[Nonviolenza] Telegrammi. 5173



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5173 del 17 aprile 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Animoso Scotolatori: Per la pace, per la dignita' umana, per quest'unico mondo vivente: una lista alle elezioni europee
2. Enrico Peyretti: Erasmo, umanesimo e cristianesimo della pace. Sintesi del saggio di Erasmo "Dulce bellum inexpertis" ("La guerra piace a chi non la conosce") (1515)
3. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
4. Un incontro a Viterbo, un appello a Strasburgo e Bruxelles. Per la liberazione di Leonard Peltier
5. Ripetiamo ancora una volta...
6. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
7. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. LETTERE DALLA MONTAGNA. ANIMOSO SCOTOLATORI: PER LA PACE, PER LA DIGNITA' UMANA, PER QUEST'UNICO MONDO VIVENTE: UNA LISTA ALLE ELEZIONI EUROPEE
[Dal nostro vecchio amico Animoso Scotolatori riceviamo e diffondiamo]

Leggo che si stanno raccogliendo le firme per poter presentare una lista pacifista alle elezioni europee di giugno.
Leggo che animatore della lista e' Raniero La Valle, una delle figure piu' illustri del movimento per la pace nel nostro paese.
Mi sembra una cosa ragionevole che al Parlamento Europeo siano elette persone che abbiano come impegno persuaso e mandato fondamentale la pace che sola salva le vite.
Mi sembra una cosa ragionevole che al Parlamento Europeo siano elette persone che abbiano compreso che la prima e piu' urgente necessita' e' abolire le guerre, gli eserciti, le armi.
Mi sembra una cosa ragionevole che al Parlamento Europeo siano elette persone che abbiano fatto la scelta morale e politica della nonviolenza, che sola si oppone sempre e comunque alla violenza assassina, che sola si oppone a tutte le guerre e le stragi, che sola puo' salvare l'umanita' della catastrofe.
La lista si chiama "Pace Terra Dignita'": credo che ogni persona impegnata per la pace dovrebbe firmare affinche' possa presentarsi alle elezioni.
Si firma presso i Comuni, ed anche presso i tavoli che i sostenitori stanno organizzando in varie citta' d'Italia in queste settimane di aprile.
Per informazioni si veda il sito: www.paceterradignita.it
*
Per la pace, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, per la solidarieta' che ogni essere umano riconosca e raggiunga, per la difesa dell'intero mondo vivente.
Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.
Salvare le vite e' il primo dovere.

2. MAESTRI. ENRICO PEYRETTI: ERASMO, UMANESIMO E CRISTIANESIMO DELLA PACE. SINTESI DEL SAGGIO DI ERASMO "DULCE BELLUM INEXPERTIS" ("LA GUERRA PIACE A CHI NON LA CONOSCE") (1515)
[Ringraziamo Enrico Peyretti per averci messo a disposizione questo suo scritto del 12 aprile 2018, rivisto 11 aprile 2024, pubblicato in "Tempi di fraternita'", n. 6, giugno-luglio 2018, e nel blog personale (una stesura precedente era gia' apparsa nel nostro foglio nel 2002).
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' candidato alle elezioni europee nella lista "Pace Terra Dignita'"]

Nella grande controversia del '500, sulla Riforma religiosa, influente sulla politica, Erasmo e' stato accusato di vilta'. Afferma Stefan Zweig che in realta' Erasmo "e' rimasto piu' fedele all'umanita' intera che non ad un singolo clan" (Stefan Zweig, Erasmo da Rotterdam, Bompiani 2016 (1934), p. 18).
Anche Hans Kung ha accusato Erasmo di "troppo poco coraggio paolino", e di "fuga" (in Teologia in cammino, Mondadori 1987, pp. 21-55, spec. 48). Ernesto Balducci, in una lettera del 21 gennaio 1989, mi scriveva: "Sono convinto, diversamente da Kung, che Erasmo, tra Roma e Lutero, aveva visto giusto: la questione dirimente, che avrebbe portato con se' anche la riforma della chiesa, era quella della pace. Non e' forse oggi la vera questione ecumenica?".
Oggi e' dunque da riaccendere l'attenzione e l'interesse per Erasmo come un padre della migliore modernita'. "In Erasmo la lotta per la pace, il bene della pace, e' davvero il pensiero dominante, il punto di raccordo e la radice di tutto il suo umanesimo cristiano, del suo cristianesimo evangelico" (Eugenio Garin, Erasmo, Edizioni Cultura della Pace 1988, p. 7).
