[Nonviolenza] Telegrammi. 4567



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4567 del 19 agosto 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. 18 agosto 2022. Nella "settimana di studio e di testimonianza per la liberazione di Leonard Peltier" oggi rileggiamo "Native Activism in Cold War America. The Struggle for Sovereignty" di Daniel M. Cobb
2. "International Leonard Peltier Defense Committee": Leonard Peltier Spiritual Walk 2022
3. Enrico Peyretti: Francesco, la rivoluzione della pace
4. Aldo Capitini: Il manuale di Charles C. Walker sull'azione diretta nonviolenta
5. Il geniale cavaliere: Un'eccellente idea per la riforma della giustizia
6. Presidenzialismo
7. Osvaldo Caffianchi: Dice la televisione
8. Luciano Bonfrate: Una notte
9. Annibale Scarpante: Quando
10. Segnalazioni librarie
11. La "Carta" del Movimento Nonviolento
12. Per saperne di piu'

1. INCONTRI. 18 AGOSTO 2022. NELLA "SETTIMANA DI STUDIO E DI TESTIMONIANZA PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER" OGGI RILEGGIAMO "NATIVE ACTIVISM IN COLD WAR AMERICA. THE STRUGGLE FOR SOVEREIGNTY" DI DANIEL M. COBB

