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[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 283
- Subject: [Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 283
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Tue, 10 Oct 2023 05:40:08 +0200
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 283 del 10 ottobre 2023
In questo numero:
1. Tacciano le armi, rispetto per la vita
2. Alessandra Algostino: Comincia dai migranti l'esperimento sui diritti
3. Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier
4. L'associazione "Respirare" di Viterbo fa proprio e rilancia l'appello di Roma: "Presidente Biden, liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente"
5. Esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
6. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
7. Una proposta per le elezioni europee del 2024: una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo
8. Alcuni riferimenti utili
9. Tre tesi
10. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
11. Solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani
12. Ripetiamo ancora una volta...
13. Roberto Barzanti: Natalia Ginzburg nel labirinto di Proust: il lavoro editoriale alla Einaudi, 1943-1952
1. L'ORA. TACCIANO LE ARMI, RISPETTO PER LA VITA
Siamo una sola umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
2. L'ORA. ALESSANDRA ALGOSTINO: COMINCIA DAI MIGRANTI L'ESPERIMENTO SUI DIRITTI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 6 ottobre 2023 riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo dal titolo "Comincia dai migranti l'esperimento sui diritti" e il sommario "La resistenza di tutti e' il primo passo per restare umani e per contrastare la costruzione di cittadelle autoritarie fondate sulle esclusioni"]
Prima il post di Giorgia Meloni, quindi l'attacco di Salvini alla giudice di Catania per la sua partecipazione ad una manifestazione per i diritti dei migranti: e' una brutta pagina nelle tensioni tra politica e magistratura, che esprime, al pari dei provvedimenti censurati, come piu' volte e' stato ricordato su questo giornale, noncuranza e disprezzo per i diritti, lo stato di diritto, la democrazia.
Oltre la considerazione che l'imparzialita' del giudice e' nelle sentenze e non nella sua vita privata, le critiche mosse a Iolanda Apostolico sono sintomatiche del clima intollerante verso ogni forma di dissenso.
Partiamo dai diritti. Il "decreto Cutro" (ora legge n. 50 del 2023) e il decreto ministeriale 14 settembre 2023 sulla garanzia finanziaria "alternativa al trattenimento", intaccano diritti fondamentali: la liberta' personale (articolo 13 della Costituzione) e il diritto di asilo (articolo 10, comma 3, della Costituzione).
La prima e' inviolabile, per chiunque, come ha ricordato la Corte costituzionale; presidiata da una riserva di legge, che non puo' che muoversi nel rispetto della Costituzione e del diritto sovraordinato alla legge (quali le norme comunitarie), e da una riserva di giurisdizione, che in primis assicura, nel caso concreto, la garanzia dei diritti.
La liberta' personale e' inalienabile, non puo' essere oggetto di mercificazione.
Iniziamo invece a chiederci se sia legittimo restringere la liberta' personale, bene supremo sin dalla Magna Charta Libertatum del 1215, in ragione del controllo dell'immigrazione (come dispone la legge "Turco-Napolitano", poi inasprita dalla "Bossi-Fini").
Non e' tanto questione di proporzionalita' e ragionevolezza perche' la detenzione non produce gli effetti sperati (respingimenti di massa): non proporzionale e irragionevole e' la privazione in se' della liberta' personale di chi non rispetta le norme sull'ingresso nello Stato perche' fugge da persecuzioni o perche' le sue condizioni di vita non sono degne, superando l'ipocrita distinzione rifugiato politico - migrante economico, o perche' esercita la liberta' di circolazione. E, ancora, e' uno scontro sicurezza versus diritti? Il migrante non e' per definizione un problema di sicurezza ma una persona alla ricerca dei propri diritti.
Infine, attenti cittadini "autoctoni": i migranti sono campo di sperimentazione (ammesso che - e, sottolineo, non concesso - si voglia mandare al macero il riconoscimento dei diritti a ciascuna persona umana, la loro universalita').
Il diritto speciale, il diritto penale del nemico, tendono a dilatarsi, assumendo i connotati di un diritto di classe e autoritario. Si aggiunge: l'utilizzo del migrante come nemico, come emergenza, distrae e canalizza disagio e paure a fronte di una legge di bilancio che, fedele ai diktat neoliberisti, non interverra' sulle diseguaglianze. Con, ancora una volta, la violazione della concretizzazione dei diritti sociali.
Quanto al diritto di asilo, la norma costituzionale e' chiara: e' un diritto di ingresso nel territorio della Repubblica; per tacere del tragico abisso che separa il diritto ad avere "tutte le cure che si possono prodigare" del quale ragionavano i costituenti e le condizioni inumane degli hotspot.
Ancora, il diritto di asilo e' da riconoscersi su un piano di effettivita', il che sfata qualsivoglia qualificazione come paese sicuro e accordi che solo retoricamente evocano i diritti umani, mentre, in omaggio a istanze securitarie, affidano la vita delle persone a regimi autoritari.
Lo stato di diritto e i poteri. La separazione dei poteri e' cardine di ogni costituzione, imprescindibile struttura della democrazia e del costituzionalismo nel limitare il potere e garantire i diritti. Abbiamo ancora bisogno di Montesquieu per ricordare che "se fosse unito con il potere esecutivo, il giudice potrebbe avere la forza di un oppressore" (e viceversa), mentre la sua indipendenza garantisce il rispetto dei diritti e dei limiti da parte di tutti?
L'epoca del sovrano - capo o premier che sia - legibus solutus non e' ora. Governo e Parlamento sono tenuti al rispetto della Costituzione, delle norme costituzionali e del diritto comunitario ed internazionale sovraordinato alle fonti primarie.
Non e' una questione "tecnica": le forme sono barriere a tutela dei soggetti piu' deboli (Tocqueville). L'insofferenza per i limiti, per i diritti, e' tipica del dominio, della violenza e della sopraffazione, che secoli di tradizione giuridica ascrivibile alla storia del costituzionalismo e, in senso ampio, alla storia dell'emancipazione e dell'eguaglianza, hanno cercato di scongiurare.
