[Nonviolenza] Non muoia in carcere Leonard Peltier. 24



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NON MUOIA IN CARCERE LEONARD PELTIER
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Foglio a sostegno dell'appello a scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier
A cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 24 del 5 settembre 2024

Sommario di questo numero:
1. "Restituisca la liberta' a Leonard Peltier". Estremo un appello al Presidente Biden
2. Che fare adesso per la liberazione di Leonard Peltier
3. In settembre numerose iniziative pubbliche di solidarieta' con Leonard Peltier in varie citta' d'Italia
4. Daniela Bezzi: Un gruppo su Facebook
5. Sibilla Drisaldi: Il 12 settembre a Roma
6. Free Leonard Peltier. Un presidio a Milano il 10 settembre
7. Daniela Bezzi: Proiezione a Milano di "Mitakuye Oyasin", documentario sulla storia di Leonard Peltier

1. REPETITA IUVANT. "RESTITUISCA LA LIBERTA' A LEONARD PELTIER". ESTREMO UN APPELLO AL PRESIDENTE BIDEN

Presidente Biden,
prima del termine del suo mandato lei puo' compiere un gesto che tutte le persone di volonta' buona attendono ormai da molti anni da parte della presidenza degli Stati Uniti d'America: la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, da 48 anni prigioniero innocente.
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore del suo popolo e di tutti i popoli oppressi, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani, difensore della Madre Terra.
Leonard Peltier e' gravemente malato e dopo quasi mezzo secolo di ingiusta detenzione non gli resta molto tempo da vivere.
Leonard Peltier e' stato condannato per un delitto che non ha commesso: e' stato definitivamente dimostrato che le testimonianze contro di lui erano false e che le prove contro di lui erano altrettanto false.
Dal carcere Leonard Peltier lungo mezzo secolo ha sostenuto con la parola e con la testimonianza, con l'esempio e con la solidarieta' concreta nella misura in cui gli e' stato possibile esprimerla, innumerevoli iniziative nonviolente in difesa dei popoli e delle persone cui venivano negati i diritti piu' elementari, in difesa del mondo vivente minacciato di irreversibili devastazioni.
Personalita' come Nelson Mandela, come madre Teresa di Calcutta, come Desmond Tutu, come Rigoberta Menchu', come il Dalai Lama, come papa Francesco, hanno chiesto la sua liberazione.
Movimenti umanitari come Amnesty International e il Movimento Nonviolento hanno chiesto la sua liberazione.
Istituzioni rappresentative come l'Onu (che sulla vicenda di Leonard Peltier si e' pronunciata attraverso una commissione giuridica ad hoc) e come il Parlamento Europeo (fin dagli anni Novanta, ed ancora qualche anno fa con il compianto suo Presidente David Sassoli) hanno chiesto la sua liberazione.
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Presidente Biden,
in questo tempo attraversato da orrori indicibili, da guerre e devastazioni inaudite, in cui non solo l'intera umana famiglia ma l'intero mondo vivente - quest'unico mondo vivente che conosciamo nell'intero universo - sono minacciati di distruzione per responsabilita' di poteri folli e scellerati, la liberazione di Leonard Peltier costituirebbe un messaggio di speranza e un'epifania di bene a conforto e sostegno dell'umanita' intera.
La liberazione di Leonard Peltier sarebbe per ogni persona di volonta' buona e per ogni civile consorzio e legittimo istituto fedeli all'umanita' una viva gioia e un impulso potente a continuare ad operare per la pace che salva le vite, per il bene comune che ogni essere umano riconosce e raggiunge e soccorre e preserva, che nessuna persona abbandona al dolore e alla morte.
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Presidente Biden,
conceda la grazia a Leonard Peltier.
Restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 11 agosto 2024
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnato nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
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Allegato primo. Per scrivere al Presidente Biden:
Per scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America e' sufficiente collegarsi al sito della Casa Bianca alla pagina web: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: scrivere un breve testo (di seguito una traccia utilizzabile):
"Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
le scriviamo per chiederle di concedere la grazia presidenziale a Leonard Peltier.
Come lei sa, Leonard Peltier ha gia' subito 48 anni di carcere per un delitto che non ha commesso.
E' vecchio, e' gravemente malato, le sue patologie non possono essere adeguatamente curate in carcere.
La sua liberazione e' stata chiesta da Nelson Mandela, da madre Teresa di Calcutta, dal Dalai Lama, da papa Francesco, da Amnesty International, dal Parlamento Europeo, dall'Onu, da milioni di persone di tutto il mondo.
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
conceda la grazia a Leonard Peltier.
Restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Distinti saluti".
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Allegato secondo. Per saperne di piu':
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Ancora nella rete telematica segnaliamo una lettera "ad adiuvandum" alla "United States Parole Commission" del 22 giugno 2024:
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2024/06/msg00055.html
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee": www.freeleonardpeltiernow.org

