[Nonviolenza] Telegrammi. 4962



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4962 del 19 settembre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Il 21 settembre 2023 ricorre il novantottesimo anniversario della nascita di Alfio Pannega
2. Jourdan Bennett-Begaye e Pauly Denetclaw: "I just want to free my dad, Leonard Peltier"
3. Jordynn Paz: "A stain of injustice": hundreds gather, 35 arrested in front of White House calling for release of Leonard Peltier
4. Darren Thompson: More than 30 Arrested in Washington, D.C. at Leonard Peltier Demonstration
5. Esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
6. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
7. Una proposta per le elezioni europee del 2024: una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. MEMORIA. IL 21 SETTEMBRE 2023 RICORRE IL NOVANTOTTESIMO ANNIVERSARIO DELLA NASCITA DI ALFIO PANNEGA

Il 21 settembre 2023 ricorre il novantottesimo anniversario della nascita di Alfio Pannega, indimenticabile antifascista, poeta e militante, comunista libertario ed amico della nonviolenza, che ci ha lasciato il 30 aprile 2010 ma e' ancora vivo nella memoria di quanti lo hanno conosciuto, gli hanno voluto bene, gli sono stati compagni nelle lotte necessarie contro tutte le menzogne e le oppressioni, in difesa della vita, della dignita' e dei diritti di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Nell'approssimarsi di questo genetliaco lo ricordiamo con gratitudine che non si estingue, e ne proponiamo la figura, l'opera, la testimonianza ad ogni persona di volonta' buona come esempio e appello alla lotta per il bene comune, per la condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e tutti i beni, per la pace che salva le vite, per la giustizia che nessuno abbandona e tutti e tutto accudisce, per la liberazione e la salvezza comune.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi unitevi nell'impegno comune per la salvezza dell'intera umanita' e dell'intero mondo vivente.
*
Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha sovente con forte empatia rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata fin qui disattesa.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, 4089-4091, 4235-4236, 4452, 4455-4458, 4599-4601, 4819-4821, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-206, 213, 437-438, 445-446, i fascicoli de "La biblioteca di Zorobabele" nn. 430-433.

2. DOCUMENTAZIONE. JOURDAN BENNETT-BEGAYE E AND PAULY DENETCLAW: "I JUST WANT TO FREE MY DAD, LEONARD PELTIER"
[Dal sito sourcenm.com riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 14 settembre 2023 dal titolo "I just want to free my dad, Leonard Peltier" e il sommario "35 arrested at the Free Leonard Peltier 79th Birthday Action in Washington".
Jourdan Bennett-Begaye, Dine', is editor of ICT and based in its Washington bureau. She is the first woman to be the chief news executive and top editor of the 40-year-old newspaper and website. Bennett-Begaye's Grey's Anatomy obsession started while attending the S.I. Newhouse School of Public Communications.
Pauly Denetclaw, a citizen of the Navajo Nation, is Haltsooi' (Meadow People) born for Kinyaa'a'anii (Towering House People). An award-winning reporter based in Gallup, New Mexico, she has worked for the Navajo Times and Texas Observer covering Indigenous communities, and her radio pieces have aired on KYAT, National Native News, NPR's Latino USA and Texas Public Radio. She is a board member of the Native American Journalist Association]

