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[Nonviolenza] Telegrammi. 4810
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 4810
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Wed, 19 Apr 2023 18:52:40 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4810 del 20 aprile 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Mao Valpiana ricorda Fabio Guglielmi
2. Ahmad Jamal
3. Anne Perry
4. Mary Quant
5. Meir Shalev
6. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa?
7. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
8. L'associazione "Respirare" di Viterbo si unisce alla richiesta di un intervento del Ministro degli Esteri italiano per la liberazione di Leonard Peltier
9. "Gariwo": Gareth Jones, il giornalista gallese che denuncio' l'Holodomor
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'
1. LUTTI. MAO VALPIANA RICORDA FABIO GUGLIELMI
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo questo ricordo li' pubblicato col titolo "Dietro le quinte. Memoria del Sio. Grazie a Fabio Guglielmi, persuaso"]
Fabio Gabriele Guglielmi. Per gli amici intimi "el Sio". Per il Movimento Nonviolento una colonna portante, una di quelle che non vedi perche' stanno nelle fondamenta e reggono la struttura dando stabilita'. Fabio, per carattere e vocazione, stava dietro le quinte. Poche parole (rigorosamente in dialetto veronese), sempre sagaci, e tanti fatti, nel suo ambito, senza mai debordare.
E' arrivato nella vecchia sede della L.O.C. (lega obiettori di coscienza), a chiedere informazioni per non fare il servizio militare e svolgere il servizio civile, sul finire degli anni '70 appena compiuti i 18 anni. E' arrivato con la coscienza gia' aperta all'antimilitarismo e poi si e' formato una cultura da autodidatta con i fondamentali di Gandhi ("el vecio Bapu") e Capitini ("el bon Aldo"), tanto da farne un vero persuaso della nonviolenza ("la fiamela" - la fiammella da tenere accesa). Ha svolto i suoi venti mesi di servizio civile proprio al Movimento Nonviolento, pioniere con i due suoi sodali Giorgio Ricci ("el dotor") e Stefano Vernuccio ("Uino"). Fabio ha presentato domanda nel febbraio del 1981; ha partecipato volontariamente al corso di formazione per obiettori nel settembre del 1982 ed in ottobre si e' autodistaccato al Movimento Nonviolento, dove ha iniziato il servizio. La domanda gli e' stata accolta dal Ministero solo nel luglio del 1983, per finire nel marzo del 1985. Ricevuto il congedo militare, lo ha restituito al mittente. Dunque un obiettore di lungo corso ("obietor par sempre"), e poi fino all'ultimo giorno fedele militante del Movimento. Pochi l'hanno visto o conosciuto, si muoveva raramente dalla propria abitazione, ma dietro ogni iniziativa, ogni campagna, ogni processo, ogni attivita', ogni manifestazione, c'era sempre lo zampino e lo sguardo attento e vigile di Fabio. Ha iniziato collaborando attivamente con Pietro Pinna per la preparazione e lo svolgimento della Marcia Perugia-Assisi "Contro il riarmo, blocchiamo le spese militari".
Successivamente per il Movimento, dal 1985 al 2023, Fabio ha fatto il fotografo (rigorosamente in bianco/nero, ricchissima la sua raccolta di foto, con archivio di negativi e sviluppo), il correttore di bozze di Azione nonviolenta, sia cartacea che online, l'archivista, il bibliotecario, ed e' stato l'innovatore tecnologico, il primo a gestire le caselle di posta, il primo sito, le prime stampanti, e i primi profili social, i programmi antivirus. Era in grado di risolvere qualsiasi guaio tecnologico, disponibile all'emergenza, a fornire consulenze, giorno e notte. Veniva, sistemava le cose, e se ne andava in silenzio, senza aspettare nemmeno un grazie. La fedelta' "alla causa" era la sua caratteristica, come la fedelta' agli amici della prima ora, Giorgio, Stefano, Sergio, Vincenzo.
Fatalista, ironico, paziente, arguto, discreto, coerente, disincantato, utopista, generoso, gentile.
Senza tante formalita', lasciava spesso come ricordo di se' un bastoncino di incenso "palo santo".
Elegante, con gusto classico, sahariana d'estate, guanti in pelle d'inverno.
Due frasi rivelatrici nel profilo social: "Bisogna essere molto forti per amare la solitudine" (Pier Paolo Pasolini) e nell'indicazione della sua professione una fulminante "Coltiva nobili utopie".
Aveva il gusto della battuta micidiale. Aggiornatissimo, sempre informato, non faceva mancare la sua analisi politica nei messaggini quotidiani che mandava ai pochi fortunati interlocutori ("I grandi uomini non amano parlare").
Negli anni ha sviluppato con competenza due passioni: l'arte marziale giapponese nonviolenta Aikido (disciplina che conduce all'unione ed all'armonia con l'energia vitale e lo spirito dell'Universo) e il massaggio shiatsu per il benessere fisico e mentale, che ha praticato con professionalita' e cura d'altri tempi.
Rimanendo nella sua camera ha viaggiato in tutto il Giappone conoscendone la cultura e la storia.
Nonostante la conduzione di una vita sobria e rigorosa, la malattia e' arrivata. Ha seguito il percorso di cure con coraggio e dignita' e spirito leggero fino all'ultima ora: "tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero" - giusto per ricordare la vita e la sua caducita' -, e' il suo ultimo messaggio.
Ha chiesto di essere sepolto con il keikogi, l'uniforme tradizionale da aikidoka, simbolo di purezza.
Al Movimento Nonviolento lascia il privilegio del suo soffio vitale che tiene accesa la fiammella ("attenti che non si spenga").
2. LUTTI. AHMAD JAMAL
E' deceduto Ahmad Jamal, musicista.
Con gratitudine lo ricordiamo.
3. LUTTI. ANNE PERRY
E' deceduta Anne Perry, scrittrice.
Con gratitudine la ricordiamo.
4. LUTTI. MARY QUANT
E' deceduta Mary Quant, stilista.
Con gratitudine la ricordiamo.
5. LUTTI. MEIR SHALEV
E' deceduto Meir Shalev, scrittore.
Con gratitudine lo ricordiamo.
6. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA?
Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
*
E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
7. APPELLI. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]
3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
*
ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
PREFERRED LANGUAGE TO ADDRESS TARGET: English
You can also write in your own language.
PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/
8. APPELLI. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" DI VITERBO SI UNISCE ALLA RICHIESTA DI UN INTERVENTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI ITALIANO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
L'associazione "Respirare" di Viterbo si unisce alla richiesta di un intervento del Ministro degli Esteri italiano per la liberazione di Leonard Peltier.
Di seguito il testo dell'appello.
*
Egregio Ministro degli Esteri,
lei, che e' stato Presidente del Parlamento Europeo, certo ricordera' il suo compianto collega e successore, l'on. David Sassoli.
E ricordera' anche l'impegno di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
Cosi' come ricordera' che gia' negli anni '90 ripetutamente il Parlamento Europeo aveva sollecitato la liberazione di Leonard Peltier.
*
Da Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
*
Analogamente gia' negli anni Novanta del secolo scorso il Parlamento Europeo aveva approvato risoluzioni a tal fine.
Cosi' recitava il testo della risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
*
Egregio Ministro degli Esteri,
lei ricordera' anche che nel corso di quasi mezzo secolo la liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
E ricordera' anche che lo scorso anno due nuovi autorevoli inviti, tra molti altri, sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: dapprima la Commissione giuridica ad hoc dell'Onu, e successivamente con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito di cui il Presidente Biden fa parte).
*
Di seguito un estratto dal documento dell'Onu del 2022 che chiede la liberazione di Leonard Peltier:
Human Rights Council
Working Group on Arbitrary Detention
Opinions adopted by the Working Group on Arbitrary Detention at its ninety-third session, 30 March–8 April 2022
Opinion No. 7/2022 concerning Leonard Peltier (United States of America)
1. The Working Group on Arbitrary Detention was established in resolution 1991/42 of the Commission on Human Rights. In its resolution 1997/50, the Commission extended and clarified the mandate of the Working Group. Pursuant to General Assembly resolution 60/251 and Human Rights Council decision 1/102, the Council assumed the mandate of the Commission. The Council most recently extended the mandate of the Working Group for a three-year period in its resolution 42/22.