2. REPETITA IUVANT. CHE FARE ADESSO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Come e' noto, la "United States Parole Commission" ha negato la "liberta' sulla parola" a Leonard Peltier, ed ha fissato la prossima udienza al 2026. Gli avvocati di Leonard Peltier hanno gia' annunciato che ovviamente interporranno appello avverso questa decisione.
Come e' noto Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, e' detenuto da 48 anni in un carcere di massima sicurezza per un delitto che non ha commesso; la sua condanna si baso' su "testimonianze" false e su "prove" altrettanto false. E' anziano (ha quasi 80 anni) e gravemente malato, e le sue plurime patologie non possono essere curate adeguatamente in regime carcerario. Numerosissime personalita' benemerite dell'umanita', associazioni benefiche come Amnesty International, istituzioni democratiche di tutto il mondo - in primis l'Onu e il Parlamento Europeo - chiedono la sua liberazione.
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Che fare?
Occorre perseverare lungo tutte e tre le vie che possono portare alla liberazione di Leonard Peltier:
1. la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la "grazia presidenziale";
2. la richiesta al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America di concedere il "rilascio compassionevole";
3. la richiesta alla "United States Parole Commission" di concedere la "liberta' sulla parola".
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Alcune indicazioni pratiche
a) Per scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America:
aprire la pagina ad hoc nel sito: https://www.whitehouse.gov/contact/ e seguire le indicazioni li' contenute.
Proposta di testo:
Egregio Presidente degli Stati Uniti d'America,
e' consuetudine che avvicinandosi il termine del mandato quadriennale il Presidente degli Stati Uniti d'America conceda la grazia ad alcuni detenuti.
La preghiamo di voler concedere la grazia al signor Leonard Peltier, detenuto da quasi mezzo secolo, ormai quasi ottantenne, affetto da gravissime patologie che non possono essere curate in regime carcerario, la cui liberazione e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco e da istituzioni come l'Onu e il Parlamento Europeo.
Voglia gradire distinti saluti.
b) Per scrivere al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America:
aprire la pagina ad hoc nel sito: https://www.justice.gov/doj/webform/your-message-department-justice e seguire le indicazioni li' contenute.
Proposta di testo:
Egregio Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America,
la preghiamo di voler concedere il "rilascio compassionevole" ("compassionate release") al signor Leonard Peltier, detenuto da quasi mezzo secolo, ormai quasi ottantenne, affetto da gravissime patologie che non possono essere curate in regime carcerario, la cui liberazione e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco e da istituzioni come l'Onu e il Parlamento Europeo.
Voglia gradire distinti saluti.
c) Per scrivere alla "United States Parole Commission":
usare l'indirizzo e-mail: USParole.questions at usdoj.gov
Proposta di testo:
Egregie signore ed egregi signori della "United States Parole Commission",
pur consapevoli della vostra recente decisione, ci permettiamo di sollecitare ulteriormente una tempestiva riconsiderazione della situazione del signor Leonard Peltier, detenuto da quasi mezzo secolo, ormai quasi ottantenne, affetto da gravissime patologie che non possono essere curate in regime carcerario, la cui liberazione e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco e da istituzioni come l'Onu e il Parlamento Europeo.
Vogliate gradire distinti saluti.
