umano, civile, sociale e culturale: Alfio Pannega".
Un caloroso applauso ha accolto queste prime parole, per poi proseguire nella presentazione:
"Inoltre, quest'anno ricorre il centenario della nascita di Alfio che nacque a Viterbo il 21 settembre del 1925 ed e' deceduto il 20 aprile del 2010. Abbiamo trovato delle affinità tra la vita di Alfio e le attività che ogni giorno si svolgono in questo luogo".
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Si è unita ai primi saluti l'assessore Katia Scardozzi.
"Questo centenario è stato organizzato per una persona che ha vissuto la povertà con molta dignità. Chi l'ha conosciuto ricorderà Alfio che attraversava il centro della città con il suo carretto ricolmo di cartoni che lui raccoglieva. Non solo, possiamo dire che è stato il primo cittadino a fare una raccolta differenziata. Grazie per aver dato voce a questa persona, in questo luogo dove ogni giorno svolgete un'attività che non si limita solo a fornire cibo, ma coinvolgete le persone in armonia, con tutta la comunità".
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Un saluto ed un augurio è arrivato dal prefetto, rappresentato da Luca Mecchia.
"Seguiamo con ammirazione l'attività dell'Emporio, siete un esempio bello e forte dei principi costituzionali, mettete in pratica i principi fondamentali, che spesso la società moderna trascura, come la solidarietà, la condizione umana e sociale".
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A seguire un ricordo personale di Antonello Ricci.
Alfio Pannega fu (e sempre sarà) una leggenda popolare. Un mito.
Mito secondo l'idea che ne ebbe Roland Barthes.
Un segno cioè, una "forma", un personaggio di cui nell'immaginario della comunità sia andato smarrito il significato originario ("naturale" cioè storico).
Significante, figura carismatica pronta e disposta ad accogliere in sé valori postumi, sensi altrui, cammini corali.
(Questo il destino dei miti veraci. Destino meraviglioso e tragico al contempo).
Tutto ciò, nel caso di Alfio, e che sia chiaro, accadde e torna ad accadere per amore. Solo e soltanto per amore.
A tutto questo ripenso, mentre con amici e colleghi lavoriamo alacremente alla riedizione (rinnovata-triplicata) del suo splendido e fortunato libro del 2010 (Allora ero giovane pure io. Travagliata e poetica vita di Alfio Pannega, Davide Ghaleb Editore). Mentre sfogliamo appassionatamente vecchie rassegne stampa e nuove foto. Mentre setacciamo vecchi suoi "fogli volanti" natalizi o poesie dialettali sulla mamma Caterina. Mentre trascriviamo sapidi aneddoti e ricordi preziosi da parte di tutti i viterbesi, nessuno escluso: di chi lo conobbe appena e di chi con lui condivise opere e giorni, per quasi vent'anni di vita, pane e sogni al centro sociale occupato autogestito "Valle Faul".
Tutto questo, voglio dire, ci si rivela con chiarezza abbacinante.
Eh sì, Alfio s'impone nel nostro immaginario con la forza arcaica e demiurgica del mito.
Proprio per questo lo amiamo, se possibile, anche di più.
E però: se oggi ci ritroviamo qui riuniti, tutti noi, è anche per rendergli sincero onore, restituendolo cioè alla misura della sua storicità, alla sua piena umanità. Con umiltà certamente e certo tutti d'un sentimento.
Perché Alfio non rischi di apparire, ai viterbesi e agli uomini tutti del futuro, come astronave aliena allunata a Viterbo quasi per caso.
Accanto al valore di uomo-umano (Pasolini dixit) dunque, il valore culturale, l'Alfio intellettuale. Con il suo amore viscerale per i libri, la sua impressionante sapienza etnica – dalla botanica fino alla poesia metricata – Alfio seppe incarnare il più fulgido, commovente esempio di un pensiero "selvaggio" salito in cattedra. Il sontuoso repertorio dei suoi saperi, il suo dono squisitamente popolare di una parola portata in scena dal vivo corpo e dalla memoria con le sue raffinate tecniche di tradizione (Alfio, voglio dire, la seppe lunga e la seppe raccontare: proprio come il perfetto narratore, "uomo di consiglio" secondo Walter Benjamin). Alfio, intendo, discendeva per li rami di una schiatta illustre e ammirevole: quella dei Woody Guthrie e dei Morbello Vergari, intellettuali "rovesciati" che, dalle maremme all'Oklahoma alla Tuscia viterbese, sanno restituirci il mondo, e il suo senso dal basso, dalla prospettiva degli ultimi. Senza compromessi ma anche senza complessi d'inferiorità.
