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[Nonviolenza] Telegrammi. 5174
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 5174
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Wed, 17 Apr 2024 15:02:37 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5174 del 18 aprile 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Enrico Peyretti: Da Domenico e Nanni, a noi, a domani
2. Pasquale Pugliese: Il tradimento di Ventotene. Dal progetto di un'Europa di pace alla preparazione di un'altra guerra mondiale
3. Todaro Fenedisci: Per una lista per la pace alle elezioni europee di giugno occorre raccogliere 75.000 firme entro aprile
4. Raniero La Valle: Una rivoluzione del sistema sociale?
5. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
6. Un incontro a Viterbo, un appello a Strasburgo e Bruxelles. Per la liberazione di Leonard Peltier
7. Kairos per la liberazione di Leonard Peltier
8. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
9. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)
10. Un profilo di Pino Arlacchi, candidato nella lista "Pace Terra Dignita'"
11. Segnalazioni librarie
12. La "Carta" del Movimento Nonviolento
13. Per saperne di piu'
1. MEMORIA. ENRICO PEYRETTI: DA DOMENICO A NANNI, A NOI, A DOMANI
[Riceviamo e diffondiamo questa lettera di Enrico Peyretti inviata la mattina di lunedi' 15 aprile alle persone amiche della nonviolenza che ricordano Domenico Sereno Regis e Nanni Salio.
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' candidato alle elezioni europee nella lista "Pace Terra Dignita'"]
"Bisogna dire cose premature. Essere realisti e' essere creativi"
(Johan Galtung)
Cari amici e amiche della nonviolenza,
e' festa di gratitudine e di impegno ricordare oggi e farci incoraggiare da Domenico Sereno Regis e da Nanni Salio, insieme agli altri apristrada che con loro sono andati avanti, in questo nostro cammino.
Mi e' subito venuta alla memoria una parola di Johan Galtung (cosi' ricordiamo e ringraziamo anche lui), che forse non e' scritta nei suoi libri: la disse una volta parlando qui nel Centro Studi, e io l'annotai subito nel mio blocchetto: "Bisogna dire cose premature. Essere realisti e' essere creativi".
Un tale programma e' giusto, perche' promuove la vita. E' stato questo lo spirito di Domenico e di Nanni, e per questa loro creativita' noi siamo qui impegnati a continuare: come loro hanno affrontato la realta' di ieri, a noi tocca affrontare la realta' di oggi. Ma "affrontare" sa di scontro: la realta' del mondo e della vita la incontriamo, vi nasciamo dentro, la assumiamo, la soffriamo e la amiamo com'e', ma ne abbiamo cura con amore perche' e' la vita di tutti, anche di chi offende la vita.
Noi lavoriamo oggi per la pace, nella modestia delle nostre forze, ma con la coscienza che questo e' molto giusto, e' la cosa piu' giusta. Ognuno per la parte che puo', in tempi neri di guerra, lavoriamo per una umanita' umana, capace di pace. Lavoro grande, di cui ogni piccola parte e' parte essenziale.
E' una sfida al realismo pesante e statico, che sembra imporre: "La realta' e' questa! Cerchiamoci una posizione di forza". E cosi' tutti i valori umani, dalla vita dei bambini terrorizzati, alla custodia della natura minacciata, sono posposti al potere armato e stragista e imperiale. La nostra impresa e' l'audacia di sfidare la disperazione sull'umanita': sapra' solo autodistruggersi? da finora tenace cammino alla ricerca del vero, del giusto, del bello, del buono, l'umanita' affoghera' nella violenza su se stessa?
E' possibile. E' realismo temerlo. La volonta' di nonviolenza vuole opporre un'altra realta' creativa a questa realta' rassegnata, passiva e mortifera. I maestri della nonviolenza che ricordiamo, da cui ci facciamo sollecitare, non avevano compiti molto piu' facili del nostro.
Continuiamo collaborando strettamente tra noi nella riflessione, nella osservazione e interpretazione dei fatti, nella cultura, nella comunicazione, nell'approfondimento spirituale del nostro lavoro, ed anche nell'impegno di cittadini, nella politica della umanizzazione.
Io desidero qui render conto, per chiarimento e intesa, che ho accettato di essere candidato - per sostegno, senza alcuna mira personale, ovviamente - nella lista per le europee "Pace Terra Dignita'". La lista ha ancora bisogno delle firme sufficienti per presentarsi, ma io ammiro il proposito, la priorita' della pace, che manca in tutte le altre liste e partiti. Il nostro impegno di nonviolenti deve essere anche politico, se le circostanze lo chiedono (come fece Nanni, come fecero p. es. Alex Langer, Giuliano Pontara, Mao Valpiana...). Io non coinvolgo affatto i nostri movimenti... ma spero che nei nostri movimenti si comprenda il valore di questa lista, di questo tentativo e del messaggio molto qualificato, assente negli altri settori della politica. Ad ognuno la sua riflessione, ma questa e' la mia proposta di attenzione civile.
Lieto di partecipare alla nostra festa di memoria e di creativita', nel sostenerci a vicenda, vi abbraccio.
Enrico
*
Provate a vedere "il foglio" online: www.ilfoglio.info, enricopeyretti.blogspot.com, www.peacelink.it/peyretti, www.facebook.com/ilfoglioTorino, www.serenoregis.org
2. RIFLESSIONE. PASQUALE PUGLIESE: IL TRADIMENTO DI VENTOTENE. DAL PROGETTO DI UN'EUROPA DI PACE ALLA PREPARAZIONE DI UN'ALTRA GUERRA MONDIALE
[Riceviamo e diffondiamo il seguente articolo, originariamente pubblicato su "Agenda 17"]
Quando nel 1941, nel pieno della seconda guerra mondiale, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, confinati dal regime fascista nell'isola di Ventotene, stilavano clandestinamente il progetto visionario Per un'Europa libera e unita avevano l'obiettivo di indicare una "terapia" - per usare la terminologia medica che Johan Galtung applica ai conflitti - per liberare l'Europa, e progressivamente il pianeta, dalle guerre, a partire da questa precisa diagnosi: "anche nei periodi di pace, considerati come soste per la preparazione delle inevitabili guerre successive, la volonta' dei ceti militari predomina ormai in molti paesi su quella dei ceti civili, rendendo sempre piu' difficile il funzionamento di ordinamenti politici liberi: la scuola, la scienza, la produzione, l'organismo amministrativo, sono principalmente diretti ad aumentare il potenziale bellico". Parole che risuonano anche oggi, trasportate dai venti di guerra che, sempre piu' impetuosamente, soffiano perfino nelle Istituzioni europee. Eppure il progetto di Spinelli e Rossi degli Stati Uniti d'Europa avrebbe dovuto spazzare via per sempre la guerra da nostro continente.
Se il Manifesto di Ventotene non fosse stato sufficientemente chiaro rispetto alle sue motivazioni e finalita', l'anno successivo Altiero Spinelli le specifichera' maggiormente in un altro testo clandestino su Gli Stati Uniti d'Europa e le varie tendenze politiche. "Quale sia il male profondo che mina la societa' europea" - scriveva Spinelli nel 1942 - "e' evidentissimo ormai per tutti: e' la guerra totale moderna, preparata e condotta mediante l'impiego di tutte le energie sociali esistenti nei singoli paesi. Quando divampa, distrugge uomini e ricchezze; quando cova sotto le ceneri, opprime come un incubo logorante qualsiasi altra attivita'". Il problema di Spinelli non era solo quello della sconfitta del nazismo nel suo presente, ma avvertiva con lungimiranza sulla storia successiva: "il pericolo permanente di conflitti armati tra popoli civili deve essere estirpato radicalmente se non si vuole che distrugga tutto cio' a cui si tiene di piu'".
Se queste sono diagnosi e prognosi, la terapia indicata da Altiero Spinelli e' conseguente: il progetto degli Stati Uniti d'Europa "costituisce la premessa indispensabile per l'eliminazione del militarismo imperialista", non solo dal territorio europeo, ma - essendo esso l'epicentro dei conflitti internazionali - "la definitiva sua pacificazione, nel quadro delle istituzioni federali, significherebbe il piu' grande passo innanzi verso la pacificazione mondiale". Un progetto ideale e federale che passa attraverso dispositivi giuridici sovranazionali, ma si dispiega con precise scelte politiche: "La federazione europea riduce al minimo le spese militari, permettendo cosi' l'impiego della quasi totalita' delle risorse a scopi di elevazione del grado di civilta'". Emerge qui tutta la distanza e la deriva delle Istituzioni europee attuali che, pur essendo nate sulla spinta di quelle idee che hanno garantito quasi ottanta anni di pace nell'Europa occidentale, confermate nel Trattato di Lisbona - "L'Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli" (Art. 2) - sta subendo un'incredibile virata bellicista.
