[Nonviolenza] Telegrammi. 4870



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4870 del 19 giugno 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Due provvedimenti indispensabili per far cessare le stragi nel Mediterraneo e la schiavitu' in Italia
2. "Non sentite l'odore del fumo?". Un discorso tenuto il 18 giugno a Viterbo
3. Nell'imminenza dell'anniversario dell'"incidente a Oglala" del 26 giugno 1975 rinnoviamo l'impegno per la liberazione di Leonard Peltier, da 47 anni prigioniero innocente
4. Un mese di iniziative per la liberazione di Leonard Peltier
5. Una minima notizia su Leonard Peltier
6. Segnalazioni librarie
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'

1. REPETITA IUVANT. DUE PROVVEDIMENTI INDISPENSABILI PER FAR CESSARE LE STRAGI NEL MEDITERRANEO E LA SCHIAVITU' IN ITALIA

Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro.
Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese.

2. REPETITA IUVANT. "NON SENTITE L'ODORE DEL FUMO?". UN DISCORSO TENUTO IL 18 GIUGNO A VITERBO
[Ricostruita come d'abitudine a memoria il giorno dopo e frettolosamente, questa e' una sinossi delle cose dette dal responsabile del "Centro di ricerca per la pace e i diritti umani", Peppe Sini, in piazza del Comune a Viterbo il 18 giugno 2018 parlando a braccio in occasione dell'iniziativa contro il razzismo "Aprite i porti" promossa dall'Arci]

E' oggi che dobbiamo contrastare
Dopo il golpe bianco che ha illegittimamente ed assurdamente portato al governo del paese gli sciagurati caporioni della destra razzista e golpista che si ripromette di instaurare uno scellerato regime di persecuzioni razziste, occorre ora che il popolo italiano insorga, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa della legalita' che salva le vite, in difesa della Costituzione della Repubblica italiana, in difesa della democrazia, in difesa dello stato di diritto, in difesa della civilta' e della civile convivenza, in difesa dell'umanita'.
Occorre che il popolo italiano insorga, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per ottenere le immediate dimissioni del governo delle persecuzioni razziste, ed affinche' i ministri colpevoli di gravi reati, e finanche di crimini contro l'umanita', siano processati e condannati ai sensi delle leggi vigenti.
Occorre che tutte le persone decenti che fino ad oggi non hanno percepito la gravita' di cio' che sta accadendo escano finalmente dalla narcosi che e' gia' complicita' col male; occorre che tutte le persone decenti che fino ad oggi hanno taciuto escano finalmente dall'omerta' che e' gia' complicita' col male; occorre che tutte le persone decenti che fino ad oggi hanno subito e consentito con la loro rassegnazione le menzogne e la violenza dell'estrema destra razzista e golpista escano dalla subalternita' che e' gia' complicita' col male, e decidano di impegnarsi finalmente in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, per salvare le vite di chi e' in estremo pericolo, per ripristinare nel nostro paese la democrazia che ogni essere umano riconosce e raggiunge e sostiene e conforta, per ripristinare nel nostro paese la legalita' che salva le vite.
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Uscire dalla narcosi
Uno dei miei maestri che da molti anni ci ha lasciato, Danilo Dolci, scrisse una volta: "Auschwitz sta figliando nel mondo. Non sentite l'odore del fumo?".
Come si puo' essere cosi' ciechi da non vedere le nostre sorelle schiave in vendita sul ciglio delle strade alla merce' della fame di sesso e violenza dei carnefici nativi?
