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[Nonviolenza] Telegrammi. 4629
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 4629
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Thu, 20 Oct 2022 17:11:23 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4629 del 21 ottobre 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Dichiarazione di adesione alle manifestazioni per la pace promosse da "Europe for Peace" e da innumerevoli movimenti della societa' civile il 21, 22 e 23 ottobre e il 5 novembre
2. Manifesto delle centonovanta parole
3. PeaceLink, "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, Movimento Nonviolento: 4 novembre: non festa ma lutto
4. "La guerra che verra'". Un appello
5. Undici tesi sulla guerra in Europa, e undici cose che dobbiamo fare
6. In piazza per la pace. Cinque apodissi e una parenesi
7. Danilo Dolci ricorda Aldo Capitini
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'
1. L'ORA. DICHIARAZIONE DI ADESIONE ALLE MANIFESTAZIONI PER LA PACE PROMOSSE DA "EUROPE FOR PEACE" E DA INNUMEREVOLI MOVIMENTI DELLA SOCIETA' CIVILE IL 21, 22 E 23 OTTOBRE E IL 5 NOVEMBRE
Circostanze particolari mi impediscono di partecipare personalmente alle manifestazioni per la pace promosse da "Europe for Peace", dalla "Rete italiana per la pace e il disarmo" e da innumerevoli movimenti della societa' civile il 21, 22 e 23 ottobre in tante citta' d'Italia e il 5 novembre a Roma.
Ma a tutte queste iniziative esprimo la mia persuasa adesione e il mio pieno sostegno. E unisco la mia voce a quella di tante e tanti nell'invitare alla partecipazione ogni persona di volonta' buona, ogni associazione democratica, ogni istituzione sollecita del bene comune dell'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Si levi la voce dell'umanita' per chiedere a tutti i governi del mondo di cessare di uccidere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
La guerra in corso in Ucraina, come tutte le guerre, sta mietendo ogni giorno nuove vittime. Ogni giorno altri esseri umani vengono uccisi. E ancor oggi nessun governo sembra disposto a impegnarsi per fermare questa ecatombe.
Ciechi e sordi fin qui i governi, sia la voce dell'umanita' intera a chiedere: cessate il fuoco.
Ciechi e sordi fin qui i governi, sia la voce dell'umanita' intera a chiedere: si avviino immediatamente negoziati di pace.
Ciechi e sordi fin qui i governi, sia la voce dell'umanita' intera a chiedere: pace, disarmo, smilitarizzazione dei conflitti; soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
La guerra e' nemica dell'umanita' poiche' sempre e solo consiste dell'uccisione di esseri umani.
Ed e' flagrante il rischio che le guerre in corso - in Ucraina e in tante altre parti del mondo - possano intensificarsi ed estendersi fino a divenire guerre atomiche.
Ogni persona senziente e pensante sa che un conflitto atomico puo' distruggere l'intera civilta' umana.
Occorre abolire la guerra prima che la guerra annienti l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Per far cessare le stragi, per far cessare la criminale follia della guerra, per la salvezza comune dell'umanita' e del mondo vivente, ogni persona ed ogni popolo della Terra faccia sentire la sua voce.
Pace, solidarieta', condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e di tutti i beni.
Siamo una sola umana famiglia in un unico mondo vivente.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
2. REPETITA IUVANT. MANIFESTO DELLE CENTONOVANTA PAROLE
1. Poiche' sembra che di fronte alla guerra, divoratrice di esseri umani, nessun governo si stia adoperando per far cessare la carneficina, occorre che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi di adoperarsi per la fine delle stragi, per la pace che salva le vite, per il ritorno al rispetto del primo diritto di ogni essere umano: il diritto a non essere ucciso, il diritto a una vita degna.
2. Poiche' tutte e tutti facciamo parte dell'unica umana famiglia che vive in quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera e del quale siamo tutte e tutti insieme parte e custodi, e' responsabilita' personale e primaria di ogni essere umano agire per far cessare tutte le guerre, tutte le stragi, tutte le uccisioni.
3. Con questa persuasione partecipiamo ed invitiamo a partecipare alle manifestazioni per la pace che si terranno in ogni citta' d'Italia il 21, 22 e 23 ottobre, ed il 5 novembre a Roma.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
3. INIZIATIVE. PEACELINK, "CENTRO DI RICERCA PER LA PACE" DI VITERBO, MOVIMENTO NONVIOLENTO: 4 NOVEMBRE: NON FESTA MA LUTTO
4 novembre: non festa ma lutto
Proponiamo che il 4 novembre si svolgano commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, di ieri e di oggi.
Le commemorazioni devono essere un solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze:
per ridurre drasticamente le spese militari, per abolire le testate nucleari, per fermare le fabbriche di armi.
18 ottobre 2022
PeaceLink - "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo - Movimento Nonviolento
*
Vogliamo prevenire le guerre di domani. Siamo contro le guerre di oggi. Non dimentichiamo le guerre di ieri.
Le guerre di oggi sono combattute con le armi costruite ieri. Le armi costruite oggi alimenteranno le guerre di domani.
Il disarmo, a partire da noi stessi (disarmo unilaterale), e' la strategia per costruire la pace.
Fare memoria delle guerre del passato e' doveroso per non ripetere gli stessi tragici errori.
*
Domenica 5 novembre si terra' a Roma una grande manifestazione per la pace, promossa dal cartello "Europe for Peace", alla quale parteciperemo. Sara' una manifestazione popolare e di popolo che chiede: "Cessate il fuoco subito - Negoziato per la pace - Mettiamo al bando le armi nuclari - Solidarietà con le vittime di tutte le guerre".
Il giorno precedente, 4 novembre, ricorre l'anniversario della fine della Prima guerra mondiale, una "inutile strage" come disse il Pontefice di allora.
Tante altre "inutili stragi" seguirono, fino alla odierna strage in Ucraina. E' la guerra nel cuore dell'Europa, che prosegue da allora.
*
La data del 4 novembre viene celebrata con continuita' dal fascismo fino ad oggi, per richiamare l'unita' dell'Italia sotto il segno della guerra e dell'esercito. "Giornata dell'Unita' Nazionale e delle Forze Armate" nell'anniversario della fine di un tragico conflitto che costò al nostro paese un milione e duecentomila morti (600.000 civili e 600.000 militari): per la prima volta nella storia a morire a causa della guerra non furono solo i militari al fronte, ma in pari numero i civili vittime di bombardamenti o di stenti, malattie, epidemie causate dalla guerra stessa.
Vogliamo ricordare e onorare quei morti rinnovando l'impegno contro ogni guerra e la sua preparazione, dunque contro le guerre di oggi, contro le armi costruite per le guerre di domani. Solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise.
Meno armi piu' difesa della vita, ridurre drasticamente le spese militari e devolvere i fondi per abolire la fame, la poverta', l'inquinamento del pianeta.
Per questo chiediamo una drastica riduzione delle spese militari che gravano sul bilancio dello stato italiano.
Per questo sosteniamo la richiesta che l'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la messa al bando delle armi nucleari.
Per questo sosteniamo la Campagna "Un'altra difesa e' possibile", che prevede l'istituzione di un Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta.
Pace, disarmo, smilitarizzazione. Tutela della vita degli umani e della Terra.
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Proponiamo che il 4 novembre si svolgano commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze. Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente.
Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.
Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.
Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perché convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.
Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Solo la pace salva le vite. Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Movimento Nonviolento
per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax: 0458009803, e-mail: an at nonviolenti.org, siti: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it
PeaceLink
per contatti: e-mail: info at peacelink.it, abruzzo at peacelink.it, sito: www.peacelink.it
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
per contatti: e-mail: centropacevt at gmail.com, web: mailing list nonviolenza at peacelink.it
4. APPELLI. "LA GUERRA CHE VERRA'". UN APPELLO
[Da Peacelink riceviamo e diffondiamo]
La guerra che verra'
testo completo su
https://www.peacelink.it/conflitti/a/49264.html
*
La guerra che verra': messaggio collettivo sui rischi catastrofici dell'escalation militare
Si stanno addestrando 15 mila soldati ucraini in Europa. Altri 10 mila nel Regno Unito per l'uso di nuove armi. La Russia recluta 300 mila soldati. Si profila uno scontro epocale. Zelensky ha chiesto alla Nato di colpire preventivamente la Russia. Rischiamo la terza guerra mondiale. Occorre valutare criticamente le richieste di Zelensky ed evitare un allargamento della guerra.
