[Nonviolenza] Telegrammi. 5354



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5354 del 15 ottobre 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Margherita Granero
2. Alberto Perino
3. Movimento Nonviolento: Obiezione alla guerra, scriviamolo su tutti i muri
4. Movimento Nonviolento: La nonviolenza e' piu' forte del decreto. Il Movimento Nonviolento scrive al Senato prima del voto sul decreto anti-Gandhi
5. Movimento Nonviolento: 7 ottobre, anno orribile. Una tragedia comune. La speranza nei gruppi misti
6. Enrico Peyretti: Lettera a "La Voce e il Tempo" su pena di morte e guerra: La guerra e' peggio della pena di morte
7. Pasquale Pugliese: Tra ignoranza internazionale e repressione interna, la scelta della nonviolenza tocca a noi
8. "Rainews": L'organizzazione giapponese Nihon Hidankyo vince il Nobel per la Pace 2024
9. Alcune poesie di Wislawa Szymborska
10. Scriviamo al presidente statunitense Biden per chiedere la grazia per Leonard Peltier
11. Segnalazioni librarie
12. La "Carta" del Movimento Nonviolento
13. Per saperne di piu'

1. LUTTI. MARGHERITA GRANERO

E' deceduta Margherita Granero, Donna in Nero, costruttrice di pace.
Con gratitudine la ricordiamo.

2. LUTTI. ALBERTO PERINO

E' deceduto Alberto Perino, amico della nonviolenza, difensore del mondo vivente.
Con gratitudine lo ricordiamo.

3. REPETITA IUVANT. MOVIMENTO NONVIOLENTO: OBIEZIONE ALLA GUERRA, SCRIVIAMOLO SU TUTTI I MURI
[Riceviamo e diffondiamo]

La Campagna di Obiezione alla guerra presenta un nuovo strumento operativo: un poster diffuso a livello nazionale.
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La Campagna di Obiezione alla guerra presenta un nuovo strumento operativo:
un poster diffuso a livello nazionale con il simbolo del fucile spezzato e la scritta "Con la nonviolenza: per cessare il fuoco bisogna non sparare, per fermare la guerra bisogna non farla".
Il volantone, inviato a tutti gli iscritti e ai Centri del Movimento Nonviolento, agli abbonati alla rivista Azione nonviolenta e a tutti coloro che ne faranno richiesta, rilancia la Dichiarazione di obiezione di coscienza rivolta a chi rifiuta la chiamata alle armi e contiene tutte le informazioni su quanto realizzato finora a sostegno degli obiettori di coscienza di Russia, Ucraina, Bielorussia, Israele e Palestina, e i prossimi obiettivi che la Campagna vuole raggiungere.
Sono ormai centinaia di migliaia gli obiettori, disertori, renitenti alla leva che nei luoghi di guerra, rifiutano le armi e la divisa, negandosi al reclutamento militare, ripudiando il proprio esercito senza passare a quello avverso. Alcuni affrontano processo e carcere, altri espatriano, altri ancora scappano o si nascondono. Il Movimento Nonviolento ha scelto di stare dalla loro parte, di sostenerli concretamente, di difendere il loro diritto umano alla vita e alla pace, e di chiedere all'Unione Europea e al Governo italiano di riconoscere, per loro e per chi firma la Dichiarazione, lo "status" di obiettori di coscienza.
La Campagna si sviluppa su due direttrici:
- la raccolta fondi per sostenere nelle loro attivita' i movimenti nonviolenti di Russia, Bielorussia, Ucraina, Israele e Palestina, le spese legali per i processi che obiettori e nonviolenti di quei paesi subiscono, per aiutare chi espatria per non farsi arruolare, per gli strumenti di informazione necessari a diffondere la scelta dell'obiezione;
- la diffusione della Dichiarazione di Obiezione di coscienza alla guerra e alla sua preparazione, il rifiuto della chiamata alle armi e fin da ora della futura mobilitazione militare. La procedura e' semplice: si compila e si sottoscrive la Dichiarazione (per tutti, giovani o adulti, donne e uomini ) rivolta ai Presidenti della Repubblica e del Consiglio.
Sul sito del Movimento Nonviolento azionenonviolenta.it alla voce Obiezione alla guerra si trovano tutti gli aggiornamenti e la possibilita' di adesione e contribuzione.
Movimento Nonviolento
Settembre 2024
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Movimento Nonviolento
via Spagna, 8, 37123 Verona
Tel 045 8009803
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per sostegno e donazioni
Iban IT35 U 07601 11700 0000 18745455

4. REPETITA IUVANT. MOVIMENTO NONVIOLENTO: LA NONVIOLENZA E' PIU' FORTE DEL DECRETO. IL MOVIMENTO NONVIOLENTO SCRIVE AL SENATO PRIMA DEL VOTO SUL DECRETO ANTI-GANDHI
[Riceviamo e diffondiamo]