L'Unione europea, invece di svolgere il ruolo politico di autorevole negoziatore Terzo ("il Terzo assente", potremmo definirla con Norberto Bobbio) rispetto all'escalation e internalizzazione del conflitto armato che ha visto il 24 febbraio 2022 l'invasione dell'esercito russo nel territorio ucraino, attivandosi per mediare il conflitto e affrontare complessivamente i temi della sicurezza europea dall'Atlantico agli Urali attraverso una Conferenza europea di pace, e' entrata direttamente in guerra con la fornitura di armamenti ad uno dei belligeranti. Da allora, le Istituzioni della UE - al traino dei governi extraeuropei di USA e Gran Bretagna - si stanno avvitando in un crescendo di interventismo armato che, puntando all'impossibile "vittoria" militare, rischia di generare invece la possibile terza guerra mondiale e nucleare, nella quale non ci saranno vincitori ma solo vinti.
Dopo due anni di guerra, con centinaia di migliaia di morti sul campo, il Parlamento Europeo con 451 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni, si e' dato come "obiettivo principale che l'Ucraina vinca la guerra contro la Russia (...) attraverso la fornitura continua, sostenuta e in costante aumento di tutti i tipi di armi convenzionali". E' il passaggio ad una vera e propria economia europea di guerra, come gia' anticipato da Ursula von der Leyen alla Conferenza di Monaco sulla "sicurezza", insieme a Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO, in una conferenza stampa congiunta. A testimonianza dell'appiattimento europeo sull'Alleanza atlantica.
E se il messaggio non fosse ancora evidente, ci ha pensato Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, ad anticipare l'esito dell'ultima convocazione dell'organismo che presiede, con una lettera recapitata a molti quotidiani europei. Per rendere definitivo il passaggio dall'Europa di pace ad una di guerra e' necessario, ha esplicitato Michel, mettere in campo una torsione culturale e valoriale: "che il nostro pensiero compia una transizione radicale e irreversibile verso una forma mentis incentrata sulla sicurezza strategica. (...) Il nostro obiettivo dovrebbe essere di raddoppiare entro il 2030 i nostri acquisti dall'industria [bellica] europea". Che, tradotto, significa tagliare drasticamente gli investimenti per la "sicurezza" sociale dei cittadini europei - il "grado di civilta'" di Spinelli -, trasferirli all'industria di guerra e contemporaneamente convincere tutti che la "sicurezza" non la forniscano piu' sanita', welfare, scuola e universita', ma cannoni, carriarmati, navi da guerra e testate nucleari.
Si tratta del ribaltamento del progetto di pace di Altiero Spinelli, fondato sulla ragione illuminista, e del ritorno all'obsoleta formula magica, con la quale si conclude il documento di Michel - "Se vogliamo la pace, dobbiamo prepararci alla guerra" - fondata su spinte irrazionali, che governano le Istituzioni europee abusando della credulita' popolare, ad oggettivo beneficio dell'esplosione dei profitti del complesso militare-industriale. I governi nel loro insieme non hanno mai speso cosi' tanto per "preparare la guerra" e infatti, inevitabilmente, la guerra dilaga ovunque, perfino di nuovo in Europa. Il tradimento di Ventotene.
3. LETTERE DALLA MONTAGNA. TODARO FENEDISCI: PER UNA LISTA PER LA PACE ALLE ELEZIONI EUROPEE DI GIUGNO OCCORRE RACCOGLIERE 75.000 FIRME ENTRO APRILE
[Dal nostro vecchio amico Todaro Fenedisci riceviamo e diffondiamo]
Leggo che si stanno raccogliendo le firme per poter presentare una lista pacifista alle elezioni europee di giugno.
Leggo che animatore della lista e' Raniero La Valle, una delle figure piu' illustri del movimento per la pace nel nostro paese.
Mi sembrerebbe una buona cosa che nel Parlamento Europeo entrassero persone autenticamente impegnate per la pace, per il disarmo, per la smilitarizzazione; per la solidarieta', la giustizia, la misericordia; per salvare tutte le vite. Persone amiche della nonviolenza e della nonviolenza pensatori e testimoni illustri come Raniero La Valle, Roberto Mancini, Enrico Peyretti; persone che rapresentano concretamente la lotta nonviolenta di tutti i popoli oppressi in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente; persone come Ali' Rashid, la cui presenza nel Parlamento Europeo sarebbe un bene per l'umanita'.
La lista si chiama "Pace Terra Dignita'": credo che ogni persona impegnata per la pace dovrebbe firmare affinche' possa presentarsi alle elezioni.
Si firma presso i Comuni, ed anche presso i tavoli che i sostenitori stanno organizzando in varie citta' d'Italia in queste settimane di aprile.
Per informazioni si veda il sito: www.paceterradignita.it
*
Per la pace, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la solidarieta' che ogni essere umano riconosca e raggiunga, per la difesa dell'intero mondo vivente.
Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
4. RIFLESSIONE. RANIERO LA VALLE: UNA RIVOLUZIONE DEL SISTEMA SOCIALE?
[Ringraziamo di cuore Raniero La Valle per averci messo a disposizione questo intervento.
Raniero La Valle e' uno dei piu' illustri maestri della cultura della pace; ha promosso "Pace Terra Dignita'", l'unica lista pacifista alle elezioni europee di giugno, lista per la quale si stanno raccogliendo le firme in questi giorni]
Ha ancora attualita' o attuabilita', in questa parte dell'Occidente, e dunque concretezza di obiettivo politico, l'ideale perseguito nel Novecento, di un'"uscita dal capitalismo"?
Non c'e' dubbio che questa prospettiva ideale ha animato per decenni la lotta di grandi masse diseredate o desiderose di giustizia; che essa ha definito sinteticamente ed efficacemente l'identita' storica di partiti socialisti e comunisti e di movimenti di liberazione; che, anche quando non e' riuscita a produrre nuovi modelli societari e forme di Stati, si e' tradotta in una critica efficace del capitalismo realizzato e ne ha prodotto in diversi modi correzioni, trasformazioni e riforme, come nella grande esperienza post-bellica europea, oggi in crisi, e nella stessa Costituzione italiana, del cosiddetto "Stato sociale"; e non c'e' dubbio infine che essa e' ancora presente in vaste zone del mondo.
Vi sono pero' delle forme di oppressione ed espropriazione politica che non sono adeguatamente spiegate dalla sola natura capitalistica dei poteri dominanti. La stessa devastante realta' della poverta' e della fame nel mondo, che tiene in condizioni di precarieta' e di subalternita' anche politica una grande quantita' di Paesi formalmente indipendenti, se e' storicamente legata al capitalismo, e' dubbio che sia ancor oggi una conseguenza necessaria della forma capitalistica dell'economia dei Paesi dominanti, la quale anzi trarrebbe giovamento e profitto da un piu' generale sviluppo; piu' plausibilmente essa e' perpetuata e aggravata da scelte culturali e politiche di etno-centrismo e di dominio a cui i meccanismi economici si conformano e si identificano.
Se pero' venisse considerata non piu' percorribile la via di un'uscita dal capitalismo, cio' non potrebbe voler dire una rinuncia alla trasformazione della societa'. Non c'e' dubbio, infatti, che questa societa' va trasformata, va cambiata; essa non solo mostra, nel suo stato presente, un altissimo tasso di problemi irrisolti, che investono, affliggono o distruggono la vita di un gran numero di persone e di popoli, ma, nella sua dinamica, corre verso situazioni di altissimo rischio per la vita stessa della specie, un rischio sempre piu' eccedente ogni ragionevole limite. Senza essere profeti di sventura, non si puo' fare a meno di rilevare che un'oscura percezione di catastrofe - nucleare, ecologica, alimentare, di rapporti umani - convive col bisogno di felicita' e con l'intraprendenza quotidiana delle presenti generazioni, e soprattutto dei giovani.
Dunque quali obiettivi proporsi?
5. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI
Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
*
Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
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Donna, vita, liberta'.
