[Nonviolenza] Telegrammi. 5442



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5442 dell'11 gennaio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. One Billion Rising Italia: Appello alla partecipazione a "One Billion Rising" 2025
2. Alessandro Marescotti: 34 esponenti della cultura, societa' civile e movimento pacifista presentano una petizione al Parlamento contro conversione nuovo decreto per invio di armi italiane in Ucraina
3. Pasquale Pugliese: Il compito per il nuovo anno: liberare l'umanita' dal "flagello della guerra", anziche' normalizzarla
4. Israele, Italia, Palestina: Dichiarazione congiunta di obiezione alla guerra di tre movimenti pacifisti e nonviolenti
5. Movimento Nonviolento: Obiezione alla guerra, scriviamolo su tutti i muri
6. Raniero La Valle: Ai mittenti e interlocutori della Lettera ai nostri contemporanei del popolo ebraico
7. Scrivere al Presidente statunitense Biden per chiedere che conceda la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. INIZIATIVE. ONE BILLION RISING ITALIA: APPELLO ALLA PARTECIPAZIONE A "ONE BILLION RISING" 2025
[Dal Coordinamento OBR Italia (per contatti: e-mail: obritalia at gmail.com, sito: www.onebillionrising.org) riceviamo e diffondiamo]

Cara Amica, Caro Amico, Car* Amic*,
anche quest'anno, forse piu' che in ogni altro anno, ti chiediamo di unirti a noi nell'iniziativa mondiale One Billion Rising: Un miliardo di voci contro la violenza sulle donne.
Da un'idea di Eve Ensler a questa straordinaria campagna, nata 11 anni fa negli Stati Uniti, aderiscono 128 Paesi dei cinque Continenti.
E' senza dubbio la piu' grande mobilitazione planetaria contro la violenza sulle donne e sulle bambine. In Italia OBR e' orgogliosa di confermare il patrocinio di Amnesty International Italia, Amref Italia, Differenza Donna Aps e Assist Associazione Nazionale Atlete APS.
L'adesione all'iniziativa non comporta alcun costo o vincolo. Chiede invece un momento di riflessione e confronto vero su questo tema (lettura di testi, reading, convegni, spazi di riflessione ecc.) e la preparazione di un flashmob (sarete voi attivist* a decidere dove) che consiste in un ballo chiamato "Break The Chain". Questa canzone coinvolgente e piena di vitalita' ha parole di liberta' e riscatto da ogni forma di violenza. Di seguito troverai tutte le informazioni che invieremo a tutti, Associazioni, Scuole, aziende, gruppi organizzati e a chiunque voglia con noi fa sentire la propria voce.
La data mondiale e' il 14 febbraio (trasformare il san Valentino "commerciale" in un vero atto d'amore nei confronti delle donne) ma in realta' gli eventi/flashmob si possono organizzare durante tutto il mese di febbraio e il mese di marzo.
In Italia lo scorso anno stati organizzati oltre 80 eventi, grazie ad associazioni, gruppi informali, scuole e aziende.
In questo link puoi trovare una piccola clip di alcune delle immagini dei flashmob organizzati nella scorsa edizione:
https://www.youtube.com/watch?v=d8ARcFBEZKE&t=52s
Siamo convinte che veicolare un messaggio semplice e universale "No alla violenza sulle donne e sulle bambine" sia l'occasione per una riflessione consapevole e preziosa per le generazioni che abiteranno il mondo dopo di noi.
Per ogni ulteriore informazione:
https://www.onebillionrising.org/
https://www.facebook.com/obritalia
https://www.instagram.com/onebillionrisingitalia?igsh=MXNzYm85dW5ma2toMw==
Di seguito le informazioni pratiche per aderire e le linee guida per la partecipazione.
In attesa di un tuo cortese riscontro, ti saluto con grande affetto e stima.
Coordinamento One Billion Rising Italia
Nicoletta Billi
Luisa Garribba Rizzitelli
Margherita Giuliodori Santicchia
*
ONE BILLION RISING 2025 INSIEME CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
Carissim*,
non solo per i numeri impressionanti della violenza alle donne nel nostro Paese, ma per sentirci ancora e sempre tutte e tutti uniti nella difesa dei diritti delle donne contro ogni estremismo e politica reazionaria sulla liberta' delle donne, ti chiediamo di essere con noi anche quest'anno.
Noi non restiamo indifferenti ai crimini che in ogni parte del mondo le bambine, le ragazze, le donne devono subire. Noi crediamo che la nostra voce non sia inutile e che la mobilitazione di One Billion Rising in 13 anni di impegno abbia contribuito a creare consapevolezza e forza.
