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[Nonviolenza] "Il primo diritto umano". Una conversazione tenuta a Vetralla il 10 dicembre 2023
- Subject: [Nonviolenza] "Il primo diritto umano". Una conversazione tenuta a Vetralla il 10 dicembre 2023
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Sun, 10 Dec 2023 14:13:26 +0100
"IL PRIMO DIRITTO UMANO". UNA CONVERSAZIONE TENUTA A VETRALLA IL 10 DICEMBRE 2023
Domenica 10 dicembre 2023 a Cura di Vetralla (Vt) il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, Peppe Sini, ha tenuto una conversazione in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani.
Di seguito una sintesi degli argomenti svolti.
*
Non un giorno all'anno, ma ogni giorno
Celebrare una volta all'anno la Giornata mondiale dei diritti umani, e poi dimenticarsene per tutti gli altri giorni, sarebbe una triste e trista beffa.
Il significato e lo scopo di questa Giornata e' infatti nel convocare - rammemorare ed esortare - al dovere di agire ogni giorno in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
La "Dichiarazione universale dei diritti umani" proclamata il 10 dicembre 1948 deve essere il programma politico fondamentale di ogni persona decente e di ogni civile istituto; ogni giorno sia dedicato all'inveramento dei principi contenuti in quella Dichiarazione.
*
Fermare le stragi, tutte le stragi
La prima cosa che dobbiamo dire e' che occorre fermare le stragi, tutte le stragi.
La prima cosa che dobbiamo fare e' fermare le stragi, tutte le stragi.
Le stragi delle guerre.
Le stragi del terrorismo comunque si camuffi.
Le stragi del potere patriarcale e maschilista.
Le stragi dello sfruttamento, della rapina e della schiavitu'.
Le stragi del neocolonialismo, del razzismo, dell'imperialismo.
Le stragi conseguenti all'avvelenamento, alla devastazione e alla distruzione della natura, degli ecosistemi, della biosfera.
Le stragi del sistema di potere economico, politico, ideologico e militare globale che sta trascinando l'intero mondo vivente alla catastrofe.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Il primo diritto
Il primo diritto umano inerente ad ogni essere umano e' il diritto a non essere ucciso.
Se si nega questo diritto, nessun altro diritto sussiste, poiche' tolta la vita a una persona null'altro le resta.
Ne discende l'inammissibilita' assoluta di tutte le guerre, di tutte le stragi, di tutte le uccisioni.
Ma poiche' si puo' uccidere anche soltanto omettendo di soccorrere chi e' in pericolo, ne discende altresi' il dovere assoluto di soccorrere ogni persona, di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Salvare le vite e' il primo dovere. Il primo dovere di ogni persona come di ogni associazione di persone come di ogni umano istituto.
E poiche' sovente le persone muoiono perche' prive di risorse adeguate, ne discende che ogni rapina, ogni accaparramento ed ogni sperpero di risorse e' parimenti inammissibile poiche' implica abbandonare al dolore e alla morte chi di quelle risorse aveva bisogno per vivere, chi di aiuto aveva bisogno e se aiutato poteva essere salvato.
C'e' bisogno di aggiungere che tutti gli investimenti finalizzati a produrre armi, a finanziare organizzazioni armate, a promuovere sanguinosi conflitti sono anch'essi criminali?
C'e' bisogno di aggiungere che ogni azione che avvelena e devasta e distrugge il mondo vivente e' ugualmente inammissibile poiche' priva di un luogo vivibile l'intera umana famiglia e tutti gli altri esseri viventi?
C'e' bisogno di aggiungere che l'umanita' deve essere custode di questo unico mondo vivente di cui e' parte ed in cui ha la sua unica casa comune?
Salvare le vite e' il primo dovere. Tutte le vite, tutto il mondo vivente. E' il compito ineludibile dell'umanita' intera e di ogni persona.
*
Solo la nonviolenza puo' sconfiggere la violenza
Chi ancora s'illude di poter sconfiggere la violenza esercitando una violenza maggiore e' peggio che stolto: perche' nell'escalation della violenza l'esito e' ovvio: la distruzione dell'umanita' intera.
