[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 211



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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 211 del 30 luglio 2023

In questo numero:
1. Pace, disarmo, smilitarizzazione. Prima dell'apocalisse atomica
2. Per la liberazione di Boris Kagarlitsky
3. Altri cinque incontri di studio a Viterbo su "Cultura e storia dei popoli nativi americani" nell'ambito dell'iniziativa per la liberazione di Leonard Peltier
4. Ancora un appello per la liberazione di Leonard Peltier
5. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
6. Raccolta fondi per aiutare la Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" a fare fronte ai danni subìti a causa dell'alluvione del 16 e 17 maggio 2023
7. Francesca Maffioli: Helene Cixous, tra "conversazioni" di creature umane e non umane
8. Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni
9. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
10. Alcuni riferimenti utili
11. Tre tesi
12. Ripetiamo ancora una volta...
13. Omero Dellistorti: Una lettera al direttore del "Corriere dei meschini"

1. L'ORA. PACE, DISARMO, SMILITARIZZAZIONE. PRIMA DELL'APOCALISSE ATOMICA

Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

2. APPELLI. PER LA LIBERAZIONE DI BORIS KAGARLITSKY
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 27 luglio 2023 riprendiamo e diffondiamo]

La notizia dell'arresto del sociologo marxista Boris Kagarlirsky in Russia conferma che la guerra non fa altro che restringere gli spazi democratici e favorire la deriva autoritaria. Kagarlitsky era stato gia' schedato come "agente straniero" nel 2022 sulla base della normativa repressiva. In realta' Kagarlitsky e' una delle voci piu' autorevoli di opposizione a Putin come precedentemente a Eltsin e in generale all'oligarchia che si e' arricchita dopo la restaurazione del capitalismo in Russia.
Non e' la prima volta che viene arrestato e perseguito penalmente. L'ultima volta e' stato arrestato nel 2021 - mentre si recava all'universita' per tenere una lezione su Marx - per aver incitato a protestare contro i brogli elettorali. Viene ora accusato di sostenere e/o giustificare il terrorismo ma in realta' viene perseguito perche' fin dall'inizio si e' schierato contro la guerra decisa da Putin. In passato era stato criticato anche dai nazionalisti ucraini per aver definito come spontanea e conseguenza di Euromaidan la rivolta popolare che porto' alla nascita delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk.
Chi legge da anni libri e articoli di Kagarlitsky, che e' stato anche collaboratore de il manifesto, sa che l'accusa di terrorismo non ha fondamento: Kagarlitsky ha lavorato in questi anni per unire le forze di opposizione di sinistra e negli ultimi mesi ha piu' volte denunciato l'escalation repressiva in Russia. Kagarlitsky e' direttore della rivista online Rabkor che non gode dell'attenzione che i media occidentali dedicano ad altri oppositori perche' critica il putinismo da un punto di vista marxista e anticapitalista. Chi come noi si batte per una soluzione di pace non puo' che essere solidale con compagni come Boris Kagarlitsky che si oppongono alla guerra. Chiediamo l'immediata liberazione di Boris Kagarlitsky.
Per adesioni: maurizioacerbo at gmail.com
Primi firmatari:
Maurizio Acerbo
Eleonora Forenza
Checchino Antonini
Pier Giorgio Ardeni
Nadia Alba Agustoni
Francesco Barbetta
Roberto Barbieri
Franco Berardi
Paolo Berdini
Marco Bersani
Fausto Bertinotti
Paolo Bertolozzi
Piero Bevilacqua
Marialuisa Boccia
Raffaella Bolini
Emiliano Brancaccio
Maurizio Brotini, CGIL Toscana
Lucio Brunetti
Anna Camposampiero
Eleonora Cappuccilli
Carmelo Caravella
Davide Cavaglieri
Franco Cavalli
Riccardo Cavallo
Antonio Cecere
Elena Coccia
Marta Collot
Marco Consolo
Giorgio Cremaschi
Pietro D'Amore, editore Castelvecchi
Angelo d'Orsi
Guglielmo Forges Davanzati
Massimo De Angelis
Claudio De Fiores
Luigi de Magistris
Donatella Di Cesare
Tommaso Di Francesco
Rita Di Leo
Italo Di Sabato
Luisa Diodati
Ida Dominijanni
Paolo Favilli
Francesca Fornario
Andrea Fumagalli
Simone Furzi
Haidi Gaggio Giuliani
Mattia Galati
Domenico Gallo
Lucio Gentili
Alessandro Gentilini
Alfonso Gianni
Dino Greco
Paola Guazzo
Angelo Guggiari
Augusto Illuminati
Emanuele Leonardi, Potere al Popolo, Parma
Guido Liguori
Mauro Mascia, sociologo
Ramon Mantovani
Aniello Margiotta, peacelink
Gianni Melilla
Maria Grazia Meriggi
Sandro Mezzadra
Alessandro Montebugnoli
Roberto Morea
Vittorio Morfino
Cristina Morini
Roberto Musacchio
Pasqualina Napoletano
Alfonso Navarra
Toni Negri
Alberto Olivetti
Daniela Padoan
Elio Pagani
Luigi Parisi
Donato Perreca
Rosangela Pesenti
Stefano Proietti
Giuseppe Ranieri
Laura Ronchetti
Maurizio Ricciardi
Paola Rudan
Antonio Ruggieri
Giovanni Russo Spena
Giovanni Savino
Alessandro Simoncini
Luisa Simonutti
Alessandro Stella
Michele Surdi
Giuseppe Tadolini
Alessandro Turetta
Stefania Tuzi
Guido Viale
Stefano Vinti
Alberto Ziparo