Come si puo' essere cosi' ciechi da non vedere le nostre sorelle e i nostri fratelli sfruttati, umiliati, ricattati da datori di lavoro che impongono patti leonini, sfruttamento fino all'asservimento, fino alla vera e propria riduzione in schiavitu'? Nelle case dove assistono i nostri anziani, nei campi, nelle officine, nei lavori piu' pesanti, piu' pericolosi, piu' sottopagati, esposti ad ogni angheria, ad ogni minaccia e ad ogni pericolo, senza tutele e senza pieta', adibiti a quello che l'economia ottocentesca gia' chiamava l'"esercito di riserva" della forza-lavoro, esposto ad ogni sopruso, ad ogni abuso, perche' esercitando su di esso la violenza piu' estrema il comando padronale, imponendo la sua ideologia schiavista e segregazionista, intende intimidire tutta la classe lavoratrice e spezzare la solidarieta' tra le lavoratrici ed i lavoratori, per ulteriormente massimizzare il profitto al prezzo della sofferenza piu' estrema e fin della morte degli esseri umani. E quando le piu' sfruttate ed i piu' sfruttati tra le sfruttate e gli sfruttati si ribellano, organizzano la lotta per i diritti di tutti, per il riconoscimento dell'umanita' dell'umanita', per la liberazione comune di tutte le oppresse e tutti gli oppressi, allora il comando padronale, ad un tempo mafioso, razzista e schiavista, ne dispone e ne fa eseguire l'uccisione, allora le nostre sorelle ed i nostri fratelli piu' sfruttati ed oppressi che hanno trovato la forza di organizzare la lotta politica e sindacale per la dignita' umana di tutti gli esseri umani, vengono assassinati dal regime terrorista e stragista al potere, dai rapporti di produzione e di proprieta' dominanti: assassinati come pochi giorni fa il nostro fratello, il nostro compagno Soumaila Sacko, e prima di lui tanti altri, e chi ha la mia eta' ricorda ancora il nostro fratello, il nostro compagno Jerry Masslo, assassinato a Villa Literno nel 1989, e come loro innumerevoli altre sorelle ed altri fratelli, altre compagne ed altri compagni immolati sui satanici altari del profitto dei rapinatori, sui satanici altari del mostro costantemente assetato di sangue e ricchezze.
Come si puo' essere cosi' ciechi da non vedere il massacro in corso lungo le rotte della disperata speranza di innumerevole donne e uomini in fuga dalla fame e dalla guerra, dalle dittature e dalle catastrofi ambientali provocate dai poteri dominanti?
Come si puo' essere cosi' ciechi da non vedere il nesso tra guerra, razzismo e maschilismo, tra ideologie e prassi dominanti e distruzione dell'umanita' e della biosfera?
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Uscire dall'omerta'
In un suo sermone John Donne scrisse che nessun essere umano e' un'isola, ma tutti fanno parte del continente dell'umanita'; e cosi' non mandare a chiedere per chi suona la campana a morto: la campana suona sempre per te. Se ne ricordo' Hemingway che intitolo' "Per chi suona la campana" il suo romanzo - che e' anche la sua piu' grande testimonianza - sulla guerra di Spagna.
Dobbiamo dire la verita' sul rapporto Nord/Sud, sul "disordine costituito" della dominazione planetaria dell'ipercapitalismo mafioso, sul regime di apartheid globale imposto oggi al mondo sotto la denominazione di "globalizzazione neoliberista".
Le radici dell'emigrazione sono nel rapporto tra Nord e Sud del mondo: un rapporto di oppressione, di sfruttamento schiavista, di criminale rapina; il Nord produce solo il 20% delle risorse mondiali e ne consuma l'80%; mentre viceversa il Sud del mondo produce l'80% delle risorse mondiali e ne consuma soltanto il 20%. Come e' possibile questo? Solo perche' i poteri dominanti del Nord rapinano i popoli del Sud; e questa immane rapina e' la prima radice delle guerre e della fame, delle dittature e delle catastrofi ambientali, della violenza schiavista che costringe innumerevoli esseri umani ad abbandonare il luogo in cui sono nati per poter sopravvivere altrove.
E' un "modello di sviluppo" iniziato cinquecento anni fa, col saccheggio delle risorse americane, il genocidio degli indios, la riduzione in schiavitu' e la deportazione in America di forza-lavoro schiava dall'Africa per sostituire nelle miniere e nelle piantagioni gli indios sterminati: questa e' l'origine dell'"ordine mondiale" odierno: questa l'"accumulazione originaria" di capitale che ha dato avvio alla storia moderna come l'abbiamo conosciuta, una storia che gronda sangue e atrocita'.