Così che qui il discorso, inevitabilmente, si fa politico. Di una politica urgente quanto universale. Il suo comunismo francescano, il suo amore incondizionato, tenero e disarmato, ineluttabile per ogni essere umano, per tutt'intera la "bella d'erbe famiglia e d'animali", per la terra come casa comune, la sua stessa lezione di vita, fatta di parola e soprattutto di esempio, hanno qualcosa di immenso da insegnarci. Ancora e sempre.
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Una particolate testimonianza è stata quella di Sandro Pacella, amico di Alfio e della sua mamma Caterina che essendo vicini di casa spesso condividevano dei momenti della giornata nel quartiere di Pianoscarano. "Alisandro" era il nome che gli avevano dato Alfio e la sua mamma, perché piccolo bambino, diventato ipovedente per l'esplosione di una bomba. Ha ricordato le doti umane di questa famiglia, la dignità, il modo di porsi, non hanno mai chiesto nulla, anche quando rimasto solo, Alfio ha organizzato la sua esistenza difendendo i diritti umani di tutti e del mondo vivente.
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Il logo, posto all'ingresso dell'Emporio è stato realizzato da Sergio Insogna, volontario e collaboratore delle attività che si svolgono nel centro, ha curato anche la mostra fotografica posta all'interno dello spazio giovani "Il cielo in una stanza" dove nel pomeriggio, dalle ore 15:30 si svolgerà un'iniziativa con racconti e testimonianze dedicate ad Alfio.
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Heri dicebamus: Alfio Pannega, un anno dopo (2011)
Un anno fa moriva Alfio Pannega.
Sabato 30 aprile e domenica primo maggio molti degli amici piu' cari lo ricordano a Viterbo con due giorni di iniziative che si svolgeranno sia in citta', nel quartiere medioevale di San Pellegrino, sia nella campagna di Castel d'Asso, e naturalmente presso il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" (che nell'area ex-Cogema nella campagna di Castel d'Asso da alcuni anni si e' trasferito), il centro sociale che e' stato la casa e la famiglia di Alfio negli ultimi due decenni della sua lunga vita, e che di Alfio s'impegna a serbare la memoria e proseguire la riflessione e le lotte.
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Era nato a Viterbo nel 1925, e della citta', della profonda sua anima popolare, era un simbolo, un simbolo luminoso.
Gia' anziano, quando sembrava lo avviluppasse ormai una nebbiosa solitudine e fosse in agguato un incipiente declinare, nel 1993 per cosi' dire rinacque, trovo' una nuova e vasta umana famiglia (la famiglia degli animali, che accudiva con immenso amore, non lo aveva mai abbandonato) e visse una seconda giovinezza: quando con l'occupazione dell'ex gazometro e la nascita del centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" una generazione di giovani e giovanissimi lo conobbe nella sua autenticita' e si riconobbe in lui, nel suo magistero di persona limpida ed integra, semplice e generosa, compassionevole e solidale, in Alfio riscoprendo le ragioni della dignita' umana e della lotta per i diritti di tutti.
Per molti di quei giovani Alfio Pannega e' stato come un secondo padre, e un maestro di vita.
Da lui seppero la storia della Viterbo proletaria e antifascista, da lui appresero i segreti dell'alimentarsi con cio' che la campagna offre a chi la conosce e l'ama, da lui conobbero la sapienza, la saggezza, la dignita', la virtu' eroica e misericordiosa che e' dei poveri che non si arrendono all'ingiustizia e alla degradazione del mondo.
Attraverso lui scoprirono la poesia a braccio ma anche la tradizione dantesca e dei poemi cavallereschi, il piacere della declamazione e dell'improvvisazione, della memoria di antiche parole che da quella voce venivano fatte nuove, e nuovamente vere a dire i compiti dell'oggi per ogni persona decente.
Aveva una innata vocazione pedagogica, ed insegnava nell'unico modo in cui si insegna veramente qualcosa: con l'amore, con l'esempio.
