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[Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 158
- Subject: [Nonviolenza] Donna, vita, liberta'. 158
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Wed, 7 Jun 2023 05:23:42 +0200
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 158 del 7 giugno 2023
In questo numero:
1. Daniele Lugli: La Nato: qualche proposta di lettura
2. Elena Buccoliero: Di leggerezza e conoscenza, ironia e candore
3. Due incontri di studio sul libro a cura di Philip J. Deloria e Neal Salisbury, "A Companion to American Indian History", nell'ambito dell'iniziativa per la liberazione di Leonard Peltier
4. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
5. Raccolta fondi per aiutare la Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" a fare fronte ai danni subìti a causa dell'alluvione del 16 e 17 maggio 2023
6. Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni
7. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
8. Alcuni riferimenti utili
9. Tre tesi
10. Ripetiamo ancora una volta...
11. Omero Dellistorti: Dopo l'apocalisse
12. Omero Dellistorti: Anatomia dell'odio
13. Quid agendum hic et nunc: opporsi alla guerra (e alle stragi e all'ecocidio di cui consiste) con l'azione diretta nonviolenta. Un appello a chi ha orecchie per intendere
1. MAESTRI. DANIELE LUGLI: LA NATO: QUALCHE PROPOSTA DI LETTURA
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo quest'ultimo articolo dell'indimenticabile Daniele Lugli scritto pochi giorni prima dell'improvvisa scomparsa]
La Nato, gia' data morente, conosce un momento di grande sviluppo ed eccezionale attrattiva. Putin ne e', con l'aggressione all'Ucraina, il piu' efficace propagandista. Stati fin qui neutrali aderiscono. Propensioni in tal senso sono presenti pure in Svizzera. Un ex ambasciatore, e autorevole analista, ne propone invece lo scioglimento. E' una voce isolata. Il tema, come quello dell'uscita, e' da tempo assente dal dibattito pubblico. Cerca di proporlo negli anni '50 e '60, in modo argomentato e senza alcuna indulgenza nei confronti dell'Unione Sovietica, Ernesto Rossi. I motivi per una riflessione ci sono tutti.
Sul Corriere della Sera dell'8 maggio Sergio Romano riporta, con apprezzamento, un brano di un saggio di Giovanni Buccianti: "Di fronte alle genuflessioni e alle attenzioni servili riservate a Zelensky nei vari Paesi, mi chiedo come sia possibile che nessuno abbia ancora coraggiosamente provato a ricordare che in seguito all'implosione dell'Urss (e non alla vittoria degli Usa nella Guerra Fredda) la Nato prese a svolgere una costosa campagna acquisti di tanti Paesi portandoli tutti a giocare contro la Russia e arrivando al confini del suo territorio. Possibile che nessuno abbia ancora detto che cosi' facendo si stava favorendo lo scoppio della Terza guerra mondiale?".
Romano ricorda un momento fondamentale, un atto del 1997 nel quale e' "scritto che 'Nato e Russia non si considerano nemiche', e 'intendono sviluppare una collaborazione forte, stabile e duratura... lavorare insieme per contribuire a instaurare in Europa una sicurezza comune e globale' sulla base di principi e scopi comuni: democrazia, pluralismo, rispetto dei diritti umani, economia di mercato, rinuncia all'uso della forza, trasparenza reciproca per quanto riguarda la politica di difesa e le dottrine militari, prevenzione del conflitti con mezzi pacifici, in conformita' con i principi dell'Onu, appoggio a operazioni di peace-keeping condotte sotto l'autorita' del Consiglio di sicurezza o sotto la responsabilita' dell'Ocse".
L'articolo sul Corriere conclude: "L'Alleanza atlantica ha avuto una parte utile e rispettabile. Ma la guerra fredda e' finita, il comunismo e' sepolto, gli Stati Uniti hanno avuto un presidente come Trump e sarebbe giunto il momento di fare a meno di un'istituzione, la Nato, che ha ormai perduto le ragioni della sua esistenza".
Il saggio di Buccianti, che ben conosce Romano e ne ha stima, ha titolo e sottotitolo eloquenti: "Dalla cortina di ferro alla cortina delle provocazioni. Come l'Ucraina fu scelta dagli USA e dalla NATO per provocare la Russia".
Si puo' aggiungere che, nel buon clima del 1997, nasce il partenariato della NATO. Ne fanno parte Albania, Armenia, Austria, Azerbaigian, Bielorussia, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Georgia, Ungheria, Irlanda, Kazakistan, Repubblica del Kirghizistan, Lettonia, Lituania, Moldavia, Polonia, Romania, Russia, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Svizzera, Repubblica ex jugoslava di Macedonia, Tagikistan, Turkmenistan, Ucraina e Uzbekistan. Inoltre si sviluppano relazioni speciali con la Russia e l'Ucraina con la Carta su un Partenariato specifico, intensificate nel 2002 con la creazione del Consiglio Nato-Russia, in cui gli alleati e la Russia stessa si riuniscono su base paritaria. Una pubblicazione ufficiale della Nato, "La sicurezza attraverso il partenariato", consente di ripercorrere l'intera vicenda.
Ernesto Rossi non e' per principio contrario all'alleanza con gli Usa. Ritiene prioritaria la costituzione degli Stati Uniti d'Europa, per un rapporto tra pari e non tra una grande potenza e satelliti irrilevanti. Ma si e' perso il momento per l'Europa federale. Scrive, prefazione ad "Aria fritta" del 1956: "E ormai e' troppo tardi. Ormai quella che nell'immediato dopoguerra era la lava fluida delle strutture politiche ed economiche, si e' riconsolidata nei vecchi stampi degli stati nazionali. Soltanto una nuova guerra potrebbe rimetterla in movimento". E certo non l'auspica Rossi, che tiene il migliore intervento alla Rocca al termine della Perugia-Assisi del 1961. Su
"Il Ponte", aprile 1964, scrive ancora: "l'attuale governo di centrosinistra dovrebbe chiedere senz'altro l'allontanamento di tutte le armi atomiche dal territorio nazionale e dalle nostre acque territoriali; dovrebbe opporre un netto rifiuto alla forza multilaterale e dovrebbe prepararsi ad uscire dall'Alleanza Atlantica nel 1969, termine del periodo ventennale al quale siamo impegnati, per poter dichiarare subito dopo la neutralita'". Sa che anche questo non coprirebbe dal rischio di essere coinvolti in una nuova guerra, ma almeno "non sarebbe un ombrello di sole stecche per attirare i fulmini, com'e' oggi, per noi, l'ombrello atomico americano".
La scadenza ventennale giunge senza nessuna rilevante eccezione. Grandi movimenti studenteschi e operai l'ignorano del tutto. Anche poi nessuna voce critica, se non quella di sparute minoranze e singole persone, ne richiede scioglimento o uscita. Anche il P.C.I. passa dall'opposizione iniziale all'accettazione negli anni '70.