Alla bibliografia su Erasmo va ora aggiunta la traduzione (di Carla Segoloni Falici) dell'opera di Bart de Ligt, Erasmo nonviolento. La voce dell'Umanesimo in un'Europa dilaniata dalle guerre, Centro Gandhi Edizioni, Pisa, 2023 (originale 1936).
Tra le opere di Erasmo per la pace il Dulce Bellum Inexpertis mi sembra quella di maggiore interesse per noi oggi. E' uno degli Adagia, sviluppato in un trattatello, e contiene una analisi dell'antropologia e della politica di guerra, denuncia l'ignoranza della realta' da parte di chi promuove le guerre, porta argomenti non solo morali, ma anche di convenienza contro le guerre, con molto realismo, afferma la piena incompatibilita' della guerra col Vangelo, cerca e propone un superamento non solo morale, ma anche nel sistema politico internazionale, della pratica della guerra legata ai poteri politici e alle culture.
Percio' scelgo, come mio contributo alla memoria comune, di ripercorrere in sintesi questo scritto del 1515, quando Erasmo ha 49 anni, come invito alla lettura diretta.
(Riassumo il testo - tra virgolette frasi salienti letterali - da Eugenio Garin, Erasmo, Ed. Cultura della Pace, Fiesole 1988, che tiene conto della traduzione di Silvana Seidel Menchi, con testo latino a fronte, nel volume da lei curato, con Introduzione di LXXI pagine, Erasmo da Rotterdam, Adagia. Sei saggi politici in forma di proverbi, Einaudi 1980).
*
1. In molte cose l'inesperienza inganna.
2. Cio' e' specialmente vero per la guerra, oggi trionfante (la fanno anche i cristiani, e preti e vescovi, e giuristi e teologi soffiano sul fuoco), al punto di capovolgere il giudizio su di essa, che e' cattiva e dannosa.
Primo problema: da dove viene la guerra? E' necessaria un'indagine filosofica.
3. Guardiamo l'immagine dell'uomo: il corpo e' fatto per l'amicizia, non per la guerra. La natura lo ha fatto nudo, inerme, tenero. Nasce bisognoso, debitore alla benevolenza altrui. E' nato alla gentilezza e all'amore, ha braccia per abbracciare, e il gusto del bacio in cui le anime si incontrano, ha il riso e le lacrime. Solo all'uomo la natura ha dato il linguaggio e la ragione, per l'amicizia, e perche' nulla si faccia per forza. Nulla piu' necessario dell'amicizia e nulla piu' dolce. La passione del sapere unisce piu' del sangue. Nell'uomo c'e' una scintilla della mente divina, e' immagine di Dio, per cui gode del bene, anche senza premio, perche' l'uomo e' caro all'uomo, e perfino gli animali se ne sentono protetti.
Ecco invece l'immagine della guerra: ha aspetti orribili, causa gli effetti piu' gravi: il combattente uccide colui che non l'ha offeso nemmeno con una parola. Anche i guai minori sono sempre terribili, danni fisici e materiali. Soprattutto, la guerra causa rovina morale, corrompe la vita. Una guerra genera altra guerra.
4. L'origine della parola bellum dice che e' azione di uomini-belve, per di piu' fabbricanti di strumenti omicidi. Le belve combattono per pochi precisi motivi, e non si fanno guerra intraspecifica ed estesa, come facciamo noi. La Natura osserva stupita: perche' l'uomo e' degenerato in belva?
5. A tale straordinaria follia dell'uccidersi l'un l'altro si deve esser giunti per gradi. I mali si insinuano con la maschera del bene. Dapprima la difesa da bestie feroci, si da' gloria a chi meglio le uccide, anche oltre il necessario, cosi' ci si abitua all'uccidere anche animali miti per mangiarli, e infine, nell'ira, anche a colpire uomini, con poca fatica. Eliminare l'avversario sembra giustizia, uccidere un tiranno da' gloria. Avvengono scontri fra gruppi, cresce la furia, si sviluppano le armi. La guerra da' gloria. Eppure c'erano anche limiti, regole, poi superate, per lucro piu' che per la gloria. Dal sangue umano sparso nascono gli imperi. I potenti ottusi e disumani non vogliono capire.