Giovedi' 18 agosto 2022, nell'ambito della "settimana di studio e di testimonianza per la liberazione di Leonard Peltier", si e' svolto a Cura di Vetralla (Vt) un incontro di studio dedicato al libro di Daniel M. Cobb, Native Activism in Cold War America: The Struggle for Sovereignty, University Press of Kansas, Lawrence 2008, pp. XII + 306.
Il libro, un lavoro storiografico notevole, descrive accuratamente le esperienze di impegno dei nativi americani per difendere la propria cultura e i propri diritti negli anni tra la fine della seconda guerra mondiale e la fine degli anni Sessanta.
L'autore ricostruisce un periodo storico decisivo ma assai meno noto rispetto al grande ciclo di lotte iniziato con l'occupazione di Alcatraz nel 1969 e protrattosi fino al "Longest Walk" del 1978. Mentre sulle vicende del periodo 1969-1978 esiste una vasta pubblicistica e vi sono varie opere di ottimo livello, riguardo al periodo qui considerato le pubblicazioni di grande valore sono forse meno numerose e la conoscenza presso il grande pubblico internazionale e' decisamente scarsa. Eppure si tratta di un periodo decisivo: il periodo in cui il sistema di potere politico-economico statunitense cerco' di attuare la famigerata "Indian termination Policy", ovvero tento' di annientare definitivamente le nazioni indiane, di derubarle totalmente delle loro terre, di portare alle estreme conclusioni il genocidio e l'etnocidio avviati con l'invasione europea del continente americano.
Questo volume ricostruisce con grande efficacia e pari accuratezza le esperienze di organizzazione e di resistenza culturale e politica dei nativi americani in un periodo di particolare durezza.
L'opera di cui ci occupiamo in questo incontro e' di estremo interesse e di grande precisione, costituisce quindi uno strumento di studio e di lavoro assai utile; mettera' conto di segnalare - a conferma del valore scientifico dell'opera - che delle oltre 300 pagine del volume circa 70 sono di note perspicue, meticolose e aggettanti verso ulteriori ricerche, e circa 30 di fitta, preziosa bibliografia.
L'autore e' docente universitario di Storia e di Studi americani ed ha pubblicato impegnative ed apprezzate opere storiografiche. Nella sua pagina web nel sito dell'University of North Carolina (www.https://americanstudies.unc.edu/daniel-m-cobb/) descrive i suoi interessi di ricerca e mette a disposizione utili materiali; ne estrapoliamo un minimo estratto: "I joined the Department of American Studies in fall 2010, after serving as a faculty member in the History Department at Miami University in Oxford, Ohio and as Assistant Director of the D'Arcy McNickle Center for American Indian and Indigenous Studies at the Newberry Library in Chicago. From 2017 to 2018, I served as the Fulbright Bicentennial Chair in American Studies at the University of Helsinki in Helsinki, Finland. My research and teaching focuses on American Indian history since 1887, political activism, ethnohistorical methods, ethnobiography, memory, and global indigenous rights. My first book, Native Activism in Cold War America: The Struggle for Sovereignty (2008), won the inaugural Labriola Center American Indian National Book Award in 2009. I am the co-editor, with anthropologist Loretta Fowler, of Beyond Red Power: American Indian Politics and Activism since 1900 (2007) and, with Helen Sheumaker, Memory Matters (2011). In 2013, the University of Chicago Press published my revised and expanded fourth edition of William T. Hagan's classic work American Indians and in November of 2015, the University of North Carolina Press released Say We Are Nations: Documents of Politics and Protest in Indigenous America since 1887. My essays have appeared in American Indian Culture and Research Journal, American Indian Quarterly, Chronicle of Higher Education, Comparative American Studies, Ethnohistory, and Western Historical Quarterly. (...) My current research and writing projects continue to explore American Indian political activism broadly conceived and have begun to move into the realm of ethnobiography. I am in the process now of completing a monograph that focuses on the life of Ponca activist Clyde Warrior, a central figure in the American Indian youth movement of the 1960s, and an innovative biography of Flathead writer and intellectual D'Arcy McNickle. In addition to publishing, I enjoy working on projects that engage the public. In 2005, I served as program director for a series of public events at Miami University devoted to Indian politics and culture. In 2007, I was honored to have Della Warrior (Otoe-Missouria) invite me to create and install an exhibit on the life and legacy of her late husband for the Ponca Tribe of Oklahoma's Clyde Warrior Memorial Building. In 2010, I co-organized a public symposium entitled "Memory Matters" as one of the two inaugural John W. Altman Fellows at Miami University's Humanities Center. And in 2016, I completed a 24-lecture Great Courses on American Indian history in partnership with The Teaching Company and the Smithsonian Institution's National Museum of the American Indian. (...) Over the past few years, I have also been involved in Teaching American History and other professional development programs for public school teachers sponsored by the National Council for History Education, National Underground Railroad Freedom Center, Ohio Historical Society, and Ohio Humanities Council. (...)".
*
Rinnoviamo ancora una volta la richiesta che sia liberato Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 46 anni prigioniero innocente.
Alleghiamo in calce un appello alla Presidente del Parlamento Europeo e al Segretario Generale delle Nazioni Unite.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.
* * *
Allegato primo: Appello alla Presidente del Parlamento Europeo, on. Roberta Metsola: president at ep.europa.eu
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
il suo indimenticabile predecessore, il Presidente David Sassoli, si impegno' affinche' il Presidente degli Stati Uniti d'America compisse un atto di clemenza che restituisse la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, da 46 anni detenuto innocente nelle carceri statunitensi a seguito di un processo-farsa in cui fu assurdamente condannato per un crimine che non ha mai commesso sulla base di "prove" false e di "testimonianze" altrettante false, come successivamente ammisero i suoi stessi accusatori e giudici. Nonostante la sua innocenza sia ormai da tutti riconosciuta, Leonard Peltier continua ad essere detenuto.
Con un intervento pubblicato su twitter e una dichiarazione alla stampa di cui e' disponibile la registrazione video il Presidente Sassoli il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scriveva, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
gia' nel 1994 e poi ancora nel 1999 il Parlamento Europeo delibero' risoluzioni per la liberazione di Leonard Peltier.
Qui di seguito si trascrive integralmente la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta gia' da molti anni da prestigiose istituzioni, innumerevoli associazioni democratiche, milioni di persone di tutto il mondo tra cui illustri personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu e numerosi altri Premi Nobel.
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
dia seguito all'iniziativa del Parlamento Europeo e del Presidente Sassoli, e chieda al Presidente degli Stati Uniti d'America di compiere finalmente l'atto di clemenza che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
* * *
Allegato secondo: Appello al Segretario Generale delle Nazioni Unite, on. Antonio Guterres: sgcentral at un.org
Egregio Segretario Generale delle Nazioni Unite, on. Antonio Guterres,
uniamo la nostra voce a quella di quanti hanno gia' chiesto un suo intervento presso il Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' compia un atto di clemenza restituendo la liberta' a Leonard Peltier attraverso lo strumento giuridico della grazia presidenziale.
Chiediamo questo suo intervento perche' la vicenda di Leonard Peltier riguarda l'umanita' intera.
Come Lei gia' sapra', Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano, generoso e coraggioso difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, da 46 anni detenuto per delitti che non ha commesso.
Gli stessi suoi accusatori che ne ottennero la condanna al termine di uno scandalosissimo processo-farsa basato su cosiddette "prove" dimostratesi assolutamente false e su cosiddette "testimonianze" dimostratesi anch'esse assolutamente false, hanno successivamente riconosciuto che la condanna e la conseguente detenzione di Leonard Peltier e' ingiusta e persecutoria, insensata e disumana, ed hanno chiesto loro stessi la sua liberazione.
Eppure, nonostante che la sua innocenza sia ormai certezza condivisa dall'umanita' intera, Leonard Peltier - ormai anziano e con gravi problemi di salute - continua ad essere detenuto per delitti che non ha mai commesso.
Sicuramente ricordera' che la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da milioni di persone di tutto il mondo, tra le quali figure luminose come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu.
Ricordera' sicuramente anche che la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da innumerevoli istituzioni, tra le quali il Parlamento Europeo con ben due risoluzioni fin dagli anni '90 del secolo scorso.
Ci e' particolarmente grato ricordare anche l'iniziativa del compianto Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli, recentemente deceduto, che il 23 agosto 2021 scriveva, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni. Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years. I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Gli sforzi di milioni di esseri umani, l'impegno di innumerevoli associazioni - tra cui in primo luogo Amnesty International -, il voto di autorevolissime istituzioni, non hanno ottenuto fin qui che Leonard Peltier venisse liberato.
Occorre evidentemente un'iniziativa ulteriore.
Sia Lei, che rappresenta l'Organizzazione delle Nazioni Unite, quindi l'istituzione rappresentativa di tutti i paesi e i popoli del mondo, a promuovere questa iniziativa.
Sia Lei a chiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America di restituire la liberta' a Leonard Peltier.