In occasione del 25 Novembre 2024, Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne, il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha speso parole ferme ed inequivocabili: "Un'azione efficace per sradicare la violenza contro le donne deve basarsi anzitutto sulla diffusione della prevenzione delle cause strutturali del fenomeno e su una cultura del rispetto che investa sulle generazioni piu' giovani, attraverso l'educazione all'eguaglianza, al rispetto reciproco, al rifiuto di ogni forma di sopraffazione". Parole che tracciano una strada di speranza e impegno da parte di tutti.
La societa' civile tutta deve e puo' fare la sua parte, per il presente e per il futuro: per radicare nelle nuove generazioni una cultura di profondo rispetto verso tutte le donne.
One Billion Rising e' una campagna Mondiale fondata nel 2012 dalla scrittrice e attivista americana Eve Ensler con l'obiettivo di fermare la violenza contro le donne. Aderiscono a questa campagna 128 paesi nei cinque continenti, tra cui noi in Italia. Oltre 90 gli eventi che abbiamo visto realizzati nel 2024.
Puoi aderire alla Campagna Mondiale ONE BILLION RISING dando libero sfogo alla tua creativita' oppure seguendo le modalita' che seguono.
1) PRIMA DEL 14 FEBBRAIO 2025
Con l'aiuto di esperte dei centri antiviolenza del vostro territorio, potrete promuovere sensibilizzazione e riflessione e il confronto sul tema della violenza di genere. Incontri, convegni, focus group, lezioni nelle scuole, iniziative nelle gare sportive, attivita' ludico motorie, ma anche di teatro, cinema e reading.
Partendo - a titolo esemplificativo e di suggerimento - da queste domande
Se ad esempio, volete anche proporre il progetto nelle Scuole potreste suggerire queste iniziative:
- Scrivere dei temi o dei racconti brevi
- Realizzare un podcast
- Dare vita ad una mostra fotografica
- Creare un fumetto
- Disegnare dei quadri e raccoglierli in un'esposizione
- Scrivere e realizzare un cortometraggio amatoriale tutti insieme
- Comporre una canzone o un rap
- Realizzare uno spot video di max 30 secondi
- Ideare uno spettacolo teatrale
- Fare un reportage (audio, video o solo testo) documentando esperienze a loro prossime
- Creare una presentazione power point
- Realizzare una serie di interviste per approfondire l'argomento
- Condurre delle ricerche interdisciplinari sul tema coinvolgendo piu' materie
2) 14 FEBBRAIO 2025 (o altra data scelta): FLASH MOB
Il 14 Febbraio 2024 – o in giorni in prossimita' di questa data - insieme ad altre migliaia di persone nel mondo, vi chiediamo di realizzare e documentare il vostro flash mob sulle note della canzone "Break the Chain" della quale la nostra organizzazione internazionale detiene i diritti e che vengono concessi gratuitamente a chi aderisce all'iniziativa. Questa canzone e' una esplosione di energia e forza che unisce uomini e donne, ragazzi e ragazze. Qui il link della canzone e il tutorial per imparare la coreografia:
Video Break The Chain 1 con sottotitoli in italiano
https://www.youtube.com/watch?v=XQgPTA5U86o
Tutorial della coreografia curata da Debbie Allen, lo storico volto di Saranno Famosi:
https://www.youtube.com/watch?v=mRU1xmBwUeA
Chiediamo per questo di:
- organizzare un flashmob ballando la coreografia ufficiale, "Break the Chain" tutti insieme ovunque riteniate sia possibile farlo, coinvolgendo piu' persone possibile, uomini e donne;
- Precedere l'esecuzione della coreografia con brevi letture o testimonianze a tema;
- Documentare e riprendere con i cellulari le attivita' svolte, postarle sui social taggando #OBR #OBRItalia o inviandoci qualche scatto o video amatoriale alla mail obritalia at gmail.com
E' sicuramente gradita, ma non indispensabile, la capacita' di:
- Coinvolgere, la cittadinanza, i genitori, media e ogni soggetto interessato, perche' possa essere divulgato al massimo il significato della vostra iniziativa e partecipazione
- Diffondere sui propri social le informazioni utilizzando gli hashtag dell'iniziativa
Potete se volete produrre magliette o altri gadget da regalare a chi saprete coinvolgere.
OBR Italia promuovera' la vostra iniziativa su tutti i canali social.
Sempre apprezzato e' il patrocinio di Istituzioni che vogliano sostenere le vostre iniziative.
Grazie per l'attenzione preziosa
Coordinamento OBR Italia
Nicoletta Billi 3332432777
Luisa Garribba Rizzitelli 3454767246
Margherita Santicchia 3280199958
Per aderire mandate una mail a obritalia at gmail.com
One Billion Rising Italia - Via Germanico, 171 – 00184 Roma

2. APPELLI. ALESSANDRO MARESCOTTI: 34 ESPONENTI DELLA CULTURA, SOCIETA' CIVILE E MOVIMENTO PACIFISTA PRESENTANO UNA PETIZIONE AL PARLAMENTO CONTRO CONVERSIONE NUOVO DECRETO PER INVIO DI ARMI ITALIANE IN UCRAINA
[Riceviamo e diffondiamo]