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d) Per informare gli avvocati che assistono Leonard Peltier:
usare gli indirizzi e-mail: ksharp at sanfordheisler.com, jenipherj at forthepeoplelegal.com
Proposta di testo:
Egregia avvocata, egregio avvocato,
vi informiamo che abbiamo scritto al Presidente degli Stati Uniti d'America, al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America, alla "United States Parole Commission", le lettere il cui testo alleghiamo.
Vogliate gradire distinti saluti.
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Tre consigli a chi vuole esprimere e promuovere la solidarieta'
I. La prima forma di solidarieta' e' la conoscenza
- occorre studiare adeguatamente tanto i fatti quanto il contesto;
- occorre far circolare l'informazione, avendo cura che sia un'informazione precisa ed incontrovertibile;
- occorre promuovere altre adesioni all'impegno, avendo cura che ci si attenga scrupolosamente al fine della liberazione di Leonard Peltier e che la metodologia sia rigorosamente nonviolenta;
- soprattutto: occorre far sentire la propria voce direttamente alle istanze istituzionali concretamente preposte alla decisione sulla liberazione di Leonard Peltier; e farla sentire in modo adeguato: ovvero comprensibile e persuasivo. Non serve, ed e' anzi dannosa, la retorica d'accatto, ignorante e stereotipata, che ovviamente non convince nessuno.
E' semplicemente indispensabile la lettura di tutti i seguenti testi:
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Steve Hendricks, The Unquiet Grave: The FBI and the Struggle for the Soul of Indian Country, Thunder's Mouth Press, New York 2006.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison Writings: My Life is my Sun Dance, St. Martin's Griffin, New York 1999.
- Michael E. Tigar, Wade H. McCree, Leonard Peltier, Petitioner, v. United States. U.S. Supreme Court transcript of record with supporting pleading, Gale MOML U.S. Supreme Court Records, 1978 e successive ristampe.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia: An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
II. La prima forma di azione nonviolenta e' la parresia
- occorre prendere la parola e dire la verita' contrastando la violenza del potere;
- occorre prendere la parola e dire la verita' alle istituzioni per ottenere il rispetto del diritto e della morale;
- occorre prendere la parola e dire la verita' come atto politico che invera l'esercizio della democrazia.
Leonard Peltier e' innocente. Leonard Peltier e' in pericolo di morte. Leonard Peltier deve essere liberato.
Nella vicenda di Leonard Peltier si compendia e si testimonia la condizione imposta dalla violenza etnocida, genocida ed ecocida del potere colonialista, imperialista e razzista a tutti i popoli oppressi, all'umanita' intera e all'intero mondo vivente.
La liberazione di Leonard Peltier significa quindi riconoscere il diritto alla vita non solo di ogni persona innocente e di ogni popolo oppresso, ma di tutti gli esseri umani in quanto tali, dell'umanita' intera, di tutti gli esseri viventi e dell'intero mondo vivente.
III. Il tempo e' poco, agire ora
La vecchiaia e le patologie di Leonard Peltier rendono urgente l'impegno per la sua liberazione.
Occorre scrivere ora ai soggetti istituzionali che hanno il potere di restituirgli la liberta'.
Occorre promuovere ora ogni iniziativa nonviolenta adeguata a far crescere l'impegno per la sua liberazione.
Occorre attivare i mezzi d'informazione per ottenere ora la massima attenzione possibile dell'opinione pubblica.
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Free Leonard Peltier.
Non muoia in prigione un uomo innocente.
Mitakuye Oyasin.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 7 luglio 2024