Le migrazioni rappresentano una delle linee di faglia del futuro, se non la linea. La resistenza sul fronte dei diritti di tutti e' il primo passo per restare umani e per contrastare la costruzione di cittadelle autoritarie fondate su esclusioni e confini, interni ed esterni, sociali e politici; alla "guerra ai migranti" occorre sostituire il conflitto sociale agito dal basso con i migranti.
3. REPETITA IUVANT. PORTIAMO A COMPIMENTO L'INIZIATIVA DI DAVID SASSOLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Il 23 agosto 2021 David Sassoli, l'indimenticato Presidente del Parlamento Europeo che sarebbe deceduto pochi mesi dopo nel gennaio 2022, tenne una conferenza stampa in cui annuncio' il suo personale impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da quasi mezzo secolo prigioniero innocente.
L'iniziativa di David Sassoli si ricollegava idealmente a due precedenti importanti pronunciamenti del Parlamento Europeo, del 1994 e del 1999.
E si collegava anche al movimento che in Italia in quel momento riproponeva con forza l'esigenza e l'urgenza che Leonard Peltier venisse finalmente liberato.
In un suo tweet che accompagnava e sintetizzava la conferenza stampa del 23 agosto 2021 David Sassoli dichiarava, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
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Lanciamo un appello a riprendere e portare a compimento quell'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier.
Chiediamo a chi legge questo appello:
a) di aderirvi, inviandone notizia agli indirizzi e-mail: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com
b) di diffonderlo ulteriormente;
c) di scrivere direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier: le lettere (il cui testo puo' anche essere semplicemente "Free Leonard Peltier") possono essere inviate attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/
d) di promuovere ove possibile iniziative di informazione, coscientizzazione, mobilitazione democratica e nonviolenta per la liberazione di Leonard Peltier che lo scorso 12 settembre ha compiuto 79 anni di cui 47 trascorsi in prigione da vittima innocente di una scellerata persecuzione.
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Per un'informazione essenziale:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".
Ulteriori materiali di documentazione possono essere richiesti scrivendo ai nostri indirizzi di posta elettronica: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com
4. APPELLI. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" DI VITERBO FA PROPRIO E RILANCIA L'APPELLO DI ROMA: "PRESIDENTE BIDEN, LIBERI LEONARD PELTIER DA 47 ANNI PRIGIONIERO INNOCENTE"
In occasione del settantanovesimo anniversario della nascita di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente, da Roma e da altre citta' del Lazio e' stato diffuso un appello al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' all'eroe perseguitato universalmente noto come "il Nelson Mandela americano".
L'associazione "Respirare" di Viterbo fa proprio e rilancia l'appello di Roma: "Presidente Biden, liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente".
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Di seguito il testo integrale dell'appello.
Presidente Biden,
liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente.
Lei sa che il 12 settembre 2023 Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, ha compiuto 79 anni, dei quali gli ultimi 47 trascorsi in carcere, condannato per un delitto che non ha commesso.
Lei sa che Leonard Peltier e' innocente.
Lei sa che le cosiddette "testimonianze" contro Leonard Peltier si sono dimostrate false.
Lei sa che anche le cosiddette "prove" contro Leonard Peltier si sono dimostrate false.
Lei sa che lo stesso Procuratore capo dell'accusa che ottenne la condanna di Leonard Peltier ha poi riconosciuto e dichiarato che fu un errore giudiziario e Le ha scritto per chiederLe di concedere la grazia e liberare Leonard Peltier.
Lei sa che lo scorso anno una Commissione giuridica ad hoc dell'ONU ha riesaminato l'intero processo ed ha concluso che Leonard Peltier deve essere liberato.
Lei sa che milioni di persone di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: persone come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, persone come papa Francesco e il Dalai Lama.
Lei sa che innumerevoli associazioni democratiche della societa' civile di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: associazioni prestigiose come Amnesty International.
Lei sa che un gran numero di istituzioni e di rappresentanze istituzionali di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: istituzioni rilevanti come il Parlamento Europeo e rappresentanti istituzionali qualificati come i Sindaci di molte grandi citta'.
Lei sa che Leonard Peltier e' anziano e gravemente malato, e che anche dal carcere, in condizioni di estrema oppressione e sofferenza, ha costantemente continuato ad impegnarsi in difesa dei popoli oppressi, in difesa dei diritti umani, in difesa della Madre Terra, con la sua parola autorevole di martire perseguitato e di uomo di profonda spiritualita', con la poesia, con la pittura, con le attivita' educative e benefiche che con l'aiuto dei suoi sostenitori ha promosso a vantaggio dei piu' bisognosi di aiuto.
Lei ha il potere di liberare Leonard Peltier attraverso lo strumento della grazia presidenziale; Lei ha il potere di restituire la liberta' a un uomo innocente che ha subito una semisecolare crudelissima persecuzione, una lunghissima ingiustissima prigionia; Lei ha il potere di metter fine a un enorme scandalo, un'enorme assurdita', un'enorme iniquita'; Lei ha il potere di far finalmente prevalere la verita', la giustizia, l'umanita' liberando Leonard Peltier. Usi la prerogativa della grazia presidenziale e liberi finalmente Leonard Peltier: l'umanita' intera attende questo momento.
Presidente Biden,
liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente.
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Questo il testo integrale dell'appello.
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a diffonderlo ulteriormente.
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a scrivere direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la liberazione di Leonard Peltier: le lettere (il cui testo puo' anche essere semplicemente "Free Leonard Peltier") possono essere inviate attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/
L'associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 27 settembre 2023
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
5. REPETITA IUVANT. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA
Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
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Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
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l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
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Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
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In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
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Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo agosto 2023
6. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
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E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
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Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
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A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
7. HERI DICEBAMUS. UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024: UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE E CONTRO IL RAZZISMO
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
La politica dell'Unione Europea e' oggi caratterizzata da due orrori.
