[Nonviolenza] 17 agosto 2022. Nella "settimana di studio e di testimonianza per la liberazione di Leonard Peltier" oggi rileggiamo "Il guardiano notturno" di Louise Erdrich



17 AGOSTO 2022. NELLA "SETTIMANA DI STUDIO E DI TESTIMONIANZA PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER" OGGI RILEGGIAMO "IL GUARDIANO NOTTURNO" DI LOUISE ERDRICH

Mercoledi' 17 agosto 2022, nell'ambito della "settimana di studio e di testimonianza per la liberazione di Leonard Peltier", si e' svolto a Cura di Vetralla (Vt) un incontro di studio dedicato al libro di Louise Erdrich, Il guardiano notturno, Feltrinelli, Milano 2021, pp. 432, traduzione di Andrea Buzzi.
Il romanzo ha ricevuto il Premio Pulitzer per la narrativa nel 2021.
L'autrice e' una delle piu' importanti scrittrici native americane; nata nel 1954 da padre di origine tedesca e da madre di origine Ojibwa (Chippewa), ha pubblicato molti libri: romanzi, racconti, poesie, saggi, letteratura per l'infanzia, ricevendo molti prestigiosi riconoscimenti.
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Il romanzo, dedicato "ad Aunishenaubay, Patrice Gourneau; a sua figlia Rita, mia madre; e a tutti i capi indiani d'America che si batterono contro l'estinzione",  e' ambientato nel periodo - gli anni '50 del Novecento - in cui l'establishment statunitense tento' di annientare definitivamente i nativi americani con la politica di "Indian Termination" che mirava ad abolire definitivamente tutti i trattati stipulati dal governo statunitense con le nazioni che abitavano il continente prima dell'invasione europea e sottrarre cosi' alle popolazioni native le residue terre delle riserve per gettare tutti i nativi nelle discariche umane dei ghetti urbani: il completamento del genocidio.
La politica governativa di "Indian Termination" si protrasse tra la meta' degli anni '40 (dopo la conclusione della seconda guerra mondiale) e la meta' degli anni '60 del Novecento, ed ebbe il suo culmine negli anni '50; fu contrastata eroicamente dalle nazioni originarie americane e da chi seppe porsi al loro ascolto e alla loro sequela. Successivamente la Resistenza dei nativi americani crebbe fino a uno straordinario sviluppo, fino alla grande - ed altresi' drammatica - stagione di lotte degli anni '60-'70, di cui Leonard Peltier - di cui chiediamo la liberazione - e' un luminoso testimone.
Scrive Louise Erdrich in apertura del libro, a p. 7: "Il primo agosto 1953 il Congresso degli Stati Uniti annuncio' la House Concurrent Resolution 108, una proposta di legge per abrogare i trattati bilaterali stipulati con le nazioni indiane d'America "finche' crescera' l'erba e scorreranno i fiumi". L'annuncio implicava l'estinzione ultima di tutte le tribu' indiane e l'estinzione immediata di cinque tribu', compresa la tribu' dei chippewa della Turtle Mountain.
"Nel suo ruolo di presidente tribale, mio nonno Patrick Gourneau lotto' contro l'estinzione, lavorando nel frattempo come guardiano notturno. Come il mio personaggio Thomas Wazhashk, dormiva pochissimo. Questo e' un libro di fantasia. Ho cercato tuttavia di mantenermi fedele alla vita straordinaria di mio nonno. Eventuali imprecisioni sono tutte mie. A parte Thomas e la Turtle Mountain Jewel Bearing Plant, l'unico altro personaggio importante che somigli a qualcuno, vivo o morto, e' il senatore Arthur V. Watkins, implacabile fautore della spoliazione dei nativi nonche' colui che sottopose mio nonno a interrogatorio".
Cosi' l'autrice, che a conclusione del volume, nella "Postfazione e ringraziamenti" (pp. 422-427) aggiunge: "Aunishenaubay, Patrice Gourneau, e' stato presidente del Consiglio direttivo della tribu' dei chippewa della Turtle Mountain alla meta' degli anni '50, ritenuta l'eta' d'oro dell'America, in realta' un'epoca in cui regnava Jim Crow [le infami "leggi Jim Crow", come e' noto, furono virulenta e feroce espressione del potere razzista e schiavista bianco per mantenere la segregazione razziale e legittimare ogni violenza da parte dei poteri dominanti - ndr] e in cui gli indiani d'America toccarono il punto piu' basso del loro potere: le nostre religioni tradizionali messe fuori legge, la nostra base territoriale continuamente e illegalmente sottoposta a razzie (come succede ancora oggi) da compagnie di sfruttamento delle risorse, le nostre lingue indebolite dalle scuole governative. I nostri capi erano anche tenuti a