6. INIZIATIVE. UN INCONTRO A VITERBO, UN APPELLO A STRASBURGO E BRUXELLES. PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Si e' svolto la mattina di giovedi' 11 aprile 2024 a Viterbo, presso la sede del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", un incontro di solidarieta' con Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Al termine dell'incontro le persone partecipanti hanno rivolto un appello alla Presidente del Parlamento Europeo, l'on. Roberta Metsola, affinche', proseguendo l'impegno gia' espresso dal Parlamento Europeo fin dal 1994 e dal 1999, e ripreso nel 2021 dal Presidente suo predecessore, l'on. David Sassoli, scriva al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' adotti un provvedimento di clemenza che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, come richiesto da innumerevoli personalita' (tra cui Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco), prestigiose associazioni (come Amnesty International) e rilevanti istituzioni (in primis l'Onu) di tutto il mondo.
Di seguito il testo integrale dell'appello.
*
Appello alla Presidente del Parlamento Europeo
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
sicuramente lei conosce gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
E sicuramente ricorda che con proprie reiterate risoluzioni fin dal 1994 e dal 1999 il Parlamento Europeo si espresse per la sua liberazione.
Cosi' come ricorda che nel 2021 l'allora Presidente del Parlamento Europeo suo immediato predecessore, David Sassoli, espresse un rinnovato impegno affinche' a Leonard Peltier fosse concessa la grazia che gli restituisse la liberta'.
E sicuramente sa anche che nel 2022 una Commissione giuridica ad hoc dell'Onu, dopo aver riesaminato puntualmente l'intera vicenda giudiziaria di Leonard Peltier, ha concluso che dovesse essere liberato.
In coerenza con questi precedenti pronunciamenti, ed in coerenza con l'impegno in difesa dei diritti umani dal Parlamento Europeo e da lei stessa piu' volte dichiarato, le chiediamo di voler scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America per rinnovare la richiesta di un provvedimento di clemenza che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Voglia gradire distinti saluti,
le persone partecipanti all'incontro di solidarieta' con Leonard Peltier svoltosi a Viterbo l'11 aprile 2024
Viterbo, 11 aprile 2024
*
Mittente: Comitato viterbese per la liberazione di Leonard Peltier, c/o "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
7. APPELLI. KAIROS PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Come tutti sanno, quest'anno si vota per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America.
E come tutti sanno il presidente uscente in scadenza di mandato e' solito concedere la grazia ad alcuni detenuti.
Ci sono molte ragioni per ritenere che Biden potrebbe finalmente decidere la liberazione di Leonard Peltier.
Viceversa, se le elezioni fossero vinte dalla destra suprematista di cui Trump e' palese espressione, per i prossimi quattro anni ben difficilmente si potrebbe sperare in un provvedimento di grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
E' quindi questo il momento di esercitare la massima pressione nonviolenta per contribuire a persuadere l'attuale presidente statunitense a concedere la grazia all'illustre attivista nativo americano da 48 anni detenuto innocente.
*
Segnaliamo alcune circostanze favorevoli.
La prima: il Comitato nazionale del partito democratico statunitense all'unanimita' ha deliberato una risoluzione che chiede la liberazione di Leonard Peltier: il che significa che l'intero partito democratico, di cui Biden e' espressione, chiede al Presidente la grazia per Leonard Peltier.
La seconda: alcuni mesi fa decine di parlamentari statunitensi, sia democratici che repubblicani, hanno chiesto la liberazione di Leonard Peltier, segnalando cosi' che anche nel Congresso vi e' una crescente convinzione che Leonard Peltier debba essere liberato e che quindi il Presidente dovrebbe concedere la grazia.
La terza: a livello internazionale va poi ricordato che la Commissione giuridica costituita ad hoc dall'Onu per riesaminare l'intera vicenda giudiziaria di Leonard Peltier ha concluso i suoi lavori chiedendone la liberazione.
Ne' c'e' bisogno di ricordare che nel corso di cinque decadi milioni di persone hanno chiesto di liberare Peltier (e tra loro figure prestigiose come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama e papa Francesco), cosi' come numerose istituzioni di tutto il mondo (e tra esse, reiteratamente fin dagli anni '90, il Parlamento Europeo), ed innumerevoli associazioni democratiche, umanitarie, in difesa dei diritti umani (prima fra tutte Amnesty International).
Vi sono insomma tutte le condizioni affinche' il Presidente degli Stati Uniti prenda la storica decisione di liberare Leonard Peltier.
*
Certo, i presidenti che in passato sembrava avessero preso in seria considerazione l'ipotesi - Clinton prima, Obama poi - rinunciarono infine, verosimilmente perche' intimiditi dai settori piu' oltranzisti e razzisti (ed usi al ricatto) dell'Fbi; ma ormai, come e' noto, anche dall'interno dell'Fbi si sono levate voci che richiedono la liberazione di Leonard Peltier denunciandone la persecuzione ed attestando che fin dall'inizio era perfettamente noto che le cosiddette "testimonianze" e le cosiddette "prove" contro di lui erano del tutto false e fabbricate ad hoc mentendo e sapendo di mentire.
Biden potrebbe quindi risolversi a un atto di verita' e di giustizia atteso ormai da decenni. E non solo per ragioni ideali ma anche per motivi meramente utilitari: e' ovvio che la liberazione di Peltier potrebbe persuadere al voto per il presidente uscente quell'ampia parte dell'opinione pubblica americana che nel corso di quasi mezzo secolo ha preso coscienza della sesquipedale ingiustizia e colossale assurdita' della detenzione di Leonard Peltier, e che quindi apprezzerebbe il provvedimento di grazia come una sia pur parziale, e certo assai tardiva, riparazione dovuta.
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A tutto cio' si aggiunga che con l'avanzare dell'eta' le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono fatte sempre piu' precarie, come e' stato recentemente evidenziato da un drammatico appello promosso dal comitato di solidarieta' che direttamente lo sostiene.
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Stando cosi' le cose occorre in questi mesi estendere ed intensificare l'impegno per la liberazione del nostro fratello e compagno di lotte in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della Madre Terra.
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Cosa si puo' dunque fare?
Suggeriremmo le seguenti iniziative:
1. scrivere direttamente a Biden, attraverso lo spazio dedicato nel sito della Casa Bianca: https://www.whitehouse.gov/contact/
2. scrivere al comitato che direttamente sostiene Leonard Peltier (attraverso il sito: https://www.freeleonardpeltiernow.org/) e, avendone la possibilita', effettuare una donazione;
3. diffondere l'informazione sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier: scrivendo ai mezzi d'informazione, utilizzando le risorse di internet, promuovendo iniziative locali e non solo;
4. sollecitare prese di posizione pubbliche da parte di associazioni ed istituzioni;
5. in particolare promuovere presso gli enti locali la presentazione ed approvazione di mozioni o ordini del giorno di solidarieta' con Leonard Peltier;
6. costruire una rete solidale che si colleghi ai comitati gia' esistenti (benemeriti, pur con tutti i loro limiti) ma che si estenda molto oltre coinvolgendo il maggior numero possibile di persone, associazioni, movimenti, istituzioni.
*
Facciamo sentire alla Casa Bianca la corale richiesta di ogni persona di volonta' buona, di ogni associazione democratica, di ogni istituto orientato al bene comune.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un uomo innocente.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un generoso difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un nativo americano che continua la lotta di Toro Seduto e di Cavallo Pazzo per la liberta' del suo popolo e di tutti i popoli oppressi.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un uomo coraggioso che continua la lotta di Mohandas Gandhi e di Nelson Mandela per la verita' e la giustizia, per la dignita' umana, per il bene comune dell'umanita'.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato il nostro fratello Leonard Peltier.
Contro tutte le stragi e le uccisioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano.
Per il rispetto e la difesa dell'intero mondo vivente.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
*
Il comitato viterbese per la liberazione di Leonard Peltier
Viterbo, 17 marzo 2024
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
8. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)
Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
*
All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
*
Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
*
Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
9. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)
Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
*
E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
10. PERSONE PER LA PACE. UN PROFILO DI PINO ARLACCHI, CANDIDATO NELLA LISTA "PACE TERRA DIGNITA'"
[Dal sito www.paceterradignita.it riprendiamo e diffondiamo]
Noto in Italia e nel mondo per i suoi libri, tradotti in molte lingue, e per il suo impegno nelle istituzioni e nella societa' civile. Pino Arlacchi e' considerato una delle massime autorita' mondiali sulla sicurezza umana. Grande amico dei giudici Falcone e Borsellino, Arlacchi e' stato Presidente della Fondazione Falcone, ed e' considerato l'architetto della strategia antimafia dell'Italia negli anni '80 e '90. Arlacchi e' stato vicesegretario generale dell'ONU, deputato europeo e parlamentare italiano. E' professore ordinario di sociologia e presidente del Forum internazionale sulla criminalita' e sul diritto penale.