Oggi, 34 esponenti di rilievo del mondo della cultura, della societa' civile, dell'attivismo sociale e del movimento per la pace hanno esercitato il diritto costituzionale di presentare una petizione al Parlamento italiano. La petizione, redatta ai sensi dell'articolo 50 della Costituzione, chiede ai rappresentanti delle Camere di non convertire in legge il decreto governativo che autorizza l'invio di armi italiane all'Ucraina fino al 31 dicembre 2025.
La Costituzione italiana sancisce chiaramente che:
"Tutti i cittadini possono rivolgere petizioni alle Camere per chiedere provvedimenti legislativi o esporre comuni necessita'" (Art. 50).
Questa iniziativa si colloca quindi pienamente nei diritti democratici dei cittadini, evidenziando un'urgente necessita' di riflessione sulle scelte di politica estera e militare del nostro Paese.
Questa iniziativa ha come primi firmatari l'arcivescovo Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi, e Alex Zanotelli, missionario comboniano e direttore della rivista Mosaico di Pace, di Pax Christi.
La petizione sottolinea come un ulteriore invio di armi contribuirebbe all'escalation bellica in Ucraina, alimentando un conflitto senza prospettive di soluzione negoziale e avvicinando l'Italia a un coinvolgimento diretto nel conflitto. Inoltre, il documento denuncia le gravi conseguenze economiche e sociali di una crescente militarizzazione delle economie europee, con drastici tagli al welfare per finanziare spese di guerra.
I firmatari invocano il pieno rispetto della Costituzione, che ripudia la guerra come strumento di risoluzione delle controversie internazionali.
La petizione andra' ora al vaglio del Parlamento, che sara' chiamato a decidere se convertire in legge il decreto.
I cittadini che vorranno sostenere la petizione potranno farlo anche online cliccando su www.peacelink.it/noarmiucraina
A questo indirizzo si puo' leggere l'intero testo della petizione. In allegato la parte finale della petizione.
Invitiamo tutti a firmare la petizione e a diffonderla.
I promotori della petizione al Parlamento Italiano sono
Giovanni Ricchiuti, arcivescovo e presidente Pax Christi (primo firmatario della petizione insieme ad Alex Zanotelli)
Alex Zanotelli, missionario comboniano e direttore del mensile di Pax Christi Mosaico di Pace
Elena Basile, gia' Ambasciatrice in Svezia e Belgio, attualmente a riposo
Piero Bevilacqua, gia' ordinario storia contemporanea Universita' di Roma La Sapienza
Ginevra Bompiani, scrittrice
Marina Boscaino, portavoce comitati contro ogni autonomia differenziata
Maurizio Brotini, sindacalista Cgil
Luciano Canfora, professore emerito dell'Università di Bari, filologo classico, storico e saggista
Don Angelo Cassano, presidente di Libera (Puglia), sacerdote
Andrea Catone, storico e saggista, direttore della rivista "MarxVentuno"
Angelo D'Orsi, gia' professore di storia delle dottrine politiche dell'Universita' di Torino
Roberta De Monticelli gia' Professore Ordinario di Filosofia moderna e contemporanea all'Universita' di Ginevra gia' Professore Ordinario di Filosofia della persona all'Universita' San Raffaele di Milano. Attualmente Senior Collaborator dell'Universita' San Raffaele, in quanto Direttrice del Centro di Ricerca PERSONA e della rivista "Phenomenology and Mind"
Alessandro Di Battista, giornalista, scrittore, gia' parlamentare
Monica Di Sisto, giornalista di Askanews, esperta in commercio internazionale e economia solidale
Andrea Fumagalli, docente di Economia Politica all'universita' di Pavia, membro del blog Effimera.org e del Bin-Italia (Basic income network).
Domenico Gallo, Presidente di Sezione onorario Corte di Cassazione
Alfonso Gianni gia' parlamentare e membro del governo Prodi secondo, attualmente direttore della rivista trimestrale Alternative per il Socialismo
Claudio Grassi, gia' senatore della Repubblica, portavoce di "Il coraggio della pace: disarma"
Raniero La Valle, giornalista e saggista, gia' direttore del quotidiano cattolico l'Avvenire d'Italia, gia' parlamentare
Michele Lucivero, Osservatorio contro la militarizzazione della scuola e dell'Universita', docente di Storia e Filosofia
Fabio Marcelli, copresidente del CRED (Centro di ricerca ed elaborazione per la democrazia)
Laura Marchetti, docente di Antropologia e Pedagogia Interculturale all'Universita' di Reggio Calabria, gia' Sottosegretario di Stato
Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink, mediattivista, gia' docente di Lettere
Lea Melandri, scrittrice, saggista, giornalista, Presidente della Libera Universita' delle Donne di Milano.
Vito Micunco, referente Comitato per la pace Bari
Luisa Morgantini, sindacalista e attivista per la pace, gia' vice Presidente Parlamento Europeo, presidente AssoPacepalestina
Moni Ovadia, uomo di teatro
Sabrina Pignedoli, giornalista, saggista, ex europarlamentare
Carlo Rovelli, scienziato, fisico, saggista e divulgatore scientifico italiano, specializzato in fisica teorica, attualmente docente in Francia all'Universita' di Aix-Marseille
Linda Santilli, attivista politica femminista, insegnante
Enzo Scandurra, gia' ordinario di Urbanistica nell'universita' La Sapienza di Roma
Vauro Senesi detto Vauro, disegnatore
Francesco Sylos Labini, saggista, dirigente di ricerca del Centro Ricerche Enrico Fermi
Massimo Wertmuller, attore