Una newsletter di "Costituente terra" del 24 maggio non si limita a mormorare come gia' il Piave ma decisamente afferma "la guerra comprata". Si ricordano le speranze del 1997, ma gia' dall'anno prima le industrie delle armi e neoconservatori negli USA investono per l'espansione dell'Alleanza fino ai confini della Russia. Interessano i "nuovi Paesi, e poterli in seguito rifornire di tutte le armi necessarie, come poi e' avvenuto con la guerra in Ucraina, finanziata finora con oltre 100 miliardi di dollari di armamenti". Questo risulta da un documento di ex diplomatici e ambasciatori, consiglieri della Sicurezza Nazionale, esponenti delle Forze Armate e analisti americani, uscito il 16 maggio sul "New York Times".
Nella stessa nota - le newsletter di Costituente Terra meritano sempre attenzione - segnala pure un articolo del nostro Enrico Peyretti, "Le guerre sono due", sempre essenziale e preciso. Vorrei ritrovare ancora i suoi scritti sul sito di Azione nonviolenta, ma fa gia' cosi' tanto! Secondo lui "si puo' leggere lo svizzero Daniele Ganser, Le guerre illegali della Nato (Fazi): tredici guerre".
Carlo Rovelli, in Prefazione, scrive: "Penso che questo sia un libro che tutti dovrebbero leggere, o almeno dovrebbero conoscere quello che mostra con semplicita' e chiarezza". E' un buon incoraggiamento a proseguire nella lettura iniziata di un testo, che non pare influenzato da una propensione al "complottismo" mostrata dall'autore in altri ambiti.
2. MEMORIA. ELENA BUCCOLIERO: DI LEGGEREZZA E CONOSCENZA, IRONIA E CANDORE
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]
Se c'e' una persona cui la frase "prima le donne e i bambini" si attaglia alla perfezione, questa e' Daniele Lugli. Raramente, parlando di nonviolenza, mancava di citare la trasformazione della condizione femminile in Italia negli ultimi sessant'anni come l'unica, vera rivoluzione nonviolenta che avesse conosciuto, portata avanti - aggiungeva sempre - prima di tutto con la fatica e il dolore delle donne, e mai in modo definitivo. Quanto ai bambini il suo amore per loro, la capacita' di incantarli con le storie che raccontava e per come li stava ad ascoltare, erano alcuni dei tratti che maggiormente lo caratterizzavano.
Ai piu' piccoli ha dedicato numerosi scritti. Forse il piu' bello e' la rilettura del decalogo di Gianfranco Zavalloni sui "Diritti negati dei bambini e delle bambine" che si puo' leggere anche su questo sito, nella prima e seconda parte, ma qui c'e' pure il suo racconto "Cai, il tigrotto e il calzolaio", e molto altro. Basta spulciare.
Con delicatezza e attenzione Daniele Lugli si e' rivolto ai giovani in modo non comune, sicche' tante e tanti delle generazioni a lui successive in questi giorni ne hanno scritto chiamandolo "Maestro" e "Amico", chiedendo come poterlo salutare. Ho bene in mente con quanta attenzione e amore li incontrava. Accettava ogni invito al di la' della stanchezza, che si trattasse di una classe, una platea o un gruppetto sparuto di ragazzi e ragazze interessati alla nonviolenza ma anche alla storia, ai diritti umani, alla politica, all'antifascismo, alla guerra, all'ambiente, alla costruzione di un mondo piu' giusto. A loro si rivolgeva con la fiducia e la pazienza del seminatore e di semi ne ha piantati veramente tanti, nella formazione, nella scuola, nel volontariato, nelle "150 ore", nell'universita', in ogni ambiente e in ogni tempo della sua vita.
Sono stata nei paraggi di Daniele per meta' della mia. Lungo anni preziosi ho avuto il privilegio di ascoltarlo, di accompagnarlo in altre citta' per tenere corsi o conferenze favorendogli il viaggio, dal momento che non aveva la patente ("Quando avevo 18 anni mio padre mi ha iscritto a scuola guida. Io l'ho ringraziato e gli ho detto che non potevo andare perche' avevo altri impegni. "Cosa vuoi fare?", mi ha chiesto. Gli ho risposto che stavo iniziando un corso di paleografia antica...").
Ho avuto la fortuna e il dono di condividere con lui progetti e iniziative, di lavorare insieme e insieme fare festa, entusiasmarci o indignarci; insieme spartire i momenti piu' duri, lo scoramento che pure c'era, e il privilegio di leggere in anteprima l'uno gli scritti dell'altra.
Senza l'incontro con lui, semplicemente la mia vita tutta sarebbe stata diversa, sarei diversa io, non so chi e non so come ma certamente e radicalmente altro da cio' che sono. Non avrei letto Aldo Capitini e non lo avrei sentito maestro affettuoso come Daniele me lo ha trasmesso; ignorerei il Movimento Nonviolento probabilmente, certo non saprei nulla di Silvano Balboni o di Danilo Dolci, non mi commuoverei leggendo Giacomo Matteotti e avrei dato non so quale altra forma (o nessuna forma) al mio desiderio di una realta' trasformata, accogliente e giusta verso tutte le persone a partire dai piu' deboli.
Volgendomi ad altro, credo non avrei mai canticchiato canzoni come "Ghigliottina" o "Petrolio", non avrei desiderato di imparare (malissimo) a stare a galla e non avrei accompagnato insieme a lui un'esperienza cosi' bella come la piccola "Scuola della nonviolenza" che pervicacemente abbiamo portato avanti a Ferrara, settimanalmente e per diversi anni, insieme a amiche e amici indispensabili.
Non avrei preso la parola, senza il suo incoraggiamento paziente.
Non avrei avuto il coraggio di impegnarmi in tante cose belle che ho fatto e che faccio, e di attraversarne tante, brutte, che ho affrontato e devo affrontare.
Dolcissimo signore di leggerezza e conoscenza, ironia e candore, recita un tuo vecchio ritratto. Davvero se c'e' una persona, tra quante ho conosciuto, capace di fiducia, rispetto, comprensione, ascolto, sacrificio, coraggio, fermezza, esercizio costante del dubbio, bonta' profonda, vera attenzione, impagabile ironia e profondissima cultura, amore per la verita' anche a costo di ferire o di lacerarsi nelle contraddizioni, questo sei tu Daniele. Lo sei nella mia vita e nel tuo sguardo verso gli altri e verso il mondo, nel raggio immediato dei rapporti diretti e in quello larghissimo di tutte le cose umane, fino alle piu' distanti, guardate con passione politica nel piu' pulito dei significati possibili.
In questi giorni te lo stiamo dicendo in tanti e, credimi, non per la retorica obbligatoria che si usa verso chi non c'e' piu'. Possiamo dirci anche di quando ti spazientivi, o eri caparbio, o preferivi mollare piuttosto che affrontare una discussione. Conosciamo la tua umanita' imperfetta perche' tu stesso ce l'hai fatta incontrare. Proprio per questo siamo qui a dirti che sei un uomo raro e prezioso.
La gratitudine che hai generato e il vuoto che ora resta sono immensi allo stesso modo. Ci vorra' tempo per decifrarli.
Siamo in tanti in questo momento a piangere Daniele Lugli, a ricordarlo, a pensare ai momenti in cui siamo stati con lui. Questo ci da' forza e ci fa sentire parte di una comunita' di abbracci.
