[Nonviolenza] Telegrammi. 4705



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4705 del 5 gennaio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Un'insurrezione nonviolenta dell'umanita' intera abolisca la guerra e tutte le uccisioni
2. Ricordando David Sassoli e il suo impegno per la liberazione di Leonard Peltier
3. Una lettera all'ambasciata dell'Iran in Italia
4. Ripetiamo ancora una volta...
5. L'Associazione "Respirare" di Viterbo aderisce all'appello recante "Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier"
6. Annamaria Rivera: La dignita' di quell'ultimo passo (2011, 2020)
7. Annamaria Rivera: La merce in forma vivente transitoria (2020)
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. L'ORA. UN'INSURREZIONE NONVIOLENTA DELL'UMANITA' INTERA ABOLISCA LA GUERRA E TUTTE LE UCCISIONI

Ogni essere umano nel suo cuore sa di avere diritto alla vita.
Ogni essere umano nel suo cuore sa che il suo diritto alla vita e' uguale al diritto alla vita di ogni altro essere umano.
Neghi quindi il suo consenso a tutte le uccisioni, ed alla guerra che di uccisioni massive consiste.
Si adoperi quindi per salvare tutte le vite.
Siamo una sola umana famiglia in un unico mondo vivente di cui tutte e tutti siamo insieme parte e custodi.
Abolire le guerre, gli eserciti, le armi.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
La nonviolenza e' la politica dell'umanita' che si riconosce finalmente umana.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

2. QUID AGENDUM. RICORDANDO DAVID SASSOLI E IL SUO IMPEGNO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER

L'11 gennaio 2023 sara' il primo anniversario della scomparsa del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli.
Nel ricordarne la luminosa testimonianza di persona buona, mite e generosa, vorremmo una volta ancora invitare chi ne ha apprezzato l'impegno morale e civile a dare seguito ad una delle sue iniziative di pace, di solidarieta', per i diritti umani di tutti gli esseri umani: l'impegno per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
*
Da Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
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Peraltro fin dagli anni Novanta del secolo scorso il Parlamento Europeo aveva approvato risoluzioni a tal fine.
Cosi' recitava il testo della risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
*
Peraltro, come e' noto, nel corso di quasi mezzo secolo la liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti, tra molti altri, sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e l'8 settembre 2022 con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
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Nel ricordo dell'indimenticabile presidente David Sassoli rinnoviamo la richiesta di un impegno corale affinche' sia finalmente restituita la liberta' a Leonard Peltier.

3. REPETITA IUVANT. UNA LETTERA ALL'AMBASCIATA DELL'IRAN IN ITALIA

All'ambasciatore dell'Iran in Italia: iranemb.rom at mfa.gov.ir, iranconsulate.rom at mfa.gov.ir, rom.media at mfa.gov.ir,
Egregio ambasciatore,
le saremmo assai grati se volesse trasmettere al suo governo il seguente appello.
Tutte le tradizioni di pensiero dell'umanita', quali che siano le loro fonti, convengono su queste semplici verita':
- che ogni vita umana deve essere rispettata, onorata e protetta;
- che uccidere e' sempre e solo un male;
- che ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta';
- che rispettare e salvare le vite e' il primo dovere.
Certi del fatto che condividiate queste semplici considerazioni siamo quindi a chiedervi di impegnarvi:
- affinche' nel vostro paese, come in ogni parte del mondo, cessino finalmente le uccisioni e le persecuzioni;
- affinche' nel vostro paese, come in ogni parte del mondo, siano finalmente rispettati la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Vi chiediamo quindi:
- di riconoscere la dignita' e i diritti delle donne, che sono gli stessi degli uomini;
- di non piu' perseguitare, ma piuttosto ascoltare ed onorare, le donne che da mesi nel vostro paese stanno chiedendo "vita e liberta'".
Queste donne che non commettono alcuna violenza, e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela e a loro volta non commettono alcuna violenza, sono amiche ed amici dell'umanita' e del bene comune.
E' un crimine ed una follia perseguitare ed uccidere queste donne che non commettono alcuna violenza, e gli uomini che si sono posti al loro ascolto e alla loro sequela e a loro volta non commettono alcuna violenza.
Vi chiediamo pertanto di adempiere al dovere proprio di ogni ordinamento ed istituto giuridico legittimo: rispettare e proteggere le vite, la dignita' e i diritti di tutte le persone.
Vi chiediamo pertanto di adempiere al dovere di far cessare persecuzioni ed uccisioni.
Sia pace, rispetto ed amicizia fra tutte le persone, i popoli, i paesi.
Distinti saluti dal
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 30 dicembre 2022

4. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...

... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.

5. APPELLI. L'ASSOCIAZIONE "RESPIRARE" DI VITERBO ADERISCE ALL'APPELLO RECANTE "SETTE PROPOSTE PER ESTENDERE ED INTENSIFICARE LA MOBILITAZIONE PER LA GRAZIA CHE RESTITUISCA LA LIBERTA' A LEONARD PELTIER"

L'associazione "Respirare" di Viterbo aderisce all'appello recante "Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier".
Leonard Peltier e' l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente che da 47 anni e' detenuto innocente, condannato per crimini che non ha commesso in un processo-farsa basato su cosiddette "prove" e su cosiddette "testimonianze" dimostratesi false, come hanno successivamente riconosciuto gli stessi accusatori e giudici.
La sua liberazione e' stata chiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, il Dalai Lama, papa Francesco.
Milioni di persone ed autorevoli istituzioni di tutto il mondo chiedono al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Alleghiamo in calce il testo integrale dell'appello.
L'associazione "Respirare" di Viterbo
Viterbo, 18 dicembre 2022
L'associazione e' stata promossa nel 2009 a Viterbo da associazioni e movimenti ecopacifisti e nonviolenti, per il diritto alla salute e la difesa dell'ambiente.
* * *
Allegato: testo integrale dell'appello "Sette proposte per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier"
Carissime e carissimi,
vi proponiamo sette iniziative per estendere ed intensificare la mobilitazione per la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Il momento e' questo: in questo torno di tempo infatti sia negli Stati Uniti che a livello internazionale sta crescendo la mobilitazione, ottenendo nuove, ampie e rilevanti adesioni che possono finalmente trovare ascolto alla Casa Bianca, nelle cui mani e' il potere di restituire la liberta' a Leonard Peltier attraverso la concessione della grazia presidenziale.
*
1. Scrivere al Presidente degli Stati Uniti d'America
La prima: scrivere a Biden e diffondere quanto piu' possibile la proposta di scrivere a Biden.
Di seguito una proposta di testo della lettera da inviare al Presidente degli Stati Uniti d'America recante la richiesta della grazia presidenziale per Leonard Peltier, e le istruzioni per inviarla attraverso il sito della Casa Bianca.
Nel web aprire la pagina della Casa Bianca attraverso cui inviare lettere: https://www.whitehouse.gov/contact/
Compilare quindi gli item successivi:
- alla voce MESSAGE TYPE: scegliere Contact the President
- alla voce PREFIX: scegliere il titolo corrispondente alla propria identita'
- alla voce FIRST NAME: scrivere il proprio nome
- alla voce SECOND NAME: si puo' omettere la compilazione
- alla voce LAST NAME: scrivere il proprio cognome
- alla voce SUFFIX, PRONOUNS: si puo' omettere la compilazione
- alla voce E-MAIL: scrivere il proprio indirizzo e-mail
- alla voce PHONE: scrivere il proprio numero di telefono seguendo lo schema 39xxxxxxxxxx
- alla voce COUNTRY/STATE/REGION: scegliere Italy
- alla voce STREET: scrivere il proprio indirizzo nella sequenza numero civico, via/piazza
- alla voce CITY: scrivere il nome della propria citta' e il relativo codice di avviamento postale
- alla voce WHAT WOULD YOU LIKE TO SAY? [Cosa vorresti dire?]: copiare e incollare il messaggio seguente:
Mr. President,
Although I reside far from your country, I am aware of the injustice that has persisted for 47 years against Leonard Peltier, who was denied a review of his trial even after exculpatory evidence emerged for the events of June 26, 1975 on the Pine Ridge (SD) reservation where two federal agents and a Native American lost their lives.
I therefore appeal to your supreme authority to pardon this man, now elderly and ill, after nearly half a century of imprisonment.
I thank you in advance for your positive decision, with best regards.
Traduzione italiana del testo che precede:
Signor Presidente,
sebbene io risieda lontano dal Suo Paese, sono consapevole dell'ingiustizia che persiste da 47 anni nei confronti di Leonard Peltier, al quale e' stata negata la revisione del processo anche dopo che sono emerse prove a discarico per gli eventi del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge (South Dakota) in cui persero la vita due agenti federali e un nativo americano.
Mi appello quindi alla Sua suprema autorita' affinche' conceda la grazia a questo uomo, ormai anziano e malato, dopo quasi mezzo secolo di detenzione.
La ringrazio fin d'ora per la Sua decisione positiva, con i migliori saluti.
*
2. Scrivere al sindaco di Roma
