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[Nonviolenza] Telegrammi. 4555
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 4555
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Sat, 6 Aug 2022 18:52:52 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4555 del 7 agosto 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. In memoria delle vittime di Hiroshima
2. Enrico Peyretti: Nella serata del 6 agosto...
3. Pasquale Pugliese: Essere o non essere. Riproducibilita' di Hiroshima e Nagasaki in un pianeta in fiamme
4. Annibale Scarpante: Una coalizione contro la guerra. Una proposta sull'orlo del baratro
5. Tre lettere
6. Tre tesi
7. Ripetiamo ancora una volta...
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'
1. L'ORA. IN MEMORIA DELLE VITTIME DI HIROSHIMA
Il ricordo delle vittime di Hiroshima persuada l'umanita' ad abolire la guerra e le armi.
Il ricordo delle vittime di Hiroshima persuada l'umanita' a rispettare e difendere tutte le vite.
Il ricordo delle vittime di Hiroshima persuada l'umanita' a soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Il ricordo delle vittime di Hiroshima persuada l'umanita' a proteggere quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, quest'unico mondo vivente di cui tutte e tutti siamo insieme parte e custodi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
2. L'ORA. ENRICO PEYRETTI: NELLA SERATA DEL 6 AGOSTO...
[Ringraziamo Enrico Peyretti per questo intervento.
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' stato presidente della Fuci tra il 1959 e il 1961; nel periodo post-conciliare ha animato a Torino alcune realta' ecclesiali di base; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' stato membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009; Dialoghi con Norberto Bobbio, Claudiana, Torino 2011; Il bene della pace. La via della nonviolenza, Cittadella, Assisi 2012; Elogio della gratitudine, Cittadella, Assisi 2015; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, di seguito riprodotta, che e' stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi (articoli, indici, bibliografie) sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un'ampia bibliografia (ormai da aggiornare) degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68.
Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera. Opere di Gandhi: essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento (traduzione del fondamentale libro di Gandhi: Hind Swaraj; ora disponibile anche in nuova traduzione col titolo Vi spiego i mali della civilta' moderna, Gandhi Edizioni); La cura della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori, e quello di Christine Jordis, Gandhi, Feltrinelli. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra le piu' recenti pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini, L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006, 2019.
Jean-Marie Muller, filosofo francese, nato nel 1939 a Vesoul, e' deceduto il 18 dicembre 2021 ad Orleans, docente, ricercatore, e' stato tra i piu' importanti studiosi del pacifismo e delle alternative nonviolente, oltre che attivo militante nonviolento. E' stato direttore degli studi presso l'Institut de Recherche sur la Resolution non-violente des Conflits (Irnc). In gioventu' ufficiale della riserva, fece obiezione di coscienza dopo avere studiato Gandhi. Ha condotto azioni nonviolente contro il commercio delle armi e gli esperimenti nucleari francesi. Nel 1971 fondo' il Man (Mouvement pour une Alternative Non-violente). Nel 1987 convinse i principali leader dell'opposizione democratica polacca che un potere totalitario, perfettamente armato per schiacciare ogni rivolta violenta, si trova largamente spiazzato nel far fronte alla resistenza nonviolenta di tutto un popolo che si sia liberato dalla paura. Tra le opere di Jean-Marie Muller: Strategia della nonviolenza, Marsilio, Venezia 1975; Il vangelo della nonviolenza, Lanterna, Genova 1977; Significato della nonviolenza, Movimento Nonviolento, Torino 1980; Momenti e metodi dell'azione nonviolenta, Movimento Nonviolento, Perugia 1981; Lessico della nonviolenza, Satyagraha, Torino 1992; Simone Weil. L'esigenza della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1994; Desobeir a' Vichy, Presses Universitaires de Nancy, Nancy 1994; Vincere la guerra, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1999; Il principio nonviolenza, Plus, Pisa 2004; Dictionnaire de la non-violence, Les Editions du Relie', Gordes 2005]]
Nella serata del 6 agosto, anniversario di Hiroshima, in piazza Carignano, a Torino, alle 21 penso di leggere qualcosa dai testi di Gandhi e di Jean-Marie Muller...
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Gandhi e Hiroshima
10 febbraio 1946 (sei mesi dopo la bomba di Hiroshima e Nagasaki)
"Nel mondo si sono verificati dei mutamenti di dimensioni inaudite. E' possibile che io continui ad avere fede nella verita' e nella nonviolenza? La bomba atomica non ha distrutto tale fede? Non soltanto non lo ha fatto, ma anzi mi ha chiaramente dimostrato che la verita' e la nonviolenza costituiscono la forza piu' potente del mondo. Di fronte ad esse la forza della bomba atomica non puo' nulla. Le due forze che si contrappongono sono di natura completamente differente, essendo l'una morale e spirituale e l'altra fisica e materiale. La prima e' infinitamente superiore alla seconda, la quale, per la sua stessa natura, e' una forza finita. La forza dello spirito, al contrario, si accresce continuamente, ed e' infinita. Nella sua completa espressione, essa e' invincibile. (...) Questa forza spirituale risiede in tutti gli esseri umani, uomini, donne e bambini, a prescindere dal colore della pelle. In alcuni e' assopita, ma puo' essere risvegliata con una adeguata educazione. Senza il riconoscimento di questa verita' e senza il dovuto sforzo per realizzarla, non vi e' scampo all'autodistruzione".
(M. K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi 1996, p. 352)
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7 luglio 1947
"A quanto mi e' dato di vedere, la bomba atomica ha distrutto i sentimenti piu' nobili che hanno sostenuto l'umanita' per millenni. (...) Ora abbiamo visto la nuda verita': la guerra non conosce altra legge che quella della violenza. La bomba atomica ha fatto ottenere una vuota vittoria agli eserciti alleati, ma ha significato la distruzione dell'anima del Giappone. E' ancora troppo presto per vedere che cosa e' avvenuto nell'anima della nazione che ha impiegato la bomba atomica. Le forze della natura agiscono in modo misterioso.
(...) Io penso che le mire del Giappone erano piu' ingiuste. Ma una giustizia maggiore non da' il diritto di sterminare senza pieta' uomini donne e bambini di una intera zona del Giappone.
La morale che si puo' trarre dalla spaventosa tragedia provocata dalla bomba atomica e' che una bomba non puo' essere distrutta da un'altra bomba, come la violenza non puo' essere eliminata dalla violenza. Il genere umano puo' liberarsi dalla violenza soltanto ricorrendo alla nonviolenza. L'odio puo' essere sconfitto soltanto con l'amore. Rispondendo all'odio con l'odio non si fa altro che accrescere la grandezza e la profondita' dell'odio".
(M. K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi 1996, pp. 353-354)
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Jean-Marie Muller: La rivolta del pensiero davanti alla violenza
"A guardare la storia, puo' sembrare che la violenza pesi sull'umanita' come una fatalita'. Se l'uomo fosse un animale sarebbe il piu' crudele degli animali. Ma l'uomo e' un essere dotato di ragione ed e' precisamente per questo che egli e' il piu' crudele degli esseri viventi. Se l'uomo non fosse dotato di ragione, non sarebbe stato capace di programmare scientemente e scientificamente le tragedie di Auschwitz, di Hiroshima e dell'arcipelago Gulag. E tante altre tragedie sono avvenute attraverso il mondo prima e dopo queste che possono tutte ugualmente essere simbolo dell'orrore e della violenza organizzata dell'uomo contro l'uomo. Come puo' la coscienza umana non rivoltarsi al ricordo di tutte queste violenze e di tutte le persone il cui volto attraverso il corso dei secoli e' stato sfigurato dal ferro e dal fuoco? E' lo scandalo di questa violenza esercitata da uomini su altri uomini che mette in movimento il pensiero filosofico; e' la certezza che questo male non deve essere che provoca la riflessione. Noi vogliamo sostenere che la rivolta del pensiero davanti alla violenza che fa soffrire gli uomini e' l'atto fondatore della filosofia. Noi vogliamo affermare che il rifiuto di ogni legittimazione di questa violenza fonda il principio di nonviolenza".