Vorrei che tutto il calore che ha donato lo raggiungesse, in qualunque luogo si trovi adesso, per dirgli che gli vogliamo bene in tanti e non ci piace stare senza di lui, ma se questa e' la condizione allora lo disturberemo tanto, lo penseremo, gli chiederemo di ascoltarci ancora, di indicarci ancora una direzione possibile, perche' siamo tutti piu' poveri e soli e smarriti ora che lui non c'e'.
Non so dire come e quando - c'e' un tempo necessario per decantare il dolore e occorre rispettarlo - ma sarebbe bello trovare mille modi per restituirgli almeno un po' di quello che abbiamo ricevuto da lui.
3. INCONTRI. DUE INCONTRI DI STUDIO SUL LIBRO A CURA DI PHILIP J. DELORIA E NEAL SALISBURY, "A COMPANION TO AMERICAN INDIAN HISTORY", NELL'AMBITO DELL'INIZIATIVA PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
La mattina di lunedi' 5 giugno e la mattina di martedi' 6 giugno 2023 si sono svolti a Viterbo, presso la sede del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", due incontri di studio sull'utilissimo libro a cura di Philip J. Deloria e Neal Salisbury, A Companion to American Indian History (Blackwell Publishing, 2002, 2004, pp. X + 514).
Gli incontri si sono svolti nell'ambito dell'iniziativa affinche' il Presidente degli Stati Uniti d'America conceda finalmente la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
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Le persone partecipanti agli incontri rinnovano l'invito a scrivere al Presidente Biden per chiedere che Leonard Peltier torni libero.
I messaggi (anche molto semplici, come ad esempio: "Free Leonard Peltier") possono essere inviati attraverso la seguente pagina web della Casa Bianca: www.whitehouse.gov/contact/
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Per contattare il Comitato internazionale di difesa di Leonard Peltier: sito: www.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Per una informazione essenziale sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier segnaliamo due testi la cui lettura e' indispensabile:
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
4. INIZIATIVE. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]
3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
*
ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/
5. APPELLI. RACCOLTA FONDI PER AIUTARE LA BIBLIOTECA LIBERTARIA "ARMANDO BORGHI" A FARE FRONTE AI DANNI SUBITI A CAUSA DELL'ALLUVIONE DEL 16 E 17 MAGGIO 2023
[Dalla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (e-mail: bibliotecaborghi1916 at gmail.com) riceviamo e diffondiamo con viva solidarieta']
Le inondazioni che il 16 e 17 maggio 2023 hanno colpito molte localita' dell'Emilia Romagna, compresa Castel Bolognese, hanno provocato enormi danni alla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (in sigla: BLAB).
In questo momento particolarmente difficile della sua vita la BLAB fa appello a tutti coloro che apprezzano la sua attivita'.
Per far fronte ai danni subìti e ripartire serviranno molto lavoro e molti soldi.
Se volete aiutarci a superare questo momento di notevole difficolta', potete inviare un contributo economico fin da ora.
Anche somme modeste possono servire.
Con il vostro aiuto, tutti insieme, ce la possiamo fare.
Per inviare le sottoscrizioni si puo' effettuare un bonifico al conto corrente bancario della BLAB, presso CREDIT AGRICOLE - Agenzia di Castel Bolognese. Il codice IBAN, intestato a Biblioteca Libertaria Armando Borghi - Soc. Coop. e': IT16 C 06230 67530 000030040805
6. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA PER CHIEDERE CHE CESSINO PERSECUZIONI ED UCCISIONI
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo di scrivere all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere al governo di quel paese che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir
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Vi proponiamo un possibile testo essenziale:
Egregio ambasciatore,
le chiediamo di trasmettere al governo del suo Paese questa nostra richiesta che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
E' dovere di ogni persona, di ogni societa', di ogni ordinamento giuridico rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti, tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita e alla liberta'.
Siamo solidali con le donne iraniane - e con gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Distinti saluti,
Nome e cognome, luogo e data, recapito di chi scrive.
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Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo anche di far circolare questa proposta.
Adoperiamoci affinche' tante persone, tante associazioni, tante istituzioni di tutto il mondo chiedano al governo iraniano che cessino persecuzioni e uccisioni.
Sosteniamo le donne iraniane - e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.
7. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it
8. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
9. REPETITA IUVANT. TRE TESI
La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
10. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
11. FANTASCIENZA D'ACCATTO. OMERO DELLISTORTI: DOPO L'APOCALISSE
Era andata a finire come lo sapevano tutti che andava a finire.
Avevano comnciato in un posto sperduto chiamato Ucraina, e subito ci si erano tuffati tutti: piatto ricco mi ci ficco.
Un anno e mezzo di stragi convenzionali, tanto per riscaldarsi. Mezzo milione, un milione, due milioni di morti, chissa'. Poi si comincio' a fare sul serio.
Neppure si sa chi attacco' la prima centrale nucleare. In due o tre giorni piu' della meta' delle centrali nucleari sparse sul pianeta erano gia' esplose.
E a quel punto partirono le bombe, le bombe vere, le bombe grosse: le bombe atomiche. Nessuno ci stava a morire da solo.
Duro' una settimana o giu' di li'. Nessun angolo del mondo fu risparmiato. Dove non arrivarono le bombe arrivarono le radiazioni. Quelli che morirono subito furono fortunati.
Successe quattro o cinque generazioni fa. Noi viviamo ancora nelle caverne.
12. NELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: ANATOMIA DELL'ODIO
Ma che ne volete sapere voi che siete piu' stupidi della luna, piu' stupidi di mercoledi'.
Mo' ve lo dico io che e' l'odio.
E' una questione geometrica e cronometrica. Se stai troppo vicino a qualcuno per troppo tempo, non si fugge, arriva il punto che l'ammazzi.
Non c'entra niente la psicologia, la sociologia, tutte quelle frescacce che dicono in televisione.
E' una questione di troppo pochi centimetri per troppi minuti. E' tutto qui.
Se non lo so io che ho ammazzato mia moglie che le volevo un bene dell'anima.
13. REPETITA IUVANT. QUID AGENDUM HIC ET NUNC: OPPORSI ALLA GUERRA (E ALLE STRAGI E ALL'ECOCIDIO DI CUI CONSISTE) CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA. UN APPELLO A CHI HA ORECCHIE PER INTENDERE
La guerra scatenata oltre un anno fa dal folle e criminale autocrate russo contro la popolazione ucraina inerme continua a mietere vittime innocenti.
E continua a provocare nel cuore d'Europa una catastrofe ambientale di proporzioni colossali, di cui pressoche' tutti i mezzi d'informazione tacciono.
E ogni giorno che passa avvicina il pericolo del suo evolvere nella guerra atomica che puo' porre fine alla civilta' umana e devastare irreversibilmente quest'unico mondo vivente che conosciamo.
L'intera umana famiglia dovrebbe prendere coscienza dell'immane tragedia e dell'abissale minaccia, e quindi agire per far cessare immediatamente la guerra imponendo la fine delle ostilita' e l'avvio di negoziati di pace a tutti i governi impazziti e scellerati che assurdamente la guerra alimentano.
