[Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 594



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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 594 del 10 ottobre 2022

In questo numero:
1. Numerosi incontri con societa' civile ed istituzioni, grande partecipazione ed intensa commozione in occasione della visita in Italia della delegazione dell'"International Leonard Peltier Defense Committee"
2. Elena Rusca e Felipe Roman Lozano: Il caso di Leonard Peltier all'Onu

1. REPETITA IUVANT. NUMEROSI INCONTRI CON SOCIETA' CIVILE ED ISTITUZIONI, GRANDE PARTECIPAZIONE ED INTENSA COMMOZIONE IN OCCASIONE DELLA VISITA IN ITALIA DELLA DELEGAZIONE DELL'"INTERNATIONAL LEONARD PELTIER DEFENSE COMMITTEE"

Si e' svolta dal primo ottobre 2022 la visita in Italia della delegazione dell'"International Leonard Peltier Defense Committee" composta da tre prestigiose donne native americane, Carol Gokee, Lona Knight e Jean Roach, che guidano la campagna internazionale per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, da 47 anni detenuto innocente.
- Carol Gokee, Anishinabe, ha diretto l'"International Leonard Peltier Defense Committee" ed e' attualmente la coordinatrice del "Rise Up Tour" che visitera' vari paesi europei ed incontrera' l'Onu a Ginevra. Impegnata da sempre per i diritti umani di tutti gli esseri umani, protettrice della Madre Terra, ha dedicato la sua vita a difendere i diritti e sostenere le lotte delle popolazioni indigene di tutto il mondo.
- Lona Knight, Lakota, e' discendente di Jackson Kills Whiteman che fu uno dei pochi sopravvissuti al massacro di Wounded Knee del 1890; la sua famiglia allevava cavalli da rodeo nella riserva del fiume Cheyenne; lavora come formatrice e terapista occupandosi di traumi e lutti profondi.
- Jean Roach, Lakota, e' attuale condirettrice dell'International Leonard Peltier Defense Committee ed e' una storica militante dell'American Indian Movement; madre e nonna, e' una delle superstiti dello scontro a fuoco del 26 giugno 1975 nella riserva di Pine Ridge.
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Prolungato il periodo in Italia della delegazione per poter effettuare piu' incontri con societa' civile ed istituzioni
La delegazione, impegnata in un tour nei principali paesi europei, proveniva da Ginevra, dove aveva incontrato l'Onu, la cui struttura giuridica ad hoc ha esaminato la vicenda di Leonard Peltier concludendo con la richiesta della sua immediata liberazione.
In Italia la delegazione ha visitato varie citta' ed incontrato personalita', movimenti, associazioni, realta' accademiche, mezzi d'informazione, forze sindacali e politiche, autorevoli rappresentanti istituzionali.
Il periodo di visita in Italia e' stato prolungato di alcuni giorni per consentire di effettuare un maggior numero di incontri in considerazione del grande interesse riscontrato e delle molte richieste di incontro da parte di associazioni ed istituzioni.
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Leonard Peltier, detenuto innocente da 47 anni, attivista, testimone e simbolo della lotta in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra
Nel corso degli incontri e' stata illustrata la vicenda di Leonard Peltier e sono state illustrate anche le lotte ambientaliste e per i diritti umani in cui i nativi americani sono attualmente impegnati.
Nelle attuali lotte nonviolente negli Stati Uniti d'America e in Canada in difesa del mondo vivente e dei diritti umani di tutti gli esseri umani l'approccio profondamente ecologista e la leadership femminile e femminista del movimento dei nativi americani e' di esempio e di guida per tutte le persone sollecite del bene comune dell'umanita'.
Leonard Peltier, detenuto innocente da 47 anni, e' per il mondo intero un simbolo delle lotte dei popoli nativi e dell'umanita' intera contro ogni genocidio, contro ogni etnocidio, contro ogni ecocidio.
Leonard Peltier, detenuto innocente da 47 anni, e' per il mondo intero un simbolo delle lotte in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
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Il mondo intero chiede la liberazione di Leonard Peltier
Leonard Peltier deve essere liberato: non solo perche' e' anziano e malato, ma anche e soprattutto perche' e' innocente dei delitti per cui e' stato condannato in un processo-farsa fondato su cosiddette "prove" dimostratesi false e su cosiddette "testimonianze" dimostratesi altrettanto false. Lo stesso pubblico ministero che ne ottenne illo tempore la condanna ha successivamente riconosciuto la fallacia e la falsita' delle cosiddette "prove" e delle cosiddette "testimonianze" e lo scandaloso errore giudiziario commesso, ed ha scritto personalmente al Presidente degli Stati Uniti chiedendo la liberazione di Leonard Peltier.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta da personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', papa Francesco e il Dalai Lama.
Un anno fa l'indimenticabile Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli fece un appello pubblico - che ebbe grande rilevanza internazionale - per la concessione della grazia presidenziale da parte del Presidente degli Stati Uniti d'America.
Del resto l'intero Parlamento Europeo fin dal secolo scorso, con due risoluzioni del 1994 e del 1999, aveva gia' chiesto la liberazione dell'illustre attivista nativo americano.
Sempre lo scorso anno hanno sottoscritto l'appello per la liberazione di Leonard Peltier anche i sindaci di varie citta' italiane, da Aosta a Bologna, da Palermo a Pesaro.
Alcuni mesi fa la commissione giuridica ad hoc dell'Onu ha anch'essa chiesto la liberazione di Peltier.
