[Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 527



***************************
LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
***************************
Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 527 del 4 agosto 2022

In questo numero:
1. Cosa e' la politica
2. Soconas-Incomindios: "Tepee" n. 61
3. Jennifer Bendery: U.N. Human Rights Legal Experts Call For Immediate Release Of Leonard Peltier
4. Tre lettere
5. Discorso dei corvi

1. L'ORA. COSA E' LA POLITICA

La politica non e' la guerra. La politica e' il contrario della guerra. E' l'uscita dal bellum omnium contra omnes. E' l'inizio del rispetto per la vita.
La politica non e' che un governo uccide chi vuole in qualunque parte del mondo. Anche se e' il governo piu' potente del mondo. La politica e' impedire a tutti i governi, come a tutte le associazioni, come a tutte le persone, di farsi assassini.
La politica non e' mors tua vita mea. La politica non e' si vis pacem para bellum. La politica non e' cosa fatta capo ha. La politica e' salvare tutte le vite, la politica e' disarmare tutti i conflitti, la politica e' scegliere di fare il bene invece che il male.
La politica non e' quella pagliacciata che chiamano politica. La politica sei tu che fai la cosa giusta.
*
La politica di Socrate e di Rosa Luxemburg: quella e' la nostra politica.
La politica di Primo Levi e di Hannah Arendt: quella e' la nostra politica.
La politica di Nuto Revelli e di Wangari Maathai: quella e' la nostra politica.
La politica di Virginia Woolf e di Alex Langer: quella e' la nostra politica.
La politica di Simone Weil, di Marianella Garcia, di Marielle Franco: quella e' la nostra politica.
La politica di Giacomo Matteotti, di Piero Gobetti, di Antonio Gramsci: quella e' la nostra politica.
La politica di Rossana Rossanda, di Lidia Menapace, di Anna Bravo: quella e' la nostra politica.
La politica di Mohandas Gandhi.
La politica di Denis Diderot.
La politica di Ginetta Sagan.
La politica di Luce Fabbri.
*
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.

