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[Nonviolenza] Telegrammi. 5489
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 5489
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Wed, 26 Feb 2025 16:01:04 +0100
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5489 del 27 febbraio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. "Qualche ragionamento e qualche proposta per il centenario di Alfio Pannega". Un incontro a Viterbo
2. Movimento Nonviolento: Cinque passi di strategia nonviolenta contro la guerra
3. Enrico Peyretti: Televediamo ogni giorno i corpi umani che la guerra spoglia di vita
4. Ripetiamo ancora una volta...
5. Segnalazioni librarie
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'
1. INCONTRI. "QUALCHE RAGIONAMENTO E QUALCHE PROPOSTA PER IL CENTENARIO DI ALFIO PANNEGA". UN INCONTRO A VITERBO
La mattina di mercoledi' 26 febbraio 2025 a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", si e' tenuto un incontro di riflessione sul tema "Qualche ragionamento e qualche proposta per valorizzare concretamente e coerentemente la ricorrenza del centenario della nascita di Alfio Pannega".
Ricorre infatti in questo 2025 il centenario della nascita del poeta e militante che a Viterbo nacque il 25 settembre 1925 e sempre a Viterbo e' deceduto il 30 aprile 2010, e che resta una delle figure piu' vive della cultura popolare cittadina.
E' speranza dei molti suoi amici e compagni di lotte, che ne serbano un commosso ricordo, che nel corso di quest'anno si realizzano iniziative commemorative che ne ripropongano la figura e l'opera, il prezioso lascito poetico, morale e politico, la profonda e luminosa testimonianza di umanita', di solidarieta', di responsabilita' per il bene comune dell'umanita' intera e dell'intero mondo vivente.
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Nel corso dell'incontro e' stato rinnovato l'invito affinche' tanto le persone che gli furono piu' vicine nell'esperienza del centro sociale "Valle Faul", quanto le associazioni democratiche piu' coerenti con i valori che hanno ispirato l'intera vita di Alfio Pannega (in primo luogo l'antifascismo, l'impegno per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani, la lotta per la giustizia sociale, la difesa della natura, la preservazione della memoria e della cultura che rende eguali in dignita' e diritti e libera dalla menzogna e dall'oppressione, la misericordia e la generosita' nei confronti di ogni essere vivente...), cosi' come le istituzioni democratiche, nel corso dell'anno realizzano una pluralita' di iniziativa che rendendo omaggio alla persona con fedele memoria ne prolunghino l'impegno educativo, l'azione civile, l'appello alla verita' e alla solidarieta', alla giustizia e alla liberta', al bene che salva il mondo ed invera l'umanita'.
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All'incontro hanno preso parte Paolo Arena e Peppe Sini, due tra i molti amici e compagni di lotte di Alfio Pannega che in questi anni ne hanno mantenuto vivo il ricordo.
Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica, di storia linguistica dell'Italia contemporanea. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta.
Peppe Sini e' il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", storica struttura nonviolenta viterbese.
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Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna a ridosso ed entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010, a cura di Antonello Ricci e Alfonso Prota): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha sovente con forte empatia rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata fin qui disattesa.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, 4089-4091, 4235-4236, 4452, 4455-4458, 4599-4601, 4819-4821, 4962-4965, 5184-5187, 5328, 5331, 5470, 5477, 5485, 5487, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-206, 213, 437-438, 445-446, i fascicoli de "La biblioteca di Zorobabele" nn. 430-433.
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Alleghiamo in calce tre lettere sul medesimo tema dell'incontro inviate a vari interlocutori nei giorni scorsi, e infine il testo delle parole dette in occasione del funerale il primo maggio 2010.
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ALLEGATO PRIMO: UNA LETTERA A VARIE PERSONE AMICHE DEL 13 FEBBRAIO 2025
Una lettera personale alle amiche e agli amici di Alfio Pannega, ricorrendo nel 2025 il centenario della nascita
Carissime e carissimi,
ricorre quest'anno, il 21 settembre 2025, il centenario della nascita di Alfio Pannega, e sicuramente tutte e tutti noi che lo abbiamo conosciuto e gli abbiamo voluto bene vorremmo che fosse ricordato nel modo migliore.
Ne abbiamo parlato piu' volte in passato, ora e' il momento di precisare i nostri ragionamenti e successivamente di realizzare le iniziative possibili ed opportune.
Provo a contribuire quindi alla riflessione comune mettendo per iscritto alcune opinioni personali, espresse schematicamente nella forma di un ragionamento e di tre proposte da discutere insieme.
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1. Un breve ragionamento
La memoria di Alfio Pannega e' un bene comune non solo dei suoi amici e compagni di lotte, ma anche di tutta la citta' di Viterbo e dell'umanita' intera.
E' ovvio che le molte persone che lo hanno conosciuto serbano di lui ricordi diversi.
Chi gli e' stato piu' vicino ed ha condiviso con lui una parte della propria vita ne ha una memoria piu' viva e precisa, lo ha conosciuto meglio e ne ha quindi un ricordo piu' adeguato; ma vi e' anche chi, pur non avendo avuto con lui una frequentazione molto intensa e una conoscenza molto approfondita, gli e' stato comunque amico, chi gli e' stato compagno di lotte e di ideali, chi lo ha conosciuto in riferimento al lavoro o in altre circostanze ancora: tutte persone che ne serbano anch'esse un ricordo significativo; e vi e' anche chi lo ha conosciuto superficialmente, magari solo scambiandoci qualche parola frettolosamente, ma anche queste persone lo ricordano con affetto sincero; e vi e' infine a Viterbo e nell'Alto Lazio chi di Alfio ha solo sentito parlare, e ne ha un'immagine magari un po' mitica, un po' folcloristica, e vorrebbe saperne di piu'.
Sarebbe bene che in occasione del centenario della nascita i tanti diversi ricordi di Alfio venissero condivisi, e la sua personalita' venisse riconosciuta nella sua autenticita' esistenziale, nella sua preziosa complessita', nella sua luminosa dignita', nel suo valore culturale, morale, civile.
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2. Tre proposte di commemorazione
Io credo che in questo centenario sarebbe bene che vi fosse una pluralita' di occasioni di ricordo di Alfio e di valorizzazione e riproposizione del suo lascito esistenziale, intellettuale, morale e politico.
2.1. In primo luogo il ricordo delle persone che gli sono state piu' vicine, e tra loro in particolare le persone che hanno preso parte all'esperienza del Centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" che con Alfio hanno condiviso una parte della propria vita.
Queste persone potrebbero incontrarsi in una o piu' iniziative pubbliche in luoghi significativi della vita di Alfio e ricordarlo portando ciascuna la propria testimonianza.
2.2. In secondo luogo il ricordo delle persone che hanno preso parte alle altre esperienze collettive di impegno morale e civile cui Alfio partecipo' nel corso della sua vita, ed in particolare nella sua militanza antifascista, comunista e libertaria, ecologista e pacifista, nonviolenta.
Credo che delle esperienze collettive democratiche oggi esistenti a Viterbo potrebbe essere l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (Anpi) quella che potrebbe promuovere occasioni di ricordo sia a Viterbo che nei vari centri della provincia, e proporre a enti locali, scuole, associazioni culturali e d'impegno civile di vario genere, di realizzare iniziative commemorative ed educative comprensive ad esempio dell'ottimo spettacolo teatrale di Pietro Benedetti ad Alfio dedicato.
2.3. In terzo luogo il ricordo della cittadinanza viterbese tutta, a rappresentare la quale potrebbe essere il Comune di Viterbo.
Il Comune potrebbe realizzare, promuovere, patrocinare iniziative di vario genere (l'intitolazione di un luogo pubblico; un convegno; una mostra fotografica e di documenti; lo spettacolo teatrale gia' ricordato; iniziative itineranti nei quartieri e nelle frazioni...).
A queste proposte vorrei aggiungere che l'occasione potrebbe essere propizia per costituire finalmente quell'"Archivio Alfio Pannega" di cui parliamo da anni, ovvero la raccolta e catalogazione della documentazione che lo riguarda e la conservazione di essa in un luogo pubblico adeguato affinche' possa essere sia salvaguardata sia liberamente consultata e studiata.
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Invio questa lettera ad alcune persone di cui sono riuscito a ritrovare facilmente l'indirizzo di posta elettronica; vi pregherei di inoltrarla anche alle altre persone che a vostro avviso sarebbe bene informare e coinvolgere.
Grazio fin d'ora per la vostra attenzione e per quanto vorrete e potrete fare per ricordare il nostro vecchio amico e compagno di lotte.
Un forte abbraccio,
(...)
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ALLEGATO SECONDO: UNA LETTERA AL COMUNE DI VITERBO DEL 21 FEBBRAIO 2025
Alla sindaca di Viterbo
all'assessore alla cultura
e per opportuna conoscenza:
- alle assessore e agli assessori
- alle consigliere e ai consiglieri
Oggetto: invito a realizzare una serie di iniziative commemorative di Alfio Pannega nella ricorrenza del centenario della nascita.
Gentile sindaca,
gentile assessore,
gentili signore e signori tutti,
ricorre quest'anno il centenario della nascita di Alfio Pannega (21 settembre 1925 - 30 aprile 2010), persona assai amata da quanti lo conobbero (pressoche' tutti i viterbesi suoi contemporanei) e figura assai rilevante nella cultura popolare della citta'.
Sarebbe bene che il Comune di Viterbo, che gia' gli rese omaggio ripetutamente e solennemente sia nei mesi precedenti l'improvvisa scomparsa sia in occasione delle esequie, promuovesse una serie di iniziative per onorarne la memoria, ricordandolo a quanti lo conobbero e proponendone la figura ai piu' giovani come luminoso testimone della dignita' umana ed adamantino esempio di impegno culturale, morale e civile in difesa della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani cosi' come in difesa dell'intero mondo vivente.