Infine, un mese fa, l'8 settembre 2022, l'intero Comitato Nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America ha chiesto all'unanimita' al Presidente Biden l'atto di grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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La grande novita' della presa di posizione unanime del partito democratico degli Stati Uniti d'America nel chiedere al Presidente Biden di concedere la grazia a Leonard Peltier
Sono sempre piu' numerosi ed autorevoli gli appelli al Presidente statunitense Biden affinche' conceda la grazia che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
Sottolineiamo particolarmente che l'8 settembre 2022 si e' aggiunto anche il voto unanime del Comitato nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America (il partito cui appartiene lo stesso presidente Biden).
Pertanto dall'Onu al Parlamento Europeo, alla maggioranza democratica del Congresso USA, la richiesta della grazia per Leonard Peltier e' ormai condivisa non solo da innumerevoli persone di volonta' buona di tutto il mondo, non solo da importantissime associazioni della societa' civile, non solo dai movimenti di liberazione, per i diritti umani e per la difesa della biosfera, ma anche dalle istituzioni piu' rappresentative. Il presidente statunitense non puo' non tenerne conto.
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Ancora un appello
Valorizzando la presenza in Italia della prestigiosa delegazione dell'"International Leonard Peltier Defense Committee" invitiamo ancora una volta ogni persona di volonta' buona, ogni esperienza della societa' civile, ogni associazione democratica, ogni istituzione sollecita del bene comune dell'umanita' a far sentire la sua voce ed unirsi alla corale richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
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In calce alleghiamo la seguente documentazione essenziale:
1. Una minima notizia biografica su Leonard Peltier
2. Una minima notizia bibliografica su Leonard Peltier
3. La risoluzione del Parlamento Europeo del 1999
4. L'appello del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli del 2021
5. La risoluzione approvata all'unanimita' dal Comitato Nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America l'8 settembre 2022
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Per informazioni e contatti
Per interviste (in inglese) con l'"International Leonard Peltier Defense Committee" e con la delegazione che visitera' l'Europa in queste settimane: Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453; Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127; Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier's lead attorney, 615-434-7001.
Per ulteriori informazioni e contatti con l'"International Leonard Peltier Defense Committee": sito: wwww.whoisleonardpeltier.info, e-mail: contact at whoisleonardpeltier.info
Per informazioni e contatti con le principali associazioni promotrici delle iniziative italiane in corso per la liberazione di Leonard Peltier: e-mail: bigoni.gastone at gmail.com, naila.clerici at soconasincomindios.it, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com, tel. 3490931155 (risponde Andrea De Lotto, del "Comitato di solidarieta' con Leonard Peltier" di Milano), tel. 3478207381 (risponde Naila Clerici, direttrice della rivista "Tepee" e presidente italiana di Soconas-Incomindios).
Nota a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 7 ottobre 2022
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Da alcuni mesi e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni prigioniero innocente.
Piu' specificamente: negli ultimi 16 mesi il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" ha lavorato intensamente a qualificare ed estendere la solidarieta' con Leonard Peltier in Italia (ma anche in Europa e negli Stati Uniti d'America e in Canada).
Sul piano della qualificazione della solidarieta' ha promosso molti incontri di studio e ha fatto conoscere per la prima volta in Italia molti libri il cui studio e' fondamentale per chi vuole impegnarsi per sostenere Leonard Peltier e le lotte attuali dei nativi americani.
Sul piano dell'estensione della solidarieta' ha raggiunto ripetutamente decine di migliaia di interlocutori, e raccolto migliaia di adesioni: coinvolgendo figure di grande prestigio della riflessione morale e dell'impegno civile, della scienza e delle arti, dei movimenti e delle istituzioni.
Il criterio e' stato di coinvolgere persone, associazioni ed istituzioni in grado di esercitare un'azione persuasiva nei confronti del Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' conceda la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
In questa iniziativa, sul versante del coinvolgimento delle istituzioni, di particolare valore e' stata l'adesione del compianto Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli, quelle di molti parlamentari e parlamentari emeriti, quelle dei sindaci di vari comuni d'Italia, da Aosta a Bologna, da Palermo a Pesaro.
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1. Una minima notizia biografica su Leonard Peltier
Leonard Peltier nasce a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944.
Nell'infanzia, nell'adolescenza e nella prima giovinezza subisce pressoche' tutte le vessazioni, tutte le umiliazioni, tutti i traumi e l'emarginazione che il potere razzista bianco infligge ai nativi americani. Nella sua autobiografia questo processo di brutale alienazione ed inferiorizzazione e' descritto in pagine profonde e commoventi.
Nei primi anni Settanta incontra l'American Indian Movement (Aim), fondato nel 1968 proprio per difendere i diritti e restituire coscienza della propria dignita' ai nativi americani; e con l'impegno nell'Aim riscopre l'orgoglio di essere indiano - la propria identita', il valore della propria cultura, e quindi la lotta per la riconquista dei diritti del proprio popolo e di tutti i popoli oppressi.
Partecipa nel 1972 al "Sentiero dei trattati infranti", la carovana di migliaia di indiani che attraversa gli Stati Uniti e si conclude a Washington con la presentazione delle rivendicazioni contenute nel documento detto dei "Venti punti" che il governo Nixon non degna di considerazione, e con l'occupazione del Bureau of Indian Affairs.
Dopo l'occupazione nel 1973 da parte dell'Aim di Wounded Knee (il luogo del massacro del 1890 assurto a simbolo della memoria del genocidio delle popolazioni native commesso dal potere razzista e colonialista bianco)  nella riserva di Pine Ridge - in cui Wounded Knee si trova - si scatena la repressione: i nativi tradizionalisti ed i militanti dell'Aim unitisi a loro nel rivendicare l'identita', la dignita' e i diritti degli indiani, vengono perseguitati e massacrati dagli squadroni della morte del corrotto presidente del consiglio tribale Dick Wilson: uno stillicidio di assassinii in cui i sicari della polizia privata di Wilson (i famigerati "Goons") sono favoreggiati dall'Fbi che ha deciso di perseguitare l'Aim ed eliminarne i militanti con qualunque mezzo.
