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[Nonviolenza] Donna. vita, liberta'. 144
- Subject: [Nonviolenza] Donna. vita, liberta'. 144
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Wed, 24 May 2023 05:47:39 +0200
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 144 del 24 maggio 2023
In questo numero:
1. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
2. Quid agendum hic et nunc: opporsi alla guerra (e alle stragi e all'ecocidio di cui consiste) con l'azione diretta nonviolenta. Un appello a chi ha orecchie per intendere
3. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa?
4. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
5. Franca Fortunato: Tina Anselmi, una donna dalla grande passione politica
6. Roberto Righetto: Cristina Campo, una pianta fiorita su Simone Weil
7. Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni
8. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
9. Alcuni riferimenti utili
10. Tre tesi
11. Ripetiamo ancora una volta...
12. "Poetry Foundation": Profilo di Jessica Mehta
13. "Poetry Foundation": Profilo di Tiffany Midge
14. "Poetry Foundation": Profilo di Deborah A. Miranda
1. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
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E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
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Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
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A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
2. REPETITA IUVANT. QUID AGENDUM HIC ET NUNC: OPPORSI ALLA GUERRA (E ALLE STRAGI E ALL'ECOCIDIO DI CUI CONSISTE) CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA. UN APPELLO A CHI HA ORECCHIE PER INTENDERE
La guerra scatenata oltre un anno fa dal folle e criminale autocrate russo contro la popolazione ucraina inerme continua a mietere vittime innocenti.
E continua a provocare nel cuore d'Europa una catastrofe ambientale di proporzioni colossali, di cui pressoche' tutti i mezzi d'informazione tacciono.
E ogni giorno che passa avvicina il pericolo del suo evolvere nella guerra atomica che puo' porre fine alla civilta' umana e devastare irreversibilmente quest'unico mondo vivente che conosciamo.
L'intera umana famiglia dovrebbe prendere coscienza dell'immane tragedia e dell'abissale minaccia, e quindi agire per far cessare immediatamente la guerra imponendo la fine delle ostilita' e l'avvio di negoziati di pace a tutti i governi impazziti e scellerati che assurdamente la guerra alimentano.
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Mentre la parte migliore della popolazione russa continua ad opporsi alla guerra e al fascismo subendo da parte del regime una repressione brutale; e mentre la parte migliore della popolazione ucraina continua a resistere con la scelta della solidarieta' e della nonviolenza all'invasione e alla barbarie, alla guerra e al militarismo, adoperandosi per salvare le vite e difendendo la democrazia e i diritti umani nell'unico modo in cui e' possibile farlo, cioe' opponendosi alle uccisioni, alla militarizzazione e alla tirannia che ne consegue; tragicamente la parte migliore delle popolazioni degli altri paesi europei non riesce o non vuole o non sa contrastare la follia guerriera e riarmista, l'imbarbarimento e la fame di universale annientamento dei propri governi che invece di adoperarsi per la pace continuano ciecamente a fare di tutto affinche' la guerra, e le stragi, e l'ecocidio, continuino, si accrescano, si estendano oltre ogni limite.
La maggior parte delle molte iniziative per la pace che pure si sono svolte in questi mesi di guerra nei paesi dell'Unione Europea hanno avuto come implicito ma effettuale denominatore comune - e mi si stringe il cuore a dirlo - di "non disturbare il manovratore", ovvero di non mettere in reali difficolta' il governo golpista della banalita' del male che con l'invio di armi e la supina obbedienza alla Nato - l'organizzazione terrorista e stragista le cui criminali responsabilita' nell'alimentare la guerra in Europa sono flagranti - ha reso l'Italia compartecipe della guerra e quindi delle stragi di esseri umani e dell'ecocidio in corso in Ucraina, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana, articolo che si apre con parole di inequivocabile chiarezza: "L'Italia ripudia la guerra".
Invece disturbare il manovratore occorreva ed occorre; contrastare il governo belligeno e golpista occorreva ed occorre; bloccare l'illegale e criminale invio delle armi assassine occorreva ed occorre; contrastare l'azione scellerata della Nato occorreva ed occorre. Ma questo non e' stato fatto, e tante belle iniziative tanto spettacolari quanto ininfluenti, cosi' come le non molte benemerite e fin luminose azioni di solidarieta' concreta con le vittime che pure per fortuna ci sono state e sempre siano benedette, non bastano ad occultare questa dura realta'.
Eppure e' chiaro e semplice cio' che occorre fare: contrastare materialmente l'illegale e criminale partecipazione italiana alla guerra; contrastarla con l'azione diretta nonviolenta.
Occorre bloccare le fabbriche d'armi: circondandole e occludendone gli ingressi impedendo loro di produrre altri strumenti di morte.
Occorre bloccare i trasporti di armi: occupando e paralizzando i luoghi in cui transitano gli strumenti di morte.
Occorre bloccare le strutture militari: circondandole e occludendone gli ingressi impedendo loro di proseguire in ogni attivita' di preparazione e a sostegno della guerra.
Occorre bloccare le sedi e strutture in Italia della Nato come delle forze armate degli Stati Uniti d'America: circondandole e occludendone gli ingressi cosi' impedendo loro di continuare la guerra di cui sono palesemente "magna pars".
Occorre bloccare la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i Ministeri coinvolti nella guerra: circondandoli e occludendone gli ingressi impedendo loro di proseguire nell'illegale sostegno alla guerra e alle stragi e all'ecocidio in corso in Ucraina, impedendo loro di proseguire nella flagrante violazione della Costituzione della Repubblica italiana cui pure tutti i membri del governo hanno giurato fedelta'.
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Beninteso: occorre anche continuare a dire e a fare le tante cose buone che gia' si dicono e si fanno, ed occorre sostenere le molte iniziative di pace nuove o reiterate in corso e in programma da parte di soggetti diversi, quali che siano i loro limiti e le loro fragilita', a condizione che siano iniziative rigorosamente per la pace e rigorosamente democratiche sia nel merito che nel metodo, ovvero orientate a salvare tutte le vite e realizzate in forme rigorosamente nonviolente.
Ripetiamo ancora una volta che si deve continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime; che si deve continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime; che si deve continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato; che si deve continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi e le devastazioni di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre; che si deve continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente; che si deve continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani; che si deve continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino; che si deve continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
Ma se non si passa all'azione diretta nonviolenta tutte queste cose non riusciranno a fermare la guerra. Solo l'azione diretta nonviolenta puo' riuscire ad avviare dal basso l'agire necessario, le decisioni indispensabili: la cessazione delle uccisioni, la costruzione della pace, la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e difende e sostiene e conforta, la condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e tutti i beni, il rispetto per ogni vita.
