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[Nonviolenza] Telegrammi. 4894
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 4894
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Wed, 12 Jul 2023 14:34:15 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4894 del 13 luglio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Quid agendum hic et nunc: opporsi alla guerra (e alle stragi e all'ecocidio di cui consiste) con l'azione diretta nonviolenta. Un appello a chi ha orecchie per intendere
2. Nel ricordo delle vittime di tutte le guerre, opponiamoci a tutte le guerre. Con l'azione diretta nonviolenta
3. Occorre presentare una lista nonviolenta per la pace alle elezioni europee del 2024
4. Una minima notizia su Leonard Peltier
5. Omero Dellistorti: Sulla montagna
6. Omero Dellistorti: Collezioni
7. Omero Dellistorti: Torpore
8. Omero Dellistorti: Scherzare coi morti
9. Omero Dellistorti: Il gioco del suicidio
10. Omero Dellistorti: Mattacchione
11. Omero Dellistorti: Strombolo
12. Omero Dellistorti: Un uomo senza storia
13. Omero Dellistorti: L'amico del signor Soprassede
14. Segnalazioni librarie
15. La "Carta" del Movimento Nonviolento
16. Per saperne di piu'
1. REPETITA IUVANT. QUID AGENDUM HIC ET NUNC: OPPORSI ALLA GUERRA (E ALLE STRAGI E ALL'ECOCIDIO DI CUI CONSISTE) CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA. UN APPELLO A CHI HA ORECCHIE PER INTENDERE
La guerra scatenata oltre un anno fa dal folle e criminale autocrate russo contro la popolazione ucraina inerme continua a mietere vittime innocenti.
E continua a provocare nel cuore d'Europa una catastrofe ambientale di proporzioni colossali, di cui pressoche' tutti i mezzi d'informazione tacciono.
E ogni giorno che passa avvicina il pericolo del suo evolvere nella guerra atomica che puo' porre fine alla civilta' umana e devastare irreversibilmente quest'unico mondo vivente che conosciamo.
L'intera umana famiglia dovrebbe prendere coscienza dell'immane tragedia e dell'abissale minaccia, e quindi agire per far cessare immediatamente la guerra imponendo la fine delle ostilita' e l'avvio di negoziati di pace a tutti i governi impazziti e scellerati che assurdamente la guerra alimentano.
*
Mentre la parte migliore della popolazione russa continua ad opporsi alla guerra e al fascismo subendo da parte del regime una repressione brutale; e mentre la parte migliore della popolazione ucraina continua a resistere con la scelta della solidarieta' e della nonviolenza all'invasione e alla barbarie, alla guerra e al militarismo, adoperandosi per salvare le vite e difendendo la democrazia e i diritti umani nell'unico modo in cui e' possibile farlo, cioe' opponendosi alle uccisioni, alla militarizzazione e alla tirannia che ne consegue; tragicamente la parte migliore delle popolazioni degli altri paesi europei non riesce o non vuole o non sa contrastare la follia guerriera e riarmista, l'imbarbarimento e la fame di universale annientamento dei propri governi che invece di adoperarsi per la pace continuano ciecamente a fare di tutto affinche' la guerra, e le stragi, e l'ecocidio, continuino, si accrescano, si estendano oltre ogni limite.
La maggior parte delle molte iniziative per la pace che pure si sono svolte in questi mesi di guerra nei paesi dell'Unione Europea hanno avuto come implicito ma effettuale denominatore comune - e mi si stringe il cuore a dirlo - di "non disturbare il manovratore", ovvero di non mettere in reali difficolta' il governo golpista della banalita' del male che con l'invio di armi e la supina obbedienza alla Nato - l'organizzazione terrorista e stragista le cui criminali responsabilita' nell'alimentare la guerra in Europa sono flagranti - ha reso l'Italia compartecipe della guerra e quindi delle stragi di esseri umani e dell'ecocidio in corso in Ucraina, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana, articolo che si apre con parole di inequivocabile chiarezza: "L'Italia ripudia la guerra".
Invece disturbare il manovratore occorreva ed occorre; contrastare il governo belligeno e golpista occorreva ed occorre; bloccare l'illegale e criminale invio delle armi assassine occorreva ed occorre; contrastare l'azione scellerata della Nato occorreva ed occorre. Ma questo non e' stato fatto, e tante belle iniziative tanto spettacolari quanto ininfluenti, cosi' come le non molte benemerite e fin luminose azioni di solidarieta' concreta con le vittime che pure per fortuna ci sono state e sempre siano benedette, non bastano ad occultare questa dura realta'.
Eppure e' chiaro e semplice cio' che occorre fare: contrastare materialmente l'illegale e criminale partecipazione italiana alla guerra; contrastarla con l'azione diretta nonviolenta.
Occorre bloccare le fabbriche d'armi: circondandole e occludendone gli ingressi impedendo loro di produrre altri strumenti di morte.
Occorre bloccare i trasporti di armi: occupando e paralizzando i luoghi in cui transitano gli strumenti di morte.
Occorre bloccare le strutture militari: circondandole e occludendone gli ingressi impedendo loro di proseguire in ogni attivita' di preparazione e a sostegno della guerra.
Occorre bloccare le sedi e strutture in Italia della Nato come delle forze armate degli Stati Uniti d'America: circondandole e occludendone gli ingressi cosi' impedendo loro di continuare la guerra di cui sono palesemente "magna pars".
Occorre bloccare la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i Ministeri coinvolti nella guerra: circondandoli e occludendone gli ingressi impedendo loro di proseguire nell'illegale sostegno alla guerra e alle stragi e all'ecocidio in corso in Ucraina, impedendo loro di proseguire nella flagrante violazione della Costituzione della Repubblica italiana cui pure tutti i membri del governo hanno giurato fedelta'.
*
Beninteso: occorre anche continuare a dire e a fare le tante cose buone che gia' si dicono e si fanno, ed occorre sostenere le molte iniziative di pace nuove o reiterate in corso e in programma da parte di soggetti diversi, quali che siano i loro limiti e le loro fragilita', a condizione che siano iniziative rigorosamente per la pace e rigorosamente democratiche sia nel merito che nel metodo, ovvero orientate a salvare tutte le vite e realizzate in forme rigorosamente nonviolente.
Ripetiamo ancora una volta che si deve continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime; che si deve continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime; che si deve continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato; che si deve continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi e le devastazioni di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre; che si deve continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente; che si deve continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani; che si deve continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino; che si deve continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
Ma se non si passa all'azione diretta nonviolenta tutte queste cose non riusciranno a fermare la guerra. Solo l'azione diretta nonviolenta puo' riuscire ad avviare dal basso l'agire necessario, le decisioni indispensabili: la cessazione delle uccisioni, la costruzione della pace, la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e difende e sostiene e conforta, la condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e tutti i beni, il rispetto per ogni vita.
Occorre proporre, iniziare, praticare e poi generalizzare l'azione diretta nonviolenta: cominciando con la forza preziosa dei piccoli gruppi delle persone gia' persuase della nonviolenza - le persone che Gandhi chiamava "satyagrahi", le persone persuase della "forza della verita'" - e poi con la forza dell'esempio, della testimonianza che educa al bene, della lotta nonviolenta concreta e coerente, allargare progressivamente la mobilitazione fino allo sciopero generale contro la guerra, se sara' necessario arrivare fino allo sciopero generale per imporre allo stolto e criminale governo italiano di tornare a rispettare non solo l'articolo 11 della Costituzione repubblicana, ma il diritto alla vita di ogni essere umano.
Poi, naturalmente, anche tutto cio' potrebbe non bastare; ma occorre almeno averlo detto, occorre almeno averlo tentato.
*
Le circostanze particolari in cui vivo da anni mi impediscono di essere io stesso ad organizzare le azioni dirette nonviolente che mi sembrano possibili e necessarie (e che ho sommariamente elencato sopra); l'ho fatto piu' volte in passato, ma ora mi e' obiettivamente impossibile, e non e' l'ultimo dei miei crucci.
Cosicche', non potendo fare qui e adesso di piu' e di meglio, almeno ho voluto dirle queste cose, sperando che qualcuno le ascolti. E sapendo che questo mio scritto che invita ad opporsi alla guerra, alle stragi e all'ecocidio di cui essa consiste, che invita a contrastare i mercanti di morte e la fabbrica degli omicidi, che invita a difendere il diritto alla vita di ogni vivente, ebbene, e' possibile che venga tacciato dal governo belligeno e golpista e dal solerte suo apparato propagandistico di "istigazione a delinquere", mentre a me sembra che sia piuttosto una esortazione a non delinquere, poiche' dal modesto mio punto di vista - ma anche dal punto di vista della Costituzione repubblicana - a delinquere e' piuttosto chi fa e sostiene la guerra, chi uccide, fa uccidere, fornisce gli strumenti per uccidere, coopera a uccidere e lascia uccidere gli esseri umani, chi devasta e distrugge parti sempre crescenti di quest'unico mondo vivente, di quest'unica casa comune dell'intera umana famiglia.
