[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 436



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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 436 dell'11 marzo 2024

In questo numero:
1. Ancora morti nel Mediterraneo
2. Un femminicidio dopo l'altro
3. Le armi
4. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
5. Perche' occorre scrivere ora a Biden per chiedere la liberazione di Leonard Peltier
6. Non muoia in carcere Leonard Peltier, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra. Alcuni materiali di documentazione
7. Alcuni riferimenti utili
8. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
9. Solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani
10. Ripetiamo ancora una volta...
11. A costo di sembrare il solito grillo parlante... (novembre 2023)
12. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa? (aprile 2023)
13. Palestinesi e israeliani, uniti dalla forza del dolore, per la nonviolenza e la riconciliazione. Intervista a Robi Damelin, portavoce dei Parents Circle Family Forum
14. Amy Goodman e Denis Moynihan: Aaron Bushnell e Johan Galtung. in lutto per due oppositori di principio della guerra
15. Alcune poesie di Ingeborg Bachmann

1. L'ORA TRA LUPO E CANE. ANCORA MORTI NEL MEDITERRANEO

Saranno contenti i governanti europei
di essersi liberati dei potenziali clandestini
che disturbano la campagna elettorale
delle illuminate guide della razza padrona

Saranno contenti i governanti europei
sadici gongolanti responsabili
della strage degli innocenti
che nel Mediterraneo si consuma

Saranno contenti i governanti europei
la cui politica razzista e schiavista
la cui politica colonialista e fascista
e' premiata dai benpensanti elettori

Saranno contenti i governanti europei
la cui politica in tempo di pace
e' la prosecuzione della guerra
e della guerra la preparazione

Saranno contenti i governanti europei
alacri mandanti del massacro
di carne umana empi divoratori
che nell'abisso tutti ci trascinano.

2. L'ORA TRA LUPO E CANE. UN FEMMINICIDIO DOPO L'ALTRO

Per la gloria del dio onnipotente
per la gloria della maschia nazione
per la gloria della famiglia patriarcale

questo sacrificio di vilissime femmine
quest'olocausto di schiave donnicciole
offre la nostra virile civilta'

3. L'ORA TRA LUPO E CANE. LE ARMI

Le armi ci servono per armare gli eserciti
gli eserciti ci servono per fare la guerra
la guerra ci serve per sterminarli tutti
quei communisti ucraini o russi che siano

4. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI

Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
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Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
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Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
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Donna, vita, liberta'.

5. REPETITA IUVANT. PERCHE' OCCORRE SCRIVERE ORA A BIDEN PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Perche' quest'anno negli Stati Uniti d'America ci saranno le elezioni presidenziali.
Ed e' abitudine dei presidenti al termine del mandato di concedere la grazia ad alcune persone detenute.
Quindi e' in questi mesi che Biden decidera' in merito.
E quindi e' adesso che occorre persuaderlo a restituire la liberta' a Leonard Peltier.
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Di seguito le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo in inglese
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 48 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 48 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.

6. MATERIALI. NON MUOIA IN CARCERE LEONARD PELTIER, DIFENSORE DEI DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI E DELLA MADRE TERRA. ALCUNI MATERIALI DI DOCUMENTAZIONE

Non muoia in carcere Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
Si estenda e si intensifichi la mobilitazione nonviolenta internazionale per chiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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Segnaliamo alcuni  materiali di documentazione in lingua italiana disponibili nella rete telematica:
https://sites.google.com/view/viterboperleonardpeltier/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2021/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperpeltier2022/home-page
https://sites.google.com/view/vetrallaperleonardpeltier2023/home-page
https://sites.google.com/view/vetralla-per-peltier-2024/home-page
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Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.

7. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI

Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com

8. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE

Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it

9. REPETITA IUVANT. SOLIDALI CON LE DONNE IRANIANE NELLA LOTTA NONVIOLENTA PER I DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI

Siamo solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessi la repressione del movimento democratico e nonviolento delle donne - e degli uomini postisi alla loro sequela - che si riconosce nel motto "Donna, vita, liberta'", che siano liberate e liberati tutte le prigioniere e tutti i prigionieri politici, che cessi la violenza maschilista di stato, e che siano riconosciuti, rispettati e difesi tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nessuna autorita' e' legittima se non rispetta la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

10. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

11. REPETITA IUVANT. A COSTO DI SEMBRARE IL SOLITO GRILLO PARLANTE... (NOVEMBRE 2023)

Ci sono alcune cose che vanno pur dette, e allora diciamole.
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Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
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Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
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Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
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All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
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All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
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Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
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Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.

12. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA? (APRILE 2023)

Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
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Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
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E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

13. TESTIMONIANZE. PALESTINESI E ISRAELIANI UNITI DALLA FORZA DEL DOLORE, PER LA NONVIOLENZA E LA RICONCILIAZIONE. INTERVISTA A ROBI DAMELIN, PORTAVOCE DEI PARENTS CIRCLE FAMILY FORUM
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]

Reggio Emilia, 25 febbraio 2024
Insieme a Robi Damelin, israeliana, portavoce dei Parents Circle Family Forum, avremmo dovuto intervistare anche Laila Alsheik, palestinese, componente attiva dell'organizzazione mista composta da familiari di vittime del fuoco "nemico". La prima ha perso il figlio David, ufficiale dell'esercito israeliano ucciso da un cecchino di Hamas ad un posto di blocco, la seconda ha perso il figlio Qussay, perche' ad un altro posto di blocco i soldati israeliani impedirono di portarlo in ospedale, nonostante fosse gravemente ammalato. Entrambe erano state invitate dal Comune di Reggio Emilia a partecipare alle iniziative per la pace organizzate con la rete Europe for peace territoriale per il "cessate il fuoco" in Palestina e i due anni di guerra in Ucraina. Eppure solo Robi Damelin ha potuto raggiungere la citta' emiliana. A Laila Alsheik e' stato impedito di lasciare la Cisgiordania, ma ha potuto fare solo alcuni collegamenti a distanza per incontrare le associazioni e gli studenti reggiani.
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- La prima domanda che rivolgiamo a Robi Damelin, con cui abbiamo appuntamento nella sede della Fondazione E35 di Reggio Emilia, e' sulla storia dell'organizzazione PCFF. Come e quando si e' formata?