3. INCONTRI. ALTRI CINQUE INCONTRI DI STUDIO A VITERBO SU "CULTURA E STORIA DEI POPOLI NATIVI AMERICANI" NELL'AMBITO DELL'INIZIATIVA PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Da lunedi' 24 luglio a venerdi' 28 luglio 2023 proseguendo un piu' ampio ciclo di incontri si sono svolti a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", altri sei incontri di studio su "Cultura e storia dei popoli nativi americani" nell'ambito dell'iniziativa per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
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La mattina di lunedi' 24 luglio 2023 si e' svolto un incontro di studio sulla storia e la cultura del popolo Arapaho.
Nel corso dell'incontro e' stato particolarmente utilizzato il libro di Virginia Cole Trenholm, Gli Arapaho. Il popolo del sentiero dei bisonti, Rusconi Libri, Milano 1989, pp. 356 (+ 16 pp. di inserto fotografico).
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La mattina di martedi' 25 luglio 2023 si e' svolto un incontro di studio sulla storia e la cultura del popolo Pawnee.
Nel corso dell'incontro e' stato particolarmente utilizzato il libro di George E. Hyde, I Pawnee, Mursia, Milano 1991, 2009, pp. 290 (+ 24 pp. di inserto fotografico).
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La mattina di mercoledi' 26 luglio 2023 si e' svolto un incontro di studio sulla storia e la cultura del popolo Osage.
Nel corso dell'incontro e' stato particolarmente utilizzato il libro di John Joseph Mathews, Gli Osage. Il popolo del falco e del bisonte, Rusconi Libri, Milano 1996, pp. 460.
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La mattina di giovedi' 27 luglio 2023 si e' svolto un incontro di studio sulla storia e la cultura del popolo Kiowa.
Nel corso dell'incontro e' stato particolarmente utilizzato il libro di Mildred P. Mayhall, I Kiowa, Rusconi, Milano 1988, 1994, pp. 288.
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La mattina di venerdi' 28 luglio 2023 si e' svolto un incontro di studio sulla storia e la cultura del popolo Shoshone.
Nel corso dell'incontro e' stato particolarmente utilizzato il libro di Virginia Cole Trenholm, Maurine Carley, Gli Shoshoni. I signori delle Montagne Rocciose, Rusconi Libri, Milano 1994, pp. 344.
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Gli incontri di studio dedicati alla cultura e alla storia dei popoli nativi americani proseguiranno prossimamente.
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Gli incontri si sono svolti nell'ambito dell'iniziativa affinche' il Presidente degli Stati Uniti d'America conceda finalmente la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Le persone partecipanti al ciclo di incontri di studio rinnovano l'invito a scrivere al Presidente Biden per chiedere che Leonard Peltier torni libero.
I messaggi (anche molto semplici, come ad esempio: "Free Leonard Peltier") possono essere inviati attraverso la seguente pagina web della Casa Bianca: www.whitehouse.gov/contact/
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Per una informazione essenziale sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier segnaliamo due testi la cui lettura e' indispensabile:
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
Nella rete telematica e' disponibile in italiano una sintetica esposizione della vicenda di Leonard Peltier con il titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".