6. La guerra e' dilagata, tutti contro tutti, e persino il cristiano contro il cristiano. Nessuno se ne meraviglia, nessuno condanna. C'e' chi applaude, e chiama santo cio' che e' diabolico, e benedice la guerra - "Dio combattera' per te" - e ne fa un sacramento. Falsificano i profeti, la preghiera, la croce. Abbiamo sentito da monaci, teologi, vescovi, prediche bellicose. Si scontrano eserciti con l'insegna della croce, che da sola ammonisce. Si fa Cristo spettatore e autore dell'empia reciproca strage. La guerra e' il regno del demonio, un qualsiasi postribolo sarebbe meglio, e noi vi trasciniamo Cristo. Per cause lievi, ci facciamo piu' feroci dei pagani e dei barbari. Per di piu', sono istigatori, esortatori e complici i rappresentanti di quel pontefice (1) che dovrebbe pacificare e unire tutti coloro (come i vescovi) che salutano il popolo con l'augurio di pace: "Pax vobis".
7. Dopo il confronto tra l'uomo e la guerra, paragoniamo ora la guerra con la pace: la cosa piu' scellerata e miserabile con la piu' felice e la migliore. La pace e' l'amicizia reciproca di molti. Se l'amicizia tra due persone e' tanto dolce e gradevole, quanto sara' felice l'amicizia tra regno e regno, tra popolo e popolo! I beni, quanto piu' sono diffusi, tanto piu' vantaggio recano. "Con la concordia le piccole cose crescono, con la discordia anche le grandi vanno in malora". La pace e' madre e nutrice di tutte le cose buone. Ma appena esplode la crudele guerra, eterno Dio, quale immenso oceano di malanni sommerge tutto! E' tanto piu' facile nuocere che fare del bene! "Tacciono le leggi", si ride della gentilezza dei costumi, ci si fa gioco della religione. La gioventu' si corrompe, i vecchi imprecano contro una vita troppo lunga. Nessun conto si fa piu' degli studi liberali.
"Le guerre, forse, si potrebbero sopportare, se ci rendessero solo disgraziati, e non anche malvagi e perfidi (2), e se la pace ci facesse solo piu' felici, e non anche migliori. Empio, percio', e' chiunque provoca la guerra". Tutti i mali naturali che possono capitarci, e che non possiamo evitare, ci rendono solo disgraziati, ma non malvagi. La guerra e' il male piu' atroce e pernicioso, che da solo tutti li comprende e li supera. Mentre i benefici della pace si diffondono per moltissimi, se c'e' un bene dalla guerra ne godono pochi e per di piu' indegni. La salvezza e ricchezza dell'uno e' morte e miseria dell'altro. Non so se mai una guerra sia finita cosi' bene da non far pentire il vincitore, se e' saggio. Possiamo ritenere sano di mente chi, potendo ottenere la pace con poca spesa, si procura la guerra a prezzo di tanti mali? Il danno morale della guerra e' piu' grave di quello fisico (3).
8. Gia' l'inizio di una guerra e' pieno di spese e di danni. Chi puo' elencare i disagi che "gli stupidissimi soldati" sopportano al campo (e se li vanno a cercare!). "Servire i capi, prendersi legnate: non c'e' schiavitu' peggiore di quella del soldato". Poi, si va a uccidere crudelmente, o a essere miseramente uccisi. "Affliggiamo noi stessi con tanti malanni, per poter affliggere gli altri". Potremmo ottenere la pace con un decimo delle pene, delle spese, e del sangue che la guerra richiede. Coi pericoli e il lavoro per abbattere un castello, potevi costruirne un altro molto piu' bello, e senza pericoli. E' roba da matti accettare un grande malanno sicuro, quando e' ancora incerta la sorte della guerra (4).