3. INIZIATIVE. IN SETTEMBRE NUMEROSE INIZIATIVE PUBBLICHE DI SOLIDARIETA' CON LEONARD PELTIER IN VARIE CITTA' D'ITALIA

Nel mese di settembre sono previste numerose iniziative pubbliche di solidarieta' con Leonard Peltier in varie citta' d'Italia.
Iniziative sono gia' previste a Firenze, Genova, Milano, Napoli, Roma, Viterbo.
Per informazioni contattare Andrea De Lotto del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" (e-mail: bigoni.gastone at gmail.com) e il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo (e-mail: centropacevt at gmail.com).

4. DOCUMENTAZIONE. DANIELA BEZZI: UN GRUPPO SU FACEBOOK
[Attraverso Naila Clerici riceviamo e diffondiamo]

Buon pomeriggio a tutte e tutti, e' un po' di tempo che non ci sentiamo per cui ben ritrovati con la segnalazione di questo Gruppo su Facebook
Free Leonard Peltier Italy: https://www.facebook.com/groups/1051622359691101
che ho aperto per facilitare la condivisione di appuntamenti, iniziative, immagini, suggestioni e quant'altro ci andra' di condividere andando verso il 12 settembre (80mo compleanno di Peltier) e naturalmente oltre, augurandoci che Biden si decida a concedere la clemenza.
Il primo appuntamento, inaugurale di una vera e propria 'season' perche' gli appuntamenti saranno veramente tanti, succede questa domenica a a Milano, Piano Terra (Via Confalonieri 3) con la proiezione del film Mitakuye Oyasin di Andrea Galafassi e il racconto di Andrea De Lotto ecc Mark The Date e fate sapere.
E soprattutto iscrivetevi a questo Gruppo, che essendo Gruppo consente a tutti di postare cose (purche' in tema) e condividetelo il piu' possibile con altri.
Doksha (grazie nella lingua dei Lakota)
Daniela

5. INIZIATIVE. SIBILLA DRISALDI: IL 12 SETTEMBRE A ROMA
[Da Sibilla Drisaldi riceviamo e diffondiamo]

Siamo lieti di annunciarvi la costruzione dopo tanti anni di attivismo del gruppo Peltier di Roma.
Abbiamo ora in cogestione, essendo ospiti, una sede presso viale Giotto 17, zona Porta San Paolo.
Vi invitiamo il 12 settembre alle ore 17,15 per una merenda insieme e un omaggio a Peltier, pianteremo un albero per Leonard per poi andare tutti insieme all'ambasciata americana alle 18,30 con gli amici di Milano.
Ci rapportiamo da tempo, viste alcune situazioni chiarite a livello internazionale, unicamente al nuovo team legale di Peltier e comitato ad hoc ufficiale degli USA.
Cari saluti,
Sibilla Drisaldi
Healing and Freedom
Leonard Peltier Support Group Rome
Tel. 3311118268

6. DOCUMENTAZIONE. FREE LEONARD PELTIER. UN PRESIDIO A MILANO IL 10 SETTEMBRE
[Da vari siti milanesi riprendiamo e diffondiamo il seguente comunicato]

Giovedi' 12 settembre l'attivista per i diritti dei popoli nativi Leonard Peltier compira' ottant'anni, 49 dei quali passati nei penitenziari USA.
Leonard Peltier, membro della tribu' Lakota, nacque nella riserva di Turtle Mountain (North Dakota) e fu coinvolto fin da giovane nell'American Indian Movement (AIM), un'organizzazione fondata nel luglio 1968 a Minneapolis (Minnesota) per difendere i diritti dei nativi americani negli Stati Uniti, con la quale partecipo' anche all'occupazione del villaggio di Wounded Knee nel febbraio 1973.
Nel giugno 1975, presso la riserva di Pine Ridge (la piu' importante riserva sioux), nel quadro di una prolungata ondata di terrore ritorsivo contro i ribelli di Wounded Knee costata la vita a un'ottantina di militanti, due agenti speciali dell'FBI morirono in uno scontro a fuoco. Per la loro uccisione Peltier fu condannato a due ergastoli, nonostante l'inconsistenza delle prove a carico e una serie di irregolarita' processuali, fra cui il fatto che la giuria fosse formata da soli bianchi, che il processo fosse celebrato a Fargo, citta' storicamente ostile agli indiani, e che a presiederlo fosse un giudice noto per il suo razzismo.
Nonostante la smentita della prova balistica, nel 1986 la sentenza di condanna viene confermata. Nel 1993 la Commissione per la liberta' condizionata rifiuta una domanda di scarcerazione. Durante l'udienza tenutasi nel 1995, dove Peltier viene difeso dall'ex ministro della giustizia Ramsey Clark, il procuratore Lynn Crook ammette che "non esistono prove contro Leonard Peltier", mentre di recente James H. Reynolds, ex procuratore statunitense, nonche' pubblico ministero nel processo a carico di Peltier, rivolgendosi al Presidente degli Stati Uniti Biden ha dichiarato: "Con il tempo e col senno di poi, mi sono reso conto che il procedimento giudiziario e la lunga incarcerazione del signor Peltier erano e sono ingiusti".
A quasi cinquant'anni di distanza, risulta che il vero crimine del prigioniero 89637-132 e' quello di essere un indiano e di aver difeso i diritti fondamentali di quei popoli autoctoni verso i quali gli Stati Uniti d’America non hanno mai lesinato il piombo.
Martedi' 10 settembre a Milano si svolgera' un presidio al consolato USA, e altri presidi si terranno in diverse grandi citta' della penisola, fino al 14 settembre.