2. APPELLI. "INTERNATIONAL LEONARD PETIER DEFENSE COMMITTE": LEONARD PELTIER SPIRITUAL WALK
[Dall'"International Leonard Peltier Defense Committee" (per contatti: contact at whoisleonardpeltier.info) riceviamo e diffondiamo]

Greetings all!
Most of you know that there is a scheduled spiritual walk going to DC from Minneapolis starting September 1 and arriving in DC November 11 in support of Leonard's clemency.
They are putting a lot of good energy and strength into this walk for Leonard, that I feel the need to make sure they are accommodated for all of their work as best as possible.
I am asking each of you to help promote this walk with all of your contacts and relatives, as they still need supplies and donations and accommodations along the way.
They're off to a really great start, so if we all work together we can make sure that this gets accomplished in a good way.
#RiseupforPeltier
#FreeLeonardPeltier
1. Message from AIM re supplies:
"As the walk quickly approaches, we are asking for some much needed donations for the walk food bank, kitchen and daily supplies. Below you will see a list of our items we are currently seeking to supply the kitchen, feed the walkers with along the route and take care of daily needs. We are staging supply donations in Minneapolis for the beginning of the walk and greatly appreciate anything that can be donated. If you would like to mail or have donations delivered please send them to...
The American Indian Movement GGC
2406 County Road D West
St Paul Mn 55112-8513
If you have a food or supply donation questions please reach out here on this page or via email at leonardpeltierwalktojustice at gmail.com to set up a drop off time and date in Minneapolis.
Many thanks to all who have already contributed and to those who have committed to hosting the walk for meals along the route. If you wish to make a monetary donation please follow the PayPal link at the bottom of this post.
Bottled Water
Paper Plates
Disposable Coffee Cups
Paper Bowls
Plastic eating utensils
Coffee
Granola bars
Coffee Filters
Dehydrated eggs
Small BBQ grill
Sterno
Butane
Flat top Grill Rental
Coffee Urn
Foil
Freezer bags
Saran Wrap
Food Cards or gift cards to local farmers markets
Fresh seasonal produce
Small Bagged Chip packs
Small Bagged Snack Packs
Gatorade
Electrolytes
Condiments (ketchup, mayonnaise, mustard)
Canned Vegetables
Spam
Spaghetti Sauce
Pasta Noodles
Flour
Canned Fruit
Salt and Pepper
Seasonings
Instant Gravy
Beef Bone Broth (dry and liquid)
Chicken Broth (dry or liquid)
Vegetable Stock (dry or liquid)
Cooking Oil
Canned Tuna, Salmon, or Mackerel
Dried Beans
Dried Milk
Dried Coffee Creamer
Candy
Dried Fruit
Macaroni and Cheese
Tennis Shoes
Socks
First Aid Kits
Bandages
Mole skin
Bandaids
Neosporin
Antiseptics
Patches for blisters
Lidocaine cream
Toilet Paper
Napkins
Paper towels
Dish Soap
Sponges
Bleach
Lysol Wipes
5 gallon plastic water containers for water storage
or anything you can donate"
Link below for donations
https://www.paypal.com/donate/?hosted_button_id=24H3YHAGGSZ7Y&fbclid=IwAR2tYFafb9zSDr0i5U45SW-wbZcl8TMRjUg1XHMizRFNA1rQPEqGJTwTwgU
Link to webpage http://www.aimgrandgoverningcouncil.org/LeonardPeltier.html?fs=e&s=cl
And to sign up to help at any of the locations along the route please follow this sign up link:
https://m.signupgenius.com/#!/showSignUp/10c0e4bacad2ea1ffc70-leonard
Here's a new article to help with promoting also:
https://lasentinel.net/walk-to-justice-aims-to-obtain-leonard-peltiers-release-from-prison.html?fbclid=IwAR3svRDIWid2XhlWl_MVTnXGtcfU6MY94-ua0nzArdb-2tHCSDobMGOUkEU&fs=e&s=cl
Thank You
Jean Roach Codirector
Anita Jo Shifflet Interim Codirector
International Leonard Peltier Defense Committee
www.whoisleonardpeltier.info

