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[Nonviolenza] Telegrammi. 4553
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 4553
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Thu, 4 Aug 2022 17:15:01 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4553 del 5 agosto 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Continua la guerra, continuano i massacri
2. "Pressenza": 24 ore per Julian Assange
3. "Mani Rosse Antirazziste" ed altre associazioni: Stragi nel Mediterraneo: il Parlamento rinnova le responsabilita' dell'Italia
4. Giuseppe Ungaretti: In memoria
5. Giuseppe Ungaretti: Veglia
6. Giuseppe Ungaretti: Destino
7. Giuseppe Ungaretti: Fratelli
8. Giuseppe Ungaretti: Sono una creatura
9. Giuseppe Ungaretti: In dormiveglia
10. Giuseppe Ungaretti: Pellegrinaggio
11. Giuseppe Ungaretti: San Martino del Carso
12. Giuseppe Ungaretti: Allegria di naufragi
13. Giuseppe Ungaretti: Solitudine
14. Giuseppe Ungaretti: Mattina
15. Giuseppe Ungaretti: Lontano
16. Giuseppe Ungaretti: Sempre notte
17. Giuseppe Ungaretti: Un'altra notte
18. Giuseppe Ungaretti: Girovago
19. Giuseppe Ungaretti: Soldati
20. Tre lettere
21. Jennifer Bendery: U.N. Human Rights Legal Experts Call For Immediate Release Of Leonard Peltier
22. Tre tesi
23. Ripetiamo ancora una volta...
24. Cinque perorazioni per il disarmo
25. Segnalazioni librarie
26. La "Carta" del Movimento Nonviolento
27. Per saperne di piu'
1. L'ORA. CONTINUA LA GUERRA, CONTINUANO I MASSACRI
Continua la guerra, continuano i massacri.
Nessun governo sembra volerli fermare.
*
E' piu' necessaria che mai un'insurrezione nonviolenta dei popoli che ponga fine a tutte le guerre e a tutte le stragi.
E' piu' necessaria che mai un'insurrezione nonviolenta dei popoli che abolisca tutti gli eserciti e tutte le armi.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
2. APPELLI. "PRESSENZA": 24 ORE PER JUULIAN ASSANGE
[Da www.pressenza.com riprendiamo e diffondiamo]
Pressenza promuove, insieme alle numerose realta' in continuo aggiornamento che leggete in calce, una maratona di 24 ore per la liberta' di Julian Assange. Qui sotto l'invito/appello. Partecipate numerosi.
Julian Assange e' un uomo, un giornalista che ha rivelato i crimini e i criminali delle guerre in Afghanistan e in Iraq degli Stati Uniti.
Julian Assange per questo e' stato punito, e' stato ingiustamente incarcerato e imbavagliato, gli e' stato impedito di fare informazione. Mentre i crimini e i criminali sono impuniti e assolti.
Julian Assange rischia di essere estradato negli Stati Uniti e condannato a morte con 175 anni di carcere.
Julian Assange ha due figli piccoli e ha accanto una compagna e avvocata, Stella Assange, che continua a lottare.
Julian Assange e' il simbolo di tutti i giornalisti, le giornaliste, le voci libere che con lui possono essere messe a tacere.
Julian Assange rappresenta un modello di mondo nuovo e migliore dove l'ingiustizia va condannata e i diritti umani difesi.
Sono sempre piu' numerose le iniziative per la liberta' di Assange e per impedirne la pericolosa estradizione negli USA.
Ti invitiamo a partecipare a un'iniziativa grandiosa che possa far conoscere il suo caso in tutto il pianeta: 24 ore non stop dove giornalisti, attivisti, artisti, persone di cultura manifesteranno in tutto il pianeta per la liberta' di Julian. Il 15 Ottobre sul Pianeta Terra.
Aderisci a: 24hAssange at proton.me
Prossimamente attivo il sito web http://www.24hassange.org in varie lingue.
Qui promotori e adesioni in continuo aggiornamento:
Comitato promotore
Organizzazioni e testate: Amnesty International, Articolo21, Atlante delle guerre, Free Assange Italia, Italia che Cambia, Left, Media Alliance, Pressenza, Terra Nuova, transform! Italia, Sostenitori di Julian Assange, Sovranita' Popolare, Unimondo, Ecomapuche
Persone: Daniela Bezzi, Maurizio del Bufalo, Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, Renato Giuseppe Napoli (EarthProtector-StopEcocide), Maurizio Torti, Dale Zaccaria
Adesioni alla campagna
Organizzazioni e testate: La Comunita' per lo Sviluppo Umano, PeaceLink
Persone: Maurizio Acerbo, Cecilia Capanna, Marco Cappato (associazione Luca Coscioni), Geraldina Colotti, Pietro Folena, Alessandro Hellmann (autore), Lazzaro Pappagallo, Stefania Maurizi, Vincenzo Vita
3. APPELLI. "MANI ROSSE ANTIRAZZISTE" ED ALTRE ASSOCIAZIONI: STRAGI NEL MEDITERRANEO: IL PARLAMENTO RINNOVA LE RESPONSABILITA' DELL'ITALIA
[Dalle amiche e dagli amici di "Mani Rosse Antirazziste" riceviamo e diffondiamo]
Per l'ennesima volta il Parlamento ha ratificato il finanziamento delle missioni militari all'estero. Alcune di queste hanno lo scopo di assicurare, manu militari, l'esternalizzazione sempre piu' a Sud delle frontiere dell'Italia e dell'Unione Europea, per impedire, con qualsiasi mezzo, che vengano varcate da migranti e richiedenti asilo.
Si e' trattato di un vero e proprio colpo di mano antidemocratico, se non nella forma, sicuramente nella sostanza.
Infatti, per la prima volta da quando l'Italia invia missioni militari all'estero, il voto sul finanziamento delle stesse non e' passato nelle Aule Parlamentari, dove avrebbe potuto essere oggetto di approfondito dibattito e di un voto secondo coscienza di tutti i singoli parlamentari, ma soltanto nelle Commissioni Esteri e Difesa, che hanno sbrigato il tutto in qualche decina di minuti.
E' da rilevare inoltre che, ancora una volta, si e' scelta la fine del mese di luglio, con sette mesi di ritardo, nel momento di maggior distrazione dell'opinione pubblica.
Le missioni all'estero sono molteplici e complessi i settori interessati. In alcuni casi, piu' interventi vengono realizzati in uno stesso Paese, con finanziamenti ad hoc.
Tale e' il caso della Libia, dove si interviene con diverse operazioni, tese in gran parte a fermare il flusso migratorio diretto verso l'Italia e l'Europa.
Dato per scontato il voto favorevole dei partiti di destra, ampiamente prevedibile, dobbiamo rilevare che purtroppo il Partito Democratico ha giocato con estrema ambiguita'.
Infatti, da un lato al Senato ha approvato tutte le missioni senza obiezione alcuna, mentre dall'altro, alla Camera, i rappresentanti del PD hanno espresso posizioni critiche riguardo l'operato della cosiddetta Guardia Costiera Libica ma si sono limitati alla astensione, come del resto i loro colleghi del Movimento 5 Stelle e di Italia Viva. Gli unici deputati del PD a votare contro, a titolo personale, sono stati gli onorevoli Boldrini e Palazzotto, che tuttavia hanno limitato il loro dissenso alla sola scheda 47.
La scheda 47 riguarda un aspetto specifico e parziale, cioe' l'addestramento della sedicente Guardia costiera libica, che in realta' da mesi e' svolto da personale turco. La scheda 47 appare quindi come una scatola vuota, perche' riguarda un impegno che non e' piu' nostro, mentre ben piu' gravi sono le conseguenze delle altre operazioni italiane in Libia (ad esempio quanto e' previsto nella scheda 33) e che sono state approvate a larghissima maggioranza. Infatti, voti contrari a tutte le operazioni in Libia e ad altre operazioni simili in Mali e in Niger sono soltanto quelli espressi dal gruppo ManifestA, che aveva presentato numerosi emendamenti soppressivi, e dal gruppo di Alternativa.