Dixi, sed non salvavi animam meam.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe in corso.
2. REPETITA IUVANT. NEL RICORDO DELLE VITTIME DI TUTTE LE GUERRE, OPPONIAMOCI A TUTTE LE GUERRE. CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
Invece di adoperarsi per salvare le vite dei cittadini dei loro paesi gli stolidi e malvagi governanti d'Europa furiosamente s'ingegnano in tutti i modi di trarli in rovina e fin sterminarli.
Di tutti i capi di stato europei solo quello del Vaticano sembra rendersi conto della tragedia in corso e dice inascoltato parole di verita' e saggezza, e inascoltato chiama al primo dovere di ogni essere umano e di ogni umano istituto: salvare le vite.
*
Il folle e criminale presidente ucraino, effettuale adepto e grottesco imitatore del folle e criminale presidente russo che proditoriamente la guerra ha scatenato, algido proclama che la guerra proseguira', s'estendera' e s'intensifichera', e uccidera' innumerevoli altri esseri umani.
Perche' i due messeri non si sfidano a duello e sacrificano le loro di vite e non le altrui?
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Perche' l'Italia, che nella sua legge fondamentale "ripudia la guerra", continua a prostituirsi a un'organizzazione terrorista e stragista come la Nato, che andrebbe abolita ed i cui sciagurati sanguinari vertici andrebbero tratti dinanzi a una corte di giustizia che li processi e condanni per i crimini loro?
Perche' l'Italia, che nella sua legge fondamentale "ripudia la guerra", continua ad alimentare la guerra e i massacri fornendo illegalmente e criminalmente armi assassine a poteri assassini?
*
Perche' il popolo italiano, che nella sua Costituzione antifascista "ripudia la guerra", permette a un governo neofascista e prostituito all'imperialismo americano di collaborare alacremente alla devastazione e alla distruzione dell'Europa e del nostro paese?
Perche' il popolo italiano, che nella sua Costituzione antifascista "ripudia la guerra", permette a un governo neofascista andato al potere coi voti di circa un quarto degli elettori (12 milioni di voti su 46 milioni di elettori) di violare la Costituzione ed ogni presidio e sentimento di umanita', di attuare una politica golpista e razzista, riarmista e guerriera, persecutrice e assassina?
*
Perche' i popoli del mondo non insorgono nonviolentemente per impedire a governanti ebbri e scellerati di sterminare innumerevoli esseri umani inermi e innocenti?
Perche' i popoli del mondo non insorgono nonviolentemente per impedire l'apocalisse atomica che governanti ebbri e scellerati stanno insensatamente preparando sotto gli occhi di tutti?
*
Con l'azione diretta nonviolenta difendiamo tutte le vite in pericolo.
Con l'azione diretta nonviolenta difendiamo la Costituzione della Repubblica italiana che fa obbligo di ripudiare la guerra e salvare le vite.
*
Con l'azione diretta nonviolenta blocchiamo le fabbriche di armi, i trasporti di armi, le strutture che alla guerra e alle stragi criminalmente cooperano.
Con l'azione diretta nonviolenta chiamiamo ogni essere umano ed ogni umano istituto a difendere l'umanita' intera e l'intero mondo vivente.
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Nel ricordo delle vittime di tutte le guerre, opponiamoci a tutte le guerre.
Nel ricordo delle vittime di tutte le guerre, insorgiamo nonviolentemente per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
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Siamo una sola umana famiglia in un unico mondo vivente.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
*
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Sia universale regola dell'umano agire: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
3. REPETITA IUVANT. OCCORRE PRESENTARE UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE ALLE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024
Dinanzi a un orrore come la guerra in corso nel cuore d'Europa il primo, immediato dovere e' soccorrere tutte le vittime, cercare di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Ma a tal fine cio' che e' veramente necessario, cio' che e' assolutamente decisivo, e' far cessare la guerra.
Se non si ferma la guerra non si fermeranno le stragi.
Se non si ferma la guerra non si fermera' la catastrofe ambientale.
Se non si ferma la guerra non si fermera' la deriva verso l'ecatombe nucleare che minaccia l'intero genere umano.
*
Le persone senzienti e pensanti che vivono nei paesi dell'Unione Europea e che vogliono contribuire a far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste possono e devono fare alcune cose precise:
- contrastare l'invio di armi che la guerra e le stragi alimentano: con azioni dirette nonviolente che ne blocchino la produzione e il trasporto;
- lottare per lo scioglimento della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista braccio armato della politica imperialista americana di devastazione e asservimento dell'Europa;
- contrastare le politiche di riarmo, militarismo, razzismo, schiavismo ed ecocidio dei governi dei propri paesi e dell'Unione Europea.
*
Per quest'ultimo fine e' necessaria la presentazione di una lista nonviolenta per la pace alle elezioni europee del 2024.
Una lista nonviolenta per la pace che proponga come obiettivo fondamentale la cessazione della guerra e di ogni politica di guerra; e che quindi proponga il disarmo, la smilitarizzazione, la difesa popolare nonviolenta, i corpi civili di pace, il ripudio della violenza, il riconoscimento e la difesa integrale dei diritti umani di tutti gli esseri umani, la protezione e l'accudimento dell'intero mondo vivente.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 2 luglio 2023
*
Una postilla ad uso degli usignoli dell'imperatore, dei consiglieri del principe e di tutti i benpensanti
Siamo solidali con la popolazione ucraina aggredita e martoriata.
Siamo solidali con chi si oppone nonviolentemente allo scellerato regime autocratico russo che la guerra in corso ha scatenato.
Siamo solidali con chiunque difenda nonviolentemente la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani in qualunque parte del mondo.
Siamo solidali con le lotte nonviolente dei popoli oppressi per ottenere giustizia e liberta', diritti e democrazia.
Non possono dire lo stesso gli odierni e sempiterni adoratori della guerra sola igiene del mondo, indifferenti o entusiasti di fronte al massacro d'innumerevoli esseri umani.
4. REPETITA IUVANT. UNA MINIMA NOTIZIA SU LEONARD PELTIER
Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco) nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazione criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, alcuni mesi fa e' stato anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
Una bibliografia essenziale:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info)-
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
5. ALTRI SPECCHI, ALTRI ENIGMI. OMERO DELLISTORTI: SULLA MONTAGNA
- Sempre sulla montagna?
- Dice a me?
- E a chi senno'? Ci siamo solo io e lei.
- Mi perdoni, ma non mi sembra che ci conosciamo.
- Ma io so chi e' lei.
- Ah si'?
- Eh si'.
- E quindi?
- Per questo mi sono arrampicato fin quassu', che non ci arrivano neanche le aquile.
- Ma lei ci e' arrivato.
- Ma e'stata una faticaccia.
- E ne valeva la pena?
- Non lo so, dipende da lei.
- Da me?
- Si', da lei. E' lei che sono venuto a cercare.
- E' venuto a cercare me?
- Si'.
- E che avrei fatto?
- Niente.
- E allora perche' mi cerca?
- Per intervistarla. Sono un giornalista.
- Temo che abbia fatto questo viaggio per niente. Non ho niente da dirle.
- Io dico di si'.
- Ma io dico di no.
- Ma io dico di si'.
- Va bene. Allora diciamo che non desidero parlare ne' con lei ne' con alcun suo collega.
- E' anche questo un modo d'iniziare un'intervista, no?
- No. E' un modo di finirla. E adesso, se vuole essere cosi' gentile da lasciarmi in pace gliene sarei assai grato.
- E vorrebbe che me ne tornassi giu' dabbasso con un pugno di mosche?
- Se vuole, posso offrirle un caffe'.
- Grazie.
- Venga.
- Questa e' la sua magione, eh?
- La mia baracca, si'.
- E che combina qui tutto solo soletto?
- Sono fatti miei, direi.
- Certo, era solo per dire.
- Ecco il caffe', l'avevo appena fatto. Lo zucchero e' li'.
- Grazie.
- Prego.
- Buono.
- No, non e' buono.
- In effetti non e' granche', ma meglio di niente, no?
- Qualunque cosa e' meglio di niente.
- Gia'.
- Gia'.
- E adesso?
- E adesso la saluto.
- E non vuole nemmeno sapere perche' sono venuto fin qui?
- No.
- Proprio no? Non e' curioso neanche un po'?
- No, non sono curioso neanche un po'.
- E come sono riuscita a trovarla, questo le interessa?
- No.
- Pero' dovrebbe interessarle, se vuol fare il misantropo...
- Non voglio fare il misantropo, mi limito a starmene qui per conto mio.
- Era una battuta, non volevo mica offenderla.
- Non sono offeso.
- Magari pero' le farebbe comodo sapere come ho fatto a trovarla, no? Per fare in modo che altri dopo di me non la trovino.