9. Ma se i pagani possono essere stati travolti da questa follia infernale, come mai noi cristiani abbiamo impugnato la spada contro cristiani? E' peggio di un fratricidio. I cristiani sono uniti da legami piu' forti di quelli naturali. Cristo riconobbe come suo un solo precetto: l'amore. Che cosa, piu' della guerra, e' contro l'amore? Cristo ai discepoli non lascia niente altro che la pace. Al Padre chiede soprattutto che essi siano tutt'uno con lui. In tutta la sua dottrina non trovi altro che pace, mitezza, le beatitudini proclamate, il disprezzo di cio' per cui il mondo si batte: la ricchezza, la superbia. Vieto' di resistere al male (5). Tutta la sua vita fu mansuetudine, e cosi' vinse sul mondo. Cosi' insegnano anche gli Apostoli. E allora, perche' si' gran tumulto di guerra tra i figli della pace? Cristo e' la vite, noi i tralci; la chiesa e' corpo di Cristo capo, e noi le membra: dovremmo essere immagine in terra della citta' del cielo. E invece vi si trovano turpitudini che Cristo condanna, forse peggiori che fra turchi e saraceni.
10. Come si e' insinuata questa peste nel popolo cristiano? Col pretesto di sconfiggere gli eretici si insinuo' il gusto ambizioso della disputa. Si giunse al punto di mettere al centro della teologia Aristotele, in modo che la sua autorita' e' quasi piu' santa di quella di Cristo. Distorciamo i precetti di Cristo, ma non discutiamo gli oracoli aristotelici. Cercare di combinarli e' come mescolare l'acqua col fuoco. Abbiamo distorto la dottrina evangelica per metterla d'accordo col diritto romano. Il quale insegna che vim vi repellere licet, approva i traffici e l'usura, esalta la guerra giusta, cioe' se dichiarata dal principe, non importa se bambino o idiota. La dottrina di Cristo e' talmente corrotta da dialettici, sofisti, matematici, filosofi, giuristi, che se arriviamo a consultare i libri sacri, imbevuti dai dogmi di tutti costoro, deformiamo le leggi di Cristo. Come se la sua dottrina non potesse essere di tutti, come se potesse accordarsi con la sapienza dei filosofi. Abbiamo, noi cristiani, preteso onori, trattenuto ricchezze dateci per i poveri, fino a ritenere che il ricco sia il migliore. Abbiamo onorato la ricchezza piu' dei pagani. Ad onori e ricchezze parve convenire anche un certo potere, al punto che il vescovo non si sentiva vescovo se non possedeva un potere temporale. Infine, abbandonato ogni pudore, abbiamo raggiunto e superato i pagani in ambizione, lusso, tirannide.
11. Quando mai i pagani si sono fatti guerra con la crudelta' con cui i cristiani combattono tra loro? Quante stragi abbiamo visto in questi pochi anni! E poi ce la prendiamo con i turchi, a cui, con le nostre lotte fratricide, diamo lo spettacolo a loro piu' gradevole. Serse, Alessandro Magno, che Seneca chiama "briganti furiosi", combattevano piu' umanamente di noi, non avevano le nostre macchine belliche, i loro motivi non erano inconsistenti come i nostri. Nelle storie dei pagani trovi condottieri che preferirono vincere il nemico con la generosita', col parlare, prima che con le armi. Noi, pseudocristiani, non perdiamo occasione di guerra. C'erano regole, cerimonie del "feciale", per moderare la violenza dello scontro. Catone il vecchio scriveva al figlio militare di chiedere al comandante il permesso di incontrarsi col nemico. Il giuramento militare toglieva la facolta' di uccidere, appena dato il segnale di ritirata. "Nessuno credeva lecito uccidere, a meno che non fosse costretto da necessita'". Oggi, fra noi pseudocristiani, e' detto uomo forte chi uccide e deruba un cittadino disarmato della nazione nemica. Si chiamano soldati quelli che, per i soldi, vanno a combattere da una parte o dall'altra, e non ci fanno orrore come ci fa il boia. Chi ruba una veste e' un infame, chi depreda tanti innocenti in guerra e' annoverato fra i cittadini dabbene. Il soldato piu' feroce diventa il capo nella guerra successiva. I monarchi cristiani sono peggiori dei monarchi pagani, che civilizzavano le provincie conquistate. Noi imitiamo e superiamo solo cio' che era pessimo nei pagani.