*
Mentre la parte migliore della popolazione russa continua ad opporsi alla guerra e al fascismo subendo da parte del regime una repressione brutale; e mentre la parte migliore della popolazione ucraina continua a resistere con la scelta della solidarieta' e della nonviolenza all'invasione e alla barbarie, alla guerra e al militarismo, adoperandosi per salvare le vite e difendendo la democrazia e i diritti umani nell'unico modo in cui e' possibile farlo, cioe' opponendosi alle uccisioni, alla militarizzazione e alla tirannia che ne consegue; tragicamente la parte migliore delle popolazioni degli altri paesi europei non riesce o non vuole o non sa contrastare la follia guerriera e riarmista, l'imbarbarimento e la fame di universale annientamento dei propri governi che invece di adoperarsi per la pace continuano ciecamente a fare di tutto affinche' la guerra, e le stragi, e l'ecocidio, continuino, si accrescano, si estendano oltre ogni limite.
La maggior parte delle molte iniziative per la pace che pure si sono svolte in questi mesi di guerra nei paesi dell'Unione Europea hanno avuto come implicito ma effettuale denominatore comune - e mi si stringe il cuore a dirlo - di "non disturbare il manovratore", ovvero di non mettere in reali difficolta' il governo golpista della banalita' del male che con l'invio di armi e la supina obbedienza alla Nato - l'organizzazione terrorista e stragista le cui criminali responsabilita' nell'alimentare la guerra in Europa sono flagranti - ha reso l'Italia compartecipe della guerra e quindi delle stragi di esseri umani e dell'ecocidio in corso in Ucraina, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana, articolo che si apre con parole di inequivocabile chiarezza: "L'Italia ripudia la guerra".
Invece disturbare il manovratore occorreva ed occorre; contrastare il governo belligeno e golpista occorreva ed occorre; bloccare l'illegale e criminale invio delle armi assassine occorreva ed occorre; contrastare l'azione scellerata della Nato occorreva ed occorre. Ma questo non e' stato fatto, e tante belle iniziative tanto spettacolari quanto ininfluenti, cosi' come le non molte benemerite e fin luminose azioni di solidarieta' concreta con le vittime che pure per fortuna ci sono state e sempre siano benedette, non bastano ad occultare questa dura realta'.
Eppure e' chiaro e semplice cio' che occorre fare: contrastare materialmente l'illegale e criminale partecipazione italiana alla guerra; contrastarla con l'azione diretta nonviolenta.
Occorre bloccare le fabbriche d'armi: circondandole e occludendone gli ingressi impedendo loro di produrre altri strumenti di morte.
Occorre bloccare i trasporti di armi: occupando e paralizzando i luoghi in cui transitano gli strumenti di morte.
Occorre bloccare le strutture militari: circondandole e occludendone gli ingressi impedendo loro di proseguire in ogni attivita' di preparazione e a sostegno della guerra.
Occorre bloccare le sedi e strutture in Italia della Nato come delle forze armate degli Stati Uniti d'America: circondandole e occludendone gli ingressi cosi' impedendo loro di continuare la guerra di cui sono palesemente "magna pars".
Occorre bloccare la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i Ministeri coinvolti nella guerra: circondandoli e occludendone gli ingressi impedendo loro di proseguire nell'illegale sostegno alla guerra e alle stragi e all'ecocidio in corso in Ucraina, impedendo loro di proseguire nella flagrante violazione della Costituzione della Repubblica italiana cui pure tutti i membri del governo hanno giurato fedelta'.
*
Beninteso: occorre anche continuare a dire e a fare le tante cose buone che gia' si dicono e si fanno, ed occorre sostenere le molte iniziative di pace nuove o reiterate in corso e in programma da parte di soggetti diversi, quali che siano i loro limiti e le loro fragilita', a condizione che siano iniziative rigorosamente per la pace e rigorosamente democratiche sia nel merito che nel metodo, ovvero orientate a salvare tutte le vite e realizzate in forme rigorosamente nonviolente.
Ripetiamo ancora una volta che si deve continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime; che si deve continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime; che si deve continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato; che si deve continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi e le devastazioni di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre; che si deve continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente; che si deve continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani; che si deve continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino; che si deve continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
Ma se non si passa all'azione diretta nonviolenta tutte queste cose non riusciranno a fermare la guerra. Solo l'azione diretta nonviolenta puo' riuscire ad avviare dal basso l'agire necessario, le decisioni indispensabili: la cessazione delle uccisioni, la costruzione della pace, la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e difende e sostiene e conforta, la condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e tutti i beni, il rispetto per ogni vita.
Occorre proporre, iniziare, praticare e poi generalizzare l'azione diretta nonviolenta: cominciando con la forza preziosa dei piccoli gruppi delle persone gia' persuase della nonviolenza - le persone che Gandhi chiamava "satyagrahi", le persone persuase della "forza della verita'" - e poi con la forza dell'esempio, della testimonianza che educa al bene, della lotta nonviolenta concreta e coerente, allargare progressivamente la mobilitazione fino allo sciopero generale contro la guerra, se sara' necessario arrivare fino allo sciopero generale per imporre allo stolto e criminale governo italiano di tornare a rispettare non solo l'articolo 11 della Costituzione repubblicana, ma il diritto alla vita di ogni essere umano.
Poi, naturalmente, anche tutto cio' potrebbe non bastare; ma occorre almeno averlo detto, occorre almeno averlo tentato.
*
Le circostanze particolari in cui vivo da anni mi impediscono di essere io stesso ad organizzare le azioni dirette nonviolente che mi sembrano possibili e necessarie (e che ho sommariamente elencato sopra); l'ho fatto piu' volte in passato, ma ora mi e' obiettivamente impossibile, e non e' l'ultimo dei miei crucci.
Cosicche', non potendo fare qui e adesso di piu' e di meglio, almeno ho voluto dirle queste cose, sperando che qualcuno le ascolti. E sapendo che questo mio scritto che invita ad opporsi alla guerra, alle stragi e all'ecocidio di cui essa consiste, che invita a contrastare i mercanti di morte e la fabbrica degli omicidi, che invita a difendere il diritto alla vita di ogni vivente, ebbene, e' possibile che venga tacciato dal governo belligeno e golpista e dal solerte suo apparato propagandistico di "istigazione a delinquere", mentre a me sembra che sia piuttosto una esortazione a non delinquere, poiche' dal modesto mio punto di vista - ma anche dal punto di vista della Costituzione repubblicana - a delinquere e' piuttosto chi fa e sostiene la guerra, chi uccide, fa uccidere, fornisce gli strumenti per uccidere, coopera a uccidere e lascia uccidere gli esseri umani, chi devasta e distrugge parti sempre crescenti di quest'unico mondo vivente, di quest'unica casa comune dell'intera umana famiglia.
Dixi, sed non salvavi animam meam.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe in corso.