2. In accordance with its methods of work (1), on 10 December 2021 the Working Group transmitted to the Government of the United States of America a communication concerning Leonard Peltier. The Government replied to the communication on 11 February 2022. The State is a party to the International Covenant on Civil and Political Rights.
3. The Working Group regards deprivation of liberty as arbitrary in the following cases:
(a) When it is clearly impossible to invoke any legal basis justifying the deprivation of liberty (as when a person is kept in detention after the completion of his or her sentence or despite an amnesty law applicable to him or her) (category I);
(b) When the deprivation of liberty results from the exercise of the rights or freedoms guaranteed by articles 7, 13, 14, 18, 19, 20 and 21 of the Universal Declaration of Human Rights and, insofar as States parties are concerned, by articles 12, 18, 19, 21, 22, 25, 26 and 27 of the Covenant (category II);
(c) When the total or partial non-observance of the international norms relating to the right to a fair trial, established in the Universal Declaration of Human Rights and in the relevant international instruments accepted by the States concerned, is of such gravity as to give the deprivation of liberty an arbitrary character (category III);
(d) When asylum seekers, immigrants or refugees are subjected to prolonged administrative custody without the possibility of administrative or judicial review or remedy (category IV);
(e) When the deprivation of liberty constitutes a violation of international law on the grounds of discrimination based on birth, national, ethnic or social origin, language, religion, economic condition, political or other opinion, gender, sexual orientation, disability, or any other status, that aims towards or can result in ignoring the equality of human beings (category V).
(...)
Disposition
101. In the light of the foregoing, the Working Group renders the following opinion:
The deprivation of liberty of Leonard Peltier, being in contravention of articles 2, 7 and 9 of the Universal Declaration of Human Rights and articles 2 (1), 9 and 26 of the International Covenant on Civil and Political Rights, is arbitrary and falls within categories III and V.
102. The Working Group requests the Government of the United States to take the steps necessary to remedy the situation of Mr. Peltier without delay and bring it into conformity with the relevant international norms, including those set out in the Universal Declaration of Human Rights and the International Covenant on Civil and Political Rights.
103. The Working Group considers that, taking into account all the circumstances of the case, including the risk to Mr. Peltier's health, the appropriate remedy would be to release Mr. Peltier immediately and accord him an enforceable right to compensation and other reparations, in accordance with international law (48). In the current context of the COVID-19 pandemic and the threat that it poses in places of detention, the Working Group calls upon the Government to take urgent action to ensure the immediate release of Mr. Peltier.
104. The Working Group urges the Government to ensure a full and independent investigation of the circumstances surrounding the arbitrary detention of Mr. Peltier and to take appropriate measures against those responsible for the violation of his rights.
105. In accordance with paragraph 33 (a) of its methods of work, the Working Group refers the present case to the Special Rapporteur on torture and other cruel, inhuman or degrading treatment or punishment, the Special Rapporteur on the right of everyone to the enjoyment of the highest attainable standard of physical and mental health, the Independent Expert on the enjoyment of all human rights by older persons, and the Special Rapporteur on the rights of indigenous peoples, for appropriate action.
106. The Working Group requests the Government to disseminate the present opinion through all available means and as widely as possible.
Follow-up procedure
107. In accordance with paragraph 20 of its methods of work, the Working Group requests the source and the Government to provide it with information on action taken in follow-up to the recommendations made in the present opinion, including:
(a) Whether Mr. Peltier been released and, if so, on what date;
(b) Whether compensation or other reparations have been made to Mr. Peltier;
(c) Whether an investigation has been conducted into the violation of Mr. Peltier's rights and, if so, the outcome of the investigation;
(d) Whether any legislative amendments or changes in practice have been made to harmonize the laws and practices of the United States with its international obligations in line with the present opinion;
(e) Whether any other action has been taken to implement the present opinion.
108. The Government is invited to inform the Working Group of any difficulties it may have encountered in implementing the recommendations made in the present opinion and whether further technical assistance is required, for example through a visit by the Working Group.
109. The Working Group requests the source and the Government to provide the abovementioned information within six months of the date of transmission of the present opinion. However, the Working Group reserves the right to take its own action in follow-up to the opinion if new concerns in relation to the case are brought to its attention. Such action would enable the Working Group to inform the Human Rights Council of progress made in implementing its recommendations, as well as any failure to take action.
110. The Working Group recalls that the Human Rights Council has encouraged all States to cooperate with the Working Group and has requested them to take account of its views and, where necessary, to take appropriate steps to remedy the situation of persons arbitrarily deprived of their liberty, and to inform the Working Group of the steps they have taken (49).
[Adopted on 30 March 2022]
*
Di seguito il testo integrale della risoluzione approvata all'unanimita' dal Comitato Nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America l'8 settembre 2022:
The following Resolution will be considered by the Resolutions Committee at its meeting on September 8, 2022.
Submitted by:
Ruth Buffalo/ND
Patrick Hart/Chair/ND
Kari Breker/Vice Chair/ND
Adam Goldwyn/ND
Clara Pratte/AZ
Resolution to Consider an Award of Executive Clemency for Leonard Peltier
WHEREAS, Democrats have sought to use clemency powers to secure the release of those serving unduly long or unjust prison sentences; and
WHEREAS, the Obama administration commuted the sentences of more than 1,700 people serving unjust sentences after a thorough review of their individual cases and the Biden administration has so far used clemency powers for more than 75 individuals serving unjust sentences as part of a broader strategy to make the criminal justice system more fair; and
WHEREAS, the Biden administration, under the direction of Secretary Deb Haaland, is leading a historic investigation into the lasting social impacts - such as, historical and intergenerational trauma - of the federal Indian boarding school system that separated Mr. Peltier from his family at a young age; and
WHEREAS, Mr. Peltier is 77 years old, and has served more than 45 years in federal prison - at least five years solitary confinement - in numerous prisons across the United States; and
WHEREAS, Leonard Peltier is Native American, elderly and suffers from severe health conditions, including diabetes and a lethal abdominal aortic aneurysm; life ending if ruptured; and
WHEREAS, The Department of Justice (DOJ) has issued a national response to the COVID-19 pandemic authorizing the Federal Bureau of Prisons (BOP) to release elderly inmates and those with underlying health conditions from federal prisons; Mr. Peltier is imprisoned at the Coleman Federal Correctional Complex in Florida and qualifies for early release under BOP guidelines; and
WHEREAS, Mr. Peltier was convicted and sentenced to two consecutive life sentences in 1977 for the murders of Federal Bureau of Investigation (FBI) agents Ronald Williams and Jack Coler, killed on June 26, 1975, during a confrontation with members of the American Indian Movement (AIM) on the Pine Ridge Indian reservation; Joseph Stuntz, a 23-year-old member of the Coeur d'Alene Tribe, was also killed that day, and his death was never investigated; and
WHEREAS, Mr. Peltier was extradited from Canada based on false statements of an alleged eye witness who later retracted her testimony; and
WHEREAS, many evidentiary and procedural irregularities arose during Mr. Peltier's prosecution, such as alleged key eyewitness to the shootings later retracting testimony disclosing threats against the eyewitness and family by the FBI; and
WHEREAS, a 1980 Freedom of Information Act ruling revealed to Mr. Peltier's lawyers the prosecution withheld evidence that might have impacted Mr. Peltier's case; and
WHEREAS, although legal experts have criticized the trial for its failed due process, appeals for presidential consideration of clemency by distinguished Americans and justice organizations have had no success; and
WHEREAS, this further diminishes American Indians' faith in the criminal justice system throughout the country; and
WHEREAS, hundreds of tribal nations have supported early release and clemency Mr. Peltier's throughout the years, and the Turtle Mountain Band of Chippewa, of which Mr. Peltier is a member, has offered housing, elderly support, and reintegration services upon Mr. Peltier's release; and
WHEREAS, petitions for Mr. Peltier's release are widespread and urgent, including those who once were part of the 1977 criminal prosecution and former U.S. Attorney James H. Reynolds, having garnered over 275,000 signatures on a petition requesting President Biden grant Mr. Peltier clemency; and
WHEREAS, Amnesty International, a global human rights organization with over 10 million members, supporters, and activists worldwide, continues the call for Mr. Peltier's release to this day; and
WHEREAS, Mr. Peltier has overwhelming support from internationally respected champions of human rights, including the late Nelson Mandela, His Holiness the Dalai Lama, Mikhail Gorbachev, Mary Robinson, former President of Ireland and United Nations High Commissioner for Human Rights, the European Parliament, the Belgian Parliament, the Italian Parliament, the Kennedy Memorial Center for Human Rights, the Rev. Jesse Jackson, Rigoberta Menchu, seven Nobel Peace Prize Laureates (including Archbishop Desmond Tutu and Shirin Ebadi), Rage Against the Machine, Pete Seeger, Carlos Santana, Harry Belafonte, Gloria Steinem, and Robert Redford, representing but a fraction of those who recognize the injustice imposed upon Mr. Peltier; and
WHEREAS, the National Caucus of Native American State Legislators, tribal nation leaders, and the National Congress of American Indians, within our representative states and beyond, have demanded Mr. Peltier's clemency and release;
THEREFORE, BE IT RESOLVED, that the DNC platform states that the President should use clemency powers "to secure the release of those serving unduly long sentences;" and
BE IT FURTHER RESOLVED, that given the overwhelming support for clemency, the constitutional due process issues underlying Mr. Peltier's prosecution, his status as an elderly inmate, and that he is an American Indian, who suffer from greater rates of health disparities and severe underlying health conditions, Mr. Peltier is a good candidate to be granted mercy and leniency; and
BE IT FURTHER RESOLVED, that it is highly appropriate that consideration of clemency for Mr. Peltier be prioritized and expedited, so that Mr. Peltier can return to his family and live his final years among his people.