*
Mi permetto di segnalare alcune delle molteplici risorse umane e materiali disponibili e valorizzabili per realizzare varie possibili iniziative, come convegni, spettacoli teatrali, mostre ed altro ancora.
a) la testimonianza, le ricerche e i lavori di Antonello Ricci, intellettuale viterbese benemerito quant'altri mai, che con Alfonso Prota fu curatore dell'unico libro fin qui edito di e su Alfio Pannega;
b) lo spettacolo teatrale ad Alfio Pannega dedicato (gia' molte volte rappresentato in varie parti d'Italia con viva commozione di ogni sorta di pubblico che vi ha assistito) realizzato con straordinaria empatia e potenza evocativa dal valoroso regista e finissimo interprete Pietro Benedetti;
c) per una eventuale mostra fotografica il prestigioso fotografo viterbese Francesco Galli ha un prezioso portfolio di fotografie di Alfio Pannega da lui realizzate, ed e' altresi' conservatore di altre fotografie di Alfio Pannega scattate dal compianto Mario Onofri, altro prestigioso fotografo viterbese scomparso alcuni anni fa;
d) sempre per una eventuale mostra potrebbero essere utilizzate le opere grafiche dedicate ad illustrare alcune poesie di Alfio Pannega, realizzate dalla giovane artista Giselle Dian;
e) altri materiali utili verosimilmente potrebbero essere messi a disposizione dall'editore Davide Ghaleb, che ha pubblicato il libro sopra citato ed ha ospitato nel suo sito un ampio reportage fotografico della sua presentazione.
Altro vari materiale testimoniale e documentario - cartaceo, pittorico, video, audio e di memorabilia - e' disperso tra varie altre persone ancora: la realizzazione di una serie di iniziative di commemorazione potrebbe anche essere occasione per raccoglierlo finalmente in un "Archivio Alfio Pannega" che ne tenga viva la memoria oltre la circostanza del centenario.
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Senza alcun altro titolo che quello di cittadino viterbese e di vecchio amico e compagno di lotte di Alfio Pannega, auspicherei vivamente che il Comune di Viterbo, in nome e per conto dell'intera cittadinanza ed ovviamente con l'unanime persuasa partecipazione dell'intera Giunta e dell'intero Consiglio Comunale, realizzasse nel corso di quest'anno una o piu' iniziative di ricordo da parte della citta' di Viterbo di uno dei suoi figli piu' generosi e piu' amati da ogni persona di volonta' buona e di retto sentire.
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So - e confido - che anche altri soggetti, istituzionali e non, ed in primo luogo i suoi vecchi amici e compagni di vita e di lotte, l'associazionismo democratico piu' strenuamente impegnato in difesa della Costituzione della Repubblica italiana e dei suoi principi fondamentali di pace e di solidarieta' in questi tempi terribili di guerre ed orrori in tante parti del mondo, si predispongono a realizzare iniziative commemorative, e tutte queste iniziative meritano il piu' ampio e profondo apprezzamento e sostegno; ma mi sembra evidente che naturalmente incomba innanzitutto all'Amministrazione Comunale rendere l'omaggio della citta' e del popolo viterbese al sensibile poeta e al generoso militante per la causa della preservazione della natura e della cultura, della giustizia e della liberta', della liberazione di tutti i popoli e di tutte le persone oppresse, della solidarieta' che ogni persona riconosca e raggiunga e difenda e sostenga, della pace e del bene comune dell'umanita' intera, che Alfio Pannega e' stato lungo l'intero corso della sua vita.
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Allego in calce una minima notizia biobibliografica.
Vogliate gradire distinti saluti,
(...)
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ALLEGATO TERZO: UNA LETTERA AL PRESIDENTE PROVINCIALE DI VITERBO DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D'ITALIA DEL 23 FEBBRAIO 2025
Carissimo Enrico,
credo che Pietro Benedetti e Antonella Litta ti abbiano gia' detto che in occasione del centenario della nascita di Alfio Pannega (21 settembre 1925 - 30 aprile 2010) sarebbe auspicabile che l'Anpi si facesse promotrice di una serie di iniziative pubbliche in suo ricordo sia a Viterbo che negli altri comuni della provincia.
Ne abbiamo parlato sia qualche settimana fa con Pietro e Antonella, sia in piu' occasioni con altri amici di Alfio, e mi sembra che vi sia un ampio e persuaso consenso sul fatto che l'Anpi potrebbe essere il soggetto piu' adeguato per promuovere e realizzare le principali iniziative pubbliche, sia in proprio che in collaborazione con altre associazioni ed istituzioni.
Perche' l'Anpi? Perché dell'associazionismo democratico oggi esistente a Viterbo credo che non vi sia dubbio che l'Anpi e' l'esperienza che rappresenta nel modo piu' ampio e profondo i valori e le scelte che Alfio ha sostenuto e compiuto nel corso della sua intera vita di proletario, di antifascista, di poeta e di militante del movimento operaio per la giustizia sociale, per la democrazia progressiva che nella Costituzione repubblicana trova una sua enunciazione fondamentale, per l'eguaglianza di dignita' e diritti di tutti gli esseri umani, per la salvaguardia dell'intero mondo vivente, per la pace e la solidarieta' che nessuna persona abbandona al dolore e alla morte, per il diritto e la liberazione dei popoli, per la cooperazione internazionale e il bene comune dell'umanita'; in breve: il programma antifascista di cui l'Anpi e' autorevole testimone e portatrice.
Da Antonella e da Pietro ho saputo anche che nel comitato provinciale dell'Anpi ne avete gia' ragionato informalmente e che sarebbe gia' emersa una corale disponibilita'; cosicche' questa mia lettera altro non si propone di essere che un ulteriore invito a concretizzare quell'intenzione.
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Naturalmente e' bene che per commemorare Alfio in questo centenario vi sia una pluralita', una varieta' di iniziative:
a) alcune per cosi' dire piu' intime, piu' raccolte: come potrebbero essere uno o piu' incontri di ricordo con la partecipazione delle persone che con Alfio hanno vissuto nell'esperienza del centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" e che hanno costituito negli ultimi due decenni della sua vita anche la sua vera e propria famiglia;
b) una serie di incontri pubblici promossi dall'Anpi a Viterbo e nei centri della provincia, coinvolgendo ove possibile enti locali, istituzioni scolastiche e culturali, l'associazionismo democratico (ma ovviamente altri incontri pubblici possono essere autonomamente promossi anche da altri soggetti, ed ogni iniziativa di sincero ricordo merita apprezzamento e sostegno);
c) altre iniziative ancora, precipuamente caratterizzate dalla rilevanza istituzionale: a Viterbo in particolare una o piu' iniziative potrebbero essere promosse direttamente (e non solo patrocinate) dal Comune, a dare piena testimonianza dell'omaggio che l'intera citta' e quindi l'istituzione che la rappresenta rendono a una delle figure piu' amate della storia e della cultura popolare cittadina.
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Credo che l'Anpi potrebbe contattare in tutti e sessanta i Comuni del viterbese
- gli enti locali,
- le scuole (e a Viterbo anche l'Universita'),
- le biblioteche,
- le altre istituzioni culturali,
- varie associazioni culturali e d'impegno civile,
proponendo loro la realizzazione di una serie di iniziative, comprensive ad esempio:
I. di una conferenza o convegno di presentazione della figura di Alfio e della cultura e delle vicende di cui e' rappresentativa;
II. della rappresentazione dello spettacolo teatrale alla figura di Alfio dedicato;
III. dell'esposizione di una mostra di fotografie e di lavori grafici che hanno Alfio e le sue poesie come soggetto.
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Io riterrei che le iniziative nei vari centri della provincia potrebbero svolgersi nel corso dell'intero anno, ma in particolare potrebbero concentrarsi nei seguenti periodi:
a) 25 aprile - primo maggio (Alfio e' deceduto il 30 aprile 2010, e sia la festa della Liberazione che quella dei Lavoratori erano per lui ricorrenze importanti e fortemente, profondamente sentite);
b) 4 settembre - 21 settembre (tra la festa patronale viterbese di Santa Rosa e il genetliaco di Alfio - che e' nato il 21 settembre 1925).
Se si vuole realizzare qualcosa gia' nel periodo tra il 25 aprile e il primo maggio, e' opportuno avviarne la proposta e l'organizzazione al piu' presto.
*
Non so se ti siano arrivate (credo di avertele inviate, ma con la posta elettronica non si e' mai sicuri dell'esito) le due lettere che nei giorni scorsi ho mandato a varie persone amiche e al Comune di Viterbo; ad ogni buon conto le allego in calce a queste righe.
Ringraziandoti e ringraziandovi fin d'ora per quanto come Anpi della provincia di Viterbo potrete fare per ricordare il nostro indimenticabile amico e compagno di lotte, un fraterno saluto
(...)
* * *
ALLEGATO QUARTO: ALCUNE PAROLE PER ALFIO PANNEGA DETTE DINANZI AL FERETRO IL PRIMO MAGGIO 2010
[Ricostruite a memoria - e frettolosamente poi scritte - questo sono, se non le esatte parole, alcune delle cose dette il primo maggio al cimitero di Viterbo dinanzi al feretro di Alfio Pannega]
Questo uomo aveva la bonta' e l'ira dei profeti, di coloro che sanno dire la verita' in faccia alle persone e al mondo: con la virtu' della misericordia verso tutte le creature sofferenti, e con la virtu' dell'indignazione contro ogni ingiustizia.