- Non credo ci siano altre persone cui interessi venirmi a trovare. Fino ad oggi non e' venuto mai nessuno.
- Cosi' sarei il primo, eh? E che effetto le fa?
- No, caro signore, non ho intenzione di intraprendere nessuna conversazione con lei, le ho gia' detto che non voglio essere intervistato. E adesso mi faccia il piacere di lasciarmi solo.
- Lei fa male a trattarmi cosi', lo sa, vero?
- Le sto solo chiedendo di andarsene.
- Pero' potrei anche restare, non dentro la sua abitazione - che poi sarebbe da vedere se lei ha un qualche titolo di proprieta' o ci si e' solo installato - scusi l'espressione - abusivamente.
- Ha finito?
- No, ho appena cominciato.
- Comunque vorrei uscire dalla baracca e quindi la prego di uscire anche lei.
- E se invece restassi?
- Che giovamento ne trarrebbe?
- Ebbene, intanto mi riposerei un po' dalla scarpinata.
- Se e' cosi', resti pure.
- E lei?
- Resto anch'io.
- Non voleva uscire?
- Si', ma non mi va che lei resti dentro la mia abitazione in mia assenza, magari a rovistare tra le mie cose.
- Segreti, eh?
- Non segreti, ma cose mie che desidero restino mie.
- Pensa che io sia un ladro?
- Non l'ho detto.
- Un ficcanaso pero' si', vero?
- Ha detto che fa il giornalista, no?
- Si'.
- E quindi...
- E quindi?
- Niente.
- Forse siamo partiti col piede sbagliato.
- No, non credo.
- Potrei avere ancora un po' di caffe'?
- Certo, si serva pure da solo.
- Grazie.
- Prego.
- Scommetto, scommetto che quei quaderni li'...
- Non credo che la riguardino.
- Scommetto che...
- Non scommetta.
- Lo ha scritto li', vero?
- Cosa?
- Dico: lo ha scritto li', vero?
- Non ho scritto niente.
- Secondo me da qualche parte deve averlo scritto.
- Non so di cosa lei parli e comunque non ho scritto niente.
- E allora quei quaderni a che le servono?
- Ripeto: non sono affari suoi.
- Mettiamola cosi'.
- Non c'e' niente da mettere in nessun modo.
- Mi lasci dire, mi lasci esprimere un pensiero come se parlassi a me stesso.
- Ecco, parli con se stesso, ma lo faccia in silenzio.
- Ecco quello che volevo dire - a me stesso, s'intende -: mettiamo che io sia autorizzato ad attingere a un certo fondo...
- Ha finito?
- No, mi lasci dire - mi lasci dire a me stesso -: mettiamo che io sia autorizzato ad investire, diciamo, un certo importo. Per dire...
- Ha finito?
- Ma mi lasci concludere, no? Non mi dica che quattro baiocchi non le servono. Oltretutto se deve spostarsi...
- Non ho bisogno di niente e non devo spostarmi.
- Pero' lo fara', no? Dopo che il suo nascondiglio e' stato violato...
- Nascondiglio? Violato?
- Mi sono espresso male. Diciamo cosi': io potrei impegnarmi, anche nel mio interesse, e' chiaro, a non rivelare doove lei si trovi; e potrei anche, dietro regolare ricevuta s'intende, erogare un emolumento per quanto lei vorra' dichiararmi. Lei mi capisce, no?
- No, non la capisco.
- Si' che mi capisce.
- Allora diciamo che anche se la capissi tuttavia non m'interesserebbe.
- Cosa non le interesserebbe?
- Qualunque sua proposta.
- Ma mi lasci almeno dire, no?
- Guardi, non c'e' proprio niente da dire. Mi faccia la gentilezza di andarsene, si fa sera e presto sara' buio, e il sentiero non e' affatto agevole, come ha gia' potuto constatare.
- E come faccio a tornare giu' al buio?
- Le presto, anzi: le dono, ecco, le dono una torcia.
- E non potrebbe accompagnarmi?
- No.
- Non puo' o non vuole?
- Diciamo che non voglio.
- Mi dispiace.
- Mi dispiace che le dispiaccia, ma non l'ho certo invitata io a venire qui.
- In un certo senso no, ma in un certo senso si'.
- No, non l'ho invitata in nessun certo senso, e adesso, per favore...
- Pero' lei lo sa che io sto cercando solo la verita', vero?
- Non so nulla di lei.
- Pero' sto cercando la verita'. E lei, proprio lei, vorrebbe impedirmelo? Non ha senso.
- Non so di cosa stia parlando.
- Eccome se lo sa, lo sanno tutti. Sto parlando di verita', di giustizia, di salvezza. E le offro un'occasione.
- Un'occasione di cosa?
- Lo sa di cosa.
- Non mi interessa e non mi riguarda. E adesso se ne vada.
- E la torcia?
- Eccola, prenda.
- Tornero' domani, e non saro' da solo.
- Auguri.
- Lei sta facendo la cosa piu' stupida della sua vita, lo sa?
- Lei dice?
- La seconda cosa piu' stupida della sua vita, dopo quell'altra.
- Non so di cosa lei parli.
- Ah no, eh?
- No.
- E tutti quei morti? Non contano niente per lei?
- Lo ripeto: non so di cosa lei stia parlando.
- Non le servira' a niente continuare a fuggire, a nascondersi. Lo sa, vero?
- Se ne vada, non vede che si fa notte?
- Almeno una parola di spiegazione, di pentimento, non crede di dovercela?
- Lei sta veramente passando il segno con questi suoi sproloqui.
- Ah, sarei io a passare il segno? E lei, allora? Io le sto solo parlando, lei invece...
- Non mi costringa ad essere scortese, la prego.
- Lo sa che nello zaino ho una pistola?
- No che non lo so.
- E invece ce l'ho.
- D'accordo, ce l'ha. E adesso se ne vada.
- Non ci metto niente a estrarla.
- Ma faccia quello che vuole, purche' se ne vada.
- Ma io non sono come lei, io non la voglio la morte delle persone.
- Allora forse e' meglio che non vada in giro con un'arma, no?
- E se fosse un atto di giustizia?
- Lei mi sembra un po' confuso. E' qui per l'intervista o per l'atto di giustizia?
- Tutt'e due.
- Ebbene, l'intervista non gliela concedo, l'atto di giustizia mi sembra impossibile: ergo, la pianti di menare il can per l'aia e se ne vada.
- Ce l'ho davvero la pistola. Aspetti un attimo. Ecco. Eccola. La vede?
- Si', la vedo.
- Ed e' carica.
- E allora?
- Sa cosa devo fare, vero?
- Certo, smetterla con questa pagliacciata e andarsene.
- Lei gioca a fare il duro, ma ha paura come tutti noi.
- Io non gioco affatto. E quanto ad avere paura di lei, ebbene, mi duole contraddirla, ma non ho alcuna paura.
- No?
- No.
- Cosi' vuole morire, eh?
- Non voglio niente e comunque non sono affari suoi.
- Altroche' se lo sono, perche' adesso le sparo.
6. L'ORA. OMERO DELLISTORTI: COLLEZIONI
- E lei cosa fa di bello?
- Il collezionista.
- E cosa colleziona?
- Cadaveri.
7. FRANTUMI. OMERO DELLISTORTI: TORPORE
Essere svegli e' tutto.
Per esempio: ti capita di vedere un incidente: se sei sveglio piombi come un falco sulle vittime e vedi se si recupera qualche portafogli, qualche orologio, qualche cellulare, no? Prima che arrivi il 118 o il 113 che dopo nisba, gnaffe.
Oppure: di notte, il vicolo e' buio, non c'e' nessuno in giro, la vetrina e' li' con la roba buona e tu ci hai giustappunto i guanti per non lasciare impronte e il mattone pronto per l'uso. Se sei sveglio e' un lampo e poi giddap.
L'unica cosa da evitare come la peste e' il torpore. Per il torpore magari c'e' qualche altro mondo fatto apposta, chi lo puo' sapere; ma in questo pussa via.
8. FRANTUMI. OMERO DELLISTORTI: SCHERZARE COI MORTI
Lo sapete come dice la gente, no? Scherza coi fanti e lascia stare i morti.
Invece dovrebbe essere il contrario, che i fanti come minimo ci hanno la beretta col colpo in canna oppure la baionetta gia' inastata sul moschetto, invece i morti fanno i morti e basta, e se pure gli metti le mani in saccoccia restano li' stecchiti come stecchi.
Certo, c'e' da scavare, e poi bisogna avere il piede di porco per aprire le casse. E nove volte su dieci che ci recuperi? Le scarpe si' e no. Ma meglio di niente, dico io. Sempre meglio che andare a lavorare, no?
9. FRANTUMI. OMERO DELLISTORTI: IL GIOCO DEL SUICIDIO
Dice che c'e' 'sto gioco che gira su internet, no? Io pero' mica ci credo tanto. E' vero che su internet ci trovi tutto, pero' certe panzane se le bevono solo quelli che si scolerebbero il mare oceano, il mare colore del vino. Che ci avra' pure il colore del vino pero' e' salato da fare schifo.