– Al Presidente del Senato
– Ai Senatori e alle Senatrici di tutti i gruppi parlamentari
– Ai Senatori a vita
Egregi membri del Senato della Repubblica,
ci rivolgiamo a Voi che siete chiamati a discutere e votare il Ddl 1660 proveniente dalla Camera, il cosiddetto "Decreto Sicurezza" o peggio "anti-Gandhi".
Noi rappresentiamo il Movimento Nonviolento (fondato nel 1962 dal filosofo Aldo Capitini) che storicamente si ispira, nei valori e nella pratica, alla nonviolenza gandhiana, appunto.
Siamo stati obiettori di coscienza al servizio militare, affrontando processi e carcere per affermare un principio inalienabile di coscienza, riconosciuto poi dalla Legge che ha accolto le nostre ragioni morali, istituendo il servizio civile alternativo.
Abbiamo sostenuto denunce e processi per "istigazione" per aver promosso e attuato la Campagna di obiezione di coscienza alle spese militari, l'obiezione fiscale, per cui abbiamo subito pignoramenti e sanzioni amministrative. Ma non ci siamo fermati, fino ad ottenere il riconoscimento con Sentenze della Corte Costituzionale, perche' abbiamo preferito "pagare per la pace, anziche' per la guerra".
Siamo stati arrestati e processati per aver fermato, con blocchi ferroviari, treni che trasportavano armi nei teatri di guerra. Poi abbiamo ottenuto assoluzioni piene per aver agito per alti valori morali.
Abbiamo praticato la disobbedienza civile per impedire l'installazione dei missili a Comiso, che poi sono stati ritirati. Abbiamo bloccato l'entrata nella basi militari dove erano depositate armi nucleari. Abbiamo manifestato pacificamente davanti a tribunali e carceri militari, anche quando era vietato, salvo poi veder riconosciuto il nostro diritto democratico a farlo.
Abbiamo marciato nei territori militarizzati, violando il divieto di entrare nelle servitu' militari.
Abbiamo bloccato il traffico ferroviario e stradale per protestare contro l'installazione delle centrali nucleari, che poi un referendum popolare ha eliminato, dandoci ragione.
Vi abbiamo raccontato brevemente la nostra storia, che e' anche pratica attuale, per dirVi che nessun decreto fermera' mai la forza della nonviolenza che, come diceva Gandhi, e' la forza piu' potente a disposizione dell'umanita' (piu' potente della bomba atomica, perche' l'atomica ha una forza distruttiva, mentre la nonviolenza ha una forza creatrice).
Il Decreto che Vi accingete a votare ha un carattere solo repressivo, aumentando le pene e introducendo nuovi reati: dimostra che chi l'ha concepito e' mosso dalla paura. I regimi basati sulla paura, la violenza, lo stato di polizia, alla fine sono sempre crollati sotto la spinta dei popoli che si liberano. La storia di Gandhi e della nonviolenza lo sta a dimostrare.
Sappiate che mai nessuna legge, mai nessun carcere, ha fermato la forza attiva e liberatrice della nonviolenza dei forti. La disobbedienza civile, la non collaborazione, l'azione diretta nonviolenta, lo sciopero, il boicottaggio, l'obiezione di coscienza, sono immensamente piu' forti e puri di qualsiasi Decreto.
Vi auguriamo di votare in piena coscienza. Ed ora, buon voto a Voi.
Movimento Nonviolento
Verona, 25 settembre 2024

5. REPETITA IUVANT. MOVIMENTO NONVIOLENTO: 7 OTTOBRE, ANNO ORRIBILE. UNA TRAGEDIA COMUNE. LA SPERANZA NEI GRUPPI MISTI
[Riceviamo e diffondiamo]

Il 7 ottobre e' diventato una data simbolo, come l'11 settembre, di eventi drammatici che non devono essere censurati o dimenticati. Il terrorismo fanatico, l'odio organizzato, hanno colpito barbaramente e scatenato la vendetta, innescando una micidiale spirale di guerra. Un male che ha generato ancora piu' male. Sangue chiama sangue.
Un anno fa, milizie armate si sono accanite contro un raduno per la pace, portando la morte a chi stava celebrando la vita con la musica, hanno saccheggiato gli insediamenti che cercavano il dialogo, hanno massacrato e rapito in base all'odio etnico. Le vittime di quel terrorismo sono stati i civili. La reazione ha seguito la stessa logica, moltiplicata esponenzialmente, spropositata, inaccettabile.
Non occhio per occhio, ma cento morti per ogni morto. Il 7 ottobre fece 1200 morti israeliani, la vendetta un anno dopo conta 42000 palestinesi: la contabilita' dell'orrore!
Il terrorismo ha generato guerra, una guerra che fa strage di civili e che e' una forma di terrorismo su larga scala. Terrorismo e guerra, entrambi al di fuori del diritto internazionale, entrambi contro la giustizia, contro la vita e l'umanita'.
Ora siamo qui a piangere i morti del 7 ottobre e a piangere i morti di Gaza e del Libano. Massacro, strage, genocidio, nemmeno le parole sono adeguate alla tragedia epocale che stiamo vivendo.
Nel buio totale, l'unica fiammella di speranza e' data dai gruppi misti, israelo-palestinesi, che cercano una via di dialogo e riconciliazione. Gli obiettori israeliani e i pacifisti palestinesi, uniti contro l'occupazione, il militarismo e il terrorismo, sono la nostra speranza.
La sola ragione per cui valga la pena di manifestare, prima e dopo il 7 ottobre, e' la pace: l'assunzione di responsabilita' per fare pace e la richiesta di pace, dal basso e dall'alto.
Vietare la libera espressione pacifica del pensiero, non ha senso, e' solo un segno di paura e di debolezza. Noi, amiche e amici della nonviolenza, non impediremo mai a nessuno di esprimere il proprio pensiero, anche se becero e truce. L'unico divieto che concepiamo e' quello all'uso delle armi e della violenza.
"Divieto di guerra" e' l'ordine che ci piacerebbe veder imposto dal governo, per vivere il lutto come tragedia comune, onorare i morti israeliani del 7 ottobre e i morti palestinesi dell'anno orribile che ne e' seguito.
Movimento Nonviolento
www.azionenonviolenta.it

6. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: LETTERA A "LA VOCE E Il TEMPO" SU PENA DI MORTE E GUERRA: LA GUERRA E' PEGGIO DELLA PENA DI MORTE
[Ringraziamo Enrico Peyretti per averci messo a disposizione il testo di questa lettera inviata a "La Voce e il Tempo"]

"Il Signore non ci chiede di ammazzare una persona per punirla di un omicidio. Non e' quella la strada per guarire la nostra societa' dalla violenza" (da La Voce e il Tempo, 13 ottobre 2024). Sono parole di Dale Recinella, cappellano laico cattolico dei condannati a morte, in Usa.
Quindi, tutte le religioni cristiane, ma anche le altre religioni spirituali, che amano l'umanita', e credono in Dio che ama l'umanita', dovrebbero insegnare ai fedeli ad eliminare dovunque la pena di morte, che e' vendetta peggiorativa del cuore umano, e - ancora di piu' - eliminare la guerra, ancora piu' ingiusta e piu' fuori-legge della pena capitale.
Le controversie internazionali, anche le aggressioni militari, devono essere risolte con la mediazione delle autorita' planetarie, come l'Onu, e della comunita' dei popoli, senza le armi omicide. Gli stati armati per uccidere, gli stati che uccidono innocenti con la guerra, e pretendono di giustificarla, sono colpevoli di omicidio, proprio come il bandito di strada, o l'omicida domestico, o il terrorista politico. Con le armi attuali, piu' che mai lo stato perde il diritto alla guerra, che e' il peggiore dei mali.
Questo non e' un ideale irreale, perche' la custodia della vita e' il minimo pragmatico di una politica umana, in tutte le culture umane. Ci sono mezzi umani concreti ed efficaci, storicamente affermati, per risolvere le controversie senza uso della morte. La guerra non e' regina della storia umana, ma il suo fallimento.
Grazie dell'attenzione.
Enrico Peyretti, Torino

7. RIFLESSIONE. PASQUALE PUGLIESE: TRA IGNORANZA INTERNAZIONALE E REPRESSIONE INTERNA, LA SCELTA DELLA NONVIOLENZA TOCCA A NOI
[Riceviamo e diffondiamo il seguente articolo pubblicato su I blog del Fatto Quotidiano]