Aveva la pazienza di Giobbe: fedele sempre al vero e al giusto, senza mai un cedimento al male, senza mai una meschinita', senza mai una vilta'.
Recava la verita' di Qohelet: sapeva che tutto e' vanita' di vanita' e fame di vento, e che proprio per questo e' dovere di ciascuno recare aiuto a tutti, giacche' e' meglio essere in due che uno solo, poiche' chi e' solo, se lungo il cammino della vita inciampa, allora cade e non si risolleva, ma se ha compagni essi lo sosterranno, reciprocamente si sosterranno.
*
Era un poeta, educato alla lingua e alla musica e alla tempra di Dante del cui capolavoro sapeva declamare a memoria interi canti, e cresciuto alla scuola dei poeti a braccio, per i quali la poesia e il pane, il lavoro quotidiano e l'estro armonico, la cruda realta' e la sublime bellezza sono una stessa cosa.
Ed era un testimone, e non di una generica viterbesita', formula astratta e vuota, ma di quella Viterbo popolare, civile, resistente, antifascista, che fu anche quella di Achille Poleggi e di Sauro Sorbini.
Ed era un esempio della sublime e luminosa dignita' e generosita' dei poveri: tutto cio' che era suo era di tutti, tutti accoglieva ed aiutava; all'ora della consumazione in comune dei pasti prima accudiva gli animali, poi gli ospiti e solo alla fine mangiava anche lui.
Era un educatore alla solidarieta' con tutti i viventi: e le persone che hanno condiviso con lui un tratto di strada, un'ora del giorno, da lui hanno imparato questo dovere nativo, sorgivo, elementare: di essere con gli altri e per gli altri.
Ed e' stato un dono, un dono grande, per chi ha avuto la fortuna, la grande fortuna, di averlo piu' intimamente conosciuto.
E che quest'uomo sia vissuto tra noi resta un'alta ragione di orgoglio per questa citta', che oggi gli rende omaggio.
*
Ma detto questo ancora non e' detto tutto, e forse non e' detto ancora l'essenziale.
Gia' anziano, sofferente dei malanni di una travagliata vita di vicissitudini e fatiche, e dimorante allora in umana solitudine in una zona abbandonata della citta', 17 anni fa Alfio ebbe una seconda nascita, una seconda vita, partecipando fin dal primo giorno all'occupazione dell'ex-gazometro e alla nascita quindi del centro sociale occupato autogestito "Valle Faul", e del centro sociale e' stato simbolo e anima, il cuore pulsante, e il centro sociale si e' riconosciuto in lui: in questi 17 anni lui e' stato il centro sociale e il centro sociale e' stato lui; e questi 17 anni da quell'estate del 1993 sono stati gli anni di un amore reciproco cosi' appassionato che ieri vedendo nella camera ardente, presso il centro sociale allestita, sgambettare e giocare ai piedi del feretro, o dalle braccia dei giovani genitori guardarlo e salutarlo, bambini di pochi anni e di non molti mesi, e insieme vedendo Giselle che venne al centro sociale bambina ed ora e' una meravigliosa giovane donna, tu vedevi che grande fioritura di vita e di bellezza Alfio ha saputo coltivare con l'esempio amorevole ed autorevole della sua dignita', della sua generosita'. E che grande eredita' lascia di umanita' fraterna e sororale, di persone sensibili e solidali, che alla scuola del suo esempio sono cresciute splendide.
*
E ci sono questi ultimi anni, dalla fine del 2007 a oggi, caratterizzati soprattutto dalla sua lotta per il diritto alla casa: Alfio getto ' il suo cuore e la sua vita stessa nella lotta per il diritto di ogni essere umano ad avere un tetto, per il diritto sociale alla casa, per il diritto umano alla casa. Ed e' un dolore grande per noi che restiamo che sia deceduto senza che quel diritto almeno lui abbia potuto vederlo riconosciuto. Un dolore che non potremo dimenticare.
*
E poi ci sono questi ultimi mesi, questi ultimi felici mesi, mesi che per Alfio sono stati forse i piu' gioiosi della sua vita da tanto tempo a questa parte.
La realizzazione del libro delle sue poesie, arricchito di un'ampia intervista ed impreziosito da tante stupende fotografie; un ringraziamento grande va a tutte le persone che hanno reso possibile questa pubblicazione, adempiendo quello che era da molti anni un suo profondo desiderio e una promessa solenne che i compagni del centro sociale a lui e a se stessi avevano fatto.
E con il libro, le sue presentazioni pubbliche con immensa e commossa partecipazione popolare, e la mostra fotografica sulla sua vita, e la lectio magistralis che tenne alla Sala Regia del Comune conclusa, dopo aver esortato ancora una volta i piu' giovani al sapere e alla generosita', con quel gesto sublime del rifiuto di un'onorificenza finche' non fosse stato riconosciuto un diritto, il diritto alla casa.
Con quel discorso e con quel gesto la grande cultura, la vera civilta', e l'autentica dignita' umana facevano irruzione nelle stanze del palazzo, divenivano ora di verita', sfida all'ipocrisia, alla menzogna e all'ingiustizia.
E poi ancora i manifesti col suo volto a segnalare l'emergenza casa, e la sottoscrizione pubblica promossa in suo nome cui lui magnanimamente acconsenti' ancora una volta mettendo tutto se stesso nella lotta per un diritto di tutti.
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Ma anche detto questo forse non e' ancora detto cio' che e' decisivo: per molti di noi, e mi perdonerete se qui il discorso si fa piu' intimo, Alfio e' stato un maestro e un compagno, di vita e di lotte. Un maestro e un compagno di vita: nella piena condivisione del pane, e di tutto. E un compagno di lotte, contro la guerra, contro razzismo, discriminazione, sfruttamento. Sempre dalla parte degli ultimi, degli umiliati e offesi, degli oppressi, dell'umanita in lotta per la liberazione.
E in lotta per l'ambiente casa comune, per la difesa qui a Viterbo del Bulicame, il Bulicame cantato da Dante e a un tiro di sasso dal centro sociale; e resta indimenticabile per chi lo visse quel suo meraviglioso discorso tenuto al Bulicame in quella notte in cui proprio dinanzi alle sorgenti e alle pozze di acqua sulfurea manifestammo in molti per salvare quel prezioso bene ambientale e culturale dalla devastazione cui lo avrebbe condannato la realizzazione di un mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge.
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Alfio Pannega non e' mai stato riducibile a un'immaginetta pittoresca di una Viterbo che fu coi suoi antichi mestieri e le sue vetuste tradizioni che vanno scomparendo, non e' mai stato un personaggio museale, da mummificare e archiviare; al contrario: fino all'ultimo dei suoi giorni Alfio e' stato un vitale, ardente, consapevolissimo militante del movimento degli oppressi in lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani; per la difesa della natura che conosceva intimamente, essere vivente per essere vivente, animale per animale, pianta per pianta; per la liberazione dell'umanita' dallo sfruttamento e dall'oppressione, per l'uscita da questa preistoria verso il regno della liberta'.
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Oggi e' il primo maggio, e per il movimento dei lavoratori e delle lavoratrici, per il movimento delle oppresse e degli oppressi, e' il giorno della memoria e dell'impegno per la liberazione dell'umanita' dalla violenza dello sfruttamento; e vedete come sono strane e imprevedibili le coincidenze della vita: accingendoci proprio in questo giorno a recare l'estremo saluto ad Alfio, l'indomito combattente antifascista e il lavoratore che conosceva per averli sperimentati tutti i piu' faticosi mestieri - di pastore e di contadino, di artigiano e di operaio -, per noi da oggi il primo maggio lo sara' due volte quell'appello alla lotta solidale contro l'ingiustizia: nel ricordo dei martiri di Chicago uccisi nell'Ottocento dalla violenza del potere perche' lottavano per i diritti dei lavoratori, e nel ricordo di Alfio: e' la stessa memoria, e' la stessa lotta.
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Molti anni fa, commemorando Duilio Mainella, Sauro Sorbini concluse la sua orazione funebre col canto della Marsigliese, simbolo della lotta dell'umanita' contro la tirannide; vorrei oggi almeno ricordare le parole del refrain di quel canto composto un secolo dopo a rivendicare le ragioni dell'umanita' e della lotta per la sua liberazione proprio mentre la reazione persecutrice dilagava con la caccia all'uomo e le fucilazioni dei comunardi parigini, quel canto che e' l'Internazionale, che da quasi un secolo e mezzo e' il canto di quanti si levano a contrastare ogni oppressione: "Su', lottiam, l'ideale / nostro fine sara' / l'internazionale / futura umanita'".
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Ed ora che, con quelle indimenticabili parole di Paolo nella seconda lettera a Timoteo, di Alfio Pannega possiamo dire che ha concluso la sua corsa dopo aver combattuto la buona battaglia senza perdere la tenerezza, ora che Alfio ha compiuto la sua vita che e' stata fino all'ultima ora la vita di un giusto, ora sta a noi che restiamo di essere fedeli a quello che ci ha donato, che ci ha insegnato, e testimoniarlo a nostra volta, con le parole ed ancor piu' con gli atti, continuando la sua lotta, continuando a mettere in pratica i suoi insegnamenti; e se posso rivolgermi in particolare a tutti gli amici piu' vicini, a tutti i compagni che hanno condiviso e che proseguiranno, che proseguiremo insieme, l'esperienza del centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" di Viterbo, ogni volta che accadra' che qualcuno vi chieda, ci chieda, "Chi era Alfio Pannega?", ebbene, che noi tutti che lo abbiamo conosciuto e che lo abbiamo avuto nostro compagno si possa essere degni di rispondere, testimoniandolo con ogni nostra azione: "Io sono Alfio Pannega, Viterbo e' Alfio Pannega, l'umanita' e' Alfio Pannega".
