[Nonviolenza] A Viterbo e Vetralla due incontri di solidarieta' con la lotta nonviolenta delle donne in Iran: "Donna, vita, liberta'"



A VITERBO E VETRALLA DUE INCONTRI DI SOLIDARIETA' CON LA LOTTA NONVIOLENTA DELLE DONNE IN IRAN: "DONNA, VITA, LIBERTA'"

La mattina di sabato 7 gennaio 2023 a Viterbo, e la mattina di domenica 8 gennaio 2023 a Vetralla (Vt), per iniziativa del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si sono svolti due incontri di solidarieta' con la lotta nonviolenta delle donne in Iran per la democrazia, i diritti umani e il bene comune dell'umanita', con il motto "Donna, vita, liberta'" contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni, contro tutte le oppressioni, contro tutte le violenze.
Gli incontri promossi dalla struttura nonviolenta viterbese hanno avuto non solo un valore testimoniale ma anche la funzione di mettere a disposizione dei partecipanti elementi di conoscenza e strumenti utili per l'impegno solidale, al fine di promuovere ulteriori iniziative.
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Sostegno alle donne in Iran
Nel corso degli incontri di Viterbo e Vetralla sono stati letti alcuni appelli ed alcune testimonianze della lotta di questi mesi e sono stati segnalati alcuni dei fondamentali libri che e' possibile e necessario leggere per conoscere e sostenere la lotta nonviolenta delle donne in Iran, in Afghanistan ed ovunque nel mondo.
In particolare sulla situazione iraniana sono state anche lette alcune pagine dei libri di Shirin Ebadi, di Azar Nafisi e di altre autrici.
Piu' in generale sono stati proposti all'attenzione vari libri di Giuliana Sgrena, di alcuni dei quali sono stati letti alcuni brani.
Sono stati anche letti e commentati con vivo consentimento alcuni degli appelli diffusi in queste settimana nel corso delle iniziative di solidarieta' svoltesi in varie citta' italiane.
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Sostegno alle donne in Afghanistan
Particolare attenzione e' stata dedicata anche alla situazione afghana, una tragedia che interpella anch'essa l'umanita' intera.
La violenza del regime terrorista e la catastrofe umanitaria richiedono un impegno nonviolento di solidarieta' con le donne afghane e in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani che non puo' limitarsi all'azione meritoria di alcune ong in campo sanitario ed assistenziale, ma richiede un impegno di tutti i popoli del mondo e di tutte le istituzioni democratiche, e in modo particolare - e decisivamente - un impegno diplomatico ed umanitario internazionale in cui l'Onu svolga pienamente il suo ruolo come rappresentante della coalizione, dei valori e dei doveri dell'umanita intera, cosi' come stabilito dalla Carta delle Nazioni Unite del 1945 che si apre con le luminose parole "Noi, popoli delle Nazioni Unite, decisi a salvare le future generazioni dal flagello della guerra, che per due volte nel corso di questa generazione ha portato indicibili afflizioni all'umanita', a riaffermare la fede nei diritti fondamentali dell'uomo, nella dignita' e nel valore della persona umana, nella eguaglianza dei diritti degli uomini e delle donne e delle nazioni grande e piccole, a creare le condizioni in cui la giustizia ed il rispetto degli obblighi derivanti dai trattati e dalle altri fonti del diritto internazionale possano essere mantenuti, a promuovere il progresso sociale ed un piu' elevato tenore di vita in una piu' ampia liberta', e per tali fini a praticare la tolleranza ed a vivere in pace l'uno con l'altro in rapporti di buon vicinato, ad unire le nostre forze per mantenere la pace e la sicurezza internazionale, ad assicurare, mediante l'accettazione di principi e l'istituzione di sistemi, che la forza delle armi non sara' usata, salvo che nell'interesse comune, ad impiegare strumenti internazionali per promuovere il progresso economico e sociale di tutti i popoli, abbiamo risoluto di unire i nostri sforzi per il raggiungimento di tali fini".
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Contro la violenza sulle donne e i femminicidi in Italia e in tutto il mondo
Sostenere la lotta delle donne in Iran e in Afghanistan significa anche sostenere l'impegno contro la violenza sulle donne e i femminicidi anche in Italia come in tutto il mondo.