Quando nel 2007 le Nazioni Unite dichiararono, su proposta del governo indiano, il 2 ottobre – anniversario della nascita di Mohandas K. Gandhi – Giornata internazionale della nonviolenza, quasi nessuno immaginava che, ignorandone l'insegnamento, nel giro di tre lustri l'umanita' sarebbe stata di nuovo sul punto di precipitare nel baratro di una guerra mondiale e nucleare, con un doppio epicentro tra l'Europa e il Medioriente che potrebbe rapidamente unificarsi, mentre in Palestina si sarebbe compiuto uno sterminio.
Eppure, eravamo stati avvisati da Johan Galtung, il fondatore dei Peace Studies, gli studi internazionali per la pace ispirati proprio dall'opera di Gandhi, che – svolgendo un'analisi di diagnosi-prognosi-terapia di molti conflitti internazionali – si era soffermato anche sullo scenario di "seconda Guerra Fredda", causato dall'agenda geopolitica degli USA che prevede l'espansione globale a est con la NATO e a occidente con l'ANPO, il Trattato di sicurezza USA-Giappone. Questa agenda – diagnosticava Galtung in quello stesso anno – ha interesse a portare le alleanze "a linee di rottura radicali ed esplosive", che generano la "seconda Guerra Fredda" tra USA/ANPO/NATO da un lato e Russia/India/Cina dall'altro. Ma cio', ed ecco la prognosi, non durera' a lungo perche' la "seconda Guerra Fredda" e' una formazione conflittuale forte. "Un incidente minore" – prevedeva il ricercatore norvegese – "lungo il confine tra Polonia ed Ucraina e queste faglie erutteranno lava come vulcani, con potenze nucleari dappertutto e senza alcun paese neutrale in mezzo a fare da cuscinetto".
Analogamente, sul conflitto israelo-palestinese, dopo una analisi critica degli accordi di Oslo che non potevano funzionare a causa delle loro mancanze – per esempio l'esclusione di Hamas da un lato e del Likud dall'altro – e insufficienze, come l'assenza di simmetria in un accordo tra uno Stato forte e una "autonomia" debole, mentre un processo di pace si basa "sulla reciprocita', che a sua volta si basa sull'uguaglianza, diritti uguali e uguale dignita'", la prognosi di Johan Galtung era che per Israele e Palestina non ci puo' essere alcuna sicurezza lungo la strada della violenza. In particolare, spiegava, Israele si trova nel periodo di maggior pericolo della sua storia: "sempre piu' militarista, sempre piu' isolato e con sempre piu' nemici, esposto a violenza, nonviolenza e boicottaggio dall'interno e dall'esterno, con gli USA che prima o poi condizioneranno il proprio appoggio sulla base delle concessioni israeliane" (Affrontare il conflitto. Trascendere e trasformare).
Tuttavia, scrive ancora Galtung – e siamo alla terapia – "non esiste alcun conflitto – per quanto l'odio sia interiorizzato, il comportamento violento istituzionalizzato e la contraddizione, l'incompatibilita', il tema del conflitto insolubili – che non possa essere trasformato attraverso la nonviolenza" (Pace con mezzi pacifici). Cio' e' possibile perche' la nonviolenza non e' una virtu' "buonista", ma e' la forza dell'obiezione di coscienza personale e della disobbedienza civile collettiva alla guerra e – contemporaneamente – la preparazione di adeguati mezzi e strumenti, empatici e creativi, capaci di intervenire nei conflitti per risolverli senza la violenza e la soppressione degli avversari. Invece nei conflitti armati in corso, tutte le parti – anche chi dovrebbe svolgere una funzione terza di mediazione, come l'Unione Europea – hanno implementato solo gli strumenti della violenza e della guerra, in una folle escalation che si allarga da un fronte all'altro.
Come se questa ignoranza internazionale non bastasse, il governo italiano ha pensato di reprimere la nonviolenza anche come metodo di azione interna – che da Gandhi in avanti e' stato usato con successo in molteplici lotte e resistenze, sia nei confronti di governi democratici che autoritari – con l'approvazione del cosiddetto "decreto sicurezza", definito non a caso "anti-Gandhi". Non si e' fatta attendere, tra le molte voci critiche, quella del Movimento Nonviolento il quale in una lettera ai Senatori ha ricordato che "nessun decreto fermera' mai la forza della nonviolenza che, come diceva Gandhi, e' la forza piu' potente a disposizione dell'umanita'. I regimi basati sulla paura, la violenza, lo stato di polizia, alla fine sono sempre crollati sotto la spinta dei popoli che si liberano" – Continua la lettera del movimento fondato da Aldo Capitini e Pietro Pinna – "La storia di Gandhi e della nonviolenza lo sta a dimostrare. La disobbedienza civile, la noncollaborazione, l'azione diretta nonviolenta, lo sciopero, il boicottaggio, l'obiezione di coscienza, sono immensamente piu' forti e puri di qualsiasi Decreto".
La Giornata della nonviolenza, dunque – mentre anche il Libano viene invaso dall'esercito israeliano e incombe la guerra con l'Iran – non puo' essere una rituale giornata di celebrazione, ma l'occasione per approfondire la teoria e la pratica di un metodo di azione interno e internazionale, a disposizione di tutti e di tutte, capace di affrontare, gestire e risolvere gli inevitabili conflitti umani con la forza vivificante e lungimirante della nonviolenza, anziche' con le armi mortifere e miopi della violenza e della guerra. La scelta tocca a noi.

8. RICONOSCIMENTI: "RAINEWS": L'ORGANIZZAZIONE GIAPPONESE NIHON HIDANKYO VINCE IL PREMIO NOBEL PER LA PACE 2024
[Dal sito www.rainews.it riprendiamo e diffondiamo]