Occorre proporre, iniziare, praticare e poi generalizzare l'azione diretta nonviolenta: cominciando con la forza preziosa dei piccoli gruppi delle persone gia' persuase della nonviolenza - le persone che Gandhi chiamava "satyagrahi", le persone persuase della "forza della verita'" - e poi con la forza dell'esempio, della testimonianza che educa al bene, della lotta nonviolenta concreta e coerente, allargare progressivamente la mobilitazione fino allo sciopero generale contro la guerra, se sara' necessario arrivare fino allo sciopero generale per imporre allo stolto e criminale governo italiano di tornare a rispettare non solo l'articolo 11 della Costituzione repubblicana, ma il diritto alla vita di ogni essere umano.
Poi, naturalmente, anche tutto cio' potrebbe non bastare; ma occorre almeno averlo detto, occorre almeno averlo tentato.
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Le circostanze particolari in cui vivo da anni mi impediscono di essere io stesso ad organizzare le azioni dirette nonviolente che mi sembrano possibili e necessarie (e che ho sommariamente elencato sopra); l'ho fatto piu' volte in passato, ma ora mi e' obiettivamente impossibile, e non e' l'ultimo dei miei crucci.
Cosicche', non potendo fare qui e adesso di piu' e di meglio, almeno ho voluto dirle queste cose, sperando che qualcuno le ascolti. E sapendo che questo mio scritto che invita ad opporsi alla guerra, alle stragi e all'ecocidio di cui essa consiste, che invita a contrastare i mercanti di morte e la fabbrica degli omicidi, che invita a difendere il diritto alla vita di ogni vivente, ebbene, e' possibile che venga tacciato dal governo belligeno e golpista e dal solerte suo apparato propagandistico di "istigazione a delinquere", mentre a me sembra che sia piuttosto una esortazione a non delinquere, poiche' dal modesto mio punto di vista - ma anche dal punto di vista della Costituzione repubblicana - a delinquere e' piuttosto chi fa e sostiene la guerra, chi uccide, fa uccidere, fornisce gli strumenti per uccidere, coopera a uccidere e lascia uccidere gli esseri umani, chi devasta e distrugge parti sempre crescenti di quest'unico mondo vivente, di quest'unica casa comune dell'intera umana famiglia.
Dixi, sed non salvavi animam meam.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe in corso.
3. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA?
Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
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Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
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E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
4. INIZIATIVE. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]
3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
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ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/
5. MAESTRE. FRANCA FORTUNATO: TINA ANSELMI, UNA DONNA DALLA GRANDE PASSIONE POLITICA
[Dal sito della "Libreria delle donne" di Milano riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo originariamente apparso su "Il Quotidiano del Sud" il 6 maggio 2023]
Tina Anselmi come tante donne della sua generazione ha fatto della passione politica la ragione della sua vita, restando sempre fedele a se' stessa, alla ragazza che a diciassette anni nel 1944 scelse di entrare nella Resistenza, pronta come altre/i "a morire" battendosi "contro il nemico, a morire detestando la morte, a morire per la pace e la liberta'". E' cosi' che racconta la sua scelta nel libro Storia di una passione politica scritto con Anna Vinci e tornato da poco in libreria con la prefazione di Dacia Maraini (Chiarelettere 2023). Dal libro e' stata tratta la fiction Tina Anselmi. Una vita per la democrazia, interpretata da Sarah Felberbaum, andata in onda il 25 aprile su Rai1.
Ragazzina di campagna, nata a Castelfranco Veneto il 25 marzo 1927, conobbe l'antifascismo attraverso il padre, Ferruccio, socialista che "portava sempre con se' la tessera del partito firmata da Matteotti" e "schedato e controllato, quando c'erano manifestazioni, raduni, visite di gerarchi da Roma, lo prelevavano per portarlo nella farmacia dove lavorava e lo costringevano a bere l'olio di ricino". Da li' il suo sentimento contro l'ingiustizia che l'accompagnera' per tutta la vita. Dalla madre, Norma, imparo' ad essere contro la guerra. "Lei, la nonna e una mia zia dovettero andare profughe in Piemonte, per avere un lavoro, perche' da noi la miseria era tanta. Erano state impiegate a cucire le ali dei piccoli aeroplani. La mamma aveva paura perche' gli aeroplani portano la morte, quindi, partecipare, seppure indirettamente, a costruire quegli strumenti di guerra la faceva stare male. E il suo malessere, la sua paura io li ho vissuti, ne ho fatto un motivo per rifiutare la guerra". Dalla nonna materna, Maria, imparo' il coraggio, l'amore per la vita, la liberta' di donna. E' con gratitudine e riconoscenza che parla dei loro insegnamenti che l'hanno "messa in condizione di stare bene al mondo", l'hanno aiutata "ad amare, stimare, avere fiducia nelle persone".
A quella prima scelta di adolescente ne seguirono altre e ogni volta scelse con coraggio da che parte stare, partendo sempre da se', dal suo desiderio profondo di "esserci", di "agire" per rendere il mondo migliore, prima di tutto per le donne. Vuole essere protagonista della ricostruzione del paese. Si laurea, entra nella Dc, nel sindacato per battersi con le operaie tessili, entra in Parlamento (1968) poi nel governo, ministra del Lavoro, prima, e della Salute, poi. A lei si deve la legge sulla parita' salariale e di trattamento al lavoro, ma anche il Servizio Sanitario Nazionale. Quando la presidente della Camera Nilde Iotti le affida la Commissione parlamentare d'inchiesta sulla Loggia massonica P2, lei sceglie di stare dalla parte della verita'. Sara' ostacolata da molti e isolata dal suo stesso partito. A distanza di anni si rammarichera' che quella inchiesta non si sia voluta portare fino in fondo in quanto "faceva paura a molti".
Lega i suoi ricordi "piu' belli alla risoluzione dei problemi, alle risposte che" ha "saputo dare ai bisogni della gente", il che fa capire il senso per lei della politica e del potere. Una donna coraggiosa, battagliera, autorevole, che a ragione dopo Tangentopoli ha potuto dire: "Personalmente io mi sento con le mani pulite". Attraverso il racconto della sua vita ci si immerge nella storia del nostro Paese dal 1944 al 1992, quando lascia il Parlamento. Un racconto che si chiude con un dolce ricordo della nonna: "La ventata di leggerezza che nell'infanzia ha tante volte spazzato via la malinconia mi accompagnera' fino alla fine, e avra' per me l'odore del cocomero e del panino con le ulivette di nonna Maria". E' morta il primo novembre 2016.
6. MAESTRE. ROBERTO RIGHETTO: CRISTINA CAMPO, UNA PIANTA FIORITA SU SIMONE WEIL
[Dal sito della "Libreria delle donne" di Milano riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo originariamente apparso su "Avvenire" il 29 aprile 2023]
Il 29 aprile di cent'anni fa nasceva Cristina Campo, alias Vittoria Guerrini, una delle figure piu' appartate, misteriose e inclassificabili della letteratura italiana. Poetessa e mistica, oltre che traduttrice e critica letteraria, ci ha lasciato nel 1977 a causa di uno scompenso cardiaco dovuto a una malformazione di cui soffriva dalla nascita. E' stato grazie all'editrice Adelphi, che ha mandato in libreria a partire dall'87 le sue opere principali (Gli imperdonabili e Sotto falso nome raccolgono suoi saggi critici, mentre La Tigre Assenza le sue poesie), e alla pubblicazione della corrispondenza con alcuni suoi amici, Margherita Pieracci Harwell e Alessandro Spina in primis, che il pubblico italiano l'ha potuta conoscere piu' da vicino. Giustamente Enzo Bianchi, introducendo i lavori del convegno che si svolse a Bose nel 1998, ricordo' le parole pronunciate dopo la morte da Spina, che lamento' come il lutto per la sua scomparsa fosse stato un lutto di pochi, chiedendosi "anche, con ragione, come mai i cattolici non si accorsero di lei".