Sono le nostre guerre, i regimi dittatoriali dei nostri compari e fantocci, la nostra produzione ed esportazione di armi, il nostro colonialismo che prosegue sotto diverse denominazioni, il regime rapinatore e schiavista globale di cui anche le classi dominanti in Italia compartecipano e godono l'usufrutto, a provocare la biblica migrazione di milioni e milioni di esseri umani innocenti, vittime di un disordine mondiale criminale che sta portando al collasso l'ecosistema e infligge sofferenze mostruose ai nove decimi dell'umanita'.
Qualche giorno fa su un'altra piazza, parlando nel corso dell'iniziativa promossa dall'Usb in memoria di Soumaila Sacko, ricordavo che in anni ormai lontani coordinai per l'Italia la piu' estesa campagna di solidarieta' con Nelson Mandela allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano; sapevo e dicevo gia' allora che la lotta di Nelson Mandela e delle sue compagne e dei suoi compagni contro l'apartheid era la lotta dell'umanita' intera contro il regime della schiavitu' e della segregazione razzista che l'intera umanita' minacciava e opprimeva. Sapevo e dicevo gia' allora che l'apartheid non era un residuo di un passato obsoleto che sarebbe scomparso da se', ma uno scellerato sistema di potere politico, economico, ideologico e sociale che se non l'avessimo contrastato e sconfitto al piu' presto avrebbe fagocitato il mondo intero. E quindi non eravamo noi, gli internazionalisti solidali, che aiutavamo le sorelle e i fratelli sudafricani nella loro lotta, ma erano loro che lottavano anche per noi, erano loro che lottavano anche per la nostra liberta', per la nostra dignita', per i nostri diritti, per l'intera umanita'. Poi la lotta di Nelson Mandela ha vinto in Sudafrica; ma l'apartheid sconfitto in Sudafrica si e' invece comunque esteso nel mondo: poiche' la globalizzazione neoliberista sta imponendo un regime di apartheid globale, in cui lo sfruttamento schiavista degli esseri umani sembra non conoscere piu' limiti, in cui l'oppressione di classe pretende di cristallizzarsi in ordine castale, in un delirio razzista analogo a quello hitleriano, erede di quello hitleriano.
Dobbiamo dire la verita' sul regime di terrore e di schiavitu' imposto oggi in Italia a milioni di esseri umani innocenti.
Oltre cinque milioni di persone vivono oggi in Italia private di diritti fondamentali ed esposte a un costante ricatto, in un regime di continua minaccia e paura, in un regime di vero terrore; e in un regime di asservimento che giunge fino all'imposizione di rapporti schiavisti.
E dobbiamo dire la verita' sull'ecatombe nel Mediterraneo.
Poiche' ogni giorno prosegue un'ecatombe nel Mediterraneo, ogni giorno altri esseri umani in fuga dall'orrore, prigionieri dell'orrore, trovano la morte mentre cercano scampo dalla fame e dalla guerra, dalle dittature e dalle catastrofi ambientali, dal regime dell'apartheid globale, dai loro aguzzini stupratori e schiavisti. E la principale responsabilita' di questo orrore e di questa ecatombe e' dei governi europei e di quello italiano in primo luogo.
Sono i governi europei, e tra essi quello italiano, che impedendo l'ingresso in Europa con mezzi legali e sicuri a quanti ne hanno pieno diritto, hanno creato il mercato illegale su cui lucrano da anni profitti enormi le mafie schiaviste e stragiste dei trafficanti di esseri umani.
Sono i governi europei, e tra essi quello italiano, che impedendo l'ingresso in Europa con mezzi legali e sicuri a quanti ne hanno pieno diritto, creano in Europa un "esercito di riserva" di forza-lavoro schiava per meglio sfruttare ed opprimere i lavoratori sia immigrati che nativi.
Sono i governi europei, e tra essi quello italiano, che impedendo l'ingresso in Europa con mezzi legali e sicuri a quanti ne hanno pieno diritto, mentre lo riconoscono "de jure" negano "de facto" il diritto d'asilo.
