[Nonviolenza] Telegrammi. 5052



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5052 del 18 dicembre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Tre lampi per ricordare Simone Weil (2020)
2. Per Ettore da Peppe, un breve saluto e una meno breve lettera per chi manifestera' per la pace e i diritti umani il 16 dicembre 2023 a Civita Castellana
3. La redazione de "La nonviolenza e' in cammino" scrive alla Presidente del Parlamento Europeo: "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier"
4. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
5. Segnalazioni librarie
6. La "Carta" del Movimento Nonviolento
7. Per saperne di piu'

1. REPETITA IUVANT. TRE LAMPI PER RICORDARE SIMONE WEIL (2020)

I.
Di tutte le pensatrici e di tutti i pensatori del Novecento
e' quella che piu' mi interroga Simone Weil

e cosi' come credo che Hannah Arendt sia il culmine della filosofia politica novecentesca
credo che Simone Weil sia il culmine della filosofia morale

ma nella sua luminosa e tempestosa esistenza
in talune sue scelte sconvolgenti
in talune sue meditazioni sconcertanti
trovo qualcosa che non trovo nelle altre pensatrici e negli altri pensatori
la cui costante lettura ha influito sulla mia visione del mondo

trovo la prossimita' a un abisso
che terrorizza e che tutto divora

trovo le inesauribili ime ragioni della resistenza
a tutte le violenze a tutte le ingiustizie

trovo il dolore che supera ogni limite
che ogni argine infrange

e trovo la ferma volonta'
di resistere fino alla fine
al male infinito
la ferma volonta'
di fare il bene
di essere bene
per quanto possibile
per quanto necessario

II.

La professoressa cresciuta alla scuola di Alain
la militante della sinistra comunista libertaria
La combattente antifascista in Spagna
l'operaia
la contadina
la mistica
la mente della Resistenza
che pensava alla costituzione dell'umanita' futura
la persona che decide di lasciarsi morire di fame

ogni gesto di Simone Weil
e' un macigno scagliato nel lago del mio cuore
che continua a interrogarmi a convocarmi

e' un appello alla nonviolenza
alla scelta nitida e intransigente
di essere parte del movimento delle oppresse e degli oppressi
in lotta per la liberazione dell'umanita'

ed insieme e' uno sguardo duro e tagliente come cristallo
sulla condizione dell'umanita' sofferente

una parola di verita'
sul dolore e sul male del mondo

una chiamata alla lotta
senza illusioni
senza speranze

una chiamata ad essere
l'umanita' come dovrebbe essere

III.

E' con tormento che leggo Simone Weil
e la sento ineludibile maestra

trovo in lei cose che non posso accettare
e verita' che sempre sono state anche mie

la sua bonta' e il suo dolore
sono una cosa sola

so che l'umanita' e' migliore
perche' lei e' esistita

IV. Congedo

Chiamo nonviolenza in cammino
la lotta delle oppresse e degli oppressi
per la liberazione dell'umanita'
e per la salvezza del mondo vivente tutto

chiamo nonviolenza in cammino
cio' che ho appreso leggendo Rosa Luxemburg
Virginia Woolf Simone Weil Hannah Arendt
Franca Ongaro Basaglia Laura Conti

chiamo nonviolenza in cammino
la resistenza doverosa concreta e coerente
alla guerra e a tutte le uccisioni
al razzismo e a tutte le persecuzioni
al maschilismo e a tutte le oppressioni

chiamo nonviolenza in cammino
quello che mi hanno insegnato le compagne e i compagni
che non si arresero al potere assassino
quello che mi hanno insegnato tutte le vittime
di tutti i poteri assassini

chiamo nonviolenza in cammino
la costituzione dell'umanita'
che Simone Weil progetto' nei suoi ultimi giorni
messaggio e lascito a tutte e tutti i resistenti
all'umanita' presente e a coloro che verranno

salvare le vite
condividere il bene ed i beni
agire la misericordia
inverare giustizia e liberta'

oppresse e oppressi di tutti i paesi unitevi

2. LETTERE. PER ETTORE DA PEPPE, UN BREVE SALUTO E UNA MENO BREVE LETTERA PER CHI MANIFESTERA' PER LA PACE E I DIRITTI UMANI IL 16 DICEMBRE 2023 A CIVITA CASTELLANA

Caro Ettore,
come sai mi e' impossibile essere presente all'importante manifestazione che si svolgera' a Civita Castellana questo 16 dicembre 2023 per la pace, per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa di questo mondo vivente che e' l'unica casa comune dell'umanita' intera;  mi e' impossibile essere presente ma naturalmente sono con voi con tutto il cuore.
Occorre che l'umanita' intera agisca con tutta l'intelligenza e l'energia di cui dispone per far cessare tutte le uccisioni, per abolire tutte le guerre, per riconoscere a tutti gli esseri umani tutti i diritti umani, per fermare la distruzione di quest'unico mondo vivente.
E queste poche parole che precedono potrai usare come saluto del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo ai partecipanti alla manifestazione civitonica.
Un forte abbraccio,
Peppe
* * *
Caro Ettore,
detto questo, che e' l'essenziale, forse vale la pena di aggiungere qualche parola ancora, ovviamente non da leggere in piazza, ma che chi vorra' potra' leggere per conto suo, per ragionarci sopra insieme nelle prossime occasioni di comune riflessione.
*
1. La catastrofe bellica e la catastrofe climatica sono due facce dello stesso orrore
La catastrofe bellica e la catastrofe climatica sono due facce dello stesso orrore: e questo orrore e' il persistente prevalere di gruppi di potere - classi rapinatrici e apparati gerarchici - il cui scopo e' frammentare, sfruttare ed opprimere l'umanita' ed accumulare ricchezze e privilegi a danno dell'intera umana famiglia e dell'intero mondo vivente.
*
2. Solo la lotta nonviolenta delle oppresse e degli oppressi puo' salvare l'umanita' e il mondo vivente
Chi ha dedicato la propria vita a contrastare la violenza dello sfruttamento economico, della rapina dei beni comuni, della devastazione della natura; chi ha dedicato la propria vita a contrastare il colonialismo, il razzismo, l'imperialismo; chi ha dedicato la propria vita a contrastare il maschilismo e l'ecocidio; chi ha dedicato la propria vita a contrastare il fanatismo, l'integralismo e il fascismo in tutte le sue forme; chi ha dedicato la propria vita all'organizzazione della lotta delle oppresse e degli oppressi per la liberazione comune e la salvezza dell'umanita' intera, sa perfettamente che solo la lotta nonviolenta delle oppresse e degli oppressi puo' mettere fine alla violenza dominante che sta trascinando alla rovina l'intera storia, l'intera civilta', l'intera umanita', l'intero mondo vivente.
Solo la lotta nonviolenta delle oppresse e degli oppressi contrasta tutte le violenze, le oppressioni, le ingiustizie.
Solo la lotta nonviolenta delle oppresse e degli oppressi puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe e il mondo vivente dalla desertificazione.
Occorre che questa consapevolezza sia di tutte e tutti. Occorre che questa consapevolezza diventi resistenza concreta e coerente di tutte e tutti a tutte le ingiustizie, a tutte le oppressioni, a tutte le violenze. Occorre che questa consapevolezza diventi responsabilita', impegno e lotta di tutte e tutti contro la barbarie dominante che tutte e tutti ci sta trascinando all'abisso.
L'antifascismo e' l'opposizione concreta e coerente, nitida e intransigente, alla barbarie che tutto devasta e distrugge; la nonviolenza - che e' il primo motore, il nocciolo duro e la prosecuzione concreta dell'antifascismo - e' l'antibarbarie; il legato della Dichiarazione universale dei diritti umani cosi' come della Costituzione della Repubblica italiana e' il programma nonviolento di lotta contro la barbarie, contro tutte le uccisioni e le devastazioni, contro ogni potere schiavista, stragista, onnicida.
*
3. la cosa piu' urgente da fare: pace, disarmo, smilitarizzazione
la cosa piu' urgente da fare e' certo fermare le guerre.
Ma per fermare le guerre occorre abolire le organizzazioni armate e smantellare gli arsenali.
L'impegno per la pace richiede la smilitarizzazione e il disarmo.
*
4. Tutto si tiene
Ma e' altresi' evidente che poiche' il potere economico, il potere politico, il potere ideologico e il potere militare dominanti sono coesi tra loro nel loro scopo di dominazione dell'umanita' e di accaparramento e sfruttamento dei beni comuni - fino al loro esaurimento, e quindi fino alla desertificazione della biosfera -, la lotta per la pace e' anche lotta contro lo sfruttamento economico; e' anche lotta contro le diseguaglianze sociali e l'oppressione politica; e' anche lotta per la verita' contro le menzogne e le mistificazioni che negano l'intelligenza e quindi la dignita' di tutti gli esseri umani; e' lotta contro la violenza che nega il diritto alla vita, alla dignita' e alla liberta' di ogni persona; e' lotta in difesa di ogni essere vivente e dell'intero mondo vivente.
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5. Ergo
Quindi qui e adesso innanzitutto dobbiamo batterci per fermare le guerre e le stragi, tutte le guerre e tutte le stragi.
Quindi qui e adesso innanzitutto dobbiamo batterci per il disarmo, a cominciare dal disarmo nucleare.
Quindi qui e adesso innanzitutto dobbiamo batterci per la smilitarizzazione, a cominciare dallo scioglimento dell'organizzazione terrorista e stragista della Nato.
Quindi qui e adesso innanzitutto dobbiamo batterci affinche' la guerra sia messa fuori dalla storia e tutti i conflitti siano risolti con il metodo democratico del dialogo e della cooperazione tra i popoli.
*
6. Di fronte alla catastrofe un programma costruttivo
Il trionfo del modo di produzione capitalistico (la cosiddetta "globalizzazione" sotto il segno della massimizzazione del profitto, dell'appropriazione privata dei beni comuni e dello sfruttamento illimitato degli esseri umani e della natura) sta portando l'umanita' alla catastrofe e il mondo vivente al collasso.
Tale trionfo peraltro e' stato favoreggiato dalla sciagurata deriva militarista e totalitaria delle societa' che pure pretendevano di ispirarsi al programma della socializzazione dei mezzi di produzione: gli scellerati esiti liberticidi e totalitari del cosiddetto "socialismo reale" (che gia' Rosa Luxemburg aveva previsto e denunciato) non implicano che giustizia e liberta' siano impossibili, ma solo che giustizia e liberta' sono realizzabili soltanto se le classi oppresse nella loro lotta di liberazione adottano metodi coerenti con il fine, ovvero mezzi rigorosamente nonviolenti che sono semplicemente indispensabili per costruire una societa' nonviolenta, poiche' tra i mezzi e i fini, come ricordava Gandhi, intercorre lo stesso rapporto che c'e' tra il seme e la pianta.
Se quindi oggi assistiamo al distruttivo dispiegarsi del sistema che tutto divora e distrugge; al crescere negli sterminati sud del mondo (e nelle stesse periferie interne dei centri dell'impero) di ideologie regressive non meno violentiste e deliranti dei poteri dominanti a cui pretendono di opporsi; a uno sviluppo tecnologico surdeterminato da una ragione strumentale cieca e folle; a un consumismo tanto seducente quanto alienante che ipnotizza e priva di autonomia, liberta', solidarieta' e responsabilita' i gruppi e i ceti che ad esso hanno accesso e si sottomettono; ebbene, tutto cio' non solo non impedisce, ma piuttosto richiede una piu' consapevole e concreta, piu' profonda e immmediata, piu' lungimirante ed attiva resistenza in difesa dell'umanita' intera da parte di chi sente e sa che all'iniquita', alla sofferenza e alla morte occorre opporre la misericordia, la solidarieta', il diritto di tutte e tutti - e quindi di ognuna ed ognuno - alla vita, alla dignita', al riconoscimento, alla cooperazione, alla responsabilita' che ogni essere umano riconosca e raggiunga, comprenda e conforti, soccorra e sostenga, valorizzi e coinvolga nell'impresa comune della condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e tutti i beni.
Occorre riprendere allora il programma costruttivo della Prima Internazionale; il programma costruttivo del Satyagraha, del Sarvodaya e dello Swaraj di Gandhi; il programma costruttivo delle Tre ghinee di Virginia Woolf; il programma costruttivo del bene comune della Terra di Vandana Shiva; il programma costruttivo della Costituzione della Terra di Raniero La Valle e Luigi Ferrajoli; il programma costruttivo della Dichiarazione universale dei diritti umani e dei principi fondamentali della Costituzione della Repubblica italiana.
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7. Il primo dovere dell'umanita' intera e' sconfiggere il maschilismo
Il compito piu' urgente, il compito fondamentale, il primo dovere dell'umanita' intera e' sconfiggere il maschilismo che e' la prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze.
E' questo il cuore, il fulcro, il nucleo di tutto questo discorso: solo la sconfitta del maschilismo abolira' tutte le oppressioni e liberera' tutta l'umanita'.
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8. Il lavoro torni ad essere un diritto e cessi di essere schiavitu' e strage
Anche in Italia con il trionfo del capitalismo senza piu' ne' limiti ne' regole il lavoro ha cessato di essere un diritto ed e' tornato ad essere schiavitu' e strage.
Anche per questo occorre ripetere ragionamenti gia' tante volte ripetuti.
L'ecatombe dei morti sul lavoro e' tale che soltanto la feroce cecita' e la criminale complicita' dei potenti impedisce che si prendano i provvedimenti necessari ed urgenti per proteggere tante vite umane: sono i provvedimenti per cui il movimento operaio e contadino lotta da secoli, e che la Costituzione della Repubblica italiana nata dalla Resistenza antifascista enuncia con chiarezza: ogni essere umano ha diritto alla vita e alla salute, alla dignita' e alla solidarieta', al rispetto e all'assistenza.
Se la strage continua e' perche' ancora domina il regime della violenza, dell'ingiustizia e della sopraffazione che al fine di massimizzare il profitto dei rapinatori sacrifica innumerevoli vite umane con glaciale brutalita'.
Tutto si tiene: lo sfruttamento schiavista della forza-lavoro, la riduzione a "scarti" di tanta parte dell'umanita' (e' la formulazione e l'analisi di Zygmunt Bauman costantemente ripresa anche da papa Bergoglio), il razzismo, il maschilismo, la guerra, la devastazione del mondo vivente: a tutto questo orrore occorre resistere. Resistere per difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani; resistere per difendere quest'unico mondo vivente unica casa comune dell'umanita' intera.
Occorre che le oppresse e gli oppressi resistano: una Resistenza nonviolenta come nelle grandi lotte di liberazione dell'umanita'.
Occorre una Resistenza che sia insieme sindacale, sociale, culturale e politica, che abbia a cuore il bene comune dell'umanita' intera e si adoperi a costruire la societa' in cui a ciascuna persona sia dato a seconda dei suoi bisogni e da ciascuna persona sia dato a seconda delle sue capacita', nella condivisione di tutto il bene e di tutti i beni.
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9. Cessi la strage degli innocenti nel Mediterraneo, cessi l'apartheid in Italia
Dobbiamo ripetere ancora una volta parole che diciamo ormai dal secolo scorso.
Dobbiamo dire la verita' sul rapporto Nord/Sud, sul "disordine costituito" della dominazione planetaria dell'ipercapitalismo mafioso, sul regime di apartheid globale imposto oggi al mondo sotto la denominazione di "globalizzazione neoliberista".
Le radici dell'emigrazione sono nel rapporto tra Nord e Sud del mondo: un rapporto di oppressione, di sfruttamento schiavista, di criminale rapina; i poteri dominanti del Nord rapinano i popoli del Sud; e questa immane rapina e' la prima radice delle guerre e della fame, delle dittature e delle catastrofi ambientali, della violenza schiavista che costringe innumerevoli esseri umani ad abbandonare il luogo in cui sono nati per poter sopravvivere altrove.
E' un "modello di sviluppo" iniziato cinquecento anni fa, col saccheggio delle risorse americane, il genocidio degli indios, la riduzione in schiavitu' e la deportazione in America di forza-lavoro schiava dall'Africa per sostituire nelle miniere e nelle piantagioni gli indios sterminati: questa e' l'origine dell'"ordine mondiale" odierno: questa l'"accumulazione originaria" di capitale che ha dato avvio alla storia moderna come l'abbiamo conosciuta, una storia che gronda sangue e atrocita'.
Dobbiamo dire la verita' sul regime di apartheid imposto oggi in Italia a milioni di esseri umani innocenti.
Oltre cinque milioni di persone vivono oggi in Italia private di diritti fondamentali ed esposte a un costante ricatto, in un regime di continua minaccia e paura, in un regime di asservimento che giunge fino all'imposizione di rapporti schiavisti.
E dobbiamo dire la verita' sull'ecatombe nel Mediterraneo.
Poiche' ogni giorno prosegue un'ecatombe nel Mediterraneo. E la principale responsabilita' di questo orrore e di questa ecatombe e' dei governi europei e di quello italiano in primo luogo.
Sono i governi europei, e tra essi quello italiano, i mandanti e i complici delle mafie schiaviste e stragiste dei trafficanti di esseri umani.
C'e' un solo modo per far cessare immediatamente l'ecatombe nel Mediterraneo, c'e' un solo modo per abolire immediatamente i lager nazisti in Libia, c'e' un solo modo per annientare immediatamente le mafie schiaviste e stragiste dei trafficanti: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di muoversi liberamente su quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'; garantire a tutti gli esseri umani il diritto di muoversi servendosi di mezzi legali e sicuri; permettere a tutti di entrare nel nostro paese e nel nostro continente esattamente come i cittadini italiani hanno diritto di recarsi liberamente ovunque.
E rispettare finalmente l'articolo 10 della Costituzione della Repubblica italiana che stabilisce che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica".
Lo sapeva e lo argomentava gia' Immanuel Kant, nel suo "Per la pace perpetua", che per la stessa conformazione fisica del pianeta Terra ogni essere umano ha il diritto di muoversi sull'intero pianeta casa comune dell'umanita' per trovare un luogo in cui vivere una vita degna ed ha altresi' il diritto di essere accolto e rispettato ovunque una vita degna sia possibile vivere.
Occorre lottare quindi qui e adesso affinche' sia riconosciuto a tutti gli esseri umani il diritto alla vita, e quindi il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro e trovarvi una vita degna: salvare le vite e' il primo dovere.
Occorre lottare quindi qui e adesso affinche' sia riconosciuto il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese. Nell'appello all'Italia civile su cui anni fa raccogliemmo migliaia di firme - e tra esse anche quelle di quasi duecento parlamentari - ricordavamo che Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui. Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.
*
10. Una conclusione in settanta parole
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, un unico mondo vivente di cui siamo insieme parte e custodi.
Abolire la guerra, gli eserciti, le armi.
Riconoscere a tutti gli esseri umani tutti i diritti umani.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
E condividere fra tutte e tutti tutto il bene e tutti i beni.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Caro Ettore,
in una lettera frettolosa si tralasciano necessariamente molte cose che sarebbe importante dire.
Alcune di esse le recupero allegando alcuni estratti da altri testi che potra' leggere chi lo vorra'.
Ancora un abbraccio,
Peppe
Viterbo, 15 dicembre 2023
* * *
Allegato primo: da un discorso del 10 dicembre 2023
... Il primo diritto
Il primo diritto umano inerente ad ogni essere umano e' il diritto a non essere ucciso.
Se si nega questo diritto, nessun altro diritto sussiste, poiche' tolta la vita a una persona null'altro le resta.
Ne discende l'inammissibilita' assoluta di tutte le guerre, di tutte le stragi, di tutte le uccisioni.
Ma poiche' si puo' uccidere anche soltanto omettendo di soccorrere chi e' in pericolo, ne discende altresi' il dovere assoluto di soccorrere ogni persona, di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Salvare le vite e' il primo dovere. Il primo dovere di ogni persona come di ogni associazione di persone come di ogni umano istituto.
E poiche' sovente le persone muoiono perche' prive di risorse adeguate, ne discende che ogni rapina, ogni accaparramento ed ogni sperpero di risorse e' parimenti inammissibile poiche' implica abbandonare al dolore e alla morte chi di quelle risorse aveva bisogno per vivere, chi di aiuto aveva bisogno e se aiutato poteva essere salvato.
C'e' bisogno di aggiungere che tutti gli investimenti finalizzati a produrre armi, a finanziare organizzazioni armate, a promuovere sanguinosi conflitti sono anch'essi criminali?
C'e' bisogno di aggiungere che ogni azione che avvelena e devasta e distrugge il mondo vivente e' ugualmente inammissibile poiche' priva di un luogo vivibile l'intera umana famiglia e tutti gli altri esseri viventi?
C'e' bisogno di aggiungere che l'umanita' deve essere custode di questo unico mondo vivente di cui e' parte ed in cui ha la sua unica casa comune?
Salvare le vite e' il primo dovere. Tutte le vite, tutto il mondo vivente. E' il compito ineludibile dell'umanita' intera e di ogni persona.
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Solo la nonviolenza puo' sconfiggere la violenza
Chi ancora s'illude di poter sconfiggere la violenza esercitando una violenza maggiore e' peggio che stolto: perche' nell'escalation della violenza l'esito e' ovvio: la distruzione dell'umanita' intera.
Chi ancora ragiona in termini di "mors tua, vita mea" non e' stato informato delle "tre verita' di di Hiroshima" di cui parlo' Ernesto Balducci in un memorabile discorso. Diceva padre Balducci: "La prima verita' contenuta in quel messaggio e' che il genere umano ha un destino unico di vita o di morte... La seconda verita' di Hiroshima e' che ormai l'imperativo morale della pace, ritenuta da sempre come un ideale necessario anche se irrealizzabile, e' arrivato a coincidere con l'istinto di conservazione, il medesimo istinto che veniva indicato come radice inestirpabile dell'aggressivita' distruttiva... La terza verita' di Hiroshima e' che la guerra e' uscita per sempre dalla sfera della razionalita'".
La violenza dilaga, chi aggiunge violenza a violenza e' partecipe di questo dilagare.
Allora, come si puo' sconfiggere la violenza?
Contrastandola nel modo piu' nitido e intransigente, rifiutandosi di riprodurla, lottando incessantemente per abolirla in ogni ambito dell'esistenza.
La nonviolenza e' l'unica forma di lotta adeguata per contrastare e abolire la violenza.
La nonviolenza che e' il contrario dell'indifferenza e della vilta'.
La nonviolenza che e' la resistenza piu' forte.
La nonviolenza che e' l'inveramento dell'umanita' dell'umanita'.
Solo facendo il bene si sconfigge il male.
*
Abolire la guerra, abolire gli eserciti, abolire le armi
Ripetiamolo ancora una volta, ancora e ancora: occorre riprendere il programma che e' alll'origine delle Nazioni Unite: abolire il flagello della guerra.
E per abolire la guerra occorre abolire gli eserciti.
E per abolire gli eserciti occorre abolire le armi.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
La prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze
Il sistema di potere maschilista e patriarcale, la violenza degli uomini sulle donne, e' la prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze.
In questi ultimi giorni il femminicidio di Giulia Cecchettin ha suscitato nel nostro paese una intensa commozione: che questa commozione si traduca in impegno morale, civile, sociale, politico. Che produca una trasformazione profonda dei pensieri e delle pratiche, della cultura e delle relazioni.
Le parole della sorella e del padre hanno dato voce a un sentire comune, un sentire comune che finalmente si lascia educare dal pensiero e dall'azione del movimento di liberazione delle donne e trasforma gli uomini da ciechi riproduttori di rapporti alienati e violenti a persone senzienti e pensanti capaci di responsabilita', di empatia, di riconoscimento e riconoscenza dell'altra persona e per l'altra persona, di riconoscimento e riconoscenza dell'intera umanita' e per l'intera umanita'.
Contrastare e sconfiggere, nei cuori e nella societa', il maschilismo e il patriarcato, e' dovere e diritto di ogni persona decente.
*
Una sola umanita', un solo mondo vivente
Il tempo del nazionalismo e' finito: il nazionalismo, come ogni struttura ideologica e pratica che separa e opprime l'umanita', sempre e solo produce guerre e distruzioni.
L'Onu e' il primo passo per farla finita con il razzismo, il nazionalismo, il militarismo e tutti gli "ismi" letali.
La Dichiarazione universale dei diritti umani e' il programma politico fondamentale dell'umanita' per il tempo presente.
Una ragionevole proposta di Vandana Shiva per "il bene comune della Terra" indica alcuni criteri fondamentali per l'agire comune necessario.
Una ragionevole proposta di Raniero La Valle, Luigi Ferrajoli e molte altre persone di volonta' buona, la proposta di una "Costituzione della Terra", indica un percorso di lavoro necessario.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente unica casa comune dell'intera umana famiglia.
Siamo una sola umanita' che ha il dovere di salvaguardare quest'unico mondo vivente e la possibilita' non solo per gli attuali esseri viventi ma anche per tutte le generazioni future di tutti gli esseri viventi di avere una vita degna.
Siamo una sola umanita': salvare tutte le vite e' il primo dovere.
*
Hic et nunc
Nella sfera del pensiero e nella sfera della prassi, nell'agire comunicativo e nell'opera educativa, nelle deliberazioni personali e collettive e nelle collettive e personali realizzazioni, nella cogitazione come nell'azione che sempre e' dialogica, occorre mettere a frutto in scienza e coscienza gli innumerevoli preziosi doni che la storia civile dell'umanita' ci ha lasciato in eredita' e ci chiede di tramandare.
In quest'ora di orrori abissali ma anche di crescente consapevolezza occorre avvalersi di tutta la sapienza e la saggezza di cui disponiamo per contrastare il male radicale che ormai coincide con la banalita' del male; per contrastare le violenze facilmente riconoscibili ma anche quelle piu' occulte perche' abilmente travestite o perche' del tutto inedite (le molte botole - i non risalibili baratri - degli impetuosi e selvaggi e irreversibili sviluppi non adeguatamente meditati ne' agevolmente controllabili della tecnica).
Occorre muovere dalla ineludibile riflessione di Hannah Arendt, di Ernst Bloch, di Guenther Anders, di Herbert Marcuse, di Hans Jonas.
Occorre muovere dalla ineludibile riflessione di Virginia Woolf, di Simone Weil, di Simone de Beauvoir, di Luce Irigaray, di Vandana Shiva.
Occorre muovere dalla ineludibile riflessione di Lev Tolstoj, di Rosa Luxemburg, di Mohandas Gandhi, di Martin Luther King, di Luce Fabbri.
Occorre muovere dalla ineludibile riflessione di Etty Hillesum, di Aldo Capitini, di Danilo Dolci, di Primo Levi, di Franca Ongaro Basaglia.
Occorre muovere dalla testimonianza di tutte le resistenze all'ingiustizia, di tutte le resistenze alla violenza, di tutte le resistenze alla menzogna e all'indifferenza.
Occorre porsi ancora e sempre dalla parte di tutte le vittime...
* * *
Allegato secondo: da un discorso del 5 novembre 2023
... Ogni manifestazione a favore dell'esistenza dello stato di Israele che non s'impegni anche per la nascita dello stato di Palestina rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione a sostegno del popolo palestinese che non s'impegni anche a sostegno del popolo ebraico rischia di essere inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da un'organizzazione terrorista e non quelle commesse da uno stato e' peggio che inutile.
Ogni manifestazione che condanni le stragi commesse da uno stato e non quelle commesse da un'organizzazione terrorista e' peggio che inutile.
*
Sia il popolo palestinese che il popolo ebraico sono realmente minacciati di genocidio.
E' compito dell'umanita' intera impedire questi genocidi, tutti i genocidi.
Per impedire il genocidio del popolo ebraico e' indispensabile l'esistenza dello stato di Israele.
Per immpedire il genocidio del popolo palestinese e' indispensabile l'esistenza dello stato di Palestina.
*
Allo stato di Israele chiediamo:
1. di cessare la guerra a Gaza e il sostegno alle violenze dei coloni in Cisgiordania.
2. di cessare di occupare i territori palestinesi e di riconoscere l'esistenza dello stato di Palestina nei territori della Cisgiordania e di Gaza devolvendo immediatamente tutte le funzioni giurisdizionali ed amministrative e le risorse relative all'Autorita' Nazionale Palestinese - intesa come governo provvisorio dello stato di Palestina fino alle elezioni democratiche -.
3. di sgomberare immediatamente le illegali colonie nei territori occupati, restituendo quelle aree al popolo palestinese.
4. di concordare con l'Autorita' Nazionale Palestinese l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di essere una piena democrazia abrogando ogni misura legislativa ed amministrativa di discriminazione razzista.
*
All'Autorita' Nazionale Palestinese chiediamo:
1. di assumere immediatamente il governo della Striscia di Gaza.
2. di adoperarsi ivi per l'immediata liberazione di tutte le persone rapite da Hamas.
3. di organizzare lo stato di Palestina indipendente e democratico.
4. di concordare con lo stato di Israele l'avvio di tutti i negoziati necessari per risolvere le molte questioni da affrontare come due stati sovrani in condizioni di parita'.
5. di adoperarsi affinche' nessuno stato arabo o musulmano possa piu' proseguire in una politica antisraeliana ed antiebraica prendendo abusivamente a pretesto la causa palestinese.
*
All'Onu chiediamo:
1. un piano straordinario di aiuti per la Palestina.
2. una deliberazione dell'Assemblea Generale che riconoscendo i due stati di Israele e di Palestina vincoli tutti gli stati membri delle Nazioni Unite a cessare ogni politica di negazione dello stato di Israele, ogni politica di persecuzione antiebraica.
*
Agli stati ed agli organismi politici sovranazionali d'Europa (l'Europa che e' il continente in cui si sono realizzati la bimillenaria persecuzione antiebraica e l'orrore assoluto della Shoah; l'Europa che e' il continente i cui principali stati hanno oppresso i popoli del resto del mondo con il razzismo, il colonialismo, l'imperialismo fin genocida) chiediamo:
1. di risarcire adeguatamente sia lo stato di Israele che lo stato di Palestina per le sofferenze inflitte ai loro popoli sia direttamente che indirettamente.
2. di contrastare il fascismo e il razzismo, l'antisemitismo e l'islamofobia, tutte le ideologie di odio e le organizzazioni che le praticano e le diffondono, e tutti i crimini conseguenti.
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Fermare la guerra.
Fermare le stragi.
Restituire la liberta' a tutte le persone che ne sono state private.
Riconoscere e proteggere tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Allegato terzo: da un discorso del 7 aprile 2023
Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa?
*
Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani,  sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
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Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
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E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

3. APPELLI. LA REDAZIONE DE "LA NONVIOLENZA E' IN CAMMINO" SCRIVE ALLA PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO: "PORTIAMO A COMPIMENTO L'INIZIATIVA DI DAVID SASSOLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER"

Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo, on. Roberta Metsola,
numerose personalita' della societa' civile e varie associazioni democratiche italiane hanno promosso l'appello "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier".
Come redazione del notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" ci associamo alla richiesta che lei voglia proseguire nell'impegno del suo illustre e non dimenticato predecessore.
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Qui di seguito il testo dell'appello.
Il 23 agosto 2021 David Sassoli, l'indimenticato Presidente del Parlamento Europeo che sarebbe deceduto pochi mesi dopo nel gennaio 2022, tenne una conferenza stampa in cui annuncio' il suo personale impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da quasi mezzo secolo prigioniero innocente.
L'iniziativa di David Sassoli si ricollegava idealmente a due precedenti importanti pronunciamenti del Parlamento Europeo, del 1994 e del 1999.
E si collegava anche al movimento che in Italia in quel momento riproponeva con forza l'esigenza e l'urgenza che Leonard Peltier venisse finalmente liberato.
In un suo tweet che accompagnava e sintetizzava la conferenza stampa del 23 agosto 2021 David Sassoli dichiarava, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Lanciamo un appello a riprendere e portare a compimento quell'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier.
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Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
le saremmo assai grati se lei, che ha assunto l'incarico di Presidente del Parlamento Europeo succedendo all'on. Sassoli, volesse porsi a capo di questa iniziativa volta a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
sicuramente lei ricorda che il Parlamento Europeo gia' in passato ripetutamente si espresse in tal senso nel 1994 e nel 1999.
E sicuramente lei sa che una Commissione giuridica ad hoc dell'ONU, dopo aver accuratamente riesaminato tutti gli atti processuali, lo scorso anno ha concluso i suoi lavori chiedendo la liberazione di Leonard Peltier.
E sicuramente lei sa anche che nel corso del tempo la liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, da prestigiose organizzazioni umanitarie come Amnesty International, da innumerevoli istituzioni democratiche, da milioni - letteralmente milioni - di esseri umani di ogni parte del mondo, tra cui anche il magistrato che nel 1976 sostenne l'accusa contro di lui e che da anni e' impegnato per la sua liberazione (da allora ad oggi peraltro e' stato definitivamente dimostrato che le cosiddette "testimonianze" e le cosiddette "prove" contro Leonard Peltier erano false).
Come ha scritto nel suo appello l'indimenticato Presidente Sassoli, "I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
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Ringraziandola fin d'ora per l'attenzione ed auspicando un suo intervento, voglia gradire distinti saluti.

4. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI

Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
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Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
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Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
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Donna, vita, liberta'.

5. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Simona Forti, Il totalitarismo, Laterza, Roma-Bari 2001, pp. X + 144.
- Renate Siebert, Il razzismo. Il riconoscimento negato, Carocci, Roma 2003, pp. 172.
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Strumenti
- Walter Laqueur (a cura di), Dizionario dell'Olocausto, Einaudi, Torino 2004, 2007, pp. XXXIV + 934.
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Maestre
- George Eliot, Selected critical writings, Oxford University Press, Oxford 1992, 2000, pp. XLIV + 388.
- Natalia Ginzburg, Non possiamo saperlo. Saggi 1973-1990, Einaudi, Torino 2001, pp. 222.

6. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

7. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5052 del 18 dicembre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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