3. RIFLESSIONE. ENRICO PEYRETTI: FRANCESCO, LA RIVOLUZIONE DELLA PACE
[Riceviamo e diffondiamo il seguente articolo apparso su "Rocca" n. 16/17 del 15 agosto 2022.
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' stato presidente della Fuci tra il 1959 e il 1961; nel periodo post-conciliare ha animato a Torino alcune realta' ecclesiali di base; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' stato membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009; Dialoghi con Norberto Bobbio, Claudiana, Torino 2011; Il bene della pace. La via della nonviolenza, Cittadella, Assisi 2012; Elogio della gratitudine, Cittadella, Assisi 2015; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, di seguito riprodotta, che e' stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi (articoli, indici, bibliografie) sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un'ampia bibliografia (ormai da aggiornare) degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68]

Per la prima volta un papa invita a rifiutare di fare la guerra per ragioni di coscienza. Non solo condanna la guerra ("inutile strage"), ma chiede - non ai governanti, ma ai soldati - di non farla, di disobbedire! E' una rivoluzione di papa Francesco contro la politica, anche democratica, che ha l'omicidio di massa tra i suoi mezzi regolari. Chiede ai giovani di disobbedire, di far fallire le guerre. In realta', il papa si accoda ai movimenti moderni per la pace attiva, che condannano ogni guerra come crimine. Ma l'appoggio del papa da' nuova voce. Per questo l'informazione conformista lo mette a tacere, parla d'altro. Ma noi, o vediamo questa novita', o non vediamo niente.
Francesco chiama i giovani, e anche noi vecchi, a fare quella rivoluzione che nessuna delle moderne rivoluzioni ha fatto (eccetto la rivoluzione femminista). Invita i giovani a disobbedire agli ordini di guerra. Senza i soldati la guerra non si fa. La faranno con corrotti e venduti, anche per miseria, faranno la guerra con gli schiavi, a farsi ammazzare per ammazzare altri schiavi. Gli uomini liberi annullano la guerra. E' vero che oggi la fanno i tecnici, ma anche loro hanno coscienza, possono bloccarla.
Francesco propone come esempio Franz Jaegerstaetter, che disobbedi' a Hitler. Il quale e' il tipico comandante da non obbedire, come chiunque comanda una guerra. Anche fra i tedeschi non pochi furono i ribelli di coscienza, ma Franz e' un esempio molto chiaro.
Francesco boicotta i governi che reclutano per la guerra, peggio che mai se e' di dominio. Per lo piu' le religioni fanno accettare l'autorita' politica anche se fa guerra. Era un peccato disobbedire, ma ora il papa chiede di fare questo "peccato". Corregge una lunga tradizione. Non glielo perdoneranno. Dobbiamo difenderlo con la forza civile della ragione umana.
La guerra diventa una discriminante morale: o umano, o disumano! I media conformisti chiacchierano del ginocchio e del si' o no le dimissioni del papa, per non parlare della cosa importante: il papa sta invitando le nuove generazioni ad una rivolta nonviolenta di coscienza contro la politica omicida, che ammette tra i suoi mezzi la guerra: ormai non ha alcuna giustificazione. Ci sono giustificazioni per ammazzare il nemico personale? No. E neppure per ammazzare il nemico politico. Ma se ti aggredisce? Ci sono reali esperienze storiche di difesa popolare nonviolenta, che gli statisti, anche democratici, non vogliono conoscere. Perche'?  Perche' dipendono, anche loro, dall'economia di guerra, che non difende la vita, ma dominio e privilegio.
Il messaggio di Francesco e' nel sito vatican.va: Praga, 11-13 luglio 2022. Link : www.press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2022/07/11/0528/01069.html
Copio alcune parti: "Ora dobbiamo impegnarci tutti a mettere fine a questo scempio della guerra, dove, come al solito, pochi potenti decidono e mandano migliaia di giovani a combattere e morire. In casi come questo e' legittimo ribellarsi! Qualcuno ha detto che, se il mondo fosse governato dalle donne, non ci sarebbero tante guerre, perche' coloro che hanno la missione di dare la vita non possono fare scelte di morte. Allo stesso modo mi piace pensare che, se il mondo fosse governato dai giovani, non ci sarebbero tante guerre: coloro che hanno tutta la vita davanti non la vogliono spezzare e buttare via ma la vogliono vivere in pienezza. Vorrei invitarvi a conoscere una figura straordinaria di giovane obiettore, un giovane europeo dagli "occhi grandi", che si è battuto contro il nazismo durante la seconda guerra mondiale, Franz Jaegerstaetter, proclamato Beato dal Papa Benedetto XVI. Franz era un giovane contadino austriaco che, a motivo della sua fede cattolica, fece obiezione di coscienza di fronte all'ingiunzione di giurare fedelta' a Hitler e di andare in guerra. (...) Si rifiuto', perche' riteneva ingiusto uccidere vite innocenti. (...) Un sacerdote tento' di dissuaderlo per il bene della sua famiglia. Tutti erano contro di lui, tranne sua moglie Francesca, la quale, pur conoscendo i tremendi pericoli, stette sempre dalla parte del marito e lo sostenne fino alla fine. (...) Franz preferi' farsi uccidere che uccidere. Riteneva la guerra totalmente ingiustificata. Se tutti i giovani chiamati alle armi avessero fatto come lui, Hitler non avrebbe potuto realizzare i suoi piani diabolici. Il male per vincere ha bisogno di complici".
Qui Francesco non e' piu' solo il papa cattolico, e' un leader dell'umanita'. Aiutiamo la rivoluzione della pace, la proibizione-annullamento della guerra e delle armi, veleno mortale del vivere insieme, il vero bene di tutta l'umanita', senza opposizioni dure di culture e di interessi. La guerra e' pluri-omicidio. La democrazia e' una bella conquista? Si'. E' da difendere? Si'. Con le armi e la guerra? No. La democrazia umana e' capace di fare molto meglio. La rivoluzione della pace, che bandisce la guerra e l'industria criminale delle armi, sara' piu' importante della democrazia, perche' la realizza. La democrazia armata e bellica e' falsa. La guerra non difende, ma falsifica chi la fa. La mano armata e' gia' omicida, non umana. Non si difende la vita con la morte. Quella non e' piu' vita.

