[Nonviolenza] Telegrammi. 5233



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5233 del 16 giugno 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Una lettera aperta al Presidente statunitense Biden: restituisca la liberta' a Leonard Peltier
2. Lettera al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America per chiedere il "rilascio compassionevole" del signor Leonard Peltier
3. La "United States Parole Commission" ha ora 21 giorni per annunciare la decisione sulla liberta' vigilata per Leonard Peltier
4. Jim McMahan: Free Leonard Peltier
5. Amelia Schafer: The wait begins for Leonard Peltier
6. Ripetiamo ancora una volta...
7. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
8. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)
9. Segnalazioni librarie
10. La "Carta" del Movimento Nonviolento
11. Per saperne di piu'

1. L'ORA. UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE STATUNITENSE BIDEN: RESTITUISCA LA LIBERTA' A LEONARD PELTIER

Egregio Presidente Biden,
che il suo soggiorno in Italia sia felice.
Che le ispiri buoni pensieri e buone azioni.
*
E un'azione che lei puo' compiere e' lungamente attesa, da quasi mezzo secolo e' attesa.
La grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano da 48 anni detenuto per un delitto che non ha commesso.
La grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, un uomo generoso e coraggioso ormai anziano ed affetto da plurime gravi patologie che non possono essere curate in carcere.
La grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, un uomo che ha dedicato la sua intera vita all'impegno in difesa del suo popolo e di tutti i popoli oppressi, all'impegno in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, all'impegno in difesa di quest'unico mondo vivente di cui tutte e tutti siamo parte e dobbiamo essere custodi.
*
Egregio Presidente Biden,
restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Voglia gradire distinti saluti,
Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 14 giugno 2024
* * *
Per saperne di piu'
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee": www.freeleonardpeltiernow.org

2. L'ORA. LETTERA AL PROCURATORE GENERALE DEGLI STATI UNITI D'AMERICA PER CHIEDERE IL "RILASCIO COMPASSIONEVOLE" DEL SIGNOR LEONARD PELTIER

