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[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 231
- Subject: [Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 231
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Sat, 19 Aug 2023 05:57:12 +0200
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 231 del 19 agosto 2023
In questo numero:
1. Esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
2. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
3. Una proposta per le elezioni europee del 2024: una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo
4. Ancora un appello per la liberazione di Leonard Peltier
5. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
6. Alcuni riferimenti utili
7. Ripetiamo ancora una volta...
8. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
9. Solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani
10. Monica Andolfatto: Laura Nota, ambasciatrice di inclusione e giustizia sociale. Storia di un corso universitario e di un percorso di ricerca e di vita
1. REPETITA IUVANT. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA
Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
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Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
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l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
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Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
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In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
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Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo agosto 2023
2. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
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E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
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Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
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A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
3. REPETITA IUVANT. UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024: UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE E CONTRO IL RAZZISMO
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
La politica dell'Unione Europea e' oggi caratterizzata da due orrori.
Il primo: la persecuzione dei migranti: col sostegno alle dittature che li imprigionano in condizioni disumane; con l'appalto ai poteri mafiosi in regime di monopolio della mobilita' per chi e' in fuga da guerre, dittature, fame e miseria; con la reclusione nei lager sia nei paesi di transito che in Europa; con la strage degli innocenti nel Mediterraneo; con lo schiavismo e l'apartheid in Europa. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
Il secondo: il sostegno alla prosecuzione della guerra in Ucraina che ogni giorno provoca altre stragi: con l'incessante fornitura di armi si alimenta la guerra e s'impedisce l'avvio di trattative di pace, e si contribuisce cosi' sia alla prosecuzione dello sterminio della popolazione ucraina vittima della guerra, sia all'escalation verso una guerra atomica che puo' mettere fine all'intera umanita'. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni politiche europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
I vertici dell'Unione Europea si sono peraltro ormai completamente prostituiti alla Nato, l'organizzazione terrorista e stragista che per conto del governo razzista e imperialista degli Stati Uniti d'America opera, dalla fine della Guerra fredda e con sempre maggiore intensita' ed accelerazione, per destabilizzare, asservire o distruggere non solo singole parti del continente europeo ma l'Europa intera. Abolire la Nato e' palesemente l'urgenza delle urgenze per dare all'Europa un futuro di pace.
Il Parlamento Europeo potrebbe e dovrebbe operare per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della biosfera, ma attualmente e' anch'esso complice della furia razzista e della furia bellica che si e' incistata nei governi dei paesi europei e nei vertici di tutte le istituzioni politiche europee.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
E l'Italia rischia di essere rappresentata unicamente da partiti fascisti, razzisti e bellicisti.
Esplicitamente fascista, razzista, bellicista ed ecocida e' tutta l'area governativa italiana.
Razzista si e' dimostrato il partito grillino, che durante la prima esperienza di governo ha condiviso e sostenuto la scellerata politica di brutale persecuzione dei migranti da parte del capo leghista che di quel governo era vicepresidente, ministro e magna pars.
Tragicamente bellicista e' il Pd (e quindi di fatto anche coloro che ad esso subalterni con esso si alleano e che pertanto al di la' del velame dei vaniloquenti proclami portano voti al partito della guerra in cambio di qualche scranno e prebenda).
Questa la triste e trista situazione.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Che fare, quindi?
Io credo che occorra costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo.
Nonviolenta: che cioe' faccia della scelta della nonviolenza la discriminante fondamentale. La nonviolenza essendo l'unica lotta nitida e intransigente, concreta e coerente, contro tutte le violenze e le oppressioni; la nonviolenza essendo il fondamentale strumento teorico e pratico a disposizione della lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Per la pace: e quindi per il disarmo integrale e l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.
Contro il razzismo: e quindi per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, poiche' siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
E dire lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo significa dire una lista femminista ed ecologista, socialista e libertaria, delle classi sociali sfruttate e rapinate, delle oppresse e degli oppressi.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Se vogliamo aprire una riflessione comune e autentica, democratica e partecipata, fra tutte le persone e le esperienze disposte a riconoscersi in una prospettiva nonviolenta, femminista, ecologista, socialista e libertaria, per portare nel Parlamento Europeo la voce delle oppresse e degli oppressi e la lotta per la pace, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera, il momento e' adesso.
Prenda la parola ogni persona ed ogni esperienza interessata.
Si promuovano ovunque possibile incontri di riflessione.
4. REPETITA IUVANT. ANCORA UN APPELLO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni e' in prigione, condannato a vita per un crimine che non ha commesso.
Che non abbia commesso il crimine per cui e' stato condannato e' da molti anni cosa notoria.
E' stato incontrovertibilmente dimostrato che le cosiddette "testimonianze" contro di lui erano del tutto false.
E' stato incontrovertibilmente dimostrato che le cosiddette "prove" contro di lui erano del tutto false.
Lo stesso pubblico ministero che lo fece condannare ha successivamente chiesto la sua liberazione.
E la sua liberazione hanno chiesto milioni di persone, tra cui personalita' come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, associazioni umanitarie come Amnesty International, istituzioni come il Parlamento Europeo, la commissione giuridica ad hoc dell'Onu.
Ma Leonard Peltier e' ancora detenuto in un carcere di massima sicurezza, anche se il mondo intero sa che e' un innocente perseguitato, sa che e' un eroe dell'umanita'.
Dal carcere Leonard Peltier ha continuato a lottare per il suo popolo, per l'umanita' intera, per la Madre Terra: con la testimonianza, con la poesia, con la pittura, con opere di bene.
Ora e' vecchio e gravemente malato. Il 12 settembre compira' 79 anni.
E' assurdo che sia ancora in carcere.
E' orribile che sia ancora in carcere.
E' uno scandalo e una vergogna per l'intera umanita' che sia ancora in carcere.
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Ancora una volta chiediamo ad ogni persona di volonta' buona, ad ogni esperienza d'impegno per il bene comune, ad ogni umano istituto che voglia essere fedele al compito di difendere la vita, la dignita' e i diritti degli esseri umani, di far sentire la propria voce, di chiedere ancora una volta che Leonard Peltier sia liberato.
Chiediamo ad ogni persona senziente e pensante, ad ogni esperienza della societa' civile, ad ogni istituzione democratica, di esprimere pubblicamente la richiesta che sia liberato Leonard Peltier.
Chiediamo di scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere che conceda finalmente la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Messaggi a tal fine possono essere inviati attraverso la pagina ad hoc del sito della Casa Bianca: www.whitehouse.gov/contact/
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Per una informazione essenziale sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier segnaliamo ancora una volta due testi la cui lettura e' indispensabile:
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
Nella rete telematica e' disponibile in italiano una sintetica esposizione della vicenda di Leonard Peltier con il titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".