20 ottobre 2022
*
Non e' un messaggio di un coordinamento di associazioni ma e' un'analisi documentata realizzata da un gruppo di intellettuali e attivisti accomunati dalla percezione del rischio che l'umanita' sta correndo a causa dell'estrema gravita' della crisi. E' un messaggio basato su una documentazione precisa e dettagliata, basata su elementi fattuali. E' un messaggio scomodo ma sincero che rintraccia e documenta, con una corposa mole di informazioni a supporto, le vere finalita' della guerra e le responsabilita' dell'escalation militare che puo' e deve essere fermata con un'azione diplomatica e un raffreddamento delle tensioni. Lo scivolamento verso scenari sempre piu' pericolosi e' solo all'inizio. Ci aspettano mesi drammatici e inquietanti. E chi crede che la soluzione della guerra in Ucraina sia l'inasprimento e l'amplificazione della guerra stessa, in realta' non fa parte della soluzione ma fa parte del problema.
Stop all'inutile strage.
*
Messaggio sui rischi catastrofici dell'escalation militare
Abbiamo anticipato ieri le ragioni della nostra scelta di lanciare questo preoccupato messaggio, con l'elenco dei firmatari.
Il testo del messaggio "La guerra che verra'" e' stato lanciato da:
- Angelo Baracca, fisico, docente universitario in pensione, storico attivista e saggista impegnato per la pace e il disarmo
- Carlo Belli, Assistant Professor "International Relations" & "Peacebuilding and Conflict Transformation" University for Foreigners of Perugia (Italy)
- Antonio Bruno, docente di informatica e attivista del movimento per la pace
- Antonio Camuso, Archivio Storico Benedetto Petrone di Brindisi
- Giancarlo Canuto, docente di religione impegnato per la pace
- Tiziano Cardosi, ex ferroviere e attivista nei movimenti contro le guerre, Firenze
- Nicoletta Dentico, Head of the Health Justice Programme, Society for International Development (SID)
- Donatella Di Cesare, professore ordinario di filosofia teoretica all'Universita' "La Sapienza" di Roma
- Anna Ferruzzo, attrice
- Domenico Gallo, magistrato, esperto di diritto internazionale
- Ugo Giannangeli, avvocato del coordinamento Abbasso la Guerra
- Antonio Greco, docente, obiettore di coscienza alle spese militari e sindaco di Veglie (LE)
- Alessandra Mambelli, attivista di Pax Christi a Ferrara
- Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink
- Daniele Novara, pedagogista, scrittore e docente universitario
- Elio Pagani, storico attivista per il disarmo e obiettore di coscienza al lavoro bellico
- Paolo Piccinno, Associazione Tenda per la Pace di Brindisi
- Maurizio Portaluri, direttore di Salute Pubblica e primario del reparto di Radioterapia Oncologica a Brindisi
- Etta Ragusa, responsabile della Casa della Pace di Grottaglie e gia' coordinatrice della Campagna Kossovo
- Carlo Rovelli, fisico, saggista, accademico italiano e scienziato per la pace
- Massimo Wertmuller, attore
- Alex Zanotelli, missionario comboniano e anima storica del movimento per la pace
*
Stanno aderendo altre persone; per sottoscrivere il messaggio "La guerra che verra'" inviare una email a questo indirizzo:
a.marescotti at peacelink.org
5. REPETITA IUVANT. UNDICI TESI SULLA GUERRA IN EUROPA, E UNDICI COSE CHE DOBBIAMO FARE
1. La guerra scatenata dal folle e criminale governo russo contro la popolazione ucraina e' divenuta una guerra fra Stati Uniti e Russia in cui non solo la popolazione ucraina ma l'intera popolazione europea e' considerata da entrambe le parti vittima sacrificabile.
2. Il governo autocratico russo, un passo dopo l'altro, si inabissa sempre piu' in una spirale di follia che impedisce soluzioni concordate adeguate, che mentre all'inizio del conflitto erano agevolmente negoziabili, ora, dopo tanti mesi di guerra di sterminio della popolazione civile, tante stragi, tante devastazioni, tanti fatti compiuti irreversibili, diventano sempre piu' difficili.
3. Questa condotta tendenzialmente genocidaria che nell'agire della dirigenza russa e' apocalittica follia, nella dirigenza americana e' consapevole volonta' di distruzione dell'Europa.
4. L'Unione Europea e' ormai una colonia americana, e la Nato e' l'esercito di occupazione americano in Europa.
5. Il che significa che in Europa gli Stati Uniti d'America stanno adottando una politica di dominazione coloniale con la complicita', supina fino alla prostituzione, della quasi totalita' dei vertici governativi europei (e paradossalmente i soli che si oppongono sono a loro volta degli autocrati a capo di democrature).
6. Sic stantibus rebus si sta procedendo a tappe forzate verso una guerra totale, quindi nucleare, che puo' distruggere il continente e forse anche l'intera umanita'.
7. Il sabotaggio dei gasdotti, chiunque lo abbia commesso, recide uno degli ultimi legami tra Unione Europea e Federazione Russa: sulla base di quell'interesse economico comune si poteva cominciare a ricostruire un'azione politica e diplomatica di pace; i sabotaggi hanno distrutto questa residua possibilita'.
8. I cosiddetti "referendum" e la conseguente "annessione" di alcune regioni ucraine alla Federazione Russa sottraggono alla negoziazione possibile la materia su cui discutere; ergo: impediscono anch'essi l'avvio di un'azione politica e diplomatica di pace.
9. A questo punto giunti non ha piu' importanza stabilire se la guerra e' cominciata nel 2022 o nel 2014; la via prefigurata dagli accordi di Minsk e' definitivamente ostruita.
10. E non conta piu' stabilire se e quanto la leadership autocratica russa sia stata indotta all'attuale follia dalla politica aggressiva degli Usa e della Nato, se e quanto la dissoluzione della Confederazione di Stati Indipendenti succeduta all'URSS sia dipesa prevalentemente da interne spinte centrifughe o da pesanti condizionamenti esterni.
11. L'unica cosa che conta e' fermare la guerra, prima che la guerra distrugga altre vite, prima che la guerra distrugga l'Europa, prima che la guerra distrugga l'umanita'.
*
E per fermare la guerra occorre che noi, persone sollecite del bene comune dell'umanita' che viviamo nei paesi europei, ci adoperiamo per:
I. l'immediata cessazione della fornitura di armi alla guerra;
II. l'immediata cessazione delle sanzioni che stanno favoreggiando la guerra e devastando l'economia e le condizioni di vita delle classi lavoratrici e popolari di tutti i paesi europei;
III. sostenere gli obiettori di coscienza, i renitenti alla leva, i disertori di tutte le parti in conflitto; sostenere tutte le persone che si rifiutano di uccidere;
IV. fornire adeguati aiuti umanitari a tutte le vittime della guerra sopravvissute;
V. sostituire immediatamente alla logica delle armi la difesa popolare nonviolenta;
VI. creare canali di dialogo e solidarieta' tra i popoli;
VII. contrastare la delirante retorica razzista promossa dalla propaganda guerrafondaia: i popoli non sono responsabili della criminale follia dei loro governi;
VIII. smascherare, denunciare e contrastare le menzogne di ogni propaganda guerriera;
IX. imporre ai governi europei di promuovere negoziati di pace guidati dall'Onu sulla base del ripristino dello status quo ante il 24 febbraio 2022;
X. imporre ai governi europei di porre il veto a qualunque ulteriore iniziativa della Nato e predisporre un percorso di scioglimento della Nato;
XI. proporre la nonviolenza come unica politica razionale, realistica e adeguata alla tragica situazione presente dell'umanita'.
6. REPETITA IUVANT. IN PIAZZA PER LA PACE. CINQUE APODISSI E UNA PARENESI
1. Dinanzi al dolore e alla morte, dinanzi al pericolo estremo
Nella discussione italiana (ma forse anche internazionale) sulla guerra in Ucraina (di Libia, Siria e Yemen - per non dire di piu' ampi e incancreniti contesti - a quanto pare pressoche' a nessuno interessa parlare) quel che predomina e' la frivolezza.
La frivolezza di chi non vede il dolore e la morte degli esseri umani ma ragiona (ovvero sragiona) di astratte elucubrazioni presumendosi geniale indagatore di massimi sistemi ed esercitandosi nel piu' vuoto verbalismo.
Tra le persone dotate di qualche potere e di pubblica voce nel nostro paese le uniche parole di verita' le ha dette il papa, che incessantemente chiama a lottare per la pace. Nel silenzio tombale dell'intero panorama politico-parlamentare.