Poco prima della morte tenne presso la Sala Regia di Palazzo dei Priori a un pubblico di giovanissimi una "lectio magistralis" sul valore della cultura, della solidarieta' e della liberta' che profondamente commosse gli astanti e la citta', e che resta uno dei culmini dell'epifania della politica a Viterbo.
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E per la citta' di Viterbo, che immensamente amo', Alfio Pannega e' stato e resta un testimone, un segno di contraddizione, una pietra di paragone: testimone di una Viterbo popolare ad un tempo colta e umile, generosa e orgogliosa dei suoi saperi e delle sue pratiche, della sua storia e della sua resistenza alla barbarie che lungo i secoli e di nuovo e vieppiu' in questi ultimi anni l'eversione dall'alto tenta di imporre alla citta'; segno di contraddizione e avversario non riconciliato di ogni potere oppressivo e menzognero contro cui ancora nei suoi tardi anni e fino all'ultimo giorno di vita continuo' a lottare in nome dei diritti di tutti, per la dignita' e la liberazione di tutti; pietra di paragone per quante e quanti ne conobbero la persona e ne intesero il messaggio.
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E resta un simbolo e una guida per la lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi: generoso nell'accogliere e nel donare, antifascista, militante del movimento operaio e della solidarieta' internazionale, tenacemente impegnato contro il razzismo, contro la guerra, in difesa dell'ambiente (e in difesa dei diritti non solo degli esseri umani, ma anche degli altri animali non umani), aveva partecipato e fortemente contribuito all'elaborazione teorica e pratica, morale e politica, che aveva portato il centro sociale di Viterbo alla scelta della nonviolenza.
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Il 30 aprile e il primo maggio Alfio Pannega sara' ricordato in questa antica citta e nell'ubertosa sua campagna non come una figurina del passato, non come un "personaggio caratteristico" da imbalsamare nell'aneddotica; ma come una persona straordinariamente colta e versatile, portatrice di un'esperienza forte e di molte preziose riflessioni, come un compagno di vita e di lotte, come un uomo che fino all'ultimo giorno della sua vita lotto' per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani, per difendere la biosfera casa comune dell'umanita' intera, per una umanita' di persone libere, solidali ed eguali in diritti, per una cultura prassi di liberazione, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza.
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Heri dicebamus: Alcune parole di gratitudine per Alfio Pannega. Nel secondo anniversario della scomparsa (2012)
Un generoso militante del movimento operaio e' stato Alfio Pannega. Un persuaso amico della nonviolenza come lotta nitida e intransigente contro ogni iniquita' e menzogna, come impegno di integrale liberazione dell'umanita' ed esperienza consapevolmente scelta e profondamente meditata di piena condivisione di ogni bene. Un poeta, voce del popolo.
Da una vita di fatiche e lunghi anni di solitudine aveva estratto non l'amarezza che ottunde e soffoca, ma la capacita' empatica di immedesimarsi nel dolore altrui, e la convinzione etica di potere e dovere recare conforto e soccorso, accogliere ed assistere, lottare insieme per il bene comune, mettendo a disposizione di tutti tutto cio' che era suo: e quando nel 1993 nacque il centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" ne fu subito luminosa anima, autentico maestro di vita per quanti a quella esperienza hanno preso parte o vi si sono per un tratto accostati; e che il centro sociale possa per molti anni ancora essere degno erede di un uomo cosi' valoroso, di un cosi' fulgido esempio.
Un combattente antifascista e' stato Alfio Pannega, un combattente per la dignita' umana.
Ed una delle figure piu' illustri di questa antica citta' di Viterbo, per difendere i cui preziosi beni naturali e storici, e le sue migliori tradizioni morali e civili, per tutta la vita lotto'. Come per tutta la vita lotto' per difendere i diritti di tutti gli oppressi, i negletti, i sofferenti. Per la deliberazione in comune su cio' che tutti concerne e per il comune godimento dei beni del mondo che a tutti per diritto naturale ugualmente appartiene.
Sapiente nel dire e nel fare, gentile e fiero, uomo di omerici sdegni ed omerica allegria, innamorato della vita e del mondo, della natura che intimamente conosceva ed amorevolmente accudiva, conoscitore di tutte le arti e di tutti i mestieri - artigianali ed agricoli; testimone di come l'umanita' - leopardianamente riconosciuta nella sua effettuale condizione di fragilita', finitudine ed esposizione al dolore e alla morte, nel bisogno di ogni persona di ricevere aiuto e creare legami sociali - potrebbe vivere felice nella solidarieta', nella responsabilita', nella condivisione, nella giustizia: nella misura che e' propria dell'esistenza morale, della condotta benigna - ragionevole e misericordiosa -, della convivenza civile, della vita sobria, della vita degna.