Comunque dice che c'e' 'sto gioco, no? Che la gente vince se s'ammazza da se'. E che vince se s'ammazza da se'? Non mi fate dire le parolacce non mi fate dire.
Perche' delle due l'una: o quando uno muore e' finita li', e allora non vince un cavolo di niente.
O invece ci hanno ragione quei mammalucchi dell'aldila', o quegli altri babbei della metempsicosi, o tutti quegli altri fregnacciari come loro che gli si pigli un colpo a tutti quanti sono. In ogni caso e' una fregatura, no?
Che poi chi ci guadambia? Perche' qualcheduno ci ha da guadambiare senno' che ce lo mettevano a fare il giocherello su internet? Non lo so, certe volte il mondo non ci si capisce un cavolo di niente. Non mi fate dire parolacce, va, che tanto e' tutto uno schifo.
10. FRANTUMI. OMERO DELLISTORTI: MATTACCHIONE
M'hanno messo 'sto soprannome che manco pare un soprannome.
Che veramente era Marracchione, ma poi non lo so come e' diventato Mattacchione.
A me manco mi fa ridere.
Oltretutto e' dannoso per il lavoro, che la gente non ti piglia mai sul serio. E col lavoro che fo io essere presi sul serio e' tutto.
Ci ho 48 esecuzioni nel curriculum, tutte confermate. Pero' con questo soprannome...
11. FRANTUMI. OMERO DELLISTORTI: STROMBOLO
Ci avevo un cugino che di soprannome lo chiamavano Strombolo.
E' quello che sali' sul pullman col mitra e ammazzo' tutti compreso l'autista e il controllore.
Io mica lo so perche' l'ha fatto.
Una volta l'andai a trovare al gabbio e glielo chiesi, ma mi disse che non se lo ricordava piu' manco lui.
La gente fa le cose strane e poi si scorda perche'.
12. FRANTUMI. OMERO DELLISTORTI: UN UOMO SENZA STORIA
Un uomo entra in una grotta, o in una lotta.
Piange lacrime di sangue, o di zucchero.
Abbatte un albero ne scava il tronco ne ricava una piroga. Quando arriva venerdi', o Venerdi'.
Compra un televisore un frigorifero un tostapane, si nutre di formiche e di acqua di mare.
Attraversa il deserto, si sposa, genera dei figli. Poi li divora. Oppure li porta al mercato degli schiavi.
Vince alla lotteria, offre da bere a tutti, cade in miseria, scrive una storia: questa storia.
Poi prende un sacco, ma un sacco bello grosso, e comincia a metterci dentro tutto quello che trova per strada, ma proprio tutto, compresa la strada con tutte le case, e gli alberi, e le bestie grandi e piccole, e la gente e le nuvole e le stelle di notte. Poi ci mette pure se stesso e da dentro con un ago grosso come un chiodo da staccionata e una corda grossa come un cammello cuce l'imboccatura del sacco. Poi e' tutto finito. Oppure ricomincia.
La gente e' proprio strana, lo dico sempre io.
13. TRANSAZIONI. OMERO DELLISTORTI: L'AMICO DEL SIGNOR SOPRASSEDE
- Buongiorno.
- Buongiorno.
- Permette che mi sieda?
- Prego.
- Credo che lei mi attendesse.
- Puo' darsi. Lei e' forse l'amico del signor Soprassede?
- Si'.
- E vorrebbe forse dirmi qualcosa?
- Si'.
- Bene, dica.
- E' cosa delicata, non so se qui...
- Sono sempre cose delicate e creda a me non c'e' posto migliore di questo per parlarne liberamente.
- Ecco, forse il signor Soprassede le avra' accennato...
- No. Mi ha detto solo che c'era un signore che voleva parlarmi. E lei dovrebbe essere quel signore, dico bene?
- Precisamente.
- Quindi dica.
- A dire il vero non e' che sono sicuro di aver preso una decisione...
- Allora interrompiamo qui questa conversazione.
- No, no, mi scusi.
- Mi creda, e' meglio per tutti. Quando avra' preso una decisione lo dica al signor Soprassede.
- No, non intendevo dire, e' che volevo un po' orientarmi prima.
- E cosa c'e' da orientarsi? O ha deciso o non ha deciso.
- Io avrei deciso, ma vorrei capire meglio...
- Se ha deciso non c'e' nulla da capire meglio, c'e' solo da eseguire il primo passaggio che da' il via a tutto il resto; se invece non ha deciso le ho gia' detto quel che ne consegue.
- No, deciso avrei deciso. Ho qui anche la busta, come mi ha detto il signor Soprassede.
- Non la tiri fuori, la tenga in tasca finche' non e' tutto definito.
- Infatti, vorrei sapere come avverrebbe la cosa.
- Avviene come avvengono queste cose. Lei vuole un determinato risultato, no?
- Si'.
- Bene. Lei ottiene il risultato e il come non e' affar suo. Mi creda: meno sa, meglio e'.
- Vorrei che non soffrisse.
- Il minimo indispensabile, stia tranquillo.
- E naturalmente vorrei non essere presente al fatto.
- Naturalmente.
- Insomma, che non si possa risalire...
- Naturalmente.
- E quando sarebbe?
- Se concludiamo?
- Certo, se concludiamo, io sarei per concludere.
- mi pareva che prima avesse qualche incertezza.
- In effetti ce l'ho.
- E allora fermiamoci qui.
- No,, no, vorrei andare avanti.
- Vuole andare avanti?
- Si'.
- Sa che una volta concluso e' concluso e non si torna indietro, vero?
- E' naturale.
- Bene, allora diciamo nell'arco di una settimana.
- Cosi' tanto?
- Nell'arco significa che potrebbe essere anche domani, ma per fare le cose come vanno fatte qualche verifica preliminare e una pianificazione adeguata sono necessarie, non crede?
- Certo.
- E quindi nell'arco di una settimana.
- E io che dovrei fare nel frattempo?
- Niente. La solita vita.
- Magari potrei allontanarmi per qualche giorno; come si dice, per l'alibi.
. non ne ha bisogno. Lei non fa niente, pensiamo a tutto noi.
- Noi?
- Io e i miei collaboratori.
- Avevo capito che faceva tutto lei da solo.
- E chi glielo ha detto?
- Il signor Soprassede mi aveva detto che ci sarebbe stata la massima riservatezza.
- Infatti.
- Pero' se sono coinvolte piu' persone...
- Guardi, lei mi sembra ancora confuso. Tronchiamo qui, si chiarisca le idee e poi, se ancora vuole, contatti di nuovo il signor Soprassede.
- No, no, non sono confuso, sono pronto. Ho anche la busta con me. Gliel'ho gia' detto, vero? Si' che gliel'ho gia' detto.
- Allora adesso mi ascolti attentamente e mi risponda sinceramente.
- Si'.
- Vuole che questa cosa sia fatta?
- Si'.
- Le e' chiaro che una volta che mi avra' dato la busta non potra' ripensarci?
- Si', certo.
- Ha capito che una volta affidatami la pratica lei esce di scena?
- Naturalmente.
- Nella busta c'e' tutto quello che deve esserci?
- Foto, nome, indirizzo e soldi.
- Giusti?
- Si', giusti.
- E allora deve solo decidere e poi dire la parola magica: e' si' o e' no?
- E' si'.
- Si'?
- Si'.
- E allora prenda questo giornale, questo, si', lo pieghi e ci metta dentro la busta. Poi lo lasci sul tavolo. Si alzi ed esca.
- E poi?
- E poi la cosa e' fatta entro una settimana.
- E' tutto qui?
- E' tutto qui.
- Allora, ecco...
- Non sia cosi' agitato.
- No, e' che... no, niente. Ecco. Lo lascio sul tavolo?
- Si'.
- Ecco.
- Adesso esca.
- Si'. esco.
- Bravo.
- Buona giornata.
- Anche a lei.
*
- Pronto, Mario? Il fesso e' uscito adesso. Si', ha lasciato i soldi. Aspettalo sotto casa e fallo fuori. Poi piu' in la' facciamo una visita alla gentile consorte che l'imbecille voleva vedere stecchita. Magari si rimedia qualche altro soldarello.
14. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- In viaggio con Philippe Daverio, Rapsodia in nero: danze macabre e pittura dell'aldila', Rcs, Milano 2023, pp. 64, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- In viaggio con Philippe Daverio, Tra torri, merli e cortine: un viaggio tra i castelli italiani, Rcs, Milano 2023, pp. 64, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
*
Riletture
- Ralph Ellison, Invisible Man, 1952, Penguin Books, 1965, 1982, pp. 478.
- Glenn Gould, L'ala del turbine intelligente. Scritti sulla musica, Adelphi, Milano 1988, 1993, pp. XXIV + 422.