Addirittura si e' svolta una campagna elettorale per il rinnovo del parlamento (e conseguentemente per la definizione del nuovo governo) e della guerra in corso non si e' neppure parlato, essendo tutte le maggiori forze politiche ugualmente prone all'ideologia e alla prassi della guerra sola igiene del mondo.
La vittoria elettorale del blocco neofascista, razzista e filomafioso e' l'esito di questo stato delle cose, oltre che - ovviamente - prosecuzione dell'autobiografia della nazione.
Trionfa la frivolezza, che e' un altro nome del torpore morale e intellettuale, dell'irresponsabilita' piu' cieca mentre l'umanita' intera e' sull'orlo dell'abisso.
*
2. Cio' che chiunque vede se solo si vuol dare la pena di guardare
Come se non fosse evidente che le stragi si susseguono alle stragi ogni giorno ormai da otto mesi.
Come se non fosse evidente lo sterminio in corso della popolazione ucraina inerme.
Come se non fosse evidente la catastrofe economica e sociale avviata nell'intera Europa ai danni della struttura produttiva e delle classi sociali sfruttate, rapinate e oppresse.
Come se non fosse evidente che si sta procedendo a grandi passi verso l'uso dell'arma atomica che puo' mettere fine alla civilta' umana.
*
3. Scendere in piazza contro la guerra, al piu' presto, ovunque
In tanta nebbia un raggio di luce e' la proposta di scendere in piazza per la pace il 21, 22 e 23 ottobre, e poi di nuovo in una grande manifestazione nazionale il 5 novembre.
E non importa se le parole d'ordine proposte siano adeguate o meno; non importa se tra coloro che hanno gia' dichiarato la loro adesione vi siano profonde ambiguita' pregresse; non importa se la gran parte dei soggetti disposti a un impegno contro la guerra e le stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste non ha maturato un'adeguata riflessione (la riflessione semplice e fondamentale che nell'eta' atomica individua nella nonviolenza l'unica politica che puo' salvare l'umanita' dall'annichilimento); quello che conta e' scendere in piazza per fermare la guerra.
Scendere in piazza contro la guerra e' la cosa piu' necessaria e piu' urgente da fare.
*
4. Quid agendum
Ma scendere in piazza per fermare la guerra hic et nunc significa impegnarsi per ottenere:
- che l'Italia cessi di fornire alla guerra le armi che la guerra alimentano e nuove stragi consentono ed eseguono;
- che l'Italia revochi le sanzioni che stanno affamando il popolo italiano e non stanno affatto fermando la guerra ma anzi la favoreggiano e ne sono parte;
- che l'Italia sottoscriva finalmente il trattato Onu per la proibizione delle armi atomiche;
- che l'Italia ponga il veto a qualunque iniziativa belligena della Nato e si risolva finalmente ad operare per lo scioglimento della Nato, organizzazione terrorista e stragista;
- che l'Italia si opponga finalmente alla folle politica guerresca dell'Unione Europea, e di contro alle criminali decisioni belliciste dei vertici impazziti dell'Unione Europea faccia valere la volonta' di pace non solo del popolo italiano, ma dell'umanita' intera;
- che l'Italia si impegni finalmente per l'immediato cessate il fuoco e l'immediato avvio di negoziati di pace sotto l'egida dell'Onu;
- che l'Italia si impegni a promuovere ovunque nel mondo la difesa popolare nonviolenta ed i corpi civili di pace.
*
5. L'unico modo
L'unico modo per aiutare la popolazione ucraina aggredita dal folle e criminale governo russo e' far cessare al piu' presto la guerra.
L'unico modo per fermare le stragi e' far cessare al piu' presto la guerra.
L'unico modo per fermare la catastrofe dell'economia europea e l'affamamento delle classi lavoratrici e popolari dell'intero continente e' far cessare al piu' presto la guerra.
L'unico modo per impedire l'ecatombe atomica, il suicidio dell'umanita', e' far cessare al piu' presto la guerra.
*
6. Parresia e kairos
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Cessare di uccidere e di lasciar uccidere: pace, disarmo, smilitarizzazione.
Cessare di uccidere e di lasciar uccidere: soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Siamo una sola umana famiglia in un unico mondo vivente.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Fermare la guerra e le stragi adesso.
Salvare le vite e' il primo dovere.
7. MAESTRI. DANILO DOLCI RICORDA ALDO CAPITINI
[Nuovamente riproponiamo questa poesia, del ciclo "Sopra questo frammento di galassia", che abbiamo estratto da Danilo Dolci, Poema umano, Einaudi, Torino 1974 (nuova edizione aumentata), pp. 187-188. Ne esistono altre versioni, poiche' come e' noto Danilo Dolci nel suo costante maieutico ricercare frequentemente ripensava e riscriveva i suoi testi (cfr., ad esempio, la versione sensibilmente piu' breve in Idem, Creatura di creature. Poesie 1949-1978, Feltrinelli, Milano 1979, p. 92).
Danilo Dolci e' nato a Sesana (Trieste) il 28 giugno 1924, arrestato a Genova nel '43 dai nazifascisti riesce a fuggire; nel '50 partecipa all'esperienza di Nomadelfia a Fossoli; dal '52 si trasferisce nella Sicilia occidentale (Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte nonviolente contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la dignita'. Subisce persecuzioni e processi. Sociologo, educatore, e' tra le figure di massimo rilievo della nonviolenza nel mondo. E' scomparso il 30 dicembre 1997. Di seguito riportiamo una sintetica ma accurata notizia biografica scritta da Giuseppe Barone (comparsa col titolo "Costruire il cambiamento" ad apertura del libriccino di scritti di Danilo, Girando per case e botteghe, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2002): "Danilo Dolci nasce il 28 giugno 1924 a Sesana, in provincia di Trieste. Nel 1952, dopo aver lavorato per due anni nella Nomadelfia di don Zeno Saltini, si trasferisce a Trappeto, a meta' strada tra Palermo e Trapani, in una delle terre piu' povere e dimenticate del paese. Il 14 ottobre dello stesso anno da' inizio al primo dei suoi numerosi digiuni, sul letto di un bambino morto per la denutrizione. La protesta viene interrotta solo quando le autorita' si impegnano pubblicamente a eseguire alcuni interventi urgenti, come la costruzione di una fogna. Nel 1955 esce per i tipi di Laterza Banditi a Partinico, che fa conoscere all'opinione pubblica italiana e mondiale le disperate condizioni di vita nella Sicilia occidentale. Sono anni di lavoro intenso, talvolta frenetico: le iniziative si susseguono incalzanti. Il 2 febbraio 1956 ha luogo lo "sciopero alla rovescia", con centinaia di disoccupati - subito fermati dalla polizia - impegnati a riattivare una strada comunale abbandonata. Con i soldi del Premio Lenin per la Pace (1958) si costituisce il "Centro studi e iniziative per la piena occupazione". Centinaia e centinaia di volontari giungono in Sicilia per consolidare questo straordinario fronte civile, "continuazione della Resistenza, senza sparare". Si intensifica, intanto, l'attivita' di studio e di denuncia del fenomeno mafioso e dei suoi rapporti col sistema politico, fino alle accuse - gravi e circostanziate - rivolte a esponenti di primo piano della vita politica siciliana e nazionale, incluso l'allora ministro Bernardo Mattarella (si veda la documentazione raccolta in Spreco, Einaudi, Torino 1960 e Chi gioca solo, Einaudi, Torino 1966). Ma mentre si moltiplicano gli attestati di stima e solidarieta', in Italia e all'estero (da Norberto Bobbio a Aldo Capitini, da Italo Calvino a Carlo Levi, da Aldous Huxley a Jean Piaget, da Bertrand Russell a Erich Fromm), per tanti avversari Dolci e' solo un pericoloso sovversivo, da ostacolare, denigrare, sottoporre a processo, incarcerare. Ma quello che e' davvero rivoluzionario e' il suo metodo di lavoro: Dolci non si atteggia a guru, non propina verita' preconfezionate, non pretende di insegnare come e cosa pensare, fare. E' convinto che nessun vero cambiamento possa prescindere dal coinvolgimento, dalla partecipazione diretta degli interessati. La sua idea di progresso non nega, al contrario valorizza, la cultura e le competenze locali. Diversi libri documentano le riunioni di quegli anni, in cui ciascuno si interroga, impara a confrontarsi con gli altri, ad ascoltare e ascoltarsi, a scegliere e pianificare. La maieutica cessa di essere una parola dal sapore antico sepolta in polverosi tomi di filosofia e torna, rinnovata, a concretarsi nell'estremo angolo occidentale della Sicilia. E' proprio nel corso di alcune riunioni con contadini e pescatori che prende corpo l'idea di costruire la diga sul fiume Jato, indispensabile per dare un futuro economico alla zona e per sottrarre un'arma importante alla mafia, che faceva del controllo delle modeste risorse idriche disponibili uno strumento di dominio sui cittadini. Ancora una volta, pero', la richiesta di acqua per tutti, di "acqua democratica", incontrera' ostacoli d'ogni tipo: saranno necessarie lunghe battaglie, incisive mobilitazioni popolari, nuovi digiuni, per veder realizzato il progetto. Oggi la diga esiste (e altre ne sono sorte successivamente in tutta la Sicilia), e ha modificato la storia di decine di migliaia di persone: una terra prima aridissima e' ora coltivabile; l'irrigazione ha consentito la nascita e lo sviluppo di numerose aziende e