Eppure Cristina Campo aveva presentato e commentato opere come I detti e i fatti dei Padri del deserto e i Racconti del pellegrino russo e scritto introduzioni a libri fondamentali quali L'uomo non e' solo di Heschel e Attesa di Dio di Simone Weil. Bianchi la defini' "filocalica, donna ricreatrice di bellezza, testimone della grande tradizione". Certo, i cattolici italiani non potevano condividerne le riserve sul Concilio, che l'avevano fatta avvicinare a monsignor Lefebvre e al cristianesimo ortodosso: il suo amore per i riti e la liturgia nonche' per la carnalita' del cristianesimo infatti l'aveva portata a criticare le scelte dei padri conciliari, senza pero' mai abbandonare la Chiesa cattolica.
All'incontro di Bose (i cui atti furono pubblicati dalla rivista Humanitas edita da Morcelliana) parteciparono anche Mario Luzi e padre Giovanni Pozzi, Giovanni Tesio e Maurizio Ciampa, Pietro Gibellini e Gabriella Caramore, oltre che Mita, la sua amica di sempre con cui aveva condiviso dal 1950 l'amore per Simone Weil. Margherita era volata a Parigi per conoscere la madre della filosofa francese che stava curando l'edizione delle sue opere, mentre Cristina non era riuscita per motivi di salute. Ma l'incontro con la pensatrice si rivelo' fondamentale per entrambe e per Cristina ebbe il significato di una riscoperta del cristianesimo.
A Simone l'avvicinavano l'amore per l'assoluto e per gli ultimi, la scoperta di concetti come "ombra", "attenzione" e "sprezzatura", la ricerca di una perfezione sempre irraggiungibile nella definizione della propria vocazione. Lo rileva Wanda Tommasi in uno dei saggi del libro Cristina Campo. Il senso preciso delle cose tra visibile e invisibile (pagine 122, euro 12), da poco pubblicato da Mimesis a cura di Chiara Zamboni; il libro raccoglie le relazioni tenute il 7 giugno 2022 all'universita' di Verona a un convegno sul pensiero di Cristina Campo. "Secondo la Campo - dice Tommasi - quella weiliana e' una 'grande didattica spirituale via negationis': la Weil opera negativamente, distruggendo tutto cio' che puo' prendere idolatricamente il posto del vero Dio".
Francesco Nasti da parte sua rileva come Cristina si considerasse, rispetto al pensiero di Simone, "una pianta rampicante intorno alla roccia". E sottolinea come "per la Campo come per la Weil l'attenzione affonda la pienezza del suo significato nella parola greca hypomone', il cui significato e' anche quello di attesa che, insieme all'attenzione, orienta l'occhio e lo spirito dell'individuo alla percezione dei diversi piani della realta', quello visibile e quello invisibile". Siamo al centro della concezione della vita di Cristina, che nell'unica intervista rilasciata nella sua esistenza, alla Radiotelevisione svizzera pochi mesi prima della morte, dichiaro': "Credo pochissimo al visibile, credo molto nell'invisibile ed e' forse la cosa che m'interessa di piu'". Il legame strettissimo fra la realta' e l'invisibilita' e' rimarcato da Antonietta Potente che a sua volta afferma: "Sembra quasi un paradosso: la vita risplende quando teniamo in conto il suo mistero, la sua invisibilita', perche' il solo visibile e' troppo poco. Con questa affermazione si comprende perche' Cristina ami le fiabe, la poesia e i vangeli".
L'opera della Campo e' poi segnata dall'incompiutezza, come segnala Laura Boella. Lei stessa l'aveva detto parlando di se' in terza persona: "Ha scritto poco e avrebbe voluto scrivere ancora meno". Rifiutava il ruolo dell'intellettuale, pur facendosi a volte coinvolgere nei salotti romani e fiorentini, e rifuggiva dal mondo della cultura italiana imbevuto di marxismo e psicoanalisi. Per Boella "il suo contesto o ambiente e' quello dell'epoca imperdonabile in cui vivono uomini e donne imperdonabili. Un contesto tremendo, violento e per nulla datato: si tratta della civilta' della perdita, del vuoto, dell'orrore, del cattivo gusto, dell'imminenza della morte, del prezzo pagato per una vocazione".
Era lontana da ogni tipo di engagement e detestava i grattacieli e le nuove chiese, cosi' come le nuove tendenze della pedagogia che voleva educare i bambini come se fossero dei piccoli adulti. Legata a Elemire Zolla e amica di Maria Zambrano, di quest'ultima condivideva questo giudizio fulmineo: "Io credo nella resurrezione, non in quella dei morti, ma in quella della carne". Allo stesso modo, la Campo individuava nel gesto di Maria Maddalena che cosparge di unguento prezioso i piedi di Gesu' la genesi della liturgia. Riferendosi al suo breve scritto Note sopra la liturgia, cosi' commenta Chiara Zamboni: "Non si tratta solo di ungere il corpo di Cristo, ma di esserci con tutta se stessa e mostrare quel gesto. E' per questo che il suo gesto fa scandalo: rende sacro un legame intimo e corporeo. Dunque non riguarda solo l'anima, ma anche e soprattutto il corpo. E infatti, la' dove il corpo e' cancellato, l'anima fa in fretta poi a scomparire".
7. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA PER CHIEDERE CHE CESSINO PERSECUZIONI ED UCCISIONI
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo di scrivere all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere al governo di quel paese che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir
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Vi proponiamo un possibile testo essenziale:
Egregio ambasciatore,
le chiediamo di trasmettere al governo del suo Paese questa nostra richiesta che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
E' dovere di ogni persona, di ogni societa', di ogni ordinamento giuridico rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti, tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita e alla liberta'.
Siamo solidali con le donne iraniane - e con gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Distinti saluti,
Nome e cognome, luogo e data, recapito di chi scrive.
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Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo anche di far circolare questa proposta.
Adoperiamoci affinche' tante persone, tante associazioni, tante istituzioni di tutto il mondo chiedano al governo iraniano che cessino persecuzioni e uccisioni.
Sosteniamo le donne iraniane - e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.
8. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it
9. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
10. REPETITA IUVANT. TRE TESI
La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
11. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
12. MAESTRE. "POETRY FOUNDATION": PROFILO DI JESSICA MEHTA
[Dal sito www.poetryfoundation.org riprendiamo e diffondiamo]
Jessica Mehta
www.thischerokeerose.com
Jessica Tyner Mehta, PhD, is an Aniyunwiya interdisciplinary poet and artist. A native of the occupied land of Oregon and a citizen of the Cherokee Nation, space, place, and de-colonization are the driving forces behind her work. She is the author of more than 15 books, including Selected Poems: 2000-2020, winner of the Meadowlark Birdy Prize; When We Talk of Stolen Sisters, winner of three Human Relations Indie Book Awards; and Savagery, winner of the Reader Views Literary Award for "most innovative poetry collection" and winner of the Book Excellence Award in poetry. Mehta has received several writing residencies pivotal in supporting her writing career, such as the Hosking Houses Trust residency with an appointment at The Shakespeare Birthplace (Stratford-Upon-Avon, UK) and the Acequia Madre House post in Santa Fe, New Mexico.
Mehta is also a visual, installation, and performance artist. Her installation The Red C[h]airn Project debuted during her tenure as the Native American visual artist-in-residence at Ucross. Her series Red/Act was exhibited around the globe. The performance series emBODY poetry was featured in Washington, D.C., and Oregon.
Mehta's doctoral research addressed the intersection of eating disorders and female poetry from the Victorian period through the mid-20th century. Her post-doctoral research examined the language used in public art calls for Native artists, and her Fulbright Nehru Senior Scholar award in Bengaluru, India, allowed her to curate an anthology of contemporary Indian poetry.
13. MAESTRE. "POETRY FOUNDATION": PROFILO DI TIFFANY MIDGE
[Dal sito www.poetryfoundation.org riprendiamo e diffondiamo]
Tiffany Midge
Poet Tiffany Midge is the author of the chapbook Guiding the Stars to Their Campfire, Driving the Salmon to Their Beds (Gazoobi Tales); the full-length poetry collection Outlaws, Renegades and Saints: Diary of a Mixed-Up Halfbreed (Greenfield Review Press, 1996), winner of the Diane Decorah Memorial Poetry Award; the collection, The Woman Who Married a Bear (The University of New Mexico Press, 2016), winner of the Kenyon Review Earthworks Prize for Indigenous Poetry; and the children's book Animal Lore and Legend: Buffalo (Scholastic, 1995). Midge's work has appeared in North American Review, The Raven Chronicles, Florida Review, South Dakota Review, Shenandoah, Poetry Northwest and the online journals No Tell Motel and Drunken Boat.
Midge earned an MFA from the University of Idaho is an enrolled member of the Standing Rock Sioux Reservation. She is of Hunkpapa Sioux and German ancestry, and grew up in the Pacific Northwest, where she lives now.
14. MAESTRE. "POETRY FOUNDATION": PROFILO DI DEBORAH A. MIRANDA
[Dal sito www.poetryfoundation.org riprendiamo e diffondiamo]
Deborah A. Miranda
An enrolled member of the Ohlone-Costanoan Esselen Nation of California, poet Deborah Miranda was born in Los Angeles to an Esselen/Chumash father and a mother of French ancestry. She grew up in Washington State, earning a BS in teaching moderate special-needs children from Wheelock College in 1983 and an MA and PhD in English from the University of Washington. Miranda's collections of poetry include Raised by Humans (2015); Indian Cartography: Poems (1999), winner of the Diane Decorah Memorial First Book Award from the Native Writers' Circle of the Americas; and The Zen of La Llorona (2005), nominated for a Lambda Literary Award. Miranda also received the 2000 Writer of the Year Award for Poetry from the Wordcraft Circle of Native Writers and Storytellers. Her mixed-genre collection Bad Indians: A Tribal Memoir (2013) won a Gold Medal from the Independent Publisher's Association and the PEN Oakland Josephine Miles Literary Award, and was shortlisted for the William Saroyan Award.
Miranda's poetry is informed by her mixed-blood ancestry and knowledge of the natural world. Often focused around gender, her poetry treats topics such as mothering and the ability to nurture in a violent world. The Zen of Llorona references the legend of La Llorona, or the Weeping Woman, an Indian woman who bears children to a Spaniard; when betrayed, she kills the children and then lives a life of mourning.
Miranda's work has appeared in the anthologies Through the Eye of the Deer (1999), This bridge we call home: radical visions for transformation (2002), The Dirt Is Red Here: Art & Poetry from Contemporary Native California (2002), and Women: Images and Realities - A Multicultural Anthology (2006).
She teaches English at Washington and Lee University in Lexington, Virginia.
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 144 del 24 maggio 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 144 del 24 maggio 2023
In questo numero:
1. Una cosa utile per la pace: bloccare la fornitura di armi assassine, con l'azione diretta nonviolenta
2. Quid agendum hic et nunc: opporsi alla guerra (e alle stragi e all'ecocidio di cui consiste) con l'azione diretta nonviolenta. Un appello a chi ha orecchie per intendere
3. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa?
4. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
5. Franca Fortunato: Tina Anselmi, una donna dalla grande passione politica
6. Roberto Righetto: Cristina Campo, una pianta fiorita su Simone Weil
7. Scriviamo all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere che cessino persecuzioni ed uccisioni
8. Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane
9. Alcuni riferimenti utili
10. Tre tesi
11. Ripetiamo ancora una volta...
12. "Poetry Foundation": Profilo di Jessica Mehta
13. "Poetry Foundation": Profilo di Tiffany Midge
14. "Poetry Foundation": Profilo di Deborah A. Miranda
1. REPETITA IUVANT. UNA COSA UTILE PER LA PACE: BLOCCARE LA FORNITURA DI ARMI ASSASSINE, CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
Ovviamente apprezzando e sostenendo le molte iniziative gia' in corso (e soprattutto quelle che concretamente recano aiuti umanitari e soccorrono, accolgono e assistono tutte le vittime e tutte le persone che dalla guerra fuggono e alla guerra si oppongono), vorremmo aggiungere una cosa da fare che ci sembra utile piu' di ogni altra per contribuire da qui, in Italia, a far cessare le stragi in Ucraina: bloccare la fornitura di armi assassine.
E per bloccare la fornitura di armi assassine occorre bloccare con specifiche e adeguate azioni dirette nonviolente le fabbriche di armi, i depositi di armi, i trasporti di armi, i centri decisionali e le strutture tecniche che le forniture di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Fornire armi assassine dove e' in corso una guerra significa partecipare a quella guerra, cosa esplicitamente vietata dall'articolo 11 della Costituzione della Repubblica italiana.
Non vi e' infatti alcun dubbio che fornire armi assassine dove una guerra e' in corso e dove quindi esse vengono usate per uccidere degli esseri umani (e tutte le armi sono usate sempre e solo per uccidere) significa partecipare alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, e il citato articolo 11 della Costituzione e' chiarissimo e inequivocabile al riguardo, aprendosi con queste precise parole: "L'Italia ripudia la guerra".