L'organizzazione giapponese Nihon Hidankyo vince il Nobel per la Pace 2024
L'associazione dei sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki "premiata per i suoi sforzi per realizzare un mondo libero dalle armi nucleari". Finora sono stati assegnati il premio per la medicina, fisica, chimica e letteratura
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Va all'organizzazione giapponese Nihon Hidankyo il premio Nobel per la Pace "per i suoi sforzi per realizzare un mondo libero dalle armi nucleari e per aver dimostrato attraverso la testimonianza dei sopravvissuti che le armi nucleari non devono mai piu' essere utilizzate". Si tratta dell'associazione dei sopravvissuti alle bombe atomiche di Hiroshima e Nagasaki, nota anche come Hibakusha.
Il Comitato norvegese per il Nobel ha messo in luce come le potenze nucleari stiano "modernizzando e potenziando i loro arsenali" mentre "nuovi paesi sembrano prepararsi ad acquisire armi nucleari e si sta minacciando di usare armi nucleari nelle guerre in corso".
"In questo momento della storia umana, vale la pena ricordare a noi stessi cosa sono le armi nucleari: le armi piu' distruttive che il mondo abbia mai visto", si legge nel comunicato dove vengono spiegate le motivazioni del riconoscimento. Nell'assegnare il Premio Nobel per la Pace di quest'anno a Nihon Hidankyo, il Comitato Nobel norvegese "desidera onorare tutti i sopravvissuti che, nonostante la sofferenza fisica e i ricordi dolorosi, hanno scelto di usare la loro costosa esperienza per coltivare speranza e impegno per la pace".
Il segretario generale di Nihon Hidankyo, Kiichi Kido, ha accolto con commozione l'assegnazione odierna del Premio Nobel per la Pace all'organizzazione delle vittime della bomba atomica: "I sopravvissuti alle bombe atomiche hanno ottenuto l'adozione e l'entrata in vigore del Trattato sulla proibizione delle armi nucleari. Penso che questo premio riconosca proprio questo impegno".
"Tutto - ha continuato - e' iniziato dagli atti disumani di Hiroshima e Nagasaki, dove siamo stati oppressi dagli Stati Uniti e abbandonati per lungo tempo dal governo giapponese. Mentre affrontavano l'angoscia e il dolore nel profondo nel nostro cuore, i nostri predecessori hanno lottato con il desiderio di non permettere che si creassero altre vittime di bombardamenti atomici. Continuo a vedere i loro volti uno dopo l'altro".
"L'idea che le armi nucleari portino la pace e' un errore": lo ha detto il co-presidente di Nihon Hidankyo pace. "E' stato detto che grazie alle armi nucleari, il mondo mantiene la pace. Ma le armi nucleari possono essere usate dai terroristi", ha detto Toshiyuki Mimaki ai giornalisti. "Ad esempio, se la Russia le usasse contro l'Ucraina, Israele contro Gaza, non finirebbe li'. I politici dovrebbero sapere queste cose".
La testimonianza degli Hibakusha, i sopravvissuti di Hiroshima e Nagasaki, e' unica nel contesto della lotta contro l'uso di armi nucleari, secondo il Comitato per il Nobel. Si tratta infatti di "testimoni storici" che "hanno contribuito a generare e consolidare un'opposizione diffusa alle armi nucleari in tutto il mondo attingendo a storie personali, creando campagne educative basate sulla propria esperienza e diffondendo urgenti avvertimenti contro la diffusione e l'uso di armi nucleari. Gli Hibakusha ci aiutano a descrivere l'indescrivibile, a pensare l'impensabile e in qualche modo a comprendere l'incomprensibile dolore e la sofferenza causati dalle armi nucleari".
Il Comitato norvegese per il Nobel ha voluto sottolineare "un fatto incoraggiante: nessuna arma nucleare e' stata utilizzata in guerra negli ultimi 80 anni. Gli straordinari sforzi di Nihon Hidankyo e di altri rappresentanti degli Hibakusha hanno contribuito notevolmente all'istituzione del tabu' nucleare.
"Il destino di coloro che sopravvissero agli inferni di Hiroshima e Nagasaki - continua - e' stato a lungo nascosto e trascurato. Nel 1956, le associazioni Hibakusha locali insieme alle vittime dei test sulle armi nucleari nel Pacifico formarono la Japan Confederation of A- and H-Bomb Sufferers Organisations. Questo nome fu abbreviato in giapponese in Nihon Hidankyo. Sarebbe diventata la piu' grande e influente organizzazione Hibakusha in Giappone. Un giorno, gli Hibakusha non saranno piu' tra noi come testimoni della storia. Ma con una forte cultura del ricordo e un impegno continuo, le nuove generazioni in Giappone stanno portando avanti l'esperienza e il messaggio dei testimoni. Stanno ispirando ed educando le persone in tutto il mondo. In questo modo stanno aiutando a mantenere il tabu' nucleare, una precondizione per un futuro pacifico per l'umanita'. La decisione di assegnare il Premio Nobel per la Pace per il 2024 a Nihon Hidankyo e' saldamente ancorata al testamento di Alfred Nobel".
A differenza degli altri premi e' il Comitato per il Nobel norvegese, composto da cinque membri nominati dal Parlamento norvegese ad assegnare il Nobel per la pace. Il premio viene conferito a Oslo, mentre gli altri premi Nobel vengono assegnati a Stoccolma, in Svezia. Questa differenza deriva dal fatto che quando Alfred Nobel istitui' i premi, la Norvegia faceva ancora parte della Svezia.
Il premio dell'anno scorso fu assegnato all'attivista iraniana Narges Mohammadi, per "la sua lotta contro l'oppressione delle donne in Iran e la sua lotta per promuovere i diritti umani e la liberta' per tutti".
Ieri e' stato assegnato il premio Nobel per la Letteratura vinto dalla sudcoreana Han Kang a Stoccolma dall'Accademia di Svezia "per la sua intensa prosa poetica che affronta i traumi storici ed espone la fragilita' della vita umana". Han Kang e' la prima esponente della tradizione letteraria coreana a essere insignita del premio Nobel per la Letteratura.