- I Parents Circle Family Forum  hanno avuto inizio dall'impegno di un israeliano religioso che, nel 1995 dopo che suo figlio e' stato rapito e ucciso da Hamas, ha fatto una cosa inaspettata: ha deciso di intraprendere la strada della riconciliazione, il suo nome era Yitzhak Frankenthal. Per questa scelta, quando si recava in sinagoga, la comunita' ebraica non voleva piu' pregare con lui. Era un periodo di grandi manifestazioni fondamentaliste contro Rabin e Frankenthal ha accompagnato Rabin ad Oslo quando ha vinto il premio per la pace, prima di essere ucciso. Inizialmente Frankenthal andava negli archivi per cercare i nomi delle altre famiglie delle vittime israeliane: 40 persone hanno risposto al suo appello per una scelta di riconciliazione, ma presto hanno compreso che questa scelta era incompleta finche' mancavano i parenti delle vittime palestinesi. Il primo componente palestinese dell'associazione veniva da Gaza, ma lo scoppio della seconda Intifada ha reso difficile proseguire il lavoro nella Striscia, per cui le attivita' si sono spostate in Cisgiordania. In quel periodo i Parents Circle facevano azioni di protesta anche negli USA, dove hanno inviato mille bare di cartone, accompagnate da dodici famiglie, per shoccare l'opinione pubblica.
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- Com'e' arrivata Robi Damelin ai Parents Circle?
- Sono nata in Sudafrica e da giovanissima facevo parte del movimento anti-apartheid, finche' ho scelto di trasferirmi in Israele. Nel 2002, quando mio figlio David e' stato ucciso da un cecchino palestinese, ho capito che dovevo fare qualcosa per evitare che altri subissero lo stesso dolore, non sapevo esattamente come ma non volevo che nessuno fosse ucciso nel nome di mio figlio. Tre mesi dopo la morte di David sono andata ad una manifestazione contro l'occupazione israeliana a Tel Aviv, dove ho voluto parlare davanti a 60mila persone: ho trovato il coraggio di farlo, utilizzando la forza del dolore di quando si perde un figlio. I Parents Circle mi hanno sentita e mi hanno invitata a parlare sia con i familiari palestinesi che israeliani. Qui ho guardato negli occhi una madre palestinese, ho capito che condividevamo lo stesso dolore e insieme potevamo essere una forza potentissima: avremmo potuto salire entrambe su un palco e parlare di riconciliazione e nonviolenza, diventando un esempio per il mondo. Una notte tre soldati hanno bussato alla mia porta per dirmi che avevano preso l'uomo che aveva ucciso mio figlio: per me e' stato un periodo molto difficile, poiche' dovevo realmente mettere in atto cio' di cui parlavo. Ho inviato una lettera di riconciliazione alla madre di quel ragazzo, dicendole che entrambe abbiamo perso un figlio. Mi ha risposto tre anni dopo. Nel frattempo ho iniziato anche a viaggiare per il mondo, perche' il messaggio che voglio portare non e' locale, ma internazionale. Ho parlato anche alle Nazioni Unite, accusando i presenti di non conoscere i nomi dei bambini che sono stati uccisi.
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- Come prosegue il vostro impegno dopo il sette ottobre 2023, ossia dopo la strage di Hamas e il conseguente massacro continuato dei palestinesi?