5. INIZIATIVE. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]
3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
*
ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/
6. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
7. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
8. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it
9. REPETITA IUVANT. SOLIDALI CON LE DONNE IRANIANE NELLA LOTTA NONVIOLENTA PER I DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI
Siamo solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessi la repressione del movimento democratico e nonviolento delle donne - e degli uomini postisi alla loro sequela - che si riconosce nel motto "Donna, vita, liberta'", che siano liberate e liberati tutte le prigioniere e tutti i prigionieri politici, che cessi la violenza maschilista di stato, e che siano riconosciuti, rispettati e difesi tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nessuna autorita' e' legittima se non rispetta la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
10. RITRATTI. MONICA ANDOLFATTO: LAURA NOTA, AMBASCIATRICE DI INCLUSIONE E GIUSTIZIA SOCIALE. STORIA DI UN CORSO UNIVERSITARIO E DI UN PERCORSO DI RICERCA E DI VITA
[Dal sito di "Articolo 21" riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 30 maggio 2022]
Nota introduttiva di Mariangela Gritta Grainer
L'appuntamento di questo mese della rubrica "Dalla parte di Lei" abbiamo scelto di dedicarlo a Laura Nota, docente di psicologia all'Universita' di Padova.
Monica Andolfatto dialoga con lei evidenziando il suo profilo, il suo lavoro e il suo impegno.
Ho conosciuto Laura Nota di persona lo scorso gennaio in occasione del ventennale di Articolo21 Sezione del Veneto, "Vent'anni al servizio della liberta', della verita' e della giustizia". Le abbiamo consegnato un premio speciale per il suo impegno fondato sui valori che contrastano le diseguaglianze, la disinformazione, la violenza, il linguaggio d'odio per la promozione di una societa' realmente inclusiva a partire dal mondo della formazione, cosi' come in quello del lavoro, anche giornalistico; per il suo impegno fondato sull'idea che sia necessario lavorare per collegare l'informazione alla conoscenza e alla cultura nelle sue diverse discipline, alla formazione, alla comunicazione e alla politica: per una riflessione e un'analisi della societa' e del mondo capaci di ridisegnare le priorita' dello sviluppo.
II Premio Nobel per la Pace per la prima volta e' stato assegnato a due giornalisti: la filippina Maria Ressa e il russo Dmitry Muratov. Si legge nelle motivazioni: "La liberta' di stampa e di espressione e' la condizione preliminare per la democrazia e una pace duratura". Era gia' apparso chiaro con la pandemia, lo e' ancora di piu' oggi con la guerra vicino a noi.
MGG
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"Reagire, contrapporsi a questa deriva sociale e culturale che in maniera subdola esalta l'individuo per indebolirlo, omologarlo, rinnegarlo. Serve ritrovare il senso della comunita', del noi, contro solitudine, separazione, isolamento. Serve fare squadra, rete, alleanze costruttive. Serve avere il coraggio di dire 'non nel mio nome'. Serve capire che nessuno si salva da solo. Chi dice il contrario lo fa perche' mira al potere, alla coercizione". E come sa fare squadra lei, nessuna. E nessuno.
Di Laura Nota colpisce lo sguardo. Attento, curioso e al contempo indagatore. Severo. Soprattutto generoso. Occhi sinceri e partecipi che guardano la realta' fatta di persone, di umanita', di condivisione. Occhi disincantati e intransigenti che fotografano con rigore scientifico, senza fare sconti a chicchessia o a chissa' cosa, la medesima realta' nella complessita' delle connessioni socio-economiche, culturali, storiche, tecnologiche.
Docente di psicologia all'universita' di Padova, originaria di Pordenone, sposata, una figlia, e' esigente e intransigente prima di tutto con se stessa. Trasmette l'entusiasmo e lo sforzo di continuare a credere che se tutte e tutti ci mettiamo il nostro piccolo contributo, la societa' puo' migliorare nella direzione dell'inclusione e della giustizia sociale. L'universita' non si puo' sottrarre. E lo ha dimostrato in concreto.
Nel ruolo di delegata del rettore all'Inclusione e alla Disabilita', fra il 2015 e il 2021, non a caso ha avviato il progetto "Universita' inclusiva" (Universita' inclusiva I Universita' di Padova (unipd.it)), che proprio in questi giorni e' stato reputato "eccellente" dall'Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur), nell'ambito dell'ultima Valutazione della qualita' della ricerca (Vqr) "Terza missione". Un riconoscimento importante e qualificato che premia il coinvolgimento di migliaia di persone in una rete via via sempre piu' ricca e articolata di docenti, personale tecnico-amministrativo, popolazione studentesca, stakeholder con la finalita' di diffondere nella comunita' accademica e nella societa' la cultura dell'eterogeneita', dei diritti umani, dell'equita', della giustizia sociale e della lotta alle discriminazioni.
Presidente della Societa' italiana per l'Orientamento (Sio) e coordinatrice del Gruppo di lavoro Inclusione e Giustizia sociale della Rete delle universita' per lo sviluppo sostenibile (Rus), Nota di recente e' stata coinvolta nella Commissione orientamento della Conferenza dei Rettori delle universita' Italiane (Crui), presieduta dal Rettore Pierpaolo Limone e nominata componente del Comitato tecnico scientifico del ministero per l'Universita' e la Ricerca per l'attuazione del Piano lauree scientifiche dei piani per l'orientamento e il tutorato.
"Dalla parte di lei" la chiama in causa, pero', in qualita' di direttrice del corso universitario di Alta formazione "Raccontare la verita': come informare promuovendo una societa' inclusiva. Giornalismo di inchiesta sociale: ricerca e accuratezza antidoti alle fake news", attivato nello stesso ateneo della citta' del Santo, nel solco dei percorsi di "Universita' Inclusiva", all'interno del dipartimento di Filosofia, sociologia, pedagogia e psicologia applicata (Fisppa), in collaborazione con la Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), i sindacati regionali dei giornalisti del Veneto e del Trentino Alto Adige e Articolo21, trovando il sostegno dell'Ordine dei giornalisti. Una formula innovativa che scommette in maniera consapevole sulla multidisciplinarieta' e sull'intersettorialita' e che in Italia rappresenta un unicum.
"La cronaca di questa avventura formativa che vede insieme due mondi spesso distanti, quello della ricerca e quello dell'informazione, e' racchiusa nel volume pubblicato lo scorso aprile dal titolo "Aver cura del vero" e che comprende oltre a preziose riflessioni di colleghe e colleghi, anche i risultati della prima edizione del corso avviato nella primavera del 2021 a pandemia conclamata. Cio' che mi preme qui sottolineare - afferma Nota - e' che in un contesto tanto difficile e incerto allora, e oggi ancor piu' con lo scoppio della guerra in Ucraina, abbiamo deciso di investire in cultura, in pensiero critico che per noi si coniuga con inclusione, giustizia sociale, diritti umani, pace, riduzione delle diseguaglianze. Chi frequenta il nostro corso vede, fra le altre, valorizzata la dimensione dell'ascolto e della riflessivita'".