Pertanto, un governo italiano che decide di fornire armi assassine a un paese in guerra e' ipso facto in contrasto con la Costituzione cui ha giurato fedelta', ed e' quindi un governo fuorilegge, criminale, golpista. E chiunque in Italia cooperasse all'invio di armi assassine, o l'invio di armi assassine consentisse, sarebbe parimenti criminale.
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E' quindi diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi all'invio di armi assassine dove una guerra e' in corso.
Cosi' come e' diritto e dovere di ogni cittadino italiano opporsi a un governo golpista e a chiunque coopera alla commissione di stragi.
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Come e' possibile contrastare questo crimine?
Come e' possibile fare qualcosa di concreto per salvare le vite di coloro che la guerra - che quelle armi assassine alimentano - uccide?
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi le fabbriche, i depositi, i trasporti di armi.
E' possibile con l'azione diretta nonviolenta che blocchi i centri decisionali e le strutture tecniche che quell'invio di armi assassine organizzano ed eseguono.
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Naturalmente occorre:
a) individuare tutti i luoghi da bloccare ed organizzare adeguatamente il blocco della scellerata attivita' finalizzata all'invio di armi assassine ovvero all'uccisione di esseri umani;
b) formare adeguatamente le persone di volonta' buona disponibili a partecipare a tali azioni dirette nonviolente.
La nonviolenza infatti richiede una specifica accurata preparazione e una completa conoscenza e consapevolezza del significato e delle conseguenze delle proprie azioni, che essendo non simboliche ma concrete espongono chi le esegue alle ovvie rappresaglie da parte dei poteri la cui azione criminale si vuole impedire.
La nonviolenza infatti, nel suo impegno per salvare tutte le vite, richiede una rigorosa coerenza tra i mezzi e i fini, una piena coscienza delle personali sofferenze cui si puo' andare incontro, una nitida disponibilita' ad accettare di subire torti e persecuzioni senza reagire, a subire violenza senza opporre violenza.
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A oltre un anno dall'inizio della guerra in Ucraina scatenata dall'invasione militare per volonta' del folle e criminale autocrate russo, e' ormai chiaro ad ogni persona che tutti i governi attivamente coinvolti nella guerra, che la guerra e le stragi hanno alimentato e tuttora alimentano e che hanno impedito fin qui ogni tregua ed ogni trattativa di pace, non intendono affatto porre fine alle stragi, non intendono affatto salvare le vite umane che ogni giorno la guerra distrugge, ma anzi cooperano alla prosecuzione, all'intensificazione e all'estensione delle uccisioni di esseri umani, ed accrescono il pericolo che la guerra si faccia mondiale e nucleare e possa distruggere l'intera umana famiglia.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per contrastare questo abominevole massacro e il pericolo dell'apocalisse atomica.
Occorre quindi che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi la cessazione della guerra.
Hic et nunc solo l'azione diretta nonviolenta puo' concretamente contribuire a fermare le stragi e ad imporre ai governi di cessare il fuoco e avviare trattative di pace.
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Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
2. REPETITA IUVANT. QUID AGENDUM HIC ET NUNC: OPPORSI ALLA GUERRA (E ALLE STRAGI E ALL'ECOCIDIO DI CUI CONSISTE) CON L'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA. UN APPELLO A CHI HA ORECCHIE PER INTENDERE
La guerra scatenata oltre un anno fa dal folle e criminale autocrate russo contro la popolazione ucraina inerme continua a mietere vittime innocenti.
E continua a provocare nel cuore d'Europa una catastrofe ambientale di proporzioni colossali, di cui pressoche' tutti i mezzi d'informazione tacciono.
E ogni giorno che passa avvicina il pericolo del suo evolvere nella guerra atomica che puo' porre fine alla civilta' umana e devastare irreversibilmente quest'unico mondo vivente che conosciamo.
L'intera umana famiglia dovrebbe prendere coscienza dell'immane tragedia e dell'abissale minaccia, e quindi agire per far cessare immediatamente la guerra imponendo la fine delle ostilita' e l'avvio di negoziati di pace a tutti i governi impazziti e scellerati che assurdamente la guerra alimentano.
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Mentre la parte migliore della popolazione russa continua ad opporsi alla guerra e al fascismo subendo da parte del regime una repressione brutale; e mentre la parte migliore della popolazione ucraina continua a resistere con la scelta della solidarieta' e della nonviolenza all'invasione e alla barbarie, alla guerra e al militarismo, adoperandosi per salvare le vite e difendendo la democrazia e i diritti umani nell'unico modo in cui e' possibile farlo, cioe' opponendosi alle uccisioni, alla militarizzazione e alla tirannia che ne consegue; tragicamente la parte migliore delle popolazioni degli altri paesi europei non riesce o non vuole o non sa contrastare la follia guerriera e riarmista, l'imbarbarimento e la fame di universale annientamento dei propri governi che invece di adoperarsi per la pace continuano ciecamente a fare di tutto affinche' la guerra, e le stragi, e l'ecocidio, continuino, si accrescano, si estendano oltre ogni limite.
La maggior parte delle molte iniziative per la pace che pure si sono svolte in questi mesi di guerra nei paesi dell'Unione Europea hanno avuto come implicito ma effettuale denominatore comune - e mi si stringe il cuore a dirlo - di "non disturbare il manovratore", ovvero di non mettere in reali difficolta' il governo golpista della banalita' del male che con l'invio di armi e la supina obbedienza alla Nato - l'organizzazione terrorista e stragista le cui criminali responsabilita' nell'alimentare la guerra in Europa sono flagranti - ha reso l'Italia compartecipe della guerra e quindi delle stragi di esseri umani e dell'ecocidio in corso in Ucraina, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione repubblicana, articolo che si apre con parole di inequivocabile chiarezza: "L'Italia ripudia la guerra".
Invece disturbare il manovratore occorreva ed occorre; contrastare il governo belligeno e golpista occorreva ed occorre; bloccare l'illegale e criminale invio delle armi assassine occorreva ed occorre; contrastare l'azione scellerata della Nato occorreva ed occorre. Ma questo non e' stato fatto, e tante belle iniziative tanto spettacolari quanto ininfluenti, cosi' come le non molte benemerite e fin luminose azioni di solidarieta' concreta con le vittime che pure per fortuna ci sono state e sempre siano benedette, non bastano ad occultare questa dura realta'.
Eppure e' chiaro e semplice cio' che occorre fare: contrastare materialmente l'illegale e criminale partecipazione italiana alla guerra; contrastarla con l'azione diretta nonviolenta.
Occorre bloccare le fabbriche d'armi: circondandole e occludendone gli ingressi impedendo loro di produrre altri strumenti di morte.
Occorre bloccare i trasporti di armi: occupando e paralizzando i luoghi in cui transitano gli strumenti di morte.
Occorre bloccare le strutture militari: circondandole e occludendone gli ingressi impedendo loro di proseguire in ogni attivita' di preparazione e a sostegno della guerra.
Occorre bloccare le sedi e strutture in Italia della Nato come delle forze armate degli Stati Uniti d'America: circondandole e occludendone gli ingressi cosi' impedendo loro di continuare la guerra di cui sono palesemente "magna pars".
