[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 347



*********************
DONNA, VITA, LIBERTA'
*********************
A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 347 del 13 dicembre 2023

In questo numero:
1. "Ansa": A Oslo la cerimonia di consegna del Nobel per la pace, sedia vuota per Narges Mohammadi
2. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
3. One Billion Rising Italia: Una lettera
4. Una lettera aperta alla Presidente del Parlamento Europeo: "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier"
5. Perche' occorre scrivere ora a Biden per chiedere la liberazione di Leonard Peltier
6. Alcuni riferimenti utili
7. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
8. Solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani
9. Alcune poesie di Adrienne Rich

1. L'ORA. "ANSA": A OSLO LA CERIMONIA DI CONSEGNA DEL NOBEL PER LA PACE, SEDIA VUOTA PER NARGES MOHAMMADI
[Dal sito www.ansa.it riprendiamo e diffondiamo]

Al centro una sedia vuota. Ai lati, Kiana e Ali, i due figli gemelli di Narges Mohammadi, Nobel per la Pace 2023.
Nel giorno della consegna del premio, sul palco del municipio di Oslo va in scena la tragedia della repressione alla quale Teheran sottopone la sua gente, le donne prima di tutto.
Narges, attivista iraniana per i diritti umani, non puo' ricevere il premio perche' dal 2021 e' rinchiusa nella prigione di Evin, l'inferno dei detenuti politici, a causa della sua campagna contro l'uso obbligatorio dell'hijab e contro la pena di morte. A farlo, al suo posto, sono i suoi due ragazzi, 17 anni, riusciti ad arrivare ad Oslo solo perche' dal 2015 vivono in esilio in Francia. Leggono un po' ciascuno il discorso scritto in cella dalla mamma che e' riuscita a farlo uscire di nascosto dalle "alte e fredde mura di una prigione" e dalla quale scaglia un attacco durissimo alla Guida Suprema Ali Khamenei e ai suoi. Un "regime religioso tirannico e misogino" lo definisce Narges, che racconta la sua storia personale e quella del suo Paese con poche, scarne, pennellate. "Sono una donna mediorientale e vengo da una regione che, nonostante la sua ricca civilta', e' ora intrappolata tra la guerra, il fuoco del terrorismo e l'estremismo", scrive la premio Nobel raccontando il presente ma guardando al futuro: "Il popolo iraniano smantellera' l'ostruzionismo e il dispotismo attraverso la sua perseveranza. Non abbiate dubbi: questo e' certo".
Parole di una donna che, arrestata e condannata piu' volte negli ultimi decenni, non ha intenzione di mollare e continua a denunciare la repressione, la mancanza di un sistema giudiziario indipendente, la propaganda, la censura e la corruzione. E la cui lotta "e' paragonabile a quella di Albert Lutuli, Desmond Tutu e Nelson Mandela, che ebbe luogo piu' di 30 anni prima della fine del sistema di apartheid in Sud Africa", afferma la presidente del Comitato norvegese per il Nobel Berit Reiss-Andersen evocando figure divenute leggendarie per chi lotta in tutto il mondo a favore dei diritti civili.
Davanti alla famiglia reale norvegese e ai dignitari stranieri risuona 'Donna, Vita, Liberta'', la parola d'ordine che ha riempito le piazze di tutto il Paese dopo la morte di Mahsa Amini, la 22enne curda deceduta nel 2022 mentre era sotto la custodia della polizia morale, arrestata perche' non indossava il velo islamico in modo corretto e si intravedeva qualche ciocca di capelli. E che ha fatto oscillare paurosamente la stabilita' del regime degli Ayatollah che si e' salvato grazie a migliaia di arresti e all'assassinio di oltre 550 persone, tra le quali moltissime donne e ragazzini.
"L'hijab obbligatorio imposto dal governo non e' ne' un obbligo religioso ne' una tradizione culturale, ma piuttosto un mezzo per mantenere l'autorita' e la sottomissione in tutta la societa'", scandiscono i figli di Mohammadi dando la propria voce a quella della mamma che proprio nel giorno della consegna del Nobel ha iniziato uno sciopero della fame "in solidarieta' con la minoranza religiosa baha'i" la piu' grande dell'Iran, bersaglio di una discriminazione mirata.
Sullo sfondo del palco, una gigantografia di Narges, la folta e scura chioma riccioluta e scoperta. Da far venire i brividi a Khamenei. Alla fine, tutti in piedi per una standing ovation venata di emozione.
*
 Intanto le autorita' iraniane hanno impedito di partire per Parigi per ritirare il Premio Sakharov ai genitori e al fratello della 22enne Mahsa Amini, la giovane curda-iraniana morta l'anno scorso mentre era sotto la custodia della polizia morale per avere indossato il velo non correttamente. Il premio e' stato assegnato postumo alla giovane vittima. Lo ha dichiarato all'Afp l'avvocato della famiglia in Francia. "Ai familiari e' stato vietato di salire sul volo che li avrebbe portati in Francia nonostante avessero il visto", ha detto Chirinne Ardakani. "I loro passaporti sono stati confiscati", ha aggiunto.

2. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI

Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
*
Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
*
Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
*
Donna, vita, liberta'.

3. REPETITA IUVANT. ONE BILLION RISING ITALIA: UNA LETTERA
[Riceviamo e diffondiamo]

Care attiviste e cari attivisti,
Care compagne e cari compagni di viaggio,
testimoni coraggiose e coraggiosi della lotta alla violenza e agli abusi sul corpo delle donne,
Preziose amiche tutte e preziosi amici tutti di One Billion Rising,
scriviamo queste righe consapevoli del sentimento di sofferenza e di umana impotenza che tutte e tutti voi - che tutte noi - stiamo attraversando in questi mesi. Le notizie che arrivano dal mondo ci lasciano senza fiato.
Come se non bastasse, nel nostro Paese, continua inesorabile la conta delle donne cadute per mano di uomini criminali e violenti.
Eppure in tutto questo, o forse proprio per tutto questo, noi scegliamo di non restare in silenzio, di non tirarci indietro, e vi chiediamo di essere ancora con noi.
Nell'oscurita', facciamo splendere la nostra luce. Uniamo le nostre voci. Non sara' facile, ma non sara' impossibile.
La Campagna mondiale One Billion Rising e' nata proprio per questo: per essere una reale comunita', un appiglio nella tempesta, una rete in cui conoscersi, riconoscersi, trovarsi e forse per qualcuno - come e' stato per noi - persino salvarsi. Salvarsi dalla solitudine, dal silenzio, dall'isolamento, dalla violenza fisica e psicologica che troppo spesso ci vede come prede, ancor prima che ragazze, donne o bambine.
Febbraio non e' lontano, raduniamo le forze, raccogliamo le energie, prepariamoci a far sentire il nostro grido di pace e consapevolezza.
Vi invitiamo a incominciare ad organizzare e a coordinare a livello locale la vostra partecipazione a OBR2024: anche per questo, oggi vi chiediamo con gentile fermezza, di cercare di coinvolgere il piu' possibile il mondo della scuola nelle vostre comunita'.
Crediamo sia infatti particolarmente prezioso e vitale tornare a parlare nelle scuole di come la prevaricazione della violenza di genere porti odio, dolore, mancanza di rispetto, assenza di solidarieta'.
Vi alleghiamo una lettera che volendo potrete usare per contattare le scuole dei vostri territori.
Noi siamo a vostra disposizione per qualunque chiarimento e approfittiamo per anticiparvi che V (Eve Ensler) sara' in Italia per presentare il suo nuovo libro "Io sono un'esplosione" (ed. il Saggiatore) in questi due appuntamenti pubblici:
- Firenze, venerdi' 24 novembre ore 20.30 Teatro Niccolini , V presenta il suo nuovo libro con Serena Dandini
- Milano, domenica 26 novembre ore 11 Teatro Paolo Grassi con Maria Nadotti
Mai come oggi abbiamo bisogno di essere unite e uniti, di farci forza, per continuare a costruire insieme una strada di pace, di gentilezza, di consapevolezza e di profondo rispetto per tutte le donne del pianeta.
Un abbraccio a tutte e a tutti voi.
Con gratitudine.
Nicoletta Billi
3332432777
Luisa Garribba Rizzitelli
3454767246
Margherita Giuliodori Santicchia
3280199958
One Billion Rising Italia
obritalia at gmail.com
*
Allegato: Modello di lettera da inviare alle scuole
PROPOSTA COINVOLGIMENTO PROGETTO GRATUITO CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
Oggetto:  Proposta di coinvolgimento del Vostro Istituto nella Campagna Mondiale One Billion Rising  contro la Violenza di Genere
Gentile Sig. o Sig.ra Dirigente Scolastica/o
Gentile Docente,
Ci rivolgiamo a tutti Voi - in ogni parte d'Italia, in ogni ambito e indirizzo disciplinare delle scuole di ogni ordine e grado - con accorata fiducia che tutti siano consapevoli che la situazione sulla violenza alle donne nel nostro paese ha assunto numeri drammatici ed inaccettabili per un Paese civile e democratico. La scia sofferenza e dolore sembra inarrestabile. Una donna uccisa in media in Italia ogni due giorni. Dati impressionanti su tutte le forme di violenza che coinvolgono ragazze e ragazzi sempre piu' giovani. Non possiamo restare ferme e fermi, dobbiamo combattere il rischio di assuefazione e rassegnazione.
In occasione del 25 novembre Giornata Internazionale per l'Eliminazione della Violenza contro le Donne, il nostro Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha speso parole ferme ed inequivocabili: "Un'azione efficace per sradicare la violenza contro le donne deve basarsi anzitutto sulla diffusione della prevenzione delle cause strutturali del fenomeno e su una cultura del rispetto che investa sulle generazioni piu' giovani, attraverso l'educazione all'eguaglianza, al rispetto reciproco, al rifiuto di ogni forma di sopraffazione". Parole che tracciano una strada di speranza e impegno da parte di tutti.
Crediamo fermamente che la Scuola Pubblica, nonostante le difficolta' che affronta ogni giorno, nonostante le battaglie e le sfide che e' costretta a fronteggiare spesso nel silenzio delle Istituzioni, abbia ancora un ruolo cruciale per radicare nelle nuove generazioni una cultura di profondo rispetto verso tutte le donne.
One Billion Rising e' una campagna Mondiale fondata nel 2012 dalla scrittrice e attivista americana Eve Ensler con l'obiettivo di fermare la violenza contro le donne. Aderiscono a questa campagna 128 paesi nei cinque continenti.
Per queste ragioni, proponiamo in modo accorato e amichevole, che il Vostro Istituto aderisca alla Campagna Mondiale ONE BILLION RISING diventando una "OneBillionRising School" nelle due modalita' che seguono:
1) PRIMA DEL 14 FEBBRAIO 2024
Sotto la guida e l'esperienza dei Docenti le classi possono intraprendere dei laboratori o delle attivita' didattiche al fine di promuovere la sensibilizzazione, la formazione, la riflessione e il confronto tra i ragazzi e le ragazze sul tema della violenza di genere.
Partendo - a titolo esemplificativo e di suggerimento - da queste domande
"Che cos'e' la violenza di genere per te?", "Cosa sono gli stereotipi e le discriminazioni?", "Perche' secondo te nel nostro Paese ogni due giorni una donna viene uccisa?", "Perche' la violenza contro le donne e' cosi' diffusa? Cosa la genera, cosa la alimenta?", "Cosa fanno i Centri Antiviolenza?", "Cosa e' il 1522?", "Cosa diresti ad un uomo che ha commesso un femminicidio?", "Come fermeresti questa spirale di violenza?", "Nella tua esperienza hai mai assistito a comportamenti violenti verso le donne?", "La violenza e' solo fisica o anche psicologica o verbale?", "Cosa bisognerebbe fare secondo te per fermare la violenza contro le donne?", "La violenza di genere e' qualcosa che ti riguarda?".
I docenti potranno scegliere di coinvolgere le classi, magari anche dividendole per gruppi, attraverso queste iniziative:
- Scrivere dei temi o dei racconti brevi
- Realizzare un podcast
- Dare vita ad una mostra fotografica
- Creare un fumetto
- Disegnare dei quadri e raccoglierli in un'esposizione
- Scrivere e realizzare un cortometraggio amatoriale tutti insieme
- Comporre una canzone o un rap
- Realizzare uno spot video di max 30 secondi
- Ideare uno spettacolo teatrale
- Fare un reportage (audio, video o solo testo) documentando esperienze a loro prossime
- Creare una presentazione power point
- Realizzare una serie di interviste per approfondire l'argomento
- Condurre delle ricerche interdisciplinari sul tema coinvolgendo piu' materie
Crediamo che sia cruciale stimolare i ragazzi e le ragazze al confronto sul tema della violenza.  Come introduzione al tema suggeriamo la lettura di un libro che vi sara' inviato gratuitamente, su richiesta. "I Monologhi della Vagina", scritto da Eve Ensler nel 1996 - tradotto in 35 lingue - e' il testo fondante che ha sdoganato tabu' e resistenze e che ancora oggi e' uno straordinario manifesto contro la violenza, un punto di riferimento fondamentale nella lotta quotidiana di tutte le donne del mondo.
Suggeriamo di promuovere un dibattito nelle classi a partire dal libro, ma ogni docente potra' in alternativa scegliere libri, testi teatrali, video che possano comunque raggiungere lo scopo.
2) IL GIORNO 14 FEBBRAIO 2024: REALIZZARE IL FLASH MOB
Il 14 febbraio 2024 - o in giorni in prossimita' di questa data - insieme ad altre migliaia di persone nel mondo, vi chiediamo di realizzare e documentare il vostro flash mob sulle note della canzone "Break the Chain" della quale la nostra organizzazione internazionale detiene i diritti e che vengono concessi gratuitamente a chi aderisce all'iniziativa. Questa canzone e' una esplosione di energia e forza che unisce uomini e donne, ragazzi e ragazze. Qui il link della canzone e il tutorial per imparare la coreografia:
Video Break The Chain 1 con sottotitoli in italiano
https://www.youtube.com/watch?v=XQgPTA5U86o
Tutorial della coreografia curata da Debbie Allen, lo storico volto di Saranno Famosi:
https://www.youtube.com/watch?v=mRU1xmBwUeA
Vi chiediamo per questo di:
- Lavorare ad una libera coreografia della canzone coinvolgendo le classi e i docenti sulle note di "Break the Chain" ballandola tutti insieme ovunque riteniate sia possibile farlo;
- Precedere l'esecuzione della coreografia con delle brevi letture o testimonianze a tema;
Documentare e riprendere con i cellulari le attivita' svolte, postarle sui social taggando #OBR #OBRItalia o inviando qualche scatto o video amatoriale alla mail del coordinamento nazionale obritalia at gmail.com
E' sicuramente gradita, ma non indispensabile, la capacita' di:
- Coinvolgere, la cittadinanza, i genitori, media e ogni soggetto interessato, perche' possa essere divulgato al massimo il significato della vostra iniziativa e partecipazione
- Diffondere sui propri social/siti dell'istituto le informazioni utilizzando gli hashtag dell'iniziativa
Ad ogni scuola che partecipera', regaleremo 2  t-shirt ufficiali One Billion Rising Italia
La violenza contro le donne riguarda tutti noi. Nessuno puo' chiamarsi fuori. Tutti dobbiamo fare la nostra parte. Abbiamo un disperato bisogno della vostra collaborazione, della vostra energia, del vostro impegno e del vostro entusiasmo. Unitevi a noi. Sara' un cammino forse faticoso, a tratti difficile, ma certamente sorprendente e fertile per la vostra comunita' scolastica. Ce lo dice l'esperienza di questi ultimi dieci anni. I ragazzi e le ragazze hanno un infinito bisogno di essere guidati, di essere accompagnati e stimolati per permettere alla loro creativita', alla loro energia, ai loro pensieri e alle loro parole di sgorgare in tutta la loro unicita' e potenza. Insieme possiamo cambiare la cultura della violenza e del sopruso. Il futuro e' possibile.
Grazie per l'attenzione preziosa,
Cordialmente,
Attivista OBR
Xxxxxxxx xxxxxxxxxx
Mail per adesione: xxxxxxxxxxx
Per aderire mandate una mail a obritalia at gmail.com e verrete contattati da Margherita Santicchia del nostro Coordinamento.

4. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA APERTA ALLA PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO: "PORTIAMO A COMPIMENTO L'INIZIATIVA DI DAVID SASSOLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER"

Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo, on. Roberta Metsola,
numerose personalita' della societa' civile e varie associazioni democratiche italiane hanno promosso l'appello "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier".
*
Qui di seguito il testo dell'appello.
Il 23 agosto 2021 David Sassoli, l'indimenticato Presidente del Parlamento Europeo che sarebbe deceduto pochi mesi dopo nel gennaio 2022, tenne una conferenza stampa in cui annuncio' il suo personale impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da quasi mezzo secolo prigioniero innocente.
L'iniziativa di David Sassoli si ricollegava idealmente a due precedenti importanti pronunciamenti del Parlamento Europeo, del 1994 e del 1999.
E si collegava anche al movimento che in Italia in quel momento riproponeva con forza l'esigenza e l'urgenza che Leonard Peltier venisse finalmente liberato.
In un suo tweet che accompagnava e sintetizzava la conferenza stampa del 23 agosto 2021 David Sassoli dichiarava, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Lanciamo un appello a riprendere e portare a compimento quell'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier.
*
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
le saremmo assai grati se lei, che ha assunto l'incarico di Presidente del Parlamento Europeo succedendo all'on. Sassoli, volesse porsi a capo di questa iniziativa volta a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
sicuramente lei ricorda che il Parlamento Europeo gia' in passato ripetutamente si espresse in tal senso nel 1994 e nel 1999.
E sicuramente lei sa che una Commissione giuridica ad hoc dell'ONU, dopo aver accuratamente riesaminato tutti gli atti processuali, lo scorso anno ha concluso i suoi lavori chiedendo la liberazione di Leonard Peltier.
E sicuramente lei sa anche che nel corso del tempo la liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, da prestigiose organizzazioni umanitarie come Amnesty International, da innumerevoli istituzioni democratiche, da milioni - letteralmente milioni - di esseri umani di ogni parte del mondo, tra cui anche il magistrato che nel 1976 sostenne l'accusa contro di lui e che da anni e' impegnato per la sua liberazione (da allora ad oggi peraltro e' stato definitivamente dimostrato che le cosiddette "testimonianze" e le cosiddette "prove" contro Leonard Peltier erano false).
Come ha scritto nel suo appello l'indimenticato Presidente Sassoli, "I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
*
Ringraziandola fin d'ora per l'attenzione ed auspicando un suo intervento, voglia gradire distinti saluti.

5. REPETITA IUVANT. PERCHE' OCCORRE SCRIVERE ORA A BIDEN PER CHIEDERE LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Perche' tra un anno negli Stati Uniti d'America ci saranno le elezioni presidenziali.
Ed e' abitudine dei presidenti al termine del mandato di concedere la grazia ad alcune persone detenute.
Quindi e' in questi mesi che Biden decidera' in merito.
E quindi e' adesso che occorre persuaderlo a restituire la liberta' a Leonard Peltier.
*
Di seguito le indicazioni dettagliate per scrivere alla Casa Bianca e una proposta di testo in inglese
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 47 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 47 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.

6. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI

Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com

7. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE

Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it

8. REPETITA IUVANT. SOLIDALI CON LE DONNE IRANIANE NELLA LOTTA NONVIOLENTA PER I DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI

Siamo solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessi la repressione del movimento democratico e nonviolento delle donne - e degli uomini postisi alla loro sequela - che si riconosce nel motto "Donna, vita, liberta'", che siano liberate e liberati tutte le prigioniere e tutti i prigionieri politici, che cessi la violenza maschilista di stato, e che siano riconosciuti, rispettati e difesi tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nessuna autorita' e' legittima se non rispetta la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.

9. MAESTRE. ALCUNE POESIE DI ADRIENNE RICH
[Riproponiamo ancora una volta questa scelta di versi di Adrienne Rich, dal volume Esplorando il relitto, Savelli, Milano 1979 (edizione originale: Diving into the Wreck, W. W. Norton, New York 1973, premiato con il National Book Award nel 1974), nella traduzione di Liana Borghi (che di Adrienne Rich e' traduttrice e studiosa acutissima).
Adrienne Rich (Baltimora, 16 maggio 1929 - Santa Cruz, 27 marzo 2012) e' stata una grandissima poetessa e saggista femminista americana di straordinaria intensita' e profondita', di forte impegno civile, militante per la pace e la dignita' umana. Presentando alcuni suoi versi anni fa scrivevamo che "Adrienne Rich e' l'autrice di Nato di donna, un libro la cui lettura e' ineludibile. Ma e' anche una poetessa che ha scritto versi che ti tolgono il respiro, ovvero te lo restituiscono. Ed una militante per la pace e i diritti umani di grande rigore e nitore". Dal sito www.crocettieditore.com riprendiamo la seguente scheda di alcuni anni fa: "Adrienne Rich e' nata il 16 maggio 1929 a Baltimora. Poetessa, saggista e militante femminista, a ventun anni ha vinto il Premio Yale per giovani poeti con A change of world (1951, Un mutamento di mondo). Ha, inoltre, pubblicato le raccolte poetiche Gli intagliatori di diamanti (1955, The diamond cutters), Necessita' del vivere (1966, Necessities of life), Esplorando il relitto (1973, Diving into the wreck), Il sogno di una lingua comune (1978, The dream of a common language), Atlante del mondo difficile (1991, Atlas of the difficult world); e i saggi Nato di donna (1976, Born of woman), Segreti silenzi bugie (1966-78, On lies, secrets and silence), Sangue, pane e poesia (1986, Blood, bread and poetry); e la raccolta Oscuri campi della repubblica (1991-95, Dark fields of the republic), che comprende anche numerose sequenze narrative". Tra le opere di Adrienne Rich: Nato di donna, Garzanti, Milano 1977, 2000; Esplorando il relitto, Savelli, Milano 1979; Segreti silenzi bugie, La Tartaruga, Milano 1982; Lo spacco alla radice, Estro, Firenze 1985; Come la tela del ragno, La Goliardica, Roma 1985; Cartografie del silenzio, Crocetti, Milano 2000]

Cercando di parlare con un uomo

In questo deserto collaudiamo bombe,

ecco perche' siamo venuti qui.

Talvolta sento un fiume sotterraneo
premere tra due scogliere deformi
un angolo acuto di comprensione
spostarsi come un loco del sole
in questo paesaggio condannato.

A cosa abbiamo rinunciato per arrivare fin qui -
intere collezioni di Lp, film recitati da noi
ormai in terza visione, vetrine di fornai
piene di biscotti ebraici secchi, alla cioccolata
il linguaggio delle lettere d'amore, dei suicidi,
pomeriggi sul greto del fiume
fingendo di essere bambini

Venendo in questo deserto
di cui volevamo cambiare il volto
guidando tra cactacee verde spento
camminando a mezzogiorno nelle citta' morte
circondati da un silenzio
che sembra il silenzio di questo luogo
solo che e' venuto con noi
ed e' familiare
e tutte le cose finora dette
erano uno sforzo per cancellarlo -
Venendo qui siamo al confronto

Qui mi sento piu' indifesa
con te che senza te
Tu accenni al pericolo
elenchi l'equipaggiamento
parliamo di persone che si aiutano
in casi di emergenza - lacerazione, sete -
ma tu guardi me come un caso d'emergenza

Il tuo calore secco e' potere
i tuoi occhi sono stelle di una grandezza diversa
riflettono luci che dicono: uscita
quando ti alzi e misuri coi passi il pavimento

parlando del pericolo
come se non fossimo noi
come se collaudassimo qualcos'altro.

1971

*

Quando noi morti ci destiamo

Per E. Y.

1. Cercando di dirti come
l'anatomia del parco
attraverso i vetri macchiati, il modo
in cui i guerriglieri avanzano
sui campi minati, l'immondizia
che brucia senza fine nel cumulo
per tornarsene in cielo come macchia -
ogni cosa fuori della nostra pelle e' un'immagine
di questa afflizione:
pietre sulla mia tavola, portate a mano
da scene di cui mi fidavo
ricordi di quel che un tempo descrissi
come felicita'
ogni cosa fuori della mia pelle
parla del difetto che mi fa zoppicare
persino le cicatrici delle mie decisioni
persino lo sprazzo di sole nella vena di mica
persino tu, compagna creatura, sorella,
che mi siedi di fronte, scura d'amore,
lavorando come me a disfare
lavorando come me a rifare
questo strascico di maglia, questo panno di oscurita',
questo indumento di donna, cercando di salvar la matassa.

2. Il fatto di essere una persona separata
entra nella tua esistenza come un mobile
- un cassone di legno del Seicento
di qualche parte del Nord.
Ha una serratura enorme modellata a testa di donna
ma la chiave non s'e' trovata.
Negli scompartimenti ci sono altre chiavi
di porte smarrite, un occhio di vetro.
Piano cominci ad aggiungere
cose tue.
Vai e vieni riflessa nei pannelli.
Smetti di ricordare gli anniversari,
cominci a scrivere nei tuoi diari
piu' onestamente che mai.

3. L'incantevole paesaggio del Sud Ohio
tradito dalle miniere a cielo aperto, la
grossa fede d'oro al dito dell'adultero
i programmi indistinti della radio pirata vicino alla costa
sono motivi di esitazione.
Qui nella matrice del bisogno e della rabbia, la
confutazione di quanto ritenemmo possibile
fallimento di cure
dubbi sull'esistenza dell'altro
- dillo e ripetilo, le parole
si addensano di non senso -
eppure mai siamo stati piu' vicini alla verita'
delle menzogne che vivevamo, ascoltami:
la fedelta' che so immaginare sarebbe un'erbaccia
che fiorisce nel catrame, un'energia blu che buca
gli atomi ammassati di una roccia d'incredulita'.

1971

*

Svegliandosi nel buio

1. La cosa che mi arresta e'

come siamo composti di molecole

(mi mostro' il disegno del selciato)

disposte senza nostro consenso e consapevolezza

come la telefoto composta
di milioni di puntini

nella quale l'uomo del Bangladesh
cammina affamato

sulla prima pagina
senza saperne niente

e questa e' la sua presenza per il mondo.

2. Stavamo in fila fuori di qualcosa
due a due, o da soli a coppia, o solamente soli,
guardando vetrine piene di forbici,
vetrine piene di scarpe. La strada chiudeva,
la citta' chiudeva, avremmo avuto noi la fortuna
di farcela? Esponevano
in una teca, l'Uomo senza patria.
Gli alzammo i passaporti in faccia, piangemmo per lui.

Scaricano sangue animale nel mare
per attirare i pescecani. Talvolta ogni
aperura del mio corpo
perde sangue. Non so se
far finta che sia naturale.
C'e' una legge per questo, una legge di natura?
Tu adori il sangue
lo chiami perdita isterica
lo vuoi bere come latte
vi immergi il dito e scrivi
svieni all'odore
sogni di scaricarmi in mare.

3. La tragedia del sesso
e' intorno a noi, un lotto di bosco
per cui si affilano le asce.
I vecchi ripari e capanni
fissano dalla radura con una certa risolutezza
- la capanna dell'eremita', il rifugio dei cacciatori -
scene di masturbazione
e barzellette sporche.
Un mondo di uomini. Ma finito.
Loro stessi l'hanno venduto alle macchine.
Cammino nella foresta ignara
una donna nella vecchia uniforme da corve'
che si e' ristretta per starle, sono persa
a momenti, mi sento stordita
dal sole che muove le zampe tra gli alberi,
ho freddo nell'umido lichene del folto.
Niente si salvera'. Sono sola,
a calciare gli ultimi tronchi marci
con il loro strano odore di vita, non di morte,
a chiedermi cosa mai avrebbe potuto diventare tutto questo.

4. Chiarezza,
spruzzo

che acceca e purga

strali di sole che battono l'acqua

i corpi filano nell'aria

come alianti

i corpi al rallentatore

cadono
nella piscina
alle Olimpiadi di Berlino

controllo; perdita di controllo

i corpi risalgono
ritornano arcuati alla torre
il tempo si riavvolge su se stesso

chiarezza di aria aperta
dinanzi alle camere oscure
con le teste di doccia

i corpi ricadono ancora
a piombo
piu' veloci della luce
l'acqua si apre
come aria
come percezione

Una donna ha fatto questo film
contro
la legge
di gravita'.

5. Tutta la notte ho sognato un corpo
sul quale lo spazio pesa diversamente che sul mio
Facciamo l'amore per strada
il traffico rifluisce da noi
si rovescia come un lenzuolo
l'asfalto freme di tenerezza
non c'e' sgomento
ci muoviamo insieme come piante sott'acqua

Ancora e ancora, sul punto di svegliarmi
mi rituffo a scoprirti
che ancora bisbigli, toccami, continuiamo
a fluire per la lenta
foresta-oceano di luci di citta'
che ci smuove i peli del corpo

Ma questo e' il sogno che parla
svegliandomi
vorrei ci fosse un dove
reale su cui stare
e passarci il cannocchiale
e guardare la terra, il bosco selvaggio
dove lo spacco si apri'

1971

*

Incipienza

1. Vivere, giacere svegli
sotto l'intonaco scrostato
mentre si forma il ghiaccio sulla terra
a un'ora in cui niente si puo' fare
per affrettare le decisioni

sapere che il filo si compone
nel corpo del ragno
primi atomi della tela
visibile domani

sentire il futuro infuocato
di ogni fiammifero in cucina

Niente si puo' fare
se non a gradi. Scrivo la mia vita
ora per ora, parola per parola
guardando la rabbia delle vecchie sull'autobus
numerando le striature
d'aria nel cubetto di ghiaccio
immaginando l'esistenza
di qualcosa non ancora creato
questa poesia
le nostre vite

2. Un uomo dorme nella stanza accanto
Noi siamo i suoi sogni
Abbiamo testa e seni di donne
corpi di uccelli da preda
Talvolta ci tramutiamo in serpenti d'argento
Mentre vegliamo fumando e parlando di come vivere
lui si gira nel letto e mormora

Un uomo dorme nella stanza accanto
Un neurochirurgo entra nel suo sogno
e comincia a sezionargli il cervello
Lei non sembra un'infermiera
e' assorta nel suo lavoro
ha un volto severo, delicato come Marie Curie
Non e' / potrebbe essere una di noi due

Un uomo dorme nella stanza accanto
Ha passato tutto un giorno
in piedi, a tirare sassi nello stagno nero
che si mantiene nero
fuori del suo sogno noi saliamo incerte su per la collina
mano nella mano, saliamo incerte su per la collina
sopra la roccia vulcanica sfregiata.

1971

*

Dopo vent'anni

Per A. P. C.

Due donne siedono a un tavolo vicino a una finestra, ognuna colpita
diversamente dalla stessa luce.
Parlando sprizzano scintille
che i passanti per strada osservano
come un riflesso sul vetro di quella finestra.
Due donne nel fiore della vita.
I loro figli sono tanto grandi da avere figli.
La solitudine e' parte della loro storia da vent'anni,
il bordo scuro della pronta lingua,
il risvolto cupo dell'immaginazione.
C'e' neve e tuono nella strada.
Mentre parlano il lampo balena viola.
E' strano essere cosi' tante donne,
che mangiano e bevono alla stessa tavola,
che hanno lavato i bambini nello stesso lavabo
che hanno nascosto segreti l'una all'altra
hanno camiminato sul pavimento della loro vita in camere separate
e confluiscono ora nella storia come la donna del loro tempo
che vive nel fiore della vita
come in una citta' dove niente e' proibito
e niente permane.

1971

*

Lo specchio in cui due si vedono come una

1. E' lei che chiami sorella.
Il suo atto piu' semplice affascina,
come quando squama un pesce il coltello
la balena fra le lunghe dita
senza spreco di movimento o quando
rapida parlando d'amore
forbisce con la paglietta
il bollitore ammaccato

I pomi d'oro ti torcono il fianco
con improvviso vuoto
i cereali ti gonfiano, ogni grano
di spiga matura raccolto a  mano
Amore: il frigorifero
spalancato
le bistecce frollate si dissanguano
nella pellicola di plastica
il burro montato, le albicocche
gli avanzi acidi

Una cesta aspetta nel frutteto
che tu la riempia
le tue mani si scorticano contro
la ruvida corteccia,
le spine di questa pianta succulenta
Cogli, cogli, cogli
questo raccolto e' un fallimento
il succo ti scorre sugli zigomi
come sudore o lacrime

2. E' lei che chiami sorella
tu sfolgori come lampo per la stanza
le guizzi attorno come fiamma
ti abbagli nei suoi grandi occhi
enumerando le necessita' che non sente
spingendo i principi della tua vita
fra le sue mani

Lei si muove in un mondo di stoffa indiana
il corpo morbido
di ombre, il casimiro gonfio sui fianchi
mentre cammina per la strada con la camicetta di cotone
a comprare fichi freschi perche' tu li adori
a fotografare il ghetto perche' ce l'hai portata tu

Perche' piangi asciugati le lacrime
siamo sorelle
ti mancano le parole al suo sguardo affamato
le porgi un altro libro
segnato dalla tua matita
le porgi un disco
di due flauti che in India recitano

3. Tardi nella notte d'estate gli insetti
sfrigolano nel globo ingiallito
la tua pelle brucia dorata alla luce
In questo specchio, chi sei? Sogni del convento
con la sua disciplina, della stanza dei bambini
con la bambinaia, dell'ospedale
dove tutti i potenti sono mascherati
del cimitero dove siedi sulle tombe
di donne che morirono di parto
di donne che morirono nascendo
Sogni della nascita di tua sorella
tua madre che muore e muore e muore di parto
senza sapere come fermarsi
partorendoti ancora e ancora

tua madre morta e tu non ancora nata
le tue due mani ti afferrano la testa
tirandola giu' contro la lama della vita
i tuoi nervi i nervi di una levatrice
che impara il mestiere

1971

*

Canzone

Ti domandi se mi sento sola:
Ok allora, si', mi sento sola
come un aereo vola solo e orizzontale
sulla sua onda radio, puntando
oltre le Montagne Rocciose
verso le piste recinte di blu
di un aeroporto sull'oceano

Mi vuoi chiedere, mi sento sola?
Bene, certo, sola
come una donna che attraversa il paese guidando
giorno dopo giorno, lasciandosi dietro
miglio dopo miglio
piccole citta' dove avrebbe potuto fermarsi
a vivere e morire, da sola

Se mi sento sola
dev'essere la solitudine
di svegliarsi per prima, di respirare
il primo respiro freddo dell'alba sulla citta'
di essere l'unica che e' sveglia
in una casa avvolta nel sonno

Se mi sento sola
e' come la barca chiusa nel ghiaccio della riva
nell'ultima luce rossa dell'anno
che sa che cos'e', che sa che non e'
ghiaccio ne' fango ne' luce d'inverno
ma legno, con quel dono di poter bruciare

1971

*

A tuffo nel relitto

Avendo prima letto il libro dei miti
e caricato la macchina fotografica,
e tastato la lama del coltello,
mi misi
l'armatura di gomma nera
le pinne assurde
la maschera seria e ingombrante.
Mi tocca far questo
non come Cousteau con la sua
equipe assidua
a bordo della goletta inondata di sole
ma qui da sola.

C'e' una scala.
La scala c'e' sempre
pende innocente
al fianco della goletta.
Sappiamo a che serve,
noi che l'abbiamo usata.
Altrimenti
e' un pezzo di filamento marino
un attrezzo qualsiasi.

Scendo.
Piolo dopo piolo e ancora
l'ossigeno mi immerge
la luce azzurra
gli atomi chiari
della nostra aria umana.
Scendo.
Le pinne mi paralizzano,
striscio come un insetto giu' per la scala
e non c'e' nessuno
a dirmi quando l'oceano
comincia.

Prima l'aria e' azzurra e poi
e' piu' azzurra e poi verde e poi
nera vedo tutto nero eppure
la maschera e' buona
pompa forza al mio sangue
il mare e' un'altra storia
il mare non e' questione di forza
devo imparare da sola
a muovere il corpo senza sforzo
nel profondo dell'elemento.

E ora: e' facile dimenticare
perche' sono venuta
in mezzo a chi e' sempre
vissuto qui
agitando ventagli smerlati
fra le scogliere
E inoltre
si respira in modo diverso quaggiu'.

Sono venuta a esplorare il relitto.
Le parole sono propositi.
Le parole sono mappe.
Sono venuta a vedere il danno che e' stato fatto
e i tesori che sono rimasti.
Carezzo il raggio della mia lampada
lentamente lungo il fianco
di qualcosa piu' duraturo
dei pesci o le alghe

La cosa per cui venni:
il relitto e non la storia del relitto
la cosa stessa e non il mito
il volto annegato che sempre guarda
verso il sole
la prova del danno
erosa dal sale e dai flutti a questa bellezza consunta
le costole del disastro
che curvano la loro asserzione
fra i cauti fantasmi.

Questo e' il posto.
E sono qui, la sirena i cui capelli scuri
fluttuano neri, il tritone dal corpo corazzato
Giriamo in silenzio
attorno al relitto
ci tuffiamo nella stiva.
Io sono lei: io sono lui

il cui volto annegato dorme a occhi aperti
I cui seni ancora portano il peso
Il cui carico d'argento, rame, vermeil giace
oscuro nei barili
semi-incastrati e lasciati a marcire
noi siamo gli strumenti semi-distrutti
che un tempo tennero la rotta
il solcometro corroso dall'acqua
la bussola impazzita

Siamo, sono sei
per vilta' o per coraggio
quell'uno che torna sempre
a questa scena
portando un coltello, una macchina fotografica
un libro di miti
nel quale
i nostri nomi non compaiono.

1972

*

Struggendosi di fuoco

In una libreria dell'East Side
ho letto la testimonianza di un veterano:

hanno investito senza ragione
una vecchia nel Sud Vietnam
con un camion dell'Esercito Usa

L'ondata di caldo e' finita
inerte, assolata, l'East Side
riposa sotto le pensiline

Un'altra estate
le fiamme continuano a nutrirsi

e un caldo afoso permea il terreno
della mente, la bruciatura ha fatto presa
come se non avese piu' dubbi

sul suo diritto a divorare
il resto di una vita
il resto della storia

Stralci di notizie, come questa
soffiano sul mucchio

lo nutrono, che si voglia o no,
un'altra estate, e un'altra ancora
di sofferenza quieta

nelle librerie, nei parchi
per questo noi gridiamo, noi
soffriamo in silenzio

1972

*

Distruggendosi di fuoco

Per E. K.

Guardiamo nella stufa stasera
come in uno specchio, si',

il ciocco corrugato, il nucleo
gassoso giallo-blu

la cenere grigia screziata di rosso, si',
li conosco dentro le palpebre
e sotto la pelle

Il tempo ci afferra come una corrente
che sale, succhiando i calori
del ventre, del cervello

Mi dicesti di aver posto la mano
sull'orma di un indiano morto da molto tempo
e per un attimo conobbi quella mano,

quell'orma, quella roccia,
quel sole che produce vividi sogni
Una parola puo' far questo

o, come stasera, lo specchio del fuoco
della mia mente, che brucia come se potesse continuare
a bruciare se stesso, bruciando appena

divorando tutto
finche' non c'e' niente nella vita
che non ha nutrito quel fuoco

1972

*

Per una sorella

Per Natalya Gorbanevskaya, incarcerata per due anni in un manicomio
sovietico per attivismo politico; e altri

Non mi fido di nessuno di loro. Solo della mia esistenza
gettata nel mondo come una catena da traino
sbattuta e contorta da molti collegamenti casuali
tirata di qua, tirando di la'.

Devo rubare la sensazione di polvere sul pavimento,
di latte inacidito nella dispensa
dopo che vennero a prenderti.
Sono costretta a immaginare lo sguardo che hai lanciato dietro di te.

Pochi paragrafi sui giornali,
tenendo conto degli errori di stampa, le omissioni volute,
la violenza specializzata dei medici.
Non mi fido di loro, ma sto imparando a usarli.

Poco a poco dalle congetture sfocate
emerge il tuo viso, un marmo sommerso
issato lentamente dal profondo.
Sento le corde irrigidirsi sotto il peso della disperazione.

Ti hanno perquisito per contrabbando, hanno preso delle annotazioni.
Uno sguardo d'intelligenza potrebbe costarti vent'anni.
Meglio tracciare cerchi inesistenti con il dito,
cercare di imitare il sorriso di chi e' per sempre ottuso.

Immagini mie. Questa metafora per cio' che succede.
Un geranio in fiamme su una tovaglia verde
diventa tuo. Tu, tornando a casa dopo
per accendere la stufa, prendi la macchina da scrivere e ricominci. La tua
storia.

1972

*

Per chi e' morto

Ho sognato che ti chiamavo al telefono
per dire: Sii piu' dolce con te stesso
ma tu stavi male e non hai risposto

Lo spreco del mio amore continua cosi'
cercando di salvarti da te stesso

Mi ha sempre dato da pensare l'energia
residua, acqua che scorre giu' per la collina
molto dopo che le piogge sono cessate

o il fuoco che devi abbandonare per andare a letto
ma che non puoi lasciare, quasi ma non del tutto spento
i carboni rossi piu' vivi, piu' curiosi
nelle vampate di fiamma e nel morire
di quanto vorresti tu
seduta la' assai dopo la mezzanotte

1972

*

Da un sopravvissuto

Il patto che facemmo era il solito patto
di uomini e donne di allora

Non so chi credevamo di essere
che la nostra personalita'
potesse resistere al fallimento generale

Per fortuna o sfortuna, non sapevamo
che la razza umana fosse in fallimento
e che vi saremmo stati coinvolti

Come chiunque altro, pensavamo di essere speciali

Il tuo corpo per me e' vivido
come lo e' sempre stato; anche di piu'

perche' e' piu' chiaro cio' che sento
so cosa poteva e cosa non poteva fare

non e' piu'
il corpo di un dio
o qualcosa che ha potere sulla mia vita

L'anno prossimo sarebbero stati venti anni
e tu sei morto con spreco
tu che avresti potuto fare quel salto
che parlammo, troppo tardi, di fare

che io vivo ancora
non come un salto
ma un susseguirsi di brevi movimenti sorprendenti
ognuno dei quali rende possibile il seguente

1972

*********************
DONNA, VITA, LIBERTA'
*********************
A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 347 del 13 dicembre 2023
*
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
*
Informativa sulla privacy
E' possibile consultare l'informativa sulla privacy a questo indirizzo: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
Per iscriversi al notiziario l'indirizzo e' https://lists.peacelink.it/sympa/subscribe/nonviolenza
*
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com

Privo di virus.www.avg.com