Ad esempio, a parte l'impegno ad assicurare l'assistenza nella manutenzione delle motovedette, fornite dall'Italia con il compito di bloccare chi tenta la fuga via mare dall'inferno libico, il punto fondamentale della scheda 33 e' che sono previste "attivita' di collegamento e consulenza a favore della Marina libica" e soprattutto "la collaborazione per la costituzione di un centro operativo marittimo in territorio libico per la sorveglianza, la cooperazione marittima e il coordinamento delle attivita' congiunte da svolgere".
Uscendo dalla fumosita' di questo enunciato, cio' significa, in concreto, che la Libia, pur essendosi attribuita una vastissima zona Sar fin dal giugno 2018, non ha ancora una centrale Mrcc per gestire le operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. Di fatto questa fondamentale funzione finora e' stata svolta, direttamente o indirettamente, dall'Italia attraverso le navi della nostra Marina che si alternano alla fonda nel porto di Tripoli, dando le istruzioni alla cosiddetta Guardia costiera libica per la ricattura in mare dei profughi/migranti che sono riusciti a fuggire e che vengono poi ricondotti nei lager, come noto veri e propri luoghi di schiavitu', tortura, sistematica violenza sessuale e morte. Il via libera alla scheda 33 equivale a perpetuare questa situazione, che continua a ignorare come la Libia non possa in alcun modo considerarsi un "porto/posto sicuro" e come Tripoli non abbia alcun requisito per gestire una zona Sar. Ne consegue che, in sostanza, l'Italia continua a rendersi complice degli abusi e dei soprusi a cui sono condannate le migliaia di persone riportate in Libia e riconsegnate all'orrore dei centri di detenzione. Un orrore che - come denunciato in varie sedi, inclusa la Corte Penale Internazionale, da diverse organizzazioni - puo' configurare un vero e proprio crimine di lesa umanita'.
L'affermazione di alcuni dirigenti del PD, secondo cui il loro partito avrebbe votato contro la missione in Libia e il finanziamento alla guardia costiera libica e' pertanto capziosa, se non palesemente falso.
La tempestivita' e l'ambiguita' delle procedure imposte non ha purtroppo consentito la reazione della societa' civile e delle associazioni solitamente in prima linea per la difesa dei diritti umani.
Roma, sabato 30 luglio 2022.
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4. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: IN MEMORIA
[Riproponiamo ancora una volta i seguenti versi di Giuseppe Ungaretti.
Giuseppe Ungaretti (Alessandria d'Egitto 1888 - Milano 970) e' uno dei maggiori poeti del Novecento. Nei Meridiani Mondadori sono apparsi i volumi Vita d'un uomo. Tutte le poesie, a cura di Leone Piccioni; Vita d'un uomo. Saggi e interventi, a cura di Mario Diacono e Luciano Rebay; Vita d'un uomo. Viaggi e lezioni, a cura di Paola Montefoschi; ed un Album Ungaretti, con iconografia ordinata e commentata da Paola Montefoschi e un saggio biografico di Leone Piccioni. Per un avvio alla conoscenza cfr. anche almeno: Leone Piccioni (a cura di), Per conoscere Ungaretti, Mondadori, Milano 1971, 1979; Giuseppe Faso, La critica e Ungaretti, Cappelli, Bologna 1977]
Locvizza il 30 settembre 1916
Si chiamava
Moammed Sceab
Discendente
di emiri di nomadi
suicida
perche' non aveva piu'
Patria
Amo' la Francia
e muto' nome
Fu Marcel
ma non era Francese
e non sapeva piu'
vivere
nella tenda dei suoi
dove si ascolta la cantilena
del Corano
gustando un caffe'
E non sapeva
sciogliere
il canto
del suo abbandono
L'ho accompagnato
insieme alla padrona dell'albergo
dove abitavamo
a Parigi
dal numero 5 della rue des Carmes
appassito vicolo in discesa
Riposa
nel camposanto d'Ivry
sobborgo che pare
sempre
in una giornata
di una
decomposta fiera
E forse io solo
so ancora
che visse
5. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: VEGLIA
Cima Quattro il 23 dicembre 1915
Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita
6. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: DESTINO
Mariano il 14 luglio 1916
Volti al travaglio
come una qualsiasi
fibra creata
perche' ci lamentiamo noi?
7. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: FRATELLI
Mariano il 15 luglio 1916
Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte
Foglia appena nata
Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilita'
Fratelli
8. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: SONO UNA CREATURA
Valloncello di Cima Quattro il 5 agosto 1916
Come questa pietra
del S. Michele
cosi' fredda
cosi' dura
cosi' prosciugata
cosi' refrattaria
cosi' totalmente
disanimata
Come questa pietra
e' il mio pianto
che non si vede
La morte
si sconta
vivendo
9. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: IN DORMIVEGLIA
Valloncello di Cima Quattro il 6 agosto 1916
Assisto la notte violentata
L'aria e' crivellata
come una trina
dalle schioppettate
degli uomini
ritratti
nelle trincee
come le lumache nel loro guscio
Mi pare
che un affannato
nugolo di scalpellini
batta il lastricato
di pietra di lava
delle mie strade
ed io l'ascolti
non vedendo
in dormiveglia
10. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: PELLEGRINAGGIO
Valloncello dell'Albero Isolato il 16 agosto 1916
In agguato
in queste budella
di macerie
ore e ore
ho strascicato
la mia carcassa
usata dal fango
come una suola
o come un seme
di spinalba
Ungaretti
uomo di pena
ti basta un'illusione
per farti coraggio
Un riflettore
di la'
mette un mare
nella nebbia
11. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: SAN MARTINO DEL CARSO
Valloncello dell'Albero Isolato il 27 agosto 1916
Di queste case
non e' rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non e' rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nessuna croce manca
E' il mio cuore
il paese piu' straziato
12. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: ALLEGRIA DI NAUFRAGI
Versa il 14 febbraio 1917
E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare
13. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: SOLITUDINE
Santa Maria La Longa il 26 gennaio 1917
Ma le mie urla
feriscono
come fulmini
la campana fioca
del cielo
Sprofondano
impaurite
14. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: MATTINA
Santa Maria La Longa il 26 gennaio 1917
M'illumino
d'immenso
15. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: LONTANO
Versa il 15 febbraio 1917
Lontano lontano
come un cieco
m'hanno portato per mano
16. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: SEMPRE NOTTE
Vallone il 18 aprile 1917
La mia squallida
vita si estende
piu' spaventata di se'
In un
infinito
che mi calca e mi
preme col suo
fievole tatto
17. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: UN'ALTRA NOTTE
Vallone il 20 aprile 1917
In quest'oscuro
colle mani
gelate
distinguo
il mio viso
Mi vedo
abbandonato nell'infinito
18. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: GIROVAGO
Campo di Mailly maggio 1918
In nessuna
parte
di terra
mi posso
accasare
A ogni
nuovo
clima
che incontro
mi trovo
languente
che
una volta
gia' gli ero stato
assuefatto
E me ne stacco sempre
straniero
Nascendo
tornato da epoche troppo
vissute
Godere un solo
minuto di vita
iniziale
Cerco un paese
innocente
19. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: SOLDATI
Bosco di Courton luglio 1918
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie
20. REPETITA IUVANT. TRE LETTERE
I. Appello alla Presidente del Parlamento Europeo, on. Roberta Metsola: president at ep.europa.eu
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
il suo indimenticabile predecessore, il Presidente David Sassoli, si impegno' affinche' il Presidente degli Stati Uniti d'America compisse un atto di clemenza che restituisse la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, da 46 anni detenuto innocente nelle carceri statunitensi a seguito di un processo-farsa in cui fu assurdamente condannato per un crimine che non ha mai commesso sulla base di "prove" false e di "testimonianze" altrettante false, come successivamente ammisero i suoi stessi accusatori e giudici. Nonostante la sua innocenza sia ormai da tutti riconosciuta, Leonard Peltier continua ad essere detenuto.
Con un intervento pubblicato su twitter e una dichiarazione alla stampa di cui e' disponibile la registrazione video il Presidente Sassoli il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scriveva, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
gia' nel 1994 e poi ancora nel 1999 il Parlamento Europeo delibero' risoluzioni per la liberazione di Leonard Peltier.
Qui di seguito si trascrive integralmente la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta gia' da molti anni da prestigiose istituzioni, innumerevoli associazioni democratiche, milioni di persone di tutto il mondo tra cui illustri personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu e numerosi altri Premi Nobel.