Occorre bloccare la Presidenza del Consiglio dei Ministri e i Ministeri coinvolti nella guerra: circondandoli e occludendone gli ingressi impedendo loro di proseguire nell'illegale sostegno alla guerra e alle stragi e all'ecocidio in corso in Ucraina, impedendo loro di proseguire nella flagrante violazione della Costituzione della Repubblica italiana cui pure tutti i membri del governo hanno giurato fedelta'.
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Beninteso: occorre anche continuare a dire e a fare le tante cose buone che gia' si dicono e si fanno, ed occorre sostenere le molte iniziative di pace nuove o reiterate in corso e in programma da parte di soggetti diversi, quali che siano i loro limiti e le loro fragilita', a condizione che siano iniziative rigorosamente per la pace e rigorosamente democratiche sia nel merito che nel metodo, ovvero orientate a salvare tutte le vite e realizzate in forme rigorosamente nonviolente.
Ripetiamo ancora una volta che si deve continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime; che si deve continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime; che si deve continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato; che si deve continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi e le devastazioni di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre; che si deve continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente; che si deve continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani; che si deve continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino; che si deve continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
Ma se non si passa all'azione diretta nonviolenta tutte queste cose non riusciranno a fermare la guerra. Solo l'azione diretta nonviolenta puo' riuscire ad avviare dal basso l'agire necessario, le decisioni indispensabili: la cessazione delle uccisioni, la costruzione della pace, la solidarieta' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e difende e sostiene e conforta, la condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e tutti i beni, il rispetto per ogni vita.
Occorre proporre, iniziare, praticare e poi generalizzare l'azione diretta nonviolenta: cominciando con la forza preziosa dei piccoli gruppi delle persone gia' persuase della nonviolenza - le persone che Gandhi chiamava "satyagrahi", le persone persuase della "forza della verita'" - e poi con la forza dell'esempio, della testimonianza che educa al bene, della lotta nonviolenta concreta e coerente, allargare progressivamente la mobilitazione fino allo sciopero generale contro la guerra, se sara' necessario arrivare fino allo sciopero generale per imporre allo stolto e criminale governo italiano di tornare a rispettare non solo l'articolo 11 della Costituzione repubblicana, ma il diritto alla vita di ogni essere umano.
Poi, naturalmente, anche tutto cio' potrebbe non bastare; ma occorre almeno averlo detto, occorre almeno averlo tentato.
*
Le circostanze particolari in cui vivo da anni mi impediscono di essere io stesso ad organizzare le azioni dirette nonviolente che mi sembrano possibili e necessarie (e che ho sommariamente elencato sopra); l'ho fatto piu' volte in passato, ma ora mi e' obiettivamente impossibile, e non e' l'ultimo dei miei crucci.
Cosicche', non potendo fare qui e adesso di piu' e di meglio, almeno ho voluto dirle queste cose, sperando che qualcuno le ascolti. E sapendo che questo mio scritto che invita ad opporsi alla guerra, alle stragi e all'ecocidio di cui essa consiste, che invita a contrastare i mercanti di morte e la fabbrica degli omicidi, che invita a difendere il diritto alla vita di ogni vivente, ebbene, e' possibile che venga tacciato dal governo belligeno e golpista e dal solerte suo apparato propagandistico di "istigazione a delinquere", mentre a me sembra che sia piuttosto una esortazione a non delinquere, poiche' dal modesto mio punto di vista - ma anche dal punto di vista della Costituzione repubblicana - a delinquere e' piuttosto chi fa e sostiene la guerra, chi uccide, fa uccidere, fornisce gli strumenti per uccidere, coopera a uccidere e lascia uccidere gli esseri umani, chi devasta e distrugge parti sempre crescenti di quest'unico mondo vivente, di quest'unica casa comune dell'intera umana famiglia.
Dixi, sed non salvavi animam meam.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe in corso.
3. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA?
Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
*
E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
4. INIZIATIVE. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]
3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
*
ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/
5. MAESTRE. FRANCA FORTUNATO: TINA ANSELMI, UNA DONNA DALLA GRANDE PASSIONE POLITICA
[Dal sito della "Libreria delle donne" di Milano riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo originariamente apparso su "Il Quotidiano del Sud" il 6 maggio 2023]
Tina Anselmi come tante donne della sua generazione ha fatto della passione politica la ragione della sua vita, restando sempre fedele a se' stessa, alla ragazza che a diciassette anni nel 1944 scelse di entrare nella Resistenza, pronta come altre/i "a morire" battendosi "contro il nemico, a morire detestando la morte, a morire per la pace e la liberta'". E' cosi' che racconta la sua scelta nel libro Storia di una passione politica scritto con Anna Vinci e tornato da poco in libreria con la prefazione di Dacia Maraini (Chiarelettere 2023). Dal libro e' stata tratta la fiction Tina Anselmi. Una vita per la democrazia, interpretata da Sarah Felberbaum, andata in onda il 25 aprile su Rai1.
Ragazzina di campagna, nata a Castelfranco Veneto il 25 marzo 1927, conobbe l'antifascismo attraverso il padre, Ferruccio, socialista che "portava sempre con se' la tessera del partito firmata da Matteotti" e "schedato e controllato, quando c'erano manifestazioni, raduni, visite di gerarchi da Roma, lo prelevavano per portarlo nella farmacia dove lavorava e lo costringevano a bere l'olio di ricino". Da li' il suo sentimento contro l'ingiustizia che l'accompagnera' per tutta la vita. Dalla madre, Norma, imparo' ad essere contro la guerra. "Lei, la nonna e una mia zia dovettero andare profughe in Piemonte, per avere un lavoro, perche' da noi la miseria era tanta. Erano state impiegate a cucire le ali dei piccoli aeroplani. La mamma aveva paura perche' gli aeroplani portano la morte, quindi, partecipare, seppure indirettamente, a costruire quegli strumenti di guerra la faceva stare male. E il suo malessere, la sua paura io li ho vissuti, ne ho fatto un motivo per rifiutare la guerra". Dalla nonna materna, Maria, imparo' il coraggio, l'amore per la vita, la liberta' di donna. E' con gratitudine e riconoscenza che parla dei loro insegnamenti che l'hanno "messa in condizione di stare bene al mondo", l'hanno aiutata "ad amare, stimare, avere fiducia nelle persone".
A quella prima scelta di adolescente ne seguirono altre e ogni volta scelse con coraggio da che parte stare, partendo sempre da se', dal suo desiderio profondo di "esserci", di "agire" per rendere il mondo migliore, prima di tutto per le donne. Vuole essere protagonista della ricostruzione del paese. Si laurea, entra nella Dc, nel sindacato per battersi con le operaie tessili, entra in Parlamento (1968) poi nel governo, ministra del Lavoro, prima, e della Salute, poi. A lei si deve la legge sulla parita' salariale e di trattamento al lavoro, ma anche il Servizio Sanitario Nazionale. Quando la presidente della Camera Nilde Iotti le affida la Commissione parlamentare d'inchiesta sulla Loggia massonica P2, lei sceglie di stare dalla parte della verita'. Sara' ostacolata da molti e isolata dal suo stesso partito. A distanza di anni si rammarichera' che quella inchiesta non si sia voluta portare fino in fondo in quanto "faceva paura a molti".