Nel 1975 per difendersi dalle continue aggressioni dei Goons di Wilson, alcuni residenti tradizionalisti chiedono l'aiuto dell'Aim, un cui gruppo di militanti viene ospitato nel ranch della famiglia Jumping Bull in cui organizza un campo di spiritualita'.
Proprio in quel lasso di tempo Dick Wilson sta anche trattando in segreto la cessione di una consistente parte del territorio della riserva alle compagnie minerarie.
Il 26 giugno 1975 avviene l'"incidente a Oglala", ovvero la sparatoria scatenata dall'Fbi che si conclude con la morte di due agenti dell'Fbi, Jack Coler e Ronald Williams, e di un giovane militante dell'Aim, Joe Stuntz, e la successiva fuga dei militanti dell'Aim superstiti guidati da Leonard Peltier che riescono ad eludere l'accerchiamento da parte dell'Fbi e degli squadroni della morte di Wilson.
Mentre nessuna inchiesta viene aperta sulla morte della giovane vittima indiana della sparatoria, cosi' come nessuna adeguata inchiesta era stata aperta sulle morti degli altri nativi assassinati nei mesi e negli anni precedenti da parte dei Goons, l'Fbi scatena una vasta e accanita caccia all'uomo per vendicare la morte dei suoi due agenti: in un primo momento vengono imputati dell'uccisione dei due agenti quattro persone: Jimmy Eagle, Dino Butler, Leonard Peltier e Bob Robideau.
Dino Butler e Bob Robideau vengono arrestati non molto tempo dopo, processati a Rapid City ed assolti perche' viene loro riconosciuta la legittima difesa.
A quel punto l'Fbi decide di rinunciare a perseguire Jimmy Eagle e di concentrare le accuse su Leonard Peltier, che nel frattempo e' riuscito a riparare in Canada; li' viene arrestato ed estradato negli Usa sulla base di due affidavit di una "testimone" che lo accusano menzogneramente del duplice omicidio; la cosiddetta "testimone" successivamente rivelera' di essere stata costretta dall'Fbi a dichiarare e sottoscrivere quelle flagranti falsita'.
Peltier viene processato non a Rapid City come i suoi compagni gia' assolti per legittima difesa ma a Fargo, da una giuria di soli bianchi, in un contesto razzista fomentato dall'Fbi.
Viene condannato a due ergastoli nonostante sia ormai evidente che le testimonianze contro di lui erano false, estorte ai testimoni dall'Fbi con gravi minacce, e nonostante che le cosiddette prove contro di lui fossero altrettanto false.
Successivamente infatti, grazie al Freedom of Information Act, fu possibile accedere a documenti che l'Fbi aveva tenuto nascosti e scoprire che non era affatto il cosiddetto "fucile di Peltier" ad aver ucciso i due agenti.
In carcere, si organizza un tentativo di ucciderlo, che viene sventato in modo rocambolesco; ma anche se riesce a salvarsi la vita Leonard Peltier viene sottoposto a un regime particolarmente vessatorio e le sue condizioni di salute ben presto si aggravano.
Tuttavia anche dal carcere, anche in condizioni di particolare durezza, Leonard Peltier riesce a svolgere un'intensa attivita' di testimonianza, di sensibilizzazione, di militanza, finanche di beneficenza; un'attivita' non solo di riflessione e d'impegno morale, sociale e politico, ma anche artistica e letteraria; nel corso degli anni diventa sempre piu' un punto di riferimento in tutto il mondo, come lo fu Nelson Mandela negli anni di prigionia nelle carceri del regime dell'apartheid.
La sua liberazione viene chiesta da illustri personalita', ma e' costantemente negata da parte di chi ha il potere di concederla. Analogamente la richiesta di un nuovo pronunciamento giudiziario e' sempre respinta, cosi' come gli vengono negate tutte le altre guarentigie riconosciute a tutti i detenuti.
Nel 1983 e poi in seconda edizione nel 1991 viene pubblicato il libro di Peter Matthiessen che fa piena luce sulla persecuzione subita da Leonard Peltier.
Nel 1999 viene pubblicata l'autobiografia di Leonard Peltier (presto tradotta anche in francese, italiano, spagnolo e tedesco).
Ma nei primi anni Duemila il processo per la tragica morte di un'altra militante del'Aim, Anna Mae Aquash, viene strumentalizzato dall'Fbi per orchestrare una nuova squallida e grottesca campagna diffamatoria e persecutoria nei confronti di Leonard Peltier. E nel 2009 un agente speciale che aveva avuto un ruolo fondamentale nella "guerra sporca" dell'Fbi contro l'Aim, Joseph Trimbach, da' alle stampe un libro che e' una vera e propria "summa" delle accuse contro Leonard Peltier.
Tuttavia e' ormai chiarissimo che Peltier e' innocente, e la prova definitiva dell'innocenza la da' proprio il libro di Trimbach: in quest'opera il cui scopo dichiarato e' dimostrare che l'Aim e' nient'altro che un'organizzazione criminale e terroristica, e che Leonard Peltier e' nient'altro che un efferato assassino, l'autore non solo non presenta alcuna vera prova contro Peltier, ma di fatto conferma cosi' che prove contro Peltier non ci sono.