Chi ancora ragiona in termini di "mors tua, vita mea" non e' stato informato delle "tre verita' di di Hiroshima" di cui parlo' Ernesto Balducci in un memorabile discorso. Diceva padre Balducci: "La prima verita' contenuta in quel messaggio e' che il genere umano ha un destino unico di vita o di morte... La seconda verita' di Hiroshima e' che ormai l'imperativo morale della pace, ritenuta da sempre come un ideale necessario anche se irrealizzabile, e' arrivato a coincidere con l'istinto di conservazione, il medesimo istinto che veniva indicato come radice inestirpabile dell'aggressivita' distruttiva... La terza verita' di Hiroshima e' che la guerra e' uscita per sempre dalla sfera della razionalita'".
La violenza dilaga, chi aggiunge violenza a violenza e' partecipe di questo dilagare.
Allora, come si puo' sconfiggere la violenza?
Contrastandola nel modo piu' nitido e intransigente, rifiutandosi di riprodurla, lottando incessantemente per abolirla in ogni ambito dell'esistenza.
La nonviolenza e' l'unica forma di lotta adeguata per contrastare e abolire la violenza.
La nonviolenza che e' il contrario dell'indifferenza e della vilta'.
La nonviolenza che e' la resistenza piu' forte.
La nonviolenza che e' l'inveramento dell'umanita' dell'umanita'.
Solo facendo il bene si sconfigge il male.
*
Abolire la guerra, abolire gli eserciti, abolire le armi
Ripetiamolo ancora una volta, ancora e ancora: occorre riprendere il programma che e' alll'origine delle Nazioni Unite: abolire il flagello della guerra.
E per abolire la guerra occorre abolire gli eserciti.
E per abolire gli eserciti occorre abolire le armi.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
La prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze
Il sistema di potere maschilista e patriarcale, la violenza degli uomini sulle donne, e' la prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze.
In questi ultimi giorni il femminicidio di Giulia Cecchettin ha suscitato nel nostro paese una intensa commozione: che questa commozione si traduca in impegno morale, civile, sociale, politico. Che produca una trasformazione profonda dei pensieri e delle pratiche, della cultura e delle relazioni.
Le parole della sorella e del padre hanno dato voce a un sentire comune, un sentire comune che finalmente si lascia educare dal pensiero e dall'azione del movimento di liberazione delle donne e trasforma gli uomini da ciechi riproduttori di rapporti alienati e violenti a persone senzienti e pensanti capaci di responsabilita', di empatia, di riconoscimento e riconoscenza dell'altra persona e per l'altra persona, di riconoscimento e riconoscenza dell'intera umanita' e per l'intera umanita'.
Contrastare e sconfiggere, nei cuori e nella societa', il maschilismo e il patriarcato, e' dovere e diritto di ogni persona decente.
*
Una sola umanita', un solo mondo vivente
Il tempo del nazionalismo e' finito: il nazionalismo, come ogni struttura ideologica e pratica che separa e opprime l'umanita', sempre e solo produce guerre e distruzioni.
L'Onu e' il primo passo per farla finita con il razzismo, il nazionalismo, il militarismo e tutti gli "ismi" letali.
La Dichiarazione universale dei diritti umani e' il programma politico fondamentale dell'umanita' per il tempo presente.
Una ragionevole proposta di Vandana Shiva per "il bene comune della Terra" indica alcuni criteri fondamentali per l'agire comune necessario.
Una ragionevole proposta di Raniero La Valle, Luigi Ferrajoli e molte altre persone di volonta' buona, la proposta di una "Costituzione della Terra", indica un percorso di lavoro necessario.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente unica casa comune dell'intera umana famiglia.
Siamo una sola umanita' che ha il dovere di salvaguardare quest'unico mondo vivente e la possibilita' non solo per gli attuali esseri viventi ma anche per tutte le generazioni future di tutti gli esseri viventi di avere una vita degna.
Siamo una sola umanita': salvare tutte le vite e' il primo dovere.
*
Hic et nunc
Nella sfera del pensiero e nella sfera della prassi, nell'agire comunicativo e nell'opera educativa, nelle deliberazioni personali e collettive e nelle collettive e personali realizzazioni, nella cogitazione come nell'azione che sempre e' dialogica, occorre mettere a frutto in scienza e coscienza gli innumerevoli preziosi doni che la storia civile dell'umanita' ci ha lasciato in eredita' e ci chiede di tramandare.