3. RIFLESSIONE. PASQUALE PUGLIESE: IL COMPITO PER IL NUOVO ANNO: LIBERARE L'UMANITA' DAL "FLAGELLO DELLA GUERRA", ANZICHE' NORMALIZZARLA
[Ricviamo e diffondiamo il seguente articolo gia' pubblicato su I blog del Fatto Quotidiano]

Mentre la guerra in Medioriente e il genocidio dei palestinesi sembrano non vedere la fine, le dichiarazioni del presidente ucraino Zelesnky al quotidiano Le parisienne lo scorso 18 dicembre paiono invece aprire una possibilita' di pace per l'anno che si avvia nella guerra tra Russia e Ucraina. "L'Ucraina non ha la forza di riconquistare la Crimea e il Donbass" – ha riconosciuto Zelensky – "De facto, questi territori sono oggi controllati dai russi. Possiamo contare solo sulla pressione diplomatica della comunita' internazionale per costringere Putin al tavolo dei negoziati".
Il Tavolo dei negoziati come unica possibilita' di risoluzione razionale e definitiva dell'annoso conflitto fratricida in Europa e', esattamente, quanto i movimenti pacifisti e nonviolenti propongono da sempre, accusati di filo-putinismo da coloro che invece, irrazionalmente, incitano i governi a premere sull'acceleratore dell'invio di armi sempre piu' distruttive al governo di Kiev - con costosi pacchetti militari che ancora continuano, sia dagli USA che dai governi UE - per giungere non alla pace, ma all'impossibile "vittoria". In una folle escalation che non solo, se non si arresta, portera' all'inevitabile confronto nucleare tra Russia e Nato, ma che nel frattempo ha provocato centinaia di migliaia di vittime nel cuore dell'Europa: un milione dicono le stime, fra morti e feriti, ucraini e russi. Giovani vite a perdere, ancora, nelle trincee centodieci anni dopo quelle della Prima guerra mondiale.
Com'e' stato possibile questo abbaglio che ha trasformato governi democratici e media liberali in alfieri e propagandisti del piu' obsoleto bellicismo, anziche' della ricerca di mediazioni possibili e durature? Non e' certo un fenomeno nuovo, anzi - senza scomodare le falsita' di guerra elencate dopo la Grande guerra da Lord Arthur Ponsonby - esso si era precedentemente manifestato nelle fanfare di guerra che hanno accompagnato le - a loro volta irrazionali e fallimentari - aggressioni di USA e alleati "volenterosi" ad Afghanistan e Iraq nel primo ventennio di questo secolo. Le ricorda anche il filosofo Umberto Curi nel recente volume Padre e re. Filosofia della guerra (Castelvecchi, 2024), riconducendo la propaganda bellica a tre parole chiave: opportunismo, retorica, superficialita'.
Tra tutte, e' utile riportare la descrizione che Curi fornisce della retorica di guerra messa in campo dai media, nella quale siamo tuttora immersi: "E' quella che continua a lungo a dominare, soprattutto nei notiziari televisivi e nelle trasmissioni di approfondimento, facendo leva sulle emozioni, anziche' favorire un approccio razionale, quanto piu' ancorato a valutazioni obiettive e all'analisi dei dati di fatto. Senza dimenticare le debite eccezioni, cio' che balza in evidenza e' una competizione, tra le emittenti, guidata dal sensazionalismo e dall'ossessiva ricerca di qualche scoop, piuttosto che dal tentativo di contribuire ad un'adeguata comprensione della situazione". Anzi oscurando e accusando di "fraternizzare con il nemico" - come i soldati delle trincee del Fronte occidentale nella notte di Natale del 1914 - le voci critiche che non si uniscono alle urla di battaglia.
Perche' questa scomposta propaganda di guerra che, mentre giustifica il trasferimento di enormi risorse pubbliche nelle casse delle industrie belliche, legittima la produzione di morte e distruzione, invece di promuovere strumenti alternativi alla guerra per risolvere i conflitti internazionali come previsto dalla Carta delle Nazioni Unite (le cui risorse per le attivita' di peacekeeping sono appena lo 0.3% di quanto si spende globalmente in armamenti!), oltre che dalla Costituzione italiana? Perche', dopo la breve parentesi di riduzione delle guerre e delle spese militari tra il 1991 e il 2001 il nuovo paradigma internazionale dominante e' quello della guerra, e della sua preparazione, non come eccezione ma come stato permanente: non continuazione della politica con altri mezzi ma, a tutti gli effetti, sostituzione della politica (con garanzia del costante segno piu' davanti ai profitti bellici).
Il compito per i movimenti pacifisti e nonviolenti per questo 2025 e' dunque quello di continuare a costruire - pazientemente, ma tenacemente - le alternative all'affermarsi della "mentalita' di guerra" (Mark Rutte, segretario della Nato) contemporaneamente su tutti i piani: culturale, promuovendo educazione, formazione e culture di pace; strutturale, con campagne di disarmo e costruzione di mezzi alternativi alla guerra per affrontare i conflitti, dai Corpi civili di pace alla Difesa civile non armata e nonviolenta; diretto, supportando obiettori di coscienza e disertori di tutte le guerre in corso. Il compito per l'anno che si apre - 80mo anniversario di Hiroshima e Nagasaki e della fine della Seconda guerra mondiale - e' quello di impegnarsi a realizzare la chiamata dei popoli delle Nazioni Unite, fondate anch'esse ottanta anni fa: liberare l'umanita' dal "flagello della guerra". Anziche', follemente, normalizzarla e incrementarla.