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Che grande onore averlo conosciuto. Che grande scuola di pensiero e di azione.
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Heri dicebamus: Piccola orazione per Alfio Pannega, tre anni dopo (2013)

"Io e ' compagni eravam vecchi e tardi"
(Dante, Inf., XXVI, 106)

Questo 30 aprile sono gia' tre anni che Alfio Pannega ci ha lasciato.
E mi chiedo se anche noi che abbiamo avuto alto l'onore e la fortuna grande di essergli stati amici e compagni abbiamo saputo restar fedeli alla sua lezione, portare avanti la sua lotta.
E la sua lezione era l'amore per tutto il mondo vivente, e nel mondo vivente in particolare per l'umanita' tutta, e nell'umanita' tutta in particolare per gli sfruttati e oppressi, gli umiliati e offesi, i deboli e dimenticati.
E la sua lotta era in difesa della biosfera, in cui tutti viviamo e di cui siamo parte, e nella biosfera in particolare per le piante e gli animali di cui sapeva tutti i segreti e tutti i linguaggi tanto li amava, e tra gli animali in particolare quel bizzarro essere che e' l'essere umano, che ha bisogno di una casa per ripararsi, di vestiti per coprirsi, di aria da respirare, di acqua da bere, di pane da mangiare, di luoghi e beni in cui ritrovarsi, riconoscersi e di cui gioire, e soprattutto di relazioni di cui nutrire i suoi affetti e i suoi pensieri, i suoi piu' delicati sentimenti e le sue piu' alte cogitazioni e deliberazioni e imprese, e soprattutto di corale colloquio in cui godere la dolcezza di essere persona tra persone, umano tra umani.
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Alfio l'antifascista, Alfio il compagno comunista, Alfio l'amico della nonviolenza; Alfio il poeta dalle perfette stanze e dalle parole esatte, di sguardo acuto e chiaroveggente visione; Alfio il proletario consapevole orgoglioso portatore della coscienza di classe degli oppressi in lotta per la liberazione dell'intera umanita'; Alfio dei mille lavori operai e delle mille tecniche artigiane, Alfio il contadino sapiente e l'ecologo ante litteram.
Ma anche Alfio che aveva vissuto una lunga solitudine, e una condizione di sfruttamento estremo, e che aveva resistito: perche' un uomo di valore resiste sempre, poiche' sa che anche dalla sua resistenza e dal suo esempio, dalla sua rettitudine e dalla sua compassione, dipende l'affermazione della dignita' umana nel mondo; Alfio che solo negli ultimi vent'anni di vita aveva ritrovato una famiglia: quella dei compagni - le donne, gli uomini, le bambine e i bambini - del centro sociale occupato autogestito "Valle Faul", che lo hanno amato di un amore viscerale, donandogli infine la gioia piu' grande, riconoscendone infine pienamente le virtu': gli anni dal 1993 al 2010 sono stati per Alfio anche anni di lotte appassionate - contro la guerra e contro il razzismo, per difendere Viterbo dalla speculazione e dal malgoverno, per l'ambiente e per i diritti sociali, primo fra tutti quello alla casa -, ma anche anni di intenso impegno educativo per tramandare ai giovani suoi compagni profonde le sue conoscenze ed appassionati i suoi amori (la natura e il ricordo della madre, Dante e la poesia, la liberta' e la solidarieta', il lavoro ben fatto e la generosita' senza riserve - ed in verita' tutti questi amori erano poi uno stesso amore), e pur tra i malanni dell'eta' fu per lui anche un tempo di iridescente serenita'.
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La morte lo ha rapito ancora integro, ancora sulla barricata, nel vivo della lotta in difesa del Bulicame, nel vivo della lotta per il diritto alla casa, nel vivo della lotta contro il razzismo, nel vivo della lotta per la pace, nel vivo della lotta contro tutte le ingiustizie, contro tutte le violenze.
Nel ricordarlo ancora ci illumina Alfio Pannega. Ancora ci convoca a realizzare giustizia e liberta', responsabilita' e solidarieta', il bene comune, la dignita' di ognuno e di tutti, splendente la verita'.