*
Egregio Ministro degli Esteri,
con questa lettera vorremmo sollecitare un suo impegno affinche' il Presidente degli Stati Uniti d'America conceda la grazia che finalmente restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Distinti saluti,
l'associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 14 aprile 2023
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
9. TESTIMONI. "GARIWO": GARETH JONES, IL GIORNALISTA GALLESE CHE DENUNCIO' L'HOLODOMOR
[Dal sito it.gariwo.net riprendiamo e diffondiamo]
Gareth Jones (1905-1935) il giornalista gallese che denuncio' l'Holodomor
*
Stalin, al potere in Unione Sovietica dal 1924, era ossessionato dall'Ucraina, dal suo nazionalismo orientato verso occidente - una minaccia per quello sovietico ispirato dall'ideologia marxista-leninista -, e dalla sua resistenza alla collettivizzazione. Aveva paura di perderla. L'altro suo grande timore, sulla base di una particolare interpretazione del marxismo, era che quella societa' contadina potesse intaccare la modernizzazione dell'Unione Sovietica: i contadini erano per lui un blocco al progresso, e quelli ucraini, i kulaki soprattutto, andavano indeboliti a tutti i costi. Cosi' il dittatore russo sfrutto' ed esaspero' la carestia dovuta alla collettivizzazione delle terre per eliminare il problema dell'Ucraina. Lo sterminio per fame, l'Holodomor, fu una "carestia artificiale" perpetrata nei confronti degli ucraini negli anni 1932-1933, e vide tra i provvedimenti presi l'introduzione di massicce requisizioni di tutti i generi alimentari da parte di attivisti; il divieto di vendita degli alimenti; lo spiegamento delle truppe interne e di confine per impedire agli affamati di spostarsi in altre regioni dell'URSS in cerca di cibo.
Gareth Jones nasce il 13 agosto 1905 a Barry, una cittadina portuale poco distante da Cardiff. La madre e' stata tutrice per i nipoti di John Hughes, l'industriale gallese dell'acciaio che aveva fondato in Ucraina la citta' di Juzovka o Hughesovka, l'odierna Donetsk. E' dai suoi racconti, probabilmente, che Gareth inizia a sentir parlare dell'Ucraina e decide di studiarne la lingua e la cultura. Si laurea in lingue al Trinity College di Cambridge, studiando francese, tedesco e russo, e, nel gennaio 1930, inizia a lavorare come consigliere per gli affari esteri dell'ex primo ministro britannico David Lloyd George. Quell'estate, fa il suo primo viaggio a Juzovka. L'anno seguente, lavora per Ivy Lee, uno dei padri delle moderne pubbliche relazioni, consulente di organizzazioni del calibro del Rockefeller Institute, che lo incarica di fare delle ricerche per un libro sull'Unione Sovietica. Nell'estate del '31 quindi, il giornalista torna a Mosca e in Ucraina. Durante quel periodo, annota per la prima volta, in un diario che sarebbe poi stato pubblicato in forma anonima, dettagli sulla grave condizione dei contadini dovuta alla collettivizzazione di massa imposta da Stalin.
All'inizio del 1933 l'Europa e' nel caos. Gareth fa un viaggio in Germania per raccontare l'ascesa del Terzo Reich. Diventa quasi casualmente il primo corrispondente estero a volare a fianco di Adolf Hitler su un aereo diretto a un raduno nazista a Francoforte. In quell'episodio scrive: "Se questo aereo cadesse, la storia dell'Europa cambierebbe. Perche' a pochi metri da me e' seduto Adolf Hitler, cancelliere tedesco e leader del risveglio nazionalista piu' vulcanico che il mondo abbia mai conosciuto". Per niente affascinato dalla figura di Hitler, Jones aggiunge: "Come ha fatto quest'uomo dall'aspetto cosi' ordinario a farsi prendere per un dio da quattordici milioni di persone?".
Il terzo e ultimo viaggio di Jones in Russia e Ucraina avviene infine nella primavera del '33. Scendendo dal treno che da Mosca si addentra verso le altre remote regioni dell'URSS, a una fermata non in programma, Gareth fa perdere le sue tracce per tre giorni. Visita i villaggi devastati dalla mancanza di cibo senza alcuna scorta, entra in aree allora interdette allo sguardo internazionale, prende appunti compilando un nuovo diario. I numerosi articoli e reportage che scrivera' - pubblicati dal Manchester Guardian e dal New York Evening Post -, sono di fatto i primi a denunciare l'Holodomor, ma non trovano sostegno dall'Occidente, che non ha intenzione di occuparsi dei problemi del comunismo. I corrispondenti in territorio sovietico sanno che cio' che scrive il gallese e' vero, ma non vogliono spezzare il patto con le autorita' sovietiche, che nel frattempo rendono ancora piu' restrittive le misure di censura della stampa: Chi vuole restare a Mosca, deve tacere e qualsiasi giornalista straniero non puo' uscire dalla citta' senza un permesso speciale.
Il piu' famoso articolo redatto da Jones porta il titolo: "Ho camminato attraverso villaggi e kolchoz. Ovunque ho sentito lo stesso grido: 'Non abbiamo pane. Stiamo morendo'".
Deluso dall'indifferenza generale rispetto all'ecatombe in atto nei villaggi che ha visitato, non solo in Ucraina ma anche nei pressi di Mosca, nel marzo del 1933 Gareth Jones decide che e' giunto il momento di dire al mondo quello che sta accadendo. Il coraggioso giornalista convoca una conferenza stampa a Berlino per denunciare le brutali conseguenze della politica di Stalin in Ucraina e nei territori circostanti, che sta affamando fino alla morte milioni di persone (dai 4,5 ai 6 o 7 milioni, si stima attualmente). Jones racconta di essere passato per luoghi che erano stati fino a poco tempo prima tra i piu' ricchi di allevamenti e grano e di averli visti completamente spogli di ogni bene necessario. Dichiara inoltre di aver parlato con alcuni contadini, mentre si cibavano con il foraggio degli animali, che dicevano: "Tra poco noi moriremo, ma se vai piu' a sud, la' sono gia' tutti morti". Jones racconta anche di cittadini tedeschi in Russia che mandavano disperatamente lettere in Germania per chiedere aiuto.
Le sue dichiarazioni vengono riprese da quotidiani britannici e statunitensi e molti illustri colleghi gli danno pubblicamente del bugiardo. La reazione di Mosca e' decisa: il Commissario degli affari esteri, Maksim Litvinov, accusa apertamente Jones di essere una spia, e scrive una lettera a Lloyd George per informarlo che da quel momento in poi il reporter gallese non avrebbe piu' potuto far ritorno in territorio sovietico.
La smentita piu' illustre e potente arriva dal giornalista Walter Duranty - premio Pulitzer per le sue corrispondenze da Mosca uscite sul New York Times, in cui raccontava i "nobili principi" della collettivizzazione - che contesta quanto riportato da Jones, da lui definito piu' volte "un uomo intraprendente giunto a conclusioni affrettate".