La seconda: scrivere al sindaco di Roma affinche' affinche' unisca la sua voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier. La voce del sindaco di una delle citta' piu' importanti del mondo puo' trovare favorevole ascolto sia presso la Casa Bianca che presso l'opinione pubblica non solo italiana ma internazionale.
Indirizzi di posta elettronica cui scrivere: segreteria_cg at comune.roma.it, donato.iannone at comune.roma.it, segreteriavcgv.debernardini at comune.roma.it, giorgio.piccarreta at comune.roma.it, pietropaolo.mileti at comune.roma.it, gianluca.viggiano at comune.roma.it, caterina.cordella at comune.roma.it, segreteria.direzionegac at comune.roma.it, accesso.semplice at comune.roma.it, ld.gabinetto at comune.roma.it, mariagrazia.tretola at comune.roma.it, seg.gen at comune.roma.it, laura.dimeglio at comune.roma.it, patrizia.bernardini at comune.roma.it, eufrasia.cogliandro at comune.roma.it, vicesindaco at comune.roma.it, assessorato.bilancio at comune.roma.it, assessorato.ambiente at comune.roma.it, assessorato.rifiuti at comune.roma.it, assessoratodecentramento at comune.roma.it, assessoratopersonale at comune.roma.it, assessorato.politichesociali at comune.roma.it, assessorato.cultura at comune.roma.it, assessorato.sviluppoeconomico at comune.roma.it, assessorato.pariopportunita at comune.roma.it, assessorato.sport at comune.roma.it, assessorato.turismo at comune.roma.it, assessorato.grandieventi at comune.roma.it, assessorato.mobilita at comune.roma.it, assessoratoallascuola at comune.roma.it, assessoratolavoroformazione at comune.roma.it, assessorato.infrastrutture at comune.roma.it, assessorato.urbanistica at comune.roma.it, tiziana.marrone at comune.roma.it, assessorato.patrimoniocasa at comune.roma.it, presidenza.assembleacapitolina at comune.roma.it,
Modello di lettera:
Egregio Sindaco di Roma,
sicuramente conoscera' gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sicuramente sapra' anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricordera' anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Gia' lo scorso anno, su nostra sollecitazione, molti sindaci italiani (tra cui quelli di citta' importanti come Aosta, Bologna, Palermo, Pesaro...) espressero il loro sostegno alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier.
Sarebbe di grande importanza che anche il Sindaco del Comune di Roma volesse unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarla di voler anche lei richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
3. Scrivere alle ed ai parlamentari italiani
La terza: scrivere alle ed ai parlamentari italiani affinche' uniscano la loro voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier.
Gli indirizzi di posta elettronica delle e dei parlamentari sono disponibili nel sito del Senato e della Camera (www.senato.it e www.camera.it).
Modello di lettera:
Egregie senatrici, egregi senatori,
Egregie deputate, egregi deputati,
conoscete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sapete anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricorderete anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Sarebbe di grande importanza che anche il Parlamento italiano volesse unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarvi di un vostro autorevole impegno a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
4. Scrivere alle ed ai parlamentari italiani che siedono nel Parlamento Europeo
La quarta: scrivere alle ed ai parlamentari italiani che siedono nel Parlamento Europeo affinche' uniscano la loro voce alla richiesta della liberazione di Leonard Peltier, proseguendo nell'impegno gia' espresso dal Parlamento Europeo nel 1994 e nel 1999 e rinnovato nel 2021 dal compianto Presidente David Sassoli.
Gli indirizzi di posta elettronica delle e dei parlamentari europei sono disponibili nel sito del Parlamento Europeo (www.europarl.europa.eu).
Modello di lettera:
Egregie ed egregi parlamentari europei,
conoscete gia' la vicenda di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni detenuto innocente.
E sapete anche che la sua liberazione nel corso di quasi mezzo secolo e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Shirin Ebadi, papa Francesco, il Dalai Lama ed innumerevoli altre.
Ricorderete anche che il compianto Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli, pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa, aveva promosso un appello per la liberazione di Leonard Peltier. E del resto il Parlamento Europeo gia' negli anni Novanta del secolo scorso aveva ripetutamente richiesto la sua liberazione.
Negli ultimi mesi due nuovi autorevoli inviti sono stati rivolti al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia che liberi l'illustre attivista nativo americano: alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu; e lo scorso settembre con voto unanime il comitato nazionale del Partito Democratico statunitense (il partito politico cui appartiene lo stesso Presidente Biden).