In quest'ora di orrori abissali ma anche di crescente consapevolezza occorre avvalersi di tutta la sapienza e la saggezza di cui disponiamo per contrastare il male radicale che ormai coincide con la banalita' del male; per contrastare le violenze facilmente riconoscibili ma anche quelle piu' occulte perche' abilmente travestite o perche' del tutto inedite (le molte botole - i non risalibili baratri - degli impetuosi e selvaggi e irreversibili sviluppi non adeguatamente meditati ne' agevolmente controllabili della tecnica).
Occorre muovere dalla ineludibile riflessione di Hannah Arendt, di Ernst Bloch, di Guenther Anders, di Herbert Marcuse, di Hans Jonas.
Occorre muovere dalla ineludibile riflessione di Virginia Woolf, di Simone Weil, di Simone de Beauvoir, di Luce Irigaray, di Vandana Shiva.
Occorre muovere dalla ineludibile riflessione di Lev Tolstoj, di Rosa Luxemburg, di Mohandas Gandhi, di Martin Luther King, di Luce Fabbri.
Occorre muovere dalla ineludibile riflessione di Etty Hillesum, di Aldo Capitini, di Danilo Dolci, di Primo Levi, di Franca Ongaro Basaglia.
Occorre muovere dalla testimonianza di tutte le resistenze all'ingiustizia, di tutte le resistenze alla violenza, di tutte le resistenze alla menzogna e all'indifferenza.
Occorre porsi ancora e sempre dalla parte di tutte le vittime.
*
Liberta' per Leonard Peltier, liberta' per Narges Mohammadi
E ancora un appello dobbiamo promuovere per la liberazione di Leonard Peltier e a sostegno della lotta di tutti i popoli massacrati, minacciati ed oppressi.
E ancora un appello dobbiamo promuovere per la liberazione di Narges Mohammadi e a sostegno della lotta delle donne in Iran, in Afghanistan e ovunque nel mondo.
*
In memoriam
In memoria di Gianni Novelli, di Piero Basso, di Marisa Rodano e di tutte le resistenti e tutti i resistenti che si sono opposte e opposti alla barbarie, all'oppressione, alla guerra e alla violenza; che hanno lottato per il bene comune dell'umanita' e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani; che hanno contrastato il male facendo il bene.
Nel loro ricordo, alla loro scuola e alla loro sequela proseguiamo nell'impegno comune per la liberazione e la salvezza dell'umanita'.
*
I compiti dell'ora
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Opporsi a tutte le uccisioni e le violenze.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Condividere fra tutte e tutti tutto il bene e tutti i beni.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Nota per la stampa a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Vetralla-Viterbo, 10 dicembre 2023
Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
* * *
Domenica 10 dicembre 2023 a Cura di Vetralla (Vt) il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, Peppe Sini, ha tenuto una conversazione in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani.
Di seguito una sintesi degli argomenti svolti.
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Non un giorno all'anno, ma ogni giorno
Celebrare una volta all'anno la Giornata mondiale dei diritti umani, e poi dimenticarsene per tutti gli altri giorni, sarebbe una triste e trista beffa.
Il significato e lo scopo di questa Giornata e' infatti nel convocare - rammemorare ed esortare - al dovere di agire ogni giorno in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
La "Dichiarazione universale dei diritti umani" proclamata il 10 dicembre 1948 deve essere il programma politico fondamentale di ogni persona decente e di ogni civile istituto; ogni giorno sia dedicato all'inveramento dei principi contenuti in quella Dichiarazione.
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Fermare le stragi, tutte le stragi
La prima cosa che dobbiamo dire e' che occorre fermare le stragi, tutte le stragi.
La prima cosa che dobbiamo fare e' fermare le stragi, tutte le stragi.
Le stragi delle guerre.
Le stragi del terrorismo comunque si camuffi.
Le stragi del potere patriarcale e maschilista.
Le stragi dello sfruttamento, della rapina e della schiavitu'.
Le stragi del neocolonialismo, del razzismo, dell'imperialismo.
Le stragi conseguenti all'avvelenamento, alla devastazione e alla distruzione della natura, degli ecosistemi, della biosfera.
Le stragi del sistema di potere economico, politico, ideologico e militare globale che sta trascinando l'intero mondo vivente alla catastrofe.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Il primo diritto
Il primo diritto umano inerente ad ogni essere umano e' il diritto a non essere ucciso.
Se si nega questo diritto, nessun altro diritto sussiste, poiche' tolta la vita a una persona null'altro le resta.
Ne discende l'inammissibilita' assoluta di tutte le guerre, di tutte le stragi, di tutte le uccisioni.