Al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America (United States Attorney General) Merrick Garland
Egregio Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America,
come Le sara' sicuramente noto, la "United States Parole Commission" in questi giorni, dopo l'udienza del 10 giugno 2024, sta valutando se concedere al signor Leonard Peltier la misura della "liberta' sulla parola" in considerazione della sua eta' avanzata e delle sue gravi condizioni di salute (il signor Peltier e' affetto da plurime gravi patologie che non possono essere adeguatamente curate in regime carcerario e la sua vita e' quindi in pericolo).
Ugualmente le sara' noto che da piu' parti e' stato reiteratamente chiesto al Presidente degli Stati Uniti d'America un provvedimento di grazia presidenziale che restituisca la liberta' tout court al signor Peltier.
Nelle more del pronunciamento della "United States Parole Commission" (che, come e' noto, ha 21 giorni di tempo per esprimersi), e nell'attesa che il Presidente Biden prenda finalmente in considerazione l'opportunita' di un provvedimento di grazia, mi permetto di scrivere anche a Lei, egregio Procuratore Generale, per rinnovare la richiesta - che so gia' esserLe stata posta da molte autorevoli personalita' istituzionali del suo Paese - di attivare il "rilascio compassionevole" ("compassionate release") del signor Peltier.
*
Egregio Procuratore Generale,
credo che Lei conosca gia' quale sia la situazione del signor Peltier, figura del resto assai nota anche a livello internazionale.
Mi perdoni quindi se mi permetto di riassumerne il profilo in poche parole: Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente; e' detenuto ormai da 48 anni dopo essere stato condannato sulla base di cosiddette "testimonianze" dimostratesi grossolanamente false, e di cosiddette "prove" dimostratesi altrettanto scandalosamente false.
Il signor Peltier ha ormai quasi 80 anni ed e' affetto, come ricordavo sopra, da gravi patologie che non possono essere efficacemente curate in carcere.
In quasi cinque decadi di detenzione il signor Peltier ha dipinto quadri, scritto poesie e pubblicato un libro molto apprezzato e tradotto in varie lingue (come il francese, l'italiano, lo spagnolo e il tedesco); ha promosso iniziative educative ed assistenziali, ha sostenuto importanti iniziative di protezione della natura, ha appoggiato e contribuito a far conoscere molte importanti iniziative nonviolente in difesa dei diritti fondamentali e del bene comune dell'umanita' e del mondo vivente.
La sua liberazione e' stata chiesta da personalita' insigni come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama e Papa Francesco; da prestigiose associazioni umanitarie come Amnesty International; da alcune delle maggiori istituzioni democratiche internazionali come l'Onu (che alla vicenda di Leonard Peltier ha dedicato i lavori di una Commissione giuridica ad hoc) e il Parlamento Europeo.
*
Egregio Procuratore Generale,
mi consta che il "rilascio compassionevole" ("compassionate release") sia un istituto appositamente previsto nell'ordinamento del suo Paese per una casistica in cui rientra perfettamente la situazione attuale del signor Peltier. Non vi e' certo bisogno che sia io a spiegarlo a Lei, che ne ha indubbiamente compiuta cognizione e piena coscienza. Se posso permettermi di aggiungerlo: alla luce della dottrina giuridica universalmente riconosciuta il "rilascio compassionevole" del signor Peltier dovrebbe avvenire "ope legis" sic et simpliciter.
Con la presente lettera sono quindi a pregarLa di voler attivare la procedura che metta capo alla decisione del "rilascio compassionevole" del signor Peltier, con la tempestivita' che la sua eta' e le sue condizioni di salute palesemente richiedono.
Ovviamente confido che nel frattempo gia' la "United States Parole Commission" abbia disposto la concessione della "liberta' sulla parola"; e confido altresi' che lo stesso Presidente degli Stati Uniti si determini infine alla concessione della grazia presidenziale; ma cionondimeno sollecito anche un positivo pronunciamento in merito alla richiesta di "compassionate release". Vale infatti sempre l'antico adagio secondo cui "melius est abundare quam deficere". Il signor Peltier ha subito una assai lunga detenzione, e' anziano e in gravi condizioni di salute: pertanto si adoperino tutte le istituzioni competenti - ciascuna nell'ambito delle sue funzioni - affinche' siano finalmente pienamente rispettati i suoi inalienabili diritti umani, sia messo in condizione di ricevere le cure adeguate cui ha diritto e - last, but not least - possa tornare a vivere con la sua famiglia, dopo quasi mezzo secolo, quest'ultimo scorcio della sua vita.
Non muoia in carcere una vittima innocente di un conclamato errore giudiziario.
*
Egregio Procuratore Generale,
non dubito che Lei converra' con me che nelle questioni fondamentali "pietas" e "iustitia" sono una sola medesima cosa, la stessa virtu', lo stesso dovere: non vi e' giustizia dove non c'e' pieta'; ergo, sia concesso il "rilascio compassionevole" al signor Peltier.
Voglia gradire distinti saluti ed auguri di buon lavoro,
Peppe Sini
responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
gia' Consigliere, Capogruppo e Presidente di Commissione del Comune di Vetralla
gia' Consigliere, Capogruppo e Presidente di Commissione della Provincia di Viterbo
Viterbo (Italia), 13 giugno 2024
*
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.

3. L'ORA. LA "UNITED STATES PAROLE COMMISSION" HA ORA 21 GIORNI PER ANNUNCIARE LA DECISIONE SULLA LIBERTA' VIGILATA PER LEONARD PELTIER