Sarebbe di grande importanza che anche il Parlamento Europeo volesse ancora una volta unire la sua voce all'appello promosso da prestigiosissime personalita', innumerevoli associazioni umanitarie (prima fra tutte Amnesty International), istituzioni di tutto il mondo, affinche' il Presidente statunitense conceda la grazia che restituisca la liberta' a un uomo innocente che e' ormai per l'umanita' intera testimone e simbolo della lotta per i diritti umani e dei popoli e per la difesa della Madre Terra.
Per tutto quanto precede siamo quindi a pregarvi di un vostro autorevole impegno a richiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America la concessione della grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
*
5. Scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee"
La quinta: scrivere all'"International Leonard Peltier Defense Committee" per far sentire direttamente la nostra solidarieta' a chi e' piu' vicino a Leonard Peltier e coordina la mobilitazione per la sua liberazione
Per contatti diretti con l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info, recapiti telefonici: Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453; Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127; Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier's lead attorney, 615-434-7001.
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6. Scrivere direttamente a Leonard Peltier
La sesta: scrivere direttamente a Leonard Peltier.
L'indirizzo e': Leonard Peltier, #89637-132, USP Coleman I, P.O. Box 1033, Coleman, FL 33521.
Possono essere inviate solo lettere postali.
Ovviamente le lettere devono essere adeguate alla situazione. Possono bastare anche poche parole.
*
7. Costruire una rete italiana di solidarieta' con Leonard Peltier
La settima: costruire una rete italiana di solidarieta' con Leonard Peltier.
Ovviamente una rete senza gerarchie o primazie, policentrica e plurale, in cui possano impegnarsi insieme persone provenienti da tutte le culture, le esperienze e le tradizioni.
Una rete di persone e realta' che si prefigga ad esempio di:
a) partecipare a iniziative comuni;
b) promuovere iniziative proprie, locali e non solo;
c) premere nonviolentemente sui media, locali e non solo, affinche' diano notizia della vicenda di Leonard Peltier e delle iniziative per la sua liberazione;
d) premere nonviolentemente sulle rappresentanze democratiche (istituzioni, associazioni, forze politiche e sindacali, esperienze della cultura e della solidarieta'...), locali e non solo, affinche' si impegnino per la liberazione di Leonard Peltier.
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E' ovvio che tutte le iniziative che proponiamo devono essere rigorosamente nonviolente, coerentemente con il fine dell'iniziativa: ottenere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Se necessaria, varia documentazione utile, in inglese e in italiano, puo' essere richiesta scrivendo al nostro indirizzo di posta elettronica: centropacevt at gmail.com
Ringraziandovi fin d'ora per l'attenzione e l'impegno, un forte abbraccio dal
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 9 dicembre 2022
Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Dal 2021 e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
Piu' specificamente: dal giugno 2021 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" ha lavorato intensamente a qualificare ed estendere la solidarieta' con Leonard Peltier in Italia (ma anche in Europa e negli Stati Uniti d'America e in Canada).
Sul piano della qualificazione della solidarieta' ha promosso molti incontri di studio e ha fatto conoscere per la prima volta in Italia molti libri il cui studio e' fondamentale per chi vuole impegnarsi per sostenere Leonard Peltier e le lotte attuali dei nativi americani.
Sul piano dell'estensione della solidarieta' ha raggiunto ripetutamente decine di migliaia di interlocutori, e raccolto migliaia di adesioni: coinvolgendo figure di grande prestigio della riflessione morale e dell'impegno civile, della scienza e delle arti, dei movimenti e delle istituzioni.
Il criterio e' stato di coinvolgere persone, associazioni ed istituzioni in grado di esercitare un'azione persuasiva nei confronti del Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
In questa iniziativa, sul versante del coinvolgimento delle istituzioni, di particolare valore e' stata l'adesione del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, quelle di molti parlamentari e parlamentari emeriti, quelle dei sindaci di vari comuni d'Italia, da Aosta a Bologna, da Palermo a Pesaro.