Il primo: la persecuzione dei migranti: col sostegno alle dittature che li imprigionano in condizioni disumane; con l'appalto ai poteri mafiosi in regime di monopolio della mobilita' per chi e' in fuga da guerre, dittature, fame e miseria; con la reclusione nei lager sia nei paesi di transito che in Europa; con la strage degli innocenti nel Mediterraneo; con lo schiavismo e l'apartheid in Europa. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
Il secondo: il sostegno alla prosecuzione della guerra in Ucraina che ogni giorno provoca altre stragi: con l'incessante fornitura di armi si alimenta la guerra e s'impedisce l'avvio di trattative di pace, e si contribuisce cosi' sia alla prosecuzione dello sterminio della popolazione ucraina vittima della guerra, sia all'escalation verso una guerra atomica che puo' mettere fine all'intera umanita'. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni politiche europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
I vertici dell'Unione Europea si sono peraltro ormai completamente prostituiti alla Nato, l'organizzazione terrorista e stragista che per conto del governo razzista e imperialista degli Stati Uniti d'America opera, dalla fine della Guerra fredda e con sempre maggiore intensita' ed accelerazione, per destabilizzare, asservire o distruggere non solo singole parti del continente europeo ma l'Europa intera. Abolire la Nato e' palesemente l'urgenza delle urgenze per dare all'Europa un futuro di pace.
Il Parlamento Europeo potrebbe e dovrebbe operare per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della biosfera, ma attualmente e' anch'esso complice della furia razzista e della furia bellica che si e' incistata nei governi dei paesi europei e nei vertici di tutte le istituzioni politiche europee.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
E l'Italia rischia di essere rappresentata unicamente da partiti fascisti, razzisti e bellicisti.
Esplicitamente fascista, razzista, bellicista ed ecocida e' tutta l'area governativa italiana.
Razzista si e' dimostrato il partito grillino, che durante la prima esperienza di governo ha condiviso e sostenuto la scellerata politica di brutale persecuzione dei migranti da parte del capo leghista che di quel governo era vicepresidente, ministro e magna pars.
Tragicamente bellicista e' il Pd (e quindi di fatto anche coloro che ad esso subalterni con esso si alleano e che pertanto al di la' del velame dei vaniloquenti proclami portano voti al partito della guerra in cambio di qualche scranno e prebenda).
Questa la triste e trista situazione.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Che fare, quindi?
Io credo che occorra costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo.
Nonviolenta: che cioe' faccia della scelta della nonviolenza la discriminante fondamentale. La nonviolenza essendo l'unica lotta nitida e intransigente, concreta e coerente, contro tutte le violenze e le oppressioni; la nonviolenza essendo il fondamentale strumento teorico e pratico a disposizione della lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Per la pace: e quindi per il disarmo integrale e l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.
Contro il razzismo: e quindi per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, poiche' siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
E dire lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo significa dire una lista femminista ed ecologista, socialista e libertaria, delle classi sociali sfruttate e rapinate, delle oppresse e degli oppressi.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Se vogliamo aprire una riflessione comune e autentica, democratica e partecipata, fra tutte le persone e le esperienze disposte a riconoscersi in una prospettiva nonviolenta, femminista, ecologista, socialista e libertaria, per portare nel Parlamento Europeo la voce delle oppresse e degli oppressi e la lotta per la pace, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera, il momento e' adesso.
Prenda la parola ogni persona ed ogni esperienza interessata.
Si promuovano ovunque possibile incontri di riflessione.
8. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
9. REPETITA IUVANT. TRE TESI
La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
10. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it
11. REPETITA IUVANT. SOLIDALI CON LE DONNE IRANIANE NELLA LOTTA NONVIOLENTA PER I DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI
Siamo solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessi la repressione del movimento democratico e nonviolento delle donne - e degli uomini postisi alla loro sequela - che si riconosce nel motto "Donna, vita, liberta'", che siano liberate e liberati tutte le prigioniere e tutti i prigionieri politici, che cessi la violenza maschilista di stato, e che siano riconosciuti, rispettati e difesi tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nessuna autorita' e' legittima se non rispetta la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
12. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
13. LIBRI. ROBERTO BARZANTI: NATALIA GINZBURG NEL LABIRNTO DI PROUST: IL LAVORO EDITORIALE ALLA EINAUDI, 1943-1952
[Dal quotidiano "Il manifesto" del primo ottobre 2023 riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo dal titolo "Natalia Ginzburg nel labirinto di Proust: il lavoro editoriale alla Einaudi, 1943-1952" e il sommario "Editoria del '900. "Con assoluta sincerita'". Il lavoro editoriale di Natalia Ginzburg (1943-1952), da Firenze University Press"]
"Pero' perche' quando uno scrive giovane c'e' una mano che corregge giovine? Saranno state le mani di Paolo Serini?": e' una domanda che Natalia Ginzburg formula a chiusa della postfazione inserita nella ristampa einaudiana (1969) dell'ouverture della Recherche du temps perdu di Marcel Proust: La strada di Swann. La traduzione di Natalia, uscita nel 1946, fu una delle prime integrali in italiano dell'opera. Il quesito contiene un problema fondamentale della fatica iniziata tanti anni prima dalla giovane poco piu' che ventenne. Natalia, infatti, era gia' stata incaricata - nel '37, a sua memoria - di applicarsi a un'impresa di enorme difficolta' e la nuova richiesta sarebbe stata un esordio, che rafforzava l'accettazione della proposta avanzata alla "Gentile Signora" dallo stesso Giulio Einaudi in una lettera dell'11 agosto 1943, con la quale puntava ora su La prisonniere e Albertine disparue chiedendo solo un accordo di massima teso a proseguire un impegno iniziale: "Sarei lieto intanto - aggiungeva - di avere notizie di Du cote' de chez Swann, che le affidai nel 1938. Il contratto che ho stretto con Gallimard m'impone di pubblicarlo entro breve e vorrei metterlo in stampa entro quest'anno".