4. TESTI. ALDO CAPITINI: IL MANUALE DI CHARLES C. WALKER SULL'AZIONE DIRETTA NONVIOLENTA
[Riproponiamo ancora una volta il testo del capitolo dodicesimo, "Il Manuale di Charles C. Walker (1961)", del libro di Aldo Capitini, Le tecniche della nonviolenza, Libreria Feltrinelli, 1967 (poi ristampato da Linea d'ombra, Milano 1989; e successivamente ripreso anche in Aldo Capitini, Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992). L'opuscolo di Walker, Manuale per l'azione diretta nonviolenta, arricchito da ulteriori materiali, e' stato successivamente pubblicato dalle Edizioni del Movimento Nonviolento nei "Quaderni di azione nonviolenta", cui puo' essere richiesto; e' un materiale di lavoro utilissimo (per richieste: tel. 0458009803, e-mail: azionenonviolenta at sis.it); il solo testo dell'opuscolo di Walker abbiamo anche piu' volte riprodotto sul nostro foglio.
Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Tra le opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' ancora quella a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori, Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); ma notevole ed oggi imprescindibile e' anche la recente antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004, 2007; delle singole opere capitiniane sono state recentemente ripubblicate: Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989, Edizioni dell'asino, Roma 2009; Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990; Colloquio corale, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2005; L'atto di educare, Armando Editore, Roma 2010; cfr. inoltre la raccolta di scritti autobiografici Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; La religione dell'educazione, La Meridiana, Molfetta 2008; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e' la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007; Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Tra le opere su Aldo Capitini: a) per la bibliografia: Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di Laura Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007; Caterina Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007; segnaliamo anche che la gia' citata bibliografia essenziale degli scritti di Aldo Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, pubblicata in Il messaggio di Aldo Capitini, cit., abbiamo recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010; b) per la critica e la documentazione: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Mario Martini (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Gian Biagio Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Maurizio Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; Alarico Mariani Marini, Eligio Resta, Marciare per la pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007; Maura Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008; Mario Martini, Franca Bolotti (a cura di), Capitini incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009; Giuseppe Moscati (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni, Levante, Bari 2010; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; e Amoreno Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell'Italia del Novecento, Donzelli, Roma 2006; c) per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato ed i volumi bibliografici segnalati sopra]