Ma gli anni continuano a passare e la solidarieta' con Leonard Peltier non riesce ad ottenerne la liberazione. Occlusa proditoriamente la via giudiziaria, resta solo la grazia presidenziale, ma quando alcuni presidenti statunitensi lasciano intendere di essere disposti a prendere in considerazione un atto di clemenza che restituirebbe la liberta' a Leonard Peltier la reazione dell'Fbi e' minacciosa. Clinton prima e Obama poi rinunciano. Pavidita' dinanzi alla capacita' di intimidazione anche nei confronti della Casa bianca da parte dell'Fbi?
E giungiamo ad oggi: Leonard Peltier, che e' gia' affetto da gravi patologie, alcuni mesi fa e' stato anche malato di covid: nuovamente chiediamo al presidente degli Stati Uniti che sia liberato e riceva cure adeguate. Non muoia in carcere un uomo innocente, non muoia in carcere un eroico lottatore per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la difesa del mondo vivente.
Leonard Peltier deve essere liberato non solo perche' e' anziano e malato, ma perche' e' innocente.
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2. Una minima notizia bibliografica su Leonard Peltier
- Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano. Leonard Peltier prigioniero degli Stati Uniti, Erre Emme, Pomezia (Roma) 1996 (ora Roberto Massari Editore, Bolsena Vt).
- Peter Matthiessen, In the Spirit of Crazy Horse, 1980, Penguin Books, New York 1992 e successive ristampe; in edizione italiana: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994.
- Leonard Peltier (con la collaborazione di Harvey Arden), Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999; in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005.
- Jim Messerschmidt, The Trial of Leonard Peltier, South End Press, Cambridge, MA, 1983, 1989, 2002 (disponibile in edizione digitale nel sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info)-
- Bruce E. Johansen, Encyclopedia of the American Indian Movement, Greenwood, Santa Barbara - Denver - Oxford, 2013 e piu' volte ristampata.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, Agents of Repression: The FBI's Secret Wars Against the Black Panther Party and the American Indian Movement, South End Press, Boulder, Colorado, 1988, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Ward Churchill e Jim Vander Wall, The COINTELPRO Papers: Documents from the FBI's Secret Wars Against Dissent in the United States, South End Press, Boulder, Colorado, 1990, 2002, Black Classic Press, Baltimore 2022.
- Joseph H. Trimbach e John M. Trimbach, American Indian Mafia. An FBI Agent's True Story About Wounded Knee, Leonard Peltier, and the American Indian Movement (AIM), Outskirts Press, Denver 2009.
- Roxanne Dunbar-Ortiz, An Indigenous Peoples' History of the United States, Beacon Press, Boston 2014.
- Dick Bancroft e Laura Waterman Wittstock, We Are Still Here. A photographic history of the American Indian Movement, Minnesota Historical Society Press, 2013.
- Michael Koch e Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
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3. La risoluzione del Parlamento Europeo del 1999
Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
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4. L'appello del Presidente del Parlamento Europeo David Sassoli del 2021
Il Presidente Sassoli il 23 agosto 2021 ha espresso pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scrisse, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
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5. La risoluzione approvata all'unanimita' dal Comitato Nazionale del Partito Democratico degli Stati Uniti d'America l'8 settembre 2022.
The following Resolution will be considered by the Resolutions Committee at its meeting on September 8, 2022.
Submitted by:
Ruth Buffalo/ND
Patrick Hart/Chair/ND
Kari Breker/Vice Chair/ND
Adam Goldwyn/ND
Clara Pratte/AZ
Resolution to Consider an Award of Executive Clemency for Leonard Peltier
WHEREAS, Democrats have sought to use clemency powers to secure the release of those serving unduly long or unjust prison sentences; and
WHEREAS, the Obama administration commuted the sentences of more than 1,700 people serving unjust sentences after a thorough review of their individual cases and the Biden administration has so far used clemency powers for more than 75 individuals serving unjust sentences as part of a broader strategy to make the criminal justice system more fair; and
WHEREAS, the Biden administration, under the direction of Secretary Deb Haaland, is leading a historic investigation into the lasting social impacts - such as, historical and intergenerational trauma - of the federal Indian boarding school system that separated Mr. Peltier from his family at a young age; and
WHEREAS, Mr. Peltier is 77 years old, and has served more than 45 years in federal prison - at least five years solitary confinement - in numerous prisons across the United States; and
WHEREAS, Leonard Peltier is Native American, elderly and suffers from severe health conditions, including diabetes and a lethal abdominal aortic aneurysm; life ending if ruptured; and
WHEREAS, The Department of Justice (DOJ) has issued a national response to the COVID-19 pandemic authorizing the Federal Bureau of Prisons (BOP) to release elderly inmates and those with underlying health conditions from federal prisons; Mr. Peltier is imprisoned at the Coleman Federal Correctional Complex in Florida and qualifies for early release under BOP guidelines; and
WHEREAS, Mr. Peltier was convicted and sentenced to two consecutive life sentences in 1977 for the murders of Federal Bureau of Investigation (FBI) agents Ronald Williams and Jack Coler, killed on June 26, 1975, during a confrontation with members of the American Indian Movement (AIM) on the Pine Ridge Indian reservation; Joseph Stuntz, a 23-year-old member of the Coeur d'Alene Tribe, was also killed that day, and his death was never investigated; and
WHEREAS, Mr. Peltier was extradited from Canada based on false statements of an alleged eye witness who later retracted her testimony; and