12. In che modo noi difendiamo questa cosi' grande follia? Dicono: se la guerra non fosse lecita, Dio non avrebbe mandato gli ebrei contro i nemici. Si', ma combattevano solo contro stranieri ed empi, e noi tra cristiani! Se ci piace tanto l'esempio degli ebrei, perche' non ci tagliamo anche il prepuzio, non immoliamo vittime, e non prendiamo parecchie mogli? La guerra e' loro permessa, come il ripudio, per la "durezza" del loro cuore. Ma Cristo ordino' di riporre la spada: ai cristiani e' lecita solo la guerra bellissima contro la cupidigia, l'ira, l'ambizione, la paura della morte, i veri nemici della chiesa. "Solo questa e' la guerra che genera la vera pace". Alcuni intendono le due spade come i due poteri, civile ed ecclesiastico, rivendicati dai successori di Pietro. Ma Cristo disarmo' Pietro, proibendo quella guerra che prima sembrava lecita. Cristo non approvo' la difesa con le armi, ma insegno' solo la pazienza. Mando' i suoi dai tiranni armati solo del bastone da pellegrino e dalla bisaccia. I martiri non si sono mai serviti della spada. Si accampano poi varie formule rabbiniche per giustificare chi fa guerra, chi la dirige, chi la giustifica, e si svalutano gli insegnamenti di Cristo: cosi' si da' avallo religioso alla cupidigia dei principi, e si fa di Cristo un banditore di guerre. Cristo indica il fine dello sforzo morale, non da' le misure del permesso e del vietato (6). Oggi passa per eretico chi esorta a fuggire la guerra, e per campione di ortodossia chi toglie forza al Vangelo. "Ma un dottore davvero cristiano non approva mai la guerra; e se, forse, in qualche momento la ammette, lo fa suo malgrado, e con dolore".
13. Si fanno obiezioni a favore del diritto di guerra. E' diritto di natura e consuetudine respingere la forza con la forza. Risposta: ma il vangelo va oltre, ci comanda di fare del bene a chi ci fa del male. Obiettano ancora: queste cose riguardano gli Apostoli. No: riguardano  tutti quelli che sperano in Cristo. Chi si ride di lui combatte per il denaro e il potere, ma questa e' morte piu' che vita. Ci obiettano casi di papi e padri della chiesa a favore della guerra. Rispondiamo: e' tradizione non univoca; e comunque, perche' seguire esempi equivoci, divergenti dalla parola chiara di Cristo? Dicono ancora che, come e' lecito giustiziare un reo,  sara' lecito punire una citta' con la guerra. Ma in giudizio c'e' il primato della legge; la guerra e' giudizio in causa propria, e la pena va su migliaia di innocenti. I vantaggi della guerra sono per i briganti. In tribunale si punisce uno per il bene di tutti; in guerra sono puniti tutti, benche' innocenti. In conclusione: meglio pochi colpevoli impuniti che condannare, con loro, tutti gli innocenti. E ancora ci dicono: la guerra e' diritto dei principi. Per uno come me e' rischioso discutere troppo arditamente degli affari dei principi. Diro' solo che tutti avrebbero qualche diritto da rivendicare. Il governo e' amministrazione, non possesso. Non si ha diritto sugli uomini, liberi per natura, come sul bestiame. Il diritto dei principi viene dal consenso del popolo, che puo' toglierlo. E' un diritto che i prìncipi rivendicano per se', non per la giustizia.
14. In ogni caso, la guerra non conviene. Se non hai animo di principe abbi almeno l'animo del mercante, che considera un guadagno cavarsi da un pericolo con una piccola perdita. Se consideri vantaggi e svantaggi, "ti accorgi che e' molto meglio una pace ingiusta di una guerra giusta" (7). Chi andrebbe a pescare con un amo d'oro? Piuttosto che spargere sangue cristiano, lascerei a chiunque ogni suo preteso diritto. E poi, che bisogno c'e' di correre subito alle armi? Il mondo e' pieno di personalita' sagge, di assemblee e senati istituiti dai nostri padri: perche' non rimettere al loro arbitrato le bizze dei principi?
Piu' degno di rispetto e' l'argomento della difesa della chiesa. Ma il popolo e' la chiesa. E la dignita' della chiesa non sta nei soldi dei preti, e la chiesa non e' nata e cresciuta su guerre e stragi, ma sul sangue dei martiri.