Jones, a quel punto, insiste nel sostenere quello che ha visto. "E' la terza volta che mi reco in Ucraina", dice, "ne conosco bene la lingua e la Storia. Ho visto con i miei occhi quello che sta accadendo, ho dormito nelle case dei contadini che stanno morendo di fame. La feroce censura alla quale siamo sottoposti come giornalisti non ci permette di dire la verita'. La stampa e' costretta ad usare dei termini che sottostimano la portata della carestia ucraina. Si puo' parlare di malnutrizione, di scarsita' del cibo, ma niente di piu'".
Uno degli intellettuali che con molta probabilita' crede invece alle parole di Jones e' George Orwell, che come Jones ha descritto gli eventi della carestia nella sua "Fattoria degli animali". Nel 1937, troppo tardi, anche il rappresentate della stampa estera a Mosca, lo statunitense Eugine Lyons, affermera' che le accuse contro Gareth Jones erano state un grave errore.
Espulso dall'Unione Sovietica, Jones si reca a esplorare l'estremo oriente. Viaggia in Cina, in Giappone e in Mongolia. Vuole raccontare l'invasione giapponese della Manciuria, ma e' sequestrato da una banda di malviventi mongoli. Jones viene fucilato in circostanze misteriose il 12 agosto 1935; il giorno dopo avrebbe compiuto trent'anni. Si sospetta che il suo omicidio sia stato in realta' progettato dall'NKVD, come vendetta per l'imbarazzo che aveva causato al regime sovietico.
Le memorie di Gareth Jones, unico testimone indipendente delle atrocita' dell'Holodomor, mai riconosciute ufficialmente dall'Unione Sovietica prima e dalla Russia poi, sono state ritrovate nella casa della sorella in Galles. Il suo diario, riscoperto dal pronipote, viene pubblicato come Tell Them We Are Starving: The 1933 Diaries of Gareth Jones (Dite loro che stiamo morendo di fame: i diari di Gareth Jones del 1933), a cura di Lubomyr Y. Liciuk, Kingston, Kashtan Press, 2015.
La figura di Gareth Jones e' presente nel libro "La grande carestia. La guerra di Stalin all'Ucraina" (edito in Italia da Mondadori nel 2019) di Anne Applebaum, giornalista e saggista americana naturalizzata polacca, premio Pulitzer per la saggistica nel 2004 con "Gulag: Storia dei campi di concentramento sovietici".
La biografia ufficiale di Gareth Jones e' il libro "More than a Grain of Truth" della dottoressa Margaret Siriol Colley.
Il sito web sulla storia di Gareth Jones e' www.garethjones.org di Nigel Colley
Giardini che onorano Gareth Jones: Gareth Jones e' onorato nel Giardino di Milano - Monte Stella.
Trovi un albero anche nel Giardino Virtuale Storie Gariwo.
10. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Alessandro De Blasi, I colori, Rcs, Milano 2023, pp. 180, euro 6,90 (nella collana "Greco. Lingua, storia e cultura di una grande civilta'", in supplemento al "Corriere della sera").
- Giulia Ecca, La medicina, Rcs, Milano 2023, pp. 160, euro 6,90 (nella collana "Greco. Lingua, storia e cultura di una grande civilta'", in supplemento al "Corriere della sera").
- Raffaele Tondini, Il mare, Rcs, Milano 2023, pp. 160, euro 6,90 (nella collana "Greco. Lingua, storia e cultura di una grande civilta'", in supplemento al "Corriere della sera").
*
Riletture
- Lea Melandri, Amore e violenza. Il fattore molesto della civilta', Bollati Boringhieri, Torino 2011, pp. 166.
- Adrienne Rich, Nato di donna, Garzanti, Milano 1977, 1996, 2000, pp. 422.
- Maria Zambrano, Chiari del bosco, Feltrinelli, Milano 1991, pp. 184.
11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
12. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4810 del 20 aprile 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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Numero 4810 del 20 aprile 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Mao Valpiana ricorda Fabio Guglielmi
2. Ahmad Jamal
3. Anne Perry
4. Mary Quant
5. Meir Shalev
6. Cosa possiamo (e dobbiamo) realmente fare contro la guerra in corso in Europa?
7. Amnesty International: Urge clemency for native american activist
8. L'associazione "Respirare" di Viterbo si unisce alla richiesta di un intervento del Ministro degli Esteri italiano per la liberazione di Leonard Peltier
9. "Gariwo": Gareth Jones, il giornalista gallese che denuncio' l'Holodomor
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'
1. LUTTI. MAO VALPIANA RICORDA FABIO GUGLIELMI
[Dal sito di "Azione nonviolenta" riprendiamo e diffondiamo questo ricordo li' pubblicato col titolo "Dietro le quinte. Memoria del Sio. Grazie a Fabio Guglielmi, persuaso"]
Fabio Gabriele Guglielmi. Per gli amici intimi "el Sio". Per il Movimento Nonviolento una colonna portante, una di quelle che non vedi perche' stanno nelle fondamenta e reggono la struttura dando stabilita'. Fabio, per carattere e vocazione, stava dietro le quinte. Poche parole (rigorosamente in dialetto veronese), sempre sagaci, e tanti fatti, nel suo ambito, senza mai debordare.
E' arrivato nella vecchia sede della L.O.C. (lega obiettori di coscienza), a chiedere informazioni per non fare il servizio militare e svolgere il servizio civile, sul finire degli anni '70 appena compiuti i 18 anni. E' arrivato con la coscienza gia' aperta all'antimilitarismo e poi si e' formato una cultura da autodidatta con i fondamentali di Gandhi ("el vecio Bapu") e Capitini ("el bon Aldo"), tanto da farne un vero persuaso della nonviolenza ("la fiamela" - la fiammella da tenere accesa). Ha svolto i suoi venti mesi di servizio civile proprio al Movimento Nonviolento, pioniere con i due suoi sodali Giorgio Ricci ("el dotor") e Stefano Vernuccio ("Uino"). Fabio ha presentato domanda nel febbraio del 1981; ha partecipato volontariamente al corso di formazione per obiettori nel settembre del 1982 ed in ottobre si e' autodistaccato al Movimento Nonviolento, dove ha iniziato il servizio. La domanda gli e' stata accolta dal Ministero solo nel luglio del 1983, per finire nel marzo del 1985. Ricevuto il congedo militare, lo ha restituito al mittente. Dunque un obiettore di lungo corso ("obietor par sempre"), e poi fino all'ultimo giorno fedele militante del Movimento. Pochi l'hanno visto o conosciuto, si muoveva raramente dalla propria abitazione, ma dietro ogni iniziativa, ogni campagna, ogni processo, ogni attivita', ogni manifestazione, c'era sempre lo zampino e lo sguardo attento e vigile di Fabio. Ha iniziato collaborando attivamente con Pietro Pinna per la preparazione e lo svolgimento della Marcia Perugia-Assisi "Contro il riarmo, blocchiamo le spese militari".
Successivamente per il Movimento, dal 1985 al 2023, Fabio ha fatto il fotografo (rigorosamente in bianco/nero, ricchissima la sua raccolta di foto, con archivio di negativi e sviluppo), il correttore di bozze di Azione nonviolenta, sia cartacea che online, l'archivista, il bibliotecario, ed e' stato l'innovatore tecnologico, il primo a gestire le caselle di posta, il primo sito, le prime stampanti, e i primi profili social, i programmi antivirus. Era in grado di risolvere qualsiasi guaio tecnologico, disponibile all'emergenza, a fornire consulenze, giorno e notte. Veniva, sistemava le cose, e se ne andava in silenzio, senza aspettare nemmeno un grazie. La fedelta' "alla causa" era la sua caratteristica, come la fedelta' agli amici della prima ora, Giorgio, Stefano, Sergio, Vincenzo.
Fatalista, ironico, paziente, arguto, discreto, coerente, disincantato, utopista, generoso, gentile.
Senza tante formalita', lasciava spesso come ricordo di se' un bastoncino di incenso "palo santo".
Elegante, con gusto classico, sahariana d'estate, guanti in pelle d'inverno.
Due frasi rivelatrici nel profilo social: "Bisogna essere molto forti per amare la solitudine" (Pier Paolo Pasolini) e nell'indicazione della sua professione una fulminante "Coltiva nobili utopie".