2. RIVISTE. SOCONAS-INCOMINDIOS: "TEPEE" N. 61
[Dalla redazione di "Tepee" riceviamo e molto volentieri diffondiamo]

Car* amic*,
come vedrai, anche questo numero di "Tepee" e' molto ricco di notizie e articoli culturali.
Dicci se lo vuoi ricevere ora o a settembre.
Dall'inizio della pandemia i collaboratori sono aumentati e noi della redazione vorremmo ringraziare tutti e dire a quelli che hanno mandato articoli e non li vedono pubblicati di avere pazienza.
Oltre ad un altro numero con articoli su argomenti vari, abbiamo anche materiale per ben tre numeri speciali su "ecosistema e sfruttamento delle risorse", "miti e leggende (con disegni da colorare)" e "acculturazione forzata (le famigerate scuole residenziali) e violenza di genere".
Le nostre finanze purtroppo ci permettono di uscire con due numeri all'anno: ormai siamo "viziati" dalla stampa a colori e, per ridurre i costi, dovremmo trovare molti altri lettori, scuole e biblioteche interessate.
Ci serve dunque il tuo aiuto per sensibilizzare nuove persone e far conoscere le tematiche e le problematiche legate alle popolazioni indigene d'America.
*
Ecco gli argomenti di "Tepee" 61:
Archeologia
Perle di vetro veneziane in Alaska prima di Colombo, Alessandra Baldini
*
Arte
I castori del re di Kent Monkman, Rita Tigli
Janet Rogers, Elena Sanna
Catlin, Von Humboldt e il principe, Wapiti
*
Attualita'
Yanomani sotto attacco, Naila Clerici
Ecuador, A.M.
Wampanoag 6 2
Sito sacro restituito ai Rappahannock, Naila Clerici
Seppellite il mio cuore con Leonard
La diffusione dei farmaci oppiodi, Maura M.A. Valleri
*
Cinema
Valley of the Gods, Serena Musante, Nicola Roumeliotis, Naila Clerici
*
Libri
Martin Cruz Smith, Los Alamos, Rosanna Masoero
Raffaella Milandri, Nativi Americani Guida alle tribu'
Gian Mario Mollar, Viaggio nel West misterioso
Giulia Bogliolo Bruna, Les objets messagers de la pensee inuit
Il mio primo libro sugli indiani, Claudia Bergantin
L'Italia liberata anche dai "pellerossa", Vincenzo Cavaleri, Alessandro Michelucci
*
Personaggi
Alph Secakuku, Wapiti
*
Siti
Shiprock, Elena Spadon
*
Storia
Liberte', Egalite', Fraternite', Cornelius J. Jaenen, trad. Claudia Gasparini
Dal Muktuk alle Crik Crok, Wapiti
Il sogno e l'incubo degli Inuit di Attu, Wapiti
Due tartarughe ricordano la guerra, Herald E.L. Prins, trad. Claudia Gasparini
Thanksgiving, Michelle Tirado, Naila Clerici
Settant'anni dopo, Wapiti
*
Testimonianze
Pianto per la Confederazione
*
Hanno inoltre collaborato: Armida Bandoni, Herman Bender, Anna Bottesi, Corrado Dalmonego, Andrea Delotto, Aldo LoCurto, Antonio Mauro, Paolo Moiola, Carlo Miglietta per Co.Ro. onlus, Carlo Monge, Claudia Ravaioli, Stefano Salmi, Monika Seller...
*
Puoi mandare anche ora il tuo contributo per ricevere "Tepee"!
Per il 2022 la donazione liberale minima suggerita e' di 25 euro, proponiamo per sostenere il lavoro dell'associazione e della redazione, di inviare almeno 30 euro; chi contribuisce con una somma piu' alta del minimo puo' chiedere degli arretrati in omaggio o puo' fare un regalo a un amico, una scuola, una biblioteca...
Ogni donazione liberale a Soconas Incomindios odv, tracciabile (come anche l'attribuzione del 5 X 1000), è deducibile: c/c postale n. 33770108 intestato a Soconas Incomindios onlus, via S. Quintino 6, 10121 Torino, codice IBAN: IT91 T076 0101 0000 0003 3770 108, codice SWIFT: BPPIITRRXXX, Codice Fiscale: 97536340017. Per favore comunica l'invio del contributo a redazione at soconasincomindios.it
Redazione di "Tepee"
facebook.com/pages/Soconas-Incomindios/
https://www.youtube.com/channel/UC1jno1fq2G_HnMd50IG0hww

3. REPETITA IUVANT. JENNIFER BENDERY: U.N. HUMAN RIGHTS LEGAL EXPERTS CALL FOR IMMEDIATE RELEASE OF LEONARD PELTIER
[Dal sito dell'"Huffington Post" riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 25 luglio 2022]