Sono i governi europei, e tra essi quello italiano, che proseguono e favoreggiano la prosecuzione della plurisecolare politica coloniale, schiavista e rapinatrice che ha derubato e devastato continenti interi e ridotto alla miseria e alla morte per fame le popolazioni di territori ricchissimi ma sistematicamente saccheggiati dai potentati economici del Nord del mondo.
Sono i governi europei, e tra essi quello italiano, che armano i dittatori, fomentano le guerre, instaurano e favoreggiano poteri politici, economici e militari dediti ad ogni crimine.
Sono i governi europei, e tra essi quello italiano, che impongono la cosiddetta "globalizzazione" neoliberista che costituisce un regime di universale sfruttamento e rapina, di planetario apartheid, che sta devastando irreversibilmente la biosfera, provoca ovunque guerre e fame, violenza e miseria, e sta trascinando l'umanita' intera alla catastrofe.
Sono i governi europei, e tra essi quello italiano, i mandanti e i complici degli scafisti, i mandanti e i complici delle mafie schiaviste e stragiste dei trafficanti di esseri umani.
C'e' un solo modo per far cessare immediatamente l'ecatombe nel Mediterraneo, c'e' un solo modo per abolire immediatamente i lager nazisti in Libia, c'e' un solo modo per annientare immediatamente le mafie schiaviste e stragiste dei trafficanti: riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di muoversi liberamente su quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'; garantire a tutti gli esseri umani il diritto di muoversi servendosi di mezzi legali e sicuri; permettere a tutti di entrare nel nostro paese e nel nostro continente esattamente come i cittadini italiani hanno diritto di recarsi liberamente ovunque.
E rispettare finalmente l'articolo 10 della Costituzione della Repubblica italiana che stabilisce che "Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l'esercizio delle liberta' democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d'asilo nel territorio della Repubblica".
Lo sapeva e lo argomentava gia' Immanuel Kant, nel suo "Per la pace perpetua", che per la stessa conformazione fisica del pianeta Terra ogni essere umano ha il diritto di muoversi sull'intero pianeta casa comune dell'umanita' per trovare un luogo in cui vivere una vita degna ed ha altresi' il diritto di essere accolto e rispettato ovunque una vita degna sia possibile vivere.
E dobbiamo dire la verita' sul golpe bianco che ha portato al governo un regime razzista, e sulle persecuzioni razziste da questo criminale regime esplicitamente, pubblicamente, oscenamente annunciate, e su quelle gia' in atto.
L'attuale governo non rappresenta la volonta' del popolo italiano poiche' ha il consenso e la complicita' soltanto di una minoranza della popolazione e dell'elettorato.
L'attuale governo e' illegittimo perche' il suo esplicito programma confligge con la Costituzione della Repubblica, e quindi quando i ministri ora insediatisi hanno giurato fedelta' alla Costituzione hanno spergiurato, e quindi hanno commesso "ab ovo" una frode, un tradimento, un delitto tali da invalidare la loro stessa nomina.
Ripetiamolo ancora una volta: i caporioni dell'estrema destra razzista e golpista hanno ripetutamente ed esplicitamente annunciato quale sia il loro programma; hanno dichiarato ripetutamente quale sia la loro volonta':
- perseguitare le donne e gli uomini giunti in Italia perche' costretti ad abbandonare i loro paesi per sfuggire alla fame e alla guerra, alle dittature e ai disastri ambientali, donne e uomini cui l'estrema destra razzista e golpista minaccia la privazione di inalienabili diritti, la detenzione in campi di concentramento e la deportazione nelle grinfie dei loro aguzzini;
- perseguitare le donne e gli uomini rom e sinti, cui l'estrema destra razzista e golpista minaccia la distruzione degli alloggi e dei beni, minaccia misure lesive dei fondamentali diritti umani;
- perseguitare le donne e gli uomini musulmani, cui l'estrema destra razzista e golpista minaccia imposizioni degradanti e trattamenti discriminatori lesivi della loro dignita' di esseri umani;
- perseguitare le donne e gli uomini che in quanto operatori umanitari si adoperano per salvare le vite, e che nella propaganda dell'estrema destra razzista e golpista vengono assurdamente pressoche' assimilati ai trafficanti mafiosi e schiavisti;
- violare fondamentali articoli della Costituzione, in merito ai quali nella sua propaganda l'estrema destra razzista e golpista ha ripetutamente espresso disprezzo e intenzione di farne strame;
- favoreggiare o addirittura obbligare a commettere il reato di omissione di soccorso, reato di cui nella sua propaganda l'estrema destra razzista e golpista ha ripetutamente fatto l'apologia.