15. A me, poi, non sembra da approvare il nostro continuo preparare la guerra contro i turchi. Sarebbe una misera religione cristiana se la sua salvezza dipendesse da questo. Non si fanno buoni cristiani, cosi'. "Quel che la spada da', la spada toglie". Vuoi convertire i turchi a Cristo? Mostra non ricchezze, eserciti, potenza, ma i caratteri del cristiano: vita pura, volonta' di far bene, anche ai nemici, sopportazione delle offese, disprezzo del denaro e della gloria. Queste sono le armi per assoggettare i turchi. Ora, invece, combattiamo i malvagi da malvagi. Diro' arditamente: se togliamo il nome della croce, siamo solo dei turchi contro altri turchi. Una religione militare va difesa con la guerra. Perche' non fidiamo nel presidio di Cristo? Ma chiedono: perche' non posso sgozzare quelli che ci sgozzano? Io rispondo: non puoi tollerare che qualcuno sia piu' scellerato di te? "Credi davvero che sia da cristiani trucidare quelli che noi consideriamo empi, ma che pure sono uomini per la cui salvezza Cristo e' morto?". Il diavolo si rallegra due volte, perche' e' stato ucciso un uomo, e perche' a ucciderlo e' stato un cristiano. Molti che vogliono apparire cristiani fanno ai turchi il maggior male possibile, li maledicono come eretici e dimostrano cosi' di essere loro i piu' veri eretici. Chi vuol essere ortodosso cerchi con miti argomentazioni di far ricredere chi e' nell'errore. Se gli antichi predicatori del vangelo avessero avuto con noi l'animo che noi abbiamo coi turchi, dove saremmo noi, che siamo diventati cristiani per la loro tolleranza? "Aiuta i turchi, e, se puoi, da empi rendili pii; se non puoi, prega, e io riconoscero' in te l'anima del cristiano".
Oggi molti ordini di monaci vogliono apparire colonne della chiesa, ma quanti darebbero la vita per diffondere la fede? Se avessero i costumi di Domenico, di Francesco, degli Apostoli! Oggi quelli che si vantano vicari e successori di Pietro ripongono tutta la loro fiducia nelle sole possibilita' umane. Vivono in modo che e' piu' facile che si corrompano loro stessi piu' che rendere migliori gli altri. Servono la tirannide dei principi, vanno a caccia di quattrini, si mostrano attivi a censurare proposizioni eretiche, regnano con danno del popolo cristiano piu' che estendere con loro rischio il regno di Cristo. "Quelli che noi chiamiamo turchi sono in gran parte quasi cristiani, probabilmente piu' vicini al vero cristianesimo della maggior parte dei nostri". Togliamo la trave dal nostro occhio prima della pagliuzza dall'occhio del fratello. Chi ci prestera' fede se tutta la nostra vita e' preoccupazione del mondo? Cristo non spezza la canna incrinata (Matteo 12,20) e noi, invece, "ci apprestiamo a distruggere in guerra Asia e Africa, anche se ci vivono tanti cristiani o quasi cristiani. Perche' non cerchiamo di riconoscerli, di averne cura, di renderli migliori con la dolcezza? In realta', se vogliamo solo estendere i nostri domini, perche' coprire col pretesto di Cristo una cosa tanto profana?".
Qualcuno dira': Se Dio e' con noi, chi sara' contro di noi? Ma questo vale per chi confida solo in Dio, e non nelle armi. Cristo Gesu' dice: Chi di spada ferisce, di spada perira'. Allora, imbracciamo la spada del vangelo e lo scudo della fede. "Accadra' cosi' che vinceremo veramente allorquando saremo vinti". Ma supponiamo di vincere la guerra. Chi mai ha visto fare dei veri cristiani col ferro, la strage, gli incendi? "E' minor male essere turchi o giudei sinceri che cristiani ipocriti". "Io preferisco un turco autentico a un falso cristiano". "Per trasformare i turchi in cristiani cattivi e falsi, noi renderemo ancora peggiori tanti cattivi cristiani". Ho un sospetto che la guerra contro i turchi sia annunciata per spogliare il popolo cristiano, che sopporti la tirannide dei principi civili ed ecclesiastici.
Non condanno del tutto la guerra contro i turchi, se sono loro ad assalirci. Voglio che la guerra in nome di Cristo sia condotta con animo cristiano e mezzi cristiani. I turchi vedano che sono invitati alla salvezza, non braccati come prede. La nostra professione di fede sia semplice e davvero apostolica, senza troppe aggiunte umane. Su pochi punti il consenso sara' piu' facile e duraturo. Di tutto questo diro' piu' ampiamente nel libro Antipolemos (8), che scrissi a Roma, dedicato a Giulio II.