2. L'ORA. MOVIMENTO NONVIOLENTO: CINQUE PASSI DI STRATEGIA NONVIOLENTA CONTRO LA GUERRA
[Riceviamo e diffondiamo]
Cinque passi di strategia nonviolenta contro la guerra
Una zona smilitarizzata dal Mar Bianco al Mar Nero
Moratoria nucleare e Corpi Civili di Pace Europei
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Cio' che sta avvenendo e' la spartizione territoriale dell'Ucraina tra Russia e Stati Uniti, dopo tre anni di sanguinoso conflitto, un milione di morti, danni materiali ed economici incalcolabili, sofferenze ed impoverimento generale. La Russia otterra' l'espansione regionale in Crimea e Donbass, gli Stati Uniti metteranno le mani sulle "terre rare", mentre l'Europa sta a guardare e l'Ucraina ne esce commissariata.
Questo e' il risultato della scelta militare fatta, che ha trasformato l'intera Europa in una regione ad economia di guerra, a traino della Nato. La retorica del "prima la Vittoria, poi la Pace" si e' rivelata per quello che era davvero: "prima la Guerra, poi la Sconfitta". E a perderci, prima di tutti, e' il popolo ucraino, che vede svanire la propria sovranita', dopo aver sacrificato un'intera generazione di giovani sull'altare del nazionalismo.
L'Europa a 27 velocita', che ha accettato il ruolo di comparsa nell'Alleanza atlantica, e' indebolita e afona. Per "salvare il salvabile" si vorrebbe ancora una volta puntare tutto sulla politica di riarmo, la stessa che ha distrutto il sistema sociale della sanita' e dell'istruzione nei nostri paesi. Errore fatale. L'Europa, per affrontare la questione Ucraina, ha bisogno di una politica comune di sicurezza, pace e cooperazione, non di una politica di potenza e difesa militare, e deve avere una propria visione democratica alternativa a quella oligarchica di Stati Uniti e autoritaria della Federazione Russa.
*
Cinque possibili passi necessari di strategia nonviolenta, per prevenire un'ulteriore escalation e per costruire una vera pace:
- creazione di una "linea di pace" sui confini tra Europa e Russia (Norvegia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Bielorussia, Ucraina) con l'istituzione di una zona smilitarizzata, un corridoio (500 chilometri di larghezza) per tutto il confine (3000 chilometri di lunghezza). Questo lungo fronte di terra smilitarizzata, da una parte e dall'altra, non potrebbe essere attraversato da truppe militari della Russia o della Nato, o di altri eserciti europei: cosi' si favorirebbe la distensione. La definizione e poi il controllo di questa zona russo/europea smilitarizzata (dal Mar Bianco al Mar Nero) prevede il negoziato e lo sviluppo di meccanismi di verifica efficaci; anziche' concentrarsi sulla militarizzazione nazionale, ci si concentra su una zona di demilitarizzazione internazionale, pan-europea, affidata a tutti i paesi coinvolti;
- avviare immediatamente una "moratoria nucleare" che coinvolga i paesi detentori di armi nucleari presenti sul continente europeo (Francia, Regno Unito, Russia, e Stati Uniti con ordigni presenti anche in Germania, Italia, Belgio, Paesi Bassi): impegno al non utilizzo, e apertura di negoziati per l'adesione concordata e multilaterale al TPNW (Trattato per la messa al bando delle armi nucleari);
- avviare un progetto esecutivo per la costituzione di un Corpo Civile di Pace Europeo, per la gestione non militare della crisi. Tra non fare nulla e mandare truppe armate, c'e' lo spazio per fare subito qualcosa di utile, nell'ambito della politica di sicurezza per intervenire a livello civile nei conflitti prima che questi sfocino in guerra vera e propria, come avvenuto il 24 febbraio 2022. I Corpi di Pace vanno costituiti e finanziati come una brigata permanente dell'Unione Europea: la loro costituzione deve rientrare nelle competenze della Commissione Europea;
- dare la parola ai movimenti civili e democratici che in Russia, Ucraina e Bielorussia si sono opposti da subito alla guerra e hanno avanzato proposte di pace, a partire dal sostegno agli obiettori di coscienza, disertori, renitenti alla leva delle parti in conflitto. Convocare con loro, veri portatori di interessi comuni, un "tavolo delle trattative" in zona neutrale e simbolica (Citta' del Vaticano);
- convocare una Conferenza internazionale di pace (sotto egida ONU, con tutti gli attori internazionali coinvolti e disponibili) basata sul rispetto del Diritto internazionale vigente e sul concetto di sicurezza condivisa, che metta al sicuro la pace anche per il futuro.
*
La Campagna di Obiezione alla guerra offre uno strumento concreto per attuare il diritto umano fondamentale alla pace, che sul piano politico significa per gli Stati: obbligo di disarmare, obbligo di riformare in senso democratico e far funzionare i legittimi organismi internazionali di sicurezza collettiva a cominciare dalle Nazioni Unite, obbligo di conferire parte delle forze armate all'ONU come previsto dall'articolo 43 della Carta delle Nazioni Unite, obbligo di riconvertire e formare tali forze per l'esercizio di funzioni di polizia internazionale sotto comando sopranazionale, obbligo di sottoporsi alla giurisdizione della Corte Penale Internazionale.
Aderendo concretamente alla Campagna ognuno ha la possibilita' personale di dichiarare formalmente la propria obiezione di coscienza e nel contempo sostenere concretamente i nonviolenti russi e ucraini che sono le uniche voci delle due parti che stanno gia' dialogando realmente tra di loro, che creano un ponte su cui puo' transitare la pace, grazie al coraggio e all'impegno di chi a Kyiv e Mosca, rischiando di persona, lavora per la crescita della nonviolenza organizzata (info sulla Campagna di Obiezione alla Guerra: https://www.azionenonviolenta.it/obiezione-alla-guerra-2/ ).
3. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: TELEVEDIAMO OGNI GIORNO I CORPI UMANI CHE LA GUERRA SPOGLIA DI VITA
[Riceviamo e diffondiamo]
Televediamo ogni giorno i corpi umani che la guerra spoglia di vita. Nudi da morire. Nudita' pietosa e urtante. Oppure sepolti dalle macerie della propria casa, della cara casa, di memorie, di amori, fatta macerie per morti. Nessuno di noi, nessuno di loro, vuole morire, nessuno vuole esser fatto morire, spogliato e derubato di vita. Non abbiamo altro, perche' tutto e' nella vita, per il povero e per il ricco, nelle attese e nelle promesse della vita, tra l'alba ardente e la tenera sera. Davvero o/sceni, da tener fuori-dalla-scena, quei poveri corpi nudi e svuotati, gli unici nudi osceni, e infatti li coprono con un lenzuolo. E solo un lenzuolo e' la loro bara, nel funerale. Come si copre l'ucciso sulla strada, o per la sparatoria tra bande. Il misericordioso lenzuolo sulla morte. E anche la vergogna, vergogna che ci siano vite uccise, tra noi, tra le faticose nostre vite: troppe vite uccise, tagliate via, rami recisi che volevano fiorire qualcosa. Qualcuno che ancora vive, stasera non avra' quel lenzuolo, per dormire: l'ha regalato al morto. Ogni giorno, corpi umani spogliati di vita, dall'organizzazione scientifica della guerra. I nostri corpi-vita rabbrividiscono, eppure non c'e' freddo, nelle nostre case. Non sobbalziamo piu', eppure siamo offesi a sangue. Un lenzuolo freddo e' pronto anche per noi, per te che leggi, per me. La morale condannava il sesso dei poveri corpi, ma non condannava la guerra, glorificata, quella che tra i corpi mette l'abisso, e non l'abbraccio. Gli assassini erano eroi premiati: una medaglia, sul cuore omicida, come sul cuore freddato. "Dulce et decorum est pro patria mori", diceva una lapide nel corridoio del mio liceo: sapevamo il latino e capivamo, infatti era scritto per farci capire. E nella piazza il monumento al fante caduto la', sul monte, ma qui, sul monumento, alzava fiero il fucile: offesa dello stato al suo soldato, sacrificato al re. E fino a quando spenderai corpi vivi, come monete al tavolo da gioco? Il Milite Ignoto, se potesse, vi direbbe quel che sa, che non e' ignoto. E ancora oggi, oggi che televediamo, sotto quel lenzuolo, vediamo tutto presente, tutto vicino. Meglio vedere, sentire il male addosso. Sara' meno solo, il soldato ignoto, il vecchio schiacciato dal suo tetto. Se siamo cittadini dell'umanita', se siamo degni di vivere, aboliremo la guerra. Abbiamo la parola, che di un confine sa fare un passaggio e di un abisso sa fare un ponte.
4. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
5. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Hannah Arendt, Vita activa, Bompiani, Milano 1964, 1994, pp. XXXIV + 286.
- Simone de Beauvoir, Le deuxieme sexe, Gallimard, Paris 1949, 1976, 1989, 2 voll. per pp. 416 + 672.
- Luce Irigaray, Speculum. L'altra donna, Feltrinelli, Milano 1975, 1989, pp. 352.
- Martha C. Nussbaum, La fragilita' del bene, Il Mulino, Bologna 1996, 2004, 2011, pp. VI + 832.
- Vandana Shiva, Il bene comune della terra, Feltrinelli, Milano 2006, pp. 216.
- Virginia Woolf, Le tre ghinee, La tartaruga, Milano 1975, Feltrinelli, Milano 1979, 1987, pp. 256.