White House - A young Indigenous girl walked through Lafayette Park in front of the White House with an American Indian Movement flag. Her tiny frame held the six-foot bamboo stake steady as the flag blew in the wind. A stark reminder of how many generations the movement to free Leonard Peltier from prison has gone on.
On Tuesday, NDN Collective, a national Indigenous-led organization, and Amnesty International, held the Free Leonard Peltier 79th Birthday Action in Washington, D.C., to demand clemency for the Native American rights activist who has been incarcerated for nearly five decades.
Hundreds attended the peaceful rally where prayer songs echoed and at times people danced, but still thirty-five demonstrators were arrested, according to NDN Collective. At one point the U.S. Park Police brought out a sonic weapon and U.S. Secret Service created a barrier of agents on the sidewalk.
"Our goal with this event is to raise awareness and bring attention to the plight of Leonard Peltier and his incarceration. Because we're at a point in time where the Biden administration has made it a priority for Native American civil rights, and yet the longest living political prisoner in American history, who is Indigenous, is still in there," said NDN Collective President and CEO Nick Tilsen, Oglala Lakota. "And so we're calling upon (President Joe) Biden and the Biden administration to release Leonard. This is a priority for Indian Country."
Leonard maintains he did not commit the 1975 murder of two FBI agents on Oglala Lakota land.
Context in this case matters. It happened during the Reign of Terror where dozens of Indigenous people were murdered, found dead or just disappeared from the Pine Ridge Indian Reservation. This happened in the years after the 71-day occupation of Wounded Knee where AIM leaders seized control of the area and declared it the Independent Oglala Nation. The stand off between AIM and the federal government was at times violent.
From 1973 to 1976, the FBI targeted and harassed Indigenous activists in the area. During these years there were more than 60 murders and Pine Ridge had the highest murder rate per capita in the country.
The 1975 murders in question took place during a shootout between Indigenous activists and the two FBI agents. The federal government didn't have enough evidence to charge Leonard with murder. He was charged with aiding and abetting the murder of federal officers and a seven-year sentence for an escape attempt.
"If he was tried today, no way he gets convicted," Kevin Sharp, Leonard's attorney and former federal judge, told ICT. "That is not the law today. The violations that law enforcement committed, that the US Attorney's Office committed at that time, the threats, the intimidation is a constitutional violation."
This is why many call Leonard, Turtle Mountain Ojibwe, a political prisoner and are demanding President Biden grant him clemency.
"We're not asking for a pardon," Sharp said. "Pardon would require someone to admit that he committed a crime, which he did not. But he is clearly a prisoner of politics. This is about politics. So, it's the politics that keep him there. But I think it's the politics that are going to free him."
Leonard's daughter, Kathy Peltier, attended the rally in Washington to demand freedom for her father, "a dad figure" she never had growing up. She advocates for his freedom to younger generations across the country and overseas.
Kathy, Navajo and Turtle Mountain Ojibwe, last saw her dad three years ago. It's difficult for her to calculate how many times she's seen him. She only knows that her and her siblings could only see him for a short time so most of the allotted visitor time for him could be spent with lawyers.
Leonard missed out on a lot of Kathy's firsts, said her mom, Ann Begaye, Navajo.
He missed her high school graduation at 18. Kathy is now 47.
"I was hoping my dad would be there. So when that day came and left, I was like, 'wow, he's gonna miss many more unless we get him freed.' So I just want to free my dad," Kathy said as her voice cracked. "I feel like it's too late for me, but get my dad freed for his grandkids. So they get to know who he is, as a person, and not just locked up behind those bars."
She also wished he could've been at ceremonies with her.
"When I first sat down, I wished my dad was right beside me to protect me in that circle," she said. "Just teachings of what I should know as a woman and him telling me this is your auntie. Those are the moments I wish he was able to do. A lot of my aunties have gone and are not too well. So I'm not able to learn about what they could teach me as a young Turtle Mountain woman. So I had to rely on my grandma's side and my auntie to teach me the Navajo side."
Kathy said she would have wanted to know both sides of who she is.
Under the hot sun with plenty of humidity was famed Native American rights leader and advocate Suzan Harjo, Cheyenne and Hodulgee Muscogee, her presence still larger than life and with her signature smile. She arrived at Pennsylvania Avenue behind the White House after demonstrators displayed a red and yellow banner, nearly as tall as (and perhaps taller than) the White House gates, painted, "President Biden, Free Leonard Peltier Now!"
Her message to Biden: "To reach deep, deep deep inside your heart. My old friend, Mr. Biden, and have all the compassion you can muster for my brother, Leonard Peltier. I'm pleading for family. I'm pleading for a relative. He's not just a cause to me. He's my family. Please, show compassion to this one man, this one Native man who needs to be free now. He wants to get out and look at the sky. He doesn't want to go out in a wooden box. He wants to go out where he can talk to people and breathe free air, he said. Let him do that. He's had two-thirds of his life behind bars. It's time. It's time."