Tra il 2006 e il 2008 Arlacchi ha fatto parte del comitato internazionale di 3 esperti costituito dalla Repubblica popolare cinese sul tema della sicurezza dei Giochi Olimpici del 2008. Nel 2004, su incarico della Commissione europea, Arlacchi ha redatto il progetto della agenzia antiriciclaggio del Kosovo. Pino Arlacchi e' stato presidente della Associazione mondiale per lo studio della criminalita' organizzata.
Come consigliere del Ministro dell'Interno, Pino Arlacchi ha redatto il progetto esecutivo della DIA, la Direzione Investigativa Antimafia. La DIA venne istituita nel 1991 assieme alla sua interfaccia giudiziaria, la Procura Nazionale Antimafia, progettata da Giovanni Falcone.
Parlamentare del Partito Democratico della Sinistra per due legislature, Pino Arlacchi e' stato dal 1997 al 2002 sottosegretario generale della Nazioni Unite, direttore dell'UNDCCP (ufficio delle Nazioni Unite per il controllo delle droghe e la prevenzione del crimine) e direttore generale dell'ufficio delle Nazioni Unite a Vienna.
Pino Arlacchi e' stato professore associato di sociologia applicata presso l'Universita' della Calabria e presso l'Universita' di Firenze, e visiting professor alla Columbia University di New York. E' diventato poi professore ordinario presso l'Universita' di Sassari, dove ha insegnato sociologia generale. Adesso insegna sociologia presso la LUM (Libera Universita' del Mediterraneo).
Come Direttore esecutivo dell'UNDCP, Arlacchi ha proposto e fatto approvare nel 1998 all'Assemblea generale delle Nazioni Unite una strategia decennale di riduzione della domanda di droghe e di eliminazione delle colture di oppio e coca in tutto il mondo. I risultati di questa strategia sono stati valutati nel marzo 2009 dai paesi membri della Commissione ONU sulle droghe. La dichiarazione politica votata all'unanimita' alla fine dei lavori ha riconosciuto i progressi realizzati tramite questo approccio ed ha riconfermato la stessa strategia per altri dieci anni, fino al 2019. Durante il mandato di Arlacchi all'ONU, dal 1997 al 2002, la produzione di oppio ed eroina in Afghanistan - il maggior produttore mondiale - e' stata quasi azzerata nel 2001, per riprendere in seguito, dopo l'invasione americana dell'ottobre dello stesso anno. La produzione di coca in Bolivia si e' ridotta nello stesso periodo del 71% da 45.800 a 19.900 tonnellate. Pino Arlacchi ha istituito un sistema di monitoraggio satellitare delle coltivazioni illecite che ha contribuito ad eliminare le coltivazioni illecite in 10 paesi.
Un altro importante risultato dell'attivita' di Arlacchi all'ONU e' consistito nella promozione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la Criminalita' Organizzata Transnazionale approvata a Palermo da 124 paesi nel dicembre 2000 e pienamente operativa dal 2003. Si tratta del primo Trattato mondiale contro le mafie, che universalizza l'esperienza italiana e di altri paesi nel contrasto della grande criminalita'. Nel campo della lotta al riciclaggio del denaro sporco, Pino Arlacchi ha promosso la firma nel 2001 da parte di 34 paradisi fiscali di un accordo che li ha impegnati a lavorare assieme all'ONU per adeguare le loro legislazioni agli standard internazionali di trasparenza finanziaria e di contrasto del riciclaggio. L'accordo coinvolgeva il 70% del mercato finanziario offshore, la cui dimensione era nel 2000 di 4mila miliardi di dollari.
Arlacchi e' stato Parlamentare Europeo eletto nella Circoscrizione dell'Italia Meridionale ed ha fatto parte del gruppo dei socialisti europei dal 2019 al 2014.
*
Volumi pubblicati da Pino Arlacchi
Territorio e Societa'. Calabria 1750-1950, Lerici, Roma, 1978.
Mafia, contadini e latifondo nella Calabria tradizionale. Le strutture elementari del sottosviluppo, Il Mulino, Bologna, 1980.
La mafia imprenditrice. L'etica mafiosa e lo spirito del capitalismo, Il Mulino, 1983.
La palude e la citta'. Si puo' sconfiggere la mafia (con Nando Dalla Chiesa), Mondadori, 1987.
Droga e grande criminalita' in Italia e nel mondo, Sciascia, Caltanissetta-Roma, 1988.
Imprenditorialita' illecita e droga. Il mercato dell'eroina a Verona (con Roger Lewis), Il Mulino, 1990.
Gli uomini del disonore. La mafia siciliana nella vita di un grande pentito Antonino Calderone, Mondadori, Milano, 1992.
Addio Cosa Nostra. La vita di Tommaso Buscetta, Rizzoli, 1994.
Il processo. Giulio Andreotti sotto accusa a Palermo, Rizzoli, 1995.
Schiavi. Il nuovo traffico di esseri umani, Rizzoli, Milano, 1999.
La mafia imprenditrice. Dalla Calabria al centro dell'inferno, Il Saggiatore, 2007.
Perche' non c'e' la Mafia in Sardegna. Le radici di una anarchia ordinata, AM&D Edizioni, Cagliari, 2007.
L'inganno e la paura. Il mito del grande caos, Il Saggiatore, Milano, 2009.
Gli uomini del disonore. La mafia siciliana nella vita di un grande pentito Antonino Calderone, nuova edizione, Il Saggiatore, Milano, 2010.
I padroni della finanza mondiale, lo strapotere che ci minaccia e i contromovimenti che lo combattono. Chiarelettere, Milano 2018.
Contro la paura, la violenza diminuisce. I veri pericoli che minacciano la pace mondiale, Chiarelettere, Milano 2020.
Giovanni ed io. In prima linea con Falcone contro Andreotti, Cosa Nostra e la Mafia di Stato, Chiarelettere, Milano 2022.
11. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), Viella, Roma 2019, pp. 303 (+ 16 pp. di inserto di illustrazioni), euro 29.
- Giulia Fabini, Enrico Gargiulo, Simone Tuzza, Polizia. Un vocabolario dell'ordine, Mondadori, Milano 2023, pp. VI + 226, euro 18.
*
Riletture
- Marco Neirotti, Invito alla lettura di Fulvio Tomizza, Mursia, Milano 1979, 1997, pp. 184.
- Claudio Toscani, Invito alla lettura di Carlo Sgorlon, Mursia, Milano 1994, pp. 208.
*
Classici
- David Hume, Trattato sulla natura umana, Rcs-Bompiani, Milano 2001, 2009, pp. 674.
- David Hume, Trattato sulla natura umana. Ricerca sull'intelletto umano. Ricerca sui principi della morale, Laterza, Roma-Bari 1987, Mondadori Milano 2008, pp. VI + 1054.
*
Maestre
- Hannah Arendt - Karl Jaspers, Carteggio 1926-1969. Filosofia e politica, Feltrinelli, Milano 1989, pp. XXIV + 248.
- Hannah Arendt - Mary McCarthy, Tra amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975, Sellerio, Palermo 1999, pp. 720.
- Hannah Arendt - Kurt Blumenfeld, Carteggio 1933-1963, Ombre corte, Verona 2015, pp. 280.
- Hannah Arendt - Martin Heidegger, Lettere 1925-1975, Einaudi, Torino 2000, 2007, pp. VI + 320 (+ un inserto fotografico di 16 pp.).
- Hannah Arendt - Joachim Fest, Eichmann o la banalita' del male. Interviste, lettere, documenti, Giuntina, Firenze 2013, 2014, pp. 222.
- Hannah Arendt - Walter Benjamin, L'angelo della storia. Testi, lettere, documenti, Giuntina, Firenze 2017, 2018, pp. 270.
- Hannah Arendt - Guenther Anders, Scrivimi qualcosa di te. Lettere e documenti, Carocci, Roma 2017, pp. XII + 194.
- Hannah Arendt, L'amicizia e la Shoah. Corrispondenza con Leni Yahil, Edb, Bologna 2017, pp. 112.