15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
16. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4894 del 13 luglio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
*
Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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Numero 4894 del 13 luglio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Quid agendum hic et nunc: opporsi alla guerra (e alle stragi e all'ecocidio di cui consiste) con l'azione diretta nonviolenta. Un appello a chi ha orecchie per intendere
2. Nel ricordo delle vittime di tutte le guerre, opponiamoci a tutte le guerre. Con l'azione diretta nonviolenta
3. Occorre presentare una lista nonviolenta per la pace alle elezioni europee del 2024
4. Una minima notizia su Leonard Peltier
5. Omero Dellistorti: Sulla montagna
6. Omero Dellistorti: Collezioni
7. Omero Dellistorti: Torpore
8. Omero Dellistorti: Scherzare coi morti
9. Omero Dellistorti: Il gioco del suicidio
10. Omero Dellistorti: Mattacchione
11. Omero Dellistorti: Strombolo
12. Omero Dellistorti: Un uomo senza storia
13. Omero Dellistorti: L'amico del signor Soprassede
14. Segnalazioni librarie
15. La "Carta" del Movimento Nonviolento
16. Per saperne di piu'
1. REPETITA IUVANT. QUID AGENDUM HIC ET NUNC: OPPORSI ALLA GUERRA (E ALLE STRAGI E ALL'ECOCIDIO DI CUI CONSISTE) CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA. UN APPELLO A CHI HA ORECCHIE PER INTENDERE
La guerra scatenata oltre un anno fa dal folle e criminale autocrate russo contro la popolazione ucraina inerme continua a mietere vittime innocenti.
E continua a provocare nel cuore d'Europa una catastrofe ambientale di proporzioni colossali, di cui pressoche' tutti i mezzi d'informazione tacciono.
E ogni giorno che passa avvicina il pericolo del suo evolvere nella guerra atomica che puo' porre fine alla civilta' umana e devastare irreversibilmente quest'unico mondo vivente che conosciamo.
L'intera umana famiglia dovrebbe prendere coscienza dell'immane tragedia e dell'abissale minaccia, e quindi agire per far cessare immediatamente la guerra imponendo la fine delle ostilita' e l'avvio di negoziati di pace a tutti i governi impazziti e scellerati che assurdamente la guerra alimentano.
*
Mentre la parte migliore della popolazione russa continua ad opporsi alla guerra e al fascismo subendo da parte del regime una repressione brutale; e mentre la parte migliore della popolazione ucraina continua a resistere con la scelta della solidarieta' e della nonviolenza all'invasione e alla barbarie, alla guerra e al militarismo, adoperandosi per salvare le vite e difendendo la democrazia e i diritti umani nell'unico modo in cui e' possibile farlo, cioe' opponendosi alle uccisioni, alla militarizzazione e alla tirannia che ne consegue; tragicamente la parte migliore delle popolazioni degli altri paesi europei non riesce o non vuole o non sa contrastare la follia guerriera e riarmista, l'imbarbarimento e la fame di universale annientamento dei propri governi che invece di adoperarsi per la pace continuano ciecamente a fare di tutto affinche' la guerra, e le stragi, e l'ecocidio, continuino, si accrescano, si estendano oltre ogni limite.
La maggior parte delle molte iniziative per la pace che pure si sono svolte in questi mesi di guerra nei paesi dell'Unione Europea hanno avuto come implicito ma effettuale denominatore comune - e mi si stringe il cuore a dirlo - di "non disturbare il manovratore", ovvero di non mettere in reali difficolta' il governo golpista della banalita' del male che con l'invio di armi e la supina obbedienza alla Nato - l'organizzazione terrorista e stragista le cui criminali responsabilita' nell'alimentare la guerra in Europa sono flagranti - ha reso l'Italia compartecipe della guerra e quindi delle stragi di esseri umani e dell'ecocidio in corso in Ucraina, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana, articolo che si apre con parole di inequivocabile chiarezza: "L'Italia ripudia la guerra".
Invece disturbare il manovratore occorreva ed occorre; contrastare il governo belligeno e golpista occorreva ed occorre; bloccare l'illegale e criminale invio delle armi assassine occorreva ed occorre; contrastare l'azione scellerata della Nato occorreva ed occorre. Ma questo non e' stato fatto, e tante belle iniziative tanto spettacolari quanto ininfluenti, cosi' come le non molte benemerite e fin luminose azioni di solidarieta' concreta con le vittime che pure per fortuna ci sono state e sempre siano benedette, non bastano ad occultare questa dura realta'.
Eppure e' chiaro e semplice cio' che occorre fare: contrastare materialmente l'illegale e criminale partecipazione italiana alla guerra; contrastarla con l'azione diretta nonviolenta.
Occorre bloccare le fabbriche d'armi: circondandole e occludendone gli ingressi impedendo loro di produrre altri strumenti di morte.
Occorre bloccare i trasporti di armi: occupando e paralizzando i luoghi in cui transitano gli strumenti di morte.
Occorre bloccare le strutture militari: circondandole e occludendone gli ingressi impedendo loro di proseguire in ogni attivita' di preparazione e a sostegno della guerra.
Occorre bloccare le sedi e strutture in Italia della Nato come delle forze armate degli Stati Uniti d'America: circondandole e occludendone gli ingressi cosi' impedendo loro di continuare la guerra di cui sono palesemente "magna pars".
Occorre bloccare la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i Ministeri coinvolti nella guerra: circondandoli e occludendone gli ingressi impedendo loro di proseguire nell'illegale sostegno alla guerra e alle stragi e all'ecocidio in corso in Ucraina, impedendo loro di proseguire nella flagrante violazione della Costituzione della Repubblica italiana cui pure tutti i membri del governo hanno giurato fedelta'.
*
Beninteso: occorre anche continuare a dire e a fare le tante cose buone che gia' si dicono e si fanno, ed occorre sostenere le molte iniziative di pace nuove o reiterate in corso e in programma da parte di soggetti diversi, quali che siano i loro limiti e le loro fragilita', a condizione che siano iniziative rigorosamente per la pace e rigorosamente democratiche sia nel merito che nel metodo, ovvero orientate a salvare tutte le vite e realizzate in forme rigorosamente nonviolente.
Ripetiamo ancora una volta che si deve continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime; che si deve continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime; che si deve continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato; che si deve continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi e le devastazioni di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre; che si deve continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente; che si deve continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani; che si deve continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino; che si deve continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
Ma se non si passa all'azione diretta nonviolenta tutte queste cose non riusciranno a fermare la guerra. Solo l'azione diretta nonviolenta puo' riuscire ad avviare dal basso l'agire necessario, le decisioni indispensabili: la cessazione delle uccisioni, la costruzione della pace, la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e difende e sostiene e conforta, la condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e tutti i beni, il rispetto per ogni vita.
Occorre proporre, iniziare, praticare e poi generalizzare l'azione diretta nonviolenta: cominciando con la forza preziosa dei piccoli gruppi delle persone gia' persuase della nonviolenza - le persone che Gandhi chiamava "satyagrahi", le persone persuase della "forza della verita'" - e poi con la forza dell'esempio, della testimonianza che educa al bene, della lotta nonviolenta concreta e coerente, allargare progressivamente la mobilitazione fino allo sciopero generale contro la guerra, se sara' necessario arrivare fino allo sciopero generale per imporre allo stolto e criminale governo italiano di tornare a rispettare non solo l'articolo 11 della Costituzione repubblicana, ma il diritto alla vita di ogni essere umano.
Poi, naturalmente, anche tutto cio' potrebbe non bastare; ma occorre almeno averlo detto, occorre almeno averlo tentato.
*
Le circostanze particolari in cui vivo da anni mi impediscono di essere io stesso ad organizzare le azioni dirette nonviolente che mi sembrano possibili e necessarie (e che ho sommariamente elencato sopra); l'ho fatto piu' volte in passato, ma ora mi e' obiettivamente impossibile, e non e' l'ultimo dei miei crucci.
Cosicche', non potendo fare qui e adesso di piu' e di meglio, almeno ho voluto dirle queste cose, sperando che qualcuno le ascolti. E sapendo che questo mio scritto che invita ad opporsi alla guerra, alle stragi e all'ecocidio di cui essa consiste, che invita a contrastare i mercanti di morte e la fabbrica degli omicidi, che invita a difendere il diritto alla vita di ogni vivente, ebbene, e' possibile che venga tacciato dal governo belligeno e golpista e dal solerte suo apparato propagandistico di "istigazione a delinquere", mentre a me sembra che sia piuttosto una esortazione a non delinquere, poiche' dal modesto mio punto di vista - ma anche dal punto di vista della Costituzione repubblicana - a delinquere e' piuttosto chi fa e sostiene la guerra, chi uccide, fa uccidere, fornisce gli strumenti per uccidere, coopera a uccidere e lascia uccidere gli esseri umani, chi devasta e distrugge parti sempre crescenti di quest'unico mondo vivente, di quest'unica casa comune dell'intera umana famiglia.