(Jean-Marie Muller, dalla Premessa a Idem, Il principio nonviolenza, Pisa University Press, 2004)
3. L'ORA. PASQUALE PUGLIESE: ESSERE O NON ESSERE. RIPRODUCIBILITA' DI HIROSHIMA E NAGASAKI IN UN PIANETA IN FIAMME
[Dal sito www.pasqualepugliese.wordpress.com riprendiamo e diffondiamo questo intervento del 28 maggio 2022. Pasquale Pugliese, come e' noto, e' una delle voci piu' autorevoli della nonviolenza in Italia.
Guenther Anders (pseudonimo di Guenther Stern, "anders" significa "altro" e fu lo pseudonimo assunto quando le riviste su cui scriveva gli chiesero di non comparire col suo vero cognome) e' nato a Breslavia nel 1902, figlio dell'illustre psicologo Wilhelm Stern, fu allievo di Husserl e si laureo' in filosofia nel 1925. Costretto all'esilio dall'avvento del nazismo, trasferitosi negli Stati Uniti d'America, visse di disparati mestieri. Tornato in Europa nel 1950, si stabili' a Vienna. E' scomparso nel 1992. Strenuamente impegnato contro la violenza del potere e particolarmente contro il riarmo atomico, e' uno dei maggiori filosofi contemporanei; e' stato il pensatore che con piu' rigore e concentrazione e tenacia ha pensato la condizione dell'umanita' nell'epoca delle armi che mettono in pericolo la sopravvivenza stessa della civilta' umana; insieme a Hannah Arendt (di cui fu coniuge), ad Hans Jonas (e ad altre e altri, certo) e' tra gli ineludibili punti di riferimento del nostro riflettere e del nostro agire. Opere di Guenther Anders: Essere o non essere, Einaudi, Torino 1961; La coscienza al bando. Il carteggio del pilota di Hiroshima Claude Eatherly e di Guenther Anders, Einaudi, Torino 1962, poi Linea d'ombra, Milano 1992 (col titolo: Il pilota di Hiroshima ovvero: la coscienza al bando); L'uomo e' antiquato, vol. I (sottotitolo: Considerazioni sull'anima nell'era della seconda rivoluzione industriale), Il Saggiatore, Milano 1963, poi Bollati Boringhieri, Torino 2003; L'uomo e' antiquato, vol. II (sottotitolo: Sulla distruzione della vita nell'epoca della terza rivoluzione industriale), Bollati Boringhieri, Torino 1992, 2003; Discorso sulle tre guerre mondiali, Linea d'ombra, Milano 1990; Opinioni di un eretico, Theoria, Roma-Napoli 1991; Noi figli di Eichmann, Giuntina, Firenze 1995; Stato di necessita' e legittima difesa, Edizioni Cultura della Pace, San Domenico di Fiesole (Fi) 1997. Si vedano inoltre: Kafka. Pro e contro, Corbo, Ferrara 1989; Uomo senza mondo, Spazio Libri, Ferrara 1991; Patologia della liberta', Palomar, Bari 1993; Amare, ieri, Bollati Boringhieri, Torino 2004; L'odio e' antiquato, Bollati Boringhieri, Torino 2006; Discesa all'Ade, Bollati Boringhieri, Torino 2008. In rivista testi di Anders sono stati pubblicati negli ultimi anni su "Comunita'", "Linea d'ombra", "Micromega". Opere su Guenther Anders: cfr. ora la bella monografia di Pier Paolo Portinaro, Il principio disperazione. Tre studi su Guenther Anders, Bollati Boringhieri, Torino 2003; singoli saggi su Anders hanno scritto, tra altri, Norberto Bobbio, Goffredo Fofi, Umberto Galimberti; tra gli intellettuali italiani che sono stati in corrispondenza con lui ricordiamo Cesare Cases e Renato Solmi]
"Il 6 agosto 1945 e' il giorno zero. Poiche' quel giorno e' stato provato che la storia universale puo' anche non continuare, che siamo in grado di recidere il filo della storia. Una nuova era, anche se la sua essenza consiste nell'avere un'esistenza incerta"
(Guenther Anders, Essere o non essere. Diario di Hiroshima e Nagasaki)
E' uno dei piu' pericolosi dei settantasette precedenti, questo anniversario dello sgancio delle bombe atomiche statunitensi su Hiroshima e Nagasaki, che cade in un pianeta in fiamme e non solo per il riscaldamento globale. Nonostante il Bollettino degli scienziati atomici mantenga ormai da tre anni le lancette dell'orologio dell'apocalisse a soli cento secondi dalla mezzanotte nucleare, dopo il 1989 e l'abbattimento del muro di Berlino avevamo rimosso il pericolo atomico militare dalla coscienza individuale e collettiva. Pure sempre piu' – apparentemente – sensibile alla catastrofe ecologica in corso. Parimenti dai diversi mondi culturali sono stati rimossi anche i pensatori che avevano fatto della riflessione sullo stare al mondo al tempo della bomba atomica l'essenza della propria filosofia, denunciandone la vera "minaccia totalitaria", il suo essere "non arma ma nemico" dell'umanita', come Guenther Anders di cui quest'anno e' caduto in sordina il CXX anniversario della nascita (12 luglio), come avverrà per il XXX della morte (17 dicembre).
Si e' incaricata prima la guerra in Ucraina di riportarci all'amara realta', con la nuova minaccia di uso delle armi atomiche all'interno di un conflitto armato che vede nel martoriato territorio ucraino il confronto tra le massime potenze nucleari Russia ed USA e poi – come se non bastasse – l'incredibile escalation della tensione diplomatica e militare tra USA e Cina, intorno allo status controverso dell'isola di Taiwan. Minacce aggravate dal perfezionamento delle cosiddette atomiche tattiche, ossia le testate nucleari piu' "piccole" e "maneggiabili" di quelle strategiche. E dunque "utilizzabili", tra le circa 13.000 testate atomiche complessive di ultimissima generazione puntate ed operative contro le teste di tutti. Del resto – come ribadisce anche Luca Ciarrocca nel recente e documentato La terza guerra mondiale (chiarelettere, 2022) – "si e' comunque ormai sviluppata una mentalita' secondo cui i vasti arsenali militari non sono solo il deterrente finale, come e' stato per i lunghi decenni della Guerra fredda, ma armi che potrebbero essere usate per vincere conflitti "limitati". E questa e' una spirale di morte da cui non si scappa. "Limitati" significa infatti che il devastante effetto di una piccola testata militare a bassa potenza come la W76-2 sarebbe inferiore, ma non di molto, a quella di Hiroshima, dove il 6 agosto 1945 la famigerata bomba atomica "Little Boy" provoco' all'istante tra i 90.000 e i 150.000 morti, senza contare le migliaia di vittime che nel corso degli anni persero la vita per le radiazioni".