Di una schiettezza che appare sfacciata solo a chi non sa cosa significhi essere leale e onesto intellettualmente, Nota dichiara subito da che parte sta, senza nascondersi dietro a facili convenienze o a sterili ipocrisie. No, non e' velleitarismo o ingenuita', bensi' rispetto e considerazione dell'altro. Reclamando altrettanto rispetto e altrettanta considerazione. Lo si intuisce all'istante che e' una donna alla quale non e' mai stato regalato o abbonato nulla: fatica, determinazione, applicazione. Anni e anni di studio nei quali ha visto cambiare la societa' e chi la popola, sullo sfondo di una emancipazione femminile che appare sempre di la' da venire, nella quale ci sono ancora troppe eccezioni che confermano la regola di un mondo coniugato per lo piu' al maschile.
Avverte subito che dietro ogni opportunita' c'e' anche un rischio, che dietro ogni presunto vantaggio c'e' una "dark side". E ti esorta a indossare occhiali in grado di decifrare la complessita' che ormai fa parte del nostro quotidiano per essere liberi, o per lo meno consapevoli, di decidere, di scegliere. Ma arrendersi mai.
Una donna coraggiosa? Una docente illuminata? Nota rifugge dalle definizioni, dalle etichette, dalle categorizzazioni. Lo insegna alle sue studentesse e ai suoi studenti: uscire dalle gabbie mentali, sociali, culturali. Cerca di fornire loro gli strumenti adeguati. E ritorniamo al pensiero critico, al kit di attrezzi necessario per non affondare travolti dai "cigni neri", dagli eventi negativi o per ignoranza o per pigrizia o per incapacita' di reagire. Non da' risposte, ma stimoli: a riflettere, a porsi interrogativi, a educarsi all'ascolto.
"Viviamo in un periodo in cui siamo stati sfiancati dal covid, dobbiamo gestire le conseguenze, gli impoverimenti sociali e psicologici che si sono sposati con forme di logoramento personale e collettivo dovute a disuguaglianze, sfruttamento, individualismo sfrenato, competizione selvaggia, sfilacciamento dei diritti. Adesso, con i tempi di guerra, si aggiungono disprezzo per la vita, processi di deumanizzazione, visioni di macismo che portano con se' vulnerabilizzazione ulteriore di coloro che non si caratterizzano per i canoni bellici. Mi riferisco all'immagine della donna, di chi e' anziano, dei bambini, delle persone con disabilita', di coloro che non hanno i soldi per scappare. Vengono esagerate le condizioni negative associate alle variabili che ho appena elencato. A tutto questo siamo esposti tanto noi tutte/i quanto le giovani generazioni".
"Covid, guerra. Problemi complessi, o wicked problem come li definisce il mio maestro Salvatore Soresi, che - continua Nota - fanno traballare l'impegno per la pace, per l'inclusione, per l'equita', per la democrazia e stimolano atteggiamenti e modi di affrontare l'esistenza incentrati sulla paura, sulla via piu' facile per ottenere cio' che si vuole spesso basata su aggressivita' e sopraffazione; emerge la vecchia e sempre nuova legge del piu' forte. Con la diretta conseguenza che dilagano insicurezza e mancanza di speranza. In tale assenza apparente di orizzonte alcune persone, in ambito universitario e in ambito giornalistico, hanno avuto il coraggio di esprimere a voce alta una domanda tutt'altro che scontata: ha senso pensare al futuro? C'e' spazio per un futuro diverso? E' possibile migliorare questa societa' al di la' del disorientamento e dello smarrimento? Insomma ha senso fare qualcosa?".
Si', ha senso fare qualcosa. Si', e' possibile migliorare questa societa' superando disorientamento e smarrimento. Scommettendo nello sviluppo del pensiero critico, assieme al coraggio di concretizzarlo ad esempio con il corso di Alta formazione che dirige e che dal prossimo anno mutuera' il titolo dal libro: da "Raccontare la verita'" ad "Aver cura del vero" a sottolineare l'azione, il mettersi in gioco in prima persona, come individui e nel confronto dialettico con i docenti e gli altri corsisti.
"La differenza la fanno le persone. Che si conoscono e riconoscono nello stesso patrimonio valoriale di - non si stanca di ripetere Nota - inclusione, giustizia sociale, diritti umani, pace, coniugato con le specifiche competenze, professionalita', esperienze. Le cifra di questo corso, o meglio del "laboratorio Padova", che abbiamo messo in moto con l'apporto di tante e tanti, sono l'interdisciplinarieta' e l'intersettorialita'. C'e' bisogno di tutte le discipline e della collaborazione appunto fra mondi diversi: ricerca, giornalismo, comunicazione e anche della scuola (ndr. da quest'anno c'e' un corso gemello con il coinvolgimento degli insegnanti) in una nuova visione della nostra vita lavorativa, del lavori, del nostro impegno professionale: c'e' bisogno del supporto di tutti i lavori e di tutte le professioni, del contributo di tutte e tutti per costruire societa' in grado di uscire dal giogo della paura, della sopraffazione, dello sbandamento e dello spaesamento. E il corso nasce dalla condivisione di questa idea, rappresenta una espressione collettiva di persone che ci credono fino in fondo a partire da te Monica, da Roberto Reale e da Giuseppe Giulietti e dalle e dai componenti del comitato ordinatore e scientifico: questa e' la sua forza".
Nota esce dalla dialettica riduttiva problema-soluzione e richiama di continuo la complessita' che ci circonda e che ci plasma. Nella sua impostazione risulta basilare fornire gli "anticorpi" intellettuali per fronteggiare i fenomeni generati da questa complessita' che sono essi stessi complessi. E' convinta che chiunque rivesta un ruolo sociale identificato e identificabile, la/il docente, la/il giornalista, la/il sindacalista, il politico, l'amministratore pubblico, ecc., ha il dovere civico, la responsabilita' civica di agire per costruire contesti inclusivi contro discriminazioni, diseguaglianze, ingiustizie.
Metterci la faccia a costo di rimettercela.
Ha l'onore e l'onere di insegnare nell'universita' che fu di Galileo Galilei, nell'universita' che ha visto laurearsi la prima donna al mondo (era il 1678, si chiamava Elena Lucrezia Cornaro, veneziana), nell'universita' che festeggia in questi giorni gli 800 anni di storia, sotto il motto universa universis patavina libertas, tutta intera, per tutti, la liberta' nell'universita' di Padova.
Qual e' il ruolo delle universita' in questo travagliato XXI secolo?