La United States Parole Commission dovrebbe essersi riunita il 10 giugno 2024 per decidere sulla concessione della liberta' vigilata a Leonard Peltier.
Ora la Commissione avra' 21 giorni per annunciare pubblicamente la sua decisione.
Speriamo che decida per il meglio.
Se non concedera' la liberta' vigilata sara' comunque possibile, e necessario, presentare ricorso.
*
In ogni caso, quale che sia il pronunciamento della Commissione (e naturalmente speriamo che sia positivo), e' opportuno, e doveroso, proseguire nel sostegno ad altre due iniziative:
a) la richiesta del "rilascio compassionevole" (compassionate release) rivolta al Procuratore Generale (Attorney General) degli Stati Uniti d'America;
b) la richiesta della grazia presidenziale, ovviamente rivolta al Presidente degli Stati Uniti d'America.
*
Scriviamo al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America (United States Attorney General) affinche' sia concessa la "compassionate release" a Leonard Peltier.
Al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America (United States Attorney General) vanno indirizzate le richieste di "compassionate release" ("rilascio compassionevole"), ovvero di ritorno in liberta' in considerazione sostanzialmente delle gravi condizioni di salute e dell'impossibilita' di adeguate terapie in carcere, delle condizioni esistenziali di particolare sofferenza, di violazione, privazione o perdita di diritti umani fondamentali, ovvero di pericolo di morte in cui Leonard Peltier si trova.
La richiesta di "compassionate release" per Leonard Peltier e' gia' stata presentata da autorevoli rappresentanti delle istituzioni statunitensi; e' opportuno sostenerla.
Per scrivere al Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America (United States Attorney General) usare il form disponibile alla pagina web:
https://www.justice.gov/doj/webform/your-message-department-justice
Un possibile testo della lettera:
Egregio Procuratore Generale degli Stati Uniti d'America,
ci associamo alla richiesta di un provvedimento di "compassionate release" per il signor Leonard Peltier, richiesta gia' presentata da autorevoli rappresentanti delle istituzioni statunitensi.
Il signor Leonard Peltier, come e' noto, e' anziano, e' gravemente malato e non puo' ricevere cure adeguate in carcere; il senso di umanita' e l'esatta intellezione della norma giuridica suggeriscono che sia restituito all'affettuoso accudimento dei suoi familiari in questa parte restante della sua vita.
Ringraziandola per l'attenzione, voglia gradire distinti saluti.
*
Scriviamo al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale a Leonard Peltier.
E' consuetudine del Presidente degli Stati Uniti d'America, avvicinandosi la conclusione del mandato ovvero nuove elezioni, concedere la grazia presidenziale ad alcuni detenuti.
Di seguito le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 48 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
*
Va inoltre ricordato che il 26 giugno ricorre l'anniversario dell'"incident at Oglala", ovvero dello scontro a fuoco avvenuto il 26 giugno 1975 a Pine Ridge, nei pressi della fattoria della famiglia Jumping Bull, in cui persero la vita due agenti dell'Fbi e un giovane militante dell'American Indian Movement. A Leonard Peltier, sulla base di cosiddette "testimonianze" dimostratesi false, e di cosiddette "prove" dimostratesi altrettanto false, fu menzogneramente attribuita l'uccisione dei due agenti dell'Fbi: nonostante che l'errore giudiziario sia ormai universalmente riconosciuto come tale, Leonard Peltier e' ancora in prigione, vittima di una cinquantennale persecuzione determinata dal suo essere un nativo americano generoso e coraggioso difensore del suo popolo, un nativo americano generoso e coraggioso difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani, un nativo americano generoso e coraggioso difensore della Madre Terra.
Il 26 giugno si svolgeranno iniziative di testimonianza e di coscientizzazione in varie parti del mondo. Speriamo che per allora Leonard Peltier sia gia' stato liberato sulla base del pronunciamento della United States Parole Commission, ma in ogni caso in quella giornata si faccia memoria e si esprima solidarieta'.
*
Con la forza della nonviolenza proseguiamo nella solidarieta' con Leonard Peltier.
Con la forza della nonviolenza proseguiamo nella solidarieta' con tutti i popoli oppressi e tutte le persone perseguitate.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
Il Comitato viterbese per la liberazione di Leonard Peltier
Viterbo, 11 giugno 2024
* * *
Per saperne di piu'
Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
Segnaliamo anche alcune pubblicazioni a stampa in italiano e in inglese particolarmente utili:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Segnaliamo inoltre che nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/03/msg00001.html
Sempre nella rete telematica e' disponibile anche una piu' ampia ed approfondita bibliografia ragionata dal titolo "Dieci libri piu' uno che sarebbe bene aver letto per conoscere la vicenda di Leonard Peltier (e qualche altro minimo suggerimento bibliografico)":
https://lists.peacelink.it/nonviolenza/2022/09/msg00064.html
Segnaliamo infine l'attuale sito ufficiale del Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier, il "Free Leonard Peltier Ad Hoc Committee": www.freeleonardpeltiernow.org