6. RIFLESSIONE. ANNAMARIA RIVERA: LA DIGNITA' DI QUELL'ULTIMO PASSO (2011, 2020)
[Dal sito di "Comune-info" riprendiamo e diffondiamo il seguente intervento li' apparso il 28 novembre 2020, che riprende integralmente un articolo pubblicato sul "Manifesto" il 13 dicembre 2011]

Quando ho saputo del suicidio assistito di Lucio Magri, non e' alla coppia Andre' Gorz - Dorine Keir che ho pensato subito, ma a Romain Gary, il romanziere francese di famiglia ebrea e di origine lituana, non molto celebre in Italia, per quanto tradotto a sufficienza. L'analogia mi e' venuta in mente non per qualche somiglianza fra le ragioni che li hanno spinti alla scelta irrevocabile (chi ha il diritto di congetturare?), bensi' per la maniera elegante, accurata, stilizzata con cui entrambi hanno deciso di abbandonare il mondo o forse di abbandonare noi al mondo.
Gary lo fa all'eta' di 66 anni, quando e' al culmine del successo, sopraggiunto nel corso di una vita tragica e avventurosa: l'infanzia miserabile nel ghetto di Wilno (oggi Vilnius) in Lituania, il precoce abbandono del padre, che poi egli scoprira' essere stato ucciso dai nazisti insieme a due figli, la fuga con la madre a Varsavia e da li', a quattordici anni, verso la Francia. Poi una vita intensa, spesso mondana, segnata dalla costante pulsione a mescolare e imbrogliare carte e piste, personaggi e identita' (se ne inventera' almeno cinque). Romanziere prolifico e poliglotta dai molteplici pseudonimi, vincitore di due premi Goncourt grazie a un imbroglio di nomi e identita', grande tombeur de femmes, anzi adoratore profondo delle donne, a cominciare dalla madre, amatissima e mitizzata, gollista convinto e coraggioso combattente per la Liberazione, come capitano delle Forze aeree francesi libere, diplomatico dalla carriera brillante, animalista appassionato, decide di darsi la morte con un colpo di pistola il 2 dicembre 1980, a Parigi, nel suo appartamento di Rue du Bac.
Dopo un pranzo al ristorante in compagnia di Claude Gallimard, torna a casa, chiude le tende della sua stanza, si toglie gli occhiali, ripiega con cura gli abiti su una sedia rimanendo in camicia, si poggia sull'orecchio un telo da bagno rosso e preme il grilletto. Non vuole che chi lo ritrovera' sia impressionato dal sangue.
Sul tavolino, un messaggio indirizzato al suo editore: "Nessun rapporto con Jean Seberg. Quelli che amano i cuori infranti sono pregati d'indirizzarsi altrove (...). Perche' allora? Forse la risposta va cercata nel titolo del mio libro autobiografico, La notte sara' calma, e nelle ultime parole del mio ultimo romanzo "poiche' non si potrebbe dire meglio": in fondo mi sono espresso pienamente".