Tutto cio' e' stato ripetutamente, esplicitamente annunciato, e nessuno puo' fingere di ignorarlo.
Sono orrori che abbiamo gia' visto del corso della storia italiana ed europea: con i due millenni di persecuzioni antiebraiche culminate nella Shoah; con le crociate, con gli autodafe', con il colonialismo, con i pogrom, con i genocidi; ricorre quest'anno l'ottantesimo anniversario delle leggi razziste del 1938, e proprio quest'anno l'estrema destra razzista e golpista torna al governo nel nostro paese.
La criminale vicenda della chiusura dei porti italiani ai naufraghi ospitati sulla nave Aquarius e' l'inizio della messa in atto delle persecuzioni razziste annunciate: nel Mediterraneo si continua a morire, quotidianamente la strage continua, e il governo italiano rifiuta di soccorrere i naufraghi negando loro approdo nel nostro paese. La vicenda dell'Aquarius costituisce una flagrante violazione della Costituzione, del diritto del mare, del diritto internazionale e del diritto penale italiano: poiche' per le leggi vigenti quei naufraghi dovevano essere accolti in Italia, ed averlo impedito e' stato un flagrante, infame delitto.
Come e' un infame, scellerato delitto l'annunciata schedatura razzista dei rom.
Come e' un infame, scellerato delitto la volonta' di togliere i bambini ai loro genitori: una persecuzione dei bambini che ricorda i piu' mostruosi regimi dittatoriali; una persecuzione dei bambini che oggi sta attuando l'amministrazione Trump in America, con i bambini rapiti ai loro genitori ed imprigionati in gabbie come animali.
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Uscire dalla subalternita'
- Prima di essere un ordinamento giuridico, l'Italia e' stata un'espressione geografica come diceva il principe di Metternich, e prima ancora un'identita' linguistica: l'Italia e' il paese creato linguisticamente da Dante, un condannato a morte, un esule, un migrante esposto ad ogni pericolo, che sapeva "si' come sa di sale / lo pane altrui, e come e' duro calle / lo scendere e 'l salir per l'altrui scale".
Ed oggi l'Italia di Dante deve essere negli artigli di chi disprezza e minaccia la vita e la dignita' umana di innumerevoli innocenti? Il governo del nostro paese deve essere tra le grinfie di chi effettualmente s'ispira alle leggi razziste del 1938? In Italia deve dominare ancora una volta un regime di persecuzioni razziste?
Nessuna persona di volonta' buona puo' accettare questo crimine.
Nessuna persona senziente e pensante puo' voler subire questa infamia.
Nessuna persona decente puo' ammettere questa oscena barbarie.
Quattro cose noi chiediamo, per quattro cose chiediamo a tutte le persone decenti di battersi ora, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per la legalita' che salva le vite.
Noi chiediamo le dimissioni immediate del governo delle persecuzioni razziste, dell'omissione di soccorso, dei crimini contro l'umanita'.
Noi chiediamo che siano processati e condannati i ministri colpevoli di reati ignobili e gravissimi.
Noi chiediamo di riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto alla vita, e quindi il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro e trovarvi una vita degna: salvare le vite e' il primo dovere.
Noi chiediamo di riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese. Nell'appello all'Italia civile su cui lo scorso anno raccogliemmo migliaia di firme - e tra esse anche quelle di quasi duecento parlamentari - ricordavamo che Il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto"; l'Italia essendo una repubblica democratica non puo' continuare a negare il primo diritto democratico a milioni di persone che vivono stabilmente qui. Vivono stabilmente in Italia oltre cinque milioni di persone non native, che qui risiedono, qui lavorano, qui pagano le tasse, qui mandano a scuola i loro figli che crescono nella lingua e nella cultura del nostro paese; queste persone rispettano le nostre leggi, contribuiscono intensamente alla nostra economia, contribuiscono in misura determinante a sostenere il nostro sistema pensionistico, contribuiscono in modo decisivo ad impedire il declino demografico del nostro paese; sono insomma milioni di nostri effettivi conterranei che arrecano all'Italia ingenti benefici ma che tuttora sono privi del diritto di contribuire alle decisioni pubbliche che anche le loro vite riguardano.