12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
13. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5174 del 18 aprile 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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Numero 5174 del 18 aprile 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Enrico Peyretti: Da Domenico e Nanni, a noi, a domani
2. Pasquale Pugliese: Il tradimento di Ventotene. Dal progetto di un'Europa di pace alla preparazione di un'altra guerra mondiale
3. Todaro Fenedisci: Per una lista per la pace alle elezioni europee di giugno occorre raccogliere 75.000 firme entro aprile
4. Raniero La Valle: Una rivoluzione del sistema sociale?
5. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
6. Un incontro a Viterbo, un appello a Strasburgo e Bruxelles. Per la liberazione di Leonard Peltier
7. Kairos per la liberazione di Leonard Peltier
8. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
9. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)
10. Un profilo di Pino Arlacchi, candidato nella lista "Pace Terra Dignita'"
11. Segnalazioni librarie
12. La "Carta" del Movimento Nonviolento
13. Per saperne di piu'
1. MEMORIA. ENRICO PEYRETTI: DA DOMENICO A NANNI, A NOI, A DOMANI
[Riceviamo e diffondiamo questa lettera di Enrico Peyretti inviata la mattina di lunedi' 15 aprile alle persone amiche della nonviolenza che ricordano Domenico Sereno Regis e Nanni Salio.
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' candidato alle elezioni europee nella lista "Pace Terra Dignita'"]
"Bisogna dire cose premature. Essere realisti e' essere creativi"
(Johan Galtung)
Cari amici e amiche della nonviolenza,
e' festa di gratitudine e di impegno ricordare oggi e farci incoraggiare da Domenico Sereno Regis e da Nanni Salio, insieme agli altri apristrada che con loro sono andati avanti, in questo nostro cammino.
Mi e' subito venuta alla memoria una parola di Johan Galtung (cosi' ricordiamo e ringraziamo anche lui), che forse non e' scritta nei suoi libri: la disse una volta parlando qui nel Centro Studi, e io l'annotai subito nel mio blocchetto: "Bisogna dire cose premature. Essere realisti e' essere creativi".
Un tale programma e' giusto, perche' promuove la vita. E' stato questo lo spirito di Domenico e di Nanni, e per questa loro creativita' noi siamo qui impegnati a continuare: come loro hanno affrontato la realta' di ieri, a noi tocca affrontare la realta' di oggi. Ma "affrontare" sa di scontro: la realta' del mondo e della vita la incontriamo, vi nasciamo dentro, la assumiamo, la soffriamo e la amiamo com'e', ma ne abbiamo cura con amore perche' e' la vita di tutti, anche di chi offende la vita.
Noi lavoriamo oggi per la pace, nella modestia delle nostre forze, ma con la coscienza che questo e' molto giusto, e' la cosa piu' giusta. Ognuno per la parte che puo', in tempi neri di guerra, lavoriamo per una umanita' umana, capace di pace. Lavoro grande, di cui ogni piccola parte e' parte essenziale.
E' una sfida al realismo pesante e statico, che sembra imporre: "La realta' e' questa! Cerchiamoci una posizione di forza". E cosi' tutti i valori umani, dalla vita dei bambini terrorizzati, alla custodia della natura minacciata, sono posposti al potere armato e stragista e imperiale. La nostra impresa e' l'audacia di sfidare la disperazione sull'umanita': sapra' solo autodistruggersi? da finora tenace cammino alla ricerca del vero, del giusto, del bello, del buono, l'umanita' affoghera' nella violenza su se stessa?
E' possibile. E' realismo temerlo. La volonta' di nonviolenza vuole opporre un'altra realta' creativa a questa realta' rassegnata, passiva e mortifera. I maestri della nonviolenza che ricordiamo, da cui ci facciamo sollecitare, non avevano compiti molto piu' facili del nostro.
Continuiamo collaborando strettamente tra noi nella riflessione, nella osservazione e interpretazione dei fatti, nella cultura, nella comunicazione, nell'approfondimento spirituale del nostro lavoro, ed anche nell'impegno di cittadini, nella politica della umanizzazione.
Io desidero qui render conto, per chiarimento e intesa, che ho accettato di essere candidato - per sostegno, senza alcuna mira personale, ovviamente - nella lista per le europee "Pace Terra Dignita'". La lista ha ancora bisogno delle firme sufficienti per presentarsi, ma io ammiro il proposito, la priorita' della pace, che manca in tutte le altre liste e partiti. Il nostro impegno di nonviolenti deve essere anche politico, se le circostanze lo chiedono (come fece Nanni, come fecero p. es. Alex Langer, Giuliano Pontara, Mao Valpiana...). Io non coinvolgo affatto i nostri movimenti... ma spero che nei nostri movimenti si comprenda il valore di questa lista, di questo tentativo e del messaggio molto qualificato, assente negli altri settori della politica. Ad ognuno la sua riflessione, ma questa e' la mia proposta di attenzione civile.
Lieto di partecipare alla nostra festa di memoria e di creativita', nel sostenerci a vicenda, vi abbraccio.
Enrico
*
Provate a vedere "il foglio" online: www.ilfoglio.info, enricopeyretti.blogspot.com, www.peacelink.it/peyretti, www.facebook.com/ilfoglioTorino, www.serenoregis.org
2. RIFLESSIONE. PASQUALE PUGLIESE: IL TRADIMENTO DI VENTOTENE. DAL PROGETTO DI UN'EUROPA DI PACE ALLA PREPARAZIONE DI UN'ALTRA GUERRA MONDIALE
[Riceviamo e diffondiamo il seguente articolo, originariamente pubblicato su "Agenda 17"]
Quando nel 1941, nel pieno della seconda guerra mondiale, Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi, confinati dal regime fascista nell'isola di Ventotene, stilavano clandestinamente il progetto visionario Per un'Europa libera e unita avevano l'obiettivo di indicare una "terapia" - per usare la terminologia medica che Johan Galtung applica ai conflitti - per liberare l'Europa, e progressivamente il pianeta, dalle guerre, a partire da questa precisa diagnosi: "anche nei periodi di pace, considerati come soste per la preparazione delle inevitabili guerre successive, la volonta' dei ceti militari predomina ormai in molti paesi su quella dei ceti civili, rendendo sempre piu' difficile il funzionamento di ordinamenti politici liberi: la scuola, la scienza, la produzione, l'organismo amministrativo, sono principalmente diretti ad aumentare il potenziale bellico". Parole che risuonano anche oggi, trasportate dai venti di guerra che, sempre piu' impetuosamente, soffiano perfino nelle Istituzioni europee. Eppure il progetto di Spinelli e Rossi degli Stati Uniti d'Europa avrebbe dovuto spazzare via per sempre la guerra da nostro continente.
Se il Manifesto di Ventotene non fosse stato sufficientemente chiaro rispetto alle sue motivazioni e finalita', l'anno successivo Altiero Spinelli le specifichera' maggiormente in un altro testo clandestino su Gli Stati Uniti d'Europa e le varie tendenze politiche. "Quale sia il male profondo che mina la societa' europea" - scriveva Spinelli nel 1942 - "e' evidentissimo ormai per tutti: e' la guerra totale moderna, preparata e condotta mediante l'impiego di tutte le energie sociali esistenti nei singoli paesi. Quando divampa, distrugge uomini e ricchezze; quando cova sotto le ceneri, opprime come un incubo logorante qualsiasi altra attivita'". Il problema di Spinelli non era solo quello della sconfitta del nazismo nel suo presente, ma avvertiva con lungimiranza sulla storia successiva: "il pericolo permanente di conflitti armati tra popoli civili deve essere estirpato radicalmente se non si vuole che distrugga tutto cio' a cui si tiene di piu'".
Se queste sono diagnosi e prognosi, la terapia indicata da Altiero Spinelli e' conseguente: il progetto degli Stati Uniti d'Europa "costituisce la premessa indispensabile per l'eliminazione del militarismo imperialista", non solo dal territorio europeo, ma - essendo esso l'epicentro dei conflitti internazionali - "la definitiva sua pacificazione, nel quadro delle istituzioni federali, significherebbe il piu' grande passo innanzi verso la pacificazione mondiale". Un progetto ideale e federale che passa attraverso dispositivi giuridici sovranazionali, ma si dispiega con precise scelte politiche: "La federazione europea riduce al minimo le spese militari, permettendo cosi' l'impiego della quasi totalita' delle risorse a scopi di elevazione del grado di civilta'". Emerge qui tutta la distanza e la deriva delle Istituzioni europee attuali che, pur essendo nate sulla spinta di quelle idee che hanno garantito quasi ottanta anni di pace nell'Europa occidentale, confermate nel Trattato di Lisbona - "L'Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli" (Art. 2) - sta subendo un'incredibile virata bellicista.