Aveva il gusto della battuta micidiale. Aggiornatissimo, sempre informato, non faceva mancare la sua analisi politica nei messaggini quotidiani che mandava ai pochi fortunati interlocutori ("I grandi uomini non amano parlare").
Negli anni ha sviluppato con competenza due passioni: l'arte marziale giapponese nonviolenta Aikido (disciplina che conduce all'unione ed all'armonia con l'energia vitale e lo spirito dell'Universo) e il massaggio shiatsu per il benessere fisico e mentale, che ha praticato con professionalita' e cura d'altri tempi.
Rimanendo nella sua camera ha viaggiato in tutto il Giappone conoscendone la cultura e la storia.
Nonostante la conduzione di una vita sobria e rigorosa, la malattia e' arrivata. Ha seguito il percorso di cure con coraggio e dignita' e spirito leggero fino all'ultima ora: "tra i fiori il ciliegio, tra gli uomini il guerriero" - giusto per ricordare la vita e la sua caducita' -, e' il suo ultimo messaggio.
Ha chiesto di essere sepolto con il keikogi, l'uniforme tradizionale da aikidoka, simbolo di purezza.
Al Movimento Nonviolento lascia il privilegio del suo soffio vitale che tiene accesa la fiammella ("attenti che non si spenga").
2. LUTTI. AHMAD JAMAL
E' deceduto Ahmad Jamal, musicista.
Con gratitudine lo ricordiamo.
3. LUTTI. ANNE PERRY
E' deceduta Anne Perry, scrittrice.
Con gratitudine la ricordiamo.
4. LUTTI. MARY QUANT
E' deceduta Mary Quant, stilista.
Con gratitudine la ricordiamo.
5. LUTTI. MEIR SHALEV
E' deceduto Meir Shalev, scrittore.
Con gratitudine lo ricordiamo.
6. REPETITA IUVANT. COSA POSSIAMO (E DOBBIAMO) REALMENTE FARE CONTRO LA GUERRA IN CORSO IN EUROPA?
Certo, continuare a soccorrere, accogliere, assistere tutte le vittime.
Certo, continuare a recare aiuti umanitari a tutte le vittime.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia di chi la guerra ha scatenato.
Certo, continuare a denunciare la criminale follia dei governi che, invece di adoperarsi per far cessare la guerra e le stragi di cui essa consiste, alimentano l'una e quindi le altre.
Certo, continuare a denunciare il pericolo estremo e immediato che la guerra divenga mondiale e nucleare e distrugga l'intera umana famiglia riducendo a un deserto l'intero mondo vivente.
Certo, continuare a denunciare che la guerra sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani, sempre e solo uccide gli esseri umani.
Certo, continuare ad esortare chi nella guerra e' attivamente coinvolto a cessare di uccidere, a deporre le armi, a disertare gli eserciti, a obiettare a comandi scellerati, a rifiutarsi di diventare un assassino.
Certo, continuare a ricordare che salvare le vite e' il primo dovere di tutti gli esseri umani e di tutti gli umani istituti.
*
Tutto cio' e' buono e giusto, ma non basta.
Occorre fare anche altre cose che solo noi qui in Europa occidentale possiamo e dobbiamo fare.
E le cose che possiamo e dobbiamo fare sono queste:
1. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale contrastare anche qui la macchina bellica, l'industria armiera, i mercanti di morte, la follia militarista, i governanti stragisti: paralizzare i poteri assassini occorre.
2. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di mettere il veto ad ogni iniziativa della Nato, l'organizzazione terrorista e stragista di cui i nostri paesi tragicamente fanno parte: paralizzare immediatamente i criminali della Nato occorre, e successivamente procedere allo scioglimento della scellerata organizzazione.
3. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di cessare di armare ed alimentare la guerra e sostenere invece l'impegno per l'immediato cessate il fuoco ed immediate trattative di pace.
4. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei di restituire all'Onu la funzione e il potere di abolire il flagello della guerra.
5. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei la pace, il disarmo, la smilitarizzazione.
6. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica della sicurezza comune dell'umanita' intera fondata sulla Difesa popolare nonviolenta, sui Corpi civili di pace, sulle concrete pratiche che inverino l'affermazione del diritto alla vita, alla dignita' e alla solidarieta' di tutti i popoli e di tutte le persone.
7. Con l'azione diretta nonviolenta fino allo sciopero generale imporre ai governi europei una politica comune di attiva difesa dell'intero mondo vivente prima che la catastrofe ambientale in corso sia irreversibile.
*
E' questa la nostra opinione fin dall'inizio della tragedia in corso.
Ci sembra che senza queste azioni nonviolente la guerra, le stragi e le devastazioni non saranno fermate.
Troppi esseri umani sono gia' stati uccisi per la criminale follia dei governanti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi per la salvezza comune dell'umanita' intera.
Sia massima universalmente condivisa la regola aurea che afferma: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
7. APPELLI. AMNESTY INTERNATIONAL: URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
[Dal sito www.amnesty.org riprendiamo e diffondiamo questo appello del 3 aprile 2023]
3 April 2023
URGENT ACTION
URGE CLEMENCY FOR NATIVE AMERICAN ACTIVIST
Native American activist Leonard Peltier has been imprisoned in the USA for over 46 years, some of which was spent in solitary confinement, serving two life sentences for murder despite concerns over the fairness of his trial. He has always maintained his innocence. Now 78 years old, he contracted COVID-19 in 2022 and suffers from several chronic health ailments, including one that is potentially fatal. Not eligible for parole again until 2024, his lawyers submitted a new petition for clemency in 2021. President Biden must grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
TAKE ACTION: WRITE AN APPEAL IN YOUR OWN WORDS OR USE THIS MODEL LETTER
President Joseph Biden
The White House
1600 Pennsylvania Ave NW
Washington, DC 20500
USA
White House Comment line: (202) 456-1111
Webform*: https://www.whitehouse.gov/contact/
* A US-based address is needed for the White House webform.
International action takers, please use AI USA's address when filling out:
Amnesty International USA
311 West 43rd St. 7th Floor,
New York, NY 10036 USA
Dear President Biden,
Leonard Peltier is a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. In 1975, during a confrontation involving AIM members, two FBI agents were killed. Leonard Peltier was convicted of their murders but has always denied killing the agents.
There are serious concerns about the fairness of proceedings leading to his trial and conviction, including for example the prosecution's withholding of evidence that might have assisted Leonard Peltier's defence.
In light of these concerns, the former US Attorney who supervised the prosecution team post-trial, James Reynolds, has since called for clemency.
Leonard Peltier is now 78 years old, has spent more than 46 years in US prisons, and has been repeatedly denied parole. There are serious concerns about Leonard Peltier's deteriorating health, including potential re-exposure to COVID-19. His lawyers submitted a new petition for clemency in 2021.
I urge you to grant Leonard Peltier clemency on humanitarian grounds and as a matter of justice.
Yours sincerely,
*
ADDITIONAL INFORMATION
Leonard Peltier, an Anishinaabe-Lakota Native American, was a member of the American Indian Movement (AIM), which promotes Native American rights. On 26 June 1975, during a confrontation involving AIM members on the Pine Ridge Indian reservation in South Dakota, FBI agents Ronald Williams and Jack Coler were shot dead. Leonard Peltier was convicted of their murders in 1977 and sentenced to two consecutive life sentences. Leonard Peltier has always denied killing the agents.
A key alleged eyewitness to the shootings was Myrtle Poor Bear, a Lakota Native woman who lived at Pine Ridge. Based on her statement that she saw Leonard Peltier kill both FBI agents, Leonard Peltier was extradited from Canada, where he had fled following the shootings. However, Myrtle Poor Bear later retracted her testimony. Although not called as a prosecution witness at trial, the trial judge refused to allow Leonard Peltier's attorneys to call Myrtle Poor Bear as a defense witness on the grounds that her testimony "could be highly prejudicial to the government". In 2000, Myrtle Poor Bear issued a public statement to say that her original testimony was a result of months of threats and harassment from FBI agents.
In 1980 documents were released to Leonard Peltier's lawyers as a result of a lawsuit under the Freedom of Information Act. The documents contained ballistics evidence which might have assisted Leonard Peltier's case, but which had been withheld by the prosecution at trial. However, in 1986, the U.S. Court of Appeal for the Eighth Circuit denied Leonard Peltier a retrial, stating that: "We recognize that there is some evidence in this record of improper conduct on the part of some FBI agents, but we are reluctant to impute even further improprieties to them."