Sostegno e' stato espresso ai centri antiviolenza ed a tutte le esperienze solidali delle donne che aiutano le vittime e contrastano la violenza degli uomini e l'ideologia, le pratiche e il sistema di potere dell'oppressione maschilista.
Ancora una volta nel corso degli incontri di Viterbo e Vetralla e' stata espressa profonda gratitudine alla piu' che ventennale esperienza viterbese di "Erinna", che nell'Alto Lazio e' stata ed e' un punto di riferimento fondamentale per tutte le donne come per tutti gli uomini che si sono posti all'ascolto e alla scuola delle donne nel contrastare tutte le violenze.
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La lotta di liberazione delle donne e' la nonviolenza in cammino che libera e salva l'umanita' intera
La lotta di liberazione delle donne e' il cuore della lotta dell'umanita' contro la guerra, il razzismo, lo schiavismo, il fascismo e l'ecocidio.
La lotta di liberazione delle donne e' l'esperienza storica decisiva della nonviolenza che a tutte le violenze si oppone.
La lotta nonviolenta di liberazione delle donne e' il cuore della lotta dell'umanita' contro la guerra in Ucraina scatenata dal folle e criminale governo russo e contro tutte le guerre, contro tutte le armi, contro tutte le organizzazioni armate; guerre, armi ed organizzazioni armate la cui mostruosa funzione e il cui abominevole scopo sono sempre e solo uccidere esseri umani innocenti.
La lotta nonviolenta di liberazione delle donne e' il cuore della lotta dell'umanita' contro il razzismo: il razzismo che tuttora opprime e uccide innumerevoli esseri umani, il razzismo fin genocida di regimi sanguinari di varie parti del mondo, il razzismo dei governi dei paesi dell'Unione Europea che da anni sta facendo strage di innocenti nel Mediterraneo.
La lotta nonviolenta di liberazione delle donne e' il cuore della lotta dell'umanita' contro lo schiavismo e il modo di produzione, il modello di sviluppo e il sistema di potere che si fondano sullo sfruttamento spietato delle persone, la rapina dei beni di interi popoli e sulla devastazione, l'avvelenamento e la desertificazione del mondo vivente.
La lotta nonviolenta di liberazione delle donne e' il cuore della lotta dell'umanita' contro la distruzione del mondo vivente e la folle ideologia specista che ne e' a fondamento.
La lotta nonviolenta di liberazione delle donne e' il cuore della lotta dell'umanita' per la democrazia contro il fascismo, contro l'imperialismo e contro il colonialismo.
La lotta nonviolenta di liberazione delle donne e' il cuore della lotta dell'umanita' che invera ad un tempo nella loro compresenza, nella loro concreta coerenza e nella loro dialettica il principio speranza, il principio disperazione e il principio responsabilita'.
La lotta nonviolenta delle donne contro il maschilismo e' il fulcro e il cuore della lotta per la liberazione dell'umanita' e per la salvezza dell'intero mondo vivente, essendo il maschilismo la prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze.
La lotta del movimento di liberazione delle donne e' la nonviolenza in cammino.
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Un'amministrazione della giustizia nonviolenta, un ordine pubblico nonviolento
In Iran come ovunque nel mondo occorre abolire la pena di morte, abolire l'ergastolo, "liberarsi dalla necessita' del carcere" e valorizzare la via nonviolenta delle "commissioni per la verita' e la riconciliazione" e della "giustizia riparativa".