4. DOCUMENTAZIONE. JIM MCMAHAN: FREE LEONARD PELTIER
[Dal sito www.workers.org riprendiamo e diffondiamo]

Lovers of freedom and justice are called upon to demand parole for imprisoned Native American freedom fighter Leonard Peltier. His parole hearing is on June 10. Peltier, an enrolled member of the Turtle Mountain Band of Chippewa Indians and of Lakota and Dakota descent, is 79, and has been unjustly imprisoned since 1976 - 48 years - for a crime he did not commit. Peltier is in declining health and has hoped he would live long enough to attend the hearing.
In 1973, the American Indian Movement led a 71-day occupation of Wounded Knee on the Pine Ridge Indian Reservation in South Dakota. Wounded Knee is the site where the U.S. Army massacred nearly 300 Lakota people in 1890. Wounded Knee II, as it was called, was held to protest a corrupt Tribal government in league with transnational energy companies that wanted to exploit Lakota land.
The Battle of Wounded Knee was a landmark event for the Native American movement, opening up the struggle for Indigenous sovereignty.
In a government counterattack, hundreds of FBI agents moved onto the Pine Ridge Indian Reservation, organizing the infamous "reign of terror." The FBI and FBI-organized "goon squads" murdered people, and more people had their houses burned down or their cars run off the road. Whole villages were shot up. The terror inflicted on Pine Ridge, today the poorest place in the U.S., is not unlike the U.S.-Israeli genocide taking place in Gaza right now.
*
AIM answers call for help
The FBI-orchestrated attacks led elders on Pine Ridge to call on AIM for security. Leonard Peltier and others from AIM answered the call. The group set up a camp at the Jumping Bull Compound and participated in local survival programs.
On June 26, 1975, roadblocks were set up in the area of the AIM camp and local hospitals were notified to expect casualties. Two FBI agents, Jack Coler and Ronald Williams, drove into Jumping Bull, speeding in the manner of previous FBI drive-by shootings. A firefight quickly erupted, and the AIM members defended themselves from what they saw as another murderous attack. The fight left the two FBI agents, along with AIM member Joe Stuntz Killsright, dead.
What followed was a huge attack by 150 to 200 FBI agents, SWAT teams and other government agents. Encampment members, including Peltier, were forced to flee with the aid of local supporters.
The firefight created a diversion, allowing Dick Wilson, the corrupt Tribal chairman, to sign away a large part of the reservation to the U.S. government. This was done so that transnational energy companies could mine uranium on the reservation.
Peltier said in "Prison Writings: My Life Is My Sun Dance": "I have no doubt whatsoever that the real motivation behind Wounded Knee II and the Oglala firefight, and much of the turmoil throughout Indian Country since the early 1970s, was - and is - the mining companies' desire to muffle AIM and all traditional Indian people, who sought - and still seek - to protect the land, water, and air from their thefts and depredations. In this sad and tragic age we live in, to come to the defense of Mother Earth, is to be branded a criminal."
Peltier was captured in 1976 in Canada and extradited to the U.S. based on false affidavits coerced by the FBI. Peltier's two co-defendants from the encampment defense, Bob Robideau and Dino Butler, were found not guilty of murder by reason of self-defense. But Peltier's case was separated from Butler's and Robideau's "so that the full prosecutive weight of the federal government could be directed against Leonard Peltier," according to an FBI memo. (freepeltier.org)
In an atmosphere of fear and intimidation in Fargo, North Dakota, Leonard was found guilty by an all-white jury and sentenced to two consecutive life terms. Virtually the entire defense, which justified an acquittal in Butler's and Robideau's cases, was ruled inadmissible in Peltier's case by the judge. Through appeals, Peltier's lawyers have been able to disprove the case against him, to the point that the U.S. government prosecutors have stated that they don't know what role Leonard played in the firefight.
We will always uphold the courageous stance of Leonard Peltier and the people of Pine Ridge, along with the American Indian Movement and the entire movement for Native Sovereignty.
Contact the U.S. Parole Commission to demand parole for Leonard Peltier: U.S. Parole Commission, Acting Chairperson, Patricia K. Cushwa, 90 K St. N.E. 3rd Floor, Washington D.C. 20530; phone 202-346-7000; email USParole.questions at usdoj.gov

5. DOCUMENTAZIONE. AMELIA SCHAFER: THE WAIT BEGINS FOR LEONARD PELTIER
[Dal sito https://northdakotamonitor.com/ riprendiamo e diffondiamo]