- E' un miracolo che stiamo ancora lavorando insieme tra israeliani e palestinesi. Nei media delle due parti, Al Jazeera e i media israeliani (e la CNN), vanno in onda due narrazioni differenti sulla realta'. In questo contesto, la cosa piu' importante e' avere reciprocamente fiducia nei partner, ascoltando con empatia anche se non si e' d'accordo. Un esempio di come lavoriamo e' il campo estivo con ragazzi israeliani e palestinesi, dai 14 ai 16 anni, di famiglie in lutto. Lo scorso settembre, durante la giornata internazionale della pace, il 21 settembre, i ragazzi sono andati alle Nazioni Unite dove hanno firmato un documento per la nonviolenza e la riconciliazione. Tre settimane dopo e' iniziata la guerra, questo ha compromesso anche le relazioni tra i ragazzi che sono reciprocamente arrabbiati: non volevano piu' parlarsi tra di loro e si sono mandati orribili messaggi sui social, quindi abbiamo iniziato a lavorare separatamente, con ciascuno dei due gruppi, sulla rispettiva rabbia: e' il nostro lavoro piu' importante. Adesso i ragazzi si vogliono reincontrare, ma la situazione e' molto delicata. Serve molto tempo per elaborare il trauma e il lutto, mentre la guerra continua a mietere vittime.
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- E gli adulti?
- E' importante sottolineare che per i palestinesi il sette ottobre e' stata la prima volta che sono riusciti a rispondere davvero alla violenza subita ed a vincere. Mentre in Israele ogni mattina l'esercito annuncia i nomi dei soldati uccisi e ne diffondo le foto, i palestinesi che vivono in Cisgordania ogni giorno contano i parenti uccisi a Gaza, dove molte famiglie vivono nello stesso edificio, quindi nel momento in cui un palazzo viene colpito puo' essere uccisa un'intera famiglia. Un palestinese della Cisgiordania, entrato nei Parents Circle perche' aveva perso un fratello a Gaza, oggi ha perso tutta la famiglia sotto le bombe: e' rimasta solo una ragazza e lui vuole continuare per lei e per il suo futuro.
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- Al congresso nazionale del Movimento Nonviolento di Roma sono arrivati i videomessaggi di giovanissimi refusenik, gli obiettori di coscienza israeliani...
- E' una storia complicata non andare nell'esercito, perche' se cresci in uno stato come Israele ti dicono fin da piccolo che devi fare il soldato per proteggere la tua comunita': sviluppi il DNA della paura. Mio figlio David, che era stato ufficiale, aveva firmato una lettera con altri ufficiali affermando che non avrebbe prestato servizio nei territori occupati, ma alla fine e' stato chiamato come riservista e lui non sapeva come fare, soprattutto rispetto ai suoi soldati: se non fosse andato lui, avrebbe lasciato i soldati nelle mani di qualcun altro che avrebbe chiesto loro di fare cose peggiori, quindi decise che sarebbe andato e avrebbe trattato i palestinesi con dignita'. Gli e' stato fatale. Tempo dopo la morte di David, mentre facevo un discorso all'ambasciata americana a Tel Aviv ho notato tra il pubblico una persona palestinese che mi guardava intensamente. Gli ho chiesto come mai mi stesse guardando e lui mi racconto' che il giorno prima della morte di David, era stato al check-point e David doveva controllargli i documenti, che e' una forma di controllo lungo e punitivo, ma lui gli disse gentilmente che l'avrebbe fatto piu' velocemente possibile. Questo palestinese mi disse che quando aveva sentito della morte di David gli era dispiaciuto moltissimo. Ecco, questa e' l'essenza dei Parents Circle, vedere l'umanita' nell'altro.
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- Vuoi lasciare un messaggio ai nonviolenti italiani?
- Siate parte della soluzione e non del problema, non bisogna importare il nostro conflitto in Italia perche' questo non aiuta nessuno. E' necessario vedere l'umanita' di ciascuno, raccontare le storie delle vittime palestinesi e israeliane, e magari anche degli ostaggi, per umanizzare il conflitto e far terminare la guerra. E' il primo passo per la pace e la riconciliazione.
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Intervista a cura di Martina e Pasquale Pugliese