6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
7. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5489 del 27 febbraio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Numero 5489 del 27 febbraio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. "Qualche ragionamento e qualche proposta per il centenario di Alfio Pannega". Un incontro a Viterbo
2. Movimento Nonviolento: Cinque passi di strategia nonviolenta contro la guerra
3. Enrico Peyretti: Televediamo ogni giorno i corpi umani che la guerra spoglia di vita
4. Ripetiamo ancora una volta...
5. Segnalazioni librarie
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'
1. INCONTRI. "QUALCHE RAGIONAMENTO E QUALCHE PROPOSTA PER IL CENTENARIO DI ALFIO PANNEGA". UN INCONTRO A VITERBO
La mattina di mercoledi' 26 febbraio 2025 a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", si e' tenuto un incontro di riflessione sul tema "Qualche ragionamento e qualche proposta per valorizzare concretamente e coerentemente la ricorrenza del centenario della nascita di Alfio Pannega".
Ricorre infatti in questo 2025 il centenario della nascita del poeta e militante che a Viterbo nacque il 25 settembre 1925 e sempre a Viterbo e' deceduto il 30 aprile 2010, e che resta una delle figure piu' vive della cultura popolare cittadina.
E' speranza dei molti suoi amici e compagni di lotte, che ne serbano un commosso ricordo, che nel corso di quest'anno si realizzano iniziative commemorative che ne ripropongano la figura e l'opera, il prezioso lascito poetico, morale e politico, la profonda e luminosa testimonianza di umanita', di solidarieta', di responsabilita' per il bene comune dell'umanita' intera e dell'intero mondo vivente.
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Nel corso dell'incontro e' stato rinnovato l'invito affinche' tanto le persone che gli furono piu' vicine nell'esperienza del centro sociale "Valle Faul", quanto le associazioni democratiche piu' coerenti con i valori che hanno ispirato l'intera vita di Alfio Pannega (in primo luogo l'antifascismo, l'impegno per la pace e i diritti umani di tutti gli esseri umani, la lotta per la giustizia sociale, la difesa della natura, la preservazione della memoria e della cultura che rende eguali in dignita' e diritti e libera dalla menzogna e dall'oppressione, la misericordia e la generosita' nei confronti di ogni essere vivente...), cosi' come le istituzioni democratiche, nel corso dell'anno realizzano una pluralita' di iniziativa che rendendo omaggio alla persona con fedele memoria ne prolunghino l'impegno educativo, l'azione civile, l'appello alla verita' e alla solidarieta', alla giustizia e alla liberta', al bene che salva il mondo ed invera l'umanita'.
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All'incontro hanno preso parte Paolo Arena e Peppe Sini, due tra i molti amici e compagni di lotte di Alfio Pannega che in questi anni ne hanno mantenuto vivo il ricordo.
Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica, di storia linguistica dell'Italia contemporanea. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta.
Peppe Sini e' il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", storica struttura nonviolenta viterbese.
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Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna a ridosso ed entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010, a cura di Antonello Ricci e Alfonso Prota): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha sovente con forte empatia rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata fin qui disattesa.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, 4089-4091, 4235-4236, 4452, 4455-4458, 4599-4601, 4819-4821, 4962-4965, 5184-5187, 5328, 5331, 5470, 5477, 5485, 5487, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-206, 213, 437-438, 445-446, i fascicoli de "La biblioteca di Zorobabele" nn. 430-433.
*
Alleghiamo in calce tre lettere sul medesimo tema dell'incontro inviate a vari interlocutori nei giorni scorsi, e infine il testo delle parole dette in occasione del funerale il primo maggio 2010.
* * *
ALLEGATO PRIMO: UNA LETTERA A VARIE PERSONE AMICHE DEL 13 FEBBRAIO 2025
Una lettera personale alle amiche e agli amici di Alfio Pannega, ricorrendo nel 2025 il centenario della nascita
Carissime e carissimi,
ricorre quest'anno, il 21 settembre 2025, il centenario della nascita di Alfio Pannega, e sicuramente tutte e tutti noi che lo abbiamo conosciuto e gli abbiamo voluto bene vorremmo che fosse ricordato nel modo migliore.
Ne abbiamo parlato piu' volte in passato, ora e' il momento di precisare i nostri ragionamenti e successivamente di realizzare le iniziative possibili ed opportune.
Provo a contribuire quindi alla riflessione comune mettendo per iscritto alcune opinioni personali, espresse schematicamente nella forma di un ragionamento e di tre proposte da discutere insieme.
*
1. Un breve ragionamento
La memoria di Alfio Pannega e' un bene comune non solo dei suoi amici e compagni di lotte, ma anche di tutta la citta' di Viterbo e dell'umanita' intera.
E' ovvio che le molte persone che lo hanno conosciuto serbano di lui ricordi diversi.
Chi gli e' stato piu' vicino ed ha condiviso con lui una parte della propria vita ne ha una memoria piu' viva e precisa, lo ha conosciuto meglio e ne ha quindi un ricordo piu' adeguato; ma vi e' anche chi, pur non avendo avuto con lui una frequentazione molto intensa e una conoscenza molto approfondita, gli e' stato comunque amico, chi gli e' stato compagno di lotte e di ideali, chi lo ha conosciuto in riferimento al lavoro o in altre circostanze ancora: tutte persone che ne serbano anch'esse un ricordo significativo; e vi e' anche chi lo ha conosciuto superficialmente, magari solo scambiandoci qualche parola frettolosamente, ma anche queste persone lo ricordano con affetto sincero; e vi e' infine a Viterbo e nell'Alto Lazio chi di Alfio ha solo sentito parlare, e ne ha un'immagine magari un po' mitica, un po' folcloristica, e vorrebbe saperne di piu'.
Sarebbe bene che in occasione del centenario della nascita i tanti diversi ricordi di Alfio venissero condivisi, e la sua personalita' venisse riconosciuta nella sua autenticita' esistenziale, nella sua preziosa complessita', nella sua luminosa dignita', nel suo valore culturale, morale, civile.
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2. Tre proposte di commemorazione
Io credo che in questo centenario sarebbe bene che vi fosse una pluralita' di occasioni di ricordo di Alfio e di valorizzazione e riproposizione del suo lascito esistenziale, intellettuale, morale e politico.
2.1. In primo luogo il ricordo delle persone che gli sono state piu' vicine, e tra loro in particolare le persone che hanno preso parte all'esperienza del Centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" che con Alfio hanno condiviso una parte della propria vita.
Queste persone potrebbero incontrarsi in una o piu' iniziative pubbliche in luoghi significativi della vita di Alfio e ricordarlo portando ciascuna la propria testimonianza.
2.2. In secondo luogo il ricordo delle persone che hanno preso parte alle altre esperienze collettive di impegno morale e civile cui Alfio partecipo' nel corso della sua vita, ed in particolare nella sua militanza antifascista, comunista e libertaria, ecologista e pacifista, nonviolenta.
Credo che delle esperienze collettive democratiche oggi esistenti a Viterbo potrebbe essere l'Associazione Nazionale Partigiani d'Italia (Anpi) quella che potrebbe promuovere occasioni di ricordo sia a Viterbo che nei vari centri della provincia, e proporre a enti locali, scuole, associazioni culturali e d'impegno civile di vario genere, di realizzare iniziative commemorative ed educative comprensive ad esempio dell'ottimo spettacolo teatrale di Pietro Benedetti ad Alfio dedicato.
2.3. In terzo luogo il ricordo della cittadinanza viterbese tutta, a rappresentare la quale potrebbe essere il Comune di Viterbo.
Il Comune potrebbe realizzare, promuovere, patrocinare iniziative di vario genere (l'intitolazione di un luogo pubblico; un convegno; una mostra fotografica e di documenti; lo spettacolo teatrale gia' ricordato; iniziative itineranti nei quartieri e nelle frazioni...).
A queste proposte vorrei aggiungere che l'occasione potrebbe essere propizia per costituire finalmente quell'"Archivio Alfio Pannega" di cui parliamo da anni, ovvero la raccolta e catalogazione della documentazione che lo riguarda e la conservazione di essa in un luogo pubblico adeguato affinche' possa essere sia salvaguardata sia liberamente consultata e studiata.
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Invio questa lettera ad alcune persone di cui sono riuscito a ritrovare facilmente l'indirizzo di posta elettronica; vi pregherei di inoltrarla anche alle altre persone che a vostro avviso sarebbe bene informare e coinvolgere.
Grazio fin d'ora per la vostra attenzione e per quanto vorrete e potrete fare per ricordare il nostro vecchio amico e compagno di lotte.
Un forte abbraccio,
(...)
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ALLEGATO SECONDO: UNA LETTERA AL COMUNE DI VITERBO DEL 21 FEBBRAIO 2025
Alla sindaca di Viterbo
all'assessore alla cultura
e per opportuna conoscenza:
- alle assessore e agli assessori
- alle consigliere e ai consiglieri
Oggetto: invito a realizzare una serie di iniziative commemorative di Alfio Pannega nella ricorrenza del centenario della nascita.
Gentile sindaca,
gentile assessore,
gentili signore e signori tutti,
ricorre quest'anno il centenario della nascita di Alfio Pannega (21 settembre 1925 - 30 aprile 2010), persona assai amata da quanti lo conobbero (pressoche' tutti i viterbesi suoi contemporanei) e figura assai rilevante nella cultura popolare della citta'.
Sarebbe bene che il Comune di Viterbo, che gia' gli rese omaggio ripetutamente e solennemente sia nei mesi precedenti l'improvvisa scomparsa sia in occasione delle esequie, promuovesse una serie di iniziative per onorarne la memoria, ricordandolo a quanti lo conobbero e proponendone la figura ai piu' giovani come luminoso testimone della dignita' umana ed adamantino esempio di impegno culturale, morale e civile in difesa della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani cosi' come in difesa dell'intero mondo vivente.