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 158 del 7 giugno 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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Numero 158 del 7 giugno 2023
In questo numero:
1. Daniele Lugli: La Nato: qualche proposta di lettura
2. Elena Buccoliero: Di leggerezza e conoscenza, ironia e candore
3. Due incontri di studio sul libro a cura di Philip J. Deloria e Neal Salisbury, "A Companion to American Indian History", nell'ambito dell'iniziativa per la liberazione di Leonard Peltier
4. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
5. Raccolta fondi per aiutare la Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" a fare fronte ai danni subìti a causa dell'alluvione del 16 e 17 maggio 2023
6. Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni
7. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
8. Alcuni riferimenti utili
9. Tre tesi
10. Ripetiamo ancora una volta...
11. Omero Dellistorti: Dopo l'apocalisse
12. Omero Dellistorti: Anatomia dell'odio
13. Quid agendum hic et nunc: opporsi alla guerra (e alle stragi e all'ecocidio di cui consiste) con l'azione diretta nonviolenta. Un appello a chi ha orecchie per intendere
1. MAESTRI. DANIELE LUGLI: LA NATO: QUALCHE PROPOSTA DI LETTURA
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo quest'ultimo articolo dell'indimenticabile Daniele Lugli scritto pochi giorni prima dell'improvvisa scomparsa]
La Nato, gia' data morente, conosce un momento di grande sviluppo ed eccezionale attrattiva. Putin ne e', con l'aggressione all'Ucraina, il piu' efficace propagandista. Stati fin qui neutrali aderiscono. Propensioni in tal senso sono presenti pure in Svizzera. Un ex ambasciatore, e autorevole analista, ne propone invece lo scioglimento. E' una voce isolata. Il tema, come quello dell'uscita, e' da tempo assente dal dibattito pubblico. Cerca di proporlo negli anni '50 e '60, in modo argomentato e senza alcuna indulgenza nei confronti dell'Unione Sovietica, Ernesto Rossi. I motivi per una riflessione ci sono tutti.
Sul Corriere della Sera dell'8 maggio Sergio Romano riporta, con apprezzamento, un brano di un saggio di Giovanni Buccianti: "Di fronte alle genuflessioni e alle attenzioni servili riservate a Zelensky nei vari Paesi, mi chiedo come sia possibile che nessuno abbia ancora coraggiosamente provato a ricordare che in seguito all'implosione dell'Urss (e non alla vittoria degli Usa nella Guerra Fredda) la Nato prese a svolgere una costosa campagna acquisti di tanti Paesi portandoli tutti a giocare contro la Russia e arrivando al confini del suo territorio. Possibile che nessuno abbia ancora detto che cosi' facendo si stava favorendo lo scoppio della Terza guerra mondiale?".
Romano ricorda un momento fondamentale, un atto del 1997 nel quale e' "scritto che 'Nato e Russia non si considerano nemiche', e 'intendono sviluppare una collaborazione forte, stabile e duratura... lavorare insieme per contribuire a instaurare in Europa una sicurezza comune e globale' sulla base di principi e scopi comuni: democrazia, pluralismo, rispetto dei diritti umani, economia di mercato, rinuncia all'uso della forza, trasparenza reciproca per quanto riguarda la politica di difesa e le dottrine militari, prevenzione del conflitti con mezzi pacifici, in conformita' con i principi dell'Onu, appoggio a operazioni di peace-keeping condotte sotto l'autorita' del Consiglio di sicurezza o sotto la responsabilita' dell'Ocse".
L'articolo sul Corriere conclude: "L'Alleanza atlantica ha avuto una parte utile e rispettabile. Ma la guerra fredda e' finita, il comunismo e' sepolto, gli Stati Uniti hanno avuto un presidente come Trump e sarebbe giunto il momento di fare a meno di un'istituzione, la Nato, che ha ormai perduto le ragioni della sua esistenza".
Il saggio di Buccianti, che ben conosce Romano e ne ha stima, ha titolo e sottotitolo eloquenti: "Dalla cortina di ferro alla cortina delle provocazioni. Come l'Ucraina fu scelta dagli USA e dalla NATO per provocare la Russia".
Si puo' aggiungere che, nel buon clima del 1997, nasce il partenariato della NATO. Ne fanno parte Albania, Armenia, Austria, Azerbaigian, Bielorussia, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Georgia, Ungheria, Irlanda, Kazakistan, Repubblica del Kirghizistan, Lettonia, Lituania, Moldavia, Polonia, Romania, Russia, Slovacchia, Slovenia, Svezia, Svizzera, Repubblica ex jugoslava di Macedonia, Tagikistan, Turkmenistan, Ucraina e Uzbekistan. Inoltre si sviluppano relazioni speciali con la Russia e l'Ucraina con la Carta su un Partenariato specifico, intensificate nel 2002 con la creazione del Consiglio Nato-Russia, in cui gli alleati e la Russia stessa si riuniscono su base paritaria. Una pubblicazione ufficiale della Nato, "La sicurezza attraverso il partenariato", consente di ripercorrere l'intera vicenda.
Ernesto Rossi non e' per principio contrario all'alleanza con gli Usa. Ritiene prioritaria la costituzione degli Stati Uniti d'Europa, per un rapporto tra pari e non tra una grande potenza e satelliti irrilevanti. Ma si e' perso il momento per l'Europa federale. Scrive, prefazione ad "Aria fritta" del 1956: "E ormai e' troppo tardi. Ormai quella che nell'immediato dopoguerra era la lava fluida delle strutture politiche ed economiche, si e' riconsolidata nei vecchi stampi degli stati nazionali. Soltanto una nuova guerra potrebbe rimetterla in movimento". E certo non l'auspica Rossi, che tiene il migliore intervento alla Rocca al termine della Perugia-Assisi del 1961. Su
"Il Ponte", aprile 1964, scrive ancora: "l'attuale governo di centrosinistra dovrebbe chiedere senz'altro l'allontanamento di tutte le armi atomiche dal territorio nazionale e dalle nostre acque territoriali; dovrebbe opporre un netto rifiuto alla forza multilaterale e dovrebbe prepararsi ad uscire dall'Alleanza Atlantica nel 1969, termine del periodo ventennale al quale siamo impegnati, per poter dichiarare subito dopo la neutralita'". Sa che anche questo non coprirebbe dal rischio di essere coinvolti in una nuova guerra, ma almeno "non sarebbe un ombrello di sole stecche per attirare i fulmini, com'e' oggi, per noi, l'ombrello atomico americano".
La scadenza ventennale giunge senza nessuna rilevante eccezione. Grandi movimenti studenteschi e operai l'ignorano del tutto. Anche poi nessuna voce critica, se non quella di sparute minoranze e singole persone, ne richiede scioglimento o uscita. Anche il P.C.I. passa dall'opposizione iniziale all'accettazione negli anni '70.