"Piu' che in passato - risponde Nota - le universita' hanno il compito e il dovere di promuovere una cultura nuova, di essere da modello e da stimolo per i contesti sociali e territoriali, affinche' tutti possano comprendere che la sostenibilita', l'inclusione, la giustizia sociale non sono un "lusso" che coinvolge e impatta su pochi ma che possono e devono divenire opportunita' per la promozione umana e sociale, veicolo essenziale attraverso il quale possano essere perseguiti e garantiti a tutti diritti, capabilities, inclusione, futuro. Si', ci tengo anche a sottolineare futuro: e in questa ottica l'orientamento e la progettazione professionale, a cui dedico insieme all'inclusione la mia vita di ricercatrice, devono diventare strumenti di lotta alle disuguaglianze in linea con quanto gia' detto. Non possiamo piu' accettare mistificazioni, propagande spacciate per azioni di orientamento, offerte di soft skill per "adattarsi" ai lavori non dignitosi, o profilazioni che "attesteranno" sostanzialmente la vulnerabilita' e intrappoleranno le persone a vita, o la ricerca del posto giusto che non c'e' e che sempre piu' spesso e' precariato a oltranza. Prendersi cura del futuro delle persone, fare orientamento di qualita' necessita di formazione e preparazione, necessita' del saper infondere pensiero critico pure nelle giovani generazioni, vision, valori, voglia di inclusione, diritti umani, sostenibilita', costruzione di senso, capacita' di prendersi cura di se stessi e gli uni delle altre e del mondo, di dare il proprio contributo alla costruzione di societa' migliori".
Cosa significa per l'Ateneo di Padova fregiarsi del "titolo" di universita' inclusiva?
"L'inclusione non e' un traguardo che si raggiunge una volta per tutte. Al contrario! E' un percorso che si realizza giorno per giorno, giorno dopo giorno, coinvolgendo docenti, personale amministrativo, dai e dalle dirigenti, agli e alle assistenti, agli impiegati e alle impiegate, agli studenti e alle studentesse. L'inclusione, parafrasando Gaber, e' partecipazione, e' condivisione. Tutte e tutti devono sentirsi parte attiva e protagonista. Non e' sempre facile. L'importante e' non dare per scontato quello che a fatica si e' raggiunto. Serve uscire da approcci imperniati sulla linearita' causale, sempre piu' spesso semplicistica e riduttiva, e non in grado di far comprendere appieno cosa stia accadendo e quali saranno le conseguenze e gli effetti a breve e lungo termine".
Insomma l'universita' deve aprirsi all'esterno ed essere pronta a ricevere, interpretare, valorizzare gli stimoli e le sfide che la societa' tutta produce e consuma sempre piu' velocemente. Luogo di riflessione, elaborazione, sedimentazione e innovazione: al centro pero' la persona con i suoi diritti e i suoi doveri. Al riguardo viene in mente l'immagine proposta nel romanzo "L'iPhone di Amelie", ambientato a Parigi, di Valeria Tonini, opera letteraria d'esordio di una fra le prime donne chirurgo e delle pochissime docenti universitarie nelle Scuole di specializzazione di Chirurgia generale. Tonini propone l'idea, affidata a una delle protagoniste del racconto, di lanciare un bando per la costruzione della nuova sede universitaria: un progetto avveniristico con un edificio dalle pareti di vetro, a sottolineare la necessita' vitale di chi fa formazione di spalancare menti e spazi. Per avvicinare. Invece che respingere.
E l'informazione, le giornaliste e i giornalisti possono, e come, fornire un contributo? Se si', quale?
"Siamo nella societa' dell'informazione che se apre infinite possibilita' di approvvigionarsi di notizie, queste possono essere verificate e attendibili, o false, manipolate, edulcorate. I giornalisti e le giornaliste sono fondamentali nel mediare tra i fatti e la loro narrazione mettendo in campo attendibilita' e credibilita'. Noi, nel corso, ricorriamo alla parola accuratezza per indicare la necessita' di una formazione che non sia episodica bensi' continua, che costa studio e fatica, "contaminata" da altre professionalita' in ottica di crescita reciproca. L'arnese per eccellenza del giornalista e' la parola, il linguaggio con cui si puo' veicolare stereotipi, pregiudizi, discriminazione, odio, violenza. Oppure inclusione, solidarieta', ponti fra culture distanti, equita' sociale, dignita', rispetto dell'altro, senso di comunita'".
Internet e i social hanno segnato per sempre la trasformazione radicale della professione giornalistica e della sua organizzazione del lavoro. Il precariato e' esploso e gli attacchi a chi fa giornalismo e all'indipendenza e alla liberta' di stampa sono in costante aumento.
"Il corso ha fatto emergere che e' un male comune, il che non significa mezzo gaudio, sia chiaro. Voglio dire che i processi di precarizzazione, parcellizzazione, annacquamento dei diritti, hanno investito tutte le professioni, da quelle considerate "basse" a quelle "alte", compresa la docenza universitaria. Confrontarsi, capire che non si e' soli, e che unendo le forze si puo' reagire, e' una formula attrattiva e per certi versi vincente".
Qualcuno potrebbe intenderla una sfida a meta' fra supereroi e Don Chisciotte.
Sorride, riflette un attimo. "E se la definissimo una traiettoria di impegno per vivere e far vivere in condizioni piu' sostenibili e dignitose?". Una buona ragione per entrare in maniera attiva nel Laboratorio Padova.
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 231 del 19 agosto 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 231 del 19 agosto 2023
In questo numero:
1. Esposto alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
2. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
3. Una proposta per le elezioni europee del 2024: una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo
4. Ancora un appello per la liberazione di Leonard Peltier
5. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
6. Alcuni riferimenti utili
7. Ripetiamo ancora una volta...
8. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
9. Solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani
10. Monica Andolfatto: Laura Nota, ambasciatrice di inclusione e giustizia sociale. Storia di un corso universitario e di un percorso di ricerca e di vita
1. REPETITA IUVANT. ESPOSTO ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA PRESSO IL TRIBUNALE DI ROMA
Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Roma
e per opportuna conoscenza:
al Presidente della Repubblica
ai Presidenti della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica
alla Presidente del Consiglio dei Ministri
a tutte le ministre e i ministri, a tutti i senatori e le senatrici, a tutte le deputate e i deputati, agli ed alle europarlamentari elette ed eletti in Italia
a numerosi pubblici ufficiali cui incombe, ricevendo tale notitia criminis, di promuovere l'azione giudiziaria
ai mezzi d'informazione
a numerose persone di volonta' buona, associazioni democratiche, istituzioni fedeli alla legalita' costituzionale
*
Oggetto: esposto relativo alla violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana da parte del governo italiano.
Egregi signori,
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l'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana e' inequivocabile. Esso recita: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parita' con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo".