Ricordare il 6 e il 9 agosto lo sganciamento delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, dunque, non e' - non puo' essere - la celebrazione di un irripetibile evento storico passato ma rappresenta – deve rappresentare – la presa di coscienza dello stato presente del mondo. Della sua riproducibilita': "il 6 agosto 1945, giorno di Hiroshima" – scrive Anders – "e' cominciata una nuova era: l'era in cui possiamo trasformare in qualunque momento ogni luogo, anzi la terra intera, in un'altra Hiroshima". Se questa possibilita' e' ormai irreversibile sul piano dell'acquisizione delle competenze tecnologiche, e' invece modificabile attraverso l'acquisizione delle competenze etiche che consentano di imboccare l'unica uscita di sicurezza accessibile: la cancellazione delle armi nucleari dalla faccia della terra, la loro definitiva proibizione. Si tratta di superare cio' che Anders chiama lo "scarto prometeico", ossia la frattura che passa tra l'infinita capacita' produttiva di distruzione e la nostra capacita' immaginativa delle conseguenze.
Si tratta di declinare il piano etico del dover essere sul piano politico della possibilita' di essere ancora, in un pianeta nel quale la crisi sistemica globale moltiplica i conflitti, dando un'ulteriore chance all'umanita' attraverso precise scelte di disarmo, come l'adesione al Trattato internazionale per la messa al bando delle armi nucleari. Trattato Onu gia' in vigore da oltre un anno, rispetto al quale le testate atomiche sono gia' illegali, ma non sottoscritto ne' dai nove governi apprendisti stregoni dei paesi atomici (Usa, Russia, Cina, India, Pakistan, Gran Bretagna, Francia, Israele, Corea del Nord) ne' dai governi dei paesi che "ospitano" testate altrui. Come l'Italia che "custodisce" tra le basi militari di Ghedi (Brescia) ed Aviano (Pordenone) diverse decine di testate atomiche statunitensi, facendo cosi' della pianura padana il primario obiettivo di un possibile attacco nucleare su territorio europeo. Preparandone il non essere.
Essere o non essere e' il titolo del diario di Hiroshima e Nagasaki di Guenther Anders, il racconto del suo pellegrinaggio nei luoghi della catastrofe giapponese voluta dal governo degli Stati Uniti, non per chiudere la seconda guerra mondiale ma per aprire la terza, dando l'avvio alla folle corsa agli armamenti. Tuttora pienamente in corso. Un diario da rileggere oggi, a cinquantun anni dalla sua stesura quando – nel 1961 – l'orologio dell'apocalisse segnava sette minuti dalla mezzanotte. Un tempo eterno rispetto ai soli cento secondi di oggi. Sempre piu' prossimi al definitivo non essere. Se non diamo un'ultima possibilita' all'essere.
4. L'ORA. ANNIBALE SCARPANTE: UNA COALIZIONE CONTRO LA GUERRA. UNA PROPOSTA SULL'ORLO DEL BARATRO
Una premessa necessaria
Per il rinnovo del Parlamento si vota il 25 settembre. Le scadenze per gli adempimenti per poter partecipare alle elezioni sono le seguenti: il 12-14 agosto occorre presentare i simboli delle liste elettorali; il 21-22 agosto le liste complete.
Per chi non usufruisce dell'esonero, c'e' anche l'incombenza della raccolta delle firme: un impegno assai faticoso da adempiere in una manciata di giorni intorno a ferragosto.
Credo che ogni persona ragionevole percepisca il pericolo della vittoria elettorale della destra neofascista, razzista, schiavista, riarmista, bellicista, corrotta e corruttrice, barbara e folle.
Credo che ogni persona ragionevole si renda conto del rischio che le guerre in corso diano luogo a una guerra mondiale, quindi nucleare, che puo' distruggere l'intera umanita'.
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Cio' che occorre: una coalizione contro la guerra
La cosa che in questo momento mi sembra piu' necessaria e' una coalizione contro la guerra.
Una coalizione contro la guerra che si presenti alle elezioni con un simbolo che rechi soltanto queste poche, semplici, chiare parole: "coalizione contro la guerra".
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Un appello a quel che resta dell'Italia civile
Credo che tutte le forze che restano dell'Italia civile - femminista ed ecologista, socialista e libertaria, pacifista e solidale, antirazzista ed antimafia, in una parola: nonviolenta - dovrebbero unirsi in questa coalizione, come fosse un nuovo Cln, il Cln dell'umanita'.
Credo che tutte le organizzazioni, le associazioni, i movimenti, le personalita' che condividono il cruccio di questo tragico momento dell'umanita' dovrebbero mettersi a disposizione di questo impegno comune.
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Quali candidate e candidati
Credo che le liste della "coalizione contro la guerra" dovrebbero candidare solo persone anziane che abbiano alle spalle mezzo secolo d'impegno nitido e intransigente per il bene comune.
Persone che abbiano gia' costantemente dato buona prova di se', persone che non si sono mai arrese alla corruzione e alla barbarie, persone che sarebbero eccellenti legislatrici.
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Il tempo e' poco
Il tempo evidentemente e' poco, anzi pochissimo. E sarebbe necessario che qualche organizzazione diffusamente presente sul territorio italiano si facesse promotrice e coordinatrice di questa proposta.
So che scrivere queste righe in questo momento puo' suonare irrealistico e finanche grottesco.
Ma queste parole andavano pur dette, questo appello andava pur formulato. Che possa non cadere nel vuoto.
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Annibale Scarpante, lettore e collaboratore de "La nonviolenza e' in cammino"
Viterbo, 6 agosto 2022, anniversario dell'ecatombe di Hiroshima
5. REPETITA IUVANT. TRE LETTERE
I. Appello alla Presidente del Parlamento Europeo, on. Roberta Metsola: president at ep.europa.eu
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
il suo indimenticabile predecessore, il Presidente David Sassoli, si impegno' affinche' il Presidente degli Stati Uniti d'America compisse un atto di clemenza che restituisse la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, da 46 anni detenuto innocente nelle carceri statunitensi a seguito di un processo-farsa in cui fu assurdamente condannato per un crimine che non ha mai commesso sulla base di "prove" false e di "testimonianze" altrettante false, come successivamente ammisero i suoi stessi accusatori e giudici. Nonostante la sua innocenza sia ormai da tutti riconosciuta, Leonard Peltier continua ad essere detenuto.
Con un intervento pubblicato su twitter e una dichiarazione alla stampa di cui e' disponibile la registrazione video il Presidente Sassoli il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scriveva, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
gia' nel 1994 e poi ancora nel 1999 il Parlamento Europeo delibero' risoluzioni per la liberazione di Leonard Peltier.
Qui di seguito si trascrive integralmente la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta gia' da molti anni da prestigiose istituzioni, innumerevoli associazioni democratiche, milioni di persone di tutto il mondo tra cui illustri personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu e numerosi altri Premi Nobel.
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
dia seguito all'iniziativa del Parlamento Europeo e del Presidente Sassoli, e chieda al Presidente degli Stati Uniti d'America di compiere finalmente l'atto di clemenza che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
* * *
II. Appello al Segretario Generale delle Nazioni Unite, on. Antonio Guterres: sgcentral at un.org
Egregio Segretario Generale delle Nazioni Unite, on. Antonio Guterres,
uniamo la nostra voce a quella di quanti hanno gia' chiesto un suo intervento presso il Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' compia un atto di clemenza restituendo la liberta' a Leonard Peltier attraverso lo strumento giuridico della grazia presidenziale.
Chiediamo questo suo intervento perche' la vicenda di Leonard Peltier riguarda l'umanita' intera.
Come Lei gia' sapra', Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano, generoso e coraggioso difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, da 46 anni detenuto per delitti che non ha commesso.
Gli stessi suoi accusatori che ne ottennero la condanna al termine di uno scandalosissimo processo-farsa basato su cosiddette "prove" dimostratesi assolutamente false e su cosiddette "testimonianze" dimostratesi anch'esse assolutamente false, hanno successivamente riconosciuto che la condanna e la conseguente detenzione di Leonard Peltier e' ingiusta e persecutoria, insensata e disumana, ed hanno chiesto loro stessi la sua liberazione.