Dixi, sed non salvavi animam meam.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe in corso.
2. REPETITA IUVANT. NEL RICORDO DELLE VITTIME DI TUTTE LE GUERRE, OPPONIAMOCI A TUTTE LE GUERRE. CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
Invece di adoperarsi per salvare le vite dei cittadini dei loro paesi gli stolidi e malvagi governanti d'Europa furiosamente s'ingegnano in tutti i modi di trarli in rovina e fin sterminarli.
Di tutti i capi di stato europei solo quello del Vaticano sembra rendersi conto della tragedia in corso e dice inascoltato parole di verita' e saggezza, e inascoltato chiama al primo dovere di ogni essere umano e di ogni umano istituto: salvare le vite.
*
Il folle e criminale presidente ucraino, effettuale adepto e grottesco imitatore del folle e criminale presidente russo che proditoriamente la guerra ha scatenato, algido proclama che la guerra proseguira', s'estendera' e s'intensifichera', e uccidera' innumerevoli altri esseri umani.
Perche' i due messeri non si sfidano a duello e sacrificano le loro di vite e non le altrui?
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Perche' l'Italia, che nella sua legge fondamentale "ripudia la guerra", continua a prostituirsi a un'organizzazione terrorista e stragista come la Nato, che andrebbe abolita ed i cui sciagurati sanguinari vertici andrebbero tratti dinanzi a una corte di giustizia che li processi e condanni per i crimini loro?
Perche' l'Italia, che nella sua legge fondamentale "ripudia la guerra", continua ad alimentare la guerra e i massacri fornendo illegalmente e criminalmente armi assassine a poteri assassini?
*
Perche' il popolo italiano, che nella sua Costituzione antifascista "ripudia la guerra", permette a un governo neofascista e prostituito all'imperialismo americano di collaborare alacremente alla devastazione e alla distruzione dell'Europa e del nostro paese?
Perche' il popolo italiano, che nella sua Costituzione antifascista "ripudia la guerra", permette a un governo neofascista andato al potere coi voti di circa un quarto degli elettori (12 milioni di voti su 46 milioni di elettori) di violare la Costituzione ed ogni presidio e sentimento di umanita', di attuare una politica golpista e razzista, riarmista e guerriera, persecutrice e assassina?
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Perche' i popoli del mondo non insorgono nonviolentemente per impedire a governanti ebbri e scellerati di sterminare innumerevoli esseri umani inermi e innocenti?
Perche' i popoli del mondo non insorgono nonviolentemente per impedire l'apocalisse atomica che governanti ebbri e scellerati stanno insensatamente preparando sotto gli occhi di tutti?
*
Con l'azione diretta nonviolenta difendiamo tutte le vite in pericolo.
Con l'azione diretta nonviolenta difendiamo la Costituzione della Repubblica italiana che fa obbligo di ripudiare la guerra e salvare le vite.
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Con l'azione diretta nonviolenta blocchiamo le fabbriche di armi, i trasporti di armi, le strutture che alla guerra e alle stragi criminalmente cooperano.
Con l'azione diretta nonviolenta chiamiamo ogni essere umano ed ogni umano istituto a difendere l'umanita' intera e l'intero mondo vivente.
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Nel ricordo delle vittime di tutte le guerre, opponiamoci a tutte le guerre.
Nel ricordo delle vittime di tutte le guerre, insorgiamo nonviolentemente per la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
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Siamo una sola umana famiglia in un unico mondo vivente.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
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Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Sia universale regola dell'umano agire: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
3. REPETITA IUVANT. OCCORRE PRESENTARE UNA LISTA NONVIOLENTA PER LA PACE ALLE ELEZIONI EUROPEE DEL 2024
Dinanzi a un orrore come la guerra in corso nel cuore d'Europa il primo, immediato dovere e' soccorrere tutte le vittime, cercare di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Ma a tal fine cio' che e' veramente necessario, cio' che e' assolutamente decisivo, e' far cessare la guerra.
Se non si ferma la guerra non si fermeranno le stragi.
Se non si ferma la guerra non si fermera' la catastrofe ambientale.
Se non si ferma la guerra non si fermera' la deriva verso l'ecatombe nucleare che minaccia l'intero genere umano.
*
Le persone senzienti e pensanti che vivono nei paesi dell'Unione Europea e che vogliono contribuire a far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste possono e devono fare alcune cose precise:
- contrastare l'invio di armi che la guerra e le stragi alimentano: con azioni dirette nonviolente che ne blocchino la produzione e il trasporto;
- lottare per lo scioglimento della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista braccio armato della politica imperialista americana di devastazione e asservimento dell'Europa;
- contrastare le politiche di riarmo, militarismo, razzismo, schiavismo ed ecocidio dei governi dei propri paesi e dell'Unione Europea.
*
Per quest'ultimo fine e' necessaria la presentazione di una lista nonviolenta per la pace alle elezioni europee del 2024.
Una lista nonviolenta per la pace che proponga come obiettivo fondamentale la cessazione della guerra e di ogni politica di guerra; e che quindi proponga il disarmo, la smilitarizzazione, la difesa popolare nonviolenta, i corpi civili di pace, il ripudio della violenza, il riconoscimento e la difesa integrale dei diritti umani di tutti gli esseri umani, la protezione e l'accudimento dell'intero mondo vivente.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 2 luglio 2023
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Una postilla ad uso degli usignoli dell'imperatore, dei consiglieri del principe e di tutti i benpensanti
Siamo solidali con la popolazione ucraina aggredita e martoriata.
Siamo solidali con chi si oppone nonviolentemente allo scellerato regime autocratico russo che la guerra in corso ha scatenato.
Siamo solidali con chiunque difenda nonviolentemente la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani in qualunque parte del mondo.
Siamo solidali con le lotte nonviolente dei popoli oppressi per ottenere giustizia e liberta', diritti e democrazia.
Non possono dire lo stesso gli odierni e sempiterni adoratori della guerra sola igiene del mondo, indifferenti o entusiasti di fronte al massacro d'innumerevoli esseri umani.
4. REPETITA IUVANT. UNA MINIMA NOTIZIA SU LEONARD PELTIER
Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco) nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazione criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, alcuni mesi fa e' stato anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
Una bibliografia essenziale:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info)-
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
5. ALTRI SPECCHI, ALTRI ENIGMI. OMERO DELLISTORTI: SULLA MONTAGNA
- Sempre sulla montagna?
- Dice a me?
- E a chi senno'? Ci siamo solo io e lei.
- Mi perdoni, ma non mi sembra che ci conosciamo.
- Ma io so chi e' lei.
- Ah si'?
- Eh si'.
- E quindi?
- Per questo mi sono arrampicato fin quassu', che non ci arrivano neanche le aquile.
- Ma lei ci e' arrivato.
- Ma e'stata una faticaccia.
- E ne valeva la pena?
- Non lo so, dipende da lei.
- Da me?
- Si', da lei. E' lei che sono venuto a cercare.
- E' venuto a cercare me?
- Si'.
- E che avrei fatto?
- Niente.
- E allora perche' mi cerca?
- Per intervistarla. Sono un giornalista.
- Temo che abbia fatto questo viaggio per niente. Non ho niente da dirle.
- Io dico di si'.
- Ma io dico di no.
- Ma io dico di si'.
- Va bene. Allora diciamo che non desidero parlare ne' con lei ne' con alcun suo collega.
- E' anche questo un modo d'iniziare un'intervista, no?
- No. E' un modo di finirla. E adesso, se vuole essere cosi' gentile da lasciarmi in pace gliene sarei assai grato.
- E vorrebbe che me ne tornassi giu' dabbasso con un pugno di mosche?
- Se vuole, posso offrirle un caffe'.
- Grazie.
- Venga.
- Questa e' la sua magione, eh?
- La mia baracca, si'.
- E che combina qui tutto solo soletto?
- Sono fatti miei, direi.
- Certo, era solo per dire.
- Ecco il caffe', l'avevo appena fatto. Lo zucchero e' li'.
- Grazie.
- Prego.
- Buono.
- No, non e' buono.
- In effetti non e' granche', ma meglio di niente, no?
- Qualunque cosa e' meglio di niente.
- Gia'.
- Gia'.
- E adesso?
- E adesso la saluto.
- E non vuole nemmeno sapere perche' sono venuto fin qui?
- No.
- Proprio no? Non e' curioso neanche un po'?
- No, non sono curioso neanche un po'.
- E come sono riuscita a trovarla, questo le interessa?
- No.
- Pero' dovrebbe interessarle, se vuol fare il misantropo...
- Non voglio fare il misantropo, mi limito a starmene qui per conto mio.
- Era una battuta, non volevo mica offenderla.
- Non sono offeso.
- Magari pero' le farebbe comodo sapere come ho fatto a trovarla, no? Per fare in modo che altri dopo di me non la trovino.
- Non credo ci siano altre persone cui interessi venirmi a trovare. Fino ad oggi non e' venuto mai nessuno.