Una newsletter di "Costituente terra" del 24 maggio non si limita a mormorare come gia' il Piave ma decisamente afferma "la guerra comprata". Si ricordano le speranze del 1997, ma gia' dall'anno prima le industrie delle armi e neoconservatori negli USA investono per l'espansione dell'Alleanza fino ai confini della Russia. Interessano i "nuovi Paesi, e poterli in seguito rifornire di tutte le armi necessarie, come poi e' avvenuto con la guerra in Ucraina, finanziata finora con oltre 100 miliardi di dollari di armamenti". Questo risulta da un documento di ex diplomatici e ambasciatori, consiglieri della Sicurezza Nazionale, esponenti delle Forze Armate e analisti americani, uscito il 16 maggio sul "New York Times".
Nella stessa nota - le newsletter di Costituente Terra meritano sempre attenzione - segnala pure un articolo del nostro Enrico Peyretti, "Le guerre sono due", sempre essenziale e preciso. Vorrei ritrovare ancora i suoi scritti sul sito di Azione nonviolenta, ma fa gia' cosi' tanto! Secondo lui "si puo' leggere lo svizzero Daniele Ganser, Le guerre illegali della Nato (Fazi): tredici guerre".
Carlo Rovelli, in Prefazione, scrive: "Penso che questo sia un libro che tutti dovrebbero leggere, o almeno dovrebbero conoscere quello che mostra con semplicita' e chiarezza". E' un buon incoraggiamento a proseguire nella lettura iniziata di un testo, che non pare influenzato da una propensione al "complottismo" mostrata dall'autore in altri ambiti.
2. MEMORIA. ELENA BUCCOLIERO: DI LEGGEREZZA E CONOSCENZA, IRONIA E CANDORE
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo]
Se c'e' una persona cui la frase "prima le donne e i bambini" si attaglia alla perfezione, questa e' Daniele Lugli. Raramente, parlando di nonviolenza, mancava di citare la trasformazione della condizione femminile in Italia negli ultimi sessant'anni come l'unica, vera rivoluzione nonviolenta che avesse conosciuto, portata avanti - aggiungeva sempre - prima di tutto con la fatica e il dolore delle donne, e mai in modo definitivo. Quanto ai bambini il suo amore per loro, la capacita' di incantarli con le storie che raccontava e per come li stava ad ascoltare, erano alcuni dei tratti che maggiormente lo caratterizzavano.
Ai piu' piccoli ha dedicato numerosi scritti. Forse il piu' bello e' la rilettura del decalogo di Gianfranco Zavalloni sui "Diritti negati dei bambini e delle bambine" che si puo' leggere anche su questo sito, nella prima e seconda parte, ma qui c'e' pure il suo racconto "Cai, il tigrotto e il calzolaio", e molto altro. Basta spulciare.
Con delicatezza e attenzione Daniele Lugli si e' rivolto ai giovani in modo non comune, sicche' tante e tanti delle generazioni a lui successive in questi giorni ne hanno scritto chiamandolo "Maestro" e "Amico", chiedendo come poterlo salutare. Ho bene in mente con quanta attenzione e amore li incontrava. Accettava ogni invito al di la' della stanchezza, che si trattasse di una classe, una platea o un gruppetto sparuto di ragazzi e ragazze interessati alla nonviolenza ma anche alla storia, ai diritti umani, alla politica, all'antifascismo, alla guerra, all'ambiente, alla costruzione di un mondo piu' giusto. A loro si rivolgeva con la fiducia e la pazienza del seminatore e di semi ne ha piantati veramente tanti, nella formazione, nella scuola, nel volontariato, nelle "150 ore", nell'universita', in ogni ambiente e in ogni tempo della sua vita.
Sono stata nei paraggi di Daniele per meta' della mia. Lungo anni preziosi ho avuto il privilegio di ascoltarlo, di accompagnarlo in altre citta' per tenere corsi o conferenze favorendogli il viaggio, dal momento che non aveva la patente ("Quando avevo 18 anni mio padre mi ha iscritto a scuola guida. Io l'ho ringraziato e gli ho detto che non potevo andare perche' avevo altri impegni. "Cosa vuoi fare?", mi ha chiesto. Gli ho risposto che stavo iniziando un corso di paleografia antica...").
Ho avuto la fortuna e il dono di condividere con lui progetti e iniziative, di lavorare insieme e insieme fare festa, entusiasmarci o indignarci; insieme spartire i momenti piu' duri, lo scoramento che pure c'era, e il privilegio di leggere in anteprima l'uno gli scritti dell'altra.
Senza l'incontro con lui, semplicemente la mia vita tutta sarebbe stata diversa, sarei diversa io, non so chi e non so come ma certamente e radicalmente altro da cio' che sono. Non avrei letto Aldo Capitini e non lo avrei sentito maestro affettuoso come Daniele me lo ha trasmesso; ignorerei il Movimento Nonviolento probabilmente, certo non saprei nulla di Silvano Balboni o di Danilo Dolci, non mi commuoverei leggendo Giacomo Matteotti e avrei dato non so quale altra forma (o nessuna forma) al mio desiderio di una realta' trasformata, accogliente e giusta verso tutte le persone a partire dai piu' deboli.
Volgendomi ad altro, credo non avrei mai canticchiato canzoni come "Ghigliottina" o "Petrolio", non avrei desiderato di imparare (malissimo) a stare a galla e non avrei accompagnato insieme a lui un'esperienza cosi' bella come la piccola "Scuola della nonviolenza" che pervicacemente abbiamo portato avanti a Ferrara, settimanalmente e per diversi anni, insieme a amiche e amici indispensabili.
Non avrei preso la parola, senza il suo incoraggiamento paziente.
Non avrei avuto il coraggio di impegnarmi in tante cose belle che ho fatto e che faccio, e di attraversarne tante, brutte, che ho affrontato e devo affrontare.
Dolcissimo signore di leggerezza e conoscenza, ironia e candore, recita un tuo vecchio ritratto. Davvero se c'e' una persona, tra quante ho conosciuto, capace di fiducia, rispetto, comprensione, ascolto, sacrificio, coraggio, fermezza, esercizio costante del dubbio, bonta' profonda, vera attenzione, impagabile ironia e profondissima cultura, amore per la verita' anche a costo di ferire o di lacerarsi nelle contraddizioni, questo sei tu Daniele. Lo sei nella mia vita e nel tuo sguardo verso gli altri e verso il mondo, nel raggio immediato dei rapporti diretti e in quello larghissimo di tutte le cose umane, fino alle piu' distanti, guardate con passione politica nel piu' pulito dei significati possibili.
In questi giorni te lo stiamo dicendo in tanti e, credimi, non per la retorica obbligatoria che si usa verso chi non c'e' piu'. Possiamo dirci anche di quando ti spazientivi, o eri caparbio, o preferivi mollare piuttosto che affrontare una discussione. Conosciamo la tua umanita' imperfetta perche' tu stesso ce l'hai fatta incontrare. Proprio per questo siamo qui a dirti che sei un uomo raro e prezioso.
La gratitudine che hai generato e il vuoto che ora resta sono immensi allo stesso modo. Ci vorra' tempo per decifrarli.
Siamo in tanti in questo momento a piangere Daniele Lugli, a ricordarlo, a pensare ai momenti in cui siamo stati con lui. Questo ci da' forza e ci fa sentire parte di una comunita' di abbracci.