Eppure, nonostante che la sua innocenza sia ormai certezza condivisa dall'umanita' intera, Leonard Peltier - ormai anziano e con gravi problemi di salute - continua ad essere detenuto per delitti che non ha mai commesso.
Sicuramente ricordera' che la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da milioni di persone di tutto il mondo, tra le quali figure luminose come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu.
Ricordera' sicuramente anche che la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da innumerevoli istituzioni, tra le quali il Parlamento Europeo con ben due risoluzioni fin dagli anni '90 del secolo scorso.
Ci e' particolarmente grato ricordare anche l'iniziativa del compianto Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli, recentemente deceduto, che il 23 agosto 2021 scriveva, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni. Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years. I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Gli sforzi di milioni di esseri umani, l'impegno di innumerevoli associazioni - tra cui in primo luogo Amnesty International -, il voto di autorevolissime istituzioni, non hanno ottenuto fin qui che Leonard Peltier venisse liberato.
Occorre evidentemente un'iniziativa ulteriore.
Sia Lei, che rappresenta l'Organizzazione delle Nazioni Unite, quindi l'istituzione rappresentativa di tutti i paesi e i popoli del mondo, a promuovere questa iniziativa.
Sia Lei a chiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America di restituire la liberta' a Leonard Peltier.
* * *
III. Un invito a tutte le persone di volonta' buona, alle associazioni democratiche, alle istituzioni sollecite del bene comune dell'umanita', affinche' si adoperino per la liberazione di Leonard Peltier
Fratelli e sorelle,
a tutte e tutti chiediamo un impegno, nelle forme che riterrete adeguate, affinche' sia restituita la liberta' a Leonard Peltier.
Vi proponiamo di scrivere lettere sia direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America, nelle cui mani e' il potere di concedere la grazia che restituisca finalmente la liberta' a Leonard Peltier, sia alle istituzioni, alle organizzazioni ed alle personalita' che riterrete possano trovare maggior ascolto da parte della Casa Bianca, sia ai mezzi d'informazione affinche' cessi il silenzio sulla vicenda e sulla testimonianza di Leonard Peltier e sulla lotta sua e dei popoli nativi in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Ma soprattutto vi chiediamo tre cose: di informare e coscientizzare le persone con cui siete in contatto, di voler voi stessi approfondire la conoscenza della vicenda di Leonard Peltier, di mettervi in contatto sia con lui che con il comitato internazionale di solidarieta' che lo sostiene.
L'indirizzo postale di Leonard Peltier e' nel sito dell'International Leonard Peltier Defense Committe (www.whoisleonardpeltier.info). Per contattare il comitato internazionale di solidarieta' inviare una e-mail a: contact at whoisleonardpeltier.info
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.
6. REPETITA IUVANT. TRE TESI
La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
7. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
8. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- AA. VV., La guerra grande, volume monografico di "Limes. Rivista italiana di geopolitica", n. 7, luglio 2022, Gedi, Torino 2022, pp. 296 (+ 12 pp. di tavole fouri testo), euro 15.
- Elisa Ghidini, Lo scandalo del Mose, Rcs, Milano 2022, pp. 156, euro 5,99.
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Riletture
- Vine Deloria Jr., Behind the Trail of Broken Treaties: An Indian Declaration of Independence, Dell Publishing, New York 1974, University of Texas Press, Austin 1985, pp. XIV + 296.
- Elena Soetje, La responsabilita' della vita, Paravia, Torino 1997, pp. 138.
*
Riedizioni
- Emmanuel Carrere, Limonov, Adelphi, Milano 2012, Gedi, Torino 2022, pp. 416, euro 10,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
- Stephen Kotkin, A un passo dall'apocalisse. Il collasso sovietico, 1970-2000, Viella, Roma 2010, Rcs, Milano 2022, pp. 192, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
*
Testimonianze
- Aicha Benaissa, Sophie Ponchelet, Nee' en France, Payot, Paris 1990, 1991, pp. 156.
- La vita come noi l'abbiamo conosciuta, Savelli, Milano 1980, pp. 160.
9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
10. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4555 del 7 agosto 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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Numero 4555 del 7 agosto 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. In memoria delle vittime di Hiroshima
2. Enrico Peyretti: Nella serata del 6 agosto...
3. Pasquale Pugliese: Essere o non essere. Riproducibilita' di Hiroshima e Nagasaki in un pianeta in fiamme
4. Annibale Scarpante: Una coalizione contro la guerra. Una proposta sull'orlo del baratro
5. Tre lettere
6. Tre tesi
7. Ripetiamo ancora una volta...
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'
1. L'ORA. IN MEMORIA DELLE VITTIME DI HIROSHIMA
Il ricordo delle vittime di Hiroshima persuada l'umanita' ad abolire la guerra e le armi.
Il ricordo delle vittime di Hiroshima persuada l'umanita' a rispettare e difendere tutte le vite.
Il ricordo delle vittime di Hiroshima persuada l'umanita' a soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Il ricordo delle vittime di Hiroshima persuada l'umanita' a proteggere quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, quest'unico mondo vivente di cui tutte e tutti siamo insieme parte e custodi.
Salvare le vite e' il primo dovere.
2. L'ORA. ENRICO PEYRETTI: NELLA SERATA DEL 6 AGOSTO...
[Ringraziamo Enrico Peyretti per questo intervento.
Enrico Peyretti (1935) e' uno dei maestri della cultura e dell'impegno di pace e di nonviolenza; e' stato presidente della Fuci tra il 1959 e il 1961; nel periodo post-conciliare ha animato a Torino alcune realta' ecclesiali di base; ha insegnato nei licei storia e filosofia; ha fondato con altri, nel 1971, e diretto fino al 2001, il mensile torinese "il foglio", che esce tuttora regolarmente; e' ricercatore per la pace nel Centro Studi "Domenico Sereno Regis" di Torino, sede dell'Ipri (Italian Peace Research Institute); e' stato membro del comitato scientifico del Centro Interatenei Studi per la Pace delle Universita' piemontesi, e dell'analogo comitato della rivista "Quaderni Satyagraha", edita a Pisa in collaborazione col Centro Interdipartimentale Studi per la Pace; e' membro del Movimento Nonviolento e del Movimento Internazionale della Riconciliazione; collabora a varie prestigiose riviste. Tra le opere di Enrico Peyretti: (a cura di), Al di la' del "non uccidere", Cens, Liscate 1989; Dall'albero dei giorni, Servitium, Sotto il Monte 1998; La politica e' pace, Cittadella, Assisi 1998; Per perdere la guerra, Beppe Grande, Torino 1999; Dov'e' la vittoria?, Il segno dei Gabrielli, Negarine (Verona) 2005; Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Il diritto di non uccidere. Schegge di speranza, Il Margine, Trento 2009; Dialoghi con Norberto Bobbio, Claudiana, Torino 2011; Il bene della pace. La via della nonviolenza, Cittadella, Assisi 2012; Elogio della gratitudine, Cittadella, Assisi 2015; e' disponibile nella rete telematica la sua fondamentale ricerca bibliografica Difesa senza guerra. Bibliografia storica delle lotte nonarmate e nonviolente, di seguito riprodotta, che e' stata piu' volte riproposta anche su questo foglio; vari suoi interventi (articoli, indici, bibliografie) sono anche nei siti: www.cssr-pas.org, www.ilfoglio.info e alla pagina web http://db.peacelink.org/tools/author.php?l=peyretti Un'ampia bibliografia (ormai da aggiornare) degli scritti di Enrico Peyretti e' in "Voci e volti della nonviolenza" n. 68.