4. REPETITA IUVANT. ISRAELE, ITALIA, PALESTINA: DICHIARAZIONE CONGIUNTA DI OBIEZIONE ALLA GUERRA DI TRE MOVIMENTI PACIFISTI E NONVIOLENTI
[Dal Movimento Nonviolento riceviamo e diffondiamo]

Israele, Palestina e Italia, uniti contro la guerra. Mesarvot, Community Peacemaker Teams e Movimento Nonviolento. E' scritta in arabo, ebraico, italiano, la Dichiarazione congiunta dei tre movimenti pacifisti che lavorano come "gruppo misto" di obiezione alla guerra. Il documento, che a livello internazionale viene diffuso in inglese, non e' il solito appello, ma un'assunzione di responsabilita' e impegno a sostenere azioni concrete nei prossimi mesi in Italia, in Israele e Palestina, chiedendo il sostegno (morale, economico, operativo) di tutti coloro che vogliono favorire un processo di pace. Il testo e' uno dei frutti del lavoro di solidarieta' internazionale che un recente tour in Italia di obiettori israeliani e resistenti nonviolenti palestinesi, sostenuto dalla Campagna di Obiezione alla Guerra e promosso dal Movimento Nonviolento con le associazioni israelo-palestinesi Mesarvot e Community Peacemaker Teams, ha generato. L'obiezione di coscienza, con il rifiuto del servizio militare, della violenza terroristica e di stato, e' il cuore della scelta nonviolenta per trovare una via d'uscita dalla guerra.
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Israele, Italia, Palestina: Dichiarazione congiunta per un comune lavoro di pace a partire dall'obiezione alla guerra
La violenza genera violenza, il sangue chiama altro sangue, e noi siamo determinati a spezzare questo ciclo che altrimenti conduce alla morte e alla distruzione reciproca di tutti. Siamo obiettori di coscienza e resistenti nonviolenti che hanno scelto la nonviolenza, convinti che sia per noi la forma migliore di resistenza al male, a difesa della vita, della giustizia e dei diritti di tutti.
Attraverso l'obiezione di coscienza e la resistenza nonviolenta, lavoriamo per ripristinare la giustizia per tutti, dalla quale puo' sorgere la pace. E la pace, a sua volta, promuovera' la giustizia e il rispetto del diritto. "Giustizia e pace si baceranno", e' scritto nei testi sacri per ebrei, cristiani e musulmani.
Gia' lavoriamo insieme - israeliani, palestinesi, italiani - per difendere il diritto umano fondamentale all'obiezione di coscienza e il diritto di tutti a vivere in pace e liberta'. Le armi e le voci dell'odio devono tacere per lasciare spazio alla verita' e alla riconciliazione. Chiediamo un immediato cessate il fuoco, che noi stessi abbiamo gia' attuato, lavorando insieme come gruppi misti per dimostrare che la collaborazione, anche in mezzo a una radicata oppressione, puo' piantare i semi di un futuro piu' giusto e pacifico.
Conosciamo la forza della nonviolenza come stile di vita e come potenza capace di contrastare l'ingiustizia, la violenza e la guerra. Lavoriamo sia per resistere nonviolentemente alla guerra sia per favorire trasformazioni sociali, promuovendo una cultura di pace. Crediamo nella liberta', nella democrazia e nei diritti umani, e ci impegniamo per un rispetto reciproco tra i nostri popoli.
La coscienza individuale e' una difesa contro la propaganda di guerra e puo' proteggere i civili dal coinvolgimento in guerre di conquista e oppressione. Faremo tutto cio' che e' in nostro potere per proteggere il diritto umano all'obiezione di coscienza al servizio militare nelle nostre comunita'.
L'occupazione militare israeliana della terra destinata al popolo palestinese e' da lungo tempo fonte di oppressione, una violazione del diritto internazionale e dei diritti fondamentali dei palestinesi: il diritto di esistere come persone libere e sovrane. Questa occupazione, che ha causato profonde ingiustizie e sofferenze insostenibili, e' aggravata da altre forme di violenza contro civili inermi, a cui si risponde con la brutalita' delle stragi di civili innocenti a Gaza, alimentando la spirale di odio e vendetta: finche' esiste l'oppressione, la resistenza persistera'. Per interrompere questo ciclo vizioso, e' necessario abolire il sistema di occupazione e apartheid che lo genera.
Tutto questo deve finire. Ci sentiamo uniti e siamo solidali con chi soffre per qualsiasi guerra nel mondo oggi.
Community Peacemaker Teams – Palestine
Mesarvot – Israel
Movimento Nonviolento – Italia