cooperative, divenendo occasione di cambiamento economico, sociale, civile. Negli anni Settanta, naturale prosecuzione del lavoro precedente, cresce l'attenzione alla qualita' dello sviluppo: il Centro promuove iniziative per valorizzare l'artigianato e l'espressione artistica locali. L'impegno educativo assume un ruolo centrale: viene approfondito lo studio, sempre connesso all'effettiva sperimentazione, della struttura maieutica, tentando di comprenderne appieno le potenzialita'. Col contributo di esperti internazionali si avvia l'esperienza del Centro Educativo di Mirto, frequentato da centinaia di bambini. Il lavoro di ricerca, condotto con numerosi collaboratori, si fa sempre piu' intenso: muovendo dalla distinzione tra trasmettere e comunicare e tra potere e dominio, Dolci evidenzia i rischi di involuzione democratica delle nostre societa' connessi al procedere della massificazione, all'emarginazione di ogni area di effettivo dissenso, al controllo sociale esercitato attraverso la diffusione capillare dei mass-media; attento al punto di vista della "scienza della complessita'" e alle nuove scoperte in campo biologico, propone "all'educatore che e' in ognuno al mondo" una rifondazione dei rapporti, a tutti i livelli, basata sulla nonviolenza, sulla maieutica, sul "reciproco adattamento creativo" (tra i tanti titoli che raccolgono gli esiti piu' recenti del pensiero di Dolci, mi limito qui a segnalare Nessi fra esperienza etica e politica, Lacaita, Manduria 1993; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1996; e Comunicare, legge della vita, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1997). Quando la mattina del 30 dicembre 1997, al termine di una lunga e dolorosa malattia, un infarto lo spegne, Danilo Dolci e' ancora impegnato, con tutte le energie residue, nel portare avanti un lavoro al quale ha dedicato ogni giorno della sua vita". Tra le molte opere di Danilo Dolci, per un percorso minimo di accostamento segnaliamo almeno le seguenti: una antologia degli scritti di intervento e di analisi e' Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i libri di poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di riflessione piu' recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996. Recente e' il volume che pubblica il rilevante carteggio Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008. Tra le opere su Danilo Dolci: Giuseppe Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze 1984; Adriana Chemello, La parola maieutica, Vallecchi, Firenze 1988 (sull'opera poetica di Dolci); Antonino Mangano, Danilo Dolci educatore, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1992; Giuseppe Barone, La forza della nonviolenza. Bibliografia e profilo critico di Danilo Dolci, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2000, 2004 (un lavoro fondamentale); Lucio C. Giummo, Carlo Marchese (a cura di), Danilo Dolci e la via della nonviolenza, Lacaita, Manduria-Bari-Roma 2005; Raffaello Saffioti, Democrazia e comunicazione. Per una filosofia politica della rivoluzione nonviolenta, Palmi (Rc) 2007. Tra i materiali audiovisivi su Danilo Dolci cfr. i dvd di Alberto Castiglione: Danilo Dolci. Memoria e utopia, 2004, e Verso un mondo nuovo, 2006.
Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Tra le opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' ancora quella a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori, Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); ma notevole ed oggi imprescindibile e' anche la recente antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004, 2007; delle singole opere capitiniane sono state recentemente ripubblicate: Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989, Edizioni dell'asino, Roma 2009; Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990; Colloquio corale, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2005; L'atto di educare, Armando Editore, Roma 2010; cfr. inoltre la raccolta di scritti autobiografici Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; La religione dell'educazione, La Meridiana, Molfetta 2008; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e' la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007; Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Tra le opere su Aldo Capitini: a) per la bibliografia: Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di Laura Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007; Caterina Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007; segnaliamo anche che la gia' citata bibliografia essenziale degli scritti di Aldo Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, pubblicata in Il messaggio di Aldo Capitini, cit., abbiamo recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010; b) per la critica e la documentazione: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Mario Martini (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Gian Biagio Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Maurizio Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; Alarico Mariani Marini, Eligio Resta, Marciare per la pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007; Maura Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008; Mario Martini, Franca Bolotti (a cura di), Capitini incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009; Giuseppe Moscati (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni, Levante, Bari 2010; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; e Amoreno Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell'Italia del Novecento, Donzelli, Roma 2006; c) per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato ed i volumi bibliografici segnalati sopra]
Ne sento il vuoto.
Era morto un bimbo, di fame:
recline sulle braccia della madre gialla,
il latte trovato in farmacia scivolava sulle labbruzze
inerti - era tardi.
Terribilmente semplici avevamo deciso
di metterci al posto del piccolo, uno dopo l'altro,
fin che non si apriva lo spiraglio del lavoro
per tutti: nella stanza terrana del vallone
tra la gente stupita (curiosavano i piccoli
il prete era sparito,
il medico e i notabili tentavano velare
con la parola intossicazione
per continuare a parassitare tranquilli il paese,
i giovani meditavano,
mi piangevano i vecchi - perche', tu? -,
sentivo, sotto, un pozzo senza fondo)
dopo giorni la postina e' venuta
con una lettera, di uno sconosciuto,
firmata Aldo Capitini.
Poi l'ho incontrato, in alto nella torre
del Comune a Perugia,
la dimora del padre campanaro:
era impacciato a camminare
ma enormemente libero e attivo,
concentrato ma aperto alla vita di tutti,
non ammazzava una mosca
ma era veramente un rivoluzionario,
miope ma profeta.
8. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Tiziano Dorandi, Diogene Laerzio e la storia della filosofia, Gedi, Torino 2022, pp. 142, euro 9,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
- Roberto Lucchetti, Teorema dell'equilibrio di Nash, Le Scienze, Roma 2022, pp. 144, euro 14,90 (in supplemento a "Le Scienze").
*
Riletture
- Eric A. Havelock, La Musa impara a scrivere. Riflessioni sull'oralita' e l'alfabetismo, Laterza, Roma-Bari 1987, 1995, pp. VIII + 184.
- Fatema Mernissi, Karawan. Dal deserto al web, Giunti, Firenze 2004, pp. 256.
*
Classici
- John Locke, Due trattati sul governo, Utet, Torino 1948, 2010, pp. 684. A cura di Luigi Pareyson.
- John Locke, Saggio sull'intelletto umano, Rcs-Bompiani, Milano 2007, 2009, pp. 832. A cura di Vincenzo Cicero e Maria Grazia D'Amico.
- John Locke, Saggio sull'intelligenza umana, Laterza, Roma-Bari 1988, Mondadori Milano 2008, pp. LXX + 826. Traduzione di Camillo Pellizzi riveduta da Grazia Farina, introduzione di Carlo Augusto Viano.
- John Locke, Scritti sulla tolleranza, Utet, Torino 1997, 2005, pp. 780. A cura di Diego Marconi.
9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
10. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4629 del 21 ottobre 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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Numero 4629 del 21 ottobre 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Dichiarazione di adesione alle manifestazioni per la pace promosse da "Europe for Peace" e da innumerevoli movimenti della societa' civile il 21, 22 e 23 ottobre e il 5 novembre
2. Manifesto delle centonovanta parole
3. PeaceLink, "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo, Movimento Nonviolento: 4 novembre: non festa ma lutto
4. "La guerra che verra'". Un appello
5. Undici tesi sulla guerra in Europa, e undici cose che dobbiamo fare
6. In piazza per la pace. Cinque apodissi e una parenesi
7. Danilo Dolci ricorda Aldo Capitini
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'
1. L'ORA. DICHIARAZIONE DI ADESIONE ALLE MANIFESTAZIONI PER LA PACE PROMOSSE DA "EUROPE FOR PEACE" E DA INNUMEREVOLI MOVIMENTI DELLA SOCIETA' CIVILE IL 21, 22 E 23 OTTOBRE E IL 5 NOVEMBRE
Circostanze particolari mi impediscono di partecipare personalmente alle manifestazioni per la pace promosse da "Europe for Peace", dalla "Rete italiana per la pace e il disarmo" e da innumerevoli movimenti della societa' civile il 21, 22 e 23 ottobre in tante citta' d'Italia e il 5 novembre a Roma.