4. REPETITA IUVANT. ANCORA UN APPELLO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni e' in prigione, condannato a vita per un crimine che non ha commesso.
Che non abbia commesso il crimine per cui e' stato condannato e' da molti anni cosa notoria.
E' stato incontrovertibilmente dimostrato che le cosiddette "testimonianze" contro di lui erano del tutto false.
E' stato incontrovertibilmente dimostrato che le cosiddette "prove" contro di lui erano del tutto false.
Lo stesso pubblico ministero che lo fece condannare ha successivamente chiesto la sua liberazione.
E la sua liberazione hanno chiesto milioni di persone, tra cui personalita' come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, associazioni umanitarie come Amnesty International, istituzioni come il Parlamento Europeo, la commissione giuridica ad hoc dell'Onu.
Ma Leonard Peltier e' ancora detenuto in un carcere di massima sicurezza, anche se il mondo intero sa che e' un innocente perseguitato, sa che e' un eroe dell'umanita'.
Dal carcere Leonard Peltier ha continuato a lottare per il suo popolo, per l'umanita' intera, per la Madre Terra: con la testimonianza, con la poesia, con la pittura, con opere di bene.
Ora e' vecchio e gravemente malato. Il 12 settembre compira' 79 anni.
E' assurdo che sia ancora in carcere.
E' orribile che sia ancora in carcere.
E' uno scandalo e una vergogna per l'intera umanita' che sia ancora in carcere.
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Ancora una volta chiediamo ad ogni persona di volonta' buona, ad ogni esperienza d'impegno per il bene comune, ad ogni umano istituto che voglia essere fedele al compito di difendere la vita, la dignita' e i diritti degli esseri umani, di far sentire la propria voce, di chiedere ancora una volta che Leonard Peltier sia liberato.
Chiediamo ad ogni persona senziente e pensante, ad ogni esperienza della societa' civile, ad ogni istituzione democratica, di esprimere pubblicamente la richiesta che sia liberato Leonard Peltier.
Chiediamo di scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America per chiedere che conceda finalmente la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Messaggi a tal fine possono essere inviati attraverso la pagina ad hoc del sito della Casa Bianca: www.whitehouse.gov/contact/
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Per una informazione essenziale sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier segnaliamo ancora una volta due testi la cui lettura e' indispensabile:
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
Nella rete telematica e' disponibile in italiano una sintetica esposizione della vicenda di Leonard Peltier con il titolo "Alcune parole per Leonard Peltier".

5. INIZIATIVE. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]

3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
*
ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/

6. APPELLI. RACCOLTA FONDI PER AIUTARE LA BIBLIOTECA LIBERTARIA "ARMANDO BORGHI" A FARE FRONTE AI DANNI SUBITI A CAUSA DELL'ALLUVIONE DEL 16 E 17 MAGGIO 2023
[Dalla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (e-mail: bibliotecaborghi1916 at gmail.com) riceviamo e diffondiamo con viva solidarieta']

Le inondazioni che il 16 e 17 maggio 2023 hanno colpito molte localita' dell'Emilia Romagna, compresa Castel Bolognese, hanno provocato enormi danni alla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (in sigla: BLAB).
In questo momento particolarmente difficile della sua vita la BLAB fa appello a tutti coloro che apprezzano la sua attivita'.
Per far fronte ai danni subìti e ripartire serviranno molto lavoro e molti soldi.
Se volete aiutarci a superare questo momento di notevole difficolta', potete inviare un contributo economico fin da ora.
Anche somme modeste possono servire.
Con il vostro aiuto, tutti insieme, ce la possiamo fare.
Per inviare le sottoscrizioni si puo' effettuare un bonifico al conto corrente bancario della BLAB, presso CREDIT AGRICOLE - Agenzia di Castel Bolognese. Il codice IBAN, intestato a Biblioteca Libertaria Armando Borghi - Soc. Coop. e': IT16 C 06230 67530 000030040805