In Iran come ovunque nel mondo occorre la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza e la trasformazione della polizia in una struttura non armata e nonviolenta cosi' come preconizzata da Gandhi: "Io ho ammesso che anche in uno stato nonviolento potrebbe essere necessaria una forza di polizia. Questo, lo confesso, e' un sintomo dell'imperfezione del mio ahimsa. Non ho il coraggio di affermare che potremo fare a meno di una forza di polizia come lo affermo riguardo all'esercito. Naturalmente posso immaginare, e immagino uno stato nel quale la polizia non sara' necessaria; ma se riusciremo a realizzarlo o meno soltanto il futuro potra' deciderlo. La polizia che io concepisco tuttavia sara' di tipo totalmente diverso da quella oggi esistente. Le sue file saranno composte da seguaci della nonviolenza. Questi saranno i servitori e non i padroni del popolo. Il popolo dara' loro spontaneamente tutto il suo aiuto, e grazie alla reciproca collaborazione, essi saranno in grado di far fronte con facilita' ai disordini, che saranno peraltro in continua diminuzione. La forza di polizia disporra' di alcune armi, ma ne fara' uso solo raramente, se non addirittura affatto. Di fatto i poliziotti saranno dei riformatori" (Mohandas Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, Torino 1973, 1996, p. 144).
Per la formazione delle forze dell'ordine alla nonviolenza da oltre vent'anni sono state presentate al Parlamento italiano diverse proposte di legge, purtroppo fin qui mai discusse.
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Alcune figure di riferimento del pensiero e dell'azione nonviolenta delle donne
Nel corso dei due incontri di Viterbo e Vetralla sono state anche ricordate alcune delle molte decisive figure del pensiero e della prassi nonviolenta delle donne: come Rosa Luxemburg, Virginia Woolf, Simone Weil, Etty Hillesum, Hannah Arendt, Marianella Garcia, Luce Fabbri, Franca Ongaro Basaglia, Marielle Franco, Lidia Menapace, Hildegard Goss-Mayr, Pat Patfoort, Vandana Shiva, le Madri di Plaza de Mayo...
E sono state ricordate anche le donne insignite del Premio Nobel per la Pace: Bertha von Suttner, Jane Addams, Emily Greene Balch, Mairead Corrigan, Betty Williams, Madre Teresa di Calcutta, Aung San Suu Kyi, Rigoberta Menchu', Jody Williams, Shirin Ebadi, Wangari Maathai, Ellen Johnson Sirleaf, Leymah Gbowee, Tawakkol Karman, Malala Yousafzai, Nadia Murad, Maria Ressa.
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una minima bibliografia orientativa sul pensiero e sulla prassi nonviolenta delle donne nel XX secolo
Alle persone partecipanti ai due incontri e' stata anche messa a disposizione una minima bibliografia orientativa (redatta anni fa, e che ovviamente dovrebbe essere ampliata e aggiornata) sul pensiero e sulla prassi nonviolenta delle donne nel XX secolo:
1. Sette testi panoramici e introduttivi
- Adriana Cavarero, Franco Restaino, Le filosofie femministe, Paravia, Torino 1999, Bruno Mondadori, Milano 2002, 2009.
- Giancarla Codrignani, Ecuba e le altre. Le donne, il genere, la guerra, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1994.
- Pieranna Garavaso, Nicla Vassallo, Filosofia delle donne, Laterza, Roma-Bari 2007.
- Monica Lanfranco, Maria G. Di Rienzo (a cura di), Donne disarmanti, Edizioni Intra Moenia, Napoli 2003.
- Giovanna Providenti (a cura di), La nonviolenza delle donne, Quaderni Satyagraha - Libreria Editrice Fiorentina, Pisa-Firenze 2006.
- Wanda Tommasi, I filosofi e le donne, Tre Lune Edizioni, Mantova 2001.
- Chiara Zamboni, La filosofia donna, Demetra, Colognola ai colli (Verona) 1997.
2. Sette testi classici
- Hannah Arendt, Vita activa, Bompiani, Milano 1964, 1994.
- Simone de Beauvoir, Le deuxieme sexe, Gallimard, Paris 1949, 1976, 1989.
- Assia Djebar, Donne d'Algeri nei loro appartamenti, Giunti, Firenze 1988, 2000; Eadem, La donna senza sepoltura, Il Saggiatore, Milano 2002.
- Luce Irigaray, Speculum. L'altra donna, Feltrinelli, Milano 1975, 1989.
- Rosa Luxemburg, Scritti politici, Editori Riuniti, Roma 1967, 1976; Eadem, Scritti scelti, Edizioni Avanti!, 1963, Einaudi, Torino 1975, 1976.