Un anno prima, l'ex moglie Jean Seberg, l'attrice americana di ventiquattro anni piu' giovane di lui, dalla quale, dopo aver avuto un figlio, si era separato nel 1970 (ma aveva continuato a frequentarla e a proteggerla), era stata trovata morta di un'overdose di barbiturici in una Renault 5, parcheggiata nel sedicesimo arrondissement di Parigi. L'attrice di Buongiorno, tristezza (1958), regia di Otto Preminger, e di Fino all'ultimo respiro (1959), regia di Jean-Luc Godard, era stata militante per la liberazione degli afroamericani e sostenitrice delle Black Panters. In una conferenza-stampa dopo il ritrovamento del cadavere, Gary aveva attribuito la responsabilita' della sua morte all'Fbi, che l'aveva perseguitata fino a renderla quasi folle.
"In fondo mi sono espresso pienamente", avrebbe potuto dirlo anche Lucio Magri. Entrambi hanno percorso quasi lo stesso periodo storico, vivendolo intensamente da protagonisti, con un acuto senso di responsabilita' verso il proprio tempo e l'attitudine a schierarsi dalla parte ritenuta giusta: la Resistenza e il gollismo, Gary; l'antifascismo e il comunismo, Magri. Entrambi con una vocazione "eretica", come si dice banalmente,  non conformista, che li spinge si' a schierarsi ma anche a dubitare, a cercare, a interrogarsi, ad approfondire. L'uno e l'altro spesso criticati per il cote' mondano del loro stile di vita, per lo spirito dandy, la consapevolezza della propria superiorita' intellettuale, un certo narcisismo e il culto della seduzione - che nascondono in realta' una profonda inquietudine, se non disperazione.
Entrambi scelgono il suicidio lucidamente, lo preparano con accuratezza, vi si avviano con passo elegante e misurato. Non e' freddezza, e' invece quella meticolosita' che serve a tenere a freno l'angoscia, e' quella cura che vale a conservare fino all'ultimo la propria dignita', il rispetto di se': a morire come si e' vissuto. Una grande lezione di signoria sulla vita e sulla morte.
Gli spiriti meschini non sono in grado di comprenderla e rispettarla. Nel suicidio di Lucio Magri non vedono altro che l'esito della depressione, del fallimento politico, della rinuncia. E arrivano a trovare "volgare e urtante" la piccola cerimonia domestica dell'attesa della notizia del suo congedo dalla vita. Non sono in grado di coglierne il senso: cioe' il rispetto dei suoi cari verso la maniera di morire scelta da Lucio.
Non e' solo la meschinita' d'animo a renderli irrispettosi. E' anche la rimozione della prospettiva della vecchiaia e della decadenza. In un altro tempo e in un'altra societa', i vecchi potevano contare, come tutti, su qualche rete densa di relazioni, amicizie, solidarieta': calde e quotidiane. La sinistra fino agli anni Settanta era anche questo, i gruppi della nuova sinistra erano altrettante comunita' in cui si condivideva non solo la militanza, ma anche il tempo quotidiano. Non e' piu' cosi': come ha scritto Alfonso M. Iacono, non abbiamo perso per le nostre idee, bensi' per quel che siamo diventati. Date le condizioni presenti, la scelta di Lucio e' stata realistica: in solitudine, non si puo' invecchiare degnamente come si e' vissuto.
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Fonte: "il manifesto", 13 dicembre 2011.