Quasi tutte le guerre dei cristiani nascono da stoltezza o malvagita' di giovani principi, infiammati da stupide storie, istigati dagli adulatori, eccitati da giuristi,  teologi e vescovi. Cominciano per leggerezza e devono poi imparare, a prezzo di tante sventure, che "la guerra va fuggita in ogni modo". In tempo di pace, le leggi e le istituzioni pongono limiti alla volonta' dei principi. In guerra, il capriccio di pochi e' il potere supremo. Poi nascondiamo le nostre colpe sotto formule onorevoli: la difesa della religione, il diritto canonico, i patti infranti... Ma non ottengono mai quello che vogliono e piombano in altri guai. E se finisce nel migliore dei modi e' merito della fortuna, che, potente in tutto, nella guerra e' potentissima. Se l'orgoglio ti spinge alla guerra, devi implorare dei barbari, uomini colpevoli di ogni genere di misfatti, perche' e' con gente simile che si combattono le guerre: cosi' ti devi umiliare all'ultima feccia dell'umanita'. Se e' il guadagno che ti spinge, fai bene i tuoi calcoli. Fai guerra per lo Stato? Ma e' per la guerra che gli Stati vanno in malora. Se ami davvero i tuoi, chiediti: perche' espongo a ogni malanno questa gioventu' cosi' fiorente? Perche' privare tante spose dei mariti, e tanti figli dei genitori? Perche' sostenere qualche dubbio diritto col sangue dei sudditi? Sarebbe stato prudente considerare tutto questo, sarebbe stato cristiano fuggire e scongiurare un evento tanto diabolico, tanto lontano dalla vita e dalla dottrina del Cristo.
"Se poi la guerra non si potra' evitare in nessun modo, data la malvagita' dei molti, quando nulla piu' restera' di intentato, quando per amore della pace si sara' fatto tutto, l'unica cosa che rimarra' ancora sara' adoperarsi perche' l'infame impresa sia fatta da infami, e si concluda col minor spargimento possibile di sangue".
Se, infatti, ci adopereremo per essere davvero cristiani, se avremo l'innocenza, l'amore, la pazienza, se sapremo superare con i benefici l'ingiuria recataci, "quale mai guerra potrebbe scoppiare tra noi per motivi inconsistenti? Se invece Cristo e' una favola, perche' non lo eliminiamo francamente?". Se riconosciamo il suo magistero, allora mostriamolo, e non con scritte e insegne, ma con la nostra vita. "Facciamo nostra la causa della pace, perche' Cristo a sua volta riconosca i suoi". Si adoperino i pontefici, i principi, le citta'. Se il popolo si agita, sia ricondotto all'ordine da principi, che devono essere nello Stato come l'occhio nel corpo e la ragione nell'anima. Se invece sono i principi a turbare la pace, compete alla saggezza e autorita' dei pontefici ricomporre i disordini. "Ma non siamo ancora sazi di guerre, che non finiscono mai, e non sentiamo il desiderio della pace?". Lo esige il mondo stanco di sventure, ci invita Cristo, ci esorta il pontefice Leone X, vero vicario in terra del pacifico Gesu' Cristo. Egli si adopera perche' la chiesa fiorisca non gia' per ricchezza e potere, ma per i propri pregi. La gloria della guerra circondi pure Giulio: "non sta a gente come me dire quanto tutto questo convenga a un pontefice. Dio solo sa che la sua gloria e' legata al dolore e alla morte di moltissimi uomini. Ben piu' vera gloria dara' al nostro Leone la pace restituita al mondo".
*
Note
1. Erasmo allude a Giulio II, che l'11 novembre 1506 vede entrare trionfalmente a Bologna. Sulle guerre di questo papa scrive l'Antipolemos, opera perduta. Giulio II muore nel 1513. Compare il dialogo Julius exclusus e coelis, attribuibile ad Erasmo.
2. Qui Erasmo anticipa quel chiaro pensiero di Kant in Per la pace perpetua: "La guerra è' un male perche' fa piu' malvagi di quanti ne toglie di mezzo". Cosi' e' tolta ogni giustificazione morale della guerra, come capace di togliere un male.