rispondere ai funzionari governativi assimilazionisti: a titolo di mero esempio, basta guardare il "Comitato consultivo" nella designazione di mio nonno. Lui e gli altri membri tribali non avevano praticamente alcuna autorita'. Il loro scopo doveva essere quello di orientare l'Ufficio per gli affari indiani, ma coglievano ogni occasione per rappresentare il loro popolo. Gli anni '50 furono un'epoca in cui quel po' di terra residua e i diritti sanciti da trattati furono facili prede. Con il boom abitativo del dopoguerra, le magnifiche foreste di Klamath e Menominee divennero particolarmente appetibili. Non e' un caso che quelle tribu' fossero le prime nella lista di quelle da estinguere.
"Fra il 1953 e il 1954 mio nonno scrisse una serie di lettere straordinarie. Erano indirizzate ai miei genitori. Mia madre le dette a me perche' le conservassi (...).
"Primo portavoce ojibwemowin, mio nonno era figlio di Keeshkemunishiw, il Martin Pescatore, e nipote di Joseph Gourneau, Kasigiwit, capo guerriero della tribu' pembina degli ojibwe. Avevano vissuto cacciando bisonti da un capo all'altro delle pianure, fino al Montana. Mio nonno apparteneva alla prima generazione nata nella riserva. La sua famiglia compi' la disperata, difficoltosa transizione all'agricoltura. Alla fine ci riusci'. (...) Non appena venne a conoscenza della Legge estinzione, capi' immediatamente che si trattava, come e' stato detto, di un nuovo fronte nella guerra agli indiani.
""Buona parte della normativa in questione, se venisse approvata, significherebbe la fine dei nostri ultimi possedimenti in questo continente e distruggerebbe la dignita' e l'identita' dei primi abitanti di questa terra prosperosa", disse Joe Garry, al tempo presidente del National Congress of American Indians.
""Questo nuovo disegno di legge e' piu' o meno la cosa peggiore che gli indiani si trovano a dover fronteggiare", diceva mio nonno.
"Sebbene molte volte avessi letto le sue lettere in cerca di conforto o di ispirazione, alla fine pensai di rileggerle collegandole al voluminoso materiale di ricerca sull'era dell'estinzione che avevo accumulato. Quando lo feci, collocando le sue lettere accuratamente datate all'interno del percorso nel tempo del disegno di legge, che lasciava alle tribu' solo pochi mesi per rispondere al Congresso, mi resi conto che mio nonno, insieme ad altri nella tribu', amici accorti come Martin Cane Vecchio Cross e alleati non indiani, aveva compiuto un'impresa che aveva modificato il corso dell'estinzione, sfidando la forza devastante della spinta federale a recidere le promesse legali, sacre e immutabili sancite da trattati fra nazioni. Fra le tribu' inizialmente in lista per l'estinzione, la delegazione della Turtle Mountain fu la prima a mettere insieme una strenua difesa e a spuntarla. (...) Mi feci anche un'idea di che cosa fosse costato a lui, alla nostra famiglia e alla terra indiana il suo impegno per realizzare un compito apparentemente impossibile, bloccare l'estinzione.
"Centotredici nazioni tribali in tutto subirono il disastro dell'estinzione; oltre mezzo milione di ettari di terre indiane ando' perduto. Fiumi di denaro finirono a societa' private, mentre molte persone appartenenti alle tribu' estinte morirono precocemente, in poverta'. Non una sola tribu' ne trasse vantaggio. Alla fine, settantotto nazioni tribali, compresi i menominee, guidati da Ada Deer, riconquistarono il riconoscimento federale; dieci ottennero lo status ma non il riconoscimento federale; trentuno tribu' sono senza terra; ventiquattro sono considerate estinte. La recente autobiografia di Ada Deer, "Making a Difference: My Fight for Native Rights and Social Justice", e' un'eccellente lettura sull'argomento".
Cosi' ancora l'autrice.
Ma tra questi brani di verita' che aprono e chiudono il libro c'e' ovviamente un intero romanzo dal ricco intreccio e dalla molteplici tematiche esposte dall'autrice con profondita', nitore e delicatezza grandi; un romanzo appassionante e prezioso la cui lettura caldamente raccomandiamo.
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Rinnoviamo ancora una volta la richiesta che sia liberato Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 46 anni prigioniero innocente.
Alleghiamo in calce un appello alla Presidente del Parlamento Europeo e al Segretario Generale delle Nazioni Unite.
Free Leonard Peltier.
Mitakuye Oyasin.

Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo

Viterbo, 17 agosto 2022

Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino". Da alcuni mesi e' particolarmente impegnata nella campagna per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 46 anni prigioniero innocente.

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Allegato primo: Appello alla Presidente del Parlamento Europeo, on. Roberta Metsola: president at ep.europa.eu
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
il suo indimenticabile predecessore, il Presidente David Sassoli, si impegno' affinche' il Presidente degli Stati Uniti d'America compisse un atto di clemenza che restituisse la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, da 46 anni detenuto innocente nelle carceri statunitensi a seguito di un processo-farsa in cui fu assurdamente condannato per un crimine che non ha mai commesso sulla base di "prove" false e di "testimonianze" altrettante false, come successivamente ammisero i suoi stessi accusatori e giudici. Nonostante la sua innocenza sia ormai da tutti riconosciuta, Leonard Peltier continua ad essere detenuto.
Con un intervento pubblicato su twitter e una dichiarazione alla stampa di cui e' disponibile la registrazione video il Presidente Sassoli il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scriveva, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
gia' nel 1994 e poi ancora nel 1999 il Parlamento Europeo delibero' risoluzioni per la liberazione di Leonard Peltier.
Qui di seguito si trascrive integralmente la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta gia' da molti anni da prestigiose istituzioni, innumerevoli associazioni democratiche, milioni di persone di tutto il mondo tra cui illustri personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu e numerosi altri Premi Nobel.
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
dia seguito all'iniziativa del Parlamento Europeo e del Presidente Sassoli, e chieda al Presidente degli Stati Uniti d'America di compiere finalmente l'atto di clemenza che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.

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Allegato secondo: Appello al Segretario Generale delle Nazioni Unite, on. Antonio Guterres: sgcentral at un.org
Egregio Segretario Generale delle Nazioni Unite, on. Antonio Guterres,
uniamo la nostra voce a quella di quanti hanno gia' chiesto un suo intervento presso il Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' compia un atto di clemenza restituendo la liberta' a Leonard Peltier attraverso lo strumento giuridico della grazia presidenziale.
Chiediamo questo suo intervento perche' la vicenda di Leonard Peltier riguarda l'umanita' intera.
Come Lei gia' sapra', Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano, generoso e coraggioso difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, da 46 anni detenuto per delitti che non ha commesso.
Gli stessi suoi accusatori che ne ottennero la condanna al termine di uno scandalosissimo processo-farsa basato su cosiddette "prove" dimostratesi assolutamente false e su cosiddette "testimonianze" dimostratesi anch'esse assolutamente false, hanno successivamente riconosciuto che la condanna e la conseguente detenzione di Leonard Peltier e' ingiusta e persecutoria, insensata e disumana, ed hanno chiesto loro stessi la sua liberazione.
Eppure, nonostante che la sua innocenza sia ormai certezza condivisa dall'umanita' intera, Leonard Peltier - ormai anziano e con gravi problemi di salute - continua ad essere detenuto per delitti che non ha mai commesso.
Sicuramente ricordera' che la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da milioni di persone di tutto il mondo, tra le quali figure luminose come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu.
Ricordera' sicuramente anche che la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da innumerevoli istituzioni, tra le quali il Parlamento Europeo con ben due risoluzioni fin dagli anni '90 del secolo scorso.
Ci e' particolarmente grato ricordare anche l'iniziativa del compianto Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli, recentemente deceduto, che il 23 agosto 2021 scriveva, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni. Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years. I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Gli sforzi di milioni di esseri umani, l'impegno di innumerevoli associazioni - tra cui in primo luogo Amnesty International -, il voto di autorevolissime istituzioni, non hanno ottenuto fin qui che Leonard Peltier venisse liberato.
Occorre evidentemente un'iniziativa ulteriore.
Sia Lei, che rappresenta l'Organizzazione delle Nazioni Unite, quindi l'istituzione rappresentativa di tutti i paesi e i popoli del mondo, a promuovere questa iniziativa.
Sia Lei a chiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America di restituire la liberta' a Leonard Peltier.

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