3. DOCUMENTAZIONE. JORDYNN PAZ: "A STAIN OF INJUSTICE": HUNDREDS GATHER, 35 ARRESTED IN FRONT OF WHITE HOUSE CALLING FOR RELEASE OF LEONARD PELTIER
[Dal sito ndncollective.org riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 16 settembre 2023 dal titolo "" e il sommario "We're asking Biden for Executive Clemency. We will keep coming back to the White House and we'll be pressuring all parts of the government until we see justice for Leonard Peltier and see him come back with his family, community and people".
Jordynn Paz (she/her), Content Writer, is Apsaalooke (Crow) from Garryowen, Montana.  Trained as a journalist, Jordynn has covered Indigenous issues in Montana from MMIW to blood quantum and identity. Several of her feature stories addressed the impacts of losing mothers to the MMIWG2S crises as well as the complexities of Indigenous people missing on their traditional homelands. She received her bachelor's degree in Journalism and Native American Studies from the University of Montana in 2021. Jordynn is a board member of Four Points Media in Crow Agency, MT. She is a 2022-23 Apsaalooke Energy Justice Leadership Fellow with Plenty Doors Community Development Corporation and a 2023-24 Hugo Fellow for literary fiction with Hugo House in Seattle, WA]

On September 12, hundreds gathered on Piscataway lands in front of the White House to demand executive clemency for Leonard Peltier. A caravan of supporters, family, and loved ones departed after ceremony from Rapid City, South Dakota en route to Washington, D.C. - a 1,600 mile journey that arrived on Monday, September 11.
The action in front of the White House ended in the arrests of 35 Indigenous people and allies. NDN Collective partnered with Amnesty International for the direct action to demand President Joe Biden grant Peltier executive clemency.
Supporters and allies line up alongside the fence of the White House with a banner for President Biden. Photo by Willi White for NDN Collective.
Leonard Peltier has been a political prisoner for 48 years as the result of a flawed and corrupt legal system. Following the death of two FBI agents in a 1975 shoot-out on the Pine Ridge Indian Reservation, Peltier and two other Indigenous men were tried for their murders. While the two co-defendants who were tried in a separate trial before Leonard were acquitted of all charges due to self-defense, Leonard was charged with "aiding and abetting" in a separate trial, and with a juror who publicly admitted to being racist.
"If [Leonard] was tried today, no way he gets convicted," said Kevin Sharp in an ICT interview. Sharp is a former U.S. District Judge and legal counsel for Peltier, and was also present at the rally in front of the White House.
"The violations that law enforcement committed, that the US attorney's office committed at that time, the threats, the intimidations, the constitutional violations - Today, this case gets tossed," said Sharp, "1977 when it was tried, that was a different era. All that time has passed; One of the unfortunate things about the legal system is that it puts a high premium on finality even if we get it wrong, they like to say it's over."
For the past five decades, dozens of human rights organizations . including Amnesty International - and Indigenous communities have called attention to the injustice of Leonard's case and demanded his release.
In a statement shared with Amnesty International and NDN Collective leading up to the rally, Leonard wrote: "Time has twisted one more year out of me. A year that has been a moment. A year that has been a lifetime. For almost five decades I've existed in a cage of concrete and steel."
As supporters and relatives rallied together alongside the fence line of the White House, singers and dancers took to the street in front of them. Among those were members of the Kalpulli Yaocenoxti Mexica Aztec group representing the Indigenous Roots Cultural Center from St. Paul, Minnesota.
The Wambli Ska drum group, adorned in "Free Leonard Peltier" and American Indian Movement t-shirts, sang the traditional song of AIM. A 125-foot banner sewn by the NDN Creative Resistance team and volunteers read: PRESIDENT BIDEN: FREE LEONARD PELTIER NOW; another smaller banner read: ENOUGH IS ENOUGH, FREE LEONARD PELTIER.
Ongoing police presence including departments from the Secret Service and U.S. Park police had begun moving the crowd into Lafayette Park across the street until only those holding the final banner remained. Yet still, as police separated the crowd with a barrier, supporters and loved ones stayed rooting and singing for those standing along the White House fence line.
Thirty-five people were arrested by the U.S. Park police. Among those arrested were: NDN Collective CEO and President Nick Tilsen; actor and activist Dallas Goldtooth; Fawn Sharp, NCAI President and Vice President of the Quinault Indian Nation; Executive Director of Amnesty International USA, Paul O'Brien; and dozens of Indigenous organizers and allies. All arrestees have since been released.