Ma poiche' si puo' uccidere anche soltanto omettendo di soccorrere chi e' in pericolo, ne discende altresi' il dovere assoluto di soccorrere ogni persona, di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Salvare le vite e' il primo dovere. Il primo dovere di ogni persona come di ogni associazione di persone come di ogni umano istituto.
E poiche' sovente le persone muoiono perche' prive di risorse adeguate, ne discende che ogni rapina, ogni accaparramento ed ogni sperpero di risorse e' parimenti inammissibile poiche' implica abbandonare al dolore e alla morte chi di quelle risorse aveva bisogno per vivere, chi di aiuto aveva bisogno e se aiutato poteva essere salvato.
C'e' bisogno di aggiungere che tutti gli investimenti finalizzati a produrre armi, a finanziare organizzazioni armate, a promuovere sanguinosi conflitti sono anch'essi criminali?
C'e' bisogno di aggiungere che ogni azione che avvelena e devasta e distrugge il mondo vivente e' ugualmente inammissibile poiche' priva di un luogo vivibile l'intera umana famiglia e tutti gli altri esseri viventi?
C'e' bisogno di aggiungere che l'umanita' deve essere custode di questo unico mondo vivente di cui e' parte ed in cui ha la sua unica casa comune?
Salvare le vite e' il primo dovere. Tutte le vite, tutto il mondo vivente. E' il compito ineludibile dell'umanita' intera e di ogni persona.
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Solo la nonviolenza puo' sconfiggere la violenza
Chi ancora s'illude di poter sconfiggere la violenza esercitando una violenza maggiore e' peggio che stolto: perche' nell'escalation della violenza l'esito e' ovvio: la distruzione dell'umanita' intera.
Chi ancora ragiona in termini di "mors tua, vita mea" non e' stato informato delle "tre verita' di di Hiroshima" di cui parlo' Ernesto Balducci in un memorabile discorso. Diceva padre Balducci: "La prima verita' contenuta in quel messaggio e' che il genere umano ha un destino unico di vita o di morte... La seconda verita' di Hiroshima e' che ormai l'imperativo morale della pace, ritenuta da sempre come un ideale necessario anche se irrealizzabile, e' arrivato a coincidere con l'istinto di conservazione, il medesimo istinto che veniva indicato come radice inestirpabile dell'aggressivita' distruttiva... La terza verita' di Hiroshima e' che la guerra e' uscita per sempre dalla sfera della razionalita'".
La violenza dilaga, chi aggiunge violenza a violenza e' partecipe di questo dilagare.
Allora, come si puo' sconfiggere la violenza?
Contrastandola nel modo piu' nitido e intransigente, rifiutandosi di riprodurla, lottando incessantemente per abolirla in ogni ambito dell'esistenza.
La nonviolenza e' l'unica forma di lotta adeguata per contrastare e abolire la violenza.
La nonviolenza che e' il contrario dell'indifferenza e della vilta'.
La nonviolenza che e' la resistenza piu' forte.
La nonviolenza che e' l'inveramento dell'umanita' dell'umanita'.
Solo facendo il bene si sconfigge il male.
*
Abolire la guerra, abolire gli eserciti, abolire le armi
Ripetiamolo ancora una volta, ancora e ancora: occorre riprendere il programma che e' alll'origine delle Nazioni Unite: abolire il flagello della guerra.
E per abolire la guerra occorre abolire gli eserciti.
E per abolire gli eserciti occorre abolire le armi.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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La prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze
Il sistema di potere maschilista e patriarcale, la violenza degli uomini sulle donne, e' la prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze.
In questi ultimi giorni il femminicidio di Giulia Cecchettin ha suscitato nel nostro paese una intensa commozione: che questa commozione si traduca in impegno morale, civile, sociale, politico. Che produca una trasformazione profonda dei pensieri e delle pratiche, della cultura e delle relazioni.
Le parole della sorella e del padre hanno dato voce a un sentire comune, un sentire comune che finalmente si lascia educare dal pensiero e dall'azione del movimento di liberazione delle donne e trasforma gli uomini da ciechi riproduttori di rapporti alienati e violenti a persone senzienti e pensanti capaci di responsabilita', di empatia, di riconoscimento e riconoscenza dell'altra persona e per l'altra persona, di riconoscimento e riconoscenza dell'intera umanita' e per l'intera umanita'.