Mohandas K. Gandhi e' stato della nonviolenza il piu' grande e profondo pensatore e operatore, cercatore e scopritore; e il fondatore della nonviolenza come proposta d'intervento politico e sociale e principio d'organizzazione sociale e politica, come progetto di liberazione e di convivenza. Nato a Portbandar in India nel 1869, studi legali a Londra, avvocato, nel 1893 in Sud Africa, qui divenne il leader della lotta contro la discriminazione degli immigrati indiani ed elaboro' le tecniche della nonviolenza. Nel 1915 torno' in India e divenne uno dei leader del Partito del Congresso che si batteva per la liberazione dal colonialismo britannico. Guido' grandi lotte politiche e sociali affinando sempre piu' la teoria-prassi nonviolenta e sviluppando precise proposte di organizzazione economica e sociale in direzione solidale ed egualitaria. Fu assassinato il 30 gennaio del 1948. Sono tanti i meriti ed e' tale la grandezza di quest'uomo che una volta di piu' occorre ricordare che non va mitizzato, e che quindi non vanno occultati limiti, contraddizioni, ed alcuni aspetti discutibili - che pure vi sono - della sua figura, della sua riflessione, della sua opera. Opere di Gandhi: essendo Gandhi un organizzatore, un giornalista, un politico, un avvocato, un uomo d'azione, oltre che una natura profondamente religiosa, i suoi scritti devono sempre essere contestualizzati per non fraintenderli; Gandhi considerava la sua riflessione in continuo sviluppo, e alla sua autobiografia diede significativamente il titolo Storia dei miei esperimenti con la verita'. In italiano l'antologia migliore e' Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi; si vedano anche: La forza della verita', vol. I, Sonda; Villaggio e autonomia, Lef; l'autobiografia tradotta col titolo La mia vita per la liberta', Newton Compton; La resistenza nonviolenta, Newton Compton; Civilta' occidentale e rinascita dell'India, Movimento Nonviolento (traduzione del fondamentale libro di Gandhi: Hind Swaraj; ora disponibile anche in nuova traduzione col titolo Vi spiego i mali della civilta' moderna, Gandhi Edizioni); La cura della natura, Lef; Una guerra senza violenza, Lef (traduzione del primo, e fondamentale, libro di Gandhi: Satyagraha in South Africa). Altri volumi sono stati pubblicati da Comunita': la nota e discutibile raccolta di frammenti Antiche come le montagne; da Sellerio: Tempio di verita'; da Newton Compton: e tra essi segnaliamo particolarmente Il mio credo, il mio pensiero, e La voce della verita'; Feltrinelli ha recentemente pubblicato l'antologia Per la pace, curata e introdotta da Thomas Merton. Altri volumi ancora sono stati pubblicati dagli stessi e da altri editori. I materiali della drammatica polemica tra Gandhi, Martin Buber e Judah L. Magnes sono stati pubblicati sotto il titolo complessivo Devono gli ebrei farsi massacrare?, in "Micromega" n. 2 del 1991 (e per un acuto commento si veda il saggio in proposito nel libro di Giuliano Pontara, Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996). Opere su Gandhi: tra le biografie cfr. B. R. Nanda, Gandhi il mahatma, Mondadori; il recente accurato lavoro di Judith M. Brown, Gandhi, Il Mulino; il recentissimo libro di Yogesh Chadha, Gandhi, Mondadori, e quello di Christine Jordis, Gandhi, Feltrinelli. Tra gli studi cfr. Johan Galtung, Gandhi oggi, Edizioni Gruppo Abele; Icilio Vecchiotti, Che cosa ha veramente detto Gandhi, Ubaldini; ed i volumi di Gianni Sofri: Gandhi e Tolstoj, Il Mulino (in collaborazione con Pier Cesare Bori); Gandhi in Italia, Il Mulino; Gandhi e l'India, Giunti. Cfr. inoltre: Dennis Dalton, Gandhi, il Mahatma. Il potere della nonviolenza, Ecig. Una importante testimonianza e' quella di Vinoba, Gandhi, la via del maestro, Paoline. Per la bibliografia cfr. anche Gabriele Rossi (a cura di), Mahatma Gandhi; materiali esistenti nelle biblioteche di Bologna, Comune di Bologna. Altri libri particolarmente utili disponibili in italiano sono quelli di Lanza del Vasto, William L. Shirer, Ignatius Jesudasan, George Woodcock, Giorgio Borsa, Enrica Collotti Pischel, Louis Fischer. Un'agile introduzione e' quella di Ernesto Balducci, Gandhi, Edizioni cultura della pace. Una interessante sintesi e' quella di Giulio Girardi, Riscoprire Gandhi, Anterem, Roma 1999; tra le piu' recenti pubblicazioni segnaliamo le seguenti: Antonio Vigilante, Il pensiero nonviolento. Una introduzione, Edizioni del Rosone, Foggia 2004; Mark Juergensmeyer, Come Gandhi, Laterza, Roma-Bari 2004; Roberto Mancini, L'amore politico, Cittadella, Assisi 2005; Enrico Peyretti, Esperimenti con la verita'. Saggezza e politica di Gandhi, Pazzini, Villa Verucchio (Rimini) 2005; Fulvio Cesare Manara, Una forza che da' vita. Ricominciare con Gandhi in un'eta' di terrorismi, Unicopli, Milano 2006; Giuliano Pontara, L'antibarbarie. La concezione etico-politica di Gandhi e il XXI secolo, Ega, Torino 2006, 2019.
Jean-Marie Muller, filosofo francese, nato nel 1939 a Vesoul, e' deceduto il 18 dicembre 2021 ad Orleans, docente, ricercatore, e' stato tra i piu' importanti studiosi del pacifismo e delle alternative nonviolente, oltre che attivo militante nonviolento. E' stato direttore degli studi presso l'Institut de Recherche sur la Resolution non-violente des Conflits (Irnc). In gioventu' ufficiale della riserva, fece obiezione di coscienza dopo avere studiato Gandhi. Ha condotto azioni nonviolente contro il commercio delle armi e gli esperimenti nucleari francesi. Nel 1971 fondo' il Man (Mouvement pour une Alternative Non-violente). Nel 1987 convinse i principali leader dell'opposizione democratica polacca che un potere totalitario, perfettamente armato per schiacciare ogni rivolta violenta, si trova largamente spiazzato nel far fronte alla resistenza nonviolenta di tutto un popolo che si sia liberato dalla paura. Tra le opere di Jean-Marie Muller: Strategia della nonviolenza, Marsilio, Venezia 1975; Il vangelo della nonviolenza, Lanterna, Genova 1977; Significato della nonviolenza, Movimento Nonviolento, Torino 1980; Momenti e metodi dell'azione nonviolenta, Movimento Nonviolento, Perugia 1981; Lessico della nonviolenza, Satyagraha, Torino 1992; Simone Weil. L'esigenza della nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1994; Desobeir a' Vichy, Presses Universitaires de Nancy, Nancy 1994; Vincere la guerra, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1999; Il principio nonviolenza, Plus, Pisa 2004; Dictionnaire de la non-violence, Les Editions du Relie', Gordes 2005]]
Nella serata del 6 agosto, anniversario di Hiroshima, in piazza Carignano, a Torino, alle 21 penso di leggere qualcosa dai testi di Gandhi e di Jean-Marie Muller...