Sostituire giovane con giovine nell'edizione della "Nue" (1963) curata dall'autorevole francesista Serini, e' un dettaglio minimo della volonta' di optare, quanto al lessico, su un vocabolario prezioso, da "belle epoque" (Vasarri), contraddicendo le finalita' di un progetto da offrire a un popolo non ansioso di soluzioni sofisticate. E' uno spiraglio che induce a immaginare il non rassegnato fervore del laboratorio improvvisato a Pizzoli, il paesino abruzzese, dove Natalia, affaccendata nei doveri di moglie ma instancabile nella scrittura letteraria, trascorreva insieme a Leone gli anni di confino inflitti dal 1940 al marito. Che in una missiva indirizzata a Luigi Salvatorelli ne tratteggia un quadro commovente: "Per fortuna c'e' Natalia; ma stare continuamente con i bambini la assorbe molto, e spesso la stanca; cio' non le impedisce pero' di vincere spesso la stanchezza e - la sera, quando i bambini sono a letto - mettersi a tavolino davanti a me, che traduco o correggo bozze, e lavorare per conto suo a una novella o a una traduzione: sono, quelle, le nostre ore migliori".
Su questa esperienza e sulle vicende che la segnarono dopo la morte di Leone a Regina Coeli, in conseguenza di feroci torture, nel febbraio 1944, disponiamo ora di una ricerca straordinaria elaborata da Giulia Bassi, tanto filologicamente ricca quanto puntualmente narrativa: "Con assoluta sincerita'". Il lavoro editoriale di Natalia Ginzburg (1943-1952) (Firenze University Press, USiena press, pp. 196, euro 26). In essa si intrecciano tre piani che rispondono alle tre strade in cui si manifesta la personalita' di Natalia: traduttrice, redattrice, scrittrice. Il rapporto con la magmatica opera di Proust e' certo uno dei filoni piu' affascinanti e i capitoli del libro si snodano ordinati consentendo di approfondire la conoscenza in ogni fase fino all'intera pubblicazione dei sette volumi della Recherche portata a compimento nel 1949 giovandosi di piu' traduttori. I criteri basilari della traduttrice sono il massimo di fedelta' possibile al testo e la calzante esattezza nella scelta dei termini: indirizzi tutt'altro che semplici da osservare. Poiche' c'era qualcosa di piu' da aver presente: "Tradussi le prime pagine - scrive Natalia nel '63 -, avanzando cosi' alla cieca, inoltrandomi nel labirinto di quelle frasi lunghissime, curiosa piu' di me che del senso di quelle frasi". Leone gli consiglio' da subito di procedere lentissimamente, di consultare i vocabolari anche quando sarebbe sembrato superfluo. La traduzione delle sezioni dedicate a Swann, le sole che affronto', si inframmezzo' con altri compiti: duro' otto anni. Conciliare l'architettura sintattica del capolavoro con la predilezione per una prosa asciutta e spoglia, fu arduo. Si trattava di conservare il "tono" di una sinfonia e di non cedere a amplificazioni che non rispecchiassero cose e fatti, caratteri e sentimenti reali. A contatto con lo stile di Proust era lo stesso stile di Natalia a formarsi. Lo sliricamento su cui si e' soffermato Debenedetti rischiava talvolta di perdere il tono musicale. La colloquialita' domestica doveva avere un ritmo ben diverso dagli allusivi scambi aristocratici. Sia Lessico famigliare che La famiglia Manzoni risentono della spinta a indagare tra le pieghe di assetti dinastici complessi come quelli del genio d'Oltralpe. Per dimostrare la plausibilita' dell'accostamento occorrerebbero tabelle comparative che allineassero il testo di partenza (e le sue varianti) con gli esiti via via costruiti.
Presso Einaudi la Ginzburg - vice-consulente dal 1945 - assolse il ruolo di selezionatrice di testi letterari ("Della narrativa si occupa soltanto Natalia" dichiara Pavese a Muscetta nel '48). Partecipa attivamente - la prima volta il 9 novembre 1949 - alle famose riunioni editoriali del mercoledi', unica donna in un tribunalizio consesso maschile. Nelle 306 riunioni delle quali sono stati editi i verbali e' presente in settanta, fino al '53, quando segue il marito Gabriele Baldini, direttore dell'Istituto italiano di cultura a Londra. I pareri che Natalia sforna sono accolti con somma attenzione: somigliano a sentenze di primo grado. Il temperamento schietto che l'animava escludeva giri diplomatici. Un manoscritto era nella sua ottica bello o brutto, grigio o vitale. Non aveva riguardi neppure per un amico stimatissimo. Su Giovanni e le mani di Franco Fortini e' esplicita: "A me non piace, io sono contraria. C'e' qualcosa di un po' bello in ultimo, ma tutta la prima parte mi sembra piovigginosa, lumacosa". Il carteggio con Silvio Micheli ha un'evidenza rara. Di alcune sue scoperte Natalia e' entusiasta e fiera. L'Agnese va a morire (1949) l'accende di ammirazione, per non dire di Menzogna e sortilegio ('48), che inaugura i "Supercoralli". Dopo la morte di Pavese (1950) il suo esame della narrativa e' condiviso essenzialmente con Fonzi e con Vittorini, del quale ha una certa soggezione, soprattutto in merito ai "Gettoni". Giulia Bassi nelle stringate conclusioni coinvolge canoni di genere. Sostiene che la risolutezza decisionale di Natalia rovescia "una gerarchia tra i sessi prestabilita che attribuiva all'uomo una maggiore responsabilita'". Natalia non si prefiggeva di proposito e tanto meno ideologicamente questo scopo: "Del resto i libri non ha importanza chi li scrive, se gli uomini o le donne. Purche' ci sia qualcuno che li scrive" (1946).