7. DOCUMENTAZIONE. DANIELA BEZZI: PROIEZIONE A MILANO DI "MITAKUYE OYASIN", DOCUMENTARIO SULLA STORIA DI LEONARD PELTIER
[Dal sito di "Pressenza" riprendiamo e diffondiamo]

Appuntamento da non mancare domenica primo settembre a Milano, presso la sede di Piano Terra (Via Confalonieri 3, h 19.30) per la proiezione del bel documentario di Andrea Galafassi dal titolo Mitakuye Oyasin - Tutto e' connesso, dedicato alla vicenda del nativo americano Leonard Peltier, da 40 anni detenuto in un carcere di massima sicurezza in Florida e ormai in precarie condizioni di salute. Un film che intreccia materiali di repertorio con le immagini di una valle (la Val Susa) da 30 anni imprigionata nella più inaccettabile devastazione causa-TAV, che peraltro esiste solo come infinito cantiere, ma di rotaie... neanche un metro.
Del caso di Leonard Peltier, della sparatoria che esplose quel 26 giugno del 1975 nella localita' di Oglala (Sud Dakota) volgendo in tragedia quella che avrebbe dovuto essere un normalissimo raduno di nativi, ci siamo gia' piu' volte occupati su Pressenza: due agenti dell'FBI rimasero uccisi oltre al nativo Joe Stuntz, qualcuno doveva pagare. Il procedimento giudiziario venne manipolato ad arte per convalidare la colpevolezza di Peltier.
Limitiamoci dunque a dire del film, che e' stato presentato in anteprima al Festival delle Terre di Roma (15 maggio) e in paio di occasioni tra Torino e la Val di Susa, negli stessi luoghi che si trovarono ad accogliere le tre native Carol Gokee, Lona Knight e Jean Roach nell'autunno del 2022, quando vennero in Europa per il Rise Up Tour: un viaggio dal cuore degli Stati Uniti fino in Francia, Germania, Svizzera e appunto Italia, con l'obiettivo di sensibilizzare il maggior numero di platee circa l’urgenza di risolvere una volta per tutte l'ingiustizia di quella totalmente arbitraria prigionia. Cosi' l'ha definita infatti lo stesso Dipartimento per gli Affari Indigeni delle Nazioni Unite con sede a Ginevra. E Ginevra, con vari appuntamenti ad alto livello e una bellissima manifestazione di fronte alla sede UN con tanto di Teepee e tamburi, era stata la tappa immediatamente precedente il passaggio in Italia, via Modane.
Il film prende appunto le mosse dal momento in cui le tre attiviste vengono festosamente accolte da una delegazione del movimento NoTav francese al di la' delle Alpi; ed eccole subito dopo a constatare lo stato di avanzata devastazione a Villarodin Bourget. Non meno impressionante il giorno dopo sara' lo spettacolo di militarizzazione in Val Susa, con l'ex polmone verde di San Didero dentro alte recinzioni, le forze dell'ordine che si avvicendano giorno e notte in difesa della 'grande opera', un territorio ridotto a colonia, terra di conquista.
Sotto la tettoia di quello che era il presidio di San Didero (perche' anche quel pezzo li' e' stato nel frattempo espropriato), le tre donne spiegano il motivo del loro viaggio, l'incredibile e prolungata prigionia di Peltier che, benche' non supportata da alcuna evidenza, benche' ripetutamente denunciata come illegittima, continua all'infinito. A loro volta, a nome del Movimento NoTav, Nicoletta Dosio e Alberto Perino testimoniano l'intollerabile assedio da troppi anni inflitto alla loro valle, la detenzione di tanti dietro le sbarre: Mitakuye Oyasin, siamo tutti nella stessa storia.