Lega i suoi ricordi "piu' belli alla risoluzione dei problemi, alle risposte che" ha "saputo dare ai bisogni della gente", il che fa capire il senso per lei della politica e del potere. Una donna coraggiosa, battagliera, autorevole, che a ragione dopo Tangentopoli ha potuto dire: "Personalmente io mi sento con le mani pulite". Attraverso il racconto della sua vita ci si immerge nella storia del nostro Paese dal 1944 al 1992, quando lascia il Parlamento. Un racconto che si chiude con un dolce ricordo della nonna: "La ventata di leggerezza che nell'infanzia ha tante volte spazzato via la malinconia mi accompagnera' fino alla fine, e avra' per me l'odore del cocomero e del panino con le ulivette di nonna Maria". E' morta il primo novembre 2016.
6. MAESTRE. ROBERTO RIGHETTO: CRISTINA CAMPO, UNA PIANTA FIORITA SU SIMONE WEIL
[Dal sito della "Libreria delle donne" di Milano riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo originariamente apparso su "Avvenire" il 29 aprile 2023]
Il 29 aprile di cent'anni fa nasceva Cristina Campo, alias Vittoria Guerrini, una delle figure piu' appartate, misteriose e inclassificabili della letteratura italiana. Poetessa e mistica, oltre che traduttrice e critica letteraria, ci ha lasciato nel 1977 a causa di uno scompenso cardiaco dovuto a una malformazione di cui soffriva dalla nascita. E' stato grazie all'editrice Adelphi, che ha mandato in libreria a partire dall'87 le sue opere principali (Gli imperdonabili e Sotto falso nome raccolgono suoi saggi critici, mentre La Tigre Assenza le sue poesie), e alla pubblicazione della corrispondenza con alcuni suoi amici, Margherita Pieracci Harwell e Alessandro Spina in primis, che il pubblico italiano l'ha potuta conoscere piu' da vicino. Giustamente Enzo Bianchi, introducendo i lavori del convegno che si svolse a Bose nel 1998, ricordo' le parole pronunciate dopo la morte da Spina, che lamento' come il lutto per la sua scomparsa fosse stato un lutto di pochi, chiedendosi "anche, con ragione, come mai i cattolici non si accorsero di lei".
Eppure Cristina Campo aveva presentato e commentato opere come I detti e i fatti dei Padri del deserto e i Racconti del pellegrino russo e scritto introduzioni a libri fondamentali quali L'uomo non e' solo di Heschel e Attesa di Dio di Simone Weil. Bianchi la defini' "filocalica, donna ricreatrice di bellezza, testimone della grande tradizione". Certo, i cattolici italiani non potevano condividerne le riserve sul Concilio, che l'avevano fatta avvicinare a monsignor Lefebvre e al cristianesimo ortodosso: il suo amore per i riti e la liturgia nonche' per la carnalita' del cristianesimo infatti l'aveva portata a criticare le scelte dei padri conciliari, senza pero' mai abbandonare la Chiesa cattolica.
All'incontro di Bose (i cui atti furono pubblicati dalla rivista Humanitas edita da Morcelliana) parteciparono anche Mario Luzi e padre Giovanni Pozzi, Giovanni Tesio e Maurizio Ciampa, Pietro Gibellini e Gabriella Caramore, oltre che Mita, la sua amica di sempre con cui aveva condiviso dal 1950 l'amore per Simone Weil. Margherita era volata a Parigi per conoscere la madre della filosofa francese che stava curando l'edizione delle sue opere, mentre Cristina non era riuscita per motivi di salute. Ma l'incontro con la pensatrice si rivelo' fondamentale per entrambe e per Cristina ebbe il significato di una riscoperta del cristianesimo.
A Simone l'avvicinavano l'amore per l'assoluto e per gli ultimi, la scoperta di concetti come "ombra", "attenzione" e "sprezzatura", la ricerca di una perfezione sempre irraggiungibile nella definizione della propria vocazione. Lo rileva Wanda Tommasi in uno dei saggi del libro Cristina Campo. Il senso preciso delle cose tra visibile e invisibile (pagine 122, euro 12), da poco pubblicato da Mimesis a cura di Chiara Zamboni; il libro raccoglie le relazioni tenute il 7 giugno 2022 all'universita' di Verona a un convegno sul pensiero di Cristina Campo. "Secondo la Campo - dice Tommasi - quella weiliana e' una 'grande didattica spirituale via negationis': la Weil opera negativamente, distruggendo tutto cio' che puo' prendere idolatricamente il posto del vero Dio".
Francesco Nasti da parte sua rileva come Cristina si considerasse, rispetto al pensiero di Simone, "una pianta rampicante intorno alla roccia". E sottolinea come "per la Campo come per la Weil l'attenzione affonda la pienezza del suo significato nella parola greca hypomone', il cui significato e' anche quello di attesa che, insieme all'attenzione, orienta l'occhio e lo spirito dell'individuo alla percezione dei diversi piani della realta', quello visibile e quello invisibile". Siamo al centro della concezione della vita di Cristina, che nell'unica intervista rilasciata nella sua esistenza, alla Radiotelevisione svizzera pochi mesi prima della morte, dichiaro': "Credo pochissimo al visibile, credo molto nell'invisibile ed e' forse la cosa che m'interessa di piu'". Il legame strettissimo fra la realta' e l'invisibilita' e' rimarcato da Antonietta Potente che a sua volta afferma: "Sembra quasi un paradosso: la vita risplende quando teniamo in conto il suo mistero, la sua invisibilita', perche' il solo visibile e' troppo poco. Con questa affermazione si comprende perche' Cristina ami le fiabe, la poesia e i vangeli".
L'opera della Campo e' poi segnata dall'incompiutezza, come segnala Laura Boella. Lei stessa l'aveva detto parlando di se' in terza persona: "Ha scritto poco e avrebbe voluto scrivere ancora meno". Rifiutava il ruolo dell'intellettuale, pur facendosi a volte coinvolgere nei salotti romani e fiorentini, e rifuggiva dal mondo della cultura italiana imbevuto di marxismo e psicoanalisi. Per Boella "il suo contesto o ambiente e' quello dell'epoca imperdonabile in cui vivono uomini e donne imperdonabili. Un contesto tremendo, violento e per nulla datato: si tratta della civilta' della perdita, del vuoto, dell'orrore, del cattivo gusto, dell'imminenza della morte, del prezzo pagato per una vocazione".