Vorrei che tutto il calore che ha donato lo raggiungesse, in qualunque luogo si trovi adesso, per dirgli che gli vogliamo bene in tanti e non ci piace stare senza di lui, ma se questa e' la condizione allora lo disturberemo tanto, lo penseremo, gli chiederemo di ascoltarci ancora, di indicarci ancora una direzione possibile, perche' siamo tutti piu' poveri e soli e smarriti ora che lui non c'e'.
Non so dire come e quando - c'e' un tempo necessario per decantare il dolore e occorre rispettarlo - ma sarebbe bello trovare mille modi per restituirgli almeno un po' di quello che abbiamo ricevuto da lui.
3. INCONTRI. DUE INCONTRI DI STUDIO SUL LIBRO A CURA DI PHILIP J. DELORIA E NEAL SALISBURY, "A COMPANION TO AMERICAN INDIAN HISTORY", NELL'AMBITO DELL'INIZIATIVA PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
La mattina di lunedi' 5 giugno e la mattina di martedi' 6 giugno 2023 si sono svolti a Viterbo, presso la sede del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", due incontri di studio sull'utilissimo libro a cura di Philip J. Deloria e Neal Salisbury, A Companion to American Indian History (Blackwell Publishing, 2002, 2004, pp. X + 514).
Gli incontri si sono svolti nell'ambito dell'iniziativa affinche' il Presidente degli Stati Uniti d'America conceda finalmente la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
*
Le persone partecipanti agli incontri rinnovano l'invito a scrivere al Presidente Biden per chiedere che Leonard Peltier torni libero.
I messaggi (anche molto semplici, come ad esempio: "Free Leonard Peltier") possono essere inviati attraverso la seguente pagina web della Casa Bianca: www.whitehouse.gov/contact/
*
Per contattare il Comitato internazionale di difesa di Leonard Peltier: sito: www.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Per una informazione essenziale sulla figura e la vicenda di Leonard Peltier segnaliamo due testi la cui lettura e' indispensabile:
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
4. INIZIATIVE. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]
3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
*
ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/
5. APPELLI. RACCOLTA FONDI PER AIUTARE LA BIBLIOTECA LIBERTARIA "ARMANDO BORGHI" A FARE FRONTE AI DANNI SUBITI A CAUSA DELL'ALLUVIONE DEL 16 E 17 MAGGIO 2023
[Dalla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (e-mail: bibliotecaborghi1916 at gmail.com) riceviamo e diffondiamo con viva solidarieta']
Le inondazioni che il 16 e 17 maggio 2023 hanno colpito molte localita' dell'Emilia Romagna, compresa Castel Bolognese, hanno provocato enormi danni alla Biblioteca Libertaria "Armando Borghi" (in sigla: BLAB).
In questo momento particolarmente difficile della sua vita la BLAB fa appello a tutti coloro che apprezzano la sua attivita'.
Per far fronte ai danni subìti e ripartire serviranno molto lavoro e molti soldi.
Se volete aiutarci a superare questo momento di notevole difficolta', potete inviare un contributo economico fin da ora.
Anche somme modeste possono servire.
Con il vostro aiuto, tutti insieme, ce la possiamo fare.
Per inviare le sottoscrizioni si puo' effettuare un bonifico al conto corrente bancario della BLAB, presso CREDIT AGRICOLE - Agenzia di Castel Bolognese. Il codice IBAN, intestato a Biblioteca Libertaria Armando Borghi - Soc. Coop. e': IT16 C 06230 67530 000030040805
6. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA PER CHIEDERE CHE CESSINO PERSECUZIONI ED UCCISIONI
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo di scrivere all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere al governo di quel paese che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir
*
Vi proponiamo un possibile testo essenziale:
Egregio ambasciatore,
le chiediamo di trasmettere al governo del suo Paese questa nostra richiesta che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
E' dovere di ogni persona, di ogni societa', di ogni ordinamento giuridico rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti, tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita e alla liberta'.
Siamo solidali con le donne iraniane - e con gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Distinti saluti,
Nome e cognome, luogo e data, recapito di chi scrive.
*
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo anche di far circolare questa proposta.
Adoperiamoci affinche' tante persone, tante associazioni, tante istituzioni di tutto il mondo chiedano al governo iraniano che cessino persecuzioni e uccisioni.
Sosteniamo le donne iraniane - e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.
7. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it
8. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
9. REPETITA IUVANT. TRE TESI
La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
10. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
11. FANTASCIENZA D'ACCATTO. OMERO DELLISTORTI: DOPO L'APOCALISSE
Era andata a finire come lo sapevano tutti che andava a finire.
Avevano comnciato in un posto sperduto chiamato Ucraina, e subito ci si erano tuffati tutti: piatto ricco mi ci ficco.
Un anno e mezzo di stragi convenzionali, tanto per riscaldarsi. Mezzo milione, un milione, due milioni di morti, chissa'. Poi si comincio' a fare sul serio.
Neppure si sa chi attacco' la prima centrale nucleare. In due o tre giorni piu' della meta' delle centrali nucleari sparse sul pianeta erano gia' esplose.
E a quel punto partirono le bombe, le bombe vere, le bombe grosse: le bombe atomiche. Nessuno ci stava a morire da solo.
Duro' una settimana o giu' di li'. Nessun angolo del mondo fu risparmiato. Dove non arrivarono le bombe arrivarono le radiazioni. Quelli che morirono subito furono fortunati.
Successe quattro o cinque generazioni fa. Noi viviamo ancora nelle caverne.
12. NELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: ANATOMIA DELL'ODIO
Ma che ne volete sapere voi che siete piu' stupidi della luna, piu' stupidi di mercoledi'.
Mo' ve lo dico io che e' l'odio.
E' una questione geometrica e cronometrica. Se stai troppo vicino a qualcuno per troppo tempo, non si fugge, arriva il punto che l'ammazzi.
Non c'entra niente la psicologia, la sociologia, tutte quelle frescacce che dicono in televisione.
E' una questione di troppo pochi centimetri per troppi minuti. E' tutto qui.
Se non lo so io che ho ammazzato mia moglie che le volevo un bene dell'anima.
13. REPETITA IUVANT. QUID AGENDUM HIC ET NUNC: OPPORSI ALLA GUERRA (E ALLE STRAGI E ALL'ECOCIDIO DI CUI CONSISTE) CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA. UN APPELLO A CHI HA ORECCHIE PER INTENDERE
La guerra scatenata oltre un anno fa dal folle e criminale autocrate russo contro la popolazione ucraina inerme continua a mietere vittime innocenti.
E continua a provocare nel cuore d'Europa una catastrofe ambientale di proporzioni colossali, di cui pressoche' tutti i mezzi d'informazione tacciono.
E ogni giorno che passa avvicina il pericolo del suo evolvere nella guerra atomica che puo' porre fine alla civilta' umana e devastare irreversibilmente quest'unico mondo vivente che conosciamo.
L'intera umana famiglia dovrebbe prendere coscienza dell'immane tragedia e dell'abissale minaccia, e quindi agire per far cessare immediatamente la guerra imponendo la fine delle ostilita' e l'avvio di negoziati di pace a tutti i governi impazziti e scellerati che assurdamente la guerra alimentano.