- Cosi' sarei il primo, eh? E che effetto le fa?
- No, caro signore, non ho intenzione di intraprendere nessuna conversazione con lei, le ho gia' detto che non voglio essere intervistato. E adesso mi faccia il piacere di lasciarmi solo.
- Lei fa male a trattarmi cosi', lo sa, vero?
- Le sto solo chiedendo di andarsene.
- Pero' potrei anche restare, non dentro la sua abitazione - che poi sarebbe da vedere se lei ha un qualche titolo di proprieta' o ci si e' solo installato - scusi l'espressione - abusivamente.
- Ha finito?
- No, ho appena cominciato.
- Comunque vorrei uscire dalla baracca e quindi la prego di uscire anche lei.
- E se invece restassi?
- Che giovamento ne trarrebbe?
- Ebbene, intanto mi riposerei un po' dalla scarpinata.
- Se e' cosi', resti pure.
- E lei?
- Resto anch'io.
- Non voleva uscire?
- Si', ma non mi va che lei resti dentro la mia abitazione in mia assenza, magari a rovistare tra le mie cose.
- Segreti, eh?
- Non segreti, ma cose mie che desidero restino mie.
- Pensa che io sia un ladro?
- Non l'ho detto.
- Un ficcanaso pero' si', vero?
- Ha detto che fa il giornalista, no?
- Si'.
- E quindi...
- E quindi?
- Niente.
- Forse siamo partiti col piede sbagliato.
- No, non credo.
- Potrei avere ancora un po' di caffe'?
- Certo, si serva pure da solo.
- Grazie.
- Prego.
- Scommetto, scommetto che quei quaderni li'...
- Non credo che la riguardino.
- Scommetto che...
- Non scommetta.
- Lo ha scritto li', vero?
- Cosa?
- Dico: lo ha scritto li', vero?
- Non ho scritto niente.
- Secondo me da qualche parte deve averlo scritto.
- Non so di cosa lei parli e comunque non ho scritto niente.
- E allora quei quaderni a che le servono?
- Ripeto: non sono affari suoi.
- Mettiamola cosi'.
- Non c'e' niente da mettere in nessun modo.
- Mi lasci dire, mi lasci esprimere un pensiero come se parlassi a me stesso.
- Ecco, parli con se stesso, ma lo faccia in silenzio.
- Ecco quello che volevo dire - a me stesso, s'intende -: mettiamo che io sia autorizzato ad attingere a un certo fondo...
- Ha finito?
- No, mi lasci dire - mi lasci dire a me stesso -: mettiamo che io sia autorizzato ad investire, diciamo, un certo importo. Per dire...
- Ha finito?
- Ma mi lasci concludere, no? Non mi dica che quattro baiocchi non le servono. Oltretutto se deve spostarsi...
- Non ho bisogno di niente e non devo spostarmi.
- Pero' lo fara', no? Dopo che il suo nascondiglio e' stato violato...
- Nascondiglio? Violato?
- Mi sono espresso male. Diciamo cosi': io potrei impegnarmi, anche nel mio interesse, e' chiaro, a non rivelare doove lei si trovi; e potrei anche, dietro regolare ricevuta s'intende, erogare un emolumento per quanto lei vorra' dichiararmi. Lei mi capisce, no?
- No, non la capisco.
- Si' che mi capisce.
- Allora diciamo che anche se la capissi tuttavia non m'interesserebbe.
- Cosa non le interesserebbe?
- Qualunque sua proposta.
- Ma mi lasci almeno dire, no?
- Guardi, non c'e' proprio niente da dire. Mi faccia la gentilezza di andarsene, si fa sera e presto sara' buio, e il sentiero non e' affatto agevole, come ha gia' potuto constatare.
- E come faccio a tornare giu' al buio?
- Le presto, anzi: le dono, ecco, le dono una torcia.
- E non potrebbe accompagnarmi?
- No.
- Non puo' o non vuole?
- Diciamo che non voglio.
- Mi dispiace.
- Mi dispiace che le dispiaccia, ma non l'ho certo invitata io a venire qui.
- In un certo senso no, ma in un certo senso si'.
- No, non l'ho invitata in nessun certo senso, e adesso, per favore...
- Pero' lei lo sa che io sto cercando solo la verita', vero?
- Non so nulla di lei.
- Pero' sto cercando la verita'. E lei, proprio lei, vorrebbe impedirmelo? Non ha senso.
- Non so di cosa stia parlando.
- Eccome se lo sa, lo sanno tutti. Sto parlando di verita', di giustizia, di salvezza. E le offro un'occasione.
- Un'occasione di cosa?
- Lo sa di cosa.
- Non mi interessa e non mi riguarda. E adesso se ne vada.
- E la torcia?
- Eccola, prenda.
- Tornero' domani, e non saro' da solo.
- Auguri.
- Lei sta facendo la cosa piu' stupida della sua vita, lo sa?
- Lei dice?
- La seconda cosa piu' stupida della sua vita, dopo quell'altra.
- Non so di cosa lei parli.
- Ah no, eh?
- No.
- E tutti quei morti? Non contano niente per lei?
- Lo ripeto: non so di cosa lei stia parlando.
- Non le servira' a niente continuare a fuggire, a nascondersi. Lo sa, vero?
- Se ne vada, non vede che si fa notte?
- Almeno una parola di spiegazione, di pentimento, non crede di dovercela?
- Lei sta veramente passando il segno con questi suoi sproloqui.
- Ah, sarei io a passare il segno? E lei, allora? Io le sto solo parlando, lei invece...
- Non mi costringa ad essere scortese, la prego.
- Lo sa che nello zaino ho una pistola?
- No che non lo so.
- E invece ce l'ho.
- D'accordo, ce l'ha. E adesso se ne vada.
- Non ci metto niente a estrarla.
- Ma faccia quello che vuole, purche' se ne vada.
- Ma io non sono come lei, io non la voglio la morte delle persone.
- Allora forse e' meglio che non vada in giro con un'arma, no?
- E se fosse un atto di giustizia?
- Lei mi sembra un po' confuso. E' qui per l'intervista o per l'atto di giustizia?
- Tutt'e due.
- Ebbene, l'intervista non gliela concedo, l'atto di giustizia mi sembra impossibile: ergo, la pianti di menare il can per l'aia e se ne vada.
- Ce l'ho davvero la pistola. Aspetti un attimo. Ecco. Eccola. La vede?
- Si', la vedo.
- Ed e' carica.
- E allora?
- Sa cosa devo fare, vero?
- Certo, smetterla con questa pagliacciata e andarsene.
- Lei gioca a fare il duro, ma ha paura come tutti noi.
- Io non gioco affatto. E quanto ad avere paura di lei, ebbene, mi duole contraddirla, ma non ho alcuna paura.
- No?
- No.
- Cosi' vuole morire, eh?
- Non voglio niente e comunque non sono affari suoi.
- Altroche' se lo sono, perche' adesso le sparo.
6. L'ORA. OMERO DELLISTORTI: COLLEZIONI
- E lei cosa fa di bello?
- Il collezionista.
- E cosa colleziona?
- Cadaveri.
7. FRANTUMI. OMERO DELLISTORTI: TORPORE
Essere svegli e' tutto.
Per esempio: ti capita di vedere un incidente: se sei sveglio piombi come un falco sulle vittime e vedi se si recupera qualche portafogli, qualche orologio, qualche cellulare, no? Prima che arrivi il 118 o il 113 che dopo nisba, gnaffe.
Oppure: di notte, il vicolo e' buio, non c'e' nessuno in giro, la vetrina e' li' con la roba buona e tu ci hai giustappunto i guanti per non lasciare impronte e il mattone pronto per l'uso. Se sei sveglio e' un lampo e poi giddap.
L'unica cosa da evitare come la peste e' il torpore. Per il torpore magari c'e' qualche altro mondo fatto apposta, chi lo puo' sapere; ma in questo pussa via.
8. FRANTUMI. OMERO DELLISTORTI: SCHERZARE COI MORTI
Lo sapete come dice la gente, no? Scherza coi fanti e lascia stare i morti.
Invece dovrebbe essere il contrario, che i fanti come minimo ci hanno la beretta col colpo in canna oppure la baionetta gia' inastata sul moschetto, invece i morti fanno i morti e basta, e se pure gli metti le mani in saccoccia restano li' stecchiti come stecchi.
Certo, c'e' da scavare, e poi bisogna avere il piede di porco per aprire le casse. E nove volte su dieci che ci recuperi? Le scarpe si' e no. Ma meglio di niente, dico io. Sempre meglio che andare a lavorare, no?
9. FRANTUMI. OMERO DELLISTORTI: IL GIOCO DEL SUICIDIO
Dice che c'e' 'sto gioco che gira su internet, no? Io pero' mica ci credo tanto. E' vero che su internet ci trovi tutto, pero' certe panzane se le bevono solo quelli che si scolerebbero il mare oceano, il mare colore del vino. Che ci avra' pure il colore del vino pero' e' salato da fare schifo.