Era lontana da ogni tipo di engagement e detestava i grattacieli e le nuove chiese, cosi' come le nuove tendenze della pedagogia che voleva educare i bambini come se fossero dei piccoli adulti. Legata a Elemire Zolla e amica di Maria Zambrano, di quest'ultima condivideva questo giudizio fulmineo: "Io credo nella resurrezione, non in quella dei morti, ma in quella della carne". Allo stesso modo, la Campo individuava nel gesto di Maria Maddalena che cosparge di unguento prezioso i piedi di Gesu' la genesi della liturgia. Riferendosi al suo breve scritto Note sopra la liturgia, cosi' commenta Chiara Zamboni: "Non si tratta solo di ungere il corpo di Cristo, ma di esserci con tutta se stessa e mostrare quel gesto. E' per questo che il suo gesto fa scandalo: rende sacro un legame intimo e corporeo. Dunque non riguarda solo l'anima, ma anche e soprattutto il corpo. E infatti, la' dove il corpo e' cancellato, l'anima fa in fretta poi a scomparire".
7. REPETITA IUVANT. SCRIVIAMO ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA PER CHIEDERE CHE CESSINO PERSECUZIONI ED UCCISIONI
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo di scrivere all'ambasciata dell'Iran in Italia per chiedere al governo di quel paese che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare le lettere sono i seguenti: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir
*
Vi proponiamo un possibile testo essenziale:
Egregio ambasciatore,
le chiediamo di trasmettere al governo del suo Paese questa nostra richiesta che cessino le persecuzioni e le uccisioni.
E' dovere di ogni persona, di ogni societa', di ogni ordinamento giuridico rispettare la vita, la dignita' e i diritti di tutte le donne e di tutti gli uomini.
Tutti gli esseri umani sono eguali in dignita' e diritti, tutti gli esseri umani hanno diritto alla vita e alla liberta'.
Siamo solidali con le donne iraniane - e con gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Distinti saluti,
Nome e cognome, luogo e data, recapito di chi scrive.
*
Carissime e carissimi, gentilissime e gentilissimi,
vi proponiamo anche di far circolare questa proposta.
Adoperiamoci affinche' tante persone, tante associazioni, tante istituzioni di tutto il mondo chiedano al governo iraniano che cessino persecuzioni e uccisioni.
Sosteniamo le donne iraniane - e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela - nell'impegno nonviolento per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.
8. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL COORDINAMENTO ITALIANO DI SOSTEGNO ALLE DONNE AFGHANE
Sosteniamo il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (CISDA).
Per contatti: e-mail: cisdaonlus at gmail.com, sito: www.cisda.it
9. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
10. REPETITA IUVANT. TRE TESI
La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
11. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
12. MAESTRE. "POETRY FOUNDATION": PROFILO DI JESSICA MEHTA
[Dal sito www.poetryfoundation.org riprendiamo e diffondiamo]
Jessica Mehta
www.thischerokeerose.com
Jessica Tyner Mehta, PhD, is an Aniyunwiya interdisciplinary poet and artist. A native of the occupied land of Oregon and a citizen of the Cherokee Nation, space, place, and de-colonization are the driving forces behind her work. She is the author of more than 15 books, including Selected Poems: 2000-2020, winner of the Meadowlark Birdy Prize; When We Talk of Stolen Sisters, winner of three Human Relations Indie Book Awards; and Savagery, winner of the Reader Views Literary Award for "most innovative poetry collection" and winner of the Book Excellence Award in poetry. Mehta has received several writing residencies pivotal in supporting her writing career, such as the Hosking Houses Trust residency with an appointment at The Shakespeare Birthplace (Stratford-Upon-Avon, UK) and the Acequia Madre House post in Santa Fe, New Mexico.
Mehta is also a visual, installation, and performance artist. Her installation The Red C[h]airn Project debuted during her tenure as the Native American visual artist-in-residence at Ucross. Her series Red/Act was exhibited around the globe. The performance series emBODY poetry was featured in Washington, D.C., and Oregon.
Mehta's doctoral research addressed the intersection of eating disorders and female poetry from the Victorian period through the mid-20th century. Her post-doctoral research examined the language used in public art calls for Native artists, and her Fulbright Nehru Senior Scholar award in Bengaluru, India, allowed her to curate an anthology of contemporary Indian poetry.
13. MAESTRE. "POETRY FOUNDATION": PROFILO DI TIFFANY MIDGE
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Tiffany Midge
Poet Tiffany Midge is the author of the chapbook Guiding the Stars to Their Campfire, Driving the Salmon to Their Beds (Gazoobi Tales); the full-length poetry collection Outlaws, Renegades and Saints: Diary of a Mixed-Up Halfbreed (Greenfield Review Press, 1996), winner of the Diane Decorah Memorial Poetry Award; the collection, The Woman Who Married a Bear (The University of New Mexico Press, 2016), winner of the Kenyon Review Earthworks Prize for Indigenous Poetry; and the children's book Animal Lore and Legend: Buffalo (Scholastic, 1995). Midge's work has appeared in North American Review, The Raven Chronicles, Florida Review, South Dakota Review, Shenandoah, Poetry Northwest and the online journals No Tell Motel and Drunken Boat.
Midge earned an MFA from the University of Idaho is an enrolled member of the Standing Rock Sioux Reservation. She is of Hunkpapa Sioux and German ancestry, and grew up in the Pacific Northwest, where she lives now.
14. MAESTRE. "POETRY FOUNDATION": PROFILO DI DEBORAH A. MIRANDA
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Deborah A. Miranda
An enrolled member of the Ohlone-Costanoan Esselen Nation of California, poet Deborah Miranda was born in Los Angeles to an Esselen/Chumash father and a mother of French ancestry. She grew up in Washington State, earning a BS in teaching moderate special-needs children from Wheelock College in 1983 and an MA and PhD in English from the University of Washington. Miranda's collections of poetry include Raised by Humans (2015); Indian Cartography: Poems (1999), winner of the Diane Decorah Memorial First Book Award from the Native Writers' Circle of the Americas; and The Zen of La Llorona (2005), nominated for a Lambda Literary Award. Miranda also received the 2000 Writer of the Year Award for Poetry from the Wordcraft Circle of Native Writers and Storytellers. Her mixed-genre collection Bad Indians: A Tribal Memoir (2013) won a Gold Medal from the Independent Publisher's Association and the PEN Oakland Josephine Miles Literary Award, and was shortlisted for the William Saroyan Award.
Miranda's poetry is informed by her mixed-blood ancestry and knowledge of the natural world. Often focused around gender, her poetry treats topics such as mothering and the ability to nurture in a violent world. The Zen of Llorona references the legend of La Llorona, or the Weeping Woman, an Indian woman who bears children to a Spaniard; when betrayed, she kills the children and then lives a life of mourning.
Miranda's work has appeared in the anthologies Through the Eye of the Deer (1999), This bridge we call home: radical visions for transformation (2002), The Dirt Is Red Here: Art & Poetry from Contemporary Native California (2002), and Women: Images and Realities - A Multicultural Anthology (2006).
She teaches English at Washington and Lee University in Lexington, Virginia.
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DONNA, VITA, LIBERTA'
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A sostegno della lotta nonviolenta delle donne per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 144 del 24 maggio 2023
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Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
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