The U.S. Parole Commission has always denied parole to Leonard Peltier on the grounds that he did not accept criminal responsibility for the murders of the two FBI agents. This is even though, after one such hearing, the Commission acknowledged that, "the prosecution has conceded the lack of any direct evidence that you personally participated in the executions of two FBI agents". Leonard Peltier would not be eligible for another parole hearing until 2024. Furthermore, James H. Reynolds, the US Attorney whose office handled the criminal case prosecution and appeal of Leonard Peltier, wrote that he supported clemency "in the best interest of Justice in considering the totality of all matters involved."
Leonard Peltier suffers from a variety of ailments, including kidney disease, Type 2 diabetes, high blood pressure, a heart condition, a degenerative joint disease, and constant shortness of breath and dizziness. A stroke in 1986 left him virtually blind in one eye. In January 2016, doctors diagnosed him with a life-threatening condition: a large and potentially fatal abdominal aortic aneurysm that could rupture at any time and would result in his death. He currently uses a walker due to limited mobility and contracted COVID-19 in 2022. He continues to be at risk of re-infection while in detention.
In 2015, several Nobel Peace Prize winners—including Archbishop Desmond Tutu—called for Leonard Peltier's release. The Standing Rock Sioux Tribe and the National Congress of American Indians have also called for his release. Leonard Peltier's attorney applied for clemency to President Biden in July 2021. President Biden committed to granting clemency on a rolling basis during his administration.
However, as of February 2023, no decision has been made on his application. He has previously sought clemency, most recently from President Obama in 2016, but his petition has been denied each time.
Due to the numerous issues at trial, the exhaustion of all his legal avenues for appeal, the amount of time he has already served, his continued maintenance of innocence along with his chronic health issues, Amnesty International supports calls for clemency for Leonard Peltier.
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PLEASE TAKE ACTION AS SOON AS POSSIBLE UNTIL: 29 May 2023
Please check with the Amnesty office in your country if you wish to send appeals after the deadline.
NAME AND PRONOUN: Leonard Peltier - He/Him
LINK TO PREVIOUS UA: https://www.amnesty.org/en/documents/amr51/5208/2022/en/
8. APPELLI. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" DI VITERBO SI UNISCE ALLA RICHIESTA DI UN INTERVENTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI ITALIANO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
L'associazione "Respirare" di Viterbo si unisce alla richiesta di un intervento del Ministro degli Esteri italiano per la liberazione di Leonard Peltier.
Di seguito il testo dell'appello.
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Egregio Ministro degli Esteri,
lei, che e' stato Presidente del Parlamento Europeo, certo ricordera' il suo compianto collega e successore, l'on. David Sassoli.
E ricordera' anche l'impegno di David Sassoli per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
Cosi' come ricordera' che gia' negli anni '90 ripetutamente il Parlamento Europeo aveva sollecitato la liberazione di Leonard Peltier.
*
Da Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
*
Analogamente gia' negli anni Novanta del secolo scorso il Parlamento Europeo aveva approvato risoluzioni a tal fine.
Cosi' recitava il testo della risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
*
Egregio Ministro degli Esteri,
lei ricordera' anche che nel corso di quasi mezzo secolo la liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
E ricordera' anche che lo scorso anno due nuovi autorevoli inviti, tra molti altri, sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: dapprima la Commissione giuridica ad hoc dell'Onu, e successivamente con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito di cui il Presidente Biden fa parte).
*
Di seguito un estratto dal documento dell'Onu del 2022 che chiede la liberazione di Leonard Peltier:
Human Rights Council
Working Group on Arbitrary Detention
Opinions adopted by the Working Group on Arbitrary Detention at its ninety-third session, 30 March–8 April 2022
Opinion No. 7/2022 concerning Leonard Peltier (United States of America)
1. The Working Group on Arbitrary Detention was established in resolution 1991/42 of the Commission on Human Rights. In its resolution 1997/50, the Commission extended and clarified the mandate of the Working Group. Pursuant to General Assembly resolution 60/251 and Human Rights Council decision 1/102, the Council assumed the mandate of the Commission. The Council most recently extended the mandate of the Working Group for a three-year period in its resolution 42/22.
2. In accordance with its methods of work (1), on 10 December 2021 the Working Group transmitted to the Government of the United States of America a communication concerning Leonard Peltier. The Government replied to the communication on 11 February 2022. The State is a party to the International Covenant on Civil and Political Rights.
3. The Working Group regards deprivation of liberty as arbitrary in the following cases:
(a) When it is clearly impossible to invoke any legal basis justifying the deprivation of liberty (as when a person is kept in detention after the completion of his or her sentence or despite an amnesty law applicable to him or her) (category I);
(b) When the deprivation of liberty results from the exercise of the rights or freedoms guaranteed by articles 7, 13, 14, 18, 19, 20 and 21 of the Universal Declaration of Human Rights and, insofar as States parties are concerned, by articles 12, 18, 19, 21, 22, 25, 26 and 27 of the Covenant (category II);
(c) When the total or partial non-observance of the international norms relating to the right to a fair trial, established in the Universal Declaration of Human Rights and in the relevant international instruments accepted by the States concerned, is of such gravity as to give the deprivation of liberty an arbitrary character (category III);
(d) When asylum seekers, immigrants or refugees are subjected to prolonged administrative custody without the possibility of administrative or judicial review or remedy (category IV);
(e) When the deprivation of liberty constitutes a violation of international law on the grounds of discrimination based on birth, national, ethnic or social origin, language, religion, economic condition, political or other opinion, gender, sexual orientation, disability, or any other status, that aims towards or can result in ignoring the equality of human beings (category V).
(...)
Disposition
101. In the light of the foregoing, the Working Group renders the following opinion:
The deprivation of liberty of Leonard Peltier, being in contravention of articles 2, 7 and 9 of the Universal Declaration of Human Rights and articles 2 (1), 9 and 26 of the International Covenant on Civil and Political Rights, is arbitrary and falls within categories III and V.
102. The Working Group requests the Government of the United States to take the steps necessary to remedy the situation of Mr. Peltier without delay and bring it into conformity with the relevant international norms, including those set out in the Universal Declaration of Human Rights and the International Covenant on Civil and Political Rights.
103. The Working Group considers that, taking into account all the circumstances of the case, including the risk to Mr. Peltier's health, the appropriate remedy would be to release Mr. Peltier immediately and accord him an enforceable right to compensation and other reparations, in accordance with international law (48). In the current context of the COVID-19 pandemic and the threat that it poses in places of detention, the Working Group calls upon the Government to take urgent action to ensure the immediate release of Mr. Peltier.
104. The Working Group urges the Government to ensure a full and independent investigation of the circumstances surrounding the arbitrary detention of Mr. Peltier and to take appropriate measures against those responsible for the violation of his rights.
105. In accordance with paragraph 33 (a) of its methods of work, the Working Group refers the present case to the Special Rapporteur on torture and other cruel, inhuman or degrading treatment or punishment, the Special Rapporteur on the right of everyone to the enjoyment of the highest attainable standard of physical and mental health, the Independent Expert on the enjoyment of all human rights by older persons, and the Special Rapporteur on the rights of indigenous peoples, for appropriate action.
106. The Working Group requests the Government to disseminate the present opinion through all available means and as widely as possible.
Follow-up procedure
107. In accordance with paragraph 20 of its methods of work, the Working Group requests the source and the Government to provide it with information on action taken in follow-up to the recommendations made in the present opinion, including:
(a) Whether Mr. Peltier been released and, if so, on what date;
(b) Whether compensation or other reparations have been made to Mr. Peltier;
(c) Whether an investigation has been conducted into the violation of Mr. Peltier's rights and, if so, the outcome of the investigation;
(d) Whether any legislative amendments or changes in practice have been made to harmonize the laws and practices of the United States with its international obligations in line with the present opinion;
(e) Whether any other action has been taken to implement the present opinion.
108. The Government is invited to inform the Working Group of any difficulties it may have encountered in implementing the recommendations made in the present opinion and whether further technical assistance is required, for example through a visit by the Working Group.