3. Cfr  Primo Mazzolari: "La guerra e' piu' che un pericolo, e' un crimine" (Tu non uccidere, p.19 ed. 1965).
4. La irrazionalita' della guerra, specialmente nei nostro tempo, e' stata proclamata nel modo piu' icastico da papa Giovanni XXIII: "E' pura follia - alienum a ratione - pensare che, nell'era atomica, la guerra possa essere utilizzata come strumento di giustizia" (Pacem in terris, 11 aprile 1963, n. 67).
5. Matteo 5,39, il versetto che illumino' Tolstoj.
6. Qui Erasmo dimostra una concezione non giuridicistica e casuistica, ma spirituale e dinamica, della morale cristiana. A questa comprensione e' arrivata la teologia morale grazie al rinnovamento evangelico del Novecento.
7. Cicerone, Lettera ad Aulo Cecina, anno 46 a.C.: "iniquissimam pacem iustissimo bello anteferrem".
8. Opera andata perduta.

3. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI

Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
*
Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
*
Donna, vita, liberta'.

4. INIZIATIVE. UN INCONTRO A VITERBO, UN APPELLO A STRASBURGO E BRUXELLES. PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Si e' svolto la mattina di giovedi' 11 aprile 2024 a Viterbo, presso la sede del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", un incontro di solidarieta' con Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Al termine dell'incontro le persone partecipanti hanno rivolto un appello alla Presidente del Parlamento Europeo, l'on. Roberta Metsola, affinche', proseguendo l'impegno gia' espresso dal Parlamento Europeo fin dal 1994 e dal 1999, e ripreso nel 2021 dal Presidente suo predecessore, l'on. David Sassoli, scriva al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' adotti un provvedimento di clemenza che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, come richiesto da innumerevoli personalita' (tra cui Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco), prestigiose associazioni (come Amnesty International) e rilevanti istituzioni (in primis l'Onu) di tutto il mondo.
Di seguito il testo integrale dell'appello.
*
Appello alla Presidente del Parlamento Europeo
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
sicuramente lei conosce gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
E sicuramente ricorda che con proprie reiterate risoluzioni fin dal 1994 e dal 1999 il Parlamento Europeo si espresse per la sua liberazione.
Cosi' come ricorda che nel 2021 l'allora Presidente del Parlamento Europeo suo immediato predecessore, David Sassoli, espresse un rinnovato impegno affinche' a Leonard Peltier fosse concessa la grazia che gli restituisse la liberta'.
E sicuramente sa anche che nel 2022 una Commissione giuridica ad hoc dell'Onu, dopo aver riesaminato puntualmente l'intera vicenda giudiziaria di Leonard Peltier, ha concluso che dovesse essere liberato.
In coerenza con questi precedenti pronunciamenti, ed in coerenza con l'impegno in difesa dei diritti umani dal Parlamento Europeo e da lei stessa piu' volte dichiarato, le chiediamo di voler scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America per rinnovare la richiesta di un provvedimento di clemenza che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Voglia gradire distinti saluti,
le persone partecipanti all'incontro di solidarieta' con Leonard Peltier svoltosi a Viterbo l'11 aprile 2024
Viterbo, 11 aprile 2024
*
Mittente: Comitato viterbese per la liberazione di Leonard Peltier, c/o "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Segnaliamo alcuni  materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page

5. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

6. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)

Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
*
Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
*
All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
*
Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
*
Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.

7. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)

Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
*
E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Ilan Pappe', La prigione piu' grande del mondo. Storia dei Territori Occupati, Fazi, Roma 2022, pp. 400, euro 20.
*
Riletture
- Jean-Louis Rieupeyrout, Storia dei Navajo 1540-1996, Xenia, Milano 1997, pp. IV + 378.
*
Riedizioni
- Siegfried Augustin, Storia degli indiani d'America, Piemme, 2000, Odoya, Citta' di Castello (PG) - Bologna 2009, 2022, pp. 512, euro 25.
*
Maestre
- Angela Davis, Autobiografia di una rivoluzionaria, Garzanti, Milano 1975, pp. 416.
- Bianca Guidetti Serra, Compagne, Einaudi, Torino 1977, 2 volumi, pp. XX + 662.
- Daniela Padoan, Le pazze. Un incontro con le madri di Plaza de Mayo, Bompiani, Milano 2005, pp. 432.

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5173 del 17 aprile 2024
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
*
Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
Per iscriversi al notiziario, invece, l'indirizzo e' https://lists.peacelink.it/sympa/subscribe/nonviolenza
*
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com