5. REPETITA IUVANT. MOVIMENTO NONVIOLENTO: OBIEZIONE ALLA GUERRA, SCRIVIAMOLO SU TUTTI I MURI
[Riceviamo e diffondiamo]

La Campagna di Obiezione alla guerra presenta un nuovo strumento operativo: un poster diffuso a livello nazionale.
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La Campagna di Obiezione alla guerra presenta un nuovo strumento operativo:
un poster diffuso a livello nazionale con il simbolo del fucile spezzato e la scritta "Con la nonviolenza: per cessare il fuoco bisogna non sparare, per fermare la guerra bisogna non farla".
Il volantone, inviato a tutti gli iscritti e ai Centri del Movimento Nonviolento, agli abbonati alla rivista Azione nonviolenta e a tutti coloro che ne faranno richiesta, rilancia la Dichiarazione di obiezione di coscienza rivolta a chi rifiuta la chiamata alle armi e contiene tutte le informazioni su quanto realizzato finora a sostegno degli obiettori di coscienza di Russia, Ucraina, Bielorussia, Israele e Palestina, e i prossimi obiettivi che la Campagna vuole raggiungere.
Sono ormai centinaia di migliaia gli obiettori, disertori, renitenti alla leva che nei luoghi di guerra, rifiutano le armi e la divisa, negandosi al reclutamento militare, ripudiando il proprio esercito senza passare a quello avverso. Alcuni affrontano processo e carcere, altri espatriano, altri ancora scappano o si nascondono. Il Movimento Nonviolento ha scelto di stare dalla loro parte, di sostenerli concretamente, di difendere il loro diritto umano alla vita e alla pace, e di chiedere all'Unione Europea e al Governo italiano di riconoscere, per loro e per chi firma la Dichiarazione, lo "status" di obiettori di coscienza.
La Campagna si sviluppa su due direttrici:
- la raccolta fondi per sostenere nelle loro attivita' i movimenti nonviolenti di Russia, Bielorussia, Ucraina, Israele e Palestina, le spese legali per i processi che obiettori e nonviolenti di quei paesi subiscono, per aiutare chi espatria per non farsi arruolare, per gli strumenti di informazione necessari a diffondere la scelta dell'obiezione;
- la diffusione della Dichiarazione di Obiezione di coscienza alla guerra e alla sua preparazione, il rifiuto della chiamata alle armi e fin da ora della futura mobilitazione militare. La procedura e' semplice: si compila e si sottoscrive la Dichiarazione (per tutti, giovani o adulti, donne e uomini ) rivolta ai Presidenti della Repubblica e del Consiglio.
Sul sito del Movimento Nonviolento azionenonviolenta.it alla voce Obiezione alla guerra si trovano tutti gli aggiornamenti e la possibilita' di adesione e contribuzione.
Movimento Nonviolento
Settembre 2024
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Movimento Nonviolento
via Spagna, 8, 37123 Verona
Tel 045 8009803
Cell. 348 2863190
www.nonviolenti.org
www.azionenonviolenta.it
per sostegno e donazioni
Iban IT35 U 07601 11700 0000 18745455

6. RIFLESSIONE. RANIERO LA VALLE: AI MITTENTI E INTERLOCUTORI DELLA LETTERA AI NOSTRI CONTEMPORANEI DEL POPOLO EBRAICO
[Riceviamo e diffondiamo]