Ma a tutte queste iniziative esprimo la mia persuasa adesione e il mio pieno sostegno. E unisco la mia voce a quella di tante e tanti nell'invitare alla partecipazione ogni persona di volonta' buona, ogni associazione democratica, ogni istituzione sollecita del bene comune dell'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Si levi la voce dell'umanita' per chiedere a tutti i governi del mondo di cessare di uccidere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
La guerra in corso in Ucraina, come tutte le guerre, sta mietendo ogni giorno nuove vittime. Ogni giorno altri esseri umani vengono uccisi. E ancor oggi nessun governo sembra disposto a impegnarsi per fermare questa ecatombe.
Ciechi e sordi fin qui i governi, sia la voce dell'umanita' intera a chiedere: cessate il fuoco.
Ciechi e sordi fin qui i governi, sia la voce dell'umanita' intera a chiedere: si avviino immediatamente negoziati di pace.
Ciechi e sordi fin qui i governi, sia la voce dell'umanita' intera a chiedere: pace, disarmo, smilitarizzazione dei conflitti; soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
La guerra e' nemica dell'umanita' poiche' sempre e solo consiste dell'uccisione di esseri umani.
Ed e' flagrante il rischio che le guerre in corso - in Ucraina e in tante altre parti del mondo - possano intensificarsi ed estendersi fino a divenire guerre atomiche.
Ogni persona senziente e pensante sa che un conflitto atomico puo' distruggere l'intera civilta' umana.
Occorre abolire la guerra prima che la guerra annienti l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Per far cessare le stragi, per far cessare la criminale follia della guerra, per la salvezza comune dell'umanita' e del mondo vivente, ogni persona ed ogni popolo della Terra faccia sentire la sua voce.
Pace, solidarieta', condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e di tutti i beni.
Siamo una sola umana famiglia in un unico mondo vivente.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
2. REPETITA IUVANT. MANIFESTO DELLE CENTONOVANTA PAROLE
1. Poiche' sembra che di fronte alla guerra, divoratrice di esseri umani, nessun governo si stia adoperando per far cessare la carneficina, occorre che siano i popoli ad insorgere nonviolentemente per imporre ai governi di adoperarsi per la fine delle stragi, per la pace che salva le vite, per il ritorno al rispetto del primo diritto di ogni essere umano: il diritto a non essere ucciso, il diritto a una vita degna.
2. Poiche' tutte e tutti facciamo parte dell'unica umana famiglia che vive in quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera e del quale siamo tutte e tutti insieme parte e custodi, e' responsabilita' personale e primaria di ogni essere umano agire per far cessare tutte le guerre, tutte le stragi, tutte le uccisioni.
3. Con questa persuasione partecipiamo ed invitiamo a partecipare alle manifestazioni per la pace che si terranno in ogni citta' d'Italia il 21, 22 e 23 ottobre, ed il 5 novembre a Roma.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
3. INIZIATIVE. PEACELINK, "CENTRO DI RICERCA PER LA PACE" DI VITERBO, MOVIMENTO NONVIOLENTO: 4 NOVEMBRE: NON FESTA MA LUTTO
4 novembre: non festa ma lutto
Proponiamo che il 4 novembre si svolgano commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, di ieri e di oggi.
Le commemorazioni devono essere un solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze:
per ridurre drasticamente le spese militari, per abolire le testate nucleari, per fermare le fabbriche di armi.
18 ottobre 2022
PeaceLink - "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo - Movimento Nonviolento
*
Vogliamo prevenire le guerre di domani. Siamo contro le guerre di oggi. Non dimentichiamo le guerre di ieri.
Le guerre di oggi sono combattute con le armi costruite ieri. Le armi costruite oggi alimenteranno le guerre di domani.
Il disarmo, a partire da noi stessi (disarmo unilaterale), e' la strategia per costruire la pace.
Fare memoria delle guerre del passato e' doveroso per non ripetere gli stessi tragici errori.
*
Domenica 5 novembre si terra' a Roma una grande manifestazione per la pace, promossa dal cartello "Europe for Peace", alla quale parteciperemo. Sara' una manifestazione popolare e di popolo che chiede: "Cessate il fuoco subito - Negoziato per la pace - Mettiamo al bando le armi nuclari - Solidarietà con le vittime di tutte le guerre".
Il giorno precedente, 4 novembre, ricorre l'anniversario della fine della Prima guerra mondiale, una "inutile strage" come disse il Pontefice di allora.
Tante altre "inutili stragi" seguirono, fino alla odierna strage in Ucraina. E' la guerra nel cuore dell'Europa, che prosegue da allora.
*
La data del 4 novembre viene celebrata con continuita' dal fascismo fino ad oggi, per richiamare l'unita' dell'Italia sotto il segno della guerra e dell'esercito. "Giornata dell'Unita' Nazionale e delle Forze Armate" nell'anniversario della fine di un tragico conflitto che costò al nostro paese un milione e duecentomila morti (600.000 civili e 600.000 militari): per la prima volta nella storia a morire a causa della guerra non furono solo i militari al fronte, ma in pari numero i civili vittime di bombardamenti o di stenti, malattie, epidemie causate dalla guerra stessa.
Vogliamo ricordare e onorare quei morti rinnovando l'impegno contro ogni guerra e la sua preparazione, dunque contro le guerre di oggi, contro le armi costruite per le guerre di domani. Solo opponendosi a tutte le guerre si onora la memoria delle persone che dalle guerre sono state uccise.
Meno armi piu' difesa della vita, ridurre drasticamente le spese militari e devolvere i fondi per abolire la fame, la poverta', l'inquinamento del pianeta.
Per questo chiediamo una drastica riduzione delle spese militari che gravano sul bilancio dello stato italiano.
Per questo sosteniamo la richiesta che l'Italia sottoscriva e ratifichi il Trattato Onu per la messa al bando delle armi nucleari.
Per questo sosteniamo la Campagna "Un'altra difesa e' possibile", che prevede l'istituzione di un Dipartimento per la difesa civile, non armata e nonviolenta.
Pace, disarmo, smilitarizzazione. Tutela della vita degli umani e della Terra.
*
Proponiamo che il 4 novembre si svolgano commemorazioni nonviolente delle vittime di tutte le guerre, commemorazioni che siano anche solenne impegno contro tutte le guerre e le violenze. Queste iniziative di commemorazione e di impegno morale e civile devono essere rigorosamente nonviolente.
Occorre quindi che si svolgano in orari distanti e assolutamente distinti dalle ipocrite celebrazioni dei poteri armati, quei poteri che quelle vittime fecero morire.
Ed occorre che si svolgano nel modo piu' austero, severo, solenne: depositando omaggi floreali dinanzi alle lapidi ed ai sacelli delle vittime delle guerre, ed osservando in quel frangente un rigoroso silenzio.
Ovviamente prima e dopo e' possibile ed opportuno effettuare letture e proporre meditazioni adeguate, argomentando ampiamente e rigorosamente perche' le persone amiche della nonviolenza rendono omaggio alle vittime della guerra e perché convocano ogni persona di retto sentire e di volonta' buona all'impegno contro tutte le guerre, e come questo impegno morale e civile possa concretamente limpidamente darsi. A tutte le persone amiche della nonviolenza chiediamo di diffondere questa proposta e contribuire a questa iniziativa.
Contro tutte le guerre, contro tutte le uccisioni, contro tutte le persecuzioni.