*
Il governo italiano ha violato l'articolo 11 della Costituzione in quanto:
a) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la fornitura di armi che la guerra alimentano;
b) fa partecipare l'Italia alla guerra in corso in Ucraina attraverso la propria aviazione militare che raccoglie informazioni e le invia all'esercito ucraino sul campo di battaglia (cfr. il servizio giornalistico apparso sul sito dell'autorevole agenzia giornalistica Ansa col titolo "La guerra dei top gun italiani", che fin dall'incipit esplicitamente afferma che "i nostri piloti, tra loro anche una donna, a bordo dei caccia catturano dati importanti che in poco tempo finiscono sui cellulari dei soldati ucraini sul campo di battaglia");
c) ostacola effettualmente ogni realistica ipotesi di "cessate il fuoco" ed ogni concreto impegno di pace sostenendo esplicitamente la tesi che la guerra deve concludersi non con un negoziato ma con la "vittoria" di una delle parti in conflitto (cfr. la dichiarazione della Presidente del Consiglio dei Ministri "scommettiamo sulla vittoria ucraina" riportata da numerosi mezzi d'informazione);
d) sostiene l'azione provocatrice ed eversiva della Nato che da decenni opera nell'Europa dell'est per destabilizzare gli equilibri regionali e suscitare conflitti (azione divenuta finanche esplicitamente terrorista e stragista durante la guerra di distruzione della Jugoslavia nel 1999).
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In flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione, il governo italiano arma e quindi alimenta la guerra, partecipa alla guerra e quindi alle stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste, e con cio' espone altresi' anche il nostro paese a subire le conseguenze della guerra, e - last, but not least - contribuisce all'escalation verso una guerra mondiale e nucleare che puo' metter fine all'intera civilta' umana.
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Egregi signori,
con il presente esposto si richiede il piu' tempestivo intervento per far cessare l'azione incostituzionale, folle e criminale del governo italiano.
Distinti saluti,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, primo agosto 2023
2. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
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E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
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Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
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A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
3. REPETITA IUVANT. UNA PROPOSTA PER LE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024: UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE E CONTRO IL RAZZISMO
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
La politica dell'Unione Europea e' oggi caratterizzata da due orrori.
Il primo: la persecuzione dei migranti: col sostegno alle dittature che li imprigionano in condizioni disumane; con l'appalto ai poteri mafiosi in regime di monopolio della mobilita' per chi e' in fuga da guerre, dittature, fame e miseria; con la reclusione nei lager sia nei paesi di transito che in Europa; con la strage degli innocenti nel Mediterraneo; con lo schiavismo e l'apartheid in Europa. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
Il secondo: il sostegno alla prosecuzione della guerra in Ucraina che ogni giorno provoca altre stragi: con l'incessante fornitura di armi si alimenta la guerra e s'impedisce l'avvio di trattative di pace, e si contribuisce cosi' sia alla prosecuzione dello sterminio della popolazione ucraina vittima della guerra, sia all'escalation verso una guerra atomica che puo' mettere fine all'intera umanita'. Tutti i governi dei paesi dell'Unione Europea, e con essi i vertici delle istituzioni politiche europee, sono complici in questo flagrante crimine contro l'umanita'.
I vertici dell'Unione Europea si sono peraltro ormai completamente prostituiti alla Nato, l'organizzazione terrorista e stragista che per conto del governo razzista e imperialista degli Stati Uniti d'America opera, dalla fine della Guerra fredda e con sempre maggiore intensita' ed accelerazione, per destabilizzare, asservire o distruggere non solo singole parti del continente europeo ma l'Europa intera. Abolire la Nato e' palesemente l'urgenza delle urgenze per dare all'Europa un futuro di pace.
Il Parlamento Europeo potrebbe e dovrebbe operare per la pace e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia della biosfera, ma attualmente e' anch'esso complice della furia razzista e della furia bellica che si e' incistata nei governi dei paesi europei e nei vertici di tutte le istituzioni politiche europee.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
E l'Italia rischia di essere rappresentata unicamente da partiti fascisti, razzisti e bellicisti.
Esplicitamente fascista, razzista, bellicista ed ecocida e' tutta l'area governativa italiana.
Razzista si e' dimostrato il partito grillino, che durante la prima esperienza di governo ha condiviso e sostenuto la scellerata politica di brutale persecuzione dei migranti da parte del capo leghista che di quel governo era vicepresidente, ministro e magna pars.
Tragicamente bellicista e' il Pd (e quindi di fatto anche coloro che ad esso subalterni con esso si alleano e che pertanto al di la' del velame dei vaniloquenti proclami portano voti al partito della guerra in cambio di qualche scranno e prebenda).
Questa la triste e trista situazione.
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Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Che fare, quindi?
Io credo che occorra costruire una lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo.
Nonviolenta: che cioe' faccia della scelta della nonviolenza la discriminante fondamentale. La nonviolenza essendo l'unica lotta nitida e intransigente, concreta e coerente, contro tutte le violenze e le oppressioni; la nonviolenza essendo il fondamentale strumento teorico e pratico a disposizione della lotta del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita' e la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Per la pace: e quindi per il disarmo integrale e l'integrale smilitarizzazione dei conflitti, dei territori, delle societa', delle culture.
Contro il razzismo: e quindi per il pieno riconoscimento di tutti i diritti umani per tutti gli esseri umani, poiche' siamo una sola famiglia umana in un unico mondo vivente.
E dire lista nonviolenta per la pace e contro il razzismo significa dire una lista femminista ed ecologista, socialista e libertaria, delle classi sociali sfruttate e rapinate, delle oppresse e degli oppressi.
*
Tra meno di un anno, nel giugno 2024, si vota per rinnovare il Parlamento Europeo.
Se vogliamo aprire una riflessione comune e autentica, democratica e partecipata, fra tutte le persone e le esperienze disposte a riconoscersi in una prospettiva nonviolenta, femminista, ecologista, socialista e libertaria, per portare nel Parlamento Europeo la voce delle oppresse e degli oppressi e la lotta per la pace, l'affermazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera, il momento e' adesso.
Prenda la parola ogni persona ed ogni esperienza interessata.
Si promuovano ovunque possibile incontri di riflessione.
4. REPETITA IUVANT. ANCORA UN APPELLO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni e' in prigione, condannato a vita per un crimine che non ha commesso.
Che non abbia commesso il crimine per cui e' stato condannato e' da molti anni cosa notoria.
E' stato incontrovertibilmente dimostrato che le cosiddette "testimonianze" contro di lui erano del tutto false.
E' stato incontrovertibilmente dimostrato che le cosiddette "prove" contro di lui erano del tutto false.
Lo stesso pubblico ministero che lo fece condannare ha successivamente chiesto la sua liberazione.
E la sua liberazione hanno chiesto milioni di persone, tra cui personalita' come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, associazioni umanitarie come Amnesty International, istituzioni come il Parlamento Europeo, la commissione giuridica ad hoc dell'Onu.
Ma Leonard Peltier e' ancora detenuto in un carcere di massima sicurezza, anche se il mondo intero sa che e' un innocente perseguitato, sa che e' un eroe dell'umanita'.