109. The Working Group requests the source and the Government to provide the abovementioned information within six months of the date of transmission of the present opinion. However, the Working Group reserves the right to take its own action in follow-up to the opinion if new concerns in relation to the case are brought to its attention. Such action would enable the Working Group to inform the Human Rights Council of progress made in implementing its recommendations, as well as any failure to take action.
110. The Working Group recalls that the Human Rights Council has encouraged all States to cooperate with the Working Group and has requested them to take account of its views and, where necessary, to take appropriate steps to remedy the situation of persons arbitrarily deprived of their liberty, and to inform the Working Group of the steps they have taken (49).
[Adopted on 30 March 2022]
*
Di seguito il testo integrale della risoluzione approvata all'unanimita' dal Comitato Nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America l'8 settembre 2022:
The following Resolution will be considered by the Resolutions Committee at its meeting on September 8, 2022.
Submitted by:
Ruth Buffalo/ND
Patrick Hart/Chair/ND
Kari Breker/Vice Chair/ND
Adam Goldwyn/ND
Clara Pratte/AZ
Resolution to Consider an Award of Executive Clemency for Leonard Peltier
WHEREAS, Democrats have sought to use clemency powers to secure the release of those serving unduly long or unjust prison sentences; and
WHEREAS, the Obama administration commuted the sentences of more than 1,700 people serving unjust sentences after a thorough review of their individual cases and the Biden administration has so far used clemency powers for more than 75 individuals serving unjust sentences as part of a broader strategy to make the criminal justice system more fair; and
WHEREAS, the Biden administration, under the direction of Secretary Deb Haaland, is leading a historic investigation into the lasting social impacts - such as, historical and intergenerational trauma - of the federal Indian boarding school system that separated Mr. Peltier from his family at a young age; and
WHEREAS, Mr. Peltier is 77 years old, and has served more than 45 years in federal prison - at least five years solitary confinement - in numerous prisons across the United States; and
WHEREAS, Leonard Peltier is Native American, elderly and suffers from severe health conditions, including diabetes and a lethal abdominal aortic aneurysm; life ending if ruptured; and
WHEREAS, The Department of Justice (DOJ) has issued a national response to the COVID-19 pandemic authorizing the Federal Bureau of Prisons (BOP) to release elderly inmates and those with underlying health conditions from federal prisons; Mr. Peltier is imprisoned at the Coleman Federal Correctional Complex in Florida and qualifies for early release under BOP guidelines; and
WHEREAS, Mr. Peltier was convicted and sentenced to two consecutive life sentences in 1977 for the murders of Federal Bureau of Investigation (FBI) agents Ronald Williams and Jack Coler, killed on June 26, 1975, during a confrontation with members of the American Indian Movement (AIM) on the Pine Ridge Indian reservation; Joseph Stuntz, a 23-year-old member of the Coeur d'Alene Tribe, was also killed that day, and his death was never investigated; and
WHEREAS, Mr. Peltier was extradited from Canada based on false statements of an alleged eye witness who later retracted her testimony; and
WHEREAS, many evidentiary and procedural irregularities arose during Mr. Peltier's prosecution, such as alleged key eyewitness to the shootings later retracting testimony disclosing threats against the eyewitness and family by the FBI; and
WHEREAS, a 1980 Freedom of Information Act ruling revealed to Mr. Peltier's lawyers the prosecution withheld evidence that might have impacted Mr. Peltier's case; and
WHEREAS, although legal experts have criticized the trial for its failed due process, appeals for presidential consideration of clemency by distinguished Americans and justice organizations have had no success; and
WHEREAS, this further diminishes American Indians' faith in the criminal justice system throughout the country; and
WHEREAS, hundreds of tribal nations have supported early release and clemency Mr. Peltier's throughout the years, and the Turtle Mountain Band of Chippewa, of which Mr. Peltier is a member, has offered housing, elderly support, and reintegration services upon Mr. Peltier's release; and
WHEREAS, petitions for Mr. Peltier's release are widespread and urgent, including those who once were part of the 1977 criminal prosecution and former U.S. Attorney James H. Reynolds, having garnered over 275,000 signatures on a petition requesting President Biden grant Mr. Peltier clemency; and
WHEREAS, Amnesty International, a global human rights organization with over 10 million members, supporters, and activists worldwide, continues the call for Mr. Peltier's release to this day; and
WHEREAS, Mr. Peltier has overwhelming support from internationally respected champions of human rights, including the late Nelson Mandela, His Holiness the Dalai Lama, Mikhail Gorbachev, Mary Robinson, former President of Ireland and United Nations High Commissioner for Human Rights, the European Parliament, the Belgian Parliament, the Italian Parliament, the Kennedy Memorial Center for Human Rights, the Rev. Jesse Jackson, Rigoberta Menchu, seven Nobel Peace Prize Laureates (including Archbishop Desmond Tutu and Shirin Ebadi), Rage Against the Machine, Pete Seeger, Carlos Santana, Harry Belafonte, Gloria Steinem, and Robert Redford, representing but a fraction of those who recognize the injustice imposed upon Mr. Peltier; and
WHEREAS, the National Caucus of Native American State Legislators, tribal nation leaders, and the National Congress of American Indians, within our representative states and beyond, have demanded Mr. Peltier's clemency and release;
THEREFORE, BE IT RESOLVED, that the DNC platform states that the President should use clemency powers "to secure the release of those serving unduly long sentences;" and
BE IT FURTHER RESOLVED, that given the overwhelming support for clemency, the constitutional due process issues underlying Mr. Peltier's prosecution, his status as an elderly inmate, and that he is an American Indian, who suffer from greater rates of health disparities and severe underlying health conditions, Mr. Peltier is a good candidate to be granted mercy and leniency; and
BE IT FURTHER RESOLVED, that it is highly appropriate that consideration of clemency for Mr. Peltier be prioritized and expedited, so that Mr. Peltier can return to his family and live his final years among his people.
*
Egregio Ministro degli Esteri,
con questa lettera vorremmo sollecitare un suo impegno affinche' il Presidente degli Stati Uniti d'America conceda la grazia che finalmente restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Distinti saluti,
l'associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 14 aprile 2023
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
9. TESTIMONI. "GARIWO": GARETH JONES, IL GIORNALISTA GALLESE CHE DENUNCIO' L'HOLODOMOR
[Dal sito it.gariwo.net riprendiamo e diffondiamo]
Gareth Jones (1905-1935) il giornalista gallese che denuncio' l'Holodomor
*
Stalin, al potere in Unione Sovietica dal 1924, era ossessionato dall'Ucraina, dal suo nazionalismo orientato verso occidente - una minaccia per quello sovietico ispirato dall'ideologia marxista-leninista -, e dalla sua resistenza alla collettivizzazione. Aveva paura di perderla. L'altro suo grande timore, sulla base di una particolare interpretazione del marxismo, era che quella societa' contadina potesse intaccare la modernizzazione dell'Unione Sovietica: i contadini erano per lui un blocco al progresso, e quelli ucraini, i kulaki soprattutto, andavano indeboliti a tutti i costi. Cosi' il dittatore russo sfrutto' ed esaspero' la carestia dovuta alla collettivizzazione delle terre per eliminare il problema dell'Ucraina. Lo sterminio per fame, l'Holodomor, fu una "carestia artificiale" perpetrata nei confronti degli ucraini negli anni 1932-1933, e vide tra i provvedimenti presi l'introduzione di massicce requisizioni di tutti i generi alimentari da parte di attivisti; il divieto di vendita degli alimenti; lo spiegamento delle truppe interne e di confine per impedire agli affamati di spostarsi in altre regioni dell'URSS in cerca di cibo.
Gareth Jones nasce il 13 agosto 1905 a Barry, una cittadina portuale poco distante da Cardiff. La madre e' stata tutrice per i nipoti di John Hughes, l'industriale gallese dell'acciaio che aveva fondato in Ucraina la citta' di Juzovka o Hughesovka, l'odierna Donetsk. E' dai suoi racconti, probabilmente, che Gareth inizia a sentir parlare dell'Ucraina e decide di studiarne la lingua e la cultura. Si laurea in lingue al Trinity College di Cambridge, studiando francese, tedesco e russo, e, nel gennaio 1930, inizia a lavorare come consigliere per gli affari esteri dell'ex primo ministro britannico David Lloyd George. Quell'estate, fa il suo primo viaggio a Juzovka. L'anno seguente, lavora per Ivy Lee, uno dei padri delle moderne pubbliche relazioni, consulente di organizzazioni del calibro del Rockefeller Institute, che lo incarica di fare delle ricerche per un libro sull'Unione Sovietica. Nell'estate del '31 quindi, il giornalista torna a Mosca e in Ucraina. Durante quel periodo, annota per la prima volta, in un diario che sarebbe poi stato pubblicato in forma anonima, dettagli sulla grave condizione dei contadini dovuta alla collettivizzazione di massa imposta da Stalin.