Nel 1961 e' uscito il Manuale dell'organizzatore dell'azione diretta nonviolenta, redatto da Charles C. Walker, direttore del Laboratorio della nonviolenza (Cheney, Pa, USA). Jean Fremont lo ha tradotto in francese. L'opuscolo e' edito dalla War Resisters' International, 88 Park Avenue, Enfield, Middlesex, Inghilterra. E' un ampio e organico lavoro, e il confronto con il Piano De Ligt mostra quanto l'esperienza dell'azione nonviolenta si sia accresciuta negli anni, specialmente per le grandi campagne gandhiane e per quelle degli Stati Uniti d'America e di altrove. Del resto, il manuale integra spesso i suoi suggerimenti con indicazioni bibliografiche. Metteremo in luce la struttura del lavoro, e i punti piu' rilevanti e utilizzabili.
Il Manuale e' diviso in quindici sezioni.
*
1. Preparazione
Bisogna scegliere e presentare chiaramente gli scopi da raggiungere, dando rilievo ad una situazione ingiusta e cercando di ottenere l'appoggio del pubblico. La volonta' di resistenza viene sviluppata diffondendo continuamente notizie, commentandole e facendo appello all'azione immediata, indicando alle vittime anche una situazione migliore. Inoltre: assicurarsi il nome e l'indirizzo di persone che possono cooperare, e consultare gruppi e associazioni che possono simpatizzare.
Gia' in questa prima sezione si trovano i suggerimenti sempre dati per le azioni nonviolente: cercare le piu' larghe solidarieta', diffondere apertamente notizie sulla situazione e sulle prospettive di mutamento. Se ne deduce: prima di un'azione impiantare un bollettino apposito da diffondere largamente.
*
2. Lancio di un programma costruttivo
Il programma deve colpire un male alla radice, venire in aiuto alle vittime, stimolare gli atteggiamenti nonviolenti. Reagire, quindi, attivamente all'apatia, con pieno altruismo e ispirando fiducia. L'azione puo' essere preparata da un lavoro costruttivo come campi di lavoro, cooperative, assistenza alle vittime di ingiustizie, lavoro caritatevole, lavoro in comunita'. Utile anche un lavoro fisico dopo un'estrema tensione nervosa.
*
3. Apprendimento del metodo
Anzitutto una ricerca sui fatti, sulle forze sociali, politiche, economiche, implicate nella situazione (come abbiamo gia' visto), sull'atteggiamento dei vari gruppi.
Impostare la possibilita' di negoziati (uno stadio molto importante prima di ogni azione nonviolenta).
Appello vastissimo all'opinione pubblica, con tutti i mezzi possibili.
Giorni di digiuno e (oppure) di preghiera, rinuncia a distinzioni onorifiche date dagli autori dell'ingiustizia; dirsi disposti ad una concessione importante, purche' non leda il principio.
Presentare un "ultimatum" che espone le lagnanze, i tentativi fatti per rimediare, le concessioni proposte, e fissare una data limite. Informare tutti gli implicati nella cosa.
Infine, dopo aver tutto tentato, intraprendere l'azione diretta, senza rompere definitivamente la possibilita' di riprendere i negoziati.
L'azione diretta ha questi aspetti:
- Veglia in un luogo simbolico;
- Picchetti di militanti;
- Digiuno o sciopero della fame;
- Noncooperazione;
- Boicottaggio;
- Arresto del lavoro per un certo periodo;
- Sciopero;
- Sciopero a rovescio (lavorando dove e quando non permesso);
- Intervento p. es. in un luogo proibito;
- Disobbedienza civile;
- Migrazione;
- Manifestazioni: riunioni, sfilate, proteste.
*
4. L'addestramento
Studiare la teoria e la messa in pratica della nonviolenza, le campagne nonviolente; organizzare un laboratorio della nonviolenza, proiettare film, fare riunioni e discussioni pubbliche e anche "scene drammatiche" di realizzazione di iniziative nonviolente; meditare, cantare in coro, raccontare fatti eroici, prendere pasti in comune, formare bene gli individui per i compiti che saranno a loro affidati; distinguere tra l'addestramento generale e quello per determinate azioni.
*
5. Il piano di campagna dell'azione diretta nonviolenta
L'organizzazione realizzatrice deve avere delle infrastrutture con un comitato d'insieme e un comitato amministrativo, un direttore del progetto e comitati speciali (per la pubblicita', per i mezzi di trasporto, per stampare, per l'alloggio, il cibo ecc.), e deve fare un bilancio preliminare.