WHEREAS, many evidentiary and procedural irregularities arose during Mr. Peltier's prosecution, such as alleged key eyewitness to the shootings later retracting testimony disclosing threats against the eyewitness and family by the FBI; and
WHEREAS, a 1980 Freedom of Information Act ruling revealed to Mr. Peltier's lawyers the prosecution withheld evidence that might have impacted Mr. Peltier's case; and
WHEREAS, although legal experts have criticized the trial for its failed due process, appeals for presidential consideration of clemency by distinguished Americans and justice organizations have had no success; and
WHEREAS, this further diminishes American Indians' faith in the criminal justice system throughout the country; and
WHEREAS, hundreds of tribal nations have supported early release and clemency Mr. Peltier's throughout the years, and the Turtle Mountain Band of Chippewa, of which Mr. Peltier is a member, has offered housing, elderly support, and reintegration services upon Mr. Peltier's release; and
WHEREAS, petitions for Mr. Peltier's release are widespread and urgent, including those who once were part of the 1977 criminal prosecution and former U.S. Attorney James H. Reynolds, having garnered over 275,000 signatures on a petition requesting President Biden grant Mr. Peltier clemency; and
WHEREAS, Amnesty International, a global human rights organization with over 10 million members, supporters, and activists worldwide, continues the call for Mr. Peltier's release to this day; and
WHEREAS, Mr. Peltier has overwhelming support from internationally respected champions of human rights, including the late Nelson Mandela, His Holiness the Dalai Lama, Mikhail Gorbachev, Mary Robinson, former President of Ireland and United Nations High Commissioner for Human Rights, the European Parliament, the Belgian Parliament, the Italian Parliament, the Kennedy Memorial Center for Human Rights, the Rev. Jesse Jackson, Rigoberta Menchu, seven Nobel Peace Prize Laureates (including Archbishop Desmond Tutu and Shirin Ebadi), Rage Against the Machine, Pete Seeger, Carlos Santana, Harry Belafonte, Gloria Steinem, and Robert Redford, representing but a fraction of those who recognize the injustice imposed upon Mr. Peltier; and
WHEREAS, the National Caucus of Native American State Legislators, tribal nation leaders, and the National Congress of American Indians, within our representative states and beyond, have demanded Mr. Peltier's clemency and release;
THEREFORE, BE IT RESOLVED, that the DNC platform states that the President should use clemency powers "to secure the release of those serving unduly long sentences;" and
BE IT FURTHER RESOLVED, that given the overwhelming support for clemency, the constitutional due process issues underlying Mr. Peltier's prosecution, his status as an elderly inmate, and that he is an American Indian, who suffer from greater rates of health disparities and severe underlying health conditions, Mr. Peltier is a good candidate to be granted mercy and leniency; and
BE IT FURTHER RESOLVED, that it is highly appropriate that consideration of clemency for Mr. Peltier be prioritized and expedited, so that Mr. Peltier can return to his family and live his final years among his people.

2. DOCUMENTAZIONE. ELENA RUSCA E FELIPE ROMAN LOZANO: IL CASO DI LEONARD PELTIER ALL'ONU
[Dal sito www.glistatigenerali.com riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 30 settembre 2022, li' tradotto e pubblicato il 6 ottobre 2022 col titolo "Il caso di Leonard Peltier all'Onu: un vicolo cieco?"]

La detenzione arbitraria di Leonard Peltier, durata 46 anni, e' stata riconosciuta come tale da organizzazioni nazionali e internazionali per i diritti umani. Il suo caso e' stato portato davanti al Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria che ha sollecitato il suo rilascio negli Stati Uniti durante il 50mo Consiglio per i diritti umani.Tuttavia, fino ad oggi, nulla e' cambiato nella situazione di Leonard Peltier.
"El Clarin de Chile" ha potuto incontrare Jean Roach, Lona Knight e Carol Gokee, tre delegati del movimento per la liberazione di Leonard Peltier, durante la 51ma sessione del Consiglio per i diritti umani, attualmente in sessione presso la sede delle Nazioni Unite a Ginevra, Svizzera. In questo consiglio hanno ribadito la necessita' di agire per porre fine all'ingiusta detenzione di Leonard Peltier.
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Leonard Peltier, un attivista indiano d'America, e' stato condannato a due ergastoli in una prigione federale per il presunto omicidio di due agenti dell'FBI durante una sparatoria del 1975 nella riserva indiana di Pine Ridge nel South Dakota.
Imprigionato all'eta' di 32 anni, Leonard Peltier e' ora un vecchio molto fragile. La sua sentenza incostituzionale, riconosciuta in tutto il mondo come detenzione arbitraria, sta ora diventando una condanna a morte de facto.
Negli ultimi anni e' stato riconosciuto l'ambiente violento creato dall'FBI nella riserva di Pine Ridge all'epoca dell'arresto di Peltier: l'FBI ha partecipato attivamente e finanziato una campagna segreta per reprimere le attività dell'American Indian Movement (AIM), un gruppo di attivisti che richiama l'attenzione sulle violazioni dei diritti dei trattati federali, sulla discriminazione e sulla brutalita' della polizia contro i nativi americani.
Gli sforzi per garantire il rilascio di Leonard Peltier sono stati ripetutamente ostacolati dall'opposizione dell'FBI, insieme al mancato riconoscimento del suo ruolo a Pine Ridge da parte dell'FBI. Sfortunatamente, per il governo degli Stati Uniti, queste azioni dell'FBI a meta' degli anni '70 nel territorio indigeno sembrano poco credibili e cio' non aiuta a mettere in discussione la situazione di Leonard Peltier.
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Vorremmo chiedervi dell'atmosfera creata dall'FBI negli anni '70 nella riserva indiana di Pine Ridge. Ci interessava anche sapere se il leader della tribu' dell'epoca, Dick Wilson, fosse in qualche modo coinvolto con le agenzie governative o come avesse contribuito a creare questa atmosfera violenta.