L'Unione europea, invece di svolgere il ruolo politico di autorevole negoziatore Terzo ("il Terzo assente", potremmo definirla con Norberto Bobbio) rispetto all'escalation e internalizzazione del conflitto armato che ha visto il 24 febbraio 2022 l'invasione dell'esercito russo nel territorio ucraino, attivandosi per mediare il conflitto e affrontare complessivamente i temi della sicurezza europea dall'Atlantico agli Urali attraverso una Conferenza europea di pace, e' entrata direttamente in guerra con la fornitura di armamenti ad uno dei belligeranti. Da allora, le Istituzioni della UE - al traino dei governi extraeuropei di USA e Gran Bretagna - si stanno avvitando in un crescendo di interventismo armato che, puntando all'impossibile "vittoria" militare, rischia di generare invece la possibile terza guerra mondiale e nucleare, nella quale non ci saranno vincitori ma solo vinti.
Dopo due anni di guerra, con centinaia di migliaia di morti sul campo, il Parlamento Europeo con 451 voti favorevoli, 46 contrari e 49 astensioni, si e' dato come "obiettivo principale che l'Ucraina vinca la guerra contro la Russia (...) attraverso la fornitura continua, sostenuta e in costante aumento di tutti i tipi di armi convenzionali". E' il passaggio ad una vera e propria economia europea di guerra, come gia' anticipato da Ursula von der Leyen alla Conferenza di Monaco sulla "sicurezza", insieme a Jens Stoltenberg, segretario generale della NATO, in una conferenza stampa congiunta. A testimonianza dell'appiattimento europeo sull'Alleanza atlantica.
E se il messaggio non fosse ancora evidente, ci ha pensato Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, ad anticipare l'esito dell'ultima convocazione dell'organismo che presiede, con una lettera recapitata a molti quotidiani europei. Per rendere definitivo il passaggio dall'Europa di pace ad una di guerra e' necessario, ha esplicitato Michel, mettere in campo una torsione culturale e valoriale: "che il nostro pensiero compia una transizione radicale e irreversibile verso una forma mentis incentrata sulla sicurezza strategica. (...) Il nostro obiettivo dovrebbe essere di raddoppiare entro il 2030 i nostri acquisti dall'industria [bellica] europea". Che, tradotto, significa tagliare drasticamente gli investimenti per la "sicurezza" sociale dei cittadini europei - il "grado di civilta'" di Spinelli -, trasferirli all'industria di guerra e contemporaneamente convincere tutti che la "sicurezza" non la forniscano piu' sanita', welfare, scuola e universita', ma cannoni, carriarmati, navi da guerra e testate nucleari.
Si tratta del ribaltamento del progetto di pace di Altiero Spinelli, fondato sulla ragione illuminista, e del ritorno all'obsoleta formula magica, con la quale si conclude il documento di Michel - "Se vogliamo la pace, dobbiamo prepararci alla guerra" - fondata su spinte irrazionali, che governano le Istituzioni europee abusando della credulita' popolare, ad oggettivo beneficio dell'esplosione dei profitti del complesso militare-industriale. I governi nel loro insieme non hanno mai speso cosi' tanto per "preparare la guerra" e infatti, inevitabilmente, la guerra dilaga ovunque, perfino di nuovo in Europa. Il tradimento di Ventotene.
3. LETTERE DALLA MONTAGNA. TODARO FENEDISCI: PER UNA LISTA PER LA PACE ALLE ELEZIONI EUROPEE DI GIUGNO OCCORRE RACCOGLIERE 75.000 FIRME ENTRO APRILE
[Dal nostro vecchio amico Todaro Fenedisci riceviamo e diffondiamo]
Leggo che si stanno raccogliendo le firme per poter presentare una lista pacifista alle elezioni europee di giugno.
Leggo che animatore della lista e' Raniero La Valle, una delle figure piu' illustri del movimento per la pace nel nostro paese.
Mi sembrerebbe una buona cosa che nel Parlamento Europeo entrassero persone autenticamente impegnate per la pace, per il disarmo, per la smilitarizzazione; per la solidarieta', la giustizia, la misericordia; per salvare tutte le vite. Persone amiche della nonviolenza e della nonviolenza pensatori e testimoni illustri come Raniero La Valle, Roberto Mancini, Enrico Peyretti; persone che rapresentano concretamente la lotta nonviolenta di tutti i popoli oppressi in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente; persone come Ali' Rashid, la cui presenza nel Parlamento Europeo sarebbe un bene per l'umanita'.
La lista si chiama "Pace Terra Dignita'": credo che ogni persona impegnata per la pace dovrebbe firmare affinche' possa presentarsi alle elezioni.
Si firma presso i Comuni, ed anche presso i tavoli che i sostenitori stanno organizzando in varie citta' d'Italia in queste settimane di aprile.
Per informazioni si veda il sito: www.paceterradignita.it
*
Per la pace, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la solidarieta' che ogni essere umano riconosca e raggiunga, per la difesa dell'intero mondo vivente.
Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
4. RIFLESSIONE. RANIERO LA VALLE: UNA RIVOLUZIONE DEL SISTEMA SOCIALE?
[Ringraziamo di cuore Raniero La Valle per averci messo a disposizione questo intervento.
Raniero La Valle e' uno dei piu' illustri maestri della cultura della pace; ha promosso "Pace Terra Dignita'", l'unica lista pacifista alle elezioni europee di giugno, lista per la quale si stanno raccogliendo le firme in questi giorni]
Ha ancora attualita' o attuabilita', in questa parte dell'Occidente, e dunque concretezza di obiettivo politico, l'ideale perseguito nel Novecento, di un'"uscita dal capitalismo"?
Non c'e' dubbio che questa prospettiva ideale ha animato per decenni la lotta di grandi masse diseredate o desiderose di giustizia; che essa ha definito sinteticamente ed efficacemente l'identita' storica di partiti socialisti e comunisti e di movimenti di liberazione; che, anche quando non e' riuscita a produrre nuovi modelli societari e forme di Stati, si e' tradotta in una critica efficace del capitalismo realizzato e ne ha prodotto in diversi modi correzioni, trasformazioni e riforme, come nella grande esperienza post-bellica europea, oggi in crisi, e nella stessa Costituzione italiana, del cosiddetto "Stato sociale"; e non c'e' dubbio infine che essa e' ancora presente in vaste zone del mondo.
Vi sono pero' delle forme di oppressione ed espropriazione politica che non sono adeguatamente spiegate dalla sola natura capitalistica dei poteri dominanti. La stessa devastante realta' della poverta' e della fame nel mondo, che tiene in condizioni di precarieta' e di subalternita' anche politica una grande quantita' di Paesi formalmente indipendenti, se e' storicamente legata al capitalismo, e' dubbio che sia ancor oggi una conseguenza necessaria della forma capitalistica dell'economia dei Paesi dominanti, la quale anzi trarrebbe giovamento e profitto da un piu' generale sviluppo; piu' plausibilmente essa e' perpetuata e aggravata da scelte culturali e politiche di etno-centrismo e di dominio a cui i meccanismi economici si conformano e si identificano.
Se pero' venisse considerata non piu' percorribile la via di un'uscita dal capitalismo, cio' non potrebbe voler dire una rinuncia alla trasformazione della societa'. Non c'e' dubbio, infatti, che questa societa' va trasformata, va cambiata; essa non solo mostra, nel suo stato presente, un altissimo tasso di problemi irrisolti, che investono, affliggono o distruggono la vita di un gran numero di persone e di popoli, ma, nella sua dinamica, corre verso situazioni di altissimo rischio per la vita stessa della specie, un rischio sempre piu' eccedente ogni ragionevole limite. Senza essere profeti di sventura, non si puo' fare a meno di rilevare che un'oscura percezione di catastrofe - nucleare, ecologica, alimentare, di rapporti umani - convive col bisogno di felicita' e con l'intraprendenza quotidiana delle presenti generazioni, e soprattutto dei giovani.
Dunque quali obiettivi proporsi?
5. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI
Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
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Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
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Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
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Donna, vita, liberta'.