Contrastare e sconfiggere, nei cuori e nella societa', il maschilismo e il patriarcato, e' dovere e diritto di ogni persona decente.
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Una sola umanita', un solo mondo vivente
Il tempo del nazionalismo e' finito: il nazionalismo, come ogni struttura ideologica e pratica che separa e opprime l'umanita', sempre e solo produce guerre e distruzioni.
L'Onu e' il primo passo per farla finita con il razzismo, il nazionalismo, il militarismo e tutti gli "ismi" letali.
La Dichiarazione universale dei diritti umani e' il programma politico fondamentale dell'umanita' per il tempo presente.
Una ragionevole proposta di Vandana Shiva per "il bene comune della Terra" indica alcuni criteri fondamentali per l'agire comune necessario.
Una ragionevole proposta di Raniero La Valle, Luigi Ferrajoli e molte altre persone di volonta' buona, la proposta di una "Costituzione della Terra", indica un percorso di lavoro necessario.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente unica casa comune dell'intera umana famiglia.
Siamo una sola umanita' che ha il dovere di salvaguardare quest'unico mondo vivente e la possibilita' non solo per gli attuali esseri viventi ma anche per tutte le generazioni future di tutti gli esseri viventi di avere una vita degna.
Siamo una sola umanita': salvare tutte le vite e' il primo dovere.
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Hic et nunc
Nella sfera del pensiero e nella sfera della prassi, nell'agire comunicativo e nell'opera educativa, nelle deliberazioni personali e collettive e nelle collettive e personali realizzazioni, nella cogitazione come nell'azione che sempre e' dialogica, occorre mettere a frutto in scienza e coscienza gli innumerevoli preziosi doni che la storia civile dell'umanita' ci ha lasciato in eredita' e ci chiede di tramandare.
In quest'ora di orrori abissali ma anche di crescente consapevolezza occorre avvalersi di tutta la sapienza e la saggezza di cui disponiamo per contrastare il male radicale che ormai coincide con la banalita' del male; per contrastare le violenze facilmente riconoscibili ma anche quelle piu' occulte perche' abilmente travestite o perche' del tutto inedite (le molte botole - i non risalibili baratri - degli impetuosi e selvaggi e irreversibili sviluppi non adeguatamente meditati ne' agevolmente controllabili della tecnica).
Occorre muovere dalla ineludibile riflessione di Hannah Arendt, di Ernst Bloch, di Guenther Anders, di Herbert Marcuse, di Hans Jonas.
Occorre muovere dalla ineludibile riflessione di Virginia Woolf, di Simone Weil, di Simone de Beauvoir, di Luce Irigaray, di Vandana Shiva.
Occorre muovere dalla ineludibile riflessione di Lev Tolstoj, di Rosa Luxemburg, di Mohandas Gandhi, di Martin Luther King, di Luce Fabbri.
Occorre muovere dalla ineludibile riflessione di Etty Hillesum, di Aldo Capitini, di Danilo Dolci, di Primo Levi, di Franca Ongaro Basaglia.
Occorre muovere dalla testimonianza di tutte le resistenze all'ingiustizia, di tutte le resistenze alla violenza, di tutte le resistenze alla menzogna e all'indifferenza.
Occorre porsi ancora e sempre dalla parte di tutte le vittime.
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Liberta' per Leonard Peltier, liberta' per Narges Mohammadi
E ancora un appello dobbiamo promuovere per la liberazione di Leonard Peltier e a sostegno della lotta di tutti i popoli massacrati, minacciati ed oppressi.
E ancora un appello dobbiamo promuovere per la liberazione di Narges Mohammadi e a sostegno della lotta delle donne in Iran, in Afghanistan e ovunque nel mondo.
*
In memoriam
In memoria di Gianni Novelli, di Piero Basso, di Marisa Rodano e di tutte le resistenti e tutti i resistenti che si sono opposte e opposti alla barbarie, all'oppressione, alla guerra e alla violenza; che hanno lottato per il bene comune dell'umanita' e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani; che hanno contrastato il male facendo il bene.
Nel loro ricordo, alla loro scuola e alla loro sequela proseguiamo nell'impegno comune per la liberazione e la salvezza dell'umanita'.
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I compiti dell'ora
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Opporsi a tutte le uccisioni e le violenze.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Condividere fra tutte e tutti tutto il bene e tutti i beni.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Nota per la stampa a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Vetralla-Viterbo, 10 dicembre 2023
Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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