9. MAESTRE. ALCUNE POESIE DI WISLAWA SZYMBORSKA
[Riproponiamo ancora una volta alcune poesie di Wislawa Szymborska estratte da Wislawa Szymborska, La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009), Adelphi, Milano 2009, a cura di Pietro Marchesani.
Wislawa Szymborska, poetessa, premio Nobel per la letteratura 1996, e' nata a Bnin, in Polonia, il 2 luglio 1923 ed e' deceduta a Cracovia il primo febbraio 2012; ha studiato lettere e sociologia a Cracovia; dal 1953 al 1981 collaboro' alla rivista "Vita letteraria", nel 1980, sotto lo pseudonimo di Stancykowna, alle riviste "Arka" e "Kultura"; oltre al Nobel ha ricevuto per la sua opera poetica altri importanti riconoscimenti: nel 1954 il Premio per la letteratura Citta' di Cracovia, nel 1963 il Premio del ministero della cultura polacco, nel 1991 il Premio Goethe, nel 1995 il Premio Herder e la Laurea ad honorem dell'Universita' di Poznan "Adam Mickiewicz", nel 1996 il Premio "Pen - Book of the Month Club Translation Prize". Tra le opere di Wislawa Szymborska in edizione italiana: La fiera dei miracoli, Scheiwiller, Milano 1994; Gente sul ponte, Scheiwiller, Milano 1996; La fine e l'inizio, Scheiwiller, Milano 1997; Trittico: tre poesie di Wislawa Szymborska, tre collage di Alina Kaczylska, Scheiwiller, Milano 1997; 25 poesie, Mondadori, Milano 1998; Vista con granello di sabbia, Adelphi, Milano 1998; Taccuino d'Amore, Scheiwiller, Milano 2002; Discorso all'Ufficio oggetti smarriti, Adelphi, Milano 2004; La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009), Adelphi, Milano 2009]

Vietnam

Donna, come ti chiami? - Non lo so.
Quando sei nata, da dove vieni? - Non lo so.
Perche' ti sei scavata una tana sottoterra? - Non lo so.
Da quando ti nascondi qui? - Non lo so.
Perche' mi hai morso la mano? - Non lo so.
Sai che non ti faremo del male? - Non lo so.
Da che parte stai? - Non lo so.
Ora c'e' la guerra, devi scegliere. - Non lo so.
Il tuo villaggio esiste ancora? - Non lo so.
Questi sono i tuoi figli? - Si'.

*

Discorso all'Ufficio oggetti smarriti

Ho perso qualche dea per via dal Sud al Nord,
e anche molti dei per via dall'Est all'Ovest.
Mi si e' spenta per sempre qualche stella, svanita.
Mi e' sprofondata nel mare un'isola, e un'altra.
Non so neanche dove mai ho lasciato gli artigli,
chi gira nella mia pelliccia, chi abita il mio guscio.
Mi morirono i fratelli quando strisciai a riva
e solo un ossicino festeggia in me la ricorrenza.
Non stavo nella pelle, sprecavo vertebre e gambe,
me ne uscivo di senno piu' e piu' volte.
Da tempo ho chiuso su tutto cio' il mio terzo occhio,
ci ho messo una pinna sopra, ho scrollato le fronde.

Perduto, smarrito, ai quattro venti se n'e' volato.
Mi stupisco io stessa del poco di me che e' restato:
una persona singola per ora di genere umano,
che ha perso solo ieri l'ombrello sul treno.

*

Sulla morte senza esagerare

Non s'intende di scherzi,
stelle, ponti,
tessiture, miniere, lavoro dei campi,
costruzione di navi e cottura di dolci.

Quando conversiamo del domani
intromette la sua ultima parola
a sproposito.

Non sa fare neppure cio'
che attiene al suo mestiere:
ne' scavare una fossa,
ne' mettere insieme una bara,
ne' rassettare il disordine che lascia.

Occupata a uccidere,
lo fa in modo maldestro,
senza metodo ne' abilita'.
Come se con ognuno di noi stesse imparando.

Vada per i trionfi,
ma quante disfatte,
colpi a vuoto
e tentativi ripetuti da capo!

A volte le manca la forza
di far cadere una mosca in volo.
Piu' d'un bruco
la batte in velocita'.

Tutti quei bulbi, baccelli,
antenne, pinne, trachee,
piumaggi nuziali e pelame invernale
testimoniano i ritardi
del suo ingrato lavoro.

La cattiva volonta' non basta
e perfino il nostro aiuto con guerre e rivoluzioni
e', almeno finora, insufficiente.

I cuori battono nelle uova.
Crescono gli scheletri dei neonati.
Dai semi spuntano le prime due foglioline,
e spesso anche grandi alberi all'orizzonte.

Chi ne afferma l'onnipotenza,
e' lui stesso la prova vivente
che essa onnipotente non e'.

Non c'e' vita
che almeno per un attimo
non sia stata immortale.

La morte
e' sempre in ritardo di quell'attimo.

Invano scuote la maniglia
d'una porta invisibile.
A nessuno puo' sottrarre
il tempo raggiunto.

*

La fine e l'inizio

Dopo ogni guerra
c'e' chi deve ripulire.
In fondo un po' d'ordine
da solo non si fa.

C'e' chi deve spingere le macerie
ai bordi delle strade
per far passare
i carri pieni di cadaveri.

C'e' chi deve sprofondare
nella melma e nella cenere,
tra le molle dei divani letto,
le schegge di vetro
e gli stracci insanguinati.

C'e' chi deve trascinare una trave
per puntellare il muro,
c'e' chi deve mettere i vetri alla finestra
e montare la porta sui cardini.

Non e' fotogenico,
e ci vogliono anni.
Tutte le telecamere sono gia' partite
per un'altra guerra.