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
dia seguito all'iniziativa del Parlamento Europeo e del Presidente Sassoli, e chieda al Presidente degli Stati Uniti d'America di compiere finalmente l'atto di clemenza che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
* * *
II. Appello al Segretario Generale delle Nazioni Unite, on. Antonio Guterres: sgcentral at un.org
Egregio Segretario Generale delle Nazioni Unite, on. Antonio Guterres,
uniamo la nostra voce a quella di quanti hanno gia' chiesto un suo intervento presso il Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' compia un atto di clemenza restituendo la liberta' a Leonard Peltier attraverso lo strumento giuridico della grazia presidenziale.
Chiediamo questo suo intervento perche' la vicenda di Leonard Peltier riguarda l'umanita' intera.
Come Lei gia' sapra', Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano, generoso e coraggioso difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, da 46 anni detenuto per delitti che non ha commesso.
Gli stessi suoi accusatori che ne ottennero la condanna al termine di uno scandalosissimo processo-farsa basato su cosiddette "prove" dimostratesi assolutamente false e su cosiddette "testimonianze" dimostratesi anch'esse assolutamente false, hanno successivamente riconosciuto che la condanna e la conseguente detenzione di Leonard Peltier e' ingiusta e persecutoria, insensata e disumana, ed hanno chiesto loro stessi la sua liberazione.
Eppure, nonostante che la sua innocenza sia ormai certezza condivisa dall'umanita' intera, Leonard Peltier - ormai anziano e con gravi problemi di salute - continua ad essere detenuto per delitti che non ha mai commesso.
Sicuramente ricordera' che la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da milioni di persone di tutto il mondo, tra le quali figure luminose come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu.
Ricordera' sicuramente anche che la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da innumerevoli istituzioni, tra le quali il Parlamento Europeo con ben due risoluzioni fin dagli anni '90 del secolo scorso.
Ci e' particolarmente grato ricordare anche l'iniziativa del compianto Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli, recentemente deceduto, che il 23 agosto 2021 scriveva, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni. Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years. I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Gli sforzi di milioni di esseri umani, l'impegno di innumerevoli associazioni - tra cui in primo luogo Amnesty International -, il voto di autorevolissime istituzioni, non hanno ottenuto fin qui che Leonard Peltier venisse liberato.
Occorre evidentemente un'iniziativa ulteriore.
Sia Lei, che rappresenta l'Organizzazione delle Nazioni Unite, quindi l'istituzione rappresentativa di tutti i paesi e i popoli del mondo, a promuovere questa iniziativa.
Sia Lei a chiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America di restituire la liberta' a Leonard Peltier.
* * *
III. Un invito a tutte le persone di volonta' buona, alle associazioni democratiche, alle istituzioni sollecite del bene comune dell'umanita', affinche' si adoperino per la liberazione di Leonard Peltier
Fratelli e sorelle,
a tutte e tutti chiediamo un impegno, nelle forme che riterrete adeguate, affinche' sia restituita la liberta' a Leonard Peltier.
Vi proponiamo di scrivere lettere sia direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America, nelle cui mani e' il potere di concedere la grazia che restituisca finalmente la liberta' a Leonard Peltier, sia alle istituzioni, alle organizzazioni ed alle personalita' che riterrete possano trovare maggior ascolto da parte della Casa Bianca, sia ai mezzi d'informazione affinche' cessi il silenzio sulla vicenda e sulla testimonianza di Leonard Peltier e sulla lotta sua e dei popoli nativi in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Ma soprattutto vi chiediamo tre cose: di informare e coscientizzare le persone con cui siete in contatto, di voler voi stessi approfondire la conoscenza della vicenda di Leonard Peltier, di mettervi in contatto sia con lui che con il comitato internazionale di solidarieta' che lo sostiene.
L'indirizzo postale di Leonard Peltier e' nel sito dell'International Leonard Peltier Defense Committe (www.whoisleonardpeltier.info). Per contattare il comitato internazionale di solidarieta' inviare una e-mail a: contact at whoisleonardpeltier.info
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.
21. REPETITA IUVANT. JENNIFER BENDERY: U.N. HUMAN RIGHTS LEGAL EXPERTS CALL FOR IMMEDIATE RELEASE OF LEONARD PELTIER
[Dal sito dell'"Huffington Post" riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 25 luglio 2022]
U.N. Human Rights Legal Experts Call For Immediate Release Of Leonard Peltier
"The Working Group concludes that Mr. Peltier continues to be detained because he is Native American," says a damning 17-page opinion.
*
The prolonged imprisonment of Native American rights activist Leonard Peltier is "arbitrary," and the U.S. government should release him immediately, concludes a damning legal opinion released by the United Nations Human Rights Council's Working Group on Arbitrary Detention.
"Taking into account all the circumstances of the case, including the risk to Mr. Peltier's health, the appropriate remedy would be to release Mr. Peltier immediately and accord him an enforceable right to compensation and other reparations, in accordance with international law," says the group of legal experts behind the 17-page opinion.
Peltier, 77, has been in prison for 46 years without any evidence that he committed a crime and after a trial that was riddled with misconduct.
The U.N. Human Rights Council working group didn't even go into the glaring problems with Peltier's conviction; it notes that it "refrains from examining matters that are for the national authorities to determine," like whether there was sufficient evidence to put Peltier in prison or whether his conduct has been exemplary in prison. Instead, the working group focused on whether Peltier's parole process has met international standards. It has not.
Peltier has been deprived of his liberty "in contravention of articles 2, 7 and 9 of the Universal Declaration of Human Rights and articles 2 (1), 9 and 26 of the International Covenant on Civil and Political Rights," says the legal opinion.
The working group is saying that between Peltier's poor health and advanced age, his frequent placement in solitary confinement, and the difference between his time in prison compared to non-Native Americans convicted of similar offenses, there is clear evidence that his continued detention is unjust. The opinion also cites discriminatory comments made by his parole examiners in concluding, "Mr. Peltier continues to be detained because he is Native American."
The U.S. government has six months to provide information to the working group demonstrating the actions it has taken in response to the injustices outlined in the opinion.
"We are pleased that the Working Group was willing to review Leonard's case a second time after these past 17 years of unjust parole proceedings and arbitrary imprisonment," said Kevin Sharp, Peltier's pro bono attorney and a former U.S. District Court judge appointed by President Barack Obama. "The Working Group did not parse their words. They issued an immediate call to action, and the U.S. government must take Leonard's clemency case seriously and release him back to the care of his tribe."
Here's a copy of the full legal opinion, which was issued on June 7 but wasn’t publicly circulated until this month: [il testo integrale del documento abbiamo gia' piu' volte riprodotto (in due puntate, data l'ampiezza) nel nostro notiziario nelle scorse settimane - ndr -].
The reason that Peltier is in prison at all is because the FBI and U.S. attorney's office needed a fall guy after it failed to figure out who killed two FBI agents in a 1975 shootout on Pine Ridge Reservation in South Dakota.
Peltier's co-defendants were acquitted based on self-defense. He was the last one available, so the U.S. government arrested him and put him through a trial that would not hold up in a U.S. court today. Prosecutors hid key evidence. The FBI threatened and coerced witnesses into lying. A juror admitted she was biased against Native Americans on the second day of the trial, but she was allowed to stay on anyway.
Based entirely on testimony from people who had been intimidated by the FBI, and operating within a 1970s-era criminal justice system tilted against Indigenous rights activists like Peltier, the U.S. attorney's office successfully charged him with murder.
The FBI remains the biggest obstacle to Peltier going home, even as its argument for keeping him in prison is full of holes and misinformation. By all appearances, the bureau simply wants him to die in prison.
But Peltier is still alive and in a Florida penitentiary. He is perhaps America's longest-serving political prisoner, a holdover from a different era of justice orchestrated by J. Edgar Hoover. He survived a rough bout with COVID-19 last year, and today he's managing several serious health problems, including diabetes and an abdominal aortic aneurysm. He has maintained his innocence all these years, even when it likely prevented him from being paroled.