The wait begins for Leonard Peltier
Turtle Mountain tribal member was convicted in deaths of 2 FBI agents
*
RAPID CITY, S.D. - By July 1, a decision will be made regarding what could be Anishinaabe AIM activist and now elder Leonard Peltier's last shot at freedom.
The Turtle Mountain Band of Chippewa Indians citizen's parole hearing lasted about seven hours on June 10. This was Peltier's first parole hearing in over a decade. His last hearing in 2009 ended in rejection, as did a 2017 request to President Barack Obama for clemency.
Peltier is currently serving two consecutive life sentences at Coleman Maximum Security in Florida after being convicted of aiding and abetting in the murder of two FBI agents on June 26, 1975, at the Jumping Bull Ranch in South Dakota.
Peltier is 79 years old and has been struggling with health concerns for years. He's had trouble managing his diabetes while incarcerated, experienced the loss of vision in one eye, had open heart surgery, an aortic aneurysm, and is dealing with the lingering effects of contracting COVID-19.
Often referred to as a political prisoner, Peltier was the only one out of three AIM members charged in the murders of the two FBI agents who was not acquitted of the charges. Two other AIM members who were present, Robert Robideau and Dino Butler, were both acquitted following a trial in Cedar Rapids, Iowa.
After fleeing to Canada and being extradited back to the United States, Peltier was tried in Fargo, North Dakota, and found guilty of both murders. Federal prosecutors later changed his charges to aiding and abetting in the two murders.
Peltier has already served a longer sentence than most principals in murder convictions.
After fleeing to Canada and being extradited to the United States, Peltier was convicted and sentenced in 1977 to life in prison, despite defense claims that evidence against him had been falsified.
A long list of people, tribes, and organizations that have called for Peltier's freedom including the former prosecutor in the case, members of Congress, Amnesty International USA, Pope John Francis, the Dalai Lama, the National Congress of American Indians and dozens of tribal nations, Peltier's own tribe, the Turtle Mountain Band of Chippewa Indians has also called for his release.
On June 7, FBI Director Christopher Wray released a letter he penned to Patricia Cushwa, acting chair of the U.S. Parole Commission in opposition of paroling Peliter.
"Over the past 45 years, no fewer than 22 federal judges have evaluated the evidence and considered Peltier's legal arguments," Wray said in the letter. "Each has reached the same conclusion: Peltier's claims are meritless, and his convictions and sentence must stand. Despite the overwhelming and consistent court rulings, Peltier has refused to accept any responsibility for his violent crimes and persists in advancing spurious claims that judges have repeatedly examined and exposed as false."
The FBI Agents Association, which represents active agents, also sent a letter to the parole commission claiming that paroling Peltier would be "a cruel act of betrayal."
*
Prayers nationwide
Across the United States and beyond, Indigenous activists held prayer ceremonies for Peltier's release.
Jean Roach, a Mnicouju Lakota woman who was 14 during the Jumping Bull Ranch shootout, remembers the day vividly.
"You know how prairie is, there was nothing, so some of those bullets came pretty close to us," Roach said. "At one moment I froze up running up the hills, I threw myself to the ground because the bullets they were all around me. I looked up and I saw Dino Butler and he waved for me to go."
Hundreds of rounds of ammunition had been fired during the shootout. In that time, Roach said she jumped up and ran as fast as she could away from the area until she got somewhere that she and her brother could hide.
By the time the shootout ended three men were dead - FBI Agents Ronald Arthur Williams and Jack Ross Coler and 23-year-old AIM member Joseph Bedell Schultz, a citizen of the Couer d’Alene Tribe. Williams and Coler were dead within the first 10 minutes of the shootout.
"There were 11 of us that escaped," Roach said. "When we ran from the wooded area where we were camped at by the sweat lodge we had to go maybe a mile to the tree tops of the pines to get out of the area they were surrounding. We hid in the trees along lakeside road and we were watching the cops fly by. They had no idea we were up there in those trees watching them until after they left."
Roach, who now works with the International Leonard Peltier Defense Committee, said she held a prayer ceremony on June 10 in Phoenix with the Phoenix AIM division. While she said she's holding out hope for Peltier's release, she worries nothing will change.
"We're holding prayer that he will be released because anybody that's been in prison really has a hard time dealing with it," Roach said. "I can't imagine being in prison for 49 years, not being able to see your loved ones, your children, grandchildren and great-grandchildren. He's been suffering for a long time."
In South Dakota, Oglala Lakota elder Norma Rendon's nonprofit organization Where All Women Are Honored held a ceremony at Bear Butte State Park, a sacred site.
"Bear Butte was an excellent place to have the prayer vigil because of the ancestors there," Rendon said. "We prayed that they watch over him and guide the hearts and minds of the people making the decisions."
During the event, longtime AIM leader Bill Means spoke about Leonard and the struggles he's faced while incarcerated.
"He (Peltier) is a political prisoner," Rendon said. "There's been so much evidence that he did not commit those murders. He should have never been charged for that."
Rendon said over 30 individuals came to Bear Butte on the afternoon of June 10 for prayer and a meal.
If parole is granted, Peltier will begin the process for release. If denied, he could file an appeal to a federal district court.
The commission has until July 1 to make a decision.

6. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

7. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)

Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
*
All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
*
Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
*
Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.

8. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)

Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
*
E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

9. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- AA. VV., Rei. Cerimonia, rituale, Gedi, Torino 2024, pp. 144, euro 8,90.
- Edward O. Wilson, Biofilia, Mondadori, Milano 1985, Piano B, 2021, Gedi, Torino 2024, pp. 212, euro 8,90.
*
Riletture
- Quino, Tutta Mafalda, Bompiani, Milano 1978, 1980, pp. XXVI + 422.
*
Classici
- Giacomo Debenedetti, Rileggere Proust, Mondadori, Milano 1982, Garzanti, Milano 1994, pp. 224.
- Giovanni Macchia, L'angelo della notte, Rcs Rizzoli Libri, Milano 1979, 1990, pp. 256.

10. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

11. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5233 del 16 giugno 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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