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Mi permetto di segnalare alcune delle molteplici risorse umane e materiali disponibili e valorizzabili per realizzare varie possibili iniziative, come convegni, spettacoli teatrali, mostre ed altro ancora.
a) la testimonianza, le ricerche e i lavori di Antonello Ricci, intellettuale viterbese benemerito quant'altri mai, che con Alfonso Prota fu curatore dell'unico libro fin qui edito di e su Alfio Pannega;
b) lo spettacolo teatrale ad Alfio Pannega dedicato (gia' molte volte rappresentato in varie parti d'Italia con viva commozione di ogni sorta di pubblico che vi ha assistito) realizzato con straordinaria empatia e potenza evocativa dal valoroso regista e finissimo interprete Pietro Benedetti;
c) per una eventuale mostra fotografica il prestigioso fotografo viterbese Francesco Galli ha un prezioso portfolio di fotografie di Alfio Pannega da lui realizzate, ed e' altresi' conservatore di altre fotografie di Alfio Pannega scattate dal compianto Mario Onofri, altro prestigioso fotografo viterbese scomparso alcuni anni fa;
d) sempre per una eventuale mostra potrebbero essere utilizzate le opere grafiche dedicate ad illustrare alcune poesie di Alfio Pannega, realizzate dalla giovane artista Giselle Dian;
e) altri materiali utili verosimilmente potrebbero essere messi a disposizione dall'editore Davide Ghaleb, che ha pubblicato il libro sopra citato ed ha ospitato nel suo sito un ampio reportage fotografico della sua presentazione.
Altro vari materiale testimoniale e documentario - cartaceo, pittorico, video, audio e di memorabilia - e' disperso tra varie altre persone ancora: la realizzazione di una serie di iniziative di commemorazione potrebbe anche essere occasione per raccoglierlo finalmente in un "Archivio Alfio Pannega" che ne tenga viva la memoria oltre la circostanza del centenario.
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Senza alcun altro titolo che quello di cittadino viterbese e di vecchio amico e compagno di lotte di Alfio Pannega, auspicherei vivamente che il Comune di Viterbo, in nome e per conto dell'intera cittadinanza ed ovviamente con l'unanime persuasa partecipazione dell'intera Giunta e dell'intero Consiglio Comunale, realizzasse nel corso di quest'anno una o piu' iniziative di ricordo da parte della citta' di Viterbo di uno dei suoi figli piu' generosi e piu' amati da ogni persona di volonta' buona e di retto sentire.
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So - e confido - che anche altri soggetti, istituzionali e non, ed in primo luogo i suoi vecchi amici e compagni di vita e di lotte, l'associazionismo democratico piu' strenuamente impegnato in difesa della Costituzione della Repubblica italiana e dei suoi principi fondamentali di pace e di solidarieta' in questi tempi terribili di guerre ed orrori in tante parti del mondo, si predispongono a realizzare iniziative commemorative, e tutte queste iniziative meritano il piu' ampio e profondo apprezzamento e sostegno; ma mi sembra evidente che naturalmente incomba innanzitutto all'Amministrazione Comunale rendere l'omaggio della citta' e del popolo viterbese al sensibile poeta e al generoso militante per la causa della preservazione della natura e della cultura, della giustizia e della liberta', della liberazione di tutti i popoli e di tutte le persone oppresse, della solidarieta' che ogni persona riconosca e raggiunga e difenda e sostenga, della pace e del bene comune dell'umanita' intera, che Alfio Pannega e' stato lungo l'intero corso della sua vita.
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Allego in calce una minima notizia biobibliografica.
Vogliate gradire distinti saluti,
(...)
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ALLEGATO TERZO: UNA LETTERA AL PRESIDENTE PROVINCIALE DI VITERBO DELL'ASSOCIAZIONE NAZIONALE PARTIGIANI D'ITALIA DEL 23 FEBBRAIO 2025
Carissimo Enrico,
credo che Pietro Benedetti e Antonella Litta ti abbiano gia' detto che in occasione del centenario della nascita di Alfio Pannega (21 settembre 1925 - 30 aprile 2010) sarebbe auspicabile che l'Anpi si facesse promotrice di una serie di iniziative pubbliche in suo ricordo sia a Viterbo che negli altri comuni della provincia.
Ne abbiamo parlato sia qualche settimana fa con Pietro e Antonella, sia in piu' occasioni con altri amici di Alfio, e mi sembra che vi sia un ampio e persuaso consenso sul fatto che l'Anpi potrebbe essere il soggetto piu' adeguato per promuovere e realizzare le principali iniziative pubbliche, sia in proprio che in collaborazione con altre associazioni ed istituzioni.
Perche' l'Anpi? Perché dell'associazionismo democratico oggi esistente a Viterbo credo che non vi sia dubbio che l'Anpi e' l'esperienza che rappresenta nel modo piu' ampio e profondo i valori e le scelte che Alfio ha sostenuto e compiuto nel corso della sua intera vita di proletario, di antifascista, di poeta e di militante del movimento operaio per la giustizia sociale, per la democrazia progressiva che nella Costituzione repubblicana trova una sua enunciazione fondamentale, per l'eguaglianza di dignita' e diritti di tutti gli esseri umani, per la salvaguardia dell'intero mondo vivente, per la pace e la solidarieta' che nessuna persona abbandona al dolore e alla morte, per il diritto e la liberazione dei popoli, per la cooperazione internazionale e il bene comune dell'umanita'; in breve: il programma antifascista di cui l'Anpi e' autorevole testimone e portatrice.
Da Antonella e da Pietro ho saputo anche che nel comitato provinciale dell'Anpi ne avete gia' ragionato informalmente e che sarebbe gia' emersa una corale disponibilita'; cosicche' questa mia lettera altro non si propone di essere che un ulteriore invito a concretizzare quell'intenzione.
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Naturalmente e' bene che per commemorare Alfio in questo centenario vi sia una pluralita', una varieta' di iniziative:
a) alcune per cosi' dire piu' intime, piu' raccolte: come potrebbero essere uno o piu' incontri di ricordo con la partecipazione delle persone che con Alfio hanno vissuto nell'esperienza del centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" e che hanno costituito negli ultimi due decenni della sua vita anche la sua vera e propria famiglia;
b) una serie di incontri pubblici promossi dall'Anpi a Viterbo e nei centri della provincia, coinvolgendo ove possibile enti locali, istituzioni scolastiche e culturali, l'associazionismo democratico (ma ovviamente altri incontri pubblici possono essere autonomamente promossi anche da altri soggetti, ed ogni iniziativa di sincero ricordo merita apprezzamento e sostegno);
c) altre iniziative ancora, precipuamente caratterizzate dalla rilevanza istituzionale: a Viterbo in particolare una o piu' iniziative potrebbero essere promosse direttamente (e non solo patrocinate) dal Comune, a dare piena testimonianza dell'omaggio che l'intera citta' e quindi l'istituzione che la rappresenta rendono a una delle figure piu' amate della storia e della cultura popolare cittadina.
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Credo che l'Anpi potrebbe contattare in tutti e sessanta i Comuni del viterbese
- gli enti locali,
- le scuole (e a Viterbo anche l'Universita'),
- le biblioteche,
- le altre istituzioni culturali,
- varie associazioni culturali e d'impegno civile,
proponendo loro la realizzazione di una serie di iniziative, comprensive ad esempio:
I. di una conferenza o convegno di presentazione della figura di Alfio e della cultura e delle vicende di cui e' rappresentativa;
II. della rappresentazione dello spettacolo teatrale alla figura di Alfio dedicato;
III. dell'esposizione di una mostra di fotografie e di lavori grafici che hanno Alfio e le sue poesie come soggetto.
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Io riterrei che le iniziative nei vari centri della provincia potrebbero svolgersi nel corso dell'intero anno, ma in particolare potrebbero concentrarsi nei seguenti periodi:
a) 25 aprile - primo maggio (Alfio e' deceduto il 30 aprile 2010, e sia la festa della Liberazione che quella dei Lavoratori erano per lui ricorrenze importanti e fortemente, profondamente sentite);
b) 4 settembre - 21 settembre (tra la festa patronale viterbese di Santa Rosa e il genetliaco di Alfio - che e' nato il 21 settembre 1925).
Se si vuole realizzare qualcosa gia' nel periodo tra il 25 aprile e il primo maggio, e' opportuno avviarne la proposta e l'organizzazione al piu' presto.
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Non so se ti siano arrivate (credo di avertele inviate, ma con la posta elettronica non si e' mai sicuri dell'esito) le due lettere che nei giorni scorsi ho mandato a varie persone amiche e al Comune di Viterbo; ad ogni buon conto le allego in calce a queste righe.
Ringraziandoti e ringraziandovi fin d'ora per quanto come Anpi della provincia di Viterbo potrete fare per ricordare il nostro indimenticabile amico e compagno di lotte, un fraterno saluto
(...)
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ALLEGATO QUARTO: ALCUNE PAROLE PER ALFIO PANNEGA DETTE DINANZI AL FERETRO IL PRIMO MAGGIO 2010
[Ricostruite a memoria - e frettolosamente poi scritte - questo sono, se non le esatte parole, alcune delle cose dette il primo maggio al cimitero di Viterbo dinanzi al feretro di Alfio Pannega]
Questo uomo aveva la bonta' e l'ira dei profeti, di coloro che sanno dire la verita' in faccia alle persone e al mondo: con la virtu' della misericordia verso tutte le creature sofferenti, e con la virtu' dell'indignazione contro ogni ingiustizia.