Bisogna ricostruire i ponti
e anche le stazioni.
Le maniche saranno a brandelli
a forza di rimboccarle.

C'e' chi, con la scopa in mano,
ricorda ancora com'era.
C'e' chi ascolta
annuendo con la testa non mozzata.
Ma presto li' si aggireranno altri
che troveranno il tutto
un po' noioso.

C'e' chi talvolta
dissotterrera' da sotto un cespuglio
argomenti corrosi dalla ruggine
e li trasportera' sul mucchio dei rifiuti.

Chi sapeva
di che si trattava,
deve far posto a quelli
che ne sanno poco.
E meno di poco.
E infine assolutamente nulla.

Sull'erba che ha ricoperto
le cause e gli effetti,
c'e' chi deve starsene disteso
con una spiga tra i denti,
perso a fissare le nuvole.

*

L'odio

Guardate com'e' sempre efficiente,
come si mantiene in forma
nel nostro secolo l'odio.
Con quanta facilita' supera gli ostacoli.
Come gli e' facile avventarsi, agguantare.

Non e' come gli altri sentimenti.
Insieme piu' vecchio e piu' giovane di loro.
Da solo genera le cause
che lo fanno nascere.
Se si addormenta, il suo non e' mai un sonno eterno.
L'insonnia non lo indebolisce, ma lo rafforza.

Religione o non religione -
purche' ci si inginocchi per il via.
Patria o no -
purche' si scatti alla partenza.
Anche la giustizia va bene all'inizio.
Poi corre tutto solo.
L'odio. L'odio.
Una smorfia di estasi amorosa
gli deforma il viso.

Oh, quegli altri sentimenti -
malaticci e fiacchi.
Da quando la fratellanza
puo' contare sulle folle?
La compassione e' mai
giunta prima al traguardo?
Il dubbio quanti volenterosi trascina?
Lui solo trascina, che sa il fatto suo.

Capace, sveglio, molto laborioso.
Occorre dire quante canzoni ha composto?
Quante pagine ha scritto nei libri di storia?
Quanti tappeti umani ha disteso
su quante piazze, stadi?

Diciamoci la verita':
sa creare bellezza.
Splendidi i suoi bagliori nella notte nera.
Magnifiche le nubi degli scoppi nell'alba rosata.
Innegabile e' il pathos delle rovine
e l'umorismo grasso
della colonna che vigorosa le sovrasta.

E' un maestro del contrasto
tra fracasso e silenzio,
tra sangue rosso e neve bianca.
E soprattutto non lo annoia mai
il motivo del lindo carnefice
sopra la vittima insozzata.

In ogni istante e' pronto a nuovi compiti.
Se deve aspettare, aspettera'.
Lo dicono cieco. Cieco?
Ha la vista acuta del cecchino
e guarda risoluto al futuro
- lui solo.

*

La veglia

La veglia non svanisce
come svaniscono i sogni.
Nessun brusio, nessun campanello
la scaccia,
nessun grido ne' fracasso
puo' strapparci da essa.

Torbide e ambigue
sono le immagini nei sogni,
il che puo' spiegarsi
in molti modi.
La veglia significa la veglia
ed e' un enigma maggiore.

Per i sogni ci sono chiavi.
La veglia si apre da sola
e non si lascia sbarrare.
Da essa si spargono
diplomi e stelle,
cadono giu' farfalle
e anime di vecchi ferri da stiro,
berretti senza teste
e cocci di nuvole.
Ne viene fuori un rebus
irrisolvibile.

Senza di noi non ci sarebbero sogni.
Quello senza cui non ci sarebbe veglia
e' ancora sconosciuto,
ma il prodotto della sua insonnia
si comunica a chiunque
si risvegli.

Non i sogni sono folli,
folle e' la veglia,
non fosse che per l'ostinazione
con cui si aggrappa
al corso degli eventi.

Nei sogni vive ancora
chi ci e' morto da poco,
vi gode perfino di buona salute
e ritrovata giovinezza.
La veglia depone davanti a noi
il suo corpo senza vita.
La veglia non arretra d'un passo.

La fugacita' dei sogni fa si'
che la memoria se li scrolli di dosso facilmente.
La veglia non deve temere l'oblio.
E' un osso duro.
Ci sta sul groppone,
ci pesa sul cuore,
sbarra il passo.

Non le si puo' sfuggire,
perche' ci accompagna in ogni fuga.
E non c'e' stazione
lungo il nostro viaggio
dove non ci aspetti.

*

Le tre parole piu' strane

Quando pronuncio la parola Futuro,
la prima sillaba gia' va nel passato.

Quando pronuncio la parola Silenzio,
lo distruggo.

Quando pronuncio la parola Niente,
creo qualche cosa che non entra in alcun nulla.