7. RIFLESSIONE. ANNAMARIA RIVERA: LA MERCE IN FORMA VIVENTE TRANSITORIA (2020)
[Dal sito di "Comune-info" riprendiamo e diffondiamo il seguente intervento del 17 novembre 2020]

Si dice "negazionisti" di coloro che negano o minimizzano la pandemia in corso. Ma lo stesso potrebbe dirsi delle numerose persone che, nonostante sia stato scientificamente provato il ruolo decisivo svolto dagli allevamenti intensivi e dai mattatoi industriali rispetto a cio' che viene detto "salto di specie", seguitano a cibarsi di carne; per non dire di coloro che perseverano perfino nell'acquistare e indossare pellicce animali.
Queste/i ultime/i continueranno a farlo, probabilmente, anche dopo aver appreso dell'olocausto (uso volutamente questo termine) cui sono stati destinati in Danimarca i 17 milioni di visoni presenti negli allevamenti del Paese, uno dei principali esportatori mondiali di pellicce di queste disgraziate creature: assiepate, tra cumuli di escrementi, in spazi angusti per massimizzare il profitto; costrette a vivere in condizioni infernali durante il breve tempo sufficiente a raggiungere la giusta dimensione per essere uccise (perlopiù con l'azoto o il biossido di carbonio) e poi scuoiate; reificate a tal punto che e' considerato normale e accettabile sacrificare la vita di ben sessanta di loro per ottenere un solo metro di pelliccia. E in tal modo soddisfare anzitutto l'industria della moda, il profitto e il mercato, ma anche la crudele frivolezza dei/delle consumatori/trici di una tale sinistra merce.
Tutto cio' non riguarda la sola Danimarca. Precedentemente, gia' agli esordi di giugno, il governo olandese aveva ordinato l'abbattimento di migliaia di visoni in nove allevamenti-mattatoi destinati alla "produzione di pellicce". Lo stesso era accaduto in Spagna, in particolare in Aragona, e anche l'Irlanda ne progetta l'abbattimento di massa. Inoltre, casi di Covid-19 tra questi mustelidi si sono verificati pure in Italia, Svezia e negli Stati Uniti: qui sono stati gia' uccisi almeno 15mila visoni.
Certo, le ragioni della propensione a cibarsi di "carne" e perfino a indossare le spoglie di taluni animali vanno ricercate in primo luogo sul versante del mercato e degli interessi dell'industria zootecnica, alimentare e della moda. Ma va considerato anche il versante soggettivo nonche' quelli dell'ideologia, del costume, della cultura. I maltrattamenti, le torture, gli avvelenamenti, le mutilazioni che vengono inflitti agli animali da allevamento non sono percepiti come tali: sarebbe come chiedere a chi produce e a chi consuma una qualsiasi merce di commuoversi per la sua sorte.
Come gia' scriveva Voltaire nella voce "Sensation" del Dictionnaire philosophique, pubblicato dapprima in forma anonima nel lontano 1764, "se mille animali muoiono sotto i vostri occhi, voi non vi preoccupate affatto di sapere che fine fara' la loro facolta' di sentire (...): voi considerate quegli animali come macchine della natura, nate per morire e far posto ad altre".
Ben piu' tardi, nel 1999, Florence Burgat (1999: 48) avrebbe scritto, a proposito dei corpi animali, che essi sono ormai trattati, percepiti, pensati "come una materia la cui forma vivente e' transitoria".
Le condizioni di vita mostruose, il pessimo contesto igienico, di conseguenza lo stress cronico inflitto a questi come ad altri animali "da allevamento", per non dire della somministrazione abituale di dosi abnormi di antibiotici, ne indeboliscono gravemente il sistema immunitario. E' dunque assai probabile che i mustelidi che hanno contratto il Covid-19 siano stati contagiati da operai e/o allevatori positivi al virus.
Ho prima usato, volutamente, il lemma olocausto a proposito dello sterminio riservato ai visoni, in particolare in Danimarca. Come scrivo da molti anni, v'e' una certa continuita' concettuale ed empirica fra la de-animalizzazione degli animali, nel contesto della produzione industriale serializzata, massificata, automatizzata, e la de-umanizzazione degli umani che fu compiuta, in modo altrettanto seriale e massificato, dalla macchina dello sterminio nazista.
Non per caso abshlachten ("macellare") era il verbo adoperato dagli esecutori nazisti per nominare le stragi dei prigionieri nei lager, programmate e attuate secondo una rigorosa logica industriale. Se v'e' una differenza, e' che oggi, al contrario, si ricorre a un apparente eufemismo, assai rivelatore: l'allevare e il macellare in massa gli animali da reddito si dice "produrre della carne o della pelliccia" (Rivera 2000, p. 60).
In realta' l'ideologia della centralita' e della superiorita' della specie umana su tutte le altre, che finisce per negare ai non-umani la qualita' di soggetti di vita senziente, emotiva e cognitiva, e' il modello o la matrice dello stesso razzismo nonche' del sessismo. La dialettica negativa proposta da Theodor W. Adorno (1979/1951), secondo il quale il se' dell'umano si produce per mezzo dell'attiva negazione dell'altro-da-se', in primo luogo del non-umano, riguarda anche il rapporto tra uomini e donne nonche' tra noi e gli altri: per meglio dire, gli alterizzati e le alterizzate (Rivera, 2010, p.12).