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Insorgere per risorgere
C'e' una poesia di Paul Eluard, l'autore di una delle piu' belle poesie della Resistenza, c'e' una sua breve poesia improvvisata parlando ai minatori in sciopero che ricordo a memoria: "Camarades mineurs je vous le dis ici / Mon chant n'a pas de sens si vous n'avez raison // Si l'homme doit mourir avant d'avoir son heure / Il faut que les poetes meurent les premiers"; credo di essere nel vero se la interpreto cosi': che essa significhi che tutto il sapere e tutta la bellezza del mondo hanno un senso e un valore solo nella prospettiva della lotta per la liberazione dell'umanita', solo nella prospettiva di una sobria felicita' condivisa tra tutte e tutti, solo se sono parte dell'impegno per salvare le vite e riconoscere la dignita' e i solidali diritti di tutte e tutti, dell'intera umanita' e dell'intero mondo vivente.
E' oggi, prima che sia troppo tardi, che occorre impegnarsi per contrastare la furia onnicida della violenza razzista.
Occorre insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Occorre insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa della legalita' che salva le vite.
Occorre insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, in difesa della Repubblica italiana e della sua Costituzione democratica ed antifascista.
Occorre insorgere, con la forza della verita', con la scelta della nonviolenza, per difendere l'umanita' dell'umanita'.
"Insorgere per risorgere": era il motto con cui i militanti del "Partito d'azione", i partigiani di "Giustizia e liberta'", chiamavano il popolo italiano alla Resistenza contro il fascismo.
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Il primo dovere
Ci sono due motti di Rosa Luxemburg, che fu l'umanita' come dovrebbe essere, che non ho piu' dimenticato. Uno dice: "socialismo o barbarie", la solidarieta' o la barbarie, la condivisione dei beni e del bene o la barbarie; che significa che se non vige universale solidarieta' che tutti gli esseri umani riconosce ed abbraccia, li' dove questa solidarieta' non esiste allora s'impone e domina un potere criminale e assassino, terrorista e stragista, che fara' strame di ogni diritto e di ogni valore, che si nutrira' di carne umana fino all'ultima libbra, fino ad estinguere l'ultima luce, fino a sbranare l'ultimo cuore che batte. E l'altro motto ricorda che "la liberta' e' sempre e solo la liberta' degli altri", che significa che non si puo' essere liberi al prezzo dell'altrui servitu', che la liberta' e' una e indivisibile, e che o e' di tutte e tutti o non e'.
Ripetiamolo quindi ancora una volta per cosa dobbiamo innanzitutto qui e adesso lottare:
1. Dimissioni immediate del governo delle persecuzioni razziste. Dimissioni immediate del governo che lascia morire degli esseri umani negando soccorso e accoglienza. Dimissioni immediate del governo dei crimini contro l'umanita'.
2. Siano processati e condannati ai sensi di legge i ministri razzisti. Siano processati e condannati ai sensi di legge i ministri criminali. Siano processati e condannati ai sensi di legge i ministri golpisti.
3. Riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'; e quindi riconoscere a tutti gli esseri umani il diritto di giungere nel nostro paese in modo legale e sicuro. E cosi' far cessare subito l'ecatombe nel Mediterraneo.
4. Riconoscere il diritto di voto a tutte le persone che vivono nel nostro paese: "una persona, un voto" e' il fondamento della democrazia e della civile convivenza. E riconoscendo a tutte le persone che vivono in Italia i diritti sociali, civili, politici, si abbatte lo schiavismo nel nostro paese, si abbatte il regime di terrore e di apartheid nel nostro paese, si ripristina la democrazia e la civile convivenza.