Dal carcere Leonard Peltier ha continuato a lottare per il suo popolo, per l'umanita' intera, per la Madre Terra: con la testimonianza, con la poesia, con la pittura, con opere di bene.
Ora e' vecchio e gravemente malato. Il 12 settembre compira' 79 anni.
E' assurdo che sia ancora in carcere.
E' orribile che sia ancora in carcere.
E' uno scandalo e una vergogna per l'intera umanita' che sia ancora in carcere.
*
Ancora una volta chiediamo ad ogni persona di volonta' buona, ad ogni esperienza d'impegno per il bene comune, ad ogni umano istituto che voglia essere fedele al compito di difendere la vita, la dignita' e i diritti degli esseri umani, di far sentire la propria voce, di chiedere ancora una volta che Leonard Peltier sia liberato.
Chiediamo ad ogni persona senziente e pensante, ad ogni esperienza della societa' civile, ad ogni istituzione democratica, di esprimere pubblicamente la richiesta che sia liberato Leonard Peltier.
Chiediamo di scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere che conceda finalmente la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Messaggi a tal fine possono essere inviati attraverso la pagina ad hoc del sito della Casa Bianca: www.whitehouse.gov/contact/
*
Per una informazione essenziale sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier segnaliamo ancora una volta due testi la cui lettura e' indispensabile:
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
Nella rete telematica e' disponibile in italiano una sintetica esposizione della vicenda di Leonard Peltier con il titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".
5. INIZIATIVE. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]
3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
*
ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/
6. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
7. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
8. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it
9. REPETITA IUVANT. SOLIDALI CON LE DONNE IRANIANE NELLA LOTTA NONVIOLENTA PER I DIRITTI UMANI DI TUTTI GLI ESSERI UMANI
Siamo solidali con le donne iraniane nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessi la repressione del movimento democratico e nonviolento delle donne - e degli uomini postisi alla loro sequela - che si riconosce nel motto "Donna, vita, liberta'", che siano liberate e liberati tutte le prigioniere e tutti i prigionieri politici, che cessi la violenza maschilista di stato, e che siano riconosciuti, rispettati e difesi tutti i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Nessuna autorita' e' legittima se non rispetta la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
10. RITRATTI. MONICA ANDOLFATTO: LAURA NOTA, AMBASCIATRICE DI INCLUSIONE E GIUSTIZIA SOCIALE. STORIA DI UN CORSO UNIVERSITARIO E DI UN PERCORSO DI RICERCA E DI VITA
[Dal sito di "Articolo 21" riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 30 maggio 2022]
Nota introduttiva di Mariangela Gritta Grainer
L'appuntamento di questo mese della rubrica "Dalla parte di Lei" abbiamo scelto di dedicarlo a Laura Nota, docente di psicologia all'Universita' di Padova.
Monica Andolfatto dialoga con lei evidenziando il suo profilo, il suo lavoro e il suo impegno.
Ho conosciuto Laura Nota di persona lo scorso gennaio in occasione del ventennale di Articolo21 Sezione del Veneto, "Vent'anni al servizio della liberta', della verita' e della giustizia". Le abbiamo consegnato un premio speciale per il suo impegno fondato sui valori che contrastano le diseguaglianze, la disinformazione, la violenza, il linguaggio d'odio per la promozione di una societa' realmente inclusiva a partire dal mondo della formazione, cosi' come in quello del lavoro, anche giornalistico; per il suo impegno fondato sull'idea che sia necessario lavorare per collegare l'informazione alla conoscenza e alla cultura nelle sue diverse discipline, alla formazione, alla comunicazione e alla politica: per una riflessione e un'analisi della societa' e del mondo capaci di ridisegnare le priorita' dello sviluppo.
II Premio Nobel per la Pace per la prima volta e' stato assegnato a due giornalisti: la filippina Maria Ressa e il russo Dmitry Muratov. Si legge nelle motivazioni: "La liberta' di stampa e di espressione e' la condizione preliminare per la democrazia e una pace duratura". Era gia' apparso chiaro con la pandemia, lo e' ancora di piu' oggi con la guerra vicino a noi.
MGG
*
"Reagire, contrapporsi a questa deriva sociale e culturale che in maniera subdola esalta l'individuo per indebolirlo, omologarlo, rinnegarlo. Serve ritrovare il senso della comunita', del noi, contro solitudine, separazione, isolamento. Serve fare squadra, rete, alleanze costruttive. Serve avere il coraggio di dire 'non nel mio nome'. Serve capire che nessuno si salva da solo. Chi dice il contrario lo fa perche' mira al potere, alla coercizione". E come sa fare squadra lei, nessuna. E nessuno.
Di Laura Nota colpisce lo sguardo. Attento, curioso e al contempo indagatore. Severo. Soprattutto generoso. Occhi sinceri e partecipi che guardano la realta' fatta di persone, di umanita', di condivisione. Occhi disincantati e intransigenti che fotografano con rigore scientifico, senza fare sconti a chicchessia o a chissa' cosa, la medesima realta' nella complessita' delle connessioni socio-economiche, culturali, storiche, tecnologiche.
Docente di psicologia all'universita' di Padova, originaria di Pordenone, sposata, una figlia, e' esigente e intransigente prima di tutto con se stessa. Trasmette l'entusiasmo e lo sforzo di continuare a credere che se tutte e tutti ci mettiamo il nostro piccolo contributo, la societa' puo' migliorare nella direzione dell'inclusione e della giustizia sociale. L'universita' non si puo' sottrarre. E lo ha dimostrato in concreto.
Nel ruolo di delegata del rettore all'Inclusione e alla Disabilita', fra il 2015 e il 2021, non a caso ha avviato il progetto "Universita' inclusiva" (Universita' inclusiva I Universita' di Padova (unipd.it)), che proprio in questi giorni e' stato reputato "eccellente" dall'Agenzia nazionale per la valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur), nell'ambito dell'ultima Valutazione della qualita' della ricerca (Vqr) "Terza missione". Un riconoscimento importante e qualificato che premia il coinvolgimento di migliaia di persone in una rete via via sempre piu' ricca e articolata di docenti, personale tecnico-amministrativo, popolazione studentesca, stakeholder con la finalita' di diffondere nella comunita' accademica e nella societa' la cultura dell'eterogeneita', dei diritti umani, dell'equita', della giustizia sociale e della lotta alle discriminazioni.
Presidente della Societa' italiana per l'Orientamento (Sio) e coordinatrice del Gruppo di lavoro Inclusione e Giustizia sociale della Rete delle universita' per lo sviluppo sostenibile (Rus), Nota di recente e' stata coinvolta nella Commissione orientamento della Conferenza dei Rettori delle universita' Italiane (Crui), presieduta dal Rettore Pierpaolo Limone e nominata componente del Comitato tecnico scientifico del ministero per l'Universita' e la Ricerca per l'attuazione del Piano lauree scientifiche dei piani per l'orientamento e il tutorato.