14. LUTTI. AMY GOODMAN E DENIS MOYNIHAN: AARON BUSHNELL E JOHAN GALTUNG. IN LUTTO PER DUE OPPOSITORI DI PRINCIPIO DELLA GUERRA
[Dal sito del Centro studi "Sereno Regis" di Torino riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo dal titolo "Aaron Bushnell e Johan Galtung: in lutto per due oppositori di principio della guerra" e il sommario "Aaron Bushnell e Johan Galtung hanno dedicato la loro vita a porre fine alla guerra in modi diversi"]

Di recente il mondo ha perso due grandi oppositori della guerra, ma in circostanze drasticamente diverse. Johan Galtung e' morto il 17 febbraio all'eta' di 93 anni. Il sociologo norvegese era conosciuto come il padre degli studi sulla pace e ha trascorso la sua vita a ricercare i conflitti e a promuovere il dialogo per la pace.
Aaron Bushnell aveva solo 25 anni. Era un membro in servizio attivo dell'aeronautica militare degli Stati Uniti. Domenica 25 febbraio, Aaron Bushnell ha avviato un video streaming in diretta mentre camminava verso l'ambasciata israeliana a Washington.
"Non saro' piu' complice di un genocidio", ha detto Bushnell. "Sto per impegnarmi in un atto di protesta estremo, ma rispetto a cio' che le persone hanno vissuto in Palestina per mano dei loro colonizzatori, non e' affatto estremo. Questo e' cio' che la nostra classe dirigente ha deciso che sara' normale".
In piedi davanti al cancello dell'ambasciata, con il video ancora in funzione, si e' cosparso di un liquido e si e' dato fuoco. Le sue ultime parole, gridate piu' volte mentre le fiamme lo consumavano, sono state "Palestina libera! Palestina libera!". Mentre un agente puntava la pistola contro Aaron, un secondo agente ha urlato: "Non ho bisogno di pistole. Ho bisogno di un estintore".
Aaron e' stato formalmente dichiarato morto ore dopo.
All'inizio del giorno aveva postato un link al live stream, con la didascalia: "A molti di noi piace chiedersi: 'Cosa farei se fossi vivo durante la schiavitu'? O nel Sud di Jim Crow? O dell'apartheid? Cosa farei se il mio Paese stesse commettendo un genocidio?'. La risposta e' che lo state facendo. Proprio adesso".
Levi Pierpont era un amico di Aaron. Si sono conosciuti durante l'addestramento di base alla base aerea di Lackland a San Antonio, in Texas. Intervenendo al telegiornale di Democracy Now!, pochi giorni dopo la morte di Aaron, Levi ha detto che entrambi si sono arruolati nell'esercito "per esplorare gli Stati Uniti, per esplorare il mondo, per incontrare persone di altre origini". E ha continuato: "Nel corso degli anni, entrambi abbiamo cambiato le nostre convinzioni sulla guerra, in gran parte grazie a cio' che abbiamo visto nell'esercito, perche' ne abbiamo fatto parte. So che sia lui che io siamo stati incoraggiati da persone che su YouTube scrivevano video-saggi sui movimenti di giustizia sociale negli Stati Uniti".
"Alla fine sono uscito come obiettore di coscienza", ha continuato Levi. "Ci siamo parlati durante tutto il processo. E nel momento in cui ho iniziato a fare progressi con il processo e si stava avvicinando alla fine - sono uscito nel luglio del 2023 - lui ha sentito che era gia' abbastanza vicino alla sua data di fine e ha deciso di non intraprendere la stessa strada. E io l'ho capito, perche' il processo di obiezione di coscienza puo' durare piu' di un anno".
Anche Johan Galtung e' stato un obiettore di coscienza, da giovane in Norvegia. Da bambino, la Germania nazista occupo' il suo Paese e imprigiono' suo padre. In un'intervista, ha ricordato come sua madre gli facesse leggere il giornale per conoscere i nomi dei prigionieri politici che i tedeschi avevano giustiziato il giorno prima, per vedere se suo padre era tra loro, per risparmiarle il dolore di leggere la lista. Suo padre sopravvisse, ma la guerra cambio' per sempre Johan. Ha dedicato la sua vita a colmare i divari e a trovare soluzioni creative ai conflitti del mondo reale.
"Mi auguro che gli Stati Uniti, invece di intervenire militarmente, inizino a risolvere i conflitti", ha detto Galtung a Democracy Now! nell'aprile 2012. "Avete cosi' tante persone brillanti in questo Paese, cosi' tante persone istruite. Per risolvere i conflitti, bisogna parlare con l'altra parte, o con le altre parti. Bisogna sedersi con i talebani e con le persone di al-Qaeda o con le persone vicine ad al-Qaeda. Devi sederti con persone del Pentagono e del Dipartimento di Stato. E bisogna chiedere loro: 'Che aspetto ha l'Afghanistan dove vorreste vivere? Che aspetto ha il Medio Oriente dove vorreste vivere?'. Si ottiene un'enorme quantita' di persone molto ponderate che fanno riflessioni molto profonde".
Levi Pierpont piange la perdita del suo amico e vorrebbe che Aaron non si fosse tolto la vita.
"Non voglio che nessun altro muoia in questo modo. Se mi avesse chiesto di farlo, lo avrei pregato di non farlo. Avrei fatto tutto il possibile per fermarlo. Ma, ovviamente, non possiamo riportarlo indietro", ha detto Levi a Democracy Now! "Gli avrei detto che non era necessario per diffondere il messaggio. Gli avrei detto che c'erano altri modi".
Dopo aver espresso il suo profondo dolore, Levi ha concluso: "Non aveva pensieri di suicidio. Aveva pensieri di giustizia. E' di questo che si trattava. Non si trattava della sua vita. Si trattava di usare la sua vita per mandare un messaggio".
*
Fonte: Common Dreams, 3 marzo 2024
https://www.commondreams.org/opinion/aaron-bushnell-johan-galtung
Traduzione di Enzo Gargano per il Centro Studi Sereno Regis