7. LIBRI. FRANCESCA MAFFIOLI: HELENE CIXOUS, TRA "CONVERSAZIONI" DI CREATURE UMANE E NON UMANE
[Dal quotidiano "Il manifesto" del 27 luglio 2023 riprendiamo e diffondiamo la seguente intervista dal titolo "Helene Cixous, tra "conversazioni" di creature umane e non umane" e il sommario "Itinerari critici. Parla la scrittrice a proposito del suo libro 'Animal amour', edito in Italia da Poiesis. 'In questo contesto, non si tratta di imparare la lingua dell'altro, ci troviamo oltre la logica di dominazione. Fips e' un cane e la sua figura e' avvolta dalla tragedia. In un contesto storico di violenza assoluta, come quello dell'Algeria coloniale'"]

Gli animali non umani parlano, tra di loro, con noi e con il vivente tutto - e lo fanno tramite "la lingua dell'amore" spiega Helene Cixous. Nonostante la tradizione filosofica occidentale abbia loro negato la prerogativa della ragione e anche quella del linguaggio, essi abitano il nostro immaginario come creature dotate di logos, soprattutto grazie alla letteratura.
Nella loro irriducibile individualita' e sorprendente contiguita' rispetto all'essere umano gli animali non umani sono i personaggi del prezioso libro di Helene Cixous, intitolato emblematicamente Animal amour (pp. 56, euro 12), edito in italiano da Poiesis editrice nella traduzione di Lucrezia Lenti, Antonia Guarini e Paola Armenti.
In questo testo, che nasce nella collezione "Les petites conferences" dell'editore francese Bayard e che e' destinato originariamente ai piu' giovani - secondo la tradizione delle emissioni radio che Walter Benjamin redigeva per la radio tedesca nei primi anni Trenta (1929-1932) - Helene Cixous rievoca il suo rapporto con gli animali non umani sul filo della sua biografia, che attraversa la storia del Novecento. Primi fra tutti gli anni concomitanti alla Seconda Guerra mondiale e quelli dell'Algeria coloniale.
"Da un giorno all'altro, agli occhi dei nostri fratelli arabi, siamo diventati gli ebrei, i bianchi e persino i francesi che non eravamo mai stati. E perche'? In qualche modo erano talmente maltrattati, in modo cosi' disumano e vergognoso, da essere rossi di rabbia, come i cani che, martoriati, finiscono per mordere i loro simili. Non sapevano che anche gli ebrei erano stati colonizzati e che anche loro erano stati cacciati dai francesi".
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- Nel suo libro, lei parla di tradimento: degli esseri umani nei confronti degli animali. Ma anche degli esseri umani nei confronti della loro stessa umanita'. Racconta di questo tipo di tradimento come di qualcosa di terribile, dell'ordine della schiavitu' e dell'infernale. Perche' proprio tradimento? Ce n'e' uno che ritiene imperdonabile?
- Il tradimento chiama e interroga l'amore. Tradiamo solamente cio' che amiamo. Rompiamo la parola data nei confronti di coloro i quali sono nostri compagni, con i quali al principio abbiamo instaurato un legame d'adozione e di fiducia. Si tratta di un'alleanza. In francese, come in italiano, esiste la definizione "animali da compagnia", ma in tale definizione trovo che ci sia qualcosa che ha a che fare con il servizio, come quello delle dame di compagnia, un rapporto insomma tra superiori e inferiori.
Nella vita urbana, al parco, capita spesso di vedere un umano e un animale: dovrebbero essere momenti di compagnia quelli, invece c'e' un guinzaglio, una corda, un'incarcerazione virtuale, un imprigionamento. E ci sono i padroni, i proprietari che intervengono per privare della liberta': quella tra due cani di incontrarsi ad esempio, quando vengono prontamente tirati e privati di comunicazione. Si tratta di un atto di schiavitu' non dichiarata che si insinua dappertutto. Tramite la schiavitu' l'essere umano nega la propria umanita'. Anche tramite il tradimento la nega. Nel "ti prendo, ti lascio, scelgo di lasciarti in vita o di togliertela", l'essere umano tradisce e tradisce la pulsione di fiducia che gli animali hanno nei confronti degli umani. Il tradimento e' imperdonabile e in questo senso non riesco a scegliere quale lo sia di piu', se non nel senso che certo non si puo' recuperare, perche' il crimine compiuto e' rapido e inaccettabile.
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- Riassumendo in una frase "Animal amour", si potrebbe dire che questo piccolo libro parla della liberta'. Nonostante nella copertina francese e italiana sia raffigurato un gatto, o una gatta, il protagonista e' un cane, Fips - figura esatta della liberta'. Puo' spiegarci come questa liberta' si scontra con la prigionia (nelle sue tante forme)?