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 283 del 10 ottobre 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
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Numero 283 del 10 ottobre 2023
In questo numero:
1. Tacciano le armi, rispetto per la vita
2. Alessandra Algostino: Comincia dai migranti l'esperimento sui diritti
3. Portiamo a compimento l'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier
4. L'associazione "Respirare" di Viterbo fa proprio e rilancia l'appello di Roma: "Presidente Biden, liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente"
5. Esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
6. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
7. Una proposta per le elezioni europee del 2024: una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo
8. Alcuni riferimenti utili
9. Tre tesi
10. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
11. Solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani
12. Ripetiamo ancora una volta...
13. Roberto Barzanti: Natalia Ginzburg nel labirinto di Proust: il lavoro editoriale alla Einaudi, 1943-1952
1. L'ORA. TACCIANO LE ARMI, RISPETTO PER LA VITA
Siamo una sola umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
2. L'ORA. ALESSANDRA ALGOSTINO: COMINCIA DAI MIGRANTI L'ESPERIMENTO SUI DIRITTI
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 6 ottobre 2023 riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo dal titolo "Comincia dai migranti l'esperimento sui diritti" e il sommario "La resistenza di tutti e' il primo passo per restare umani e per contrastare la costruzione di cittadelle autoritarie fondate sulle esclusioni"]
Prima il post di Giorgia Meloni, quindi l'attacco di Salvini alla giudice di Catania per la sua partecipazione ad una manifestazione per i diritti dei migranti: e' una brutta pagina nelle tensioni tra politica e magistratura, che esprime, al pari dei provvedimenti censurati, come piu' volte e' stato ricordato su questo giornale, noncuranza e disprezzo per i diritti, lo stato di diritto, la democrazia.
Oltre la considerazione che l'imparzialita' del giudice e' nelle sentenze e non nella sua vita privata, le critiche mosse a Iolanda Apostolico sono sintomatiche del clima intollerante verso ogni forma di dissenso.
Partiamo dai diritti. Il "decreto Cutro" (ora legge n. 50 del 2023) e il decreto ministeriale 14 settembre 2023 sulla garanzia finanziaria "alternativa al trattenimento", intaccano diritti fondamentali: la liberta' personale (articolo 13 della Costituzione) e il diritto di asilo (articolo 10, comma 3, della Costituzione).
La prima e' inviolabile, per chiunque, come ha ricordato la Corte costituzionale; presidiata da una riserva di legge, che non puo' che muoversi nel rispetto della Costituzione e del diritto sovraordinato alla legge (quali le norme comunitarie), e da una riserva di giurisdizione, che in primis assicura, nel caso concreto, la garanzia dei diritti.
La liberta' personale e' inalienabile, non puo' essere oggetto di mercificazione.
Iniziamo invece a chiederci se sia legittimo restringere la liberta' personale, bene supremo sin dalla Magna Charta Libertatum del 1215, in ragione del controllo dell'immigrazione (come dispone la legge "Turco-Napolitano", poi inasprita dalla "Bossi-Fini").
Non e' tanto questione di proporzionalita' e ragionevolezza perche' la detenzione non produce gli effetti sperati (respingimenti di massa): non proporzionale e irragionevole e' la privazione in se' della liberta' personale di chi non rispetta le norme sull'ingresso nello Stato perche' fugge da persecuzioni o perche' le sue condizioni di vita non sono degne, superando l'ipocrita distinzione rifugiato politico - migrante economico, o perche' esercita la liberta' di circolazione. E, ancora, e' uno scontro sicurezza versus diritti? Il migrante non e' per definizione un problema di sicurezza ma una persona alla ricerca dei propri diritti.
Infine, attenti cittadini "autoctoni": i migranti sono campo di sperimentazione (ammesso che - e, sottolineo, non concesso - si voglia mandare al macero il riconoscimento dei diritti a ciascuna persona umana, la loro universalita').
Il diritto speciale, il diritto penale del nemico, tendono a dilatarsi, assumendo i connotati di un diritto di classe e autoritario. Si aggiunge: l'utilizzo del migrante come nemico, come emergenza, distrae e canalizza disagio e paure a fronte di una legge di bilancio che, fedele ai diktat neoliberisti, non interverra' sulle diseguaglianze. Con, ancora una volta, la violazione della concretizzazione dei diritti sociali.
Quanto al diritto di asilo, la norma costituzionale e' chiara: e' un diritto di ingresso nel territorio della Repubblica; per tacere del tragico abisso che separa il diritto ad avere "tutte le cure che si possono prodigare" del quale ragionavano i costituenti e le condizioni inumane degli hotspot.
Ancora, il diritto di asilo e' da riconoscersi su un piano di effettivita', il che sfata qualsivoglia qualificazione come paese sicuro e accordi che solo retoricamente evocano i diritti umani, mentre, in omaggio a istanze securitarie, affidano la vita delle persone a regimi autoritari.
Lo stato di diritto e i poteri. La separazione dei poteri e' cardine di ogni costituzione, imprescindibile struttura della democrazia e del costituzionalismo nel limitare il potere e garantire i diritti. Abbiamo ancora bisogno di Montesquieu per ricordare che "se fosse unito con il potere esecutivo, il giudice potrebbe avere la forza di un oppressore" (e viceversa), mentre la sua indipendenza garantisce il rispetto dei diritti e dei limiti da parte di tutti?
L'epoca del sovrano - capo o premier che sia - legibus solutus non e' ora. Governo e Parlamento sono tenuti al rispetto della Costituzione, delle norme costituzionali e del diritto comunitario ed internazionale sovraordinato alle fonti primarie.
Non e' una questione "tecnica": le forme sono barriere a tutela dei soggetti piu' deboli (Tocqueville). L'insofferenza per i limiti, per i diritti, e' tipica del dominio, della violenza e della sopraffazione, che secoli di tradizione giuridica ascrivibile alla storia del costituzionalismo e, in senso ampio, alla storia dell'emancipazione e dell'eguaglianza, hanno cercato di scongiurare.
Le migrazioni rappresentano una delle linee di faglia del futuro, se non la linea. La resistenza sul fronte dei diritti di tutti e' il primo passo per restare umani e per contrastare la costruzione di cittadelle autoritarie fondate su esclusioni e confini, interni ed esterni, sociali e politici; alla "guerra ai migranti" occorre sostituire il conflitto sociale agito dal basso con i migranti.