Peltier's story still moves hundreds of thousands of people to sign petitions in support of his release. An astounding mix of human rights leaders have urged his release over the years, including Pope Francis, the Dalai Lama, Mother Teresa, Nelson Mandela and Coretta Scott King. Prominent artists, including Willie Nelson, Bonnie Raitt, Jackson Browne and Rage Against the Machine, have held concerts in his name. Elected tribal leaders and the National Congress of American Indians have passed resolutions urging clemency.
His supporters have been urging President Joe Biden to grant clemency to Peltier and let him spend his final years at home with his family in South Dakota. In the past year, at least four U.S. senators - Patrick Leahy (D-Vt.), Brian Schatz (D-Hawaii), Mazie Hirono (D-Hawaii) and Bernie Sanders (I-Vt.) - have separately urged Biden to release him, too.
Late last week, Catholic News Service unexpectedly put a spotlight on renewed calls for clemency for Peltier - just ahead of Pope Francis' historic visit to Canada this week to apologize to Indigenous peoples for past abuses carried out by the church.
The White House has been mum on whether Biden thinks it’s time for Peltier to go home.
On Monday, a White House spokesperson did not respond to a request for comment on what the president thinks of Peltier's continued imprisonment and if he is considering granting him clemency.
22. REPETITA IUVANT. TRE TESI
La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
23. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
24. REPETITA IUVANT. CINQUE PERORAZIONI PER IL DISARMO
1. La prima politica e' il disarmo
La prima politica e' il disarmo
sostituire all'arte dell'uccidere
quella severa di salvare le vite
Senza disarmo il mondo tutto muore
senza disarmo le nuvole si ghiacciano
le lacrime diventano veleno
si crepano i marmi ne escono draghi
Senza disarmo ogni parola mente
senza disarmo ogni albero si secca
l'aria non porta piu' i suoni
la polvere colma i polmoni
Senza disarmo piovono scorpioni
senza disarmo in ogni piatto e' vomito
dal rubinetto esce sale e vetro
le scarpe stritolano le ossa dei piedi
Solo il disarmo frena le valanghe
solo il disarmo risana le ferite
solo il disarmo salva le vite
Salvare le vite e' il primo dovere
salvare le vite
il primo dovere
*
2. Piccolo dittico delle armi e del disarmo
I.
Le armi sanno a cosa servono
le armi non sbagliano la mira
le armi odiano le persone
quando le ammazzano poi vanno all'osteria
a ubriacarsi e a cantare fino all'alba
Le armi bevono il sangue
le armi mettono briglie e sella alle persone
poi le cavalcano fino a sfiancarle
affondano gli speroni per godere dei sussulti
della carne che soffre
Le armi non sentono ragione
una sola cosa desiderano: uccidere
e poi ancora uccidere
uccidere le persone
tutte le persone
Le armi la sanno lunga
fanno bella figura in televisione
sorridono sempre
parlano di cose belle
promettono miliardi di posti di lavoro
e latte e miele gratis per tutti
Le armi hanno la loro religione
hanno la scienza esatta degli orologi
hanno l'arte sottile del pennello
e del bulino e la sapienza grande
di trasformare tutto in pietra e vento
e della loro religione l'unico
articolo di fede dice: nulla
e nulla e nulla e nulla e nulla e nulla
e tutto ha da tornare ad esser nulla
Le armi ci guardano dal balcone
mentre ci affaccendiamo per le strade
ci fischiano e poi fanno finta di niente
ci gettano qualche spicciolo qualche caramella
cerini accesi mozziconi scampoli
di tela e schizzi di vernice e polpette
con dentro minuscole schegge di vetro
Sanno il francese hanno tutti i dischi
raccontano di quando in mongolfiera
e delle proprieta' nelle colonie d'oltremare
e delle ville tutte marmi e stucchi
t'invitano nel loro palco all'opera
ti portano al campo dei miracoli
Sanno le armi come farsi amare
e passo dopo passo addurti dove
hanno allestito la sala del banchetto
II.
Senza disarmo i panni stesi non si asciugano
senza disarmo la pizza diventa carbone
senza disarmo hai freddo anche con tre cappotti
Senza disarmo il fazzoletto ti strappa la mano
senza disarmo la maniglia della porta ti da' la scossa
senza disarmo le scarpe ti mangiano i piedi
Senza disarmo l'aria t'avvelena
senza disarmo il caffe' diventa sterco
senza disarmo dallo specchio uno ti spara
Senza disarmo il letto e' tutto spine
senza disarmo scordi tutte le parole
senza disarmo e' buio anche di giorno
Senza disarmo ogni casa brucia
senza disarmo quel che tocchi ghiaccia
senza disarmo tutto e' aceto e grandine
Senza disarmo la guerra non finisce
Senza disarmo finisce l'umanita'
*
3. In quanto le armi
In quanto le armi servono a uccidere
le persone, l'esistenza delle armi
e' gia' una violazione dei diritti umani.
Solo il disarmo salva le vite
solo il disarmo rispetta e difende gli esseri umani
solo il disarmo riconosce e restituisce
umanita' all'umanita'.
Solo con il disarmo
la civilta' rinasce
il sole sorge ancora
fioriscono i meli
tornano umani gli esseri umani.
*
4. Del non uccidere argomento primo
Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sara' la vittima, chi l'assassino.
Non c'e' netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.
In questo laborioso labirinto
che non ha uscita
non esser tu del novero di quelli
che ad altri strappano la breve vita.
Mantieni l'unica vera sapienza:
come vorresti esser trattato tu
le altre persone tratta.
Da te l'umanita' non sia disfatta.
Sull'orlo dell'abisso scegli sempre
di non uccidere, di opporti a ogni uccisione,
ad ogni guerra, ogni arma, ogni divisa:
ogni plotone e' di esecuzione.
Non c'e' netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.
Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sara' la vittima, chi l'assassino.
*
5. Poiche' vi e' una sola umanita'
Poiche' vi e' una sola umanita'
noi dichiariamo che ogni essere umano
abbia rispetto e solidarieta'
da chiunque altro sia essere umano.
Nessun confine puo' la dignita'
diminuire umana, o il volto umano
sfregiare, o denegar la qualita'
umana propria di ogni essere umano.
Se l'edificio della civilta'
umana ha un senso, ed esso non e' vano,
nessuno allora osi levar la mano
contro chi chiede ospitalita'.
Se la giustizia e se la liberta'
non ciancia, bensi' pane quotidiano
hanno da essere, cosi' il lontano
come il vicino merita pieta'.
Nel condividere e' la verita'
ogni volto rispecchia il volto umano
nel mutuo aiuto e' la felicita'
ogni diritto e' un diritto umano.
Se vero e' che tutto finira'
non prevarra' la morte sull'umano
soltanto se la generosita'
sara' la legge di ogni essere umano.
La nonviolenza e' questa gaia scienza
che lotta per salvar tutte le vite
la nonviolenza e' questa lotta mite
e intransigente contro ogni violenza.
25. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Pietro Citati, Il te' del Cappellaio matto, Mondadori, Milano 1972, Adelphi, Milano 2012, pp. 352.
- Pietro Citati, La luce della notte, Mondadori, Milano 1996, Adelphi, Milano 2009, pp. 464.
*
Maestre
- Benedetta Craveri, Madame du Deffand e il suo mondo, Adelphi, Milano 1982, 2001, pp. 702.
- Simona Forti, Il totalitarismo, Laterza, Roma-Bari 2001, pp. X + 150.
*
Classici
- Ernesto Buonaiuti, Storia del cristianesimo, Newton & Compton Editori, Roma 2002, pp. XXVI + 1.286.
- Nuto Revelli, Le due guerre, Einaudi, Torino 2003, pp. XVI + 198.
*
Memoria
- Edgarda Ferri, Il perdono e la memoria, Rizzoli, Milano 1988, pp. 270.
- Claudine Vegh, Non gli ho detto arrivederci, Giuntina, Firenze 1981, pp. 168.
26. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
27. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4553 del 5 agosto 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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Numero 4553 del 5 agosto 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Continua la guerra, continuano i massacri
2. "Pressenza": 24 ore per Julian Assange
3. "Mani Rosse Antirazziste" ed altre associazioni: Stragi nel Mediterraneo: il Parlamento rinnova le responsabilita' dell'Italia
4. Giuseppe Ungaretti: In memoria
5. Giuseppe Ungaretti: Veglia
6. Giuseppe Ungaretti: Destino
7. Giuseppe Ungaretti: Fratelli
8. Giuseppe Ungaretti: Sono una creatura
9. Giuseppe Ungaretti: In dormiveglia
10. Giuseppe Ungaretti: Pellegrinaggio
11. Giuseppe Ungaretti: San Martino del Carso
12. Giuseppe Ungaretti: Allegria di naufragi
13. Giuseppe Ungaretti: Solitudine
14. Giuseppe Ungaretti: Mattina
15. Giuseppe Ungaretti: Lontano
16. Giuseppe Ungaretti: Sempre notte
17. Giuseppe Ungaretti: Un'altra notte
18. Giuseppe Ungaretti: Girovago
19. Giuseppe Ungaretti: Soldati
20. Tre lettere
21. Jennifer Bendery: U.N. Human Rights Legal Experts Call For Immediate Release Of Leonard Peltier
22. Tre tesi
23. Ripetiamo ancora una volta...
24. Cinque perorazioni per il disarmo
25. Segnalazioni librarie
26. La "Carta" del Movimento Nonviolento
27. Per saperne di piu'
1. L'ORA. CONTINUA LA GUERRA, CONTINUANO I MASSACRI
Continua la guerra, continuano i massacri.
Nessun governo sembra volerli fermare.
*
E' piu' necessaria che mai un'insurrezione nonviolenta dei popoli che ponga fine a tutte le guerre e a tutte le stragi.
E' piu' necessaria che mai un'insurrezione nonviolenta dei popoli che abolisca tutti gli eserciti e tutte le armi.
*
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
2. APPELLI. "PRESSENZA": 24 ORE PER JUULIAN ASSANGE
[Da www.pressenza.com riprendiamo e diffondiamo]
Pressenza promuove, insieme alle numerose realta' in continuo aggiornamento che leggete in calce, una maratona di 24 ore per la liberta' di Julian Assange. Qui sotto l'invito/appello. Partecipate numerosi.
Julian Assange e' un uomo, un giornalista che ha rivelato i crimini e i criminali delle guerre in Afghanistan e in Iraq degli Stati Uniti.
Julian Assange per questo e' stato punito, e' stato ingiustamente incarcerato e imbavagliato, gli e' stato impedito di fare informazione. Mentre i crimini e i criminali sono impuniti e assolti.
Julian Assange rischia di essere estradato negli Stati Uniti e condannato a morte con 175 anni di carcere.
Julian Assange ha due figli piccoli e ha accanto una compagna e avvocata, Stella Assange, che continua a lottare.
Julian Assange e' il simbolo di tutti i giornalisti, le giornaliste, le voci libere che con lui possono essere messe a tacere.
Julian Assange rappresenta un modello di mondo nuovo e migliore dove l'ingiustizia va condannata e i diritti umani difesi.
Sono sempre piu' numerose le iniziative per la liberta' di Assange e per impedirne la pericolosa estradizione negli USA.
Ti invitiamo a partecipare a un'iniziativa grandiosa che possa far conoscere il suo caso in tutto il pianeta: 24 ore non stop dove giornalisti, attivisti, artisti, persone di cultura manifesteranno in tutto il pianeta per la liberta' di Julian. Il 15 Ottobre sul Pianeta Terra.
Aderisci a: 24hAssange at proton.me
Prossimamente attivo il sito web http://www.24hassange.org in varie lingue.
Qui promotori e adesioni in continuo aggiornamento:
Comitato promotore
Organizzazioni e testate: Amnesty International, Articolo21, Atlante delle guerre, Free Assange Italia, Italia che Cambia, Left, Media Alliance, Pressenza, Terra Nuova, transform! Italia, Sostenitori di Julian Assange, Sovranita' Popolare, Unimondo, Ecomapuche
Persone: Daniela Bezzi, Maurizio del Bufalo, Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli, Renato Giuseppe Napoli (EarthProtector-StopEcocide), Maurizio Torti, Dale Zaccaria
Adesioni alla campagna
Organizzazioni e testate: La Comunita' per lo Sviluppo Umano, PeaceLink
Persone: Maurizio Acerbo, Cecilia Capanna, Marco Cappato (associazione Luca Coscioni), Geraldina Colotti, Pietro Folena, Alessandro Hellmann (autore), Lazzaro Pappagallo, Stefania Maurizi, Vincenzo Vita
3. APPELLI. "MANI ROSSE ANTIRAZZISTE" ED ALTRE ASSOCIAZIONI: STRAGI NEL MEDITERRANEO: IL PARLAMENTO RINNOVA LE RESPONSABILITA' DELL'ITALIA
[Dalle amiche e dagli amici di "Mani Rosse Antirazziste" riceviamo e diffondiamo]
Per l'ennesima volta il Parlamento ha ratificato il finanziamento delle missioni militari all'estero. Alcune di queste hanno lo scopo di assicurare, manu militari, l'esternalizzazione sempre piu' a Sud delle frontiere dell'Italia e dell'Unione Europea, per impedire, con qualsiasi mezzo, che vengano varcate da migranti e richiedenti asilo.
Si e' trattato di un vero e proprio colpo di mano antidemocratico, se non nella forma, sicuramente nella sostanza.
Infatti, per la prima volta da quando l'Italia invia missioni militari all'estero, il voto sul finanziamento delle stesse non e' passato nelle Aule Parlamentari, dove avrebbe potuto essere oggetto di approfondito dibattito e di un voto secondo coscienza di tutti i singoli parlamentari, ma soltanto nelle Commissioni Esteri e Difesa, che hanno sbrigato il tutto in qualche decina di minuti.
E' da rilevare inoltre che, ancora una volta, si e' scelta la fine del mese di luglio, con sette mesi di ritardo, nel momento di maggior distrazione dell'opinione pubblica.
Le missioni all'estero sono molteplici e complessi i settori interessati. In alcuni casi, piu' interventi vengono realizzati in uno stesso Paese, con finanziamenti ad hoc.
Tale e' il caso della Libia, dove si interviene con diverse operazioni, tese in gran parte a fermare il flusso migratorio diretto verso l'Italia e l'Europa.
Dato per scontato il voto favorevole dei partiti di destra, ampiamente prevedibile, dobbiamo rilevare che purtroppo il Partito Democratico ha giocato con estrema ambiguita'.
Infatti, da un lato al Senato ha approvato tutte le missioni senza obiezione alcuna, mentre dall'altro, alla Camera, i rappresentanti del PD hanno espresso posizioni critiche riguardo l'operato della cosiddetta Guardia Costiera Libica ma si sono limitati alla astensione, come del resto i loro colleghi del Movimento 5 Stelle e di Italia Viva. Gli unici deputati del PD a votare contro, a titolo personale, sono stati gli onorevoli Boldrini e Palazzotto, che tuttavia hanno limitato il loro dissenso alla sola scheda 47.
La scheda 47 riguarda un aspetto specifico e parziale, cioe' l'addestramento della sedicente Guardia costiera libica, che in realta' da mesi e' svolto da personale turco. La scheda 47 appare quindi come una scatola vuota, perche' riguarda un impegno che non e' piu' nostro, mentre ben piu' gravi sono le conseguenze delle altre operazioni italiane in Libia (ad esempio quanto e' previsto nella scheda 33) e che sono state approvate a larghissima maggioranza. Infatti, voti contrari a tutte le operazioni in Libia e ad altre operazioni simili in Mali e in Niger sono soltanto quelli espressi dal gruppo ManifestA, che aveva presentato numerosi emendamenti soppressivi, e dal gruppo di Alternativa.
Ad esempio, a parte l'impegno ad assicurare l'assistenza nella manutenzione delle motovedette, fornite dall'Italia con il compito di bloccare chi tenta la fuga via mare dall'inferno libico, il punto fondamentale della scheda 33 e' che sono previste "attivita' di collegamento e consulenza a favore della Marina libica" e soprattutto "la collaborazione per la costituzione di un centro operativo marittimo in territorio libico per la sorveglianza, la cooperazione marittima e il coordinamento delle attivita' congiunte da svolgere".