- La dimensione che avvolge la figura di Fips e' quella della tragedia. In un contesto storico di una violenza assoluta, come quello dell'Algeria coloniale, Fips era una figura della mitologia greca, una figura biblica, un profeta, un rappresentante dei dolori che incendiavano la storia dell'Algeria. Era un essere, minuto, rappresentante di tutti quegli esseri presi in ostaggio dalla violenza storica. Si trattava di violenza tra le comunita' umane, come di quella tra i Greci e i Troiani. Insieme a Fips io e la mia famiglia ci trovavamo in un paese occupato dai francesi dal XIX secolo, in cui la quotidianita' era impregnata d'impotenza, d'odio, di furore da parte degli umiliati nei confronti dei propri carnefici - contenti d'esser tali. Fips era innocente, non apparteneva a nessuna armata, non era ne' greco ne' troiano. Fu accolto dalla mia tribu', dal mio clan, dalla mia famiglia e si trovo' a far parte del campo di battaglia dei suoi genitori adottivi - acquisendo in tal modo lo statuto di assediato, di perseguitato. Questo era il primo cerchio del suo inferno. Il secondo era invece quello dove tutti si perseguitavano reciprocamente con estrema violenza. Fips era un innocente, dalla parte della vita, e si e' trovato in una delle due armate e a causa di cio' ha pagato per tutti: ingiuriato, minacciato, attaccato proprio come un bambino o una bambina della tribu' avversaria. Per errore. Il carattere che lo definisce sta nelle epopee: un incompreso! Noi in realta' eravamo dalla parte di coloro i quali ci attaccavano, eppure eravamo accusati, perche' essi non riuscivano a decifrare la nostra posizione.
Fips fu maltrattato: accusato, condannato, lapidato, senza aver mai fatto corpo con la causa. Innocente, martirizzato, pagava per una causa che non era la sua ed era accusato in una lingua che non era la sua: la lingua degli umani. Forse si chiedeva: chi sono, un uomo, un ebreo? Come nelle epopee e' diventato furioso. Fips mi fa pensare al personaggio di Michael Kohlaas di Heinrich von Kleist, preso dall'ingiustizia.
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- La comunicazione con gli altri viventi rivela quanto il dialogo intraspecifico possa richiedere una diplomazia interpretativa. Cosa ne pensa?
- Nel mio caso io non mi servo di nessuna diplomazia interpretativa, perche' nella comunicazione con gli animali mi servo, come loro, della lingua dell'amore. Non c'e' sforzo, se non quello d'imparare una terza lingua, una lingua comprensibile per me e per loro. Si tratta di una lingua sonora, ma soprattutto di una lingua di segni in cui loro sono tutto corpo. Certo, anche l'intonazione della voce conta molto. Non si tratta quindi di imparare la lingua dell'altro, siamo oltre quella logica per cui esiste una lingua dominante che viene imposta o ci si impone di imparare. Siamo davvero profondamente lontani dall'imposizione coloniale di una lingua ad esempio. Il dialogo fiorisce nel momento in cui si impara una lingua terza, che entrambe le parti cominciano a parlare. Si tratta di una lingua comune tale per cui quando l'animale si rivolge all'umano tenta di farlo secondo i codici comunicativi propri dell'umano: tentando di parlare umano, senza esserlo. E l'uomo di parlare gatto ad esempio.
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- In "Animal amour" lei parla di "desertificazione", in riferimento alla sesta estinzione di massa - che e' gia' in corso. Lei aggiunge che sara' "un deserto dell'immaginazione". Cosa intende dire?
- Per rispondere bisogna prima contestualizzare storicamente. Era il 2006, quasi vent'anni fa (la conferenza da cui e' tratto questo libro e' stata pronunciata il 21 gennaio 2006 al Nouveau Theatre di Montreuil, ndr). Vent'anni fa la coscienza ecologica era meno presente, anche se gia' all'epoca ricordo si pensava al 2050 come data limite, legata alla sparizione delle grandi scimmie. Ora si sa che tutto sparira': mammiferi, insetti, uccelli, la vita sulla terra sparira'. Oggi lo sappiamo, ma non ci muoviamo di conseguenza. L'immaginazione, la nostra immaginazione, e' per certi versi pigra, perche' non vuole vedere, non vuole credere e si accontenta. Invece dovrebbe essere allieva della coscienza, per salvare la parte animale degli esseri umani, per i loro figli. L'immaginazione, che si degrada, e' qualcosa di davvero prezioso. Durante la conferenza del 2006 parlavo a dei bambini e a delle bambine, i quali hanno un universo immaginativo immenso: che e' anche quello delle fiabe, in cui tutto si fa e si disfa, in cui tutto puo' accadere. Poi questo universo immaginativo si dimentica, si perde. Alla mia eta' sono una testimone, come lo sono i testimoni (i pochi che restano) della Seconda guerra mondiale. Sono testimone di guerre, massacri, le guerre di decolonizzazione. A fronte di tutto cio' c'e' sempre stato, nella mia immaginazione, un prima e un dopo. Un anteguerra e un dopoguerra. Ma ora mi chiedo: dopo l'annientamento delle creature sulla terra cosa ci sara'? Cosa ci sara' dopo le rane, dopo le scimmie, dopo le farfalle?

8. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA PER CHIEDERE CHE CESSINO PERSECUZIONI ED UCCISIONI

Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo di scrivere all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere al governo di quel paese che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir
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Vi proponiamo un possibile testo essenziale:
Egregio ambasciatore,
le chiediamo di trasmettere al governo del suo Paese questa nostra richiesta che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
E' dovere di ogni persona, di ogni societa', di ogni ordinamento giuridico rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti, tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita e alla liberta'.
Siamo solidali con le donne iraniane - e con gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Distinti saluti,
Nome e cognome, luogo e data, recapito di chi scrive.
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Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo anche di far circolare questa proposta.
Adoperiamoci affinche' tante persone, tante associazioni, tante istituzioni di tutto il mondo chiedano al governo iraniano che cessino persecuzioni e uccisioni.
Sosteniamo le donne iraniane - e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.

9. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE

Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it

10. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI

Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com

11. REPETITA IUVANT. TRE TESI

La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

12. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

13. NUOVE VECCHIE STORIE DELLA CITTA' PRESENTE. OMERO DELLISTORTI: UNA LETTERA AL DIRETTORE DEL "CORRIERE DEI MESCHINI"

Illustrissimo signor direttore di questo suo prestigioso giornale di cui mi pregio essere lettore affezionato nonche' tifoso,
Le invio questa mia lettera anche a nome dei miei amici e colleghi Fulano, Zutano e Mengano, anch'essi al par della mia persona pregiantisi essere lettori affezionati nonche' tifosi del prestigioso giornale da Lei illustremente diretto.
E vengo al punto senza por tempo in mezzo: dove sono finite le femmine pittate?
L'altra sera infatti dopo di aver civilmnte bisbocciato presso il bar del Brigantone nella frazione Mugaracci dell'antica e nobile cittadina di ***, ci apprestammo automuniti (la Cinquecento di Fulano) alla caccia di una femmina pittata onde intrattenerci in allegria con tanto di frusta ed altri vari e buffi attrezzi per maggior nostro svago e divertissimento.
Ma dopo avere vanamente perlustrato le vie del paese e le provinciali che da esso adducono al capoluogo di provincia della provincia di cui il nostro paese e' amministrativamente parlando parte e al capoluogo di altra provincia con essa medesima provincia confinante di cui il nostro paese non e' parte amministrativamente parlando, di femmine pittate neanche l'ombra.
Trattasi di interruzione di pubblico servizio? Trattasi di carenza di personale? Trattasi di effetto del mutamento climatico o del covid o della recente guerra tra Europa e comunisti? Chi puo' saperlo? Certo non noi semplici utenti i cui diritti vengono costantemente violati dalla congiura dei poteri forti e della sostituzione etnica.
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Illustrissimo signor direttore di questo suo prestigioso giornale di cui mi pregio essere lettore affezionato nonche' tifoso,
cosa deve fare un pover'uomo che dopo una settimana di duro lavoro per la santa e bella patria nostra presso l'archivio dell'ufficio tecnico comunale (sia il sottoscritto che i tre succitati amici e colleghi siamo coadiutori del secondo supplente dell'usciere titolare, un incarico di fiducia che il partito del biancofiore ci affido' oltre trent'anni fa e che abbiamo onorato senza aver mai toccato alcunche' di quanto ivi conservato lunghesso si' lunga tratta di anni e vicende) cerca il sabato sera un po' di svago?
Mi scusi per la lunghezza della frase che precede, finalizzata ad attestare il nostro essere probi e boni viri e dicendi periti e dello stato-nazione servitori, e mi consenta di riassumerne qui il nocciolo, il succo, il conciossiacosache': cosa deve fare un pover'uomo che dopo una settimana di duro lavoro cerca il sabato sera un po' di svago?