L'Italia e' una repubblica democratica.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

3. INIZIATIVE. NELL'IMMINENZA DELL'ANNIVERSARIO DELL'"INCIDENTE A OGLALA" DEL 26 GIUGNO 1975 RINNOVIAMO L'IMPEGNO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER, DA 47 ANNI PRIGIONIERO INNOCENTE

Si avvicina l'anniversario dell'"incidente a Oglala" del 26 giugno 1975 in cui persero la vita due agenti dell'Fbi e un giovane militante dell'American Indian Movement.
Per quanto accadde quel giorno Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, fu condannato all'ergastolo da una giuria razzista sulla base di "prove" false e di "testimonianze" altrettanto false, e da 47 anni e' detenuto in un carcere di massima sicurezza pur essendo del tutto innocente dei delitti che gli sono stati menzogneramente attribuiti.
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Ha scritto lui stesso nella sua autobiografia: "Non ho scuse da porgere, solo tristezza. Non posso scusarmi per quello che non ho fatto. Ma posso provare dolore, e lo faccio. Ogni giorno, ogni ora, soffro per quelli che sono morti nello scontro di Oglala del 1975 e per le loro famiglie - per le famiglie degli agenti dell'Fbi Jack Coler e Ronald Williams e, si', per la famiglia di Joe Killsright Stuntz, la cui morte per una pallottola a Oglala quello stesso giorno, cosi' come le morti di centinaia di altri indiani a Pine Ridge in quel terribile periodo, non e' mai stata oggetto di inchiesta. Mi piange il cuore nel ricordare la sofferenza e la paura nella quale molta della mia gente fu costretta a vivere a quel tempo, la stessa sofferenza e paura che quel giorno spinse me e gli altri a Oglala per difendere chi era indifeso.
Provo pena e tristezza anche per la perdita subita dalla mia famiglia perche', in qualche misura, quel giorno sono morto io stesso. Sono morto per la mia famiglia, per i miei bambini, per i miei nipoti, per me stesso. Sopravvivo alla mia morte da oltre due decenni.
Quelli che mi hanno messo qui e che mi tengono qui sapendo della mia innocenza avranno una magra consolazione dalla loro indubbia rivincita, che esprime chi essi sono e cio' che sono. Ed e' la piu' terribile rivincita che potessi immaginare.
Io so chi sono e quello che sono. Sono un indiano, un indiano che ha osato lottare per difendere il suo popolo. Io sono un uomo innocente che non ha mai assassinato nessuno, ne' inteso farlo. E, si', sono uno che pratica la Danza del Sole. Anche questa e' la mia identita'. Se devo soffrire in quanto simbolo del mio popolo, allora soffro con orgoglio.
Non cedero' mai.
Se voi, parenti e amici degli agenti che morirono nella proprietà degli Jumping Bull, ricaverete qualche tipo di soddisfazione dal mio essere qui, allora posso almeno darvi questo, nonostante non mi sia mai macchiato del loro sangue. Sento la vostra perdita come mia. Come voi soffro per quella perdita ogni giorno, ogni ora. E cosi' la mia famiglia. Anche noi conosciamo quella pena inconsolabile. Noi indiani siamo nati, viviamo, e moriamo con quell'inconsolabile dolore. Sono ventitre' anni oggi che condividiamo, le vostre famiglie e la mia, questo dolore; come possiamo essere nemici? Forse e' con voi e con noi che il processo di guarigione puo' iniziare. Voi, famiglie degli agenti, certamente non avevate colpa quel giorno del 1975, come non l'aveva la mia famiglia, eppure voi avete sofferto tanto quanto, anche piu' di chiunque era li'. Sembra sia sempre l'innocente a pagare il prezzo piu' alto dell'ingiustizia. E' sempre stato cosi' nella mia vita.
Alle famiglie di Coler e Williams che ancora soffrono mando le mie preghiere, se vorrete accettarle. Spero lo farete. Sono le preghiere di un intero popolo, non solo le mie. Abbiamo molti dei nostri morti per cui pregare e uniamo la nostra amarezza alla vostra. Possa il nostro comune dolore essere il nostro legame.