Mercoledi' 8 gennaio 2025
Cari Amici,
vi giunge questa lettera dall'indirizzo mail "Come loro", e non piu' dall'indirizzo "notizie da Chiesa di tutti Chiesa dei poveri" che abbiamo usato provvisoriamente fin qui data l'urgenza di inviare la newsletter contemporaneamente a molti destinatari. Abbiamo istituito questo nuovo indirizzo per le ragioni chiarite piu' avanti.
Come era prevedibile la "guerra" di Gaza, ora anche con le letali minacce di Trump, sta portando conseguenze devastanti sul dialogo ebraico-cristiano e piu' in generale sul rapporto del popolo di Israele con gli altri popoli del mondo. L'interlocuzione tra tanti di noi, anche assai autorevoli, e i membri delle comunita' ebraiche italiane, che si era avviato dopo l'invio, il 27 novembre scorso, di una lettera ai "nostri contemporanei del popolo ebraico" (era aggiunto "della diaspora" ma era una delimitazione sbagliata), si e' interrotto  dopo le prime sollecite risposte delle Comunita' di Napoli e Bologna, dopo di allora nessuna comunita' ci ha dato piu' riscontro, come se fosse intervenuta una decisione centrale di non accettare lo scambio; inoltre un incontro promosso da Amnesty International all'Ateneo di Venezia sul pericolo di un genocidio, oggetto del monito della Corte penale internazionale, e' stato considerato odioso, mentre la presidente dell'Unione delle Comunita' Ebraiche Italiane, Noemi Di Segni, e' giunta a dire che una nuova visita del Papa alla sinagoga di Roma non sarebbe gradita. Si e' profilato cosi' il rischio del venir meno di ogni possibilita' di correlarsi giustamente degli uni con gli altri.
A questo punto, non trattandosi fra questi soggetti di un rapporto tra nemici, nasce un problema che non e' piu' solo quello del rapporto del popolo ebraico con i suoi amici e nemici, ma e' il problema del rapporto di ciascun popolo con ogni altro popolo, di ogni religione con ogni altra religione, di ogni Stato con ogni altro Stato; rapporti che infatti oggi, nella tragica situazione mondiale sono giunti al limite di un possibile suicidio della specie (nel caso particolare, "Il suicidio di Israele" e' il titolo di un libro di Anna Foa). E l'Europa, proprio lei, e' la prima a correre verso l'abisso compromettendo la sua stessa unita'.
Dunque ci vuole un salto di qualita'. Non una piccola riforma interna a una situazione che non muta, ci vuole un rovesciamento. Ma rovesciare che cosa? Occorre un rovesciamento del primato del se' che ciascuno rivendica rispetto a tutti gli altri. Giusto e' il tributo reso alla propria identita', ma e' distruttiva l'adorazione di se stessi, il ritenersi i primi o gli unici di cui soddisfare i bisogni o adempiere le pretese, il considerarsi superiori o alternativi agli altri, il pensarsi detentori di doni esclusivi, o investiti di compiti o missioni insostituibili, che generano santi, vittime o oppressori. In questa sindrome rientrano le ideologie del "prima noi", che vuol dire gli altri fungibili: come scriveva  Herbert Spencer, nella sua "Military and industrial society", se gli uomini sono in grado di vivere, e' giusto che vivano, se non sono in grado di vivere, che muoiano.
L'ideologia di "prima l'America", "America first", non e' solo di Trump ma di tutti i governi americani i quali scrivono nei documenti sulla sicurezza degli Stati Uniti che essi non devono avere nessun altra Potenza superiore a se', ma nemmeno eguale a se'; cosi' e' il proclama di Salvini, "prima l'Italia", prima la Nazione, o la "patria", e i migranti abbandonati al mare.
Nel caso di Israele, e non solo di Netanyahu, il problema c'e', e forse determinante, quale si manifesta nella versione sionista, e quindi e' attuale e moderno; ma non e' insolubile perche' il sionismo non e' l'ebraismo realizzato, nella sua forma politica oggi vigente. Percio' la confessione ebraica e' suscettibile di un "aggiornamento", come con parola riduttiva si disse della Chiesa all'inizio del  Concilio Vaticano II. La Scrittura, cioe' la Legge e i Profeti, che e' la madre della fede ebraica, e' sempre capace di essere compresa e attuata in modo piu' fedele e salvifico nella inesausta interpretazione e lettura che se ne puo' fare nel tempo, cio' di cui proprio gli Ebrei, con i loro midrashim sono maestri (per non parlare, in campo cristiano, di Gregorio Magno con il suo "Divina eloquia cum legente crescunt"). Cosi' e' stato per la Chiesa cattolica che ha rischiato di essere travolta dalla modernita' ("Agonia della Chiesa?" nelle parole del cardinale Suhard!) e nella quale il regime costantiniano, la Cristianita', gli Stati pontifici non sono stati il cristianesimo realizzato ma le forme anche ingiuste e spesso persecutorie felicemente licenziate solo nel XX secolo, dopo una guerra mai vista prima, con il Concilio imprevedibilmente convocato da Papa Giovanni e ora con papa Francesco e i suoi Sinodi. Questa e' stata la "conversione" della Chiesa che non ha voluto dire disperdersi nella modernita', ne' voler "convertire" o assorbire altre confessioni e identita' religiose, ma resuscitare la sua figura e il suo ruolo nella comunita' dei popoli.
Noi comprendiamo la vertigine del popolo ebraico che rivive sempre l'evento tramandato come fondativo, l'evento folgorante del Sinai, dopo l'uscita dall'Egitto, non come evento del passato, ma come se fosse di oggi. C'e' nella nostra memoria una parola illuminante del rabbino capo di Roma, Riccardo di Segni, a un incontro ecumenico di Napoli, che disse come gli Ebrei vivano la liberazione dei loro padri dall'Egitto come se fosse la loro liberazione personale e attuale di oggi, e cosi' ovviamente l’evento del mandato divino e la promessa consegnata sul Sinai; ed era un compito da tremare, un fatto unico quello di dare la legge a tutti.
Ora e' chiaro che questa esperienza religiosa non puo' essere trasposta come tale sul piano politico, e usata come legittimazione dell'operato di un governo e di uno Stato, come accade sotto la spinta dei partiti religiosi ed e' avanzata dallo stesso Netanyahu nel suo discorso all'Onu, citando Mose' alle porte della terra promessa, ossia della Palestina di oggi. Perche' qui c'e' il nodo del rapporto tra Israele e le  Nazioni, della contrapposizione con i popoli alieni, fino a volerli sottrarre alla vista. Di qui la "solitudine" di Israele, il sentirsi separato ma percio' anche unico fra tutti, l'idea checio' che accade al popolo ebraico sia  imparagonabile con qualsiasi altro evento, fino al terrorismo e all'olocausto, la condizione di vittima e la convinzione che l'antisemitismo non sia finito, ma la causa di ogni opposizione o critica a Israele. E in risposta la rottura con gli altri, le inimicizie irrevocabili, l'ostracismo nei confronti degli organismi internazionali e dell'ONU, la Carta dell'Onu stracciata di fronte alla comunita' delle Nazioni.
Tuttavia l'ebraismo ha tutti i carismi e le potenzialita' per la rivisitazione dei tesori della propria tradizione, e per quel rinnovamento che i tempi richiedono.
Ma, dal particolare all'universale, l'atroce sofferenza che gran parte dei nostri simili nel mondo intero sta soffrendo, sotto l'egida dell'individualismo e della competizione, pongono alla coscienza di tutti noi, alle nostre culture e alle nostre fedi l'esigenza di quel rovesciamento che ci puo' far uscire dalla crisi: passare dal culto di se stessi, dall'autolatria che rompe l'unita' umana, alla scelta non solo di essere "come gli altri", ma di mettere avanti l'altro - il migrante, il povero, lo scartato, il minore, il palestinese: non "prima noi", ma "prima loro". Non e' facile, occorre resettare la vita e la societa'.
Con i piu' cordiali saluti,
Lo Scriba per "Prima loro"