"Getting arrested today, I'm resisting. I'm dissenting against the 48 years that Leonard Peltier has been illegally incarcerated by the United States government," said Nick Tilsen, CEO and President of NDN Collective. "I'm dissenting against the system, white supremacy, the police state and the system of incarceration and we're doing it in solidarity with Leonard Peltier."
"We're asking Biden for Executive Clemency," Tilsen continued just before his arrest. "We will keep coming back to the White House and we'll be pressuring all parts of the government until we see justice for Leonard Peltier and see him come back with his family, community and people."
Police removed organizers from the White House fence line one-by-one; however, those holding the line continued to bear the banner declaring ENOUGH IS ENOUGH with raised fists.
Fawn Sharp, President of the National Congress of American Indians and Vice President of the Quinault Indian Nation, kneeled before the line of Secret Service police with her hands up as fellow demonstrators were pulled away behind her. While those holding the banner were led away, Dallas Goldtooth and Nick Tilsen joined her, kneeling in support. Nick held an eagle staff high above his head.
"If there's an injustice, we have a sacred duty to come together and stand united, and I cannot thank you enough for coming from all over the planet to this very moment," Fawn said. "We are here with intention. We are here with purpose and 79 years ago on this very day a warrior was born, and for 79 years this warrior, a relative, our elder walked these lands with purpose, with a fire, with a special calling upon his life and he has galvanized a movement for justice in the United States. So I want to stand here today with you as we celebrate our elder."
Nick, Fawn, and Dallas, were among the last to be escorted away by police.
"I was proudly arrested calling for the liberation of Leonard Peltier. His continued incarceration is a stain of injustice that demands action by President Biden," said Dallas, who is a Bdewakantunwan Dakota & Dine' organizer and actor.
While there have been many demonstrations held in support of Leonard and demanding his freedom, this was one of the largest efforts made in recent years on his behalf. The caravan moved hundreds of people from South Dakota, North Dakota, and Minnesota all the way to DC where additional organizers waited.
The event on Tuesday garnered hundreds of supporters on the ground and thousands more online. Live streams of the action were shared on NDN Collective's social media platforms where people around the world tuned in.
"The caravan, the letters, the coming together of 'OG' organizers and young people was extremely powerful," said Demetrius Johnson, Dine' and Media Contributor for The Red Nation. "A truly beautiful day to celebrate uncle Leonard's birthday and I hope he knows it."
The Red Nation is a grassroots Indigenous organization dedicated to the liberation of all Native people, and has organized and participated in several actions calling for the release of Leonard Peltier, also producing several podcast episodes on this topic.
"I've never seen any kind of on the ground action like this before for Leonard Peltier - it's definitely the biggest thing I've seen," said Justine Teba, Tesuque Pueblo and media contributor for the Red Nation and Red Media. "I was there last year with Rachel Thunder and AIM when they did the walk for Leonard Peltier and this is the most people I've ever seen. It was really great and inspiring."
"I feel exhausted right now but it reminds me of how exhausted I am after dancing for feast. That prayer was there, it was really powerful, and I feel fulfilled because what I came out here to do is now done," Teba continued. "I know the number one thing I can do is try to spread the word as much as possible. I know there's people out there who remember Leonard and need to be reminded that he's still locked up for something he didn't do. I feel really hopeful, especially because so many young people were there, that was the defining aspect of this whole thing. NDN Collective, with their media reach, is going to have a huge impact on this."
The White House has yet to comment on Tuesday's collective action or on the status of Leonard's freedom. NDN Collective, its partners, and supporters of Leonard will continue the fight for his freedom until he is released. Please stay tuned for updates on his case or join the fight by calling or emailing the White House, writing to representatives and senators, signing the Native Organizers Alliance petition, or writing directly to Leonard himself. All information is below for ways to support the campaign to FreeLeonardPeltier.
*
OUR WORK ISN'T OVER. NOW IS THE TIME TO APPLY PRESSURE TO FREELEONARDPELTIER. HERE ARE THE WAYS YOU CAN HELP:
Call the White House at (202) 456-1111
Email The White House at: whitehouse.gov/contact
Write your Reps & Senators - ask them to urge @POTUS to #FreeLeonardPeltier: https://ndnco.cc/FindYourRep
Sign & Share Native Organizer Alliance-s Petition: ndnco.cc/signtofreeleonard
Write to Leonard Peltier: LEONARD PELTIER #89637-132, USP COLEMAN I, P.O. BOX 1033, COLEMAN, FL 33521
Watch and Share: X Spaces conversation featuring @HollyMacarro & @NickTilsen co-hosted with @amnestyusa: https://ndnco.cc/3ONZMdP