Lasciate che siano quelle preghiere il balsamo per la vostra pena, non la prolungata prigionia di un uomo innocente.
Vi assicuro che se avessi potuto evitare quello che avvenne quel giorno, la vostra gente non sarebbe morta. Avrei preferito morire piuttosto che permettere consapevolmente che accadesse cio' che accadde. E certamente non sono stato io a premere il grilletto che l'ha fatto accadere. Che il Creatore mi fulmini ora se sto mentendo. Io non riesco a vedere come il mio stare qui, separato dai miei nipoti, possa riparare alla vostra perdita.
Vi giuro, sono colpevole solo di essere un indiano. E' questo il motivo per cui sono qui".
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Ha scritto anche: "Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.
Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.
Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.
Credo nel bene dell'umanita'.
Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".
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La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta dalle piu' prestigiose personalita' mondiali, da Nelson Mandela a madre Teresa di Calcutta, da Mikhail Gorbaciov a papa Francesco. Amnesty International ha chiesto la sua liberazione. Una commissione giuridica ad hoc dell'Onu ha chiesto la sua liberazione. Hanno chiesto la sua liberazione milioni di persone da tutto il mondo. Innumerevoli istituzioni e rappresentanti istituzionali, tra cui in primo luogo il Parlamento Europeo ed il suo indimenticabile Presidente David Sassoli, hanno chiesto la sua liberazione.
Rinnoviamo pertanto ancora una volta la richiesta che il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente, a un testimone della dignita' umana.
Chiediamo a chi legge queste righe di diffondere l'informazione su Leonard Peltier, di prendere pubblicamente posizione per la sua liberazione, di scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' gli conceda la grazia presidenziale.
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I messaggi per richiedere la grazia residenziale (anche molto semplici, come ad esempio: "Free Leonard Peltier") possono essere inviati attraverso la seguente pagina web della Casa Bianca: www.whitehouse.gov/contact/
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Per contattare il Comitato internazionale di difesa di Leonard Peltier visitare il sito: www.whoisleonardpeltier.info, e scrivere alla e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
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Per una informazione essenziale sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier segnaliamo due testi la cui lettura e' indispensabile:
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
Nella rete telematica e' disponibile in italiano una breve ma precisa esposizione della vicenda di Leonard Peltier con il titolo "Alcune parole per Leonard Peltier" (con una puntuale bibliografia per ulteriori approfondimenti).

4. INIZIATIVE. UN MESE DI INIZIATIVE PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

Nel mese di giugno 2023 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo promuove una serie di iniziative di riflessione, di studio, di testimonianza e di mobilitazione affinche' il Presidente degli Stati Uniti d'America conceda finalmente la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
La storica struttura nonviolenta viterbese rinnova l'invito a scrivere al Presidente Biden per chiedere che Leonard Peltier torni libero.
I messaggi (anche molto semplici, come ad esempio: "Free Leonard Peltier") possono essere inviati attraverso la seguente pagina web della Casa Bianca: www.whitehouse.gov/contact/
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Per contattare il Comitato internazionale di difesa di Leonard Peltier: sito: www.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Per una informazione essenziale sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier segnaliamo due testi la cui lettura e' indispensabile:
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.

5. REPETITA IUVANT. UNA MINIMA NOTIZIA SU LEONARD PELTIER

Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco)  nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazione criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, alcuni mesi fa e' stato anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
Una bibliografia essenziale:
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info)-
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.

6. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Zygmunt Bauman, Un mondo fuori asse, Laterza, Roma-Bari 2023, pp. VIII + 198, euro 18.
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Riletture
- Claude Fohlen, Gli indiani d'America. La questione indiana negli Usa e in Canada, Datanews, Roma 1999, pp. 112.
*
Riedizioni
- Georges Simenon, La casa sul canale, Adelphi, Milano 2005, Gedi, Torino 2023, pp. 144, euro 9,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
- Georges Simenon, Luci nella notte, Adelphi, Milano 2005, Gedi, Torino 2023, pp. 170, euro 9,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").

7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

8. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4870 del 19 giugno 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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