*

Contributo alla statistica

Su cento persone:

che ne sanno sempre piu' degli altri
- cinquantadue;

insicuri a ogni passo
- quasi tutti gli altri;

pronti ad aiutare,
purche' la cosa non duri molto
- ben quarantanove;

buoni sempre,
perche' non sanno fare altrimenti
- quattro, be', forse cinque;

propensi ad ammirare senza invidia
- diciotto;

viventi con la continua paura
di qualcuno o qualcosa
- settantasette;

dotati per la felicita'
- al massimo poco piu' di venti;

innocui singolarmente,
che imbarbariscono nella folla
- di sicuro piu' della meta';

crudeli,
se costretti dalle circostanze
- e' meglio non saperlo
neppure approssimativamente;

quelli col senno di poi
- non molti di piu'
di quelli col senno di prima;

che dalla vita prendono solo cose
- quaranta,
anche se vorrei sbagliarmi;

ripiegati, dolenti
e senza torcia nel buio
- ottantatre'
prima o poi;

degni di compassione
- novantanove;

mortali
- cento su cento.
Numero al momento invariato.

*

Fotografia dell'11 settembre

Sono saltati giu' dai piani in fiamme -
uno, due, ancora qualcuno
sopra, sotto.

La fotografia li ha fissati vivi,
e ora li conserva
sopra la terra verso la terra.

Ognuno e' ancora un tutto
con il proprio viso
e il sangue ben nascosto.

C'e' abbastanza tempo
perche' si scompiglino i capelli
e dalle tasche cadano
gli spiccioli, le chiavi.

Restano ancora nella sfera dell'aria,
nell'ambito di luoghi
che si sono appena aperti.

Solo due cose posso fare per loro -
descrivere quel volo
e non aggiungere l'ultima frase.

*

Tutto

Tutto -
una parola sfrontata e gonfia di boria.
Andrebbe scritta fra virgolette.
Finge di non tralasciare nulla,
di concentrare, includere, contenere e avere.
E invece e' soltanto
un brandello di bufera.

*

Esempio

Una bufera
di notte ha strappato tutte le foglie dell'albero
tranne una fogliolina,
lasciata
a dondolarsi in un a solo sul ramo nudo.

Con questo esempio
la Violenza dimostra
che certo -
a volte le piace scherzare un po'.

*

Vermeer

Finche' quella donna del Rijksmuseum
nel silenzio dipinto e in raccoglimento
giorno dopo giorno versa
il latte dalla brocca nella scodella,
il Mondo non merita
la fine del mondo.

10. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO AL PRESIDENTE STATUNITENSE BIDEN PER CHIEDERE LA GRAZIA PER LEONARD PELTIER

Scriviamo al presidente statunitense Biden per chiedere la grazia per Leonard Peltier.
E' consuetudine dei presidenti statunitensi giunti a fine mandato di concedere la grazia ad alcuni detenuti.
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra.
Leonard Peltier, che a settembre compira' 80 anni, da 48 anni e' detenuto per un crimine che non ha commesso.
Leonard Peltier e' gravemente malato, e le sue malattie non possono essere curate adeguatamente in carcere.
Affinche' non muoia in carcere un uomo innocente, affinche' Leonard Peltier possa tornare libero e trascorrere con i suoi familiari questo poco tempo che gli resta da vivere, la cosa piu' importante ed urgente da fare adesso e' scrivere a Biden per chiedere che conceda la grazia a Leonard Peltier.
*
Per scrivere a Biden la procedura e' la seguente.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: scrivere un breve testo (di seguito una traccia utilizzabile):
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
le scriviamo per chiederle di concedere la grazia al signor Leonard Peltier.
Leonard Peltier ha quasi 80 anni ed e' affetto da plurime gravi patologie che non possono essere adeguatamente curate in carcere: gli resta poco da vivere.
Leonard Peltier ha subito gia' 48 anni di carcere per un delitto che non ha commesso: la sua liberazione e' stata chiesta da Nelson Mandela e da madre Teresa di Calcutta, dal Dalai Lama e da papa Francesco, da Amnesty International, dal Parlamento Europeo, dall'Onu, da milioni di esseri umani.
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
restituisca la liberta' a Leonard Peltier; non lasci che muoia in carcere un uomo innocente.
Distinti saluti.
*
Sollecitiamo chi legge questo comunicato ad aderire all'iniziativa e a diffondere l'informazione.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.

11. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Ottavio G. Rizzo, La geometria algebrica, Rcs, Milano 2024, pp. 160, euro 6,99.
- Pierluigi Vellucci, L'analisi funzionale, Rcs, Milano 2024, pp. 160, euro 6,99.
*
Riletture
- Ettore Paratore, La letteratura latina, Sansoni-Accademia, Firenze-Milano 1969, Rcs - Rizzoli Libri, Milano 1992-1993 (edizione aggiornata), 2 voll., vol. I: La letteratura latina dell'eta' repubblicana ed augustea, vol. II: La letteratura latina dell'eta' imperiale, pp. 544 + 590.
*
Gialli
- Ragnar Jonasson, I giorni del vulcano, Marsilio, Venezia 2018, Gedi, Torino 2024, pp. 272, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
- Olivier Norek, Il pesatore di anime, Mondadori, Milano 2023, Gedi, Torino 2024, pp. 398, euro 8,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
*
Strumenti
- Walter Laqueur (a cura di), Dizionario dell'Olocausto, Einaudi, Torino 2004, 2007, pp. XXXIV + 934.

12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

13. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5354 del 15 ottobre 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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