3. REPETITA IUVANT. PORTIAMO A COMPIMENTO L'INIZIATIVA DI DAVID SASSOLI PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Il 23 agosto 2021 David Sassoli, l'indimenticato Presidente del Parlamento Europeo che sarebbe deceduto pochi mesi dopo nel gennaio 2022, tenne una conferenza stampa in cui annuncio' il suo personale impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da quasi mezzo secolo prigioniero innocente.
L'iniziativa di David Sassoli si ricollegava idealmente a due precedenti importanti pronunciamenti del Parlamento Europeo, del 1994 e del 1999.
E si collegava anche al movimento che in Italia in quel momento riproponeva con forza l'esigenza e l'urgenza che Leonard Peltier venisse finalmente liberato.
In un suo tweet che accompagnava e sintetizzava la conferenza stampa del 23 agosto 2021 David Sassoli dichiarava, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
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Lanciamo un appello a riprendere e portare a compimento quell'iniziativa di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier.
Chiediamo a chi legge questo appello:
a) di aderirvi, inviandone notizia agli indirizzi e-mail: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com
b) di diffonderlo ulteriormente;
c) di scrivere direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier: le lettere (il cui testo puo' anche essere semplicemente "Free Leonard Peltier") possono essere inviate attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/
d) di promuovere ove possibile iniziative di informazione, coscientizzazione, mobilitazione democratica e nonviolenta per la liberazione di Leonard Peltier che lo scorso 12 settembre ha compiuto 79 anni di cui 47 trascorsi in prigione da vittima innocente di una scellerata persecuzione.
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Per un'informazione essenziale:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002.
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
Nella rete telematica e' disponibile una notizia sintetica in italiano dal titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".
Ulteriori materiali di documentazione possono essere richiesti scrivendo ai nostri indirizzi di posta elettronica: freepeltierviterbo at tiscali.it e centropacevt at gmail.com
4. APPELLI. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" DI VITERBO FA PROPRIO E RILANCIA L'APPELLO DI ROMA: "PRESIDENTE BIDEN, LIBERI LEONARD PELTIER DA 47 ANNI PRIGIONIERO INNOCENTE"
In occasione del settantanovesimo anniversario della nascita di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente, da Roma e da altre citta' del Lazio e' stato diffuso un appello al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' all'eroe perseguitato universalmente noto come "il Nelson Mandela americano".
L'associazione "Respirare" di Viterbo fa proprio e rilancia l'appello di Roma: "Presidente Biden, liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente".
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Di seguito il testo integrale dell'appello.
Presidente Biden,
liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente.
Lei sa che il 12 settembre 2023 Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, ha compiuto 79 anni, dei quali gli ultimi 47 trascorsi in carcere, condannato per un delitto che non ha commesso.
Lei sa che Leonard Peltier e' innocente.
Lei sa che le cosiddette "testimonianze" contro Leonard Peltier si sono dimostrate false.
Lei sa che anche le cosiddette "prove" contro Leonard Peltier si sono dimostrate false.
Lei sa che lo stesso Procuratore capo dell'accusa che ottenne la condanna di Leonard Peltier ha poi riconosciuto e dichiarato che fu un errore giudiziario e Le ha scritto per chiederLe di concedere la grazia e liberare Leonard Peltier.
Lei sa che lo scorso anno una Commissione giuridica ad hoc dell'ONU ha riesaminato l'intero processo ed ha concluso che Leonard Peltier deve essere liberato.
Lei sa che milioni di persone di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: persone come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, persone come papa Francesco e il Dalai Lama.
Lei sa che innumerevoli associazioni democratiche della societa' civile di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: associazioni prestigiose come Amnesty International.
Lei sa che un gran numero di istituzioni e di rappresentanze istituzionali di tutto il mondo hanno chiesto che Leonard Peltier sia liberato: istituzioni rilevanti come il Parlamento Europeo e rappresentanti istituzionali qualificati come i Sindaci di molte grandi citta'.
Lei sa che Leonard Peltier e' anziano e gravemente malato, e che anche dal carcere, in condizioni di estrema oppressione e sofferenza, ha costantemente continuato ad impegnarsi in difesa dei popoli oppressi, in difesa dei diritti umani, in difesa della Madre Terra, con la sua parola autorevole di martire perseguitato e di uomo di profonda spiritualita', con la poesia, con la pittura, con le attivita' educative e benefiche che con l'aiuto dei suoi sostenitori ha promosso a vantaggio dei piu' bisognosi di aiuto.
Lei ha il potere di liberare Leonard Peltier attraverso lo strumento della grazia presidenziale; Lei ha il potere di restituire la liberta' a un uomo innocente che ha subito una semisecolare crudelissima persecuzione, una lunghissima ingiustissima prigionia; Lei ha il potere di metter fine a un enorme scandalo, un'enorme assurdita', un'enorme iniquita'; Lei ha il potere di far finalmente prevalere la verita', la giustizia, l'umanita' liberando Leonard Peltier. Usi la prerogativa della grazia presidenziale e liberi finalmente Leonard Peltier: l'umanita' intera attende questo momento.
Presidente Biden,
liberi Leonard Peltier da 47 anni prigioniero innocente.
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Questo il testo integrale dell'appello.
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a diffonderlo ulteriormente.
Invitiamo ogni persona di volonta' buona a scrivere direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere la liberazione di Leonard Peltier: le lettere (il cui testo puo' anche essere semplicemente "Free Leonard Peltier") possono essere inviate attraverso la pagina web dedicata del sito della Presidenza degli Stati Uniti d'America: www.whitehouse.gov/contact/
L'associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 27 settembre 2023
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
5. REPETITA IUVANT. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA
Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
*
Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
*
l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
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Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
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In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
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Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo agosto 2023
6. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
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E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
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Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
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A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
7. HERI DICEBAMUS. UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024: UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE E CONTRO IL RAZZISMO
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
La politica dell'Unione Europea e' oggi caratterizzata da due orrori.