"Dalla parte di lei" la chiama in causa, pero', in qualita' di direttrice del corso universitario di Alta formazione "Raccontare la verita': come informare promuovendo una societa' inclusiva. Giornalismo di inchiesta sociale: ricerca e accuratezza antidoti alle fake news", attivato nello stesso ateneo della citta' del Santo, nel solco dei percorsi di "Universita' Inclusiva", all'interno del dipartimento di Filosofia, sociologia, pedagogia e psicologia applicata (Fisppa), in collaborazione con la Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), i sindacati regionali dei giornalisti del Veneto e del Trentino Alto Adige e Articolo21, trovando il sostegno dell'Ordine dei giornalisti. Una formula innovativa che scommette in maniera consapevole sulla multidisciplinarieta' e sull'intersettorialita' e che in Italia rappresenta un unicum.
"La cronaca di questa avventura formativa che vede insieme due mondi spesso distanti, quello della ricerca e quello dell'informazione, e' racchiusa nel volume pubblicato lo scorso aprile dal titolo "Aver cura del vero" e che comprende oltre a preziose riflessioni di colleghe e colleghi, anche i risultati della prima edizione del corso avviato nella primavera del 2021 a pandemia conclamata. Cio' che mi preme qui sottolineare - afferma Nota - e' che in un contesto tanto difficile e incerto allora, e oggi ancor piu' con lo scoppio della guerra in Ucraina, abbiamo deciso di investire in cultura, in pensiero critico che per noi si coniuga con inclusione, giustizia sociale, diritti umani, pace, riduzione delle diseguaglianze. Chi frequenta il nostro corso vede, fra le altre, valorizzata la dimensione dell'ascolto e della riflessivita'".
Di una schiettezza che appare sfacciata solo a chi non sa cosa significhi essere leale e onesto intellettualmente, Nota dichiara subito da che parte sta, senza nascondersi dietro a facili convenienze o a sterili ipocrisie. No, non e' velleitarismo o ingenuita', bensi' rispetto e considerazione dell'altro. Reclamando altrettanto rispetto e altrettanta considerazione. Lo si intuisce all'istante che e' una donna alla quale non e' mai stato regalato o abbonato nulla: fatica, determinazione, applicazione. Anni e anni di studio nei quali ha visto cambiare la societa' e chi la popola, sullo sfondo di una emancipazione femminile che appare sempre di la' da venire, nella quale ci sono ancora troppe eccezioni che confermano la regola di un mondo coniugato per lo piu' al maschile.
Avverte subito che dietro ogni opportunita' c'e' anche un rischio, che dietro ogni presunto vantaggio c'e' una "dark side". E ti esorta a indossare occhiali in grado di decifrare la complessita' che ormai fa parte del nostro quotidiano per essere liberi, o per lo meno consapevoli, di decidere, di scegliere. Ma arrendersi mai.
Una donna coraggiosa? Una docente illuminata? Nota rifugge dalle definizioni, dalle etichette, dalle categorizzazioni. Lo insegna alle sue studentesse e ai suoi studenti: uscire dalle gabbie mentali, sociali, culturali. Cerca di fornire loro gli strumenti adeguati. E ritorniamo al pensiero critico, al kit di attrezzi necessario per non affondare travolti dai "cigni neri", dagli eventi negativi o per ignoranza o per pigrizia o per incapacita' di reagire. Non da' risposte, ma stimoli: a riflettere, a porsi interrogativi, a educarsi all'ascolto.
"Viviamo in un periodo in cui siamo stati sfiancati dal covid, dobbiamo gestire le conseguenze, gli impoverimenti sociali e psicologici che si sono sposati con forme di logoramento personale e collettivo dovute a disuguaglianze, sfruttamento, individualismo sfrenato, competizione selvaggia, sfilacciamento dei diritti. Adesso, con i tempi di guerra, si aggiungono disprezzo per la vita, processi di deumanizzazione, visioni di macismo che portano con se' vulnerabilizzazione ulteriore di coloro che non si caratterizzano per i canoni bellici. Mi riferisco all'immagine della donna, di chi e' anziano, dei bambini, delle persone con disabilita', di coloro che non hanno i soldi per scappare. Vengono esagerate le condizioni negative associate alle variabili che ho appena elencato. A tutto questo siamo esposti tanto noi tutte/i quanto le giovani generazioni".
"Covid, guerra. Problemi complessi, o wicked problem come li definisce il mio maestro Salvatore Soresi, che - continua Nota - fanno traballare l'impegno per la pace, per l'inclusione, per l'equita', per la democrazia e stimolano atteggiamenti e modi di affrontare l'esistenza incentrati sulla paura, sulla via piu' facile per ottenere cio' che si vuole spesso basata su aggressivita' e sopraffazione; emerge la vecchia e sempre nuova legge del piu' forte. Con la diretta conseguenza che dilagano insicurezza e mancanza di speranza. In tale assenza apparente di orizzonte alcune persone, in ambito universitario e in ambito giornalistico, hanno avuto il coraggio di esprimere a voce alta una domanda tutt'altro che scontata: ha senso pensare al futuro? C'e' spazio per un futuro diverso? E' possibile migliorare questa societa' al di la' del disorientamento e dello smarrimento? Insomma ha senso fare qualcosa?".
Si', ha senso fare qualcosa. Si', e' possibile migliorare questa societa' superando disorientamento e smarrimento. Scommettendo nello sviluppo del pensiero critico, assieme al coraggio di concretizzarlo ad esempio con il corso di Alta formazione che dirige e che dal prossimo anno mutuera' il titolo dal libro: da "Raccontare la verita'" ad "Aver cura del vero" a sottolineare l'azione, il mettersi in gioco in prima persona, come individui e nel confronto dialettico con i docenti e gli altri corsisti.
"La differenza la fanno le persone. Che si conoscono e riconoscono nello stesso patrimonio valoriale di - non si stanca di ripetere Nota - inclusione, giustizia sociale, diritti umani, pace, coniugato con le specifiche competenze, professionalita', esperienze. Le cifra di questo corso, o meglio del "laboratorio Padova", che abbiamo messo in moto con l'apporto di tante e tanti, sono l'interdisciplinarieta' e l'intersettorialita'. C'e' bisogno di tutte le discipline e della collaborazione appunto fra mondi diversi: ricerca, giornalismo, comunicazione e anche della scuola (ndr. da quest'anno c'e' un corso gemello con il coinvolgimento degli insegnanti) in una nuova visione della nostra vita lavorativa, del lavori, del nostro impegno professionale: c'e' bisogno del supporto di tutti i lavori e di tutte le professioni, del contributo di tutte e tutti per costruire societa' in grado di uscire dal giogo della paura, della sopraffazione, dello sbandamento e dello spaesamento. E il corso nasce dalla condivisione di questa idea, rappresenta una espressione collettiva di persone che ci credono fino in fondo a partire da te Monica, da Roberto Reale e da Giuseppe Giulietti e dalle e dai componenti del comitato ordinatore e scientifico: questa e' la sua forza".
Nota esce dalla dialettica riduttiva problema-soluzione e richiama di continuo la complessita' che ci circonda e che ci plasma. Nella sua impostazione risulta basilare fornire gli "anticorpi" intellettuali per fronteggiare i fenomeni generati da questa complessita' che sono essi stessi complessi. E' convinta che chiunque rivesta un ruolo sociale identificato e identificabile, la/il docente, la/il giornalista, la/il sindacalista, il politico, l'amministratore pubblico, ecc., ha il dovere civico, la responsabilita' civica di agire per costruire contesti inclusivi contro discriminazioni, diseguaglianze, ingiustizie.
Metterci la faccia a costo di rimettercela.
Ha l'onore e l'onere di insegnare nell'universita' che fu di Galileo Galilei, nell'universita' che ha visto laurearsi la prima donna al mondo (era il 1678, si chiamava Elena Lucrezia Cornaro, veneziana), nell'universita' che festeggia in questi giorni gli 800 anni di storia, sotto il motto universa universis patavina libertas, tutta intera, per tutti, la liberta' nell'universita' di Padova.
Qual e' il ruolo delle universita' in questo travagliato XXI secolo?
"Piu' che in passato - risponde Nota - le universita' hanno il compito e il dovere di promuovere una cultura nuova, di essere da modello e da stimolo per i contesti sociali e territoriali, affinche' tutti possano comprendere che la sostenibilita', l'inclusione, la giustizia sociale non sono un "lusso" che coinvolge e impatta su pochi ma che possono e devono divenire opportunita' per la promozione umana e sociale, veicolo essenziale attraverso il quale possano essere perseguiti e garantiti a tutti diritti, capabilities, inclusione, futuro. Si', ci tengo anche a sottolineare futuro: e in questa ottica l'orientamento e la progettazione professionale, a cui dedico insieme all'inclusione la mia vita di ricercatrice, devono diventare strumenti di lotta alle disuguaglianze in linea con quanto gia' detto. Non possiamo piu' accettare mistificazioni, propagande spacciate per azioni di orientamento, offerte di soft skill per "adattarsi" ai lavori non dignitosi, o profilazioni che "attesteranno" sostanzialmente la vulnerabilita' e intrappoleranno le persone a vita, o la ricerca del posto giusto che non c'e' e che sempre piu' spesso e' precariato a oltranza. Prendersi cura del futuro delle persone, fare orientamento di qualita' necessita di formazione e preparazione, necessita' del saper infondere pensiero critico pure nelle giovani generazioni, vision, valori, voglia di inclusione, diritti umani, sostenibilita', costruzione di senso, capacita' di prendersi cura di se stessi e gli uni delle altre e del mondo, di dare il proprio contributo alla costruzione di societa' migliori".
Cosa significa per l'Ateneo di Padova fregiarsi del "titolo" di universita' inclusiva?
"L'inclusione non e' un traguardo che si raggiunge una volta per tutte. Al contrario! E' un percorso che si realizza giorno per giorno, giorno dopo giorno, coinvolgendo docenti, personale amministrativo, dai e dalle dirigenti, agli e alle assistenti, agli impiegati e alle impiegate, agli studenti e alle studentesse. L'inclusione, parafrasando Gaber, e' partecipazione, e' condivisione. Tutte e tutti devono sentirsi parte attiva e protagonista. Non e' sempre facile. L'importante e' non dare per scontato quello che a fatica si e' raggiunto. Serve uscire da approcci imperniati sulla linearita' causale, sempre piu' spesso semplicistica e riduttiva, e non in grado di far comprendere appieno cosa stia accadendo e quali saranno le conseguenze e gli effetti a breve e lungo termine".
Insomma l'universita' deve aprirsi all'esterno ed essere pronta a ricevere, interpretare, valorizzare gli stimoli e le sfide che la societa' tutta produce e consuma sempre piu' velocemente. Luogo di riflessione, elaborazione, sedimentazione e innovazione: al centro pero' la persona con i suoi diritti e i suoi doveri. Al riguardo viene in mente l'immagine proposta nel romanzo "L'iPhone di Amelie", ambientato a Parigi, di Valeria Tonini, opera letteraria d'esordio di una fra le prime donne chirurgo e delle pochissime docenti universitarie nelle Scuole di specializzazione di Chirurgia generale. Tonini propone l'idea, affidata a una delle protagoniste del racconto, di lanciare un bando per la costruzione della nuova sede universitaria: un progetto avveniristico con un edificio dalle pareti di vetro, a sottolineare la necessita' vitale di chi fa formazione di spalancare menti e spazi. Per avvicinare. Invece che respingere.
E l'informazione, le giornaliste e i giornalisti possono, e come, fornire un contributo? Se si', quale?
"Siamo nella societa' dell'informazione che se apre infinite possibilita' di approvvigionarsi di notizie, queste possono essere verificate e attendibili, o false, manipolate, edulcorate. I giornalisti e le giornaliste sono fondamentali nel mediare tra i fatti e la loro narrazione mettendo in campo attendibilita' e credibilita'. Noi, nel corso, ricorriamo alla parola accuratezza per indicare la necessita' di una formazione che non sia episodica bensi' continua, che costa studio e fatica, "contaminata" da altre professionalita' in ottica di crescita reciproca. L'arnese per eccellenza del giornalista e' la parola, il linguaggio con cui si puo' veicolare stereotipi, pregiudizi, discriminazione, odio, violenza. Oppure inclusione, solidarieta', ponti fra culture distanti, equita' sociale, dignita', rispetto dell'altro, senso di comunita'".
Internet e i social hanno segnato per sempre la trasformazione radicale della professione giornalistica e della sua organizzazione del lavoro. Il precariato e' esploso e gli attacchi a chi fa giornalismo e all'indipendenza e alla liberta' di stampa sono in costante aumento.
"Il corso ha fatto emergere che e' un male comune, il che non significa mezzo gaudio, sia chiaro. Voglio dire che i processi di precarizzazione, parcellizzazione, annacquamento dei diritti, hanno investito tutte le professioni, da quelle considerate "basse" a quelle "alte", compresa la docenza universitaria. Confrontarsi, capire che non si e' soli, e che unendo le forze si puo' reagire, e' una formula attrattiva e per certi versi vincente".
Qualcuno potrebbe intenderla una sfida a meta' fra supereroi e Don Chisciotte.
Sorride, riflette un attimo. "E se la definissimo una traiettoria di impegno per vivere e far vivere in condizioni piu' sostenibili e dignitose?". Una buona ragione per entrare in maniera attiva nel Laboratorio Padova.
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 231 del 19 agosto 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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