4. DOCUMENTAZIONE. DARREN THOMPSON: MORE THA 30 ARRESTED IN WASHINGTON, D.C. AT LEONARD PELTIER DEMONSTRATION
[Dal sito nativenewsonline.net riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 12 settembre 2023 dal titolo "More than 30 Arrested in Washington, D.C. at Leonard Peltier Demonstration" e il sommario "More than 30 people were arrested and cited by local police in Washington, D.C. for blocking a sidewalk during a demonstration in front of the White House demanding the release of 79-year-old federal prisoner Leonard Peltier, who is currently serving two consecutive life sentences for the murder of two FBI agents on the Pine Ridge Indian Reservation".
Darren Thompson (Lac du Flambeau Ojibwe) is a staff reporter for Native News Online who is based in the Twin Cities of Minnesota. Thompson has reported on political unrest, tribal sovereignty, and Indigenous issues for the Aboriginal Peoples Television Network, Indian Country Today, Native News Online, Powwows.com and Unicorn Riot. He has contributed to the New York Times, the Washington Post, and Voice of America on various Indigenous issues in international conversation. He has a bachelor's degree in Criminology & Law Studies from Marquette University in Milwaukee, Wisconsin]

Today, 35 people were arrested and cited for violations in Washington, D.C., during a planned demonstration near the White House advocating for the release of Leonard Peltier from federal prison.
The organized demonstration took place near Lafayette Square, a public park just north of the White House, bringing hundreds of supporters to push an organized message to President Biden to free Peltier from prison on his 79th birthday.
"For 79 years, this warrior, a relative, our elder, walked these lands with purpose, with a fire, and with a calling, a special calling upon his life, and he has galvanized a movement for justice in the United States," said NCAI President Fawn Sharp at Tuesday's rally in front of the White House. "I want to stand here with you, as we celebrate, our Elder, as we celebrate the sacred day he was born."
Among those arrested were "Reservation Dogs" actor Dallas Goldtooth, NDN Collective CEO Nick Tilson, National Congress of American Indians President Fawn Sharp, Amnesty International USA Executive Director Paul O'Brien, Chris White Eagle, and Hermus Betteyoun for blocking a sidewalk. The arrests all came with a $50 citation and no one was taken to jail.
"Getting arrested today, I'm resisting; I'm dissenting against the 48 years that Leonard Peltier has been illegally incarcerated by the United States government," Tilsen said  in a statement. "I'm dissenting against the system, white supremacy, the police state and the system of incarceration and we're doing it in solidarity with Leonard Peltier."
NDN Collective and Amnesty International USA organized an event in Washington to increase awareness and pressure on releasing Peltier, 79, Turtle Mountain Band of Chippewa citizen from North Dakota.
Peltier was convicted for two counts of first-degree murder of two Federal Bureau of Investigation officers on the Pine Ridge Indian Reservation on June 26, 1975. In 1977, he was later sentenced after a trial, and other legal proceedings, including his extradition from Canada after the shootout, that supporters have said unjustly convicted and sentenced Peltier. He is serving two consecutive life sentences.