Uscendo dalla fumosita' di questo enunciato, cio' significa, in concreto, che la Libia, pur essendosi attribuita una vastissima zona Sar fin dal giugno 2018, non ha ancora una centrale Mrcc per gestire le operazioni di ricerca e soccorso nel Mediterraneo centrale. Di fatto questa fondamentale funzione finora e' stata svolta, direttamente o indirettamente, dall'Italia attraverso le navi della nostra Marina che si alternano alla fonda nel porto di Tripoli, dando le istruzioni alla cosiddetta Guardia costiera libica per la ricattura in mare dei profughi/migranti che sono riusciti a fuggire e che vengono poi ricondotti nei lager, come noto veri e propri luoghi di schiavitu', tortura, sistematica violenza sessuale e morte. Il via libera alla scheda 33 equivale a perpetuare questa situazione, che continua a ignorare come la Libia non possa in alcun modo considerarsi un "porto/posto sicuro" e come Tripoli non abbia alcun requisito per gestire una zona Sar. Ne consegue che, in sostanza, l'Italia continua a rendersi complice degli abusi e dei soprusi a cui sono condannate le migliaia di persone riportate in Libia e riconsegnate all'orrore dei centri di detenzione. Un orrore che - come denunciato in varie sedi, inclusa la Corte Penale Internazionale, da diverse organizzazioni - puo' configurare un vero e proprio crimine di lesa umanita'.
L'affermazione di alcuni dirigenti del PD, secondo cui il loro partito avrebbe votato contro la missione in Libia e il finanziamento alla guardia costiera libica e' pertanto capziosa, se non palesemente falso.
La tempestivita' e l'ambiguita' delle procedure imposte non ha purtroppo consentito la reazione della societa' civile e delle associazioni solitamente in prima linea per la difesa dei diritti umani.
Roma, sabato 30 luglio 2022.
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4. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: IN MEMORIA
[Riproponiamo ancora una volta i seguenti versi di Giuseppe Ungaretti.
Giuseppe Ungaretti (Alessandria d'Egitto 1888 - Milano 970) e' uno dei maggiori poeti del Novecento. Nei Meridiani Mondadori sono apparsi i volumi Vita d'un uomo. Tutte le poesie, a cura di Leone Piccioni; Vita d'un uomo. Saggi e interventi, a cura di Mario Diacono e Luciano Rebay; Vita d'un uomo. Viaggi e lezioni, a cura di Paola Montefoschi; ed un Album Ungaretti, con iconografia ordinata e commentata da Paola Montefoschi e un saggio biografico di Leone Piccioni. Per un avvio alla conoscenza cfr. anche almeno: Leone Piccioni (a cura di), Per conoscere Ungaretti, Mondadori, Milano 1971, 1979; Giuseppe Faso, La critica e Ungaretti, Cappelli, Bologna 1977]
Locvizza il 30 settembre 1916
Si chiamava
Moammed Sceab
Discendente
di emiri di nomadi
suicida
perche' non aveva piu'
Patria
Amo' la Francia
e muto' nome
Fu Marcel
ma non era Francese
e non sapeva piu'
vivere
nella tenda dei suoi
dove si ascolta la cantilena
del Corano
gustando un caffe'
E non sapeva
sciogliere
il canto
del suo abbandono
L'ho accompagnato
insieme alla padrona dell'albergo
dove abitavamo
a Parigi
dal numero 5 della rue des Carmes
appassito vicolo in discesa
Riposa
nel camposanto d'Ivry
sobborgo che pare
sempre
in una giornata
di una
decomposta fiera
E forse io solo
so ancora
che visse
5. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: VEGLIA
Cima Quattro il 23 dicembre 1915
Un'intera nottata
buttato vicino
a un compagno
massacrato
con la sua bocca
digrignata
volta al plenilunio
con la congestione
delle sue mani
penetrata
nel mio silenzio
ho scritto
lettere piene d'amore
Non sono mai stato
tanto
attaccato alla vita
6. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: DESTINO
Mariano il 14 luglio 1916
Volti al travaglio
come una qualsiasi
fibra creata
perche' ci lamentiamo noi?
7. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: FRATELLI
Mariano il 15 luglio 1916
Di che reggimento siete
fratelli?
Parola tremante
nella notte
Foglia appena nata
Nell'aria spasimante
involontaria rivolta
dell'uomo presente alla sua
fragilita'
Fratelli
8. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: SONO UNA CREATURA
Valloncello di Cima Quattro il 5 agosto 1916
Come questa pietra
del S. Michele
cosi' fredda
cosi' dura
cosi' prosciugata
cosi' refrattaria
cosi' totalmente
disanimata
Come questa pietra
e' il mio pianto
che non si vede
La morte
si sconta
vivendo
9. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: IN DORMIVEGLIA
Valloncello di Cima Quattro il 6 agosto 1916
Assisto la notte violentata
L'aria e' crivellata
come una trina
dalle schioppettate
degli uomini
ritratti
nelle trincee
come le lumache nel loro guscio
Mi pare
che un affannato
nugolo di scalpellini
batta il lastricato
di pietra di lava
delle mie strade
ed io l'ascolti
non vedendo
in dormiveglia
10. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: PELLEGRINAGGIO
Valloncello dell'Albero Isolato il 16 agosto 1916
In agguato
in queste budella
di macerie
ore e ore
ho strascicato
la mia carcassa
usata dal fango
come una suola
o come un seme
di spinalba
Ungaretti
uomo di pena
ti basta un'illusione
per farti coraggio
Un riflettore
di la'
mette un mare
nella nebbia
11. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: SAN MARTINO DEL CARSO
Valloncello dell'Albero Isolato il 27 agosto 1916
Di queste case
non e' rimasto
che qualche
brandello di muro
Di tanti
che mi corrispondevano
non e' rimasto
neppure tanto
Ma nel cuore
nessuna croce manca
E' il mio cuore
il paese piu' straziato
12. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: ALLEGRIA DI NAUFRAGI
Versa il 14 febbraio 1917
E subito riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite
lupo di mare
13. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: SOLITUDINE
Santa Maria La Longa il 26 gennaio 1917
Ma le mie urla
feriscono
come fulmini
la campana fioca
del cielo
Sprofondano
impaurite
14. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: MATTINA
Santa Maria La Longa il 26 gennaio 1917
M'illumino
d'immenso
15. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: LONTANO
Versa il 15 febbraio 1917
Lontano lontano
come un cieco
m'hanno portato per mano
16. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: SEMPRE NOTTE
Vallone il 18 aprile 1917
La mia squallida
vita si estende
piu' spaventata di se'
In un
infinito
che mi calca e mi
preme col suo
fievole tatto
17. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: UN'ALTRA NOTTE
Vallone il 20 aprile 1917
In quest'oscuro
colle mani
gelate
distinguo
il mio viso
Mi vedo
abbandonato nell'infinito
18. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: GIROVAGO
Campo di Mailly maggio 1918
In nessuna
parte
di terra
mi posso
accasare
A ogni
nuovo
clima
che incontro
mi trovo
languente
che
una volta
gia' gli ero stato
assuefatto
E me ne stacco sempre
straniero
Nascendo
tornato da epoche troppo
vissute
Godere un solo
minuto di vita
iniziale
Cerco un paese
innocente
19. TESTI. GIUSEPPE UNGARETTI: SOLDATI
Bosco di Courton luglio 1918
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie
20. REPETITA IUVANT. TRE LETTERE
I. Appello alla Presidente del Parlamento Europeo, on. Roberta Metsola: president at ep.europa.eu
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
il suo indimenticabile predecessore, il Presidente David Sassoli, si impegno' affinche' il Presidente degli Stati Uniti d'America compisse un atto di clemenza che restituisse la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, da 46 anni detenuto innocente nelle carceri statunitensi a seguito di un processo-farsa in cui fu assurdamente condannato per un crimine che non ha mai commesso sulla base di "prove" false e di "testimonianze" altrettante false, come successivamente ammisero i suoi stessi accusatori e giudici. Nonostante la sua innocenza sia ormai da tutti riconosciuta, Leonard Peltier continua ad essere detenuto.
Con un intervento pubblicato su twitter e una dichiarazione alla stampa di cui e' disponibile la registrazione video il Presidente Sassoli il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scriveva, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
gia' nel 1994 e poi ancora nel 1999 il Parlamento Europeo delibero' risoluzioni per la liberazione di Leonard Peltier.