Per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
Solo la pace salva le vite. Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Movimento Nonviolento
per contatti: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax: 0458009803, e-mail: an at nonviolenti.org, siti: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it
PeaceLink
per contatti: e-mail: info at peacelink.it, abruzzo at peacelink.it, sito: www.peacelink.it
"Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
per contatti: e-mail: centropacevt at gmail.com, web: mailing list nonviolenza at peacelink.it
4. APPELLI. "LA GUERRA CHE VERRA'". UN APPELLO
[Da Peacelink riceviamo e diffondiamo]
La guerra che verra'
testo completo su
https://www.peacelink.it/conflitti/a/49264.html
*
La guerra che verra': messaggio collettivo sui rischi catastrofici dell'escalation militare
Si stanno addestrando 15 mila soldati ucraini in Europa. Altri 10 mila nel Regno Unito per l'uso di nuove armi. La Russia recluta 300 mila soldati. Si profila uno scontro epocale. Zelensky ha chiesto alla Nato di colpire preventivamente la Russia. Rischiamo la terza guerra mondiale. Occorre valutare criticamente le richieste di Zelensky ed evitare un allargamento della guerra.
20 ottobre 2022
*
Non e' un messaggio di un coordinamento di associazioni ma e' un'analisi documentata realizzata da un gruppo di intellettuali e attivisti accomunati dalla percezione del rischio che l'umanita' sta correndo a causa dell'estrema gravita' della crisi. E' un messaggio basato su una documentazione precisa e dettagliata, basata su elementi fattuali. E' un messaggio scomodo ma sincero che rintraccia e documenta, con una corposa mole di informazioni a supporto, le vere finalita' della guerra e le responsabilita' dell'escalation militare che puo' e deve essere fermata con un'azione diplomatica e un raffreddamento delle tensioni. Lo scivolamento verso scenari sempre piu' pericolosi e' solo all'inizio. Ci aspettano mesi drammatici e inquietanti. E chi crede che la soluzione della guerra in Ucraina sia l'inasprimento e l'amplificazione della guerra stessa, in realta' non fa parte della soluzione ma fa parte del problema.
Stop all'inutile strage.
*
Messaggio sui rischi catastrofici dell'escalation militare
Abbiamo anticipato ieri le ragioni della nostra scelta di lanciare questo preoccupato messaggio, con l'elenco dei firmatari.
Il testo del messaggio "La guerra che verra'" e' stato lanciato da:
- Angelo Baracca, fisico, docente universitario in pensione, storico attivista e saggista impegnato per la pace e il disarmo
- Carlo Belli, Assistant Professor "International Relations" & "Peacebuilding and Conflict Transformation" University for Foreigners of Perugia (Italy)
- Antonio Bruno, docente di informatica e attivista del movimento per la pace
- Antonio Camuso, Archivio Storico Benedetto Petrone di Brindisi
- Giancarlo Canuto, docente di religione impegnato per la pace
- Tiziano Cardosi, ex ferroviere e attivista nei movimenti contro le guerre, Firenze
- Nicoletta Dentico, Head of the Health Justice Programme, Society for International Development (SID)
- Donatella Di Cesare, professore ordinario di filosofia teoretica all'Universita' "La Sapienza" di Roma
- Anna Ferruzzo, attrice
- Domenico Gallo, magistrato, esperto di diritto internazionale
- Ugo Giannangeli, avvocato del coordinamento Abbasso la Guerra
- Antonio Greco, docente, obiettore di coscienza alle spese militari e sindaco di Veglie (LE)
- Alessandra Mambelli, attivista di Pax Christi a Ferrara
- Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink
- Daniele Novara, pedagogista, scrittore e docente universitario
- Elio Pagani, storico attivista per il disarmo e obiettore di coscienza al lavoro bellico
- Paolo Piccinno, Associazione Tenda per la Pace di Brindisi
- Maurizio Portaluri, direttore di Salute Pubblica e primario del reparto di Radioterapia Oncologica a Brindisi
- Etta Ragusa, responsabile della Casa della Pace di Grottaglie e gia' coordinatrice della Campagna Kossovo
- Carlo Rovelli, fisico, saggista, accademico italiano e scienziato per la pace
- Massimo Wertmuller, attore
- Alex Zanotelli, missionario comboniano e anima storica del movimento per la pace
*
Stanno aderendo altre persone; per sottoscrivere il messaggio "La guerra che verra'" inviare una email a questo indirizzo:
a.marescotti at peacelink.org
5. REPETITA IUVANT. UNDICI TESI SULLA GUERRA IN EUROPA, E UNDICI COSE CHE DOBBIAMO FARE
1. La guerra scatenata dal folle e criminale governo russo contro la popolazione ucraina e' divenuta una guerra fra Stati Uniti e Russia in cui non solo la popolazione ucraina ma l'intera popolazione europea e' considerata da entrambe le parti vittima sacrificabile.
2. Il governo autocratico russo, un passo dopo l'altro, si inabissa sempre piu' in una spirale di follia che impedisce soluzioni concordate adeguate, che mentre all'inizio del conflitto erano agevolmente negoziabili, ora, dopo tanti mesi di guerra di sterminio della popolazione civile, tante stragi, tante devastazioni, tanti fatti compiuti irreversibili, diventano sempre piu' difficili.
3. Questa condotta tendenzialmente genocidaria che nell'agire della dirigenza russa e' apocalittica follia, nella dirigenza americana e' consapevole volonta' di distruzione dell'Europa.
4. L'Unione Europea e' ormai una colonia americana, e la Nato e' l'esercito di occupazione americano in Europa.
5. Il che significa che in Europa gli Stati Uniti d'America stanno adottando una politica di dominazione coloniale con la complicita', supina fino alla prostituzione, della quasi totalita' dei vertici governativi europei (e paradossalmente i soli che si oppongono sono a loro volta degli autocrati a capo di democrature).
6. Sic stantibus rebus si sta procedendo a tappe forzate verso una guerra totale, quindi nucleare, che puo' distruggere il continente e forse anche l'intera umanita'.
7. Il sabotaggio dei gasdotti, chiunque lo abbia commesso, recide uno degli ultimi legami tra Unione Europea e Federazione Russa: sulla base di quell'interesse economico comune si poteva cominciare a ricostruire un'azione politica e diplomatica di pace; i sabotaggi hanno distrutto questa residua possibilita'.
8. I cosiddetti "referendum" e la conseguente "annessione" di alcune regioni ucraine alla Federazione Russa sottraggono alla negoziazione possibile la materia su cui discutere; ergo: impediscono anch'essi l'avvio di un'azione politica e diplomatica di pace.
9. A questo punto giunti non ha piu' importanza stabilire se la guerra e' cominciata nel 2022 o nel 2014; la via prefigurata dagli accordi di Minsk e' definitivamente ostruita.
10. E non conta piu' stabilire se e quanto la leadership autocratica russa sia stata indotta all'attuale follia dalla politica aggressiva degli Usa e della Nato, se e quanto la dissoluzione della Confederazione di Stati Indipendenti succeduta all'URSS sia dipesa prevalentemente da interne spinte centrifughe o da pesanti condizionamenti esterni.
11. L'unica cosa che conta e' fermare la guerra, prima che la guerra distrugga altre vite, prima che la guerra distrugga l'Europa, prima che la guerra distrugga l'umanita'.
*
E per fermare la guerra occorre che noi, persone sollecite del bene comune dell'umanita' che viviamo nei paesi europei, ci adoperiamo per:
I. l'immediata cessazione della fornitura di armi alla guerra;
II. l'immediata cessazione delle sanzioni che stanno favoreggiando la guerra e devastando l'economia e le condizioni di vita delle classi lavoratrici e popolari di tutti i paesi europei;
III. sostenere gli obiettori di coscienza, i renitenti alla leva, i disertori di tutte le parti in conflitto; sostenere tutte le persone che si rifiutano di uccidere;
IV. fornire adeguati aiuti umanitari a tutte le vittime della guerra sopravvissute;
V. sostituire immediatamente alla logica delle armi la difesa popolare nonviolenta;
VI. creare canali di dialogo e solidarieta' tra i popoli;
VII. contrastare la delirante retorica razzista promossa dalla propaganda guerrafondaia: i popoli non sono responsabili della criminale follia dei loro governi;
VIII. smascherare, denunciare e contrastare le menzogne di ogni propaganda guerriera;
IX. imporre ai governi europei di promuovere negoziati di pace guidati dall'Onu sulla base del ripristino dello status quo ante il 24 febbraio 2022;
X. imporre ai governi europei di porre il veto a qualunque ulteriore iniziativa della Nato e predisporre un percorso di scioglimento della Nato;
XI. proporre la nonviolenza come unica politica razionale, realistica e adeguata alla tragica situazione presente dell'umanita'.
6. REPETITA IUVANT. IN PIAZZA PER LA PACE. CINQUE APODISSI E UNA PARENESI
1. Dinanzi al dolore e alla morte, dinanzi al pericolo estremo
Nella discussione italiana (ma forse anche internazionale) sulla guerra in Ucraina (di Libia, Siria e Yemen - per non dire di piu' ampi e incancreniti contesti - a quanto pare pressoche' a nessuno interessa parlare) quel che predomina e' la frivolezza.