Il primo: la persecuzione dei migranti: col sostegno alle dittature che li imprigionano in condizioni disumane; con l'appalto ai poteri mafiosi in regime di monopolio della mobilita' per chi e' in fuga da guerre, dittature, fame e miseria; con la reclusione nei lager sia nei paesi di transito che in Europa; con la strage degli innocenti nel Mediterraneo; con lo schiavismo e l'apartheid in Europa. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
Il secondo: il sostegno alla prosecuzione della guerra in Ucraina che ogni giorno provoca altre stragi: con l'incessante fornitura di armi si alimenta la guerra e s'impedisce l'avvio di trattative di pace, e si contribuisce cosi' sia alla prosecuzione dello sterminio della popolazione ucraina vittima della guerra, sia all'escalation verso una guerra atomica che puo' mettere fine all'intera umanita'. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni politiche europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
I vertici dell'Unione Europea si sono peraltro ormai completamente prostituiti alla Nato, l'organizzazione terrorista e stragista che per conto del governo razzista e imperialista degli Stati Uniti d'America opera, dalla fine della Guerra fredda e con sempre maggiore intensita' ed accelerazione, per destabilizzare, asservire o distruggere non solo singole parti del continente europeo ma l'Europa intera. Abolire la Nato e' palesemente l'urgenza delle urgenze per dare all'Europa un futuro di pace.
Il Parlamento Europeo potrebbe e dovrebbe operare per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della biosfera, ma attualmente e' anch'esso complice della furia razzista e della furia bellica che si e' incistata nei governi dei paesi europei e nei vertici di tutte le istituzioni politiche europee.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
E l'Italia rischia di essere rappresentata unicamente da partiti fascisti, razzisti e bellicisti.
Esplicitamente fascista, razzista, bellicista ed ecocida e' tutta l'area governativa italiana.
Razzista si e' dimostrato il partito grillino, che durante la prima esperienza di governo ha condiviso e sostenuto la scellerata politica di brutale persecuzione dei migranti da parte del capo leghista che di quel governo era vicepresidente, ministro e magna pars.
Tragicamente bellicista e' il Pd (e quindi di fatto anche coloro che ad esso subalterni con esso si alleano e che pertanto al di la' del velame dei vaniloquenti proclami portano voti al partito della guerra in cambio di qualche scranno e prebenda).
Questa la triste e trista situazione.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Che fare, quindi?
Io credo che occorra costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo.
Nonviolenta: che cioe' faccia della scelta della nonviolenza la discriminante fondamentale. La nonviolenza essendo l'unica lotta nitida e intransigente, concreta e coerente, contro tutte le violenze e le oppressioni; la nonviolenza essendo il fondamentale strumento teorico e pratico a disposizione della lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Per la pace: e quindi per il disarmo integrale e l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.
Contro il razzismo: e quindi per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, poiche' siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
E dire lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo significa dire una lista femminista ed ecologista, socialista e libertaria, delle classi sociali sfruttate e rapinate, delle oppresse e degli oppressi.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Se vogliamo aprire una riflessione comune e autentica, democratica e partecipata, fra tutte le persone e le esperienze disposte a riconoscersi in una prospettiva nonviolenta, femminista, ecologista, socialista e libertaria, per portare nel Parlamento Europeo la voce delle oppresse e degli oppressi e la lotta per la pace, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera, il momento e' adesso.
Prenda la parola ogni persona ed ogni esperienza interessata.
Si promuovano ovunque possibile incontri di riflessione.
8. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
9. REPETITA IUVANT. TRE TESI
La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
10. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it
11. REPETITA IUVANT. SOLIDALI CON LE DONNE IRANIANE NELLA LOTTA NONVIOLENTA PER I DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI
Siamo solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessi la repressione del movimento democratico e nonviolento delle donne - e degli uomini postisi alla loro sequela - che si riconosce nel motto "Donna, vita, liberta'", che siano liberate e liberati tutte le prigioniere e tutti i prigionieri politici, che cessi la violenza maschilista di stato, e che siano riconosciuti, rispettati e difesi tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nessuna autorita' e' legittima se non rispetta la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
12. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
13. LIBRI. ROBERTO BARZANTI: NATALIA GINZBURG NEL LABIRNTO DI PROUST: IL LAVORO EDITORIALE ALLA EINAUDI, 1943-1952
[Dal quotidiano "Il manifesto" del primo ottobre 2023 riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo dal titolo "Natalia Ginzburg nel labirinto di Proust: il lavoro editoriale alla Einaudi, 1943-1952" e il sommario "Editoria del '900. "Con assoluta sincerita'". Il lavoro editoriale di Natalia Ginzburg (1943-1952), da Firenze University Press"]
"Pero' perche' quando uno scrive giovane c'e' una mano che corregge giovine? Saranno state le mani di Paolo Serini?": e' una domanda che Natalia Ginzburg formula a chiusa della postfazione inserita nella ristampa einaudiana (1969) dell'ouverture della Recherche du temps perdu di Marcel Proust: La strada di Swann. La traduzione di Natalia, uscita nel 1946, fu una delle prime integrali in italiano dell'opera. Il quesito contiene un problema fondamentale della fatica iniziata tanti anni prima dalla giovane poco piu' che ventenne. Natalia, infatti, era gia' stata incaricata - nel '37, a sua memoria - di applicarsi a un'impresa di enorme difficolta' e la nuova richiesta sarebbe stata un esordio, che rafforzava l'accettazione della proposta avanzata alla "Gentile Signora" dallo stesso Giulio Einaudi in una lettera dell'11 agosto 1943, con la quale puntava ora su La prisonniere e Albertine disparue chiedendo solo un accordo di massima teso a proseguire un impegno iniziale: "Sarei lieto intanto - aggiungeva - di avere notizie di Du cote' de chez Swann, che le affidai nel 1938. Il contratto che ho stretto con Gallimard m'impone di pubblicarlo entro breve e vorrei metterlo in stampa entro quest'anno".