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Heri dicebamus: Ancora alcune parole per Alfio Pannega, nel quarto anniversario della scomparsa (2014)
Sono gia' quattro anni che Alfio Pannega ci ha lasciato, e adesso piu' che mai sentiamo la sua assenza.
Ma sono anche quattro anni che la testimonianza che Alfio Pannega ci ha lasciato continua ad illuminare le nostre vite e ad indicare alle nostre coscienze i compiti dell'ora: i compiti morali, i compiti politici.
Poiche' per l'intera sua vita il proletario Alfio Pannega, il comunista libertario Alfio Pannega, l'operaio il contadino il poeta Alfio Pannega, l'essere umano di incomparabile generosita' Alfio Pannega, e' stato portatore e fin incarnazione di valori e fini che non si estinguono: la dignita' umana, la solidarieta' che tutti riconosce e raggiunge, la responsabilita' per il bene comune, l'amore per il mondo vivente.
Alfio Pannega e' stato un campione della lotta per i diritti di tutti gli esseri umani: affinche' ad ogni essere umano venga riconosciuto il diritto alla vita e alla dignita', all'eguaglianza e alla diversita', alla solidarieta' e alla responsabilita'.
Alfio Pannega e' stato un campione della lotta contro ogni potere oppressivo: contro il fascismo, contro la mafia, contro il regime della corruzione, contro lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo, contro la devastazione della natura, contro il maschilismo, contro ogni rapinatrice gerarchia, contro ogni asservimento; mai Alfio Pannega ha cessato di lottare contro ogni violenza, contro ogni ingiustizia, contro ogni vilta'.
Alfio Pannega e' stato un campione della lotta per la pace: poiche' la guerra e le armi sempre e solo hanno come scopo e come esito l'uccisione degli esseri umani, occorre abolire le guerre, gli eserciti e le armi, affinche' possa sorgere la civile convivenza, la fraternita' che nessuno minaccia, nessuno opprime, nessuno esclude.
Alfio Pannega e' stato un campione della lotta per la difesa del mondo vivente, che amava di amore sapiente e concreto, intimamente empatico e intrinsecamente relazionale, in ogni sua creatura e nel suo cosmico insieme, in ogni persona, nell'amico animale, nella pianta silente, nell'acqua che scorre, nel vento che canta, nella zolla di terra e nel cielo stellato.
Alfio Pannega e' stato un campione della lotta per la verita', contro tutte le menzogne e le illusioni. Come Lucrezio e come Leopardi, come i martiri della Resistenza.
Tutte le sue risorse metteva a disposizione di tutti, tutti accoglieva, con tutti condivideva il suo pane e la sua abitazione, il suo sapere e il suo calore: era l'umanita' come l'umanita' dovrebbe essere.
Alfio Pannega e' stato strenuo un amico della nonviolenza, della nonviolenza dei forti che contro tutte le violenze lotta; e' stato un maestro e un compagno per tutte e tutti coloro che sono disposti a lottare per un'umanita' di persone libere ed eguali in diritti, un'umanita' fraterna e sororale, un'umanita' riconciliata in cui a ciascuno sia dato secondo i suoi bisogni, da ciascuno sia dato secondo le sue capacita'.
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Heri dicebamus: Con Alfio (2015)
Nel quinto anniversario della scomparsa, riproponiamo alcuni dei ricordi di Alfio Pannega pronunciati e scritti negli scorsi anni.
Sono cinque anni che Alfio e' morto, ma e' ancora vivo ovunque un essere umano si solleva a lottare contro l'ingiustizia.
Ovunque si resiste all'oppressione, li' e' Alfio Pannega.
Ovunque si reca soccorso all'indifeso, li' e' Alfio Pannega.
Su ogni barricata, ad ogni capezzale, dove la verita' e' in marcia, quando compi l'azione buona, li' e' Alfio Pannega.

3. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

4. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Franco Basaglia, Franca Basaglia Ongaro (a cura di), Crimini di pace, Einaudi, Torino 1975, pp. X + 486.
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Classici
- Giacomo Leopardi, Canti. Edizione critica di Emilio Peruzzi con la riproduzione degli autografi, Rizzoli, Milano 1981, pp. XVI + 638 + 255 pagine di riproduzioni fotografiche degli autografi.

5. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

6. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5563 del 12 maggio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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