Man mano che il viaggio prosegue, a Torino, Milano, Roma, la camera di Andrea Galafassi si fa sempre piu' vicina al cuore della vicenda. E alla documentazione degli incontri, uno piu' affollato dell'altro, si alternano i ravvicinati primi piani, con lunghe interviste che in fase di montaggio forniscono la traccia per l'accurata ricostruzione di quella storia cosi' lontana e al tempo stesso vicinissima. E dell'insanabile ferita, del trauma collettivo entro cui si situa: particolarmente toccante la testimonianza di Lona sul capitolo delle boarding school, che per molti bambini indiani (letteralmente rubati alle loro famiglie per essere 'rieducati' nello stile di vita dei bianchi, e tra loro anche Leonard Peltier) furono un trauma, la prima esperienza di prigione.
Ai materiali d'archivio, alle foto e ai filmati di repertorio che documentano come meglio non si potrebbe l'oppressione di un'intera nazione indiana nel controluce della vicenda di Leonard Peltier, si alternano le immagini di una valle che da oltre trent'anni non ha smesso di opporsi alla logica della devastazione, "la stessa che nelle nostre Black Hills, come qui nelle vostre montagne, come ovunque nel mondo, sta mettendo sotto assedio Madre Terra, con le sue risorse piu' preziose e vitali, che abbiamo il dovere di difendere anche nel nome di chi non ha voce, le piante, gli animali", sottolinea con convinzione Jean Roach verso il finale.
Solo poche immagini prima il documentario si era soffermato sulle esplosioni, i fumi, la nube tossica, che aveva concluso la piu' festosa delle manifestazioni NoTav, quando per la prima volta  entrambi i versanti dell'opposizione al progetto si erano ritrovati insieme ai Soulevements de la Terre in Maurienne, il 17 giugno 2023: Mitakuye Oyasin, siamo tutti nella stessa resistenza.
Formidabile voce narrante di tutta questa storia, oltre che instancabile attivista da anni per la causa di Leonard Peltier (e infatti a piu' riprese inquadrato nel filmato) e' il 'nostro' Andrea De Lotto, che per i lettori di Pressenza non ha bisogno di presentazione.
E davvero bella la colonna sonora che Alberto Vacchiotti ha sapientemente elaborato sul leit motiv del canto d Lona all'inizio del film: un canto che in quei giorni del Rise Up Tour, dinnanzi al fortino di San Didero, suono' come una manifestazione di commossa devozione alla Madre Terra. E che particolarmente in questi giorni suona come la piu' dolente delle preghiere, alla vigilia dell'ottantesimo compleanno di Leonard Peltier: di nuovo dietro le sbarre, nonostante l'eta', nonostante sia ormai malato, nonostante l'evidenza di innocenza.
Altre proiezioni del film sono state programmate nei prossimi giorni in altre citta' d'Italia - per esempio il 13 settembre a Torino, Polo del '900, h. 18, organizzano ANPPIA Torino, in collaborazione con Centro Studi Italia Cuba, Associazione Nazionale del Libero Pensiero Giordano Bruno, ANPI Torino, Comitato di Solidarieta' con Leonard Peltier, Milano. Altre sono in via di definizione. Tutti gli aggiornamenti sulla campagna in corso in Italia, Europa e naturalmente USA, sulla pagina Free Leonard Peltier Italy: https://www.facebook.com/groups/1051622359691101

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NON MUOIA IN CARCERE LEONARD PELTIER
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