Sostituire giovane con giovine nell'edizione della "Nue" (1963) curata dall'autorevole francesista Serini, e' un dettaglio minimo della volonta' di optare, quanto al lessico, su un vocabolario prezioso, da "belle epoque" (Vasarri), contraddicendo le finalita' di un progetto da offrire a un popolo non ansioso di soluzioni sofisticate. E' uno spiraglio che induce a immaginare il non rassegnato fervore del laboratorio improvvisato a Pizzoli, il paesino abruzzese, dove Natalia, affaccendata nei doveri di moglie ma instancabile nella scrittura letteraria, trascorreva insieme a Leone gli anni di confino inflitti dal 1940 al marito. Che in una missiva indirizzata a Luigi Salvatorelli ne tratteggia un quadro commovente: "Per fortuna c'e' Natalia; ma stare continuamente con i bambini la assorbe molto, e spesso la stanca; cio' non le impedisce pero' di vincere spesso la stanchezza e - la sera, quando i bambini sono a letto - mettersi a tavolino davanti a me, che traduco o correggo bozze, e lavorare per conto suo a una novella o a una traduzione: sono, quelle, le nostre ore migliori".
Su questa esperienza e sulle vicende che la segnarono dopo la morte di Leone a Regina Coeli, in conseguenza di feroci torture, nel febbraio 1944, disponiamo ora di una ricerca straordinaria elaborata da Giulia Bassi, tanto filologicamente ricca quanto puntualmente narrativa: "Con assoluta sincerita'". Il lavoro editoriale di Natalia Ginzburg (1943-1952) (Firenze University Press, USiena press, pp. 196, euro 26). In essa si intrecciano tre piani che rispondono alle tre strade in cui si manifesta la personalita' di Natalia: traduttrice, redattrice, scrittrice. Il rapporto con la magmatica opera di Proust e' certo uno dei filoni piu' affascinanti e i capitoli del libro si snodano ordinati consentendo di approfondire la conoscenza in ogni fase fino all'intera pubblicazione dei sette volumi della Recherche portata a compimento nel 1949 giovandosi di piu' traduttori. I criteri basilari della traduttrice sono il massimo di fedelta' possibile al testo e la calzante esattezza nella scelta dei termini: indirizzi tutt'altro che semplici da osservare. Poiche' c'era qualcosa di piu' da aver presente: "Tradussi le prime pagine - scrive Natalia nel '63 -, avanzando cosi' alla cieca, inoltrandomi nel labirinto di quelle frasi lunghissime, curiosa piu' di me che del senso di quelle frasi". Leone gli consiglio' da subito di procedere lentissimamente, di consultare i vocabolari anche quando sarebbe sembrato superfluo. La traduzione delle sezioni dedicate a Swann, le sole che affronto', si inframmezzo' con altri compiti: duro' otto anni. Conciliare l'architettura sintattica del capolavoro con la predilezione per una prosa asciutta e spoglia, fu arduo. Si trattava di conservare il "tono" di una sinfonia e di non cedere a amplificazioni che non rispecchiassero cose e fatti, caratteri e sentimenti reali. A contatto con lo stile di Proust era lo stesso stile di Natalia a formarsi. Lo sliricamento su cui si e' soffermato Debenedetti rischiava talvolta di perdere il tono musicale. La colloquialita' domestica doveva avere un ritmo ben diverso dagli allusivi scambi aristocratici. Sia Lessico famigliare che La famiglia Manzoni risentono della spinta a indagare tra le pieghe di assetti dinastici complessi come quelli del genio d'Oltralpe. Per dimostrare la plausibilita' dell'accostamento occorrerebbero tabelle comparative che allineassero il testo di partenza (e le sue varianti) con gli esiti via via costruiti.
Presso Einaudi la Ginzburg - vice-consulente dal 1945 - assolse il ruolo di selezionatrice di testi letterari ("Della narrativa si occupa soltanto Natalia" dichiara Pavese a Muscetta nel '48). Partecipa attivamente - la prima volta il 9 novembre 1949 - alle famose riunioni editoriali del mercoledi', unica donna in un tribunalizio consesso maschile. Nelle 306 riunioni delle quali sono stati editi i verbali e' presente in settanta, fino al '53, quando segue il marito Gabriele Baldini, direttore dell'Istituto italiano di cultura a Londra. I pareri che Natalia sforna sono accolti con somma attenzione: somigliano a sentenze di primo grado. Il temperamento schietto che l'animava escludeva giri diplomatici. Un manoscritto era nella sua ottica bello o brutto, grigio o vitale. Non aveva riguardi neppure per un amico stimatissimo. Su Giovanni e le mani di Franco Fortini e' esplicita: "A me non piace, io sono contraria. C'e' qualcosa di un po' bello in ultimo, ma tutta la prima parte mi sembra piovigginosa, lumacosa". Il carteggio con Silvio Micheli ha un'evidenza rara. Di alcune sue scoperte Natalia e' entusiasta e fiera. L'Agnese va a morire (1949) l'accende di ammirazione, per non dire di Menzogna e sortilegio ('48), che inaugura i "Supercoralli". Dopo la morte di Pavese (1950) il suo esame della narrativa e' condiviso essenzialmente con Fonzi e con Vittorini, del quale ha una certa soggezione, soprattutto in merito ai "Gettoni". Giulia Bassi nelle stringate conclusioni coinvolge canoni di genere. Sostiene che la risolutezza decisionale di Natalia rovescia "una gerarchia tra i sessi prestabilita che attribuiva all'uomo una maggiore responsabilita'". Natalia non si prefiggeva di proposito e tanto meno ideologicamente questo scopo: "Del resto i libri non ha importanza chi li scrive, se gli uomini o le donne. Purche' ci sia qualcuno che li scrive" (1946).
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 283 del 10 ottobre 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che negli anni Ottanta ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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