Comunque dice che c'e' 'sto gioco, no? Che la gente vince se s'ammazza da se'. E che vince se s'ammazza da se'? Non mi fate dire le parolacce non mi fate dire.
Perche' delle due l'una: o quando uno muore e' finita li', e allora non vince un cavolo di niente.
O invece ci hanno ragione quei mammalucchi dell'aldila', o quegli altri babbei della metempsicosi, o tutti quegli altri fregnacciari come loro che gli si pigli un colpo a tutti quanti sono. In ogni caso e' una fregatura, no?
Che poi chi ci guadambia? Perche' qualcheduno ci ha da guadambiare senno' che ce lo mettevano a fare il giocherello su internet? Non lo so, certe volte il mondo non ci si capisce un cavolo di niente. Non mi fate dire parolacce, va, che tanto e' tutto uno schifo.
10. FRANTUMI. OMERO DELLISTORTI: MATTACCHIONE
M'hanno messo 'sto soprannome che manco pare un soprannome.
Che veramente era Marracchione, ma poi non lo so come e' diventato Mattacchione.
A me manco mi fa ridere.
Oltretutto e' dannoso per il lavoro, che la gente non ti piglia mai sul serio. E col lavoro che fo io essere presi sul serio e' tutto.
Ci ho 48 esecuzioni nel curriculum, tutte confermate. Pero' con questo soprannome...
11. FRANTUMI. OMERO DELLISTORTI: STROMBOLO
Ci avevo un cugino che di soprannome lo chiamavano Strombolo.
E' quello che sali' sul pullman col mitra e ammazzo' tutti compreso l'autista e il controllore.
Io mica lo so perche' l'ha fatto.
Una volta l'andai a trovare al gabbio e glielo chiesi, ma mi disse che non se lo ricordava piu' manco lui.
La gente fa le cose strane e poi si scorda perche'.
12. FRANTUMI. OMERO DELLISTORTI: UN UOMO SENZA STORIA
Un uomo entra in una grotta, o in una lotta.
Piange lacrime di sangue, o di zucchero.
Abbatte un albero ne scava il tronco ne ricava una piroga. Quando arriva venerdi', o Venerdi'.
Compra un televisore un frigorifero un tostapane, si nutre di formiche e di acqua di mare.
Attraversa il deserto, si sposa, genera dei figli. Poi li divora. Oppure li porta al mercato degli schiavi.
Vince alla lotteria, offre da bere a tutti, cade in miseria, scrive una storia: questa storia.
Poi prende un sacco, ma un sacco bello grosso, e comincia a metterci dentro tutto quello che trova per strada, ma proprio tutto, compresa la strada con tutte le case, e gli alberi, e le bestie grandi e piccole, e la gente e le nuvole e le stelle di notte. Poi ci mette pure se stesso e da dentro con un ago grosso come un chiodo da staccionata e una corda grossa come un cammello cuce l'imboccatura del sacco. Poi e' tutto finito. Oppure ricomincia.
La gente e' proprio strana, lo dico sempre io.
13. TRANSAZIONI. OMERO DELLISTORTI: L'AMICO DEL SIGNOR SOPRASSEDE
- Buongiorno.
- Buongiorno.
- Permette che mi sieda?
- Prego.
- Credo che lei mi attendesse.
- Puo' darsi. Lei e' forse l'amico del signor Soprassede?
- Si'.
- E vorrebbe forse dirmi qualcosa?
- Si'.
- Bene, dica.
- E' cosa delicata, non so se qui...
- Sono sempre cose delicate e creda a me non c'e' posto migliore di questo per parlarne liberamente.
- Ecco, forse il signor Soprassede le avra' accennato...
- No. Mi ha detto solo che c'era un signore che voleva parlarmi. E lei dovrebbe essere quel signore, dico bene?
- Precisamente.
- Quindi dica.
- A dire il vero non e' che sono sicuro di aver preso una decisione...
- Allora interrompiamo qui questa conversazione.
- No, no, mi scusi.
- Mi creda, e' meglio per tutti. Quando avra' preso una decisione lo dica al signor Soprassede.
- No, non intendevo dire, e' che volevo un po' orientarmi prima.
- E cosa c'e' da orientarsi? O ha deciso o non ha deciso.
- Io avrei deciso, ma vorrei capire meglio...
- Se ha deciso non c'e' nulla da capire meglio, c'e' solo da eseguire il primo passaggio che da' il via a tutto il resto; se invece non ha deciso le ho gia' detto quel che ne consegue.
- No, deciso avrei deciso. Ho qui anche la busta, come mi ha detto il signor Soprassede.
- Non la tiri fuori, la tenga in tasca finche' non e' tutto definito.
- Infatti, vorrei sapere come avverrebbe la cosa.
- Avviene come avvengono queste cose. Lei vuole un determinato risultato, no?
- Si'.
- Bene. Lei ottiene il risultato e il come non e' affar suo. Mi creda: meno sa, meglio e'.
- Vorrei che non soffrisse.
- Il minimo indispensabile, stia tranquillo.
- E naturalmente vorrei non essere presente al fatto.
- Naturalmente.
- Insomma, che non si possa risalire...
- Naturalmente.
- E quando sarebbe?
- Se concludiamo?
- Certo, se concludiamo, io sarei per concludere.
- mi pareva che prima avesse qualche incertezza.
- In effetti ce l'ho.
- E allora fermiamoci qui.
- No,, no, vorrei andare avanti.
- Vuole andare avanti?
- Si'.
- Sa che una volta concluso e' concluso e non si torna indietro, vero?
- E' naturale.
- Bene, allora diciamo nell'arco di una settimana.
- Cosi' tanto?
- Nell'arco significa che potrebbe essere anche domani, ma per fare le cose come vanno fatte qualche verifica preliminare e una pianificazione adeguata sono necessarie, non crede?
- Certo.
- E quindi nell'arco di una settimana.
- E io che dovrei fare nel frattempo?
- Niente. La solita vita.
- Magari potrei allontanarmi per qualche giorno; come si dice, per l'alibi.
. non ne ha bisogno. Lei non fa niente, pensiamo a tutto noi.
- Noi?
- Io e i miei collaboratori.
- Avevo capito che faceva tutto lei da solo.
- E chi glielo ha detto?
- Il signor Soprassede mi aveva detto che ci sarebbe stata la massima riservatezza.
- Infatti.
- Pero' se sono coinvolte piu' persone...
- Guardi, lei mi sembra ancora confuso. Tronchiamo qui, si chiarisca le idee e poi, se ancora vuole, contatti di nuovo il signor Soprassede.
- No, no, non sono confuso, sono pronto. Ho anche la busta con me. Gliel'ho gia' detto, vero? Si' che gliel'ho gia' detto.
- Allora adesso mi ascolti attentamente e mi risponda sinceramente.
- Si'.
- Vuole che questa cosa sia fatta?
- Si'.
- Le e' chiaro che una volta che mi avra' dato la busta non potra' ripensarci?
- Si', certo.
- Ha capito che una volta affidatami la pratica lei esce di scena?
- Naturalmente.
- Nella busta c'e' tutto quello che deve esserci?
- Foto, nome, indirizzo e soldi.
- Giusti?
- Si', giusti.
- E allora deve solo decidere e poi dire la parola magica: e' si' o e' no?
- E' si'.
- Si'?
- Si'.
- E allora prenda questo giornale, questo, si', lo pieghi e ci metta dentro la busta. Poi lo lasci sul tavolo. Si alzi ed esca.
- E poi?
- E poi la cosa e' fatta entro una settimana.
- E' tutto qui?
- E' tutto qui.
- Allora, ecco...
- Non sia cosi' agitato.
- No, e' che... no, niente. Ecco. Lo lascio sul tavolo?
- Si'.
- Ecco.
- Adesso esca.
- Si'. esco.
- Bravo.
- Buona giornata.
- Anche a lei.
*
- Pronto, Mario? Il fesso e' uscito adesso. Si', ha lasciato i soldi. Aspettalo sotto casa e fallo fuori. Poi piu' in la' facciamo una visita alla gentile consorte che l'imbecille voleva vedere stecchita. Magari si rimedia qualche altro soldarello.
14. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- In viaggio con Philippe Daverio, Rapsodia in nero: danze macabre e pittura dell'aldila', Rcs, Milano 2023, pp. 64, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- In viaggio con Philippe Daverio, Tra torri, merli e cortine: un viaggio tra i castelli italiani, Rcs, Milano 2023, pp. 64, euro 6,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
*
Riletture
- Ralph Ellison, Invisible Man, 1952, Penguin Books, 1965, 1982, pp. 478.
- Glenn Gould, L'ala del turbine intelligente. Scritti sulla musica, Adelphi, Milano 1988, 1993, pp. XXIV + 422.
15. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
16. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4894 del 13 luglio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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