Mettere a punto il piano di esecuzione (utilizzando anche un consiglio giuridico).
*
6. La preparazione dell'azione
Scegliere un quartiere generale delle operazioni, esponendo materiale pubblicitario, inaugurandolo con una conferenza stampa. Lettere e visite ai funzionari interessati; avvisi ai giornali. Raccogliere fondi. Fare riunioni pubbliche. Tener pronto materiale indispensabile: macchina da scrivere, anche per fare molte copie, letti e sacchi per dormire, materiale per affissioni, automobili ecc. (e vedere quali servizi di trasporto sono nella zona). Stabilire un indirizzo postale. Sviluppare i mezzi di comunicazione: telefono, altoparlanti, bollettini giornalieri. Preparare istruzioni appropriate per i capi di gruppi, fare l'elenco dei partecipanti, preparare manifesti e volantini (da apprestare molto per tempo).
*
7. Studio preliminare della situazione dal punto di vista legale
Conoscere le disposizioni legali del luogo e cercar di avere assistenza legale.
*
8. Messa a punto di una disciplina collettiva
Il comitato d'azione deve concretare i termini di questa disciplina.
*
9. Sviluppo di una campagna di propaganda
Esporre con grande chiarezza. Fare un "memorandum" generale, e brevi biografie dei capi e dei partecipanti importanti, frequenti comunicati alla stampa e alla radio, registrare sul nastro magnetico importanti discorsi, visitare (o scrivere a) persone influenti della stampa, raccogliere ritagli di giornali.
*
10. La riunione dei partecipanti all'azione
Farne l'elenco; tenere una riunione degli aderenti, esponendo il piano dell'azione e discutendolo; scegliere un presidente adatto per le riunioni (alcune questioni possono esser trattate non dalle riunioni generali, ma dai comitati).
*
11. L'avvio dell'azione
Scegliere il gruppo che comincera' l'azione; e formare anche il secondo gruppo d'urto. Recarsi sul luogo (sfilare o star seduti, sempre a testa alta e tranquillamente). Esser pronti a rispondere ai giornalisti, alle guardie. Seguire le istruzioni dei capi e non lasciare il proprio posto senza averli avvisati. Distribuire i fogli (non disturbare mai il passaggio dei pedoni), e se piove, tenere i fogli in un sacco di materia plastica. Conservare, in quanto possibile, un silenzio assoluto.
*
12. Fronteggiare le rappresaglie
L'avversario puo' provocare a condursi in modo agitato, a farsi prendere dal disordine, a lanciare insulti, a fare recriminazioni di un capo verso l'altro, a far sorgere defezioni nelle file dei nonviolenti, a reagire con la violenza. Percio' bisogna restare calmi e affabili, stare al proprio posto disciplinati. Se ci sono urti, il capo fa allontanare i feriti.
In caso di arresto, non opporre resistenza, e accettare i regolamenti della prigione in cio' che non siano contro la propria coscienza.
Le rappresaglie possono essere molto gravi (colpi, tortura, presa di ostaggi, linciaggio, cacciata dal posto, proibizioni di assemblee ecc.), e in tale caso insistere presso i responsabili della societa' perche' agiscano e reprimano la violenza, chiedere un'inchiesta, aiutare le vittime (le sofferenze redentrici possono liberare dal veleno della violenza accumulatosi da tanto tempo).
*
13. Mantenere la vitalita' del movimento
Valersi di nuovi simboli (azioni eroiche, gli eroi di esse, le vittime delle rappresaglie, gl'imprigionati, anniversari, saluti, vesti, insegne, ecc.).
Sforzi costanti di persuasione anche presso gli avversari, tenere al corrente gli aderenti.
Incoraggiare e organizzare azioni di sostegno (dichiarazioni di personalita' eminenti, di gruppi di simpatizzanti ecc.).
Trattare i dissidenti in modo paziente e leale; educare e allenare gli aderenti, formare nuovi capi, incoraggiare il lavoro teorico e pratico; far agire il maggior numero di volontari che sia possibile.
*
14. I capi
Sono dei primi tra eguali, sono dei coordinatori, abituati a lavorare in gruppo.
*
15. Quando la lotta si fa lunga
Secondo Gandhi una campagna nonviolenta provoca cinque reazioni: l'indifferenza, il ridicolo, l'insulto, la repressione, il rispetto. Per arrivare al quinto punto talvolta ci vuole molto tempo.
Non si deve tendere alla "sconfitta" dell'avversario, ma ad una trasformazione dei rapporti tra le parti interessate (una vittoria della giustizia e dell'onesta' umana).