La frivolezza di chi non vede il dolore e la morte degli esseri umani ma ragiona (ovvero sragiona) di astratte elucubrazioni presumendosi geniale indagatore di massimi sistemi ed esercitandosi nel piu' vuoto verbalismo.
Tra le persone dotate di qualche potere e di pubblica voce nel nostro paese le uniche parole di verita' le ha dette il papa, che incessantemente chiama a lottare per la pace. Nel silenzio tombale dell'intero panorama politico-parlamentare.
Addirittura si e' svolta una campagna elettorale per il rinnovo del parlamento (e conseguentemente per la definizione del nuovo governo) e della guerra in corso non si e' neppure parlato, essendo tutte le maggiori forze politiche ugualmente prone all'ideologia e alla prassi della guerra sola igiene del mondo.
La vittoria elettorale del blocco neofascista, razzista e filomafioso e' l'esito di questo stato delle cose, oltre che - ovviamente - prosecuzione dell'autobiografia della nazione.
Trionfa la frivolezza, che e' un altro nome del torpore morale e intellettuale, dell'irresponsabilita' piu' cieca mentre l'umanita' intera e' sull'orlo dell'abisso.
*
2. Cio' che chiunque vede se solo si vuol dare la pena di guardare
Come se non fosse evidente che le stragi si susseguono alle stragi ogni giorno ormai da otto mesi.
Come se non fosse evidente lo sterminio in corso della popolazione ucraina inerme.
Come se non fosse evidente la catastrofe economica e sociale avviata nell'intera Europa ai danni della struttura produttiva e delle classi sociali sfruttate, rapinate e oppresse.
Come se non fosse evidente che si sta procedendo a grandi passi verso l'uso dell'arma atomica che puo' mettere fine alla civilta' umana.
*
3. Scendere in piazza contro la guerra, al piu' presto, ovunque
In tanta nebbia un raggio di luce e' la proposta di scendere in piazza per la pace il 21, 22 e 23 ottobre, e poi di nuovo in una grande manifestazione nazionale il 5 novembre.
E non importa se le parole d'ordine proposte siano adeguate o meno; non importa se tra coloro che hanno gia' dichiarato la loro adesione vi siano profonde ambiguita' pregresse; non importa se la gran parte dei soggetti disposti a un impegno contro la guerra e le stragi di cui ogni guerra sempre e solo consiste non ha maturato un'adeguata riflessione (la riflessione semplice e fondamentale che nell'eta' atomica individua nella nonviolenza l'unica politica che puo' salvare l'umanita' dall'annichilimento); quello che conta e' scendere in piazza per fermare la guerra.
Scendere in piazza contro la guerra e' la cosa piu' necessaria e piu' urgente da fare.
*
4. Quid agendum
Ma scendere in piazza per fermare la guerra hic et nunc significa impegnarsi per ottenere:
- che l'Italia cessi di fornire alla guerra le armi che la guerra alimentano e nuove stragi consentono ed eseguono;
- che l'Italia revochi le sanzioni che stanno affamando il popolo italiano e non stanno affatto fermando la guerra ma anzi la favoreggiano e ne sono parte;
- che l'Italia sottoscriva finalmente il trattato Onu per la proibizione delle armi atomiche;
- che l'Italia ponga il veto a qualunque iniziativa belligena della Nato e si risolva finalmente ad operare per lo scioglimento della Nato, organizzazione terrorista e stragista;
- che l'Italia si opponga finalmente alla folle politica guerresca dell'Unione Europea, e di contro alle criminali decisioni belliciste dei vertici impazziti dell'Unione Europea faccia valere la volonta' di pace non solo del popolo italiano, ma dell'umanita' intera;
- che l'Italia si impegni finalmente per l'immediato cessate il fuoco e l'immediato avvio di negoziati di pace sotto l'egida dell'Onu;
- che l'Italia si impegni a promuovere ovunque nel mondo la difesa popolare nonviolenta ed i corpi civili di pace.
*
5. L'unico modo
L'unico modo per aiutare la popolazione ucraina aggredita dal folle e criminale governo russo e' far cessare al piu' presto la guerra.
L'unico modo per fermare le stragi e' far cessare al piu' presto la guerra.
L'unico modo per fermare la catastrofe dell'economia europea e l'affamamento delle classi lavoratrici e popolari dell'intero continente e' far cessare al piu' presto la guerra.
L'unico modo per impedire l'ecatombe atomica, il suicidio dell'umanita', e' far cessare al piu' presto la guerra.
*
6. Parresia e kairos
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Cessare di uccidere e di lasciar uccidere: pace, disarmo, smilitarizzazione.
Cessare di uccidere e di lasciar uccidere: soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Siamo una sola umana famiglia in un unico mondo vivente.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Fermare la guerra e le stragi adesso.
Salvare le vite e' il primo dovere.
7. MAESTRI. DANILO DOLCI RICORDA ALDO CAPITINI
[Nuovamente riproponiamo questa poesia, del ciclo "Sopra questo frammento di galassia", che abbiamo estratto da Danilo Dolci, Poema umano, Einaudi, Torino 1974 (nuova edizione aumentata), pp. 187-188. Ne esistono altre versioni, poiche' come e' noto Danilo Dolci nel suo costante maieutico ricercare frequentemente ripensava e riscriveva i suoi testi (cfr., ad esempio, la versione sensibilmente piu' breve in Idem, Creatura di creature. Poesie 1949-1978, Feltrinelli, Milano 1979, p. 92).
Danilo Dolci e' nato a Sesana (Trieste) il 28 giugno 1924, arrestato a Genova nel '43 dai nazifascisti riesce a fuggire; nel '50 partecipa all'esperienza di Nomadelfia a Fossoli; dal '52 si trasferisce nella Sicilia occidentale (Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte nonviolente contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la dignita'. Subisce persecuzioni e processi. Sociologo, educatore, e' tra le figure di massimo rilievo della nonviolenza nel mondo. E' scomparso il 30 dicembre 1997. Di seguito riportiamo una sintetica ma accurata notizia biografica scritta da Giuseppe Barone (comparsa col titolo "Costruire il cambiamento" ad apertura del libriccino di scritti di Danilo, Girando per case e botteghe, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2002): "Danilo Dolci nasce il 28 giugno 1924 a Sesana, in provincia di Trieste. Nel 1952, dopo aver lavorato per due anni nella Nomadelfia di don Zeno Saltini, si trasferisce a Trappeto, a meta' strada tra Palermo e Trapani, in una delle terre piu' povere e dimenticate del paese. Il 14 ottobre dello stesso anno da' inizio al primo dei suoi numerosi digiuni, sul letto di un bambino morto per la denutrizione. La protesta viene interrotta solo quando le autorita' si impegnano pubblicamente a eseguire alcuni interventi urgenti, come la costruzione di una fogna. Nel 1955 esce per i tipi di Laterza Banditi a Partinico, che fa conoscere all'opinione pubblica italiana e mondiale le disperate condizioni di vita nella Sicilia occidentale. Sono anni di lavoro intenso, talvolta frenetico: le iniziative si susseguono incalzanti. Il 2 febbraio 1956 ha luogo lo "sciopero alla rovescia", con centinaia di disoccupati - subito fermati dalla polizia - impegnati a riattivare una strada comunale abbandonata. Con i soldi del Premio Lenin per la Pace (1958) si costituisce il "Centro studi e iniziative per la piena occupazione". Centinaia e centinaia di volontari giungono in Sicilia per consolidare questo straordinario fronte civile, "continuazione della Resistenza, senza sparare". Si intensifica, intanto, l'attivita' di studio e di denuncia del fenomeno mafioso e dei suoi rapporti col sistema politico, fino alle accuse - gravi e circostanziate - rivolte a esponenti di primo piano della vita politica siciliana e nazionale, incluso l'allora ministro Bernardo Mattarella (si veda la documentazione raccolta in Spreco, Einaudi, Torino 1960 e Chi gioca solo, Einaudi, Torino 1966). Ma mentre si moltiplicano gli attestati di stima e solidarieta', in Italia e all'estero (da Norberto Bobbio a Aldo Capitini, da Italo Calvino a Carlo Levi, da Aldous Huxley a Jean Piaget, da Bertrand Russell a Erich Fromm), per tanti avversari Dolci e' solo un pericoloso sovversivo, da ostacolare, denigrare, sottoporre a processo, incarcerare. Ma quello che e' davvero rivoluzionario e' il suo metodo di lavoro: Dolci non si atteggia a guru, non propina verita' preconfezionate, non pretende di insegnare come e cosa pensare, fare. E' convinto che nessun vero cambiamento possa prescindere dal coinvolgimento, dalla partecipazione diretta degli interessati. La sua idea di progresso non nega, al contrario valorizza, la cultura e le competenze locali. Diversi libri documentano le riunioni di quegli anni, in cui ciascuno si interroga, impara a confrontarsi con gli altri, ad ascoltare e ascoltarsi, a scegliere e pianificare. La maieutica cessa di essere una parola dal sapore antico sepolta in polverosi tomi di filosofia e torna, rinnovata, a concretarsi nell'estremo angolo occidentale della Sicilia. E' proprio nel corso di alcune riunioni con contadini e pescatori