Peltier wrote a statement to be read in front of the White House saying that he hopes to breath free air before he dies. "There is a lot of work left to do," Peltier wrote. "I'd like to get out there to join you in doing it."
Peltier's supporters have said that he has been unjustly incarcerated for nearly 50 years. He is currently being held at United States Penitentiary Coleman, a maximum-security prison in Coleman, Florida.
"We're asking President Joe Biden for Executive Clemency," Tilsen said. "We will keep coming back to the White House, and we'll be pressuring all parts of the government until we see justice for Leonard Peltier and see him come back with his family, community and people."
Amnesty International considers Peltier to be a political prisoner and many Indigenous leaders consider him to be the longest-serving Indigenous political prisoner in the U.S. Peltier has exhausted all post-conviction remedies available to him, including all parole requests, and former President Barack Obama denied a clemency request by Peltier in 2017.
Then, former FBI agent Ed Woods, a long-time opponent of Peltier, issued a statement thanking former President Obama, saying, "We are collectively grateful, and humbled, that you chose not to grant commutation to Leonard Peltier," Woods said in a statement. "His brutal attack and murder of two young FBI Agents and his remorseless public statements support that justice should continue as he serves the remainder of his lawful conviction and sentence."
The Washington, D.C., rally was the last stop of a caravan that began at the location of the 1975 shootout in Oglala, South Dakota on the Pine Ridge Indian Reservation and traveled through Rapid City, Minneapolis, Chicago, and Pittsburgh.
Renowned Native American activist Suzan Harjo, who is the President of the Morning Star Institute, former leader of the National Congress of American Indians, a founding trustee of the National Museum of the American Indian and a Presidential Medal of Freedom recipient, urged Biden to release Peltier in a letter on Tuesday.
"It is with deep appreciation for all you have done to uplift Native Peoples that I write to urge that you use your constitutional power to allow Leonard Peltier to live out his remaining years as a free man," Harjo wrote. "Now in his 47th year of incarceration, he has served a longer sentence than most principals in murder convictions, nearly two-thirds of his life thus far. The gross injustice of Mr. Peltier's long incarceration has been recognized by both federal prosecutors who handled his case and the most prominent human rights voices in the world."
Although the Democratic National Committee unanimously approved a resolution in September 2022 asking President Biden to consider clemency for Peltier, the administration has been tight-lipped about any decisions regarding clemency. Deb Haaland, the current Secretary of the Interior, has previously advocated for Peltier's release, but as a Congresswoman. She has not issued any statements regarding his release as the Secretary of the Interior.