15. MAESTRE. ALCUNE POESIE DI INGEBORG BACHMANN
[I seguenti testi - gia' piu' volte ripubblicati nel nostro notiziario - sono estratti da Ingeborg Bachmann, Poesie, Guanda, Parma 1978, Tea, Milano 1996 (traduzioni di Maria Teresa Mandalari) e da Ingeborg Bachmann, Invocazione all'Orsa Maggiore, SE, Milano 1994, Mondadori, Milano 1999 (traduzioni di Luigi Reitani).
Ingeborg Bachmann, scrittrice e poetessa austriaca (Klagenfurt 1926 - Roma 1973) di straordinaria bellezza e profondita', maestra di pace e di verita'. Tra le opere di Ingeborg Bachmann: versi: Il tempo dilazionato; Invocazione all'Orsa Maggiore; Poesie. Racconti: Il trentesimo anno; Tre sentieri per il lago. Romanzi: Malina. Saggi: L'elaborazione critica della filosofia esistenzialista in Martin Heidegger; Ludwig Wittgenstein; Cio' che ho visto e udito a Roma; I passeggeri ciechi; Bizzarria della musica; Musica e poesia; La verita' e' accessibile all'uomo; Il luogo delle donne. Radiodrammi: Un affare di sogni; Le cicale; Il buon Dio di Manhattan. Saggi radiofonici: L'uomo senza qualita'; Il dicibile e l'indicibile. La filosofia di Ludwig Wittgenstein; La sventura e l'amore di Dio. Il cammino di Simone Weil; Il mondo di Marcel Proust. Sguardi in un pandemonio. Libretti: L'idiota; Il principe di Homburg; Il giovane Lord. Discorsi: Luogo eventuale; Letteratura come utopia. Prose liriche: Lettere a Felician. Opere complete: Werke, 4 voll., Piper, Muenchen-Zuerich. Interviste e colloqui: Interview und Gespraeche, Piper, Muenchen-Zuerich. In edizione italiana cfr. almeno: Poesie, Guanda, 1987, Tea, Milano 1996; Invocazione all'Orsa Maggiore, SE, Milano 1994, Mondadori, Milano 1999; Il dicibile e l'indicibile. Saggi radiofonici, Adelphi, Milano 1998; Il buon Dio di Manhattan, Adelphi, Milano 1991; Il trentesimo anno, Adelphi, Milano 1985, Feltrinelli, Milano 1999; Tre sentieri per il lago, Adelphi, Milano 1980, Bompiani, Milano 1989; Malina, Adelphi, Milano 1973; Il caso Franza, Adelphi, Milano 1988; La ricezione critica della filosofia di Martin Heidegger, Guida, Napoli 1992; In cerca di frasi vere, Laterza, Roma-Bari 1989; Letteratura come utopia. Lezioni di Francoforte, Adelphi, Milano 1993. Su Ingeborg Bachmann un'ampia bibliografia di base e' nell'apparato critico dell'edizione italiana di Invocazione all'Orsa Maggiore, cit.]

Il tempo dilazionato

S'avanzano giorni piu' duri.
Il tempo dilazionato e revocabile
gia' appare all'orizzonte.
Presto dovrai allacciare le scarpe
e ricacciare i cani ai cascinali:
le viscere dei pesci nel vento
si sono fatte fredde.
Brucia a stento la luce dei lupini.
Lo sguardo tuo la nebbia esplora:
il tempo dilazionato e revocabile
gia' appare all'orizzonte.

Laggiu' l'amata ti sprofonda nella sabbia,
che le sale ai capelli tesi al vento,
le tronca la parola,
le comanda di tacere
la trova mortale
e proclive all'addio
dopo ogni amplesso.

Non ti guardare intorno.
Allacciati le scarpe.
Rimanda indietro i cani.
Getta in mare i pesci.
Spengi i lupini!

S'avanzano giorni piu' duri.

*

Tutti i giorni

La guerra non viene piu' dichiarata,
ma proseguita. L'inaudito
e' divenuto quotidiano. L'eroe
resta lontano dai combattimenti. Il debole
e' trasferito nelle zone del fuoco.
La divisa di oggi e' la pazienza,
medaglia la misera stella
della speranza, appuntata sul cuore.

Viene conferita
quando non accade piu' nulla,
quando il fuoco tambureggiante ammutolisce,
quando il nemico e' divenuto invisibile
e l'ombra d'eterno riarmo
ricopre il cielo.

Viene conferita
per la diserzione dalle bandiere,
per il valore di fronte all'amico,
per il tradimento di segreti obbrobriosi
e l'inosservanza
di tutti gli ordini.

*

Nella bufera di rose

Ovunque ci volgiamo nella bufera di rose,
la notte e' illuminata di spine, e il rombo
del fogliame, cosi' lieve poc'anzi tra i cespugli,
ora ci segue alle calcagna.

*

Discorso ed epilogo

Non varcare le nostre labbra,
parola che semini il drago.
E' vero, l'aria e' soffocante,
la luce schiuma di acidi e fermenti,
sulla palude nereggia un velo di zanzare.

Ama le bicchierate la cicuta.
E' in mostra una pelle di gatto:
la serpe s'avventa soffiando,
lo scorpione inizia la danza.

Non raggiungere le nostre orecchie,
fama dell'altrui colpa:
parola, muori nella palude
da cui la pozzanghera sgorga.

Parola, stai al nostro fianco
tenera di pazienza
e d'impazienza. Bisogna
che questa semina abbia fine!

Non domera' la bestia colui che ne imita il verso.
Chi rivela segreti d'alcova, rinunzia per sempre all'amore.
La parola bastarda serve al frizzo per immolare uno stolto.

Chi ti richiede un giudizio su questo straniero?
Se non richiesto lo formuli, prosegui tu il suo cammino
da una nottata all'altra con le sue piaghe ai piedi: va'! e non ritornare.

Parola, sii nostra,
libera, chiara, bella.
Certo, dovra' avere fine
ogni cautela.

(Il gambero si ritrae,
la talpa dorme troppo,
l'acqua dolce dissolve
la calce, che pietre ha filato).

Vieni, benevolenza fatta di voci e d'aliti,
questa bocca fortifica
quando la sua fralezza
si inorridisce e inceppa.

Vieni e non ti negare,
poiche' in conflitto siamo con tanto male.
Prima che sangue di drago protegga l'avversario
questa mano cadra' dentro il fuoco.
O mia parola, salvami!

*

Prender paese

Nella terra del pascolo giunsi
quand'era gia' notte,
fiutando le cicatrici nei prati
e il vento, prima che si levasse.
L'amore piu' non pascolava,
le campane erano spente
e i cespugli affranti.

Un corno piantato nel terreno,
ostinato dalla guidaiola,
confitto nel buio.

Dalla terra lo presi,
al cielo lo levai
con piena forza.

Per colmare
questo paese con suoni
soffiai nel corno,
volendo nel vento incombente
e tra steli increspati
vivere di ogni origine!

*

Colle di cocci

Giardini in amplessi col gelo -
il pane bruciato nei forni -
fiabesco il serto di messi
e' miccia tra le tue mani.

Taci! Conserva i tuoi stracci,
le frasi, sgomente di lacrime,
ai piedi del colle di cocci
che i solchi sempre succinge.

Se tutte le brocche s'infrangono,
che resta nella brocca del pianto?
Giu' in basso crepe roventi
e lingue guizzanti di fuoco.

Si creano ancora vapori
tra clamori di acqua e di fuoco.
O scala di nubi, di frasi,
affidata al monte dei cocci!

*

Ombre rose ombre

Sotto un cielo straniero
ombre rose
ombre
su una terra straniera
tra rose e ombre
in un'acqua straniera
la mia ombra

*

Dai Canti lungo la fuga

XV.

L'amore ha un trionfo e la morte ne ha uno,
il tempo e il tempo che segue.
Noi non ne abbiamo.

Solo tramontare intorno a noi di stelle. Riflesso e silenzio.
Ma il canto sulla polvere dopo,
alto si levera' su di noi

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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 436 dell'11 marzo 2024
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 48 anni prigioniero innocente.
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