Qui di seguito si trascrive integralmente la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta gia' da molti anni da prestigiose istituzioni, innumerevoli associazioni democratiche, milioni di persone di tutto il mondo tra cui illustri personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu e numerosi altri Premi Nobel.
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
dia seguito all'iniziativa del Parlamento Europeo e del Presidente Sassoli, e chieda al Presidente degli Stati Uniti d'America di compiere finalmente l'atto di clemenza che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
* * *
II. Appello al Segretario Generale delle Nazioni Unite, on. Antonio Guterres: sgcentral at un.org
Egregio Segretario Generale delle Nazioni Unite, on. Antonio Guterres,
uniamo la nostra voce a quella di quanti hanno gia' chiesto un suo intervento presso il Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' compia un atto di clemenza restituendo la liberta' a Leonard Peltier attraverso lo strumento giuridico della grazia presidenziale.
Chiediamo questo suo intervento perche' la vicenda di Leonard Peltier riguarda l'umanita' intera.
Come Lei gia' sapra', Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano, generoso e coraggioso difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, da 46 anni detenuto per delitti che non ha commesso.
Gli stessi suoi accusatori che ne ottennero la condanna al termine di uno scandalosissimo processo-farsa basato su cosiddette "prove" dimostratesi assolutamente false e su cosiddette "testimonianze" dimostratesi anch'esse assolutamente false, hanno successivamente riconosciuto che la condanna e la conseguente detenzione di Leonard Peltier e' ingiusta e persecutoria, insensata e disumana, ed hanno chiesto loro stessi la sua liberazione.
Eppure, nonostante che la sua innocenza sia ormai certezza condivisa dall'umanita' intera, Leonard Peltier - ormai anziano e con gravi problemi di salute - continua ad essere detenuto per delitti che non ha mai commesso.
Sicuramente ricordera' che la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da milioni di persone di tutto il mondo, tra le quali figure luminose come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu.
Ricordera' sicuramente anche che la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da innumerevoli istituzioni, tra le quali il Parlamento Europeo con ben due risoluzioni fin dagli anni '90 del secolo scorso.
Ci e' particolarmente grato ricordare anche l'iniziativa del compianto Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli, recentemente deceduto, che il 23 agosto 2021 scriveva, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni. Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years. I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Gli sforzi di milioni di esseri umani, l'impegno di innumerevoli associazioni - tra cui in primo luogo Amnesty International -, il voto di autorevolissime istituzioni, non hanno ottenuto fin qui che Leonard Peltier venisse liberato.
Occorre evidentemente un'iniziativa ulteriore.
Sia Lei, che rappresenta l'Organizzazione delle Nazioni Unite, quindi l'istituzione rappresentativa di tutti i paesi e i popoli del mondo, a promuovere questa iniziativa.
Sia Lei a chiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America di restituire la liberta' a Leonard Peltier.
* * *
III. Un invito a tutte le persone di volonta' buona, alle associazioni democratiche, alle istituzioni sollecite del bene comune dell'umanita', affinche' si adoperino per la liberazione di Leonard Peltier
Fratelli e sorelle,
a tutte e tutti chiediamo un impegno, nelle forme che riterrete adeguate, affinche' sia restituita la liberta' a Leonard Peltier.
Vi proponiamo di scrivere lettere sia direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America, nelle cui mani e' il potere di concedere la grazia che restituisca finalmente la liberta' a Leonard Peltier, sia alle istituzioni, alle organizzazioni ed alle personalita' che riterrete possano trovare maggior ascolto da parte della Casa Bianca, sia ai mezzi d'informazione affinche' cessi il silenzio sulla vicenda e sulla testimonianza di Leonard Peltier e sulla lotta sua e dei popoli nativi in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Ma soprattutto vi chiediamo tre cose: di informare e coscientizzare le persone con cui siete in contatto, di voler voi stessi approfondire la conoscenza della vicenda di Leonard Peltier, di mettervi in contatto sia con lui che con il comitato internazionale di solidarieta' che lo sostiene.
L'indirizzo postale di Leonard Peltier e' nel sito dell'International Leonard Peltier Defense Committe (www.whoisleonardpeltier.info). Per contattare il comitato internazionale di solidarieta' inviare una e-mail a: contact at whoisleonardpeltier.info
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.
21. REPETITA IUVANT. JENNIFER BENDERY: U.N. HUMAN RIGHTS LEGAL EXPERTS CALL FOR IMMEDIATE RELEASE OF LEONARD PELTIER
[Dal sito dell'"Huffington Post" riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 25 luglio 2022]
U.N. Human Rights Legal Experts Call For Immediate Release Of Leonard Peltier
"The Working Group concludes that Mr. Peltier continues to be detained because he is Native American," says a damning 17-page opinion.
*
The prolonged imprisonment of Native American rights activist Leonard Peltier is "arbitrary," and the U.S. government should release him immediately, concludes a damning legal opinion released by the United Nations Human Rights Council's Working Group on Arbitrary Detention.
"Taking into account all the circumstances of the case, including the risk to Mr. Peltier's health, the appropriate remedy would be to release Mr. Peltier immediately and accord him an enforceable right to compensation and other reparations, in accordance with international law," says the group of legal experts behind the 17-page opinion.
Peltier, 77, has been in prison for 46 years without any evidence that he committed a crime and after a trial that was riddled with misconduct.
The U.N. Human Rights Council working group didn't even go into the glaring problems with Peltier's conviction; it notes that it "refrains from examining matters that are for the national authorities to determine," like whether there was sufficient evidence to put Peltier in prison or whether his conduct has been exemplary in prison. Instead, the working group focused on whether Peltier's parole process has met international standards. It has not.
Peltier has been deprived of his liberty "in contravention of articles 2, 7 and 9 of the Universal Declaration of Human Rights and articles 2 (1), 9 and 26 of the International Covenant on Civil and Political Rights," says the legal opinion.
The working group is saying that between Peltier's poor health and advanced age, his frequent placement in solitary confinement, and the difference between his time in prison compared to non-Native Americans convicted of similar offenses, there is clear evidence that his continued detention is unjust. The opinion also cites discriminatory comments made by his parole examiners in concluding, "Mr. Peltier continues to be detained because he is Native American."
The U.S. government has six months to provide information to the working group demonstrating the actions it has taken in response to the injustices outlined in the opinion.
"We are pleased that the Working Group was willing to review Leonard's case a second time after these past 17 years of unjust parole proceedings and arbitrary imprisonment," said Kevin Sharp, Peltier's pro bono attorney and a former U.S. District Court judge appointed by President Barack Obama. "The Working Group did not parse their words. They issued an immediate call to action, and the U.S. government must take Leonard's clemency case seriously and release him back to the care of his tribe."
Here's a copy of the full legal opinion, which was issued on June 7 but wasn’t publicly circulated until this month: [il testo integrale del documento abbiamo gia' piu' volte riprodotto (in due puntate, data l'ampiezza) nel nostro notiziario nelle scorse settimane - ndr -].
The reason that Peltier is in prison at all is because the FBI and U.S. attorney's office needed a fall guy after it failed to figure out who killed two FBI agents in a 1975 shootout on Pine Ridge Reservation in South Dakota.
Peltier's co-defendants were acquitted based on self-defense. He was the last one available, so the U.S. government arrested him and put him through a trial that would not hold up in a U.S. court today. Prosecutors hid key evidence. The FBI threatened and coerced witnesses into lying. A juror admitted she was biased against Native Americans on the second day of the trial, but she was allowed to stay on anyway.
Based entirely on testimony from people who had been intimidated by the FBI, and operating within a 1970s-era criminal justice system tilted against Indigenous rights activists like Peltier, the U.S. attorney's office successfully charged him with murder.
The FBI remains the biggest obstacle to Peltier going home, even as its argument for keeping him in prison is full of holes and misinformation. By all appearances, the bureau simply wants him to die in prison.
But Peltier is still alive and in a Florida penitentiary. He is perhaps America's longest-serving political prisoner, a holdover from a different era of justice orchestrated by J. Edgar Hoover. He survived a rough bout with COVID-19 last year, and today he's managing several serious health problems, including diabetes and an abdominal aortic aneurysm. He has maintained his innocence all these years, even when it likely prevented him from being paroled.