All'inizio del 1933 l'Europa e' nel caos. Gareth fa un viaggio in Germania per raccontare l'ascesa del Terzo Reich. Diventa quasi casualmente il primo corrispondente estero a volare a fianco di Adolf Hitler su un aereo diretto a un raduno nazista a Francoforte. In quell'episodio scrive: "Se questo aereo cadesse, la storia dell'Europa cambierebbe. Perche' a pochi metri da me e' seduto Adolf Hitler, cancelliere tedesco e leader del risveglio nazionalista piu' vulcanico che il mondo abbia mai conosciuto". Per niente affascinato dalla figura di Hitler, Jones aggiunge: "Come ha fatto quest'uomo dall'aspetto cosi' ordinario a farsi prendere per un dio da quattordici milioni di persone?".
Il terzo e ultimo viaggio di Jones in Russia e Ucraina avviene infine nella primavera del '33. Scendendo dal treno che da Mosca si addentra verso le altre remote regioni dell'URSS, a una fermata non in programma, Gareth fa perdere le sue tracce per tre giorni. Visita i villaggi devastati dalla mancanza di cibo senza alcuna scorta, entra in aree allora interdette allo sguardo internazionale, prende appunti compilando un nuovo diario. I numerosi articoli e reportage che scrivera' - pubblicati dal Manchester Guardian e dal New York Evening Post -, sono di fatto i primi a denunciare l'Holodomor, ma non trovano sostegno dall'Occidente, che non ha intenzione di occuparsi dei problemi del comunismo. I corrispondenti in territorio sovietico sanno che cio' che scrive il gallese e' vero, ma non vogliono spezzare il patto con le autorita' sovietiche, che nel frattempo rendono ancora piu' restrittive le misure di censura della stampa: Chi vuole restare a Mosca, deve tacere e qualsiasi giornalista straniero non puo' uscire dalla citta' senza un permesso speciale.
Il piu' famoso articolo redatto da Jones porta il titolo: "Ho camminato attraverso villaggi e kolchoz. Ovunque ho sentito lo stesso grido: 'Non abbiamo pane. Stiamo morendo'".
Deluso dall'indifferenza generale rispetto all'ecatombe in atto nei villaggi che ha visitato, non solo in Ucraina ma anche nei pressi di Mosca, nel marzo del 1933 Gareth Jones decide che e' giunto il momento di dire al mondo quello che sta accadendo. Il coraggioso giornalista convoca una conferenza stampa a Berlino per denunciare le brutali conseguenze della politica di Stalin in Ucraina e nei territori circostanti, che sta affamando fino alla morte milioni di persone (dai 4,5 ai 6 o 7 milioni, si stima attualmente). Jones racconta di essere passato per luoghi che erano stati fino a poco tempo prima tra i piu' ricchi di allevamenti e grano e di averli visti completamente spogli di ogni bene necessario. Dichiara inoltre di aver parlato con alcuni contadini, mentre si cibavano con il foraggio degli animali, che dicevano: "Tra poco noi moriremo, ma se vai piu' a sud, la' sono gia' tutti morti". Jones racconta anche di cittadini tedeschi in Russia che mandavano disperatamente lettere in Germania per chiedere aiuto.
Le sue dichiarazioni vengono riprese da quotidiani britannici e statunitensi e molti illustri colleghi gli danno pubblicamente del bugiardo. La reazione di Mosca e' decisa: il Commissario degli affari esteri, Maksim Litvinov, accusa apertamente Jones di essere una spia, e scrive una lettera a Lloyd George per informarlo che da quel momento in poi il reporter gallese non avrebbe piu' potuto far ritorno in territorio sovietico.
La smentita piu' illustre e potente arriva dal giornalista Walter Duranty - premio Pulitzer per le sue corrispondenze da Mosca uscite sul New York Times, in cui raccontava i "nobili principi" della collettivizzazione - che contesta quanto riportato da Jones, da lui definito piu' volte "un uomo intraprendente giunto a conclusioni affrettate".
Jones, a quel punto, insiste nel sostenere quello che ha visto. "E' la terza volta che mi reco in Ucraina", dice, "ne conosco bene la lingua e la Storia. Ho visto con i miei occhi quello che sta accadendo, ho dormito nelle case dei contadini che stanno morendo di fame. La feroce censura alla quale siamo sottoposti come giornalisti non ci permette di dire la verita'. La stampa e' costretta ad usare dei termini che sottostimano la portata della carestia ucraina. Si puo' parlare di malnutrizione, di scarsita' del cibo, ma niente di piu'".
Uno degli intellettuali che con molta probabilita' crede invece alle parole di Jones e' George Orwell, che come Jones ha descritto gli eventi della carestia nella sua "Fattoria degli animali". Nel 1937, troppo tardi, anche il rappresentate della stampa estera a Mosca, lo statunitense Eugine Lyons, affermera' che le accuse contro Gareth Jones erano state un grave errore.
Espulso dall'Unione Sovietica, Jones si reca a esplorare l'estremo oriente. Viaggia in Cina, in Giappone e in Mongolia. Vuole raccontare l'invasione giapponese della Manciuria, ma e' sequestrato da una banda di malviventi mongoli. Jones viene fucilato in circostanze misteriose il 12 agosto 1935; il giorno dopo avrebbe compiuto trent'anni. Si sospetta che il suo omicidio sia stato in realta' progettato dall'NKVD, come vendetta per l'imbarazzo che aveva causato al regime sovietico.
Le memorie di Gareth Jones, unico testimone indipendente delle atrocita' dell'Holodomor, mai riconosciute ufficialmente dall'Unione Sovietica prima e dalla Russia poi, sono state ritrovate nella casa della sorella in Galles. Il suo diario, riscoperto dal pronipote, viene pubblicato come Tell Them We Are Starving: The 1933 Diaries of Gareth Jones (Dite loro che stiamo morendo di fame: i diari di Gareth Jones del 1933), a cura di Lubomyr Y. Liciuk, Kingston, Kashtan Press, 2015.
La figura di Gareth Jones e' presente nel libro "La grande carestia. La guerra di Stalin all'Ucraina" (edito in Italia da Mondadori nel 2019) di Anne Applebaum, giornalista e saggista americana naturalizzata polacca, premio Pulitzer per la saggistica nel 2004 con "Gulag: Storia dei campi di concentramento sovietici".
La biografia ufficiale di Gareth Jones e' il libro "More than a Grain of Truth" della dottoressa Margaret Siriol Colley.
Il sito web sulla storia di Gareth Jones e' www.garethjones.org di Nigel Colley
Giardini che onorano Gareth Jones: Gareth Jones e' onorato nel Giardino di Milano - Monte Stella.
Trovi un albero anche nel Giardino Virtuale Storie Gariwo.
10. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Alessandro De Blasi, I colori, Rcs, Milano 2023, pp. 180, euro 6,90 (nella collana "Greco. Lingua, storia e cultura di una grande civilta'", in supplemento al "Corriere della sera").
- Giulia Ecca, La medicina, Rcs, Milano 2023, pp. 160, euro 6,90 (nella collana "Greco. Lingua, storia e cultura di una grande civilta'", in supplemento al "Corriere della sera").
- Raffaele Tondini, Il mare, Rcs, Milano 2023, pp. 160, euro 6,90 (nella collana "Greco. Lingua, storia e cultura di una grande civilta'", in supplemento al "Corriere della sera").
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Riletture
- Lea Melandri, Amore e violenza. Il fattore molesto della civilta', Bollati Boringhieri, Torino 2011, pp. 166.
- Adrienne Rich, Nato di donna, Garzanti, Milano 1977, 1996, 2000, pp. 422.
- Maria Zambrano, Chiari del bosco, Feltrinelli, Milano 1991, pp. 184.
11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
12. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4810 del 20 aprile 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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