*
Mentre la parte migliore della popolazione russa continua ad opporsi alla guerra e al fascismo subendo da parte del regime una repressione brutale; e mentre la parte migliore della popolazione ucraina continua a resistere con la scelta della solidarieta' e della nonviolenza all'invasione e alla barbarie, alla guerra e al militarismo, adoperandosi per salvare le vite e difendendo la democrazia e i diritti umani nell'unico modo in cui e' possibile farlo, cioe' opponendosi alle uccisioni, alla militarizzazione e alla tirannia che ne consegue; tragicamente la parte migliore delle popolazioni degli altri paesi europei non riesce o non vuole o non sa contrastare la follia guerriera e riarmista, l'imbarbarimento e la fame di universale annientamento dei propri governi che invece di adoperarsi per la pace continuano ciecamente a fare di tutto affinche' la guerra, e le stragi, e l'ecocidio, continuino, si accrescano, si estendano oltre ogni limite.
La maggior parte delle molte iniziative per la pace che pure si sono svolte in questi mesi di guerra nei paesi dell'Unione Europea hanno avuto come implicito ma effettuale denominatore comune - e mi si stringe il cuore a dirlo - di "non disturbare il manovratore", ovvero di non mettere in reali difficolta' il governo golpista della banalita' del male che con l'invio di armi e la supina obbedienza alla Nato - l'organizzazione terrorista e stragista le cui criminali responsabilita' nell'alimentare la guerra in Europa sono flagranti - ha reso l'Italia compartecipe della guerra e quindi delle stragi di esseri umani e dell'ecocidio in corso in Ucraina, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana, articolo che si apre con parole di inequivocabile chiarezza: "L'Italia ripudia la guerra".
Invece disturbare il manovratore occorreva ed occorre; contrastare il governo belligeno e golpista occorreva ed occorre; bloccare l'illegale e criminale invio delle armi assassine occorreva ed occorre; contrastare l'azione scellerata della Nato occorreva ed occorre. Ma questo non e' stato fatto, e tante belle iniziative tanto spettacolari quanto ininfluenti, cosi' come le non molte benemerite e fin luminose azioni di solidarieta' concreta con le vittime che pure per fortuna ci sono state e sempre siano benedette, non bastano ad occultare questa dura realta'.
Eppure e' chiaro e semplice cio' che occorre fare: contrastare materialmente l'illegale e criminale partecipazione italiana alla guerra; contrastarla con l'azione diretta nonviolenta.
Occorre bloccare le fabbriche d'armi: circondandole e occludendone gli ingressi impedendo loro di produrre altri strumenti di morte.
Occorre bloccare i trasporti di armi: occupando e paralizzando i luoghi in cui transitano gli strumenti di morte.
Occorre bloccare le strutture militari: circondandole e occludendone gli ingressi impedendo loro di proseguire in ogni attivita' di preparazione e a sostegno della guerra.
Occorre bloccare le sedi e strutture in Italia della Nato come delle forze armate degli Stati Uniti d'America: circondandole e occludendone gli ingressi cosi' impedendo loro di continuare la guerra di cui sono palesemente "magna pars".
Occorre bloccare la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i Ministeri coinvolti nella guerra: circondandoli e occludendone gli ingressi impedendo loro di proseguire nell'illegale sostegno alla guerra e alle stragi e all'ecocidio in corso in Ucraina, impedendo loro di proseguire nella flagrante violazione della Costituzione della Repubblica italiana cui pure tutti i membri del governo hanno giurato fedelta'.
*
Beninteso: occorre anche continuare a dire e a fare le tante cose buone che gia' si dicono e si fanno, ed occorre sostenere le molte iniziative di pace nuove o reiterate in corso e in programma da parte di soggetti diversi, quali che siano i loro limiti e le loro fragilita', a condizione che siano iniziative rigorosamente per la pace e rigorosamente democratiche sia nel merito che nel metodo, ovvero orientate a salvare tutte le vite e realizzate in forme rigorosamente nonviolente.
Ripetiamo ancora una volta che si deve continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime; che si deve continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime; che si deve continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato; che si deve continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi e le devastazioni di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre; che si deve continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente; che si deve continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani; che si deve continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino; che si deve continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
Ma se non si passa all'azione diretta nonviolenta tutte queste cose non riusciranno a fermare la guerra. Solo l'azione diretta nonviolenta puo' riuscire ad avviare dal basso l'agire necessario, le decisioni indispensabili: la cessazione delle uccisioni, la costruzione della pace, la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e difende e sostiene e conforta, la condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e tutti i beni, il rispetto per ogni vita.
Occorre proporre, iniziare, praticare e poi generalizzare l'azione diretta nonviolenta: cominciando con la forza preziosa dei piccoli gruppi delle persone gia' persuase della nonviolenza - le persone che Gandhi chiamava "satyagrahi", le persone persuase della "forza della verita'" - e poi con la forza dell'esempio, della testimonianza che educa al bene, della lotta nonviolenta concreta e coerente, allargare progressivamente la mobilitazione fino allo sciopero generale contro la guerra, se sara' necessario arrivare fino allo sciopero generale per imporre allo stolto e criminale governo italiano di tornare a rispettare non solo l'articolo 11 della Costituzione repubblicana, ma il diritto alla vita di ogni essere umano.
Poi, naturalmente, anche tutto cio' potrebbe non bastare; ma occorre almeno averlo detto, occorre almeno averlo tentato.
*
Le circostanze particolari in cui vivo da anni mi impediscono di essere io stesso ad organizzare le azioni dirette nonviolente che mi sembrano possibili e necessarie (e che ho sommariamente elencato sopra); l'ho fatto piu' volte in passato, ma ora mi e' obiettivamente impossibile, e non e' l'ultimo dei miei crucci.
Cosicche', non potendo fare qui e adesso di piu' e di meglio, almeno ho voluto dirle queste cose, sperando che qualcuno le ascolti. E sapendo che questo mio scritto che invita ad opporsi alla guerra, alle stragi e all'ecocidio di cui essa consiste, che invita a contrastare i mercanti di morte e la fabbrica degli omicidi, che invita a difendere il diritto alla vita di ogni vivente, ebbene, e' possibile che venga tacciato dal governo belligeno e golpista e dal solerte suo apparato propagandistico di "istigazione a delinquere", mentre a me sembra che sia piuttosto una esortazione a non delinquere, poiche' dal modesto mio punto di vista - ma anche dal punto di vista della Costituzione repubblicana - a delinquere e' piuttosto chi fa e sostiene la guerra, chi uccide, fa uccidere, fornisce gli strumenti per uccidere, coopera a uccidere e lascia uccidere gli esseri umani, chi devasta e distrugge parti sempre crescenti di quest'unico mondo vivente, di quest'unica casa comune dell'intera umana famiglia.
Dixi, sed non salvavi animam meam.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe in corso.
*********************
DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 158 del 7 giugno 2023
*
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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Informativa sulla privacy
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