Peltier's story still moves hundreds of thousands of people to sign petitions in support of his release. An astounding mix of human rights leaders have urged his release over the years, including Pope Francis, the Dalai Lama, Mother Teresa, Nelson Mandela and Coretta Scott King. Prominent artists, including Willie Nelson, Bonnie Raitt, Jackson Browne and Rage Against the Machine, have held concerts in his name. Elected tribal leaders and the National Congress of American Indians have passed resolutions urging clemency.
His supporters have been urging President Joe Biden to grant clemency to Peltier and let him spend his final years at home with his family in South Dakota. In the past year, at least four U.S. senators - Patrick Leahy (D-Vt.), Brian Schatz (D-Hawaii), Mazie Hirono (D-Hawaii) and Bernie Sanders (I-Vt.) - have separately urged Biden to release him, too.
Late last week, Catholic News Service unexpectedly put a spotlight on renewed calls for clemency for Peltier - just ahead of Pope Francis' historic visit to Canada this week to apologize to Indigenous peoples for past abuses carried out by the church.
The White House has been mum on whether Biden thinks it’s time for Peltier to go home.
On Monday, a White House spokesperson did not respond to a request for comment on what the president thinks of Peltier's continued imprisonment and if he is considering granting him clemency.
22. REPETITA IUVANT. TRE TESI
La guerra e il fascismo sono la stessa cosa. Solo la lotta di liberazione delle donne puo' difendere e liberare l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
23. REPETITA IUVANT. RIPETIAMO ANCORA UNA VOLTA...
... ripetiamo ancora una volta che occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
24. REPETITA IUVANT. CINQUE PERORAZIONI PER IL DISARMO
1. La prima politica e' il disarmo
La prima politica e' il disarmo
sostituire all'arte dell'uccidere
quella severa di salvare le vite
Senza disarmo il mondo tutto muore
senza disarmo le nuvole si ghiacciano
le lacrime diventano veleno
si crepano i marmi ne escono draghi
Senza disarmo ogni parola mente
senza disarmo ogni albero si secca
l'aria non porta piu' i suoni
la polvere colma i polmoni
Senza disarmo piovono scorpioni
senza disarmo in ogni piatto e' vomito
dal rubinetto esce sale e vetro
le scarpe stritolano le ossa dei piedi
Solo il disarmo frena le valanghe
solo il disarmo risana le ferite
solo il disarmo salva le vite
Salvare le vite e' il primo dovere
salvare le vite
il primo dovere
*
2. Piccolo dittico delle armi e del disarmo
I.
Le armi sanno a cosa servono
le armi non sbagliano la mira
le armi odiano le persone
quando le ammazzano poi vanno all'osteria
a ubriacarsi e a cantare fino all'alba
Le armi bevono il sangue
le armi mettono briglie e sella alle persone
poi le cavalcano fino a sfiancarle
affondano gli speroni per godere dei sussulti
della carne che soffre
Le armi non sentono ragione
una sola cosa desiderano: uccidere
e poi ancora uccidere
uccidere le persone
tutte le persone
Le armi la sanno lunga
fanno bella figura in televisione
sorridono sempre
parlano di cose belle
promettono miliardi di posti di lavoro
e latte e miele gratis per tutti
Le armi hanno la loro religione
hanno la scienza esatta degli orologi
hanno l'arte sottile del pennello
e del bulino e la sapienza grande
di trasformare tutto in pietra e vento
e della loro religione l'unico
articolo di fede dice: nulla
e nulla e nulla e nulla e nulla e nulla
e tutto ha da tornare ad esser nulla
Le armi ci guardano dal balcone
mentre ci affaccendiamo per le strade
ci fischiano e poi fanno finta di niente
ci gettano qualche spicciolo qualche caramella
cerini accesi mozziconi scampoli
di tela e schizzi di vernice e polpette
con dentro minuscole schegge di vetro
Sanno il francese hanno tutti i dischi
raccontano di quando in mongolfiera
e delle proprieta' nelle colonie d'oltremare
e delle ville tutte marmi e stucchi
t'invitano nel loro palco all'opera
ti portano al campo dei miracoli
Sanno le armi come farsi amare
e passo dopo passo addurti dove
hanno allestito la sala del banchetto
II.
Senza disarmo i panni stesi non si asciugano
senza disarmo la pizza diventa carbone
senza disarmo hai freddo anche con tre cappotti
Senza disarmo il fazzoletto ti strappa la mano
senza disarmo la maniglia della porta ti da' la scossa
senza disarmo le scarpe ti mangiano i piedi
Senza disarmo l'aria t'avvelena
senza disarmo il caffe' diventa sterco
senza disarmo dallo specchio uno ti spara
Senza disarmo il letto e' tutto spine
senza disarmo scordi tutte le parole
senza disarmo e' buio anche di giorno
Senza disarmo ogni casa brucia
senza disarmo quel che tocchi ghiaccia
senza disarmo tutto e' aceto e grandine
Senza disarmo la guerra non finisce
Senza disarmo finisce l'umanita'
*
3. In quanto le armi
In quanto le armi servono a uccidere
le persone, l'esistenza delle armi
e' gia' una violazione dei diritti umani.
Solo il disarmo salva le vite
solo il disarmo rispetta e difende gli esseri umani
solo il disarmo riconosce e restituisce
umanita' all'umanita'.
Solo con il disarmo
la civilta' rinasce
il sole sorge ancora
fioriscono i meli
tornano umani gli esseri umani.
*
4. Del non uccidere argomento primo
Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sara' la vittima, chi l'assassino.
Non c'e' netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.
In questo laborioso labirinto
che non ha uscita
non esser tu del novero di quelli
che ad altri strappano la breve vita.
Mantieni l'unica vera sapienza:
come vorresti esser trattato tu
le altre persone tratta.
Da te l'umanita' non sia disfatta.
Sull'orlo dell'abisso scegli sempre
di non uccidere, di opporti a ogni uccisione,
ad ogni guerra, ogni arma, ogni divisa:
ogni plotone e' di esecuzione.
Non c'e' netto un confine
tra bene e male
e l'occhio non distingue
zucchero e sale.
Si assomigliano come due fratelli
Abele e Caino, nessuno dei due
sa chi sara' la vittima, chi l'assassino.
*
5. Poiche' vi e' una sola umanita'
Poiche' vi e' una sola umanita'
noi dichiariamo che ogni essere umano
abbia rispetto e solidarieta'
da chiunque altro sia essere umano.
Nessun confine puo' la dignita'
diminuire umana, o il volto umano
sfregiare, o denegar la qualita'
umana propria di ogni essere umano.
Se l'edificio della civilta'
umana ha un senso, ed esso non e' vano,
nessuno allora osi levar la mano
contro chi chiede ospitalita'.
Se la giustizia e se la liberta'
non ciancia, bensi' pane quotidiano
hanno da essere, cosi' il lontano
come il vicino merita pieta'.
Nel condividere e' la verita'
ogni volto rispecchia il volto umano
nel mutuo aiuto e' la felicita'
ogni diritto e' un diritto umano.
Se vero e' che tutto finira'
non prevarra' la morte sull'umano
soltanto se la generosita'
sara' la legge di ogni essere umano.
La nonviolenza e' questa gaia scienza
che lotta per salvar tutte le vite
la nonviolenza e' questa lotta mite
e intransigente contro ogni violenza.
25. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Pietro Citati, Il te' del Cappellaio matto, Mondadori, Milano 1972, Adelphi, Milano 2012, pp. 352.
- Pietro Citati, La luce della notte, Mondadori, Milano 1996, Adelphi, Milano 2009, pp. 464.
*
Maestre
- Benedetta Craveri, Madame du Deffand e il suo mondo, Adelphi, Milano 1982, 2001, pp. 702.
- Simona Forti, Il totalitarismo, Laterza, Roma-Bari 2001, pp. X + 150.
*
Classici
- Ernesto Buonaiuti, Storia del cristianesimo, Newton & Compton Editori, Roma 2002, pp. XXVI + 1.286.
- Nuto Revelli, Le due guerre, Einaudi, Torino 2003, pp. XVI + 198.
*
Memoria
- Edgarda Ferri, Il perdono e la memoria, Rizzoli, Milano 1988, pp. 270.
- Claudine Vegh, Non gli ho detto arrivederci, Giuntina, Firenze 1981, pp. 168.
26. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
27. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4553 del 5 agosto 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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