Dick Wilson e' stato il creatore della squadra di teppisti a cui sono state fornite armi automatiche e assistenza militare dal governo degli Stati Uniti per andare a Wounded Knee. E' li' che tutto e' iniziato, nel 1973. Ma vale la pena considerare l'anno 1975, quando la sparatoria e' avvenuta il 26 giugno, nel giro di un'ora la zona era gia' inondata di polizia, l'AI, che era la polizia tribale, che ora e' cambiata. Chi era Dick Wilson? Il capo della tribu', che ha dichiarato che si sarebbe sbarazzato dei membri dell'AIM. Quindi qualsiasi uomo che avesse i capelli lunghi, o che credesse nella religione nativa, nella religione tradizionale, che andasse alla capanna del sudore o partecipasse a una cerimonia, divenne il bersaglio dei suoi scagnozzi. Anche quelli che erano considerati simpatizzanti dell'AIM. Molti lo erano, soprattutto le nonne.
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Pensate che tutta questa atmosfera violenta creata dall'FBI e dalla polizia privata di Dick Wilson (i GOONS), fosse diretta principalmente a sopprimere in qualche modo qualsiasi tentativo di preservare e conservare le tradizioni indigene, un tentativo di standardizzare e occidentalizzare i popoli nativi americani?
Proprio come Wounded Knee 73 era un movimento spirituale che partiva dai collegi e faceva pressioni sulla Chiesa cattolica riguardo all'educazione forzata dei bambini indigeni. Poi l'American Indian Movement e' tornato e ha contribuito a riportare indietro le credenze perche' la religione nativa era ancora li', ma era nascosta. Grazie a questo movimento sono tornate alla luce le nostre credenze tradizionali. E questa era una delle cose principali che il governo temeva: l'unificazione degli indigeni sotto la spiritualita'.

Cosi' il governo organizzo' l'assalto militare a Wounded Knee nel 1973 e poi forni' a Wilson armi di livello militare. Quando si verificarono gli eventi del 26 giugno 1975, l'atmosfera quotidiana nella riserva era regolata dalla legge della pistola. Tutti dovevano avere una pistola per proteggersi e spesso qualcuno veniva colpito da colpi di arma da fuoco. Ma da Wounded Knee, avevamo armi a colpo singolo calibro 22, mentre loro (i GOONS) avevano armi automatiche. Ma noi avevamo solo quello per proteggerci, loro invece avevano pure veicoli corazzati, sai, carri armati. Si', ci sono foto di quello. E cosi', quando e' arrivato il 26 giugno, giorno della sparatoria in cui e' stato incastrato Leonard, hanno inviato due agenti dell'FBI al ranch dei Jumping Bulls. Questi agenti erano in borghese, senza distintivi, senza uniformi. E sapevano che il clima dell'intera riserva era delicato perche' vivevano secondo la legge della pistola. Quindi ci chiediamo, perche' l'hanno fatto? Perche' hanno inviato veicoli senza identificazione? E non indossavano uniformi della polizia, nemmeno abiti, sai, come di solito indossano gli agenti dell'FBI. Quindi questa e' come una domanda a cui non possiamo rispondere. Perche' l'hanno fatto e anche perche' sono venuti a sparare?
- Jean aveva 14 anni ed era li'. -
- Si', io e il mio fratellino eravamo li', ma la maggior parte di noi aveva meno di 18 anni. Adolescenti e adulti sono quelli che hanno pagato per questo. -
Leonard e' stato accusato di aver ucciso due agenti dell'FBI, uno dei quali ha sparato a distanza ravvicinata, ma gli studi balistici non hanno mai confermato questo fatto.
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E presumibilmente gli agenti dell'FBI stavano inseguendo un giovane accusato di aver rubato un paio di stivali...
Si'. E questa e' un'altra questione di giurisdizione perche' prima di tutto all'FBI non e' consentito l'accesso alla nostra terra sovrana, per detenere membri della tribu', a meno che non abbiano commesso uno dei primi dieci crimini, come il rapimento o l'omicidio. Il movente deve essere uno dei dieci crimini principali. Quindi il furto di un paio di stivali da cowboy non si qualifica come tale.
Inoltre, questo evento si e' verificato in Nebraska, in uno stato a sud del South Dakota. L'incidente degli stivali e' avvenuto in un altro stato. E vorrei aggiungere una cosa: Dick Wilson, il capo della tribu', e' stato colui che ha deciso di far entrare i marescialli del governo degli Stati Uniti, l'FBI, perche' stava cercando di accapparrarsi le risorse contenute nel sottosuolo della riserva. I Jumping Bulls erano autorita' tradizionali e aveva bisogno della loro firma per trasferire la terra al governo degli Stati Uniti, interessato all'estrazione dell'uranio in quella regione. Infatti in quel momento volevano costruire un poligono di tiro, ma cercavano sempre quella terra e gli anziani si avvicinarono all'American Indian Movement dicendo: "Abbiamo bisogno del tuo aiuto, ci stanno uccidendo".
Hanno ucciso piu' di sessantatre' persone in quel momento. Li hanno aggrediti con la forza, li hanno maltrattati, li hanno cacciati fuori strada con le loro auto, hanno sparato alle case e hanno ucciso bambini. E poi l'American Indian Movement e' venuto a proteggerli.
Lo stesso giorno in cui si e' verificata la sparatoria, Dick Wilson era a Washington, DC, a trasferire un terzo dei quattro ottavi dalla riserva al governo con firme contraffatte. Cosi' in fondo si trattava della terra, si trattava di avidita'. L'American Indian Movement e' stato classificato come un gruppo terroristico da Wilson. Quindi per questo motivo il governo degli Stati Uniti e' andato con la grande milizia, perche' presumibilmente si trattava di un gruppo terroristico, un gruppo di guerriglia. Ma in realta' non lo era. Non era.
All'FBI era il periodo dell'era di J. Edgar Hoover durante la quale fu implementato COINTELPRO, il programma di controspionaggio, in questo caso per organizzare una campagna diffamatoria contro l'American Indian Movement e per far credere che tutti a Pine Ridge Riserva erano militanti, anche se questo non era vero. Leonard Peltier stava insegnando alla gente di Pine Ridge sul giardinaggio e sulle cerimonie. Leonard non e' affatto un uomo violento, ma ha protetto la sua gente. Darebbe la vita per il suo popolo. Ed e' per questo che dobbiamo continuare a lottare per lui. E' malato in questo momento. E quando l'ONU ha pubblicato il suo rapporto, siamo dovuti venire e abbiamo dovuto ampliare le informazioni. Abbiamo dovuto fare del nostro meglio per convincere tutti i leader mondiali a farsi avanti per chiedere la sua liberta'.
Non dovremmo nemmeno chiedere pieta'. Quest'uomo avrebbe dovuto essere esonerato anni fa quando e' uscito il Freedom of Information Act e siamo riusciti a ottenere alcuni documenti. In quel momento abbiamo avuto la prova che hanno nascosto il rapporto balistico e falsificato i rapporti balistici per condannare Leonard. E vorrei aggiungere un'altra cosa che, nella sua recente dichiarazione al presidente Biden, James Reynolds, il procuratore degli Stati Uniti, procuratore distrettuale supervisore, Evan Hultman, che ha incarcerato Leonard, ha dichiarato: "Ho convissuto con questo per 45 anni. E devo dirti che abbiamo mentito, abbiamo usato una teoria dopo l'altra. Quando una teoria non funzionava, ne creavamo un'altra. Abbiamo fatto questo e abbiamo portato quest'uomo in prigione. E basta. Deve essere rilasciato".
Non gli e' mai stata data una data di uscita. Quindi in questo momento sta per morire in prigione quando ha gia' scontato la pena piu' di cinque anni fa. Se guardiamo al tempo in cui era in prigione, uno con l'ergastolo al momento della sua condanna era di 17 anni e mezzo e aveva due ergastoli. Cio' equivale a 35 anni. E poi e' scappato in California, a Lompoc, perche' il governo lo ha incaricato di attentare alla sua vita. Hanno chiesto a un altro detenuto di aiutarlo a scappare e gli avrebbero sparato alla schiena perche' stava ricevendo molta attenzione da parte dei media fuori dalla prigione. Quello era l'unico modo per fermare Leonard. Tuttavia, il piano falli' perche' non distinguevano un nativo dall'altro. Cosi' ne hanno sparato a un altro e l'hanno ucciso pensando che fosse Leonard. Ma Leonard e' scappato per cinque giorni. Alla fine e' stato catturato e gli sono stati aggiunti 7 anni di prigione, quindi cinque anni fa avrebbe dovuto essere rilasciato. Leonard combatte per la sua vita da 47 anni. E ha delle persone importanti che lo supportano. Ora la nostra coalizione e' riuscita a riunire politici, giornalisti, insegnanti, medici, avvocati, paralegali e anche molte organizzazioni stanno lavorando con noi.
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Abbiamo anche letto delle condizioni di vita dei nativi americani negli Stati Uniti, in particolare nella riserva indiana di Pine Ridge, ancora oggi. Quindi ci siamo preoccupati di leggere che ci sono numeri molto alti di poverta', alcolismo e suicidio tra adolescenti. Ad oggi c'e' discriminazione da parte del governo e non si fa abbastanza. Potreste dirci qualcosa in piu' su questo e sullo stato delle cose nella riserva?
Parliamo di genocidio, colonizzazione, fino ad oggi. Vivere nelle riserve e' come essere in guerra, come in un campo di prigionia.
Le riserve non sono autonome e il governo non ci porta del buon cibo: nessuno qui in questo Paese mangerebbe mai il cibo che ci danno. E non solo quello, ma la droga che hanno portato, questo distrugge l'intera comunita'.
La chiesa e' altrettanto velenosa. Quindi hai tutti questi elementi con cui sono cresciute diverse generazioni. Ad esempio l'obbligo di mandare i bambini in collegio, d'altronde i nonni non possono parlare la lingua o praticare i loro costumi, questi sono abusi. Abbiamo sentito cosa e' successo in Canada e abbiamo anche collegi negli Stati Uniti. Lona e' una sopravvissuta al collegio. Hanno rotto la sua famiglia. Quindi, quando distruggi la famiglia nucleare, voglio dire, hai un'intera generazione che non si e' mai presa cura dei propri figli perche' erano in collegio. Quindi e' un vero e proprio attacco volto al collasso del popolo, della famiglia, delle tribu'. E il risultato si vede nelle condizioni attuali delle riserve indigene.
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Cosi' le famiglie sono state costrette a mandare i loro figli in questi collegi.
Esatto, sono stati prelevati con la forza a cinque anni e restituiti a 18 o 24.
I funzionari statali sarebbero venuti e avrebbero portato via i bambini. Lo stesso Leonard fu portato in una di queste istituzioni. E' stato cresciuto da suo nonno e sua nonna e, quando suo nonno e' morto, sua nonna stava lottando per nutrire lui e i suoi fratelli. Quindi ha chiesto aiuto e i funzionari hanno iniziato ad arrivare con le auto del governo. A nove anni, Leonard sapeva cos'era un'auto del governo e quando quelle auto arrivavano nella proprieta', i bambini correvano perche' sapevano che sarebbero stati presi. E un giorno non hanno sentito arrivare la macchina e li hanno portati via.