U.N. Human Rights Legal Experts Call For Immediate Release Of Leonard Peltier
"The Working Group concludes that Mr. Peltier continues to be detained because he is Native American," says a damning 17-page opinion.
*
The prolonged imprisonment of Native American rights activist Leonard Peltier is "arbitrary," and the U.S. government should release him immediately, concludes a damning legal opinion released by the United Nations Human Rights Council's Working Group on Arbitrary Detention.
"Taking into account all the circumstances of the case, including the risk to Mr. Peltier's health, the appropriate remedy would be to release Mr. Peltier immediately and accord him an enforceable right to compensation and other reparations, in accordance with international law," says the group of legal experts behind the 17-page opinion.
Peltier, 77, has been in prison for 46 years without any evidence that he committed a crime and after a trial that was riddled with misconduct.
The U.N. Human Rights Council working group didn't even go into the glaring problems with Peltier's conviction; it notes that it "refrains from examining matters that are for the national authorities to determine," like whether there was sufficient evidence to put Peltier in prison or whether his conduct has been exemplary in prison. Instead, the working group focused on whether Peltier's parole process has met international standards. It has not.
Peltier has been deprived of his liberty "in contravention of articles 2, 7 and 9 of the Universal Declaration of Human Rights and articles 2 (1), 9 and 26 of the International Covenant on Civil and Political Rights," says the legal opinion.
The working group is saying that between Peltier's poor health and advanced age, his frequent placement in solitary confinement, and the difference between his time in prison compared to non-Native Americans convicted of similar offenses, there is clear evidence that his continued detention is unjust. The opinion also cites discriminatory comments made by his parole examiners in concluding, "Mr. Peltier continues to be detained because he is Native American."
The U.S. government has six months to provide information to the working group demonstrating the actions it has taken in response to the injustices outlined in the opinion.
"We are pleased that the Working Group was willing to review Leonard's case a second time after these past 17 years of unjust parole proceedings and arbitrary imprisonment," said Kevin Sharp, Peltier's pro bono attorney and a former U.S. District Court judge appointed by President Barack Obama. "The Working Group did not parse their words. They issued an immediate call to action, and the U.S. government must take Leonard's clemency case seriously and release him back to the care of his tribe."
Here's a copy of the full legal opinion, which was issued on June 7 but wasn’t publicly circulated until this month: [il testo integrale del documento abbiamo gia' piu' volte riprodotto (in due puntate, data l'ampiezza) nel nostro notiziario nelle scorse settimane - ndr -].
The reason that Peltier is in prison at all is because the FBI and U.S. attorney's office needed a fall guy after it failed to figure out who killed two FBI agents in a 1975 shootout on Pine Ridge Reservation in South Dakota.
Peltier's co-defendants were acquitted based on self-defense. He was the last one available, so the U.S. government arrested him and put him through a trial that would not hold up in a U.S. court today. Prosecutors hid key evidence. The FBI threatened and coerced witnesses into lying. A juror admitted she was biased against Native Americans on the second day of the trial, but she was allowed to stay on anyway.
Based entirely on testimony from people who had been intimidated by the FBI, and operating within a 1970s-era criminal justice system tilted against Indigenous rights activists like Peltier, the U.S. attorney's office successfully charged him with murder.
The FBI remains the biggest obstacle to Peltier going home, even as its argument for keeping him in prison is full of holes and misinformation. By all appearances, the bureau simply wants him to die in prison.
But Peltier is still alive and in a Florida penitentiary. He is perhaps America's longest-serving political prisoner, a holdover from a different era of justice orchestrated by J. Edgar Hoover. He survived a rough bout with COVID-19 last year, and today he's managing several serious health problems, including diabetes and an abdominal aortic aneurysm. He has maintained his innocence all these years, even when it likely prevented him from being paroled.
Peltier's story still moves hundreds of thousands of people to sign petitions in support of his release. An astounding mix of human rights leaders have urged his release over the years, including Pope Francis, the Dalai Lama, Mother Teresa, Nelson Mandela and Coretta Scott King. Prominent artists, including Willie Nelson, Bonnie Raitt, Jackson Browne and Rage Against the Machine, have held concerts in his name. Elected tribal leaders and the National Congress of American Indians have passed resolutions urging clemency.
His supporters have been urging President Joe Biden to grant clemency to Peltier and let him spend his final years at home with his family in South Dakota. In the past year, at least four U.S. senators - Patrick Leahy (D-Vt.), Brian Schatz (D-Hawaii), Mazie Hirono (D-Hawaii) and Bernie Sanders (I-Vt.) - have separately urged Biden to release him, too.
Late last week, Catholic News Service unexpectedly put a spotlight on renewed calls for clemency for Peltier - just ahead of Pope Francis' historic visit to Canada this week to apologize to Indigenous peoples for past abuses carried out by the church.
The White House has been mum on whether Biden thinks it’s time for Peltier to go home.
On Monday, a White House spokesperson did not respond to a request for comment on what the president thinks of Peltier's continued imprisonment and if he is considering granting him clemency.

4. REPETITA IUVANT. TRE LETTERE

I. Appello alla Presidente del Parlamento Europeo, on. Roberta Metsola: president at ep.europa.eu
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
il suo indimenticabile predecessore, il Presidente David Sassoli, si impegno' affinche' il Presidente degli Stati Uniti d'America compisse un atto di clemenza che restituisse la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, da 46 anni detenuto innocente nelle carceri statunitensi a seguito di un processo-farsa in cui fu assurdamente condannato per un crimine che non ha mai commesso sulla base di "prove" false e di "testimonianze" altrettante false, come successivamente ammisero i suoi stessi accusatori e giudici. Nonostante la sua innocenza sia ormai da tutti riconosciuta, Leonard Peltier continua ad essere detenuto.
Con un intervento pubblicato su twitter e una dichiarazione alla stampa di cui e' disponibile la registrazione video il Presