[Nonviolenza] Telegrammi. 5047



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5047 del 13 dicembre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Graziella Balestrieri: L'urlo femminista contro l'afonia di media e politica. Intervista a Maria Luisa Boccia
2. Pasquale Pugliese: La nuda verita' della guerra sottratta alla mistificazione ideologica
3. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
4. Prosegue la raccolta di fondi per aiutare la Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (BLAB) dopo l'alluvione del maggio 2023
5. L'associazione "Respirare" di Viterbo scrive alla Presidente del Parlamento Europeo: "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier"
6. Emergency e altri: Per un cessate il fuoco permanente e una soluzione politica
7. Adesione popolare alla denuncia sulla presenza di armi nucleari in Italia
8. Sosteniamo Narges Mohammadi e la lotta delle donne in Iran. Chiediamo la liberazione dell'attivista Premio Nobel per la Pace e che siano accolte le sue richieste di rispetto dei diritti umani
9. Enrico Peyretti presenta "Cercate la pace" di David Maria Turoldo
10. Simone Lanza presenta "Nessuno si educa da solo. Una vita da pedagogista" di Daniele Novara
11. Massimiliano Fortuna presenta "L'altra via di Aldo Capitini" di Mario Martini
12. Segnalazioni librarie
13. La "Carta" del Movimento Nonviolento
14. Per saperne di piu'

1. L'ORA. GRAZIELLA BALESTRIERI: L'URLO FEMMINISTA CONTRO L'AFONIA DI MEDIA E POLITICA. INTERVISTA A MARIA LUISA BOCCIA
[Dal sito della "Libreria delle donne" di Milano riprendiamo e diffondiamo la seguente intervista originariamente apparsa sul quotidiano "L'Unita'" il 25 novembre 2023]

Il femminicidio di Giulia ha innescato una rivolta da parte delle giovani e dei giovani, che chiedono una risposta politica e culturale profonda. Al contrario, i media non accolgono le istanze del discorso femminista e la sinistra si limita a soluzioni normative senza proporre linguaggi o rappresentazioni diverse della societa'.
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- Dopo il femminicidio di Giulia sono aumentate le chiamate al 1522, qualcosa sta cambiando?
- Questo femminicidio ha provocato una reazione forte e diffusa tra le giovani e i giovani, credo anche per la posizione forte e molto efficace della sorella Elena, che e' una di loro, una di quelle generazioni, e che ha detto delle cose decisive e fondamentali ovvero che l'assassino, Filippo, e' un uomo normale, il figlio sano del patriarcato. E questo, secondo me, in qualche modo ha provocato quella reazione, di rottura, di ribellione molto forte: non piu' il silenzio ma fare rumore, i versi "se domani sono io, distruggi tutto. Se domani tocca a me, voglio essere l'ultima", che significano dire basta. Una reazione politica di rivolta - per usare un termine forte del femminismo delle origini, di Carla Lonzi - che e' quell'atto di presa di coscienza individuale che poi diventa collettiva e questo si esprime anche con l'atto della denuncia. Anche la denuncia e' un segno di questa rivolta, se trova terreno politico su cui si motiva e si trova anche la volonta' di reagire. Non sono cosi' convinta che si abbia fiducia nella capacita' di risposta alla denuncia da parte delle istituzioni, di chi deve poi appunto intervenire rispetto alla denuncia. Spesso si continua a pensare che il problema sia il vuoto normativo quando invece il problema e' il vuoto operativo cioe': delle norme poi cosa facciamo? Come le applichiamo? C'e' la sensibilita', la preparazione, gli strumenti, il rapporto con la rete, per esempio, delle operatrici che rendono effettive anche le norme oppure no? E' li' che bisognerebbe intervenire per dare una risposta, invece mi pare che di questo non si parli proprio.
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- Figlio sano del patriarcato: chi e' nella societa' di oggi?
- Sono gli uomini, non c'e' da costruire l'identikit del criminale o del patologico, come spesso si fa. No, e' la normalita', la violenza anche nelle sue forme estreme piu' efferate come sono molti femminicidi, anche questo di Giulia lo e', via via che emergono i dettagli e' sempre piu' terrificante il comportamento del femminicida. E' una normalita', sono uomini che diventano violenti, perche' e' nella loro identita' maschile, nella sessualita' maschile e' iscritto il possesso del corpo della donna, che segna la storia millenaria dei rapporti tra i sessi. E si trovano di fronte all'imprevisto della liberta' femminile, di una donna che non si adegua, non consente quella modalita'. Questo e' cio' che e' avvenuto, il fatto nuovo, l'evento imprevisto e' la liberta' femminile che prende le forme piu' diverse. E non parlo di diritti, parlo proprio dell'attitudine e della predisposizione della donna a seguire se' stessa, a non adattarsi, a non adeguarsi a quello che e' previsto, alla normalita' cosiddetta dei rapporti tra i sessi, il rapporto affettivo, sessuale... Questo ha messo in crisi non solo le strutture, le culture, ma dall'interno ha messo in crisi i singoli uomini e questo produce il diffondersi anche di violenza. E' la crisi del patriarcato, e' il disordine che produce il di piu' di violenza.
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- Perche' l'uomo ha paura di una donna libera?
- La sua identita' e' costruita sul possesso. Carla Lonzi parla di patologia possessiva, la donna come primo oggetto del possesso, e la riconosce proprio nella modalita' della pulsione e del coito, della forma di realizzazione del piacere, penetrare e' possedere e queste sono strutture profonde radicate nell'inconscio. Poi l'immaginario, la rappresentazione, ma ancora di piu' il discorso pubblico che tendono a ribadire che la famiglia e' solo una cosa, che le identita' sono quelle, che l'uomo deve corrispondere a quei canoni e la donna a quegli altri. Nelle relazioni sociali, politiche, economiche, sessuali, personali non viene acquisito un principio fondamentale che e' quello della differenza, di rivolgersi all'altro e all'altra come differente, prestando attenzione e ascolto a quello che e' differente. Quando si scompagina l'ordine che presumiamo naturale si producono anche queste forme di violenza, per questo per affrontarle ci vuole una capacita' di lavorare sul terreno politico e culturale, sul terreno del linguaggio, dell'immaginario, delle rappresentazioni, del simbolico prima che su quello delle leggi, tanto piu' se vengono intese nella dimensione securitaria e punitiva. Gli uomini non sanno come rapportarsi, certo non tutti arrivano alla violenza o all'uccisione pero'...
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- Molti danno responsabilita' alla scuola...
- Stiamo parlando di una questione molto complessa che ha varie facce e coinvolge i rapporti tra generazioni in tutte le dimensioni. Se vogliamo cominciare da quelle fondamentali, sono la famiglia e la scuola. Pero' prima di mettere l'una contro l'altra dovremmo fornire sia alle famiglie, sia agli educatori degli strumenti, dei materiali. Se i libri di testo rimangono quelli che sono, la storia che studio, la letteratura, le scienze rimangono quelle che sono, l'educazione affettiva e' come una goccia nel mare. Dovremmo intervenire, ma non e' cosa che si fa in un giorno.
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- La figura della Presidente Meloni...
- La Meloni sul piano pubblico si conforma al maschile, sul piano personale, privato "io sono una donna, sono una madre, sono italiana" ho una famiglia tutta femminile, risponde alla femminilita' in pieno. Quindi femminile dove e' previsto che devi essere femminile, tradizionale al 100%, quindi nel privato, uniformata al sistema maschile nel pubblico. L'ideologia Dio, Patria e famiglia e' un'ideologia di restaurazione. C'e' una spinta regressiva a ritornare ad un ordine tradizionale, i cui pilastri sono appunto Dio, Patria e famiglia.
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- E i social?
- Colpire con le parole, con le immagini oggi e' molto piu' diffuso. Pero' insisto: anche li', una cosa sono le forme di controllo, ma altra cosa invece e' intervenire per una maggiore consapevolezza, investire sul linguaggio dell'immaginario e del simbolico. E' piu' complicato pero' e' piu' efficace, c'e' tanta produzione di un linguaggio differente da parte delle donne e non solo, tante soggettivita', perche' non raccoglierle? Perche' nel mainstream non si da' spazio a queste presenze, queste voci? Ne vede di femministe che hanno pensato, elaborato, scritto nel mainstream? Nei media, nei giornali, poche... Eppure questa presenza migliorerebbe la qualita' dei rapporti di tutti. Il femminismo vuole restituire le relazioni alle soggettivita', differenti e plurali.
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- La sinistra invece?
- La sinistra italiana e' completamente afona su questo. Non sanno far altro che pensare a qualche norma, perche' diciamolo: la sinistra dove e' che si impegna a produrre, a creare nella societa' una cultura, un linguaggio, una rappresentazione diversa? A costruire un proprio discorso culturale? non lo fa piu'. Non ha piu' gli strumenti, non ha i luoghi. Non c'e' una stampa funzionale a questo, una produzione di libri, anche proprio quell'attivita' che si faceva nella societa', nella costruzione dei rapporti, della presenza dei soggetti politici nella societa'. Se dovessi dire quale sarebbe il punto di vista della sinistra non strettamente politico, ma su quale rappresentazione di una societa' di uomini e donne libere e differenti hanno, io non saprei con chi confrontarmi, non le so dare un riferimento di un testo, di un convegno, io non ce l'ho tutto questo da parte della sinistra.
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- Il 25 novembre in piazza cosa si aspetta?
- Potrebbe esserci una maggiore presenza dei giovani e delle giovani, e questa e' una cosa molto positiva e mi auguro anche che siano presenti piu' uomini in modalita' di attenzione e rispetto per la presenza e il mondo femminile.

2. RIFLESSIONE. PASQUALE PUGLIESE: LA NUDA VERITA' DELLA GUERRA SOTTRATTA ALLA MISTIFICAZIONE IDEOLOGICA
[Riceviamo e diffondiamo]

All'interno del sistema di violenza simbolica nel quale - per dirla con Pierre Bourdieu - "i dominati applicano categorie costruite dal punto di vista dei dominanti ai rapporti di dominio, facendoli apparire come naturali" (1998) e perfino desiderabili, l'anziano e acciaccato papa Francesco svolge tra i capi di Stato, rispetto al dominio simbolico del bellicismo - l'ideologia della guerra che vorrebbe ammantare la guerra di naturalita' - il ruolo del bambino della fiaba di Andersen I vestiti nuovi dell'imperatore che candidamente, guardandolo, esclama: "il re e' nudo!". Smascherando cio' che i rapporti di dominio vogliono far passare come normale per i dominati. E' accaduto anche nell'udienza generale di mercoledi' 29 novembre, nella quale ricordando le guerre in Ucraina ed in Palestina il papa ha ribadito, per l'ennesima volta, che "la guerra sempre e' una sconfitta, tutti perdono", correggendosi subito dopo: "Tutti no, c'e' un gruppo che guadagna tanto: i fabbricanti di armi, questi guadagnano bene sopra la morte degli altri". La guerra smascherata nella sua nuda verita'.
Dopo che le spese militari globali, e dunque i profitti dei produttori di armi, sono raddoppiate dal 2001 al 2021 - ossia nei vent'anni di guerre USA seguite all'11 settembre, come registrato dal SIPRI di Stoccolma - dal febbraio 2022, ossia dall'invasione russa dell'Ucraina, a cui e' seguito il massiccio invio di armi al suo governo da parte dei paesi Nato, le azioni in borsa dei settanta produttori di armi piu' importanti al mondo, tra i quali l'italiana Leonardo, hanno ripreso a crescere vertiginosamente, guadagnando fino al 325% (Milano finanza, 24 novembre 2023). In un circuito perverso in cui i profitti dei produttori di armi sono direttamente proporzionali alla quantita' di morti causata dai loro prodotti immessi sul mercato: almeno mezzo milione di morti tra i soldati ucraini e russi, il massacro di una generazione di giovani nel cuore dell'Europa; almeno diciottomilia morti dal 7 ottobre 2023 ad oggi nella striscia di Gaza, di cui migliaia di bambini, con un ritmo di vittime "che non ha precedenti in questo secolo" (New York Times, 25 novembre 2023). Per tacere delle altre guerre dimenticate dai media.
La gravita' dell'escalation bellica globale, e dei suoi effetti anche sui paesi produttori di armi, e' stata descritta in un recente rapporto commissionato da Greenpeace in Germania, Italia e Spagna a un team di esperti sul riarmo dell'Europa, che non ha avuto - in coerenza con il sistema di violenza culturale bellicista - la risonanza mediatica che avrebbe meritato. Secondo il rapporto, pubblicato lo scorso 27 novembre, nell'ultimo decennio la spesa per le armi nei Paesi NATO della UE e' cresciuta quattordici volte piu' del loro Pil complessivo. Il rapporto dimostra che tra il 2013 e il 2023 in Europa le spese militari hanno registrato un aumento record (+46% nei Paesi NATO-UE) trainato proprio dall'acquisto di nuove armi (+168% nei Paesi NATO-UE). Ma anche le importazioni di armi della UE hanno subito un'impennata, triplicandosi tra il 2018 e il 2022. Un simile aumento della spesa militare e dell'acquisto di armi e' in netto contrasto con la stagnazione delle economie europee ed e' un grave passo verso la militarizzazione dell'Europa che, anziche' portare sicurezza, scrive Greenpeace, "rischia di destabilizzare ulteriormente l'ordine internazionale".
All'interno di questo trend europeo, nonostante le difficolta' delle finanze pubbliche italiane, la spesa militare e' cresciuta con un ritmo senza precedenti anche nel nostro Paese sottraendo risorse pubbliche alla spesa sociale, civile e ambientale. Nel periodo 2013-2023 la spesa militare in Italia e' aumentata del 30% e quella per i soli nuovi sistemi d'arma e' passata da 2,5 miliardi a 5,9 miliardi di euro (+132%). Mentre, nello stesso periodo, l'investimento per la sanita' e' aumentato solo dell'11%, la spesa per la protezione ambientale del 6% e la spesa per l'istruzione del 3%. Un'economia di guerra che, mentre produce strumenti di morte, sottrae preziose risorse di vita.
"In Italia - spiega il rapporto di Greenpeace - 1.000 milioni di euro spesi per l'acquisto di armi mettono in moto un aumento della produzione interna di soli 741 milioni di euro. La stessa cifra investita in altri settori ha invece un effetto moltiplicatore quasi doppio, con un aumento della produzione pari a 1.900 milioni di euro nella protezione ambientale, 1.562 milioni di euro nella sanita' e 1.254 milioni di euro nell'istruzione. Uno scarto ancora maggiore si registra nell'impatto occupazionale dei 1.000 milioni di spesa, che nel settore della difesa sarebbe limitato a 3.000 nuovi posti di lavoro, mentre nel settore dell'istruzione sarebbe di quasi 14.000, piu' di 12.000 nella sanita' e quasi 10.000 nella protezione ambientale. In pratica, circa 4 volte tanto". La guerra e la sua preparazione - mentre potenziano il dominio del complesso militare-industriale internazionale - non solo devastano i luoghi in cui si svolge e le esistenze di chi ne e' vittima, non solo trasformano ogni conflitto in conflitto armato generando crescente insicurezza globale, ma impoveriscono e distruggono le prospettive di futuro anche nei paesi che, apparentemente, ne dovrebbero trarre profitto: la nuda verita', sottratta alla violenza simbolica che fonda la mistificazione bellicista dominante.

3. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE

Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it

4. INIZIATIVE. PROSEGUE LA RACCOLTA DI FONDI PER AIUTARE LA BIBLIOTECA LIBERTARIA "ARMANDO BORGHI" (BLAB) DOPO L'ALLUVIONE DEL MAGGIO 2023
[Riceviamo e diffondiamo, ed invitiamo a sostenere la Biblioteca Libertaria  "Armando Borghi"]

Le inondazioni che il 16 e 17 maggio 2023 colpirono molte localita' dell'Emilia Romagna, compresa Castel Bolognese,arrecarono notevoli danni alla Biblioteca Libertaria  "Armando Borghi". In particolare, fu sommersa completamente una cantina di circa 80 mq. (peraltro ristrutturata pochi mesi prima con costi molto elevati), distruggendo e rovinando tutto quanto conteneva (migliaia di libri e giornali, armadi e scaffalature). Inoltre, l'acqua e il fango penetrarono anche nei locali a pian terreno, in questo caso pero' con danni limitati.
Pochi giorni dopo la BLAB rivolse un appello a tutti coloro che apprezzavano la sua attivita'.  Per far fronte ai danni subìti e ripartire servivano, oltre a molto lavoro, anche molti soldi. Fu quindi avviata una raccolta fondi, il cui esito ha dato finora risultati che non esitiamo a definire straordinari. In tanti - persone e associazioni - hanno inviato il loro contributo, talvolta somme modeste ma in alcuni casi anche donazioni importanti, dimostrandoci una solidarieta' concreta e una vicinanza che ci ha molto confortato.
Eppure, anche se l'esito della sottoscrizione, alla data di oggi, appare di tutto rispetto, non basta. Premesso che una parte dei contributi che sono finora arrivati sono gia' stati utilizzati per pagare le fatture degli artigiani che hanno riparato i danni dell'alluvione, ci sono da fare altre considerazioni.  Dato che la cantina non potra' piu' essere utilizzata per conservare libri e altri documenti, e considerando che lo spazio nei locali della Biblioteca sta diventando insufficiente (e lo sara' ancora di piu' nel prossimo futuro), stiamo valutando seriamente l'opzione di acquistare un'altra unita' immobiliare per farne un  deposito/magazzino. In aggiunta ai locali gia' di proprieta' della Cooperativa e attualmente utilizzati dalla Biblioteca.  Se questo progetto andra' avanti, serviranno altri soldi.  Dovessimo alla fine ripiegare sulla soluzione di un magazzino in affitto, ci saranno comunque dei costi da coprire. Inoltre, i nuovi locali (forse da ristrutturare) andranno arredati con mobili e scaffalature, con ulteriori spese da affrontare.
Per tutte queste ragioni, riteniamo che la raccolta fondi non possa fermarsi qui. Abbiamo deciso di proseguire, invitando chi ci segue con simpatia e apprezza la nostra attivita', a mandare altre donazioni al nostro conto corrente bancario. Fissiamo fin da ora la chiusura della raccolta fondi al mese di maggio del 2024 (a un anno esatto dall'alluvione).
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Aggiornamento raccolta fondi
Invio in allegato una tabella con l'elenco delle sottoscrizioni arrivate alla BLAB nel periodo dall'1 luglio al 30 novembre 2023. Come potrete vedere, in quei mesi sono arrivate donazioni per Euro 4.841,50.  Nel periodo precedente, tra l'avvio della raccolta fondi a meta' maggio e il 30 giugno 2023, erano entrati euro 13.925,00 (vedi la prima tabella inviata nei primi giorni di luglio). Qui di seguito un quadro riassuntivo:
Elenco 1   (periodo maggio-giugno 2023) euro 13.925,00
Elenco 2   (periodo luglio-novembre 2023) euro 4.841,50
Totale sottoscrizione elenchi 1 e 2 (da maggio a novembre 2023) euro 18.766,50
(...)
Castel Bolognese, 8 dicembre 2023
Gianpiero Landi, per la Biblioteca Libertaria  "Armando Borghi"
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Per inviare le sottoscrizioni si puo' effettuare un bonifico al conto corrente bancario della BLAB, presso CREDIT AGRICOLE – Agenzia di Castel Bolognese.  Il codice IBAN,  intestato a Biblioteca Libertaria Armando Borghi – Soc. Coop.  e': IT16 C 06230 67530 000030040805

5. APPELLI. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" Di VITERBO SCRIVE ALLA PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO: "PORTIAMO A COMPIMENTO L'INIZIATIVA DI DAVID SASSOLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER"

Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo, on. Roberta Metsola,
numerose personalita' della societa' civile e varie associazioni democratiche italiane hanno promosso alcune settimane fa l'appello "Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier".
Avendo aderito a tale appello, aderiamo anche alla lettera aperta che le e' stata inviata alcuni giorni fa, e ci associamo quindi alla richiesta che lei voglia proseguire nell'impegno del suo illustre e non dimenticato predecessore.
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Qui di seguito il testo dell'appello.
Il 23 agosto 2021 David Sassoli, l'indimenticato Presidente del Parlamento Europeo che sarebbe deceduto pochi mesi dopo nel gennaio 2022, tenne una conferenza stampa in cui annuncio' il suo personale impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da quasi mezzo secolo prigioniero innocente.
L'iniziativa di David Sassoli si ricollegava idealmente a due precedenti importanti pronunciamenti del Parlamento Europeo, del 1994 e del 1999.
E si collegava anche al movimento che in Italia in quel momento riproponeva con forza l'esigenza e l'urgenza che Leonard Peltier venisse finalmente liberato.
In un suo tweet che accompagnava e sintetizzava la conferenza stampa del 23 agosto 2021 David Sassoli dichiarava, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Lanciamo un appello a riprendere e portare a compimento quell'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier.
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Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
le saremmo assai grati se lei, che ha assunto l'incarico di Presidente del Parlamento Europeo succedendo all'on. Sassoli, volesse porsi a capo di questa iniziativa volta a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
sicuramente lei ricorda che il Parlamento Europeo gia' in passato ripetutamente si espresse in tal senso nel 1994 e nel 1999.
E sicuramente lei sa che una Commissione giuridica ad hoc dell'ONU, dopo aver accuratamente riesaminato tutti gli atti processuali, lo scorso anno ha concluso i suoi lavori chiedendo la liberazione di Leonard Peltier.
E sicuramente lei sa anche che nel corso del tempo la liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da personalita' illustri come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, da prestigiose organizzazioni umanitarie come Amnesty International, da innumerevoli istituzioni democratiche, da milioni - letteralmente milioni - di esseri umani di ogni parte del mondo, tra cui anche il magistrato che nel 1976 sostenne l'accusa contro di lui e che da anni e' impegnato per la sua liberazione (da allora ad oggi peraltro e' stato definitivamente dimostrato che le cosiddette "testimonianze" e le cosiddette "prove" contro Leonard Peltier erano false).
Come ha scritto nel suo appello l'indimenticato Presidente Sassoli, "I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
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Ringraziandola fin d'ora per l'attenzione ed auspicando un suo intervento, voglia gradire distinti saluti.
L'Associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 2 dicembre 2023
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.

6. REPETITA IUVANT. EMERGENCY E ALTRI: PER UN CESSATE IL FUOCO PERMANENTE E UNA SOLUZIONE POLITICA
[Riceviamo e diffondiamo]

La fragile tregua ottenuta per Gaza e' il frutto di una lunga mediazione internazionale, ma servono un cessate il fuoco permanente e una vera soluzione politica per una prospettiva concreta di pace e giustizia.
Il 7 ottobre Hamas ha ucciso e rapito civili inermi nelle loro case, per strada, a un festival sottraendoli alle loro famiglie. E' stato un attacco che ha colpito prevalentemente civili ebrei israeliani, tra cui bambini, anziani, attivisti storici per la pace e contro l'occupazione ma anche lavoratori migranti, palestinesi con passaporto israeliano o residenti in Israele. Sono seguite settimane di bombardamenti indiscriminati da parte del governo israeliano contro la popolazione di Gaza, con scuole ed ospedali divenuti cimiteri. Piu' di un milione di palestinesi e' stato costretto a lasciare le proprie case per dirigersi nel sud di Gaza, che non e' piu' un luogo sicuro.
Non ci sono corridoi umanitari adeguati, acqua, cibo, energia. In Cisgiordania e' cresciuta esponenzialmente la violenza da parte di coloni armati contro la popolazione civile palestinese.
Davanti a questi orrori, l'opinione pubblica internazionale in Europa si e' polarizzata, con il ritorno di gravissimi episodi di antisemitismo e islamofobia, riportandoci alla retorica dello scontro di civilta' che ha fatto danni enormi negli ultimi decenni.
La lotta contro l'antisemitismo non puo' essere ne' una mossa ipocrita per cancellare il retaggio del fascismo, ne' un'arma in piu' per reprimere il dissenso e alimentare xenofobia e pregiudizio antiarabo. Deve invece essere parte integrante della lotta contro ogni forma di razzismo.
Questa logica binaria - da una parte o dall'altra - e' la trappola a cui e' necessario sottrarsi in questo momento. Non si puo' cancellare l'orrore del 7 ottobre, ma si puo' fermare la strage a Gaza. Un crimine di guerra non ne cancella un altro: alimenta solo l'ingiustizia che prepara il terreno ad altra violenza.
Rivendichiamo il diritto e il dovere di guardare la guerra sempre dal punto di vista delle vittime, perche' sono loro l'unica certezza di ogni conflitto.
La protezione dei civili, senza distinzione di nazionalita', residenza o religione, e degli ospedali, deve essere il primo obiettivo di un'azione diplomatica della comunita' internazionale e delle forze della societa' civile.
Chiediamo la fine definitiva del massacro a Gaza, l'avvio di corridoi umanitari adeguati e la liberazione di tutti gli ostaggi. In Israele oltre mille palestinesi sono trattenuti in detenzione amministrativa, tra cui centinaia di minori, di cui chiediamo il rilascio. E' necessaria una soluzione politica a partire dalla fine del regime di apartheid e delle politiche di colonizzazione e di occupazione militare israeliane. Non potra' mai esserci sicurezza - per i palestinesi, per gli israeliani, per nessuno di noi - senza eguaglianza, diritti e liberta'.
Promotori: Emergency, Laboratorio ebraico antirazzista – LeA, Mediterranea e Assopace Palestina
Sottoscritto da tante altre associazioni, tra cui Amnesty International Italia, Arci, Libera, Gruppo Abele, AOI, Un Ponte per, Beati i costruttori di pace, Lunaria, Associazione SenzaConfine, Articolo 21... e per ora sono circa 4.000 quelli che hanno sottoscritto, tra questi 400 personalita' del mondo accademico, del mondo dello spettacolo, giornalisti e diplomatici, tra cui:
don Luigi Ciotti, Miguel Benasayag, Goffredo Fofi, Marco Damilano, Michele Serra, Pier Francesco Favino, Alessandro Bergonzoni, Carlo Ginzburg, Fiorella Mannoia, don Albino Bizzotto, Lisa Clark, Toni Servillo, Ferzan Ozpetek, Luca Zingaretti, Elio Germano, Ascanio Celestini, Greta Scarano, Fabrizio Gifuni, Sonia Bergamasco, Vittoria Puccini, Giorgio Diritti, Mario Martone, Alba Rohrwacher, Alice Rohrwacher, Saverio Costanzo, Caterina Guzzanti, Paola Cortellesi, Edoardo Winspeare, Enzo Traverso, Carlo Rovelli, Tommaso Di Francesco, Alessandro Gilioli, Francesca Fornario, Stefano Nazzi, Alberto Negri, Nico Piro, Andrea Capocci, Alessandro Calascibetta, Ali Rashid, Alessandro Robecchi, Giulia Blasi, Donald Sassoon, Loredana Lipperini, Annamaria Testa, Raffaele Alberto Ventura, Luciana Castellina, Nicola Lagioia, Sandro Veronesi, Christian Raimo, Maurizio Braucci, Teresa Ciabatti, Mario Ricciardi, Giorgia Serughetti, Marco Revelli, Alessandro Portelli e tantissimi altri...
Per l'elenco completo dei firmatari, individuali e collettivi, e per sottoscrivere al seguente sito: https://cessateilfuoco.org/

7. REPETITA IUVANT. ADESIONE POPOLARE ALLA DENUNCIA SULLA PRESENZA DI ARMI NUCLEARI IN ITALIA
[Riceviamo e diffondiamo. Andando sul sito www.peacelink.it o sul sito www.pressenza.com e' possibile attivare i link per accedere a ulteriori materiali e per sottoscrivere l'iniziativa]

Il prossimo passo della denuncia trasmessa alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma lo scorso 2 ottobre, riguardante la presenza delle armi nucleari in Italia e in attesa che si attivi la corrispondente inchiesta, riguarda l'adesione popolare a tale denuncia: parte oggi con una sottoscrizione popolare che si puo' realizzare online grazie alla piattaforma predisposta all'interno del sito di PeaceLink, storico portale telematico del pacifismo italiano.
Andando a questo indirizzo sara' possibile firmare la petizione di adesione di cui riportiamo il testo:
Ho appreso che in data 2 ottobre 2023 e' stata depositata alla Procura presso il Tribunale di Roma una denuncia per accertare la presenza di armi nucleari in Italia, verificarne la illegittimita' ed individuare i responsabili. Ho letto il testo e lo condivido. Approvo l'iniziativa alla quale vorrei partecipare. Non potendo piu' sottoscrivere la denuncia, ormai depositata, chiedo che questa mia lettera venga allegata agli atti del procedimento come segno di sostegno all'iniziativa.
In particolare mi sembrano significative le seguenti norme riportate nel testo della denuncia.
"In data 24 aprile 1975 l'Italia ha sottoscritto il Trattato di non Proliferazione Nucleare (TNP), trattato internazionale incentrato, in particolare su:
a) la c.d. "non proliferazione" del nucleare, in base alla quale gli Stati in possesso di armi nucleari (c.d. "Paesi nucleari") si impegnano a non trasferire armi di tale natura a quelli che ne sono privi (c.d. "Paesi non nucleari"), mentre questi ultimi si obbligano a non ricevere e/o acquisire il controllo diretto o indiretto di ordigni nucleari (artt. I, II, III);
b) il disarmo nucleare, che impone il ricorso a trattative finalizzate alla definitiva cessazione della prassi di armamento nucleare (art. VI).
Il diritto bellico internazionale vieta l'uso e la minaccia dell'uso delle armi nucleari in qualsiasi circostanza.
La L. 185/1990 vieta la fabbricazione, l'importazione, l'esportazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l'intermediazione di materiale di armamento senza l'autorizzazione dell'autorita' e, in ogni caso, di armi nucleari.
Ciononostante, la presenza di armi nucleari sul suolo nazionale puo' ormai considerarsi certa".
Sono consapevole della rilevanza politica dell'iniziativa giudiziaria. Credo, pero', fermamente nello Stato di diritto, nella ripartizione dei poteri e, soprattutto, nell'indipendenza della magistratura.
Sono certo che anche questa denuncia sara' valutata senza timori per le implicazioni politiche sottese.
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Informazioni sulla denuncia
La denuncia e' sottoscritta a livello individuale da 22 esponenti di associazioni pacifiste e antimilitariste: Abbasso la guerra, Donne e uomini contro la guerra, Associazione Papa Giovanni XXIII, Centro di documentazione del Manifesto Pacifista Internazionale, Tavola della Pace Friuli Venezia Giulia, Rete Diritti Accoglienza Solidarieta' Internazionale, Pax Christi, Pressenza, WILPF, Centro sociale 28 maggio, Coordinamento No Triv, e singoli cittadini. Alcune di queste associazioni condividono collettivamente i contenuti di questa iniziativa.
Il testo della denuncia e' visionabile cliccando su questo link.
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Aderisci:
Come persona
Come associazione

8. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO NARGES MOHAMMADI E LA LOTTA DELLE DONNE IN IRAN. CHIEDIAMO LA LIBERAZIONE DELL'ATTIVISTA PREMIO NOBEL PER LA PACE E CHE SIANO ACCOLTE LE SUE RICHIESTE DI RISPETTO DEI DIRITTI UMANI

Sosteniamo Narges Mohammadi, Premio Nobel per la pace, detenuta in Iran per la sua lotta nonviolenta in difesa dei diritti umani e per l'abolizione della pena di morte.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la dignita' umana di tutti gli esseri umani.
Sia liberata Narges Mohammadi e tutte le prigioniere e tutti i prigionieri di coscienza, tutte le detenute e tutti i detenuti politici, tutte le persone innocenti perseguitate e sequestrate, in Iran come ovunque.
Cessi l'oppressione delle donne in Iran come ovunque nel mondo, siano rispettati i diritti umani di tutti gli esseri umani.
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Chiediamo al Parlamento e al governo italiano di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Parlamento Europeo, al Consiglio Europeo e alla Commissione Europea di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
Chiediamo al Segretario Generale e all'Assemblea Generale dell'Onu di premere sul governo iraniano affinche' a Narges Mohammadi sia restituita la liberta' e le sue richieste di rispetto dei diritti umani siano accolte.
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Chiediamo a tutte le persone di volonta' buona, a tutti i movimenti democratici, a tutte le istituzioni sollecite del bene comune e della dignita' umana, a tutti i mezzi d'informazione impegnati per la verita' e la giustizia, d'impegnarsi a sostegno di Narges Mohammadi e delle donne iraniane.
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Donna, vita, liberta'.

9. ENRICO PEYRETTI PRESENTA "CERCATE LA PACE" DI DAVID MARIA TUROLDO
[Dal sito del "Centro studi Sereno Regis" di Torino riprendiamo e diffondiamo]

David Maria Turoldo, Cercate la pace (testi raccolti a cura di Luigi Giario), Ed. Castelvecchi 2023, pp. 94, euro 12,50.
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Amico, perdi la quiete
Il titolo di questa raccolta mi suona come un'invocazione, a me, a te che leggi. La pace va cercata, disperatamente sperando e volendo, come l'acqua per la sete nel deserto, quando la vita e' sacra volonta' di vivere. Le pagine di Turoldo sono tuoni, sono saette di luce sul nostro deserto armato: non lampi di armi, ma scosse di coscienza viva, disperata e profetica. Quando tutto dispera, e' l'ora di sperare, di udire la promessa, negata calpestata e offesa dall'impero della violenza.
L'impero impone l'opposta promessa: la forza delle armi e del denaro dominera' tutto il mondo umano, livellera' a propria immagine le civilta' e i volti umani, perche' noi forti siamo tutto. L'arma e la volonta' imperiale e' la metallica profezia imposta alla terra.
Turoldo grida e mormora la ribellione. Anch'io l'ho conosciuto di persona, ho ascoltato molte volte la sua voce di fanciullo gigante, come vento potente, che porta il leggero Spirito inestinguibile, e ora posso leggere questa pagine riascoltandone tutto l'effetto interiore, timidamente, e inesorabilmente.
Turoldo ha scritto e parlato con potenza per quarant'anni, dal '50 circa al 1992, quando mori'. Tremiamo pensando che oggi siamo nel sacrilegio universale della guerra, piu' gravemente di allora. Rileggere oggi i suoi gridi inorriditi, come le vibrazioni della sua speranza-preghiera, ci risveglia, ci turba, ci manda sul campo della resistenza, piu' forte delle armi, alla morte nemica, che offende la morte sorella. In queste pagine, di poesia, racconto, appello, denuncia, invocazione, c'e' tutto il mondo, ci sono i martiri noti, pieni di vita giusta nel morire ingiusto, e quelli ignoti, ci sono i maggiori maestri, c'e' l'accusa alla sconcia economia delle armi, e il vilipendio del potere traditore.
Leggi, amico, e perdi la pericolosa quiete.
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L'autore
David Maria Turoldo (Coderno, 1916 - Milano, 1992). Frate dell'ordine dei Servi di Maria, poeta e scrittore. Durante l'occupazione di Milano partecipa attivamente alla Resistenza. Attraverso libri, collaborazioni a giornali, riviste e televisioni, la sua voce ha accompagnato i principali eventi della storia contemporanea, come coscienza critico-profetica. Negli ultimi anni segnati da una grave malattia, dopo lunghe incomprensioni sfociate talvolta in veri e propri scontri con l'autorita' ecclesiastica, viene riabilitato dal cardinal Martini, vescovo di Milano, che gli chiede perdono a nome della Chiesa per averlo fatto soffrire, affermando solennemente che "occorre onorare i profeti quando sono in vita".

10. LIBRI. SIMONE LANZA PRESENTA "NESSUNO SI EDUCA DA SOLO. UNA VITA DA PEDAGOGISTA" DI DANIELE NOVARA
[Dal sito del "Centro studi Sereno Regis" di Torino riprendiamo e diffondiamo]

Daniele Novara, Nessuno si educa da solo. Una vita da pedagogista, Edizioni Sonda, Milano 2023, pp. 192, euro 19.
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Con il conflitto cambieremo il mondo: un libro di Daniele Novara
Anche Daniele Novara si arrabbia: "Quando qualcuno affronta la questione dell'educazione alla pace nella logica pericolosa di dire ai bambini che la guerra e' come quando loro litigano, mi va il sangue al cervello. No, e' proprio il contrario. In guerra ci si ammazza, il bambino non vuole eliminare il suo compagno". E si puo' dire che in questo secco distacco da diffusi stereotipi possiamo leggere molta della strada percorsa da Daniele Novara e delle porte da lui aperte al sapere pedagogico.
Ce ne parla in un'autobiografia critica (Daniele Novara, Nessuno si educa da solo. Vita di un pedagogista, Edizioni Sonda, 2023), dove sintetizza il suo pensiero lungo il corso della propria vita: dai genitori ai suoi maestri. Costituisce pertanto un'opera preziosa sia per chi voglia iniziare a farsi un'idea complessiva della sua pedagogia, sia per chi voglia ripercorrerne le tappe.
Novara cresce e si nutre della migliore tradizione critica italiana, ne' solo comunista ne' solo cattolica, ma un insieme fatto di radicalita' politica in un orizzonte etico, confessionale ma mai dogmatico. Danilo Dolci, di questa tradizione, e' stato una delle voci piu' brillanti e il suo mentore. Per Novara la pedagogia e' una scienza pratica, scelta senza puntare alla carriera accademica, ma perseguita da un posizionamento politico, tanto coerente quanto fuori dagli schermi; il che ha fatto di lui uno dei pedagogisti viventi piu' interessanti.
Dal movimento per la pace all'impegno educativo, Novara ha innovato la tradizione maieutica, arricchendo la pedagogia di una nuova metodologia che si sta diffondendo non solo in Italia ma anche nel mondo, dove i suoi libri sono via via tradotti. Si basa sull'idea che i bambini sappiano entrare in conflitto in modo costruttivo e possano essere aiutati a farlo solo in minima parte. Litigare bene e' un metodo applicabile a scuola e in famiglia. Novara parte cosi' da alcune idee di Montessori (osservare e lasciare agire in modo autonomo i bambini) e di Freire (porre il dialogo al centro della relazione educativa e fare del conflitto l'elemento portante); si nutre appunto del pacifismo e del metodo maieutico di Danilo Dolci, ma anche del cooperativismo di Mario Lodi, con cui ha scritto un libro sui diritti dell'infanzia.
In Nessuno si educa da solo i termini del metodo maieutico sono declinati in un piccolo dizionario di una ventina di termini chiave. La carenza conflittuale denota l'incapacita' di stare nella tensione relazionale, cioe' in relazione, che e' infatti intrinsecamente conflittuale. Purtroppo pero' il mondo attuale ha prodotto uno slittamento semantico, andando a sovrapporre il conflitto alla guerra.
Una vita da pedagogista e' il sottotitolo azzeccato di questo libro che racconta in primo luogo un impegno esistenziale: si chiariscono almeno tre aspetti di questa postura pedagogica. Il primo e' la capacita' di spaziare dall'infanzia all'adolescenza, individuando le questioni rilevanti del presente, che hanno si' delle specificita' in ogni fase della crescita, ma anche elementi ricorrenti che la compartimentazione accademica dei saperi non riesce piu' a intercettare, persa com'e' nei suoi particolarismi.
Viviamo, e questo e' il secondo aspetto, in un mondo che, come ricordava Neil Postman, sociologo caro all'autore, adultizza i bambini e infantilizza gli adulti. Questa doppia tendenza e' sempre sullo sfondo delle riflessioni di Novara, il cui oggetto e' la relazione educativa, e come quest'ultima venga trasformata non solo dalla famiglia, ma anche dalla societa'. I cambiamenti sociali sono dunque letti sia come trasformazioni delle relazioni adulti-minori sia delle relazioni tra pari, "coloro da cui piu' si impara". Da qui, per esempio, la preoccupazione per la scomparsa del gioco spontaneo.
Il terzo aspetto a far si' che la postura di Novara sia profondamente pedagogica e' il fatto che riesce a individuare questioni trasversali alla famiglia e alla scuola, sempre contrapposte dalla tradizione italiana (divisa tra cattolici e marxisti). Come ad esempio la questione digitale.
Novara ha in mente la scuola di don Milani: per lui e' inutile fare domande se si sanno gia' le risposte, meglio porsi degli interrogativi pertinenti, che aiutano a crescere. L'insegnante deve quindi ascoltare le domande dei suoi allievi piuttosto che interrogarli. Una visione molto distante dalla scuola digitale che si sta diffondendo oggi, dove si ripropone una scuola nozionistica.
Gli alunni vanno valutati non tanto per le mancanze, ma per i loro sviluppi; la classe deve crescere come gruppo; le fatiche si fanno con libro e biro anziche' con le LIM. Al corrente della ricerca scientifica sui metodi di lettoscrittura, secondo cui gli schermi non aiutano affatto, Novara mantiene sempre un senso critico sulla societa': non e' ottimista sulle possibilita' di riuscire a cambiare il mondo, ma si ritiene comunque pieno di speranze. Un tempo il conflitto era considerato la base per modificarlo; in pochi avevano capito, tuttavia, che doveva essere cambiato in senso nonviolento a partire dall'educazione.

11. LIBRI. MASSIMILIANO FORTUNA PRESENTA "L'ALTRA VIA DI ALDO CAPITINI" DI MARIO MARTINI
[Dal sito del "Centro studi Sereno Regis" di Torino riprendiamo e diffondiamo]

Mario Martini, L'altra via di Aldo Capitini, Aras, Fano 2023, pp. 226, euro 22.
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Aldo Capitini e' il grande maestro di nonviolenza del Novecento italiano, a lui si deve infatti il contributo determinante per l'introduzione stessa in Italia del pensiero nonviolento e delle sue tecniche e modi di attuazione, che si rifanno esplicitamente alla lezione gandhiana. Non si puo' non constatare pero' che, nonostante queste premesse, la sua continui a rimanere nel complesso una figura marginale nella nostra cultura e nella ricerca storica su di essa.
D'altra parte, e' vero che nell'ultimo trentennio la letteratura su Capitini e' cresciuta e la sua opera ha attirato l'interesse di un certo numero di studiosi; tra questi Mario Martini occupa un posto di indiscussa centralita', perche' allo studio del pensiero capitiniano ha affiancato una vasta e instancabile attivita' tesa, da un lato, a divulgare la conoscenza di Capitini attraverso numerose iniziative di incontro pubblico e, dall'altro, a promuovere nuove edizioni dei suoi scritti.
Eppure, o forse proprio per questa ragione, Martini non ha mai dedicato a Capitini una monografia sistematica, perche', come ha avuto modo di spiegare, la sua scelta e' sempre stata quella di "far parlare lo stesso Capitini". Anche il libro uscito nel 2023 per le edizioni Aras, L'altra via di Aldo Capitini, non e' propriamente un saggio unitario ma raccoglie diversi scritti, tra cui alcuni inediti, dedicati da Martini a Capitini e usciti nel corso degli ultimi trent'anni come introduzioni a nuove pubblicazioni dei suoi libri, studi in lavori collettanei, articoli di rivista, ecc.
Avere riunito in un volume unico tutti questi interventi, che rendono testimonianza del dialogo e della dedizione ultradecennali che Martini ha riservato all'opera di Capitini, rappresenta davvero una buona notizia per quanti nutrono interesse per il pensiero di quest'ultimo. Nel libro tutti i principali temi capitiniani sono toccati e sono oggetto di indagine critica, in particolar modo si analizzano gli aspetti filosofici e religiosi della sua visione del mondo che, nella luce della stella polare della nonviolenza, intreccia in modo stimolante e originale teoria e pratica, metafisica e pedagogia, politica e religione, dimensione sociale e prospettive escatologiche, disobbedienza civile e spirito profetico.

12. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Nadia Cozzolino, Le guerre di 'ndrangheta, Rcs, Milano 2023, pp. 160, euro 5,99.
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Riletture
- Daniela Padoan, Come una rana d'inverno, Bompiani, Milano 2004, pp. 232.
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Riedizioni
- Michela Murgia, Futuro interiore, Einaudi, Torino 2016, Mondadori, Milano 2023, pp. 80, euro 8,90 (in supplemento a vari periodici).

13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

14. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 5047 del 13 dicembre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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