Tornare a casa e menare la moglie col rischio che se l'ammazza poi lo accusano pure di quella brutta cosa che e' il femminicidio? No di certo.
Pestare a sangue il primo muso nero che incontra per strada che poi ti devi anche sentir dire che sei razzista mentre stai solo esercitando il patronato di casa nostra e la difesa della razza italica come disponeva quell'appello sottoscritto dai piu' illustri scienziati? No di certo.
Dare fuoco al parco pubblico o al bosco suburbano che li' per li' e' uno spettacolo certo non competitivo coi fuochi d'artificio ma e' pur sempre uno spettacolo, ma poi anche per questo con tutte le schife telecamere di sorveglianza che ci sono in giro che ormai crescono piu' dei funghi ad ogni cantonata finisce che ti beccano e puniscono a te, invece di andare ad arrestare i delinquenti veri, gli uomosensuali e i comunisti, che invece gli danno pure il reddito di cittadinanza? No di certo.
Cosi' abbiamo deciso di aspettare che il bar chiudesse per divertirci un po' a lavorarci la cassieretta che non e' neppure un tocco di chissacche' ma tanto al buio sono tutte uguali. Non avevamo nessuna intenzione di massacrarla, e' stata lei che resisteva. Poi, si sa, da cosa nasce cosa, cosi' alla fine ci tocco' anche darle fuoco e lasciarla nella scarpata dove l'hanno trovata quei ficcanaso che non si fanno mai gli affari propri perche' non conoscono la magica virtu' della discrezione che tanto bene ha sempre fatto.
E adesso ci vogliono addirittura processare! A noi medesimi, solerti pubblici ufficiali e padri di famiglia e patriotti.
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Illustrissimo signor direttore di questo suo prestigioso giornale di cui mi pregio essere lettore affezionato nonche' tifoso,
chiediamo giustizia!
Primo: le riprese delle telecamere che i caramba dicono ci raffigurino sono invece buie e sfocate e quelli che si vedono potrebbero essere tutt'altre persone invece che noi, che poi i nostri vestiti, cappelli e scarpe che li' si vedono sono vestiti, cappelli e scarpe che ce li hanno tutti, mica roba di marca, e quindi poteva essere chiunque.
Secondo: lei ci stava, eccome se ci stava.
Terzo: era lei che provocava, noi neppure ci pensavamo.
Quarto: e poi chi lo dice che sia proprio lei visto che e' tutta carbonizzata e potrebbe essere benissimo un'altra, magari una straniera immigrata clandestina che accopparla sarebbe un atto di igiene e di giustizia? Eh?
Quinto: ormai e' morta. Non si potrebbe non pensarci piu'?
Sia io che i miei amici e colleghi Fulano, Zutano e Mengano ci protestiamo innocenti, ed anzi vittime. Di errore giudiziario e di quant'altro. E certo che ci dispiace anche a noi che sia morta la cassiera del bar di cui eravamo fedeli avventori. Cassiera che peraltro neppure conoscevamo.
Ma non e' questo il punto.
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Illustrissimo signor direttore di questo suo prestigioso giornale di cui mi pregio essere lettore affezionato nonche' tifoso,
il punto e': dove sono finite le femmine pittate?
Se l'altra sera non fosse venuto a mancare questo pubblico servizio non sarebbe successo niente, la Mirella sarebbe ancora viva invece che carbonizzata che neppure si riconosce. E nessuno ci verrebbe a rompere i cosiddetti, perdoni l'audacia dell'espressione che serve per farsi capire tra uomini di mondo.
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La saluto cordialmente, illustrissimo signor direttore di questo suo prestigioso giornale di cui mi pregio essere lettore affezionato nonche' tifoso, insieme ai miei amici e colleghi Fulano, Zutano e Mengano, sperando che vorra' pubblicare questa mia a meri fini di verita' e di giustizia. E sempre viva il Duce.
In fede,
Sarpedonte Scorticazzi, cittadino italiano, pubblico ufficiale, marito fedele e con prole, nonche' tifoso della nazionale: un italiano vero

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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 211 del 30 luglio 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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