*
Gandhi e Hiroshima
10 febbraio 1946 (sei mesi dopo la bomba di Hiroshima e Nagasaki)
"Nel mondo si sono verificati dei mutamenti di dimensioni inaudite. E' possibile che io continui ad avere fede nella verita' e nella nonviolenza? La bomba atomica non ha distrutto tale fede? Non soltanto non lo ha fatto, ma anzi mi ha chiaramente dimostrato che la verita' e la nonviolenza costituiscono la forza piu' potente del mondo. Di fronte ad esse la forza della bomba atomica non puo' nulla. Le due forze che si contrappongono sono di natura completamente differente, essendo l'una morale e spirituale e l'altra fisica e materiale. La prima e' infinitamente superiore alla seconda, la quale, per la sua stessa natura, e' una forza finita. La forza dello spirito, al contrario, si accresce continuamente, ed e' infinita. Nella sua completa espressione, essa e' invincibile. (...) Questa forza spirituale risiede in tutti gli esseri umani, uomini, donne e bambini, a prescindere dal colore della pelle. In alcuni e' assopita, ma puo' essere risvegliata con una adeguata educazione. Senza il riconoscimento di questa verita' e senza il dovuto sforzo per realizzarla, non vi e' scampo all'autodistruzione".
(M. K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi 1996, p. 352)
*
7 luglio 1947
"A quanto mi e' dato di vedere, la bomba atomica ha distrutto i sentimenti piu' nobili che hanno sostenuto l'umanita' per millenni. (...) Ora abbiamo visto la nuda verita': la guerra non conosce altra legge che quella della violenza. La bomba atomica ha fatto ottenere una vuota vittoria agli eserciti alleati, ma ha significato la distruzione dell'anima del Giappone. E' ancora troppo presto per vedere che cosa e' avvenuto nell'anima della nazione che ha impiegato la bomba atomica. Le forze della natura agiscono in modo misterioso.
(...) Io penso che le mire del Giappone erano piu' ingiuste. Ma una giustizia maggiore non da' il diritto di sterminare senza pieta' uomini donne e bambini di una intera zona del Giappone.
La morale che si puo' trarre dalla spaventosa tragedia provocata dalla bomba atomica e' che una bomba non puo' essere distrutta da un'altra bomba, come la violenza non puo' essere eliminata dalla violenza. Il genere umano puo' liberarsi dalla violenza soltanto ricorrendo alla nonviolenza. L'odio puo' essere sconfitto soltanto con l'amore. Rispondendo all'odio con l'odio non si fa altro che accrescere la grandezza e la profondita' dell'odio".
(M. K. Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi 1996, pp. 353-354)
*
Jean-Marie Muller: La rivolta del pensiero davanti alla violenza
"A guardare la storia, puo' sembrare che la violenza pesi sull'umanita' come una fatalita'. Se l'uomo fosse un animale sarebbe il piu' crudele degli animali. Ma l'uomo e' un essere dotato di ragione ed e' precisamente per questo che egli e' il piu' crudele degli esseri viventi. Se l'uomo non fosse dotato di ragione, non sarebbe stato capace di programmare scientemente e scientificamente le tragedie di Auschwitz, di Hiroshima e dell'arcipelago Gulag. E tante altre tragedie sono avvenute attraverso il mondo prima e dopo queste che possono tutte ugualmente essere simbolo dell'orrore e della violenza organizzata dell'uomo contro l'uomo. Come puo' la coscienza umana non rivoltarsi al ricordo di tutte queste violenze e di tutte le persone il cui volto attraverso il corso dei secoli e' stato sfigurato dal ferro e dal fuoco? E' lo scandalo di questa violenza esercitata da uomini su altri uomini che mette in movimento il pensiero filosofico; e' la certezza che questo male non deve essere che provoca la riflessione. Noi vogliamo sostenere che la rivolta del pensiero davanti alla violenza che fa soffrire gli uomini e' l'atto fondatore della filosofia. Noi vogliamo affermare che il rifiuto di ogni legittimazione di questa violenza fonda il principio di nonviolenza".
(Jean-Marie Muller, dalla Premessa a Idem, Il principio nonviolenza, Pisa University Press, 2004)
3. L'ORA. PASQUALE PUGLIESE: ESSERE O NON ESSERE. RIPRODUCIBILITA' DI HIROSHIMA E NAGASAKI IN UN PIANETA IN FIAMME
[Dal sito www.pasqualepugliese.wordpress.com riprendiamo e diffondiamo questo intervento del 28 maggio 2022. Pasquale Pugliese, come e' noto, e' una delle voci piu' autorevoli della nonviolenza in Italia.
Guenther Anders (pseudonimo di Guenther Stern, "anders" significa "altro" e fu lo pseudonimo assunto quando le riviste su cui scriveva gli chiesero di non comparire col suo vero cognome) e' nato a Breslavia nel 1902, figlio dell'illustre psicologo Wilhelm Stern, fu allievo di Husserl e si laureo' in filosofia nel 1925. Costretto all'esilio dall'avvento del nazismo, trasferitosi negli Stati Uniti d'America, visse di disparati mestieri. Tornato in Europa nel 1950, si stabili' a Vienna. E' scomparso nel 1992. Strenuamente impegnato contro la violenza del potere e particolarmente contro il riarmo atomico, e' uno dei maggiori filosofi contemporanei; e' stato il pensatore che con piu' rigore e concentrazione e tenacia ha pensato la condizione dell'umanita' nell'epoca delle armi che mettono in pericolo la sopravvivenza stessa della civilta' umana; insieme a Hannah Arendt (di cui fu coniuge), ad Hans Jonas (e ad altre e altri, certo) e' tra gli ineludibili punti di riferimento del nostro riflettere e del nostro agire. Opere di Guenther Anders: Essere o non essere, Einaudi, Torino 1961; La coscienza al bando. Il carteggio del pilota di Hiroshima Claude Eatherly e di Guenther Anders, Einaudi, Torino 1962, poi Linea d'ombra, Milano 1992 (col titolo: Il pilota di Hiroshima ovvero: la coscienza al bando); L'uomo e' antiquato, vol. I (sottotitolo: Considerazioni sull'anima nell'era della seconda rivoluzione industriale), Il Saggiatore, Milano 1963, poi Bollati Boringhieri, Torino 2003; L'uomo e' antiquato, vol. II (sottotitolo: Sulla distruzione della vita nell'epoca della terza rivoluzione industriale), Bollati Boringhieri, Torino 1992, 2003; Discorso sulle tre guerre mondiali, Linea d'ombra, Milano 1990; Opinioni di un eretico, Theoria, Roma-Napoli 1991; Noi figli di Eichmann, Giuntina, Firenze 1995; Stato di necessita' e legittima difesa, Edizioni Cultura della Pace, San Domenico di Fiesole (Fi) 1997. Si vedano inoltre: Kafka. Pro e contro, Corbo, Ferrara 1989; Uomo senza mondo, Spazio Libri, Ferrara 1991; Patologia della liberta', Palomar, Bari 1993; Amare, ieri, Bollati Boringhieri, Torino 2004; L'odio e' antiquato, Bollati Boringhieri, Torino 2006; Discesa all'Ade, Bollati Boringhieri, Torino 2008. In rivista testi di Anders sono stati pubblicati negli ultimi anni su "Comunita'", "Linea d'ombra", "Micromega". Opere su Guenther Anders: cfr. ora la bella monografia di Pier Paolo Portinaro, Il principio disperazione. Tre studi su Guenther Anders, Bollati Boringhieri, Torino 2003; singoli saggi su Anders hanno scritto, tra altri, Norberto Bobbio, Goffredo Fofi, Umberto Galimberti; tra gli intellettuali italiani che sono stati in corrispondenza con lui ricordiamo Cesare Cases e Renato Solmi]
"Il 6 agosto 1945 e' il giorno zero. Poiche' quel giorno e' stato provato che la storia universale puo' anche non continuare, che siamo in grado di recidere il filo della storia. Una nuova era, anche se la sua essenza consiste nell'avere un'esistenza incerta"
(Guenther Anders, Essere o non essere. Diario di Hiroshima e Nagasaki)
E' uno dei piu' pericolosi dei settantasette precedenti, questo anniversario dello sgancio delle bombe atomiche statunitensi su Hiroshima e Nagasaki, che cade in un pianeta in fiamme e non solo per il riscaldamento globale. Nonostante il Bollettino degli scienziati atomici mantenga ormai da tre anni le lancette dell'orologio dell'apocalisse a soli cento secondi dalla mezzanotte nucleare, dopo il 1989 e l'abbattimento del muro di Berlino avevamo rimosso il pericolo atomico militare dalla coscienza individuale e collettiva. Pure sempre piu' – apparentemente – sensibile alla catastrofe ecologica in corso. Parimenti dai diversi mondi culturali sono stati rimossi anche i pensatori che avevano fatto della riflessione sullo stare al mondo al tempo della bomba atomica l'essenza della propria filosofia, denunciandone la vera "minaccia totalitaria", il suo essere "non arma ma nemico" dell'umanita', come Guenther Anders di cui quest'anno e' caduto in sordina il CXX anniversario della nascita (12 luglio), come avverrà per il XXX della morte (17 dicembre).