6. INIZIATIVE. UN INCONTRO A VITERBO, UN APPELLO A STRASBURGO E BRUXELLES. PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Si e' svolto la mattina di giovedi' 11 aprile 2024 a Viterbo, presso la sede del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", un incontro di solidarieta' con Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Al termine dell'incontro le persone partecipanti hanno rivolto un appello alla Presidente del Parlamento Europeo, l'on. Roberta Metsola, affinche', proseguendo l'impegno gia' espresso dal Parlamento Europeo fin dal 1994 e dal 1999, e ripreso nel 2021 dal Presidente suo predecessore, l'on. David Sassoli, scriva al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' adotti un provvedimento di clemenza che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, come richiesto da innumerevoli personalita' (tra cui Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco), prestigiose associazioni (come Amnesty International) e rilevanti istituzioni (in primis l'Onu) di tutto il mondo.
Di seguito il testo integrale dell'appello.
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Appello alla Presidente del Parlamento Europeo
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
sicuramente lei conosce gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
E sicuramente ricorda che con proprie reiterate risoluzioni fin dal 1994 e dal 1999 il Parlamento Europeo si espresse per la sua liberazione.
Cosi' come ricorda che nel 2021 l'allora Presidente del Parlamento Europeo suo immediato predecessore, David Sassoli, espresse un rinnovato impegno affinche' a Leonard Peltier fosse concessa la grazia che gli restituisse la liberta'.
E sicuramente sa anche che nel 2022 una Commissione giuridica ad hoc dell'Onu, dopo aver riesaminato puntualmente l'intera vicenda giudiziaria di Leonard Peltier, ha concluso che dovesse essere liberato.
In coerenza con questi precedenti pronunciamenti, ed in coerenza con l'impegno in difesa dei diritti umani dal Parlamento Europeo e da lei stessa piu' volte dichiarato, le chiediamo di voler scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America per rinnovare la richiesta di un provvedimento di clemenza che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Voglia gradire distinti saluti,
le persone partecipanti all'incontro di solidarieta' con Leonard Peltier svoltosi a Viterbo l'11 aprile 2024
Viterbo, 11 aprile 2024
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Mittente: Comitato viterbese per la liberazione di Leonard Peltier, c/o "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
7. APPELLI. KAIROS PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Come tutti sanno, quest'anno si vota per le elezioni presidenziali negli Stati Uniti d'America.
E come tutti sanno il presidente uscente in scadenza di mandato e' solito concedere la grazia ad alcuni detenuti.
Ci sono molte ragioni per ritenere che Biden potrebbe finalmente decidere la liberazione di Leonard Peltier.
Viceversa, se le elezioni fossero vinte dalla destra suprematista di cui Trump e' palese espressione, per i prossimi quattro anni ben difficilmente si potrebbe sperare in un provvedimento di grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
E' quindi questo il momento di esercitare la massima pressione nonviolenta per contribuire a persuadere l'attuale presidente statunitense a concedere la grazia all'illustre attivista nativo americano da 48 anni detenuto innocente.
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Segnaliamo alcune circostanze favorevoli.
La prima: il Comitato nazionale del partito democratico statunitense all'unanimita' ha deliberato una risoluzione che chiede la liberazione di Leonard Peltier: il che significa che l'intero partito democratico, di cui Biden e' espressione, chiede al Presidente la grazia per Leonard Peltier.
La seconda: alcuni mesi fa decine di parlamentari statunitensi, sia democratici che repubblicani, hanno chiesto la liberazione di Leonard Peltier, segnalando cosi' che anche nel Congresso vi e' una crescente convinzione che Leonard Peltier debba essere liberato e che quindi il Presidente dovrebbe concedere la grazia.
La terza: a livello internazionale va poi ricordato che la Commissione giuridica costituita ad hoc dall'Onu per riesaminare l'intera vicenda giudiziaria di Leonard Peltier ha concluso i suoi lavori chiedendone la liberazione.
Ne' c'e' bisogno di ricordare che nel corso di cinque decadi milioni di persone hanno chiesto di liberare Peltier (e tra loro figure prestigiose come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama e papa Francesco), cosi' come numerose istituzioni di tutto il mondo (e tra esse, reiteratamente fin dagli anni '90, il Parlamento Europeo), ed innumerevoli associazioni democratiche, umanitarie, in difesa dei diritti umani (prima fra tutte Amnesty International).
Vi sono insomma tutte le condizioni affinche' il Presidente degli Stati Uniti prenda la storica decisione di liberare Leonard Peltier.
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Certo, i presidenti che in passato sembrava avessero preso in seria considerazione l'ipotesi - Clinton prima, Obama poi - rinunciarono infine, verosimilmente perche' intimiditi dai settori piu' oltranzisti e razzisti (ed usi al ricatto) dell'Fbi; ma ormai, come e' noto, anche dall'interno dell'Fbi si sono levate voci che richiedono la liberazione di Leonard Peltier denunciandone la persecuzione ed attestando che fin dall'inizio era perfettamente noto che le cosiddette "testimonianze" e le cosiddette "prove" contro di lui erano del tutto false e fabbricate ad hoc mentendo e sapendo di mentire.
Biden potrebbe quindi risolversi a un atto di verita' e di giustizia atteso ormai da decenni. E non solo per ragioni ideali ma anche per motivi meramente utilitari: e' ovvio che la liberazione di Peltier potrebbe persuadere al voto per il presidente uscente quell'ampia parte dell'opinione pubblica americana che nel corso di quasi mezzo secolo ha preso coscienza della sesquipedale ingiustizia e colossale assurdita' della detenzione di Leonard Peltier, e che quindi apprezzerebbe il provvedimento di grazia come una sia pur parziale, e certo assai tardiva, riparazione dovuta.
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A tutto cio' si aggiunga che con l'avanzare dell'eta' le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono fatte sempre piu' precarie, come e' stato recentemente evidenziato da un drammatico appello promosso dal comitato di solidarieta' che direttamente lo sostiene.
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Stando cosi' le cose occorre in questi mesi estendere ed intensificare l'impegno per la liberazione del nostro fratello e compagno di lotte in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della Madre Terra.
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Cosa si puo' dunque fare?
Suggeriremmo le seguenti iniziative:
1. scrivere direttamente a Biden, attraverso lo spazio dedicato nel sito della Casa Bianca: https://www.whitehouse.gov/contact/
2. scrivere al comitato che direttamente sostiene Leonard Peltier (attraverso il sito: https://www.freeleonardpeltiernow.org/) e, avendone la possibilita', effettuare una donazione;
3. diffondere l'informazione sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier: scrivendo ai mezzi d'informazione, utilizzando le risorse di internet, promuovendo iniziative locali e non solo;
4. sollecitare prese di posizione pubbliche da parte di associazioni ed istituzioni;
5. in particolare promuovere presso gli enti locali la presentazione ed approvazione di mozioni o ordini del giorno di solidarieta' con Leonard Peltier;
6. costruire una rete solidale che si colleghi ai comitati gia' esistenti (benemeriti, pur con tutti i loro limiti) ma che si estenda molto oltre coinvolgendo il maggior numero possibile di persone, associazioni, movimenti, istituzioni.
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Facciamo sentire alla Casa Bianca la corale richiesta di ogni persona di volonta' buona, di ogni associazione democratica, di ogni istituto orientato al bene comune.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un uomo innocente.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un generoso difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un nativo americano che continua la lotta di Toro Seduto e di Cavallo Pazzo per la liberta' del suo popolo e di tutti i popoli oppressi.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato un uomo coraggioso che continua la lotta di Mohandas Gandhi e di Nelson Mandela per la verita' e la giustizia, per la dignita' umana, per il bene comune dell'umanita'.
Dopo 48 anni di ingiusta ed assurda detenzione sia liberato il nostro fratello Leonard Peltier.
Contro tutte le stragi e le uccisioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di ogni essere umano.
Per il rispetto e la difesa dell'intero mondo vivente.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
*
Il comitato viterbese per la liberazione di Leonard Peltier
Viterbo, 17 marzo 2024
Segnaliamo alcuni materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
8. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)
Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
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All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
*
Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
*
Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
9. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)
Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
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E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
10. PERSONE PER LA PACE. UN PROFILO DI PINO ARLACCHI, CANDIDATO NELLA LISTA "PACE TERRA DIGNITA'"
[Dal sito www.paceterradignita.it riprendiamo e diffondiamo]
Noto in Italia e nel mondo per i suoi libri, tradotti in molte lingue, e per il suo impegno nelle istituzioni e nella societa' civile. Pino Arlacchi e' considerato una delle massime autorita' mondiali sulla sicurezza umana. Grande amico dei giudici Falcone e Borsellino, Arlacchi e' stato Presidente della Fondazione Falcone, ed e' considerato l'architetto della strategia antimafia dell'Italia negli anni '80 e '90. Arlacchi e' stato vicesegretario generale dell'ONU, deputato europeo e parlamentare italiano. E' professore ordinario di sociologia e presidente del Forum internazionale sulla criminalita' e sul diritto penale.