che prende corpo l'idea di costruire la diga sul fiume Jato, indispensabile per dare un futuro economico alla zona e per sottrarre un'arma importante alla mafia, che faceva del controllo delle modeste risorse idriche disponibili uno strumento di dominio sui cittadini. Ancora una volta, pero', la richiesta di acqua per tutti, di "acqua democratica", incontrera' ostacoli d'ogni tipo: saranno necessarie lunghe battaglie, incisive mobilitazioni popolari, nuovi digiuni, per veder realizzato il progetto. Oggi la diga esiste (e altre ne sono sorte successivamente in tutta la Sicilia), e ha modificato la storia di decine di migliaia di persone: una terra prima aridissima e' ora coltivabile; l'irrigazione ha consentito la nascita e lo sviluppo di numerose aziende e cooperative, divenendo occasione di cambiamento economico, sociale, civile. Negli anni Settanta, naturale prosecuzione del lavoro precedente, cresce l'attenzione alla qualita' dello sviluppo: il Centro promuove iniziative per valorizzare l'artigianato e l'espressione artistica locali. L'impegno educativo assume un ruolo centrale: viene approfondito lo studio, sempre connesso all'effettiva sperimentazione, della struttura maieutica, tentando di comprenderne appieno le potenzialita'. Col contributo di esperti internazionali si avvia l'esperienza del Centro Educativo di Mirto, frequentato da centinaia di bambini. Il lavoro di ricerca, condotto con numerosi collaboratori, si fa sempre piu' intenso: muovendo dalla distinzione tra trasmettere e comunicare e tra potere e dominio, Dolci evidenzia i rischi di involuzione democratica delle nostre societa' connessi al procedere della massificazione, all'emarginazione di ogni area di effettivo dissenso, al controllo sociale esercitato attraverso la diffusione capillare dei mass-media; attento al punto di vista della "scienza della complessita'" e alle nuove scoperte in campo biologico, propone "all'educatore che e' in ognuno al mondo" una rifondazione dei rapporti, a tutti i livelli, basata sulla nonviolenza, sulla maieutica, sul "reciproco adattamento creativo" (tra i tanti titoli che raccolgono gli esiti piu' recenti del pensiero di Dolci, mi limito qui a segnalare Nessi fra esperienza etica e politica, Lacaita, Manduria 1993; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1996; e Comunicare, legge della vita, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1997). Quando la mattina del 30 dicembre 1997, al termine di una lunga e dolorosa malattia, un infarto lo spegne, Danilo Dolci e' ancora impegnato, con tutte le energie residue, nel portare avanti un lavoro al quale ha dedicato ogni giorno della sua vita". Tra le molte opere di Danilo Dolci, per un percorso minimo di accostamento segnaliamo almeno le seguenti: una antologia degli scritti di intervento e di analisi e' Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i libri di poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di riflessione piu' recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988; La struttura maieutica e l'evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1996. Recente e' il volume che pubblica il rilevante carteggio Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008. Tra le opere su Danilo Dolci: Giuseppe Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze 1984; Adriana Chemello, La parola maieutica, Vallecchi, Firenze 1988 (sull'opera poetica di Dolci); Antonino Mangano, Danilo Dolci educatore, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1992; Giuseppe Barone, La forza della nonviolenza. Bibliografia e profilo critico di Danilo Dolci, Libreria Dante & Descartes, Napoli 2000, 2004 (un lavoro fondamentale); Lucio C. Giummo, Carlo Marchese (a cura di), Danilo Dolci e la via della nonviolenza, Lacaita, Manduria-Bari-Roma 2005; Raffaello Saffioti, Democrazia e comunicazione. Per una filosofia politica della rivoluzione nonviolenta, Palmi (Rc) 2007. Tra i materiali audiovisivi su Danilo Dolci cfr. i dvd di Alberto Castiglione: Danilo Dolci. Memoria e utopia, 2004, e Verso un mondo nuovo, 2006.
Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Tra le opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' ancora quella a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori, Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); ma notevole ed oggi imprescindibile e' anche la recente antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004, 2007; delle singole opere capitiniane sono state recentemente ripubblicate: Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989, Edizioni dell'asino, Roma 2009; Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990; Colloquio corale, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2005; L'atto di educare, Armando Editore, Roma 2010; cfr. inoltre la raccolta di scritti autobiografici Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; La religione dell'educazione, La Meridiana, Molfetta 2008; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e' la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007; Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Tra le opere su Aldo Capitini: a) per la bibliografia: Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di Laura Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007; Caterina Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007; segnaliamo anche che la gia' citata bibliografia essenziale degli scritti di Aldo Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, pubblicata in Il messaggio di Aldo Capitini, cit., abbiamo recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010; b) per la critica e la documentazione: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Mario Martini (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Gian Biagio Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Maurizio Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; Alarico Mariani Marini, Eligio Resta, Marciare per la pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007; Maura Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008; Mario Martini, Franca Bolotti (a cura di), Capitini incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009; Giuseppe Moscati (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni, Levante, Bari 2010; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; e Amoreno Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell'Italia del Novecento, Donzelli, Roma 2006; c) per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato ed i volumi bibliografici segnalati sopra]
Ne sento il vuoto.
Era morto un bimbo, di fame:
recline sulle braccia della madre gialla,
il latte trovato in farmacia scivolava sulle labbruzze
inerti - era tardi.
Terribilmente semplici avevamo deciso
di metterci al posto del piccolo, uno dopo l'altro,
fin che non si apriva lo spiraglio del lavoro
per tutti: nella stanza terrana del vallone
tra la gente stupita (curiosavano i piccoli
il prete era sparito,
il medico e i notabili tentavano velare
con la parola intossicazione
per continuare a parassitare tranquilli il paese,
i giovani meditavano,
mi piangevano i vecchi - perche', tu? -,
sentivo, sotto, un pozzo senza fondo)
dopo giorni la postina e' venuta
con una lettera, di uno sconosciuto,
firmata Aldo Capitini.
Poi l'ho incontrato, in alto nella torre
del Comune a Perugia,
la dimora del padre campanaro:
era impacciato a camminare
ma enormemente libero e attivo,
concentrato ma aperto alla vita di tutti,
non ammazzava una mosca
ma era veramente un rivoluzionario,
miope ma profeta.
8. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Tiziano Dorandi, Diogene Laerzio e la storia della filosofia, Gedi, Torino 2022, pp. 142, euro 9,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
- Roberto Lucchetti, Teorema dell'equilibrio di Nash, Le Scienze, Roma 2022, pp. 144, euro 14,90 (in supplemento a "Le Scienze").
*
Riletture
- Eric A. Havelock, La Musa impara a scrivere. Riflessioni sull'oralita' e l'alfabetismo, Laterza, Roma-Bari 1987, 1995, pp. VIII + 184.
- Fatema Mernissi, Karawan. Dal deserto al web, Giunti, Firenze 2004, pp. 256.
*
Classici
- John Locke, Due trattati sul governo, Utet, Torino 1948, 2010, pp. 684. A cura di Luigi Pareyson.
- John Locke, Saggio sull'intelletto umano, Rcs-Bompiani, Milano 2007, 2009, pp. 832. A cura di Vincenzo Cicero e Maria Grazia D'Amico.
- John Locke, Saggio sull'intelligenza umana, Laterza, Roma-Bari 1988, Mondadori Milano 2008, pp. LXX + 826. Traduzione di Camillo Pellizzi riveduta da Grazia Farina, introduzione di Carlo Augusto Viano.
- John Locke, Scritti sulla tolleranza, Utet, Torino 1997, 2005, pp. 780. A cura di Diego Marconi.
9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
10. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4629 del 21 ottobre 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
*
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