Si e' incaricata prima la guerra in Ucraina di riportarci all'amara realta', con la nuova minaccia di uso delle armi atomiche all'interno di un conflitto armato che vede nel martoriato territorio ucraino il confronto tra le massime potenze nucleari Russia ed USA e poi – come se non bastasse – l'incredibile escalation della tensione diplomatica e militare tra USA e Cina, intorno allo status controverso dell'isola di Taiwan. Minacce aggravate dal perfezionamento delle cosiddette atomiche tattiche, ossia le testate nucleari piu' "piccole" e "maneggiabili" di quelle strategiche. E dunque "utilizzabili", tra le circa 13.000 testate atomiche complessive di ultimissima generazione puntate ed operative contro le teste di tutti. Del resto – come ribadisce anche Luca Ciarrocca nel recente e documentato La terza guerra mondiale (chiarelettere, 2022) – "si e' comunque ormai sviluppata una mentalita' secondo cui i vasti arsenali militari non sono solo il deterrente finale, come e' stato per i lunghi decenni della Guerra fredda, ma armi che potrebbero essere usate per vincere conflitti "limitati". E questa e' una spirale di morte da cui non si scappa. "Limitati" significa infatti che il devastante effetto di una piccola testata militare a bassa potenza come la W76-2 sarebbe inferiore, ma non di molto, a quella di Hiroshima, dove il 6 agosto 1945 la famigerata bomba atomica "Little Boy" provoco' all'istante tra i 90.000 e i 150.000 morti, senza contare le migliaia di vittime che nel corso degli anni persero la vita per le radiazioni".
Ricordare il 6 e il 9 agosto lo sganciamento delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, dunque, non e' - non puo' essere - la celebrazione di un irripetibile evento storico passato ma rappresenta – deve rappresentare – la presa di coscienza dello stato presente del mondo. Della sua riproducibilita': "il 6 agosto 1945, giorno di Hiroshima" – scrive Anders – "e' cominciata una nuova era: l'era in cui possiamo trasformare in qualunque momento ogni luogo, anzi la terra intera, in un'altra Hiroshima". Se questa possibilita' e' ormai irreversibile sul piano dell'acquisizione delle competenze tecnologiche, e' invece modificabile attraverso l'acquisizione delle competenze etiche che consentano di imboccare l'unica uscita di sicurezza accessibile: la cancellazione delle armi nucleari dalla faccia della terra, la loro definitiva proibizione. Si tratta di superare cio' che Anders chiama lo "scarto prometeico", ossia la frattura che passa tra l'infinita capacita' produttiva di distruzione e la nostra capacita' immaginativa delle conseguenze.
Si tratta di declinare il piano etico del dover essere sul piano politico della possibilita' di essere ancora, in un pianeta nel quale la crisi sistemica globale moltiplica i conflitti, dando un'ulteriore chance all'umanita' attraverso precise scelte di disarmo, come l'adesione al Trattato internazionale per la messa al bando delle armi nucleari. Trattato Onu gia' in vigore da oltre un anno, rispetto al quale le testate atomiche sono gia' illegali, ma non sottoscritto ne' dai nove governi apprendisti stregoni dei paesi atomici (Usa, Russia, Cina, India, Pakistan, Gran Bretagna, Francia, Israele, Corea del Nord) ne' dai governi dei paesi che "ospitano" testate altrui. Come l'Italia che "custodisce" tra le basi militari di Ghedi (Brescia) ed Aviano (Pordenone) diverse decine di testate atomiche statunitensi, facendo cosi' della pianura padana il primario obiettivo di un possibile attacco nucleare su territorio europeo. Preparandone il non essere.
Essere o non essere e' il titolo del diario di Hiroshima e Nagasaki di Guenther Anders, il racconto del suo pellegrinaggio nei luoghi della catastrofe giapponese voluta dal governo degli Stati Uniti, non per chiudere la seconda guerra mondiale ma per aprire la terza, dando l'avvio alla folle corsa agli armamenti. Tuttora pienamente in corso. Un diario da rileggere oggi, a cinquantun anni dalla sua stesura quando – nel 1961 – l'orologio dell'apocalisse segnava sette minuti dalla mezzanotte. Un tempo eterno rispetto ai soli cento secondi di oggi. Sempre piu' prossimi al definitivo non essere. Se non diamo un'ultima possibilita' all'essere.
4. L'ORA. ANNIBALE SCARPANTE: UNA COALIZIONE CONTRO LA GUERRA. UNA PROPOSTA SULL'ORLO DEL BARATRO
Una premessa necessaria
Per il rinnovo del Parlamento si vota il 25 settembre. Le scadenze per gli adempimenti per poter partecipare alle elezioni sono le seguenti: il 12-14 agosto occorre presentare i simboli delle liste elettorali; il 21-22 agosto le liste complete.
Per chi non usufruisce dell'esonero, c'e' anche l'incombenza della raccolta delle firme: un impegno assai faticoso da adempiere in una manciata di giorni intorno a ferragosto.
Credo che ogni persona ragionevole percepisca il pericolo della vittoria elettorale della destra neofascista, razzista, schiavista, riarmista, bellicista, corrotta e corruttrice, barbara e folle.
Credo che ogni persona ragionevole si renda conto del rischio che le guerre in corso diano luogo a una guerra mondiale, quindi nucleare, che puo' distruggere l'intera umanita'.
*
Cio' che occorre: una coalizione contro la guerra
La cosa che in questo momento mi sembra piu' necessaria e' una coalizione contro la guerra.
Una coalizione contro la guerra che si presenti alle elezioni con un simbolo che rechi soltanto queste poche, semplici, chiare parole: "coalizione contro la guerra".
*
Un appello a quel che resta dell'Italia civile
Credo che tutte le forze che restano dell'Italia civile - femminista ed ecologista, socialista e libertaria, pacifista e solidale, antirazzista ed antimafia, in una parola: nonviolenta - dovrebbero unirsi in questa coalizione, come fosse un nuovo Cln, il Cln dell'umanita'.
Credo che tutte le organizzazioni, le associazioni, i movimenti, le personalita' che condividono il cruccio di questo tragico momento dell'umanita' dovrebbero mettersi a disposizione di questo impegno comune.