Tra il 2006 e il 2008 Arlacchi ha fatto parte del comitato internazionale di 3 esperti costituito dalla Repubblica popolare cinese sul tema della sicurezza dei Giochi Olimpici del 2008. Nel 2004, su incarico della Commissione europea, Arlacchi ha redatto il progetto della agenzia antiriciclaggio del Kosovo. Pino Arlacchi e' stato presidente della Associazione mondiale per lo studio della criminalita' organizzata.
Come consigliere del Ministro dell'Interno, Pino Arlacchi ha redatto il progetto esecutivo della DIA, la Direzione Investigativa Antimafia. La DIA venne istituita nel 1991 assieme alla sua interfaccia giudiziaria, la Procura Nazionale Antimafia, progettata da Giovanni Falcone.
Parlamentare del Partito Democratico della Sinistra per due legislature, Pino Arlacchi e' stato dal 1997 al 2002 sottosegretario generale della Nazioni Unite, direttore dell'UNDCCP (ufficio delle Nazioni Unite per il controllo delle droghe e la prevenzione del crimine) e direttore generale dell'ufficio delle Nazioni Unite a Vienna.
Pino Arlacchi e' stato professore associato di sociologia applicata presso l'Universita' della Calabria e presso l'Universita' di Firenze, e visiting professor alla Columbia University di New York. E' diventato poi professore ordinario presso l'Universita' di Sassari, dove ha insegnato sociologia generale. Adesso insegna sociologia presso la LUM (Libera Universita' del Mediterraneo).
Come Direttore esecutivo dell'UNDCP, Arlacchi ha proposto e fatto approvare nel 1998 all'Assemblea generale delle Nazioni Unite una strategia decennale di riduzione della domanda di droghe e di eliminazione delle colture di oppio e coca in tutto il mondo. I risultati di questa strategia sono stati valutati nel marzo 2009 dai paesi membri della Commissione ONU sulle droghe. La dichiarazione politica votata all'unanimita' alla fine dei lavori ha riconosciuto i progressi realizzati tramite questo approccio ed ha riconfermato la stessa strategia per altri dieci anni, fino al 2019. Durante il mandato di Arlacchi all'ONU, dal 1997 al 2002, la produzione di oppio ed eroina in Afghanistan - il maggior produttore mondiale - e' stata quasi azzerata nel 2001, per riprendere in seguito, dopo l'invasione americana dell'ottobre dello stesso anno. La produzione di coca in Bolivia si e' ridotta nello stesso periodo del 71% da 45.800 a 19.900 tonnellate. Pino Arlacchi ha istituito un sistema di monitoraggio satellitare delle coltivazioni illecite che ha contribuito ad eliminare le coltivazioni illecite in 10 paesi.
Un altro importante risultato dell'attivita' di Arlacchi all'ONU e' consistito nella promozione della Convenzione delle Nazioni Unite contro la Criminalita' Organizzata Transnazionale approvata a Palermo da 124 paesi nel dicembre 2000 e pienamente operativa dal 2003. Si tratta del primo Trattato mondiale contro le mafie, che universalizza l'esperienza italiana e di altri paesi nel contrasto della grande criminalita'. Nel campo della lotta al riciclaggio del denaro sporco, Pino Arlacchi ha promosso la firma nel 2001 da parte di 34 paradisi fiscali di un accordo che li ha impegnati a lavorare assieme all'ONU per adeguare le loro legislazioni agli standard internazionali di trasparenza finanziaria e di contrasto del riciclaggio. L'accordo coinvolgeva il 70% del mercato finanziario offshore, la cui dimensione era nel 2000 di 4mila miliardi di dollari.
Arlacchi e' stato Parlamentare Europeo eletto nella Circoscrizione dell'Italia Meridionale ed ha fatto parte del gruppo dei socialisti europei dal 2019 al 2014.
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Volumi pubblicati da Pino Arlacchi
Territorio e Societa'. Calabria 1750-1950, Lerici, Roma, 1978.
Mafia, contadini e latifondo nella Calabria tradizionale. Le strutture elementari del sottosviluppo, Il Mulino, Bologna, 1980.
La mafia imprenditrice. L'etica mafiosa e lo spirito del capitalismo, Il Mulino, 1983.
La palude e la citta'. Si puo' sconfiggere la mafia (con Nando Dalla Chiesa), Mondadori, 1987.
Droga e grande criminalita' in Italia e nel mondo, Sciascia, Caltanissetta-Roma, 1988.
Imprenditorialita' illecita e droga. Il mercato dell'eroina a Verona (con Roger Lewis), Il Mulino, 1990.
Gli uomini del disonore. La mafia siciliana nella vita di un grande pentito Antonino Calderone, Mondadori, Milano, 1992.
Addio Cosa Nostra. La vita di Tommaso Buscetta, Rizzoli, 1994.
Il processo. Giulio Andreotti sotto accusa a Palermo, Rizzoli, 1995.
Schiavi. Il nuovo traffico di esseri umani, Rizzoli, Milano, 1999.
La mafia imprenditrice. Dalla Calabria al centro dell'inferno, Il Saggiatore, 2007.
Perche' non c'e' la Mafia in Sardegna. Le radici di una anarchia ordinata, AM&D Edizioni, Cagliari, 2007.
L'inganno e la paura. Il mito del grande caos, Il Saggiatore, Milano, 2009.
Gli uomini del disonore. La mafia siciliana nella vita di un grande pentito Antonino Calderone, nuova edizione, Il Saggiatore, Milano, 2010.
I padroni della finanza mondiale, lo strapotere che ci minaccia e i contromovimenti che lo combattono. Chiarelettere, Milano 2018.
Contro la paura, la violenza diminuisce. I veri pericoli che minacciano la pace mondiale, Chiarelettere, Milano 2020.
Giovanni ed io. In prima linea con Falcone contro Andreotti, Cosa Nostra e la Mafia di Stato, Chiarelettere, Milano 2022.
11. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Michele Di Giorgio, Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981), Viella, Roma 2019, pp. 303 (+ 16 pp. di inserto di illustrazioni), euro 29.
- Giulia Fabini, Enrico Gargiulo, Simone Tuzza, Polizia. Un vocabolario dell'ordine, Mondadori, Milano 2023, pp. VI + 226, euro 18.
*
Riletture
- Marco Neirotti, Invito alla lettura di Fulvio Tomizza, Mursia, Milano 1979, 1997, pp. 184.
- Claudio Toscani, Invito alla lettura di Carlo Sgorlon, Mursia, Milano 1994, pp. 208.
*
Classici
- David Hume, Trattato sulla natura umana, Rcs-Bompiani, Milano 2001, 2009, pp. 674.
- David Hume, Trattato sulla natura umana. Ricerca sull'intelletto umano. Ricerca sui principi della morale, Laterza, Roma-Bari 1987, Mondadori Milano 2008, pp. VI + 1054.
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Maestre
- Hannah Arendt - Karl Jaspers, Carteggio 1926-1969. Filosofia e politica, Feltrinelli, Milano 1989, pp. XXIV + 248.
- Hannah Arendt - Mary McCarthy, Tra amiche. La corrispondenza di Hannah Arendt e Mary McCarthy 1949-1975, Sellerio, Palermo 1999, pp. 720.
- Hannah Arendt - Kurt Blumenfeld, Carteggio 1933-1963, Ombre corte, Verona 2015, pp. 280.
- Hannah Arendt - Martin Heidegger, Lettere 1925-1975, Einaudi, Torino 2000, 2007, pp. VI + 320 (+ un inserto fotografico di 16 pp.).
- Hannah Arendt - Joachim Fest, Eichmann o la banalita' del male. Interviste, lettere, documenti, Giuntina, Firenze 2013, 2014, pp. 222.
- Hannah Arendt - Walter Benjamin, L'angelo della storia. Testi, lettere, documenti, Giuntina, Firenze 2017, 2018, pp. 270.
- Hannah Arendt - Guenther Anders, Scrivimi qualcosa di te. Lettere e documenti, Carocci, Roma 2017, pp. XII + 194.
- Hannah Arendt, L'amicizia e la Shoah. Corrispondenza con Leni Yahil, Edb, Bologna 2017, pp. 112.
12. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
13. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5174 del 18 aprile 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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