- Simone Weil, La condizione operaia, Edizioni di Comunita', Milano 1952, Mondadori, Milano 1990; Eadem, Quaderni, Adelphi, Milano 1982-1993.
- Virginia Woolf, Le tre ghinee, La Tartaruga, Milano 1975, Feltrinelli, Milano 1987.
3. Sette strumenti di lavoro
- Joanna Bourke, Paura. Una storia culturale, Laterza, Roma-Bari 2007, Il sole 24 ore, Milano 2010; Eadem, Stupro. Storia della violenza sessuale dal 1860 a oggi, Laterza, Roma-Bari 2009, 2011, pp. VI + 602.
- Anna Bravo, A colpi di cuore. Storie del sessantotto, Laterza, Roma-Bari 2008; Eadem, La conta dei salvati. Dalla Grande Guerra al Tibet: storie di sangue risparmiato, Laterza, Roma-Bari 2013, pp. VI + 246.
- Fatema Mernissi, Islam e democrazia. La paura della modernita', Giunti, Firenze 2002; Eadem, La terrazza proibita. Vita nell'harem, Giunti, Firenze 1996, 2001; Eadem, L'harem e l'Occidente, Giunti, Firenze 2000, pp. 192.
- Robin Morgan, Sessualita', violenza e terrorismo, La Tartaruga, Milano 1998, 2003.
- Adrienne Rich, Nato di donna, Garzanti, Milano 1977, 1996, 2000.
- Sheila Rowbotham, Donne, resistenza e rivoluzione, Einaudi, Torino 1976, 1977; Eadem, Esclusa dalla storia, Editori Riuniti, Roma 1977.
- Silvia Vegetti Finzi, Il bambino della notte. Divenire donna, divenire madre, Mondadori, Milano 1990, 1996.
4. Sette testimonianze
- Bianca Guidetti Serra, Compagne, Einaudi, Torino 1977.
- Etty Hillesum, Diario 1941-1943, Adelphi, Milano 1985, 1996; Eadem, Lettere 1942-1943, Adelphi, Milano 1990, 2001.
- Franca Ongaro Basaglia, Una voce. Riflessioni sulla donna, Il Saggiatore, Milano 1982; Eadem, Salute/malattia, Einaudi, Torino 1982.
- Elisabeth Burgos (a cura di), Mi chiamo Rigoberta Menchu', Giunti, Firenze 1987.
- Elena Gianini Belotti, Dalla parte delle bambine, Feltrinelli, Milano 1973, 1982.
- Giuliana Morandini, ... E allora mi hanno rinchiusa, Bompiani, Milano 1977, 1985.
- Daniela Padoan, Le pazze. Un incontro con le madri di Plaza de Mayo, Bompiani, Milano 2005.
5. Un'opera di riferimento
- Georges Duby, Michelle Perrot (a cura di), Storia delle donne in Occidente, Laterza, Roma-Bari, 1990-1992, 1994-1996, 5 voll. (vol. I. L'Antichita', a cura di Pauline Schmitt Pantel; vol. II. Il Medioevo, a cura di Christiane Klapisch-Zuber; vol. III. Dal Rinascimento all'eta' moderna, a cura di Natalie Zemon Davis e Arlette Farge; vol. IV. L'Ottocento, a cura di Genevieve Fraisse e Michelle Perrot; vol. V. Il Novecento, a cura di Françoise Thebaud).
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Alcuni riferimenti utili in Italia
Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com
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Il primo dovere
Salvare le vite e' il primo dovere.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Opporsi a tutte le guerre, a tutti i fascismi, a tutte le persecuzioni.
Opporsi a tutte le stragi, a tutte le uccisioni, a tutte le violenze.
Con voce e con volto di donna la nonviolenza e' in cammino.
Con voce e con volto di donna la nonviolenza e' il cammino.
Solo la lotta nonviolenta di liberazione delle donne abolisce tutte le guerre, tutti i fascismi, tutte le oppressioni e le violenze.
Solo la lotta nonviolenta di liberazione delle donne puo' salvare l'umanita' e l'intero mondo vivente dalla catastrofe.
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Preparando l'"One Billion Rising" del 14 febbraio 2023
Nel corso dei due incontri e' anche stata data lettura dell'appello che promuove l'"One Billion Rising" del 14 febbraio 2023. Appello che di seguito si riproduce nel testo diffuso dalle coordinatrici italiane dell'iniziativa.
Carissime Amiche e Amici di Obr, a tutt* voi che in questi anni ci avete accompagnato e sostenuto, ricordiamo che nel 2023 si celebreranno nel mondo i 10 anni di One Billion Rising e del grande lavoro che siamo stati in grado di fare in ogni angolo del Pianeta e del nostro Paese.
Ci anima anche la gioia di poter finalmente tornare in presenza il 14 febbraio per il nostro appuntamento "Un miliardo di voci contro la violenza".
Crediamo in luce della grande offensiva contro i diritti delle donne in scena in troppe parti del mondo, sia  necessario tornare nelle scuole, nelle palestre, nelle piazze "accoglienti" delle vostre citta' e delle vostre reti, o anche semplicemente nelle sedi vostre associazioni/organizzazioni.
L'obiettivo e' far risuonare le nostre parole e la nostra volonta', con la potenza dei nostri corpi, dei nostri sguardi, della nostra forza, e ricordare che siamo pronte e pronti a difendere i diritti e a non arretrare.
Vogliamo rinsaldare una rete coesa e collettiva che non si arresta e che, come in Iran, produce energie nuove e inarrestabili contro la violenza.
Nelle scuole in particolare sara' prezioso tornare a parlare con ragazzi e ragazze, dare un messaggio di consapevolezza e amore per l'attivismo, far si' che le/i giovani siano nostri alleati, nostre alleate.
Come voi sapete le parole e le forme del messaggio che accompagnano l'evento OBR nel mondo, si prestano all'arte, alla musica, ad happening di teatro, di danza e di poesia il cui cuore e', da sempre, marcare un territorio di liberta' e diritti adesso piu' che mai quotidianamente minacciati.
Per questo motivo vi chiediamo di essere protagoniste di OBR 2023 e come indicazione (cui potrete aggiungere vostre idee creative) vi suggeriamo di proporre:
- la preparazione della coreografia del brano musicale Break the Chain
- esecuzione della coreografia il giorno 14 febbraio 2023
e
- se sarete nelle scuole la lettura di alcuni componimenti realizzati dalle ragazze e dai ragazzi delle classi coinvolte
- se organizzerete nelle vostre associazioni o nelle piazze, letture di autrici e autori che possano rappresentare la nostra forza di vincere contro la violenza di genere.
Ovviamente qualunque aggiunta rispetto a questa tipologia di iniziativa non potrà che essere gradita.
A chi di voi confermera' la sua adesione, invieremo 5 T-shirt OBR, 200 adesivi, la grafica personalizzata con il nome della scuola e/o dell'organizzazione/comune/soggetto coinvolto.
In attesa di un vostro cortese riscontro, portiamo un affettuoso saluto.
Nicoletta, Silvia e Luisa
obritalia at gmail.com
www.facebook.com/obritalia
IG @onebillionrisingitalia
www.onebillionrising.org
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Una lettera all'ambasciata iraniana in Italia e una minima riflessione essenziale: "Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'" e "Dal femminismo molti doni"
Allegata in calce riproponiamo una lettera che abbiamo inviato sul finire dello scorso anno all'ambasciata iraniana in italia.
Sempre allegato in calce riproponiamo anche, ancora una volta, un testo diffuso l'8 marzo di diversi anni fa in cui abbiamo sintetizzato alcuni dei convincimenti che sono stati riproposti negli incontri svoltisi sabato 7 gennaio 2023 a Viterbo e domenica 8 gennaio 2023 a Vetralla.
Donna, vita, liberta'.
Sosteniamo la lotta nonviolenta delle donne in Iran come in tutto il mondo  per i diritti umani di tutti gli esseri umani.

Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo

Viterbo, 8 gennaio 2023

Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.

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Allegato primo: Una lettera all'ambasciata iraniana in Italia
All'ambasciatore dell'Iran in Italia: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir,
Egregio ambasciatore,
le saremmo assai grati se volesse trasmettere al suo governo il seguente appello.
Tutte le tradizioni di pensiero dell'umanita', quali che siano le loro fonti, convengono su queste semplici verita':
- che ogni vita umana deve essere rispettata, onorata e protetta;
- che uccidere e' sempre e solo un male;
- che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta';
- che rispettare e salvare le vite e' il primo dovere.
Certi del fatto che condividiate queste semplici considerazioni siamo quindi a chiedervi di impegnarvi:
- affinche' nel vostro paese, come in ogni parte del mondo, cessino finalmente le uccisioni e le persecuzioni;
- affinche' nel vostro paese, come in ogni parte del mondo, siano finalmente rispettati la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Vi chiediamo quindi:
- di riconoscere la dignita' e i diritti delle donne, che sono gli stessi degli uomini;
- di non piu' perseguitare, ma piuttosto ascoltare ed onorare, le donne che da mesi nel vostro paese stanno chiedendo "vita e liberta'".
Queste donne che non commettono alcuna violenza, e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela e a loro volta non commettono alcuna violenza, sono amiche ed amici dell'umanita' e del bene comune.
E' un crimine ed una follia perseguitare ed uccidere queste donne che non commettono alcuna violenza, e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela e a loro volta non commettono alcuna violenza.
Vi chiediamo pertanto di adempiere al dovere proprio di ogni ordinamento ed istituto giuridico legittimo: rispettare e proteggere le vite, la dignita' e i diritti di tutte le persone.
Vi chiediamo pertanto di adempiere al dovere di far cessare persecuzioni ed uccisioni.
Sia pace, rispetto ed amicizia fra tutte le persone, i popoli, i paesi.
Distinti saluti dal
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 30 dicembre 2022

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Allegato secondo: Dal femminismo molti doni
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che vi e' una sola umanita', composta di persone tutte differenti le une dalle altre e tutte eguali in diritti.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che sfera personale e sfera politica non sono separate da un abisso: sempre siamo esseri umani.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza del partire da se'.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza dell'incontro con l'altro.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che e' la nascita, l'esperienza e la categoria che fonda l'umana convivenza, l'umano sapere.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la pluralita', e quindi la relazione, e' la modalita' di esistenza propria dell'umanita'.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che i corpi contano, che noi siamo i nostro corpi.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che ogni forma di autoritarismo, ogni forma di militarismo, ogni forma di dogmatismo reca gia' la negazione dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che la prima radice dell'organizzazione sociale e della trama relazionale violenta e' nel maschilismo e nel patriarcato.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo la nonviolenza contrasta la violenza, che solo il bene vince il male, che solo l'amore si oppone alla morte, che solo l'ascolto consente la parola.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune e' generare e proteggere la vita, prendersi cura delle persone e del mondo per amore delle persone e del mondo.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che compito comune e' opporsi ad ogni oppressione, ad ogni sfruttamento, ad ogni ingiustizia, ad ogni umiliazione, ad ogni denegazione di umanita', ad ogni devastazione della biosfera.
Dal femminismo tutte e tutti ricevemmo la coscienza che solo l'arte della compassione fonda la lotta di liberazione.
Il femminismo che e' il massimo inveramento storico della nonviolenza.
Il femminismo che e' la corrente calda della nonviolenza.
Il femminismo che e' il cuore pulsante del movimento di autocoscienza e di liberazione dell'umanita'.
E diciamo femminismo e sappiamo che dovremmo dire femminismi, che dovremmo dire pensiero delle donne e movimenti delle donne.
Ma diciamo femminismo e pensiamo a una tradizione che lega infinite donne che hanno praticato l'etica della responsabilita' e della liberazione, da Saffo a Vandana Shiva, da Simone Weil a Virginia Woolf, da Edith Stein a Milena Jesenska, da Etty Hillesum a Ginetta Sagan, da Rosa Luxemburg ad Hannah Arendt, da Germaine Tillion ad Anna Politkovskaja, da Simone de Beauvoir a Franca Ongaro Basaglia, da Olympe de Gouges a Luce Fabbri.
Dal femminismo molti doni tutte e tutti abbiamo ricevuto.
In questo otto marzo di ascolto, di memoria, di lotta, diciamo anche la nostra gratitudine.

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