*
Quali candidate e candidati
Credo che le liste della "coalizione contro la guerra" dovrebbero candidare solo persone anziane che abbiano alle spalle mezzo secolo d'impegno nitido e intransigente per il bene comune.
Persone che abbiano gia' costantemente dato buona prova di se', persone che non si sono mai arrese alla corruzione e alla barbarie, persone che sarebbero eccellenti legislatrici.
*
Il tempo e' poco
Il tempo evidentemente e' poco, anzi pochissimo. E sarebbe necessario che qualche organizzazione diffusamente presente sul territorio italiano si facesse promotrice e coordinatrice di questa proposta.
So che scrivere queste righe in questo momento puo' suonare irrealistico e finanche grottesco.
Ma queste parole andavano pur dette, questo appello andava pur formulato. Che possa non cadere nel vuoto.
*
Annibale Scarpante, lettore e collaboratore de "La nonviolenza e' in cammino"
Viterbo, 6 agosto 2022, anniversario dell'ecatombe di Hiroshima
5. REPETITA IUVANT. TRE LETTERE
I. Appello alla Presidente del Parlamento Europeo, on. Roberta Metsola: president at ep.europa.eu
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
il suo indimenticabile predecessore, il Presidente David Sassoli, si impegno' affinche' il Presidente degli Stati Uniti d'America compisse un atto di clemenza che restituisse la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, da 46 anni detenuto innocente nelle carceri statunitensi a seguito di un processo-farsa in cui fu assurdamente condannato per un crimine che non ha mai commesso sulla base di "prove" false e di "testimonianze" altrettante false, come successivamente ammisero i suoi stessi accusatori e giudici. Nonostante la sua innocenza sia ormai da tutti riconosciuta, Leonard Peltier continua ad essere detenuto.
Con un intervento pubblicato su twitter e una dichiarazione alla stampa di cui e' disponibile la registrazione video il Presidente Sassoli il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scriveva, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
gia' nel 1994 e poi ancora nel 1999 il Parlamento Europeo delibero' risoluzioni per la liberazione di Leonard Peltier.
Qui di seguito si trascrive integralmente la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta gia' da molti anni da prestigiose istituzioni, innumerevoli associazioni democratiche, milioni di persone di tutto il mondo tra cui illustri personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu e numerosi altri Premi Nobel.
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
dia seguito all'iniziativa del Parlamento Europeo e del Presidente Sassoli, e chieda al Presidente degli Stati Uniti d'America di compiere finalmente l'atto di clemenza che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
* * *
II. Appello al Segretario Generale delle Nazioni Unite, on. Antonio Guterres: sgcentral at un.org
Egregio Segretario Generale delle Nazioni Unite, on. Antonio Guterres,
uniamo la nostra voce a quella di quanti hanno gia' chiesto un suo intervento presso il Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' compia un atto di clemenza restituendo la liberta' a Leonard Peltier attraverso lo strumento giuridico della grazia presidenziale.
Chiediamo questo suo intervento perche' la vicenda di Leonard Peltier riguarda l'umanita' intera.
Come Lei gia' sapra', Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano, generoso e coraggioso difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, da 46 anni detenuto per delitti che non ha commesso.
Gli stessi suoi accusatori che ne ottennero la condanna al termine di uno scandalosissimo processo-farsa basato su cosiddette "prove" dimostratesi assolutamente false e su cosiddette "testimonianze" dimostratesi anch'esse assolutamente false, hanno successivamente riconosciuto che la condanna e la conseguente detenzione di Leonard Peltier e' ingiusta e persecutoria, insensata e disumana, ed hanno chiesto loro stessi la sua liberazione.
Eppure, nonostante che la sua innocenza sia ormai certezza condivisa dall'umanita' intera, Leonard Peltier - ormai anziano e con gravi problemi di salute - continua ad essere detenuto per delitti che non ha mai commesso.
Sicuramente ricordera' che la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da milioni di persone di tutto il mondo, tra le quali figure luminose come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu.
Ricordera' sicuramente anche che la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da innumerevoli istituzioni, tra le quali il Parlamento Europeo con ben due risoluzioni fin dagli anni '90 del secolo scorso.
Ci e' particolarmente grato ricordare anche l'iniziativa del compianto Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli, recentemente deceduto, che il 23 agosto 2021 scriveva, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni. Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years. I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Gli sforzi di milioni di esseri umani, l'impegno di innumerevoli associazioni - tra cui in primo luogo Amnesty International -, il voto di autorevolissime istituzioni, non hanno ottenuto fin qui che Leonard Peltier venisse liberato.
Occorre evidentemente un'iniziativa ulteriore.
Sia Lei, che rappresenta l'Organizzazione delle Nazioni Unite, quindi l'istituzione rappresentativa di tutti i paesi e i popoli del mondo, a promuovere questa iniziativa.
Sia Lei a chiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America di restituire la liberta' a Leonard Peltier.
* * *
III. Un invito a tutte le persone di volonta' buona, alle associazioni democratiche, alle istituzioni sollecite del bene comune dell'umanita', affinche' si adoperino per la liberazione di Leonard Peltier
Fratelli e sorelle,
a tutte e tutti chiediamo un impegno, nelle forme che riterrete adeguate, affinche' sia restituita la liberta' a Leonard Peltier.
Vi proponiamo di scrivere lettere sia direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America, nelle cui mani e' il potere di concedere la grazia che restituisca finalmente la liberta' a Leonard Peltier, sia alle istituzioni, alle organizzazioni ed alle personalita' che riterrete possano trovare maggior ascolto da parte della Casa Bianca, sia ai mezzi d'informazione affinche' cessi il silenzio sulla vicenda e sulla testimonianza di Leonard Peltier e sulla lotta sua e dei popoli nativi in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Ma soprattutto vi chiediamo tre cose: di informare e coscientizzare le persone con cui siete in contatto, di voler voi stessi approfondire la conoscenza della vicenda di Leonard Peltier, di mettervi in contatto sia con lui che con il comitato internazionale di solidarieta' che lo sostiene.
L'indirizzo postale di Leonard Peltier e' nel sito dell'International Leonard Peltier Defense Committe (www.whoisleonardpeltier.info). Per contattare il comitato internazionale di solidarieta' inviare una e-mail a: contact at whoisleonardpeltier.info
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.
6. REPETITA IUVANT. TRE TESI
La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
7. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
8. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- AA. VV., La guerra grande, volume monografico di "Limes. Rivista italiana di geopolitica", n. 7, luglio 2022, Gedi, Torino 2022, pp. 296 (+ 12 pp. di tavole fouri testo), euro 15.
- Elisa Ghidini, Lo scandalo del Mose, Rcs, Milano 2022, pp. 156, euro 5,99.
*
Riletture
- Vine Deloria Jr., Behind the Trail of Broken Treaties: An Indian Declaration of Independence, Dell Publishing, New York 1974, University of Texas Press, Austin 1985, pp. XIV + 296.
- Elena Soetje, La responsabilita' della vita, Paravia, Torino 1997, pp. 138.
*
Riedizioni
- Emmanuel Carrere, Limonov, Adelphi, Milano 2012, Gedi, Torino 2022, pp. 416, euro 10,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
- Stephen Kotkin, A un passo dall'apocalisse. Il collasso sovietico, 1970-2000, Viella, Roma 2010, Rcs, Milano 2022, pp. 192, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
*
Testimonianze
- Aicha Benaissa, Sophie Ponchelet, Nee' en France, Payot, Paris 1990, 1991, pp. 156.
- La vita come noi l'abbiamo conosciuta, Savelli, Milano 1980, pp. 160.
9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
10. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4555 del 7 agosto 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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