5. CRONACHE DI NUSMUNDIA. IL GENIALE CAVALIERE: UN'ECCELLENTE IDEA PER LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA

Se vinciamo noi, facciamo subito subito una bella legge che proibisce che siano processate tutte le persone il cui cognome comincia con la lettera B.

6. CRONACHE DI NUSMUNDIA. PRESIDENZIALISMO

- Ci vuole il presidenzialismo ci vuole, come in America che le carabine e i soldi gli escono pure dalle orecchie.
- Ci vuole il presidenzialismo ci vuole, che uno comanda e tutti gli altri zitti e mosca.
- Il presidenzialismo ci vuole, il presidenzialismo subito. Per la camicia nera, il passo dell'oca e la difesa della razza ariana adesso lasciamo passare le elezioni e poi vedi.

7. L'ORA. OSVALDO CAFFIANCHI: DICE LA TELEVISIONE

Dice la televisione che poverine le donne afgane
e adesso le sfilate di moda

Dice la televisione che poverini i profughi ucraini
e adesso le interviste sulla spiaggia

Dice la televisione che quanto e' brutta la fame
e adesso gli statisti del blocco navale e dei decreti sicurezza della razza

Dice la televisione che per fortuna che non ci sono piu' i comunisti
e adesso si' che e' il migliore dei mondi possibili

8. TRISTIA. LUCIANO BONFRATE. UNA NOTTE

Era una notte fredda e buia
tutte le notti lo sono
camminavamo per un sentiero sconosciuto
a strapiombo di qua e di la'
non sapevamo dove andavamo
a tratti pioveva a tratti no
l'acqua era densa che pareva sangue

Bisognava star zitti e filare
filare e star zitti sotto il pastrano
le corde segavano le ossa
il vento fischiava e raspava
era pieno di fantasmi e forse eravamo fantasmi anche noi
che andavamo e andavamo
di notte nel buio
il fischio del vento i fuochi lontano

9. CONFESSIONES. ANNIBALE SCARPANTE: QUANDO

Quando voglio essere felice
rileggo Benedetto Croce.

Quando voglio essere felice
mi rigioco a memoria qualche partita di Tal.

Quando voglio essere felice
mi canto nella mente Eine kleine Nachtmusik.

Quando voglio essere felice
penso che vecchio e malandato come sono non mi sono mai arreso agli oppressori.

Quando voglio essere felice
mi dico che incredibile fortuna avere incontrato mia moglie.

Quando voglio essere felice
penso che se non ci siamo riusciti noi non vuol dire che non ci riusciranno altri
a realizzare finalmente la societa' giusta e solidale in cui l'essere umano un aiuto sia all'essere umano.

Quando voglio essere felice
penso che in un cassetto ho ancora una bandiera rossa del Pdup.

10. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Emily Bronte, Poesie, Mondadori, Milano 1997, pp. XLVIII + 512.
- Pier Angelo Menzio (a cura di), Dal "Conciliatore", Utet, Torino 1945, pp. 346.
- Marcel Roland, Amore armonia bellezza. Aspetti del mondo animale, Rizzoli, Milano 1953, pp. 200.
- George Sand, Nanon, Aracne, 2014, Rba, Milano 2021, pp. 256
*
Classici
- Al-Farabi, La citta' virtuosa, Rizzoli, Milano 1996, pp. 334.
- Avicebron, La corona regale, Nardini, Firenze 1990, pp. 88.
- Mose' Maimonide, La guida dei perplessi, Utet, Torino 2003, De Agostini, Novara 2013, pp. 814.
- Tommaso d'Aquino, Il male, Rusconi, Milano 1999, pp. 1440.
*
Maestre
- Roberta De Monticelli, Agostino, Tommaso e la filosofia medievale, Gedi, Roma 2019, pp. 126.
- Roberta De Monticelli, Husserl e la fenomenologia, Gedi, Roma 2019, pp. 142.
- Roberta De Monticelli, La novita' di ognuno. Persona e liberta', Garzanti, Milano 2009, 2012, pp. 400.
- Roberta De Monticelli, L'ordine del cuore. Etica e teoria del sentire, Garzanti, Milano 2003, 2012, pp. X + 318.

11. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

12. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4567 del 19 agosto 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
*
Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
Per iscriversi al notiziario, invece, l'indirizzo e' https://lists.peacelink.it/sympa/subscribe/nonviolenza
*
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com