5. REPETITA IUVANT. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA

Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
*
Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
*
l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
*
Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
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In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
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Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo agosto 2023

6. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA

Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
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E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
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Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
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A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

7. REPETITA IUVANT. UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024: UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE E CONTRO IL RAZZISMO

Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
La politica dell'Unione Europea e' oggi caratterizzata da due orrori.
Il primo: la persecuzione dei migranti: col sostegno alle dittature che li imprigionano in condizioni disumane; con l'appalto ai poteri mafiosi in regime di monopolio della mobilita' per chi e' in fuga da guerre, dittature, fame e miseria; con la reclusione nei lager sia nei paesi di transito che in Europa; con la strage degli innocenti nel Mediterraneo; con lo schiavismo e l'apartheid in Europa. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
Il secondo: il sostegno alla prosecuzione della guerra in Ucraina che ogni giorno provoca altre stragi: con l'incessante fornitura di armi si alimenta la guerra e s'impedisce l'avvio di trattative di pace, e si contribuisce cosi' sia alla prosecuzione dello sterminio della popolazione ucraina vittima della guerra, sia all'escalation verso una guerra atomica che puo' mettere fine all'intera umanita'. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni politiche europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
I vertici dell'Unione Europea si sono peraltro ormai completamente prostituiti alla Nato, l'organizzazione terrorista e stragista che per conto del governo razzista e imperialista degli Stati Uniti d'America opera, dalla fine della Guerra fredda e con sempre maggiore intensita' ed accelerazione, per destabilizzare, asservire o distruggere non solo singole parti del continente europeo ma l'Europa intera. Abolire la Nato e' palesemente l'urgenza delle urgenze per dare all'Europa un futuro di pace.
Il Parlamento Europeo potrebbe e dovrebbe operare per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della biosfera, ma attualmente e' anch'esso complice della furia razzista e della furia bellica che si e' incistata nei governi dei paesi europei e nei vertici di tutte le istituzioni politiche europee.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
E l'Italia rischia di essere rappresentata unicamente da partiti fascisti, razzisti e bellicisti.
Esplicitamente fascista, razzista, bellicista ed ecocida e' tutta l'area governativa italiana.
Razzista si e' dimostrato il partito grillino, che durante la prima esperienza di governo ha condiviso e sostenuto la scellerata politica di brutale persecuzione dei migranti da parte del capo leghista che di quel governo era vicepresidente, ministro e magna pars.
Tragicamente bellicista e' il Pd (e quindi di fatto anche coloro che ad esso subalterni con esso si alleano e che pertanto al di la' del velame dei vaniloquenti proclami portano voti al partito della guerra in cambio di qualche scranno e prebenda).
Questa la triste e trista situazione.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Che fare, quindi?
Io credo che occorra costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo.
Nonviolenta: che cioe' faccia della scelta della nonviolenza la discriminante fondamentale. La nonviolenza essendo l'unica lotta nitida e intransigente, concreta e coerente, contro tutte le violenze e le oppressioni; la nonviolenza essendo il fondamentale strumento teorico e pratico a disposizione della lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Per la pace: e quindi per il disarmo integrale e l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.
Contro il razzismo: e quindi per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, poiche' siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
E dire lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo significa dire una lista femminista ed ecologista, socialista e libertaria, delle classi sociali sfruttate e rapinate, delle oppresse e degli oppressi.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Se vogliamo aprire una riflessione comune e autentica, democratica e partecipata, fra tutte le persone e le esperienze disposte a riconoscersi in una prospettiva nonviolenta, femminista, ecologista, socialista e libertaria, per portare nel Parlamento Europeo la voce delle oppresse e degli oppressi e la lotta per la pace, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera, il momento e' adesso.
Prenda la parola ogni persona ed ogni esperienza interessata.
Si promuovano ovunque possibile incontri di riflessione.

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Classici
- Luce Irigaray, Speculum. L'altra donna, Feltrinelli, Milano 1975, 1989, pp. 352.
- Simone Weil, La condizione operaia, Edizioni di Comunita', Milano 1952, Mondadori, Milano 1990, pp. 318.
- Virginia Woolf, Le tre ghinee, La Tartaruga, Milano 1975, Feltrinelli, Milano 1987, pp. 256.

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4962 del 19 settembre 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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