7. L'ORA. SCRIVERE AL PRESIDENTE STATUNITENSE BIDEN PER CHIEDERE CHE CONCEDA LA GRAZIA CHE RESTITUISCA LA LIBERTA' A LEONARD PELTIER

Tra pochi giorni l'attuale Presidente degli Stati Uniti d'America, Joe Biden, terminera' il suo mandato.
Prima di quel momento ha il potere di restituire la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano da 48 anni detenuto innocente, ormai vecchio e gravemente malato.
Vi chiediamo di inviargli una e-mail all'indirizzo: comments at whitehouse.gov
Il testo potrebbe essere semplicemente: "Egregio Presidente Biden, conceda la grazia a Leonard Peltier".
Vi preghiamo di scrivere questa lettera, e vi preghiamo anche di far circolare questo appello.
Grazie di cuore.
* * *
Per saperne un po' di piu' su Leonard Peltier, da 48 anni prigioniero innocente
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Ancora nella rete telematica segnaliamo una lettera "ad adiuvandum" alla "United States Parole Commission" del 22 giugno 2024:
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2024/06/msg00055.html
Segnaliamo anche che in queste settimane il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo pubblica un notiziario telematico quotidiano con la testata "Non muoia in carcere Leonard Peltier" che propone iniziative e materiali.
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee": www.freeleonardpeltiernow.org

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Charles P. Snow, Le due culture, Feltrinelli, Milano 1964, 1977, pp. XIV + 106.
- Charles P. Snow, Scienza e governo, Einaudi, Torino 1966, 1972, pp. 158.
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Maestri
- Sergio Solmi, Saggi sul Fantastico, Einaudi, Torino 1978, pp. XXVI + 152.
- Tzvetan Todorov, La letteratura fantastica, Garzanti, Milano 1977, 1983, pp. 192.

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5442 dell'11 gennaio 2025
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXVI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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