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Dagli Stati Uniti all'Onu, chiedendo giustizia per Leonard Peltier
Tutte le istanze legali per chiedere la liberta' di Leonard Peltier negli Stati Uniti sono state inutili. Solo la speranza rimane nelle istanze internazionali. Tra questi, quelli dell'Onu a Ginevra, il cuneo dei diritti umani.
"La condanna di Leonard Peltier e' stata un grave errore giudiziario e, tra le altre cose, una violazione dei suoi diritti a un giusto processo. Leonard e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli consecutivi in ??connessione con la sparatoria e la morte di due agenti del Federal Bureau of Investigation (FBI) nella riserva di Pine Ridge, SD, dopo un processo ampiamente criticato per cattiva condotta dell'FBI e del Procuratore generale degli Stati Uniti", denuncia Jean Roach, Miniconjou, Lakota, membro della Oceti Sakowin Nation e sopravvissuto alla sparatoria di Oglala del 1975, che porto' all'incarcerazione di Leonard Peltier, durante la 51a sessione del Consiglio per i diritti umani.
"Leonard Peltier ha esaurito le vie di ricorso interne e ora solo il Presidente degli Stati Uniti puo' concedere clemenza. La sua salute e' peggiorata negli ultimi anni", spiega Jean Roach. "Leonard Peltier e' il prigioniero politico piu' longevo degli Stati Uniti. Il fatto che il prigioniero politico piu' longevo sia un uomo indigeno e' un esempio delle continue eredita' del colonialismo che le popolazioni indigene devono affrontare".
Le dichiarazioni del Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria, durante la sua 93a sessione svoltasi tra marzo e aprile di quest'anno, sottolineano le denunce di Jean Roach.
Il gruppo di lavoro sulla detenzione arbitraria e' stato stabilito nella risoluzione 1991/42 della Commissione per i diritti umani. In accordo con le sue modalita' di lavoro, il 10 dicembre 2021 il Gruppo di lavoro ha trasmesso al governo degli Stati Uniti d'America una comunicazione riguardante Leonard Peltier: "Dall'inizio della sua condanna, il sig. Peltier ha subito una serie di violazioni di i diritti del giusto processo garantiti ai prigionieri in cerca di liberta' condizionale dalla legge degli Stati Uniti. Nel 1977, la Parole Commission ha implementato una procedura che richiedeva ai detenuti senza una pena minima di essere informati della data "presunta" della liberta' vigilata. Tuttavia, il signor Peltier non e' mai stato informato della sua presunta data di liberta' vigilata, come richiesto. La decisione della Commissione del 1993 di negare la liberta' condizionale e' stata presa su raccomandazione di un esaminatore dell'udienza per la liberta' vigilata che non aveva pieno accesso ai fatti del caso. L'esaminatore ha raccomandato di negare la liberta' condizionale perche' il signor Peltier aveva "commesso un omicidio". Tuttavia, all'epoca, non sapeva che il governo aveva precedentemente ammesso di non poter provare che il signor Peltier fosse la persona che aveva ucciso gli agenti del Federal Bureau of Investigation. I pubblici ministeri avevano riconosciuto nel 1978 di non sapere nello specifico chi avesse sparato i colpi mortali e i fatti non indicavano direttamente la persona responsabile dell'omicidio.
La fonte sostiene che il Federal Bureau of Investigation (FBI) ha preso di mira Peltier per il suo attivismo politico relativo ai diritti degli indiani prima che fosse imprigionato e da allora ha continuato a esercitare influenza sul suo caso. Gli interventi nel caso Peltier riflettono la storia dell'agenzia nel prendere di mira i gruppi dissidenti politici, in particolare quelli delle minoranze razziali e delle comunita' indigene.
Prima del suo arresto, Peltier era un attivista dell'American Indian Movement. Nel 1973, il Federal Bureau of Investigation inizio' a monitorare e lavorare per infiltrarsi nel Movimento per indagare sulla sua presunta attivita' estremista. Le comunicazioni dell'ufficio di quel momento si riferiscono agli sforzi per coltivare informatori all'interno dei membri del Movimento e alla sorveglianza delle attivita' dei singoli membri del Movimento. Dalla sorveglianza segreta, l'Ufficio ha intensificato le sue attivita' in minacce fisiche. Un memorandum della riunione dell'aprile 1975 mostrava che l'agenzia si stava preparando a impegnarsi in uno scontro armato con il Movimento.
Il gruppo di detenzione arbitraria sostiene che "la detenzione del sig. Peltier e' arbitraria nelle categorie I e III. Anche se un arresto era legale all'inizio, puo' diventare illegale una volta che la persona ha scontato la pena o quando le circostanze che hanno giustificato l'arresto sono cambiate. Questo e' il caso dell'arresto del signor Peltier. Sebbene il gruppo di lavoro non abbia ritenuto che la detenzione del sig. Peltier fosse arbitraria nel 2005, le circostanze sono cambiate e la sua continua privazione della liberta' 17 anni dopo e' ora diventata arbitraria".
In tal senso, il Gruppo di lavoro ricorda che, anche quando nessun singolo difetto considerato di per se' renderebbe arbitraria la detenzione, una serie di difetti puo' cumulativamente indicare che la detenzione e' effettivamente arbitraria. Il caso in esame, per il Gruppo, e' tale: l'effetto cumulativo delle carenze procedurali subite da Leonard Peltier nel procedimento per la liberta' vigilata e' schiacciante, rendendo arbitraria la sua continua detenzione.
Ora il governo degli Stati Uniti ha 6 mesi per rispondere alla comunicazione del Gruppo di lavoro delle Nazioni Unite sulla detenzione arbitraria.

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Numero 594 del 10 ottobre 2022
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