Aveva la pazienza di Giobbe: fedele sempre al vero e al giusto, senza mai un cedimento al male, senza mai una meschinita', senza mai una vilta'.
Recava la verita' di Qohelet: sapeva che tutto e' vanita' di vanita' e fame di vento, e che proprio per questo e' dovere di ciascuno recare aiuto a tutti, giacche' e' meglio essere in due che uno solo, poiche' chi e' solo, se lungo il cammino della vita inciampa, allora cade e non si risolleva, ma se ha compagni essi lo sosterranno, reciprocamente si sosterranno.
*
Era un poeta, educato alla lingua e alla musica e alla tempra di Dante del cui capolavoro sapeva declamare a memoria interi canti, e cresciuto alla scuola dei poeti a braccio, per i quali la poesia e il pane, il lavoro quotidiano e l'estro armonico, la cruda realta' e la sublime bellezza sono una stessa cosa.
Ed era un testimone, e non di una generica viterbesita', formula astratta e vuota, ma di quella Viterbo popolare, civile, resistente, antifascista, che fu anche quella di Achille Poleggi e di Sauro Sorbini.
Ed era un esempio della sublime e luminosa dignita' e generosita' dei poveri: tutto cio' che era suo era di tutti, tutti accoglieva ed aiutava; all'ora della consumazione in comune dei pasti prima accudiva gli animali, poi gli ospiti e solo alla fine mangiava anche lui.
Era un educatore alla solidarieta' con tutti i viventi: e le persone che hanno condiviso con lui un tratto di strada, un'ora del giorno, da lui hanno imparato questo dovere nativo, sorgivo, elementare: di essere con gli altri e per gli altri.
Ed e' stato un dono, un dono grande, per chi ha avuto la fortuna, la grande fortuna, di averlo piu' intimamente conosciuto.
E che quest'uomo sia vissuto tra noi resta un'alta ragione di orgoglio per questa citta', che oggi gli rende omaggio.
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Ma detto questo ancora non e' detto tutto, e forse non e' detto ancora l'essenziale.
Gia' anziano, sofferente dei malanni di una travagliata vita di vicissitudini e fatiche, e dimorante allora in umana solitudine in una zona abbandonata della citta', 17 anni fa Alfio ebbe una seconda nascita, una seconda vita, partecipando fin dal primo giorno all'occupazione dell'ex-gazometro e alla nascita quindi del centro sociale occupato autogestito "Valle Faul", e del centro sociale e' stato simbolo e anima, il cuore pulsante, e il centro sociale si e' riconosciuto in lui: in questi 17 anni lui e' stato il centro sociale e il centro sociale e' stato lui; e questi 17 anni da quell'estate del 1993 sono stati gli anni di un amore reciproco cosi' appassionato che ieri vedendo nella camera ardente, presso il centro sociale allestita, sgambettare e giocare ai piedi del feretro, o dalle braccia dei giovani genitori guardarlo e salutarlo, bambini di pochi anni e di non molti mesi, e insieme vedendo Giselle che venne al centro sociale bambina ed ora e' una meravigliosa giovane donna, tu vedevi che grande fioritura di vita e di bellezza Alfio ha saputo coltivare con l'esempio amorevole ed autorevole della sua dignita', della sua generosita'. E che grande eredita' lascia di umanita' fraterna e sororale, di persone sensibili e solidali, che alla scuola del suo esempio sono cresciute splendide.
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E ci sono questi ultimi anni, dalla fine del 2007 a oggi, caratterizzati soprattutto dalla sua lotta per il diritto alla casa: Alfio getto ' il suo cuore e la sua vita stessa nella lotta per il diritto di ogni essere umano ad avere un tetto, per il diritto sociale alla casa, per il diritto umano alla casa. Ed e' un dolore grande per noi che restiamo che sia deceduto senza che quel diritto almeno lui abbia potuto vederlo riconosciuto. Un dolore che non potremo dimenticare.
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E poi ci sono questi ultimi mesi, questi ultimi felici mesi, mesi che per Alfio sono stati forse i piu' gioiosi della sua vita da tanto tempo a questa parte.
La realizzazione del libro delle sue poesie, arricchito di un'ampia intervista ed impreziosito da tante stupende fotografie; un ringraziamento grande va a tutte le persone che hanno reso possibile questa pubblicazione, adempiendo quello che era da molti anni un suo profondo desiderio e una promessa solenne che i compagni del centro sociale a lui e a se stessi avevano fatto.
E con il libro, le sue presentazioni pubbliche con immensa e commossa partecipazione popolare, e la mostra fotografica sulla sua vita, e la lectio magistralis che tenne alla Sala Regia del Comune conclusa, dopo aver esortato ancora una volta i piu' giovani al sapere e alla generosita', con quel gesto sublime del rifiuto di un'onorificenza finche' non fosse stato riconosciuto un diritto, il diritto alla casa.
Con quel discorso e con quel gesto la grande cultura, la vera civilta', e l'autentica dignita' umana facevano irruzione nelle stanze del palazzo, divenivano ora di verita', sfida all'ipocrisia, alla menzogna e all'ingiustizia.
E poi ancora i manifesti col suo volto a segnalare l'emergenza casa, e la sottoscrizione pubblica promossa in suo nome cui lui magnanimamente acconsenti' ancora una volta mettendo tutto se stesso nella lotta per un diritto di tutti.
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Ma anche detto questo forse non e' ancora detto cio' che e' decisivo: per molti di noi, e mi perdonerete se qui il discorso si fa piu' intimo, Alfio e' stato un maestro e un compagno, di vita e di lotte. Un maestro e un compagno di vita: nella piena condivisione del pane, e di tutto. E un compagno di lotte, contro la guerra, contro razzismo, discriminazione, sfruttamento. Sempre dalla parte degli ultimi, degli umiliati e offesi, degli oppressi, dell'umanita in lotta per la liberazione.
E in lotta per l'ambiente casa comune, per la difesa qui a Viterbo del Bulicame, il Bulicame cantato da Dante e a un tiro di sasso dal centro sociale; e resta indimenticabile per chi lo visse quel suo meraviglioso discorso tenuto al Bulicame in quella notte in cui proprio dinanzi alle sorgenti e alle pozze di acqua sulfurea manifestammo in molti per salvare quel prezioso bene ambientale e culturale dalla devastazione cui lo avrebbe condannato la realizzazione di un mega-aeroporto nocivo, distruttivo e fuorilegge.
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Alfio Pannega non e' mai stato riducibile a un'immaginetta pittoresca di una Viterbo che fu coi suoi antichi mestieri e le sue vetuste tradizioni che vanno scomparendo, non e' mai stato un personaggio museale, da mummificare e archiviare; al contrario: fino all'ultimo dei suoi giorni Alfio e' stato un vitale, ardente, consapevolissimo militante del movimento degli oppressi in lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani; per la difesa della natura che conosceva intimamente, essere vivente per essere vivente, animale per animale, pianta per pianta; per la liberazione dell'umanita' dallo sfruttamento e dall'oppressione, per l'uscita da questa preistoria verso il regno della liberta'.
*
Oggi e' il primo maggio, e per il movimento dei lavoratori e delle lavoratrici, per il movimento delle oppresse e degli oppressi, e' il giorno della memoria e dell'impegno per la liberazione dell'umanita' dalla violenza dello sfruttamento; e vedete come sono strane e imprevedibili le coincidenze della vita: accingendoci proprio in questo giorno a recare l'estremo saluto ad Alfio, l'indomito combattente antifascista e il lavoratore che conosceva per averli sperimentati tutti i piu' faticosi mestieri - di pastore e di contadino, di artigiano e di operaio -, per noi da oggi il primo maggio lo sara' due volte quell'appello alla lotta solidale contro l'ingiustizia: nel ricordo dei martiri di Chicago uccisi nell'Ottocento dalla violenza del potere perche' lottavano per i diritti dei lavoratori, e nel ricordo di Alfio: e' la stessa memoria, e' la stessa lotta.
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Molti anni fa, commemorando Duilio Mainella, Sauro Sorbini concluse la sua orazione funebre col canto della Marsigliese, simbolo della lotta dell'umanita' contro la tirannide; vorrei oggi almeno ricordare le parole del refrain di quel canto composto un secolo dopo a rivendicare le ragioni dell'umanita' e della lotta per la sua liberazione proprio mentre la reazione persecutrice dilagava con la caccia all'uomo e le fucilazioni dei comunardi parigini, quel canto che e' l'Internazionale, che da quasi un secolo e mezzo e' il canto di quanti si levano a contrastare ogni oppressione: "Su', lottiam, l'ideale / nostro fine sara' / l'internazionale / futura umanita'".
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Ed ora che, con quelle indimenticabili parole di Paolo nella seconda lettera a Timoteo, di Alfio Pannega possiamo dire che ha concluso la sua corsa dopo aver combattuto la buona battaglia senza perdere la tenerezza, ora che Alfio ha compiuto la sua vita che e' stata fino all'ultima ora la vita di un giusto, ora sta a noi che restiamo di essere fedeli a quello che ci ha donato, che ci ha insegnato, e testimoniarlo a nostra volta, con le parole ed ancor piu' con gli atti, continuando la sua lotta, continuando a mettere in pratica i suoi insegnamenti; e se posso rivolgermi in particolare a tutti gli amici piu' vicini, a tutti i compagni che hanno condiviso e che proseguiranno, che proseguiremo insieme, l'esperienza del centro sociale occupato autogestito "Valle Faul" di Viterbo, ogni volta che accadra' che qualcuno vi chieda, ci chieda, "Chi era Alfio Pannega?", ebbene, che noi tutti che lo abbiamo conosciuto e che lo abbiamo avuto nostro compagno si possa essere degni di rispondere, testimoniandolo con ogni nostra azione: "Io sono Alfio Pannega, Viterbo e' Alfio Pannega, l'umanita' e' Alfio Pannega".
2. L'ORA. MOVIMENTO NONVIOLENTO: CINQUE PASSI DI STRATEGIA NONVIOLENTA CONTRO LA GUERRA
[Riceviamo e diffondiamo]
Cinque passi di strategia nonviolenta contro la guerra
Una zona smilitarizzata dal Mar Bianco al Mar Nero
Moratoria nucleare e Corpi Civili di Pace Europei
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Cio' che sta avvenendo e' la spartizione territoriale dell'Ucraina tra Russia e Stati Uniti, dopo tre anni di sanguinoso conflitto, un milione di morti, danni materiali ed economici incalcolabili, sofferenze ed impoverimento generale. La Russia otterra' l'espansione regionale in Crimea e Donbass, gli Stati Uniti metteranno le mani sulle "terre rare", mentre l'Europa sta a guardare e l'Ucraina ne esce commissariata.
Questo e' il risultato della scelta militare fatta, che ha trasformato l'intera Europa in una regione ad economia di guerra, a traino della Nato. La retorica del "prima la Vittoria, poi la Pace" si e' rivelata per quello che era davvero: "prima la Guerra, poi la Sconfitta". E a perderci, prima di tutti, e' il popolo ucraino, che vede svanire la propria sovranita', dopo aver sacrificato un'intera generazione di giovani sull'altare del nazionalismo.
L'Europa a 27 velocita', che ha accettato il ruolo di comparsa nell'Alleanza atlantica, e' indebolita e afona. Per "salvare il salvabile" si vorrebbe ancora una volta puntare tutto sulla politica di riarmo, la stessa che ha distrutto il sistema sociale della sanita' e dell'istruzione nei nostri paesi. Errore fatale. L'Europa, per affrontare la questione Ucraina, ha bisogno di una politica comune di sicurezza, pace e cooperazione, non di una politica di potenza e difesa militare, e deve avere una propria visione democratica alternativa a quella oligarchica di Stati Uniti e autoritaria della Federazione Russa.
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Cinque possibili passi necessari di strategia nonviolenta, per prevenire un'ulteriore escalation e per costruire una vera pace:
- creazione di una "linea di pace" sui confini tra Europa e Russia (Norvegia, Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania, Polonia, Bielorussia, Ucraina) con l'istituzione di una zona smilitarizzata, un corridoio (500 chilometri di larghezza) per tutto il confine (3000 chilometri di lunghezza). Questo lungo fronte di terra smilitarizzata, da una parte e dall'altra, non potrebbe essere attraversato da truppe militari della Russia o della Nato, o di altri eserciti europei: cosi' si favorirebbe la distensione. La definizione e poi il controllo di questa zona russo/europea smilitarizzata (dal Mar Bianco al Mar Nero) prevede il negoziato e lo sviluppo di meccanismi di verifica efficaci; anziche' concentrarsi sulla militarizzazione nazionale, ci si concentra su una zona di demilitarizzazione internazionale, pan-europea, affidata a tutti i paesi coinvolti;
- avviare immediatamente una "moratoria nucleare" che coinvolga i paesi detentori di armi nucleari presenti sul continente europeo (Francia, Regno Unito, Russia, e Stati Uniti con ordigni presenti anche in Germania, Italia, Belgio, Paesi Bassi): impegno al non utilizzo, e apertura di negoziati per l'adesione concordata e multilaterale al TPNW (Trattato per la messa al bando delle armi nucleari);
- avviare un progetto esecutivo per la costituzione di un Corpo Civile di Pace Europeo, per la gestione non militare della crisi. Tra non fare nulla e mandare truppe armate, c'e' lo spazio per fare subito qualcosa di utile, nell'ambito della politica di sicurezza per intervenire a livello civile nei conflitti prima che questi sfocino in guerra vera e propria, come avvenuto il 24 febbraio 2022. I Corpi di Pace vanno costituiti e finanziati come una brigata permanente dell'Unione Europea: la loro costituzione deve rientrare nelle competenze della Commissione Europea;
- dare la parola ai movimenti civili e democratici che in Russia, Ucraina e Bielorussia si sono opposti da subito alla guerra e hanno avanzato proposte di pace, a partire dal sostegno agli obiettori di coscienza, disertori, renitenti alla leva delle parti in conflitto. Convocare con loro, veri portatori di interessi comuni, un "tavolo delle trattative" in zona neutrale e simbolica (Citta' del Vaticano);
- convocare una Conferenza internazionale di pace (sotto egida ONU, con tutti gli attori internazionali coinvolti e disponibili) basata sul rispetto del Diritto internazionale vigente e sul concetto di sicurezza condivisa, che metta al sicuro la pace anche per il futuro.
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La Campagna di Obiezione alla guerra offre uno strumento concreto per attuare il diritto umano fondamentale alla pace, che sul piano politico significa per gli Stati: obbligo di disarmare, obbligo di riformare in senso democratico e far funzionare i legittimi organismi internazionali di sicurezza collettiva a cominciare dalle Nazioni Unite, obbligo di conferire parte delle forze armate all'ONU come previsto dall'articolo 43 della Carta delle Nazioni Unite, obbligo di riconvertire e formare tali forze per l'esercizio di funzioni di polizia internazionale sotto comando sopranazionale, obbligo di sottoporsi alla giurisdizione della Corte Penale Internazionale.
Aderendo concretamente alla Campagna ognuno ha la possibilita' personale di dichiarare formalmente la propria obiezione di coscienza e nel contempo sostenere concretamente i nonviolenti russi e ucraini che sono le uniche voci delle due parti che stanno gia' dialogando realmente tra di loro, che creano un ponte su cui puo' transitare la pace, grazie al coraggio e all'impegno di chi a Kyiv e Mosca, rischiando di persona, lavora per la crescita della nonviolenza organizzata (info sulla Campagna di Obiezione alla Guerra: https://www.azionenonviolenta.it/obiezione-alla-guerra-2/ ).
3. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: TELEVEDIAMO OGNI GIORNO I CORPI UMANI CHE LA GUERRA SPOGLIA DI VITA
[Riceviamo e diffondiamo]
Televediamo ogni giorno i corpi umani che la guerra spoglia di vita. Nudi da morire. Nudita' pietosa e urtante. Oppure sepolti dalle macerie della propria casa, della cara casa, di memorie, di amori, fatta macerie per morti. Nessuno di noi, nessuno di loro, vuole morire, nessuno vuole esser fatto morire, spogliato e derubato di vita. Non abbiamo altro, perche' tutto e' nella vita, per il povero e per il ricco, nelle attese e nelle promesse della vita, tra l'alba ardente e la tenera sera. Davvero o/sceni, da tener fuori-dalla-scena, quei poveri corpi nudi e svuotati, gli unici nudi osceni, e infatti li coprono con un lenzuolo. E solo un lenzuolo e' la loro bara, nel funerale. Come si copre l'ucciso sulla strada, o per la sparatoria tra bande. Il misericordioso lenzuolo sulla morte. E anche la vergogna, vergogna che ci siano vite uccise, tra noi, tra le faticose nostre vite: troppe vite uccise, tagliate via, rami recisi che volevano fiorire qualcosa. Qualcuno che ancora vive, stasera non avra' quel lenzuolo, per dormire: l'ha regalato al morto. Ogni giorno, corpi umani spogliati di vita, dall'organizzazione scientifica della guerra. I nostri corpi-vita rabbrividiscono, eppure non c'e' freddo, nelle nostre case. Non sobbalziamo piu', eppure siamo offesi a sangue. Un lenzuolo freddo e' pronto anche per noi, per te che leggi, per me. La morale condannava il sesso dei poveri corpi, ma non condannava la guerra, glorificata, quella che tra i corpi mette l'abisso, e non l'abbraccio. Gli assassini erano eroi premiati: una medaglia, sul cuore omicida, come sul cuore freddato. "Dulce et decorum est pro patria mori", diceva una lapide nel corridoio del mio liceo: sapevamo il latino e capivamo, infatti era scritto per farci capire. E nella piazza il monumento al fante caduto la', sul monte, ma qui, sul monumento, alzava fiero il fucile: offesa dello stato al suo soldato, sacrificato al re. E fino a quando spenderai corpi vivi, come monete al tavolo da gioco? Il Milite Ignoto, se potesse, vi direbbe quel che sa, che non e' ignoto. E ancora oggi, oggi che televediamo, sotto quel lenzuolo, vediamo tutto presente, tutto vicino. Meglio vedere, sentire il male addosso. Sara' meno solo, il soldato ignoto, il vecchio schiacciato dal suo tetto. Se siamo cittadini dell'umanita', se siamo degni di vivere, aboliremo la guerra. Abbiamo la parola, che di un confine sa fare un passaggio e di un abisso sa fare un ponte.
4. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
5. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Hannah Arendt, Vita activa, Bompiani, Milano 1964, 1994, pp. XXXIV + 286.
- Simone de Beauvoir, Le deuxieme sexe, Gallimard, Paris 1949, 1976, 1989, 2 voll. per pp. 416 + 672.
- Luce Irigaray, Speculum. L'altra donna, Feltrinelli, Milano 1975, 1989, pp. 352.
- Martha C. Nussbaum, La fragilita' del bene, Il Mulino, Bologna 1996, 2004, 2011, pp. VI + 832.
- Vandana Shiva, Il bene comune della terra, Feltrinelli, Milano 2006, pp. 216.
- Virginia Woolf, Le tre ghinee, La tartaruga, Milano 1975, Feltrinelli, Milano 1979, 1987, pp. 256.
6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
7. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5489 del 27 febbraio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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