Non solo: il fatto di percepire, considerare e trattare gli animali al pari di cose o merci - di oggetti inerti, dominabili, sfruttabili, manipolabili, sterminabili - puo' essere considerato come il modello generale di tutti i processi di discriminazione, dominazione, reificazione che investono il mondo degli umani e del sociale. La "bestialita'" attribuita a coloro che sono in posizione dominata o subalterna diviene cosi' la garanzia dell'umanita' di coloro che sono o soltanto si reputano in posizione dominante.
Tutto cio' e' rappresentato esemplarmente dalle stragi di persone migranti che si consumano in particolare nel Mediterraneo, la rotta piu' migranticida dell'intero pianeta, resa sempre piu' tale anche per causa della "guerra" condotta dalle istituzioni contro le Ong dedite alle operazioni di salvataggio in mare. Basta dire che dall'inizio di quest'anno sono almeno 900 coloro che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere le coste europee. Per non dire dei tanti e delle tante - ben 11.000 - che sono state riportate/i con la forza in Libia, nei cui lager subiranno trattamenti non molto dissimili da quelli inflitti agli animali da allevamento.
Ne' servira' a mutare le infami politiche italiane ed europee il sussulto di coscienza di persone comuni, giornalisti/e, intellettuali suscitato dalla tragica vicenda di Joseph, un bimbo di appena sei mesi, originario della Guinea, che era a bordo di una nave rovesciatasi al largo della Libia. Nonostante gli operatori della Ong Open Arms fossero riusciti a sottrarlo alle acque, egli morira' l'11 novembre scorso a causa dello scandaloso ritardo dei soccorsi "ufficiali".
Che un evento cosi' tragico e struggente come quello del piccolo Joseph non riuscira' a scalfire la fortezza-Europa ce lo insegna la vicenda di Alan Kurdi, un bimbo di tre anni, figlio di rifugiati curdo-siriani che tentavano, nel 2015,  di raggiungere il nostro continente. La foto, assai simbolica, del suo cadavere riverso sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia, fece il giro del mondo ed emoziono' un gran numero di persone. Cio' nonostante, nulla muto' sul piano delle politiche istituzionali relative ad accoglienza, immigrazione e asilo, ne' servi', quella foto, a incrinare il sistema-razzismo.
Analogamente, le terribili immagini di migliaia di cadaveri di visoni ammassati hanno fatto il giro del mondo, provocando pietas, sdegno e rabbia. Ma questi sentimenti saranno presto superati se non interverra' la consapevolezza politica della centralita' della lotta contro lo specismo, matrice del razzismo e del sessismo, e sempre piu' ispirato dalla logica cinica del massimo profitto.
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Riferimenti bibliografici
Adorno T.W, 1979 (1951), Minima moralia. Meditazioni della vita offesa, Einaudi, Torino.
Burgat F., 1999, "La logique de la legitimation de la violence: animalite' vs humanite'", in: F. Heritier (s.l.d.), De la violence II, Ed. Odile Jacob, Paris, pp. 45-62.
Rivera A., 2000, "Una relazione ambigua. Umani e animali fra ragione simbolica e ragione strumentale", in A. Rivera (a cura di), Homo sapiens e mucca pazza. Antropologia del rapporto con il mondo animale, pp. 11-71.
Rivera A., 2010, La Bella, la Bestia e l'Umano. Sessismo e razzismo, senza escludere lo specismo, Ediesse, Roma.

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- Leonardo Cazzadori, Il tempo, Rcs, Milano 2022, pp. 160, euro 6,90 (collana "Greco. Lingua, storia e cultura di una grande civilta'", in supplemento al "Corriere della sera").
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Riletture
- Jamie Sams, La ruota delle lune, Edizioni Il punto d'incontro, Vicenza 1996, 2022, pp. 336.
- Jamie Sams, Le carte del sentiero sacro. La scoperta di se' attraverso la saggezza degi indiani d'America, Edizioni Il punto d'incontro, Vicenza 1994, 2019, pp. 320 (+ 44 carte).
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Riedizioni
- Renzo De Felice, Autobiografia del fascismo. Antologia di testi fascisti 1919-1945, Minerva Italica, 1978, Einaudi, Torino 2001, 2004, Mondadori, Milano 2022, pp. X + 520, euro 9,99.
- Renzo De Felice, Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo, Einaudi, Torino 1961, 2020, Mondadori, Milano 2022, pp. XXXXVI + 648, euro 9,99.
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Classici
- AA. VV., Dialettica e positivismo in sociologia, Einaudi, Torino 1972, 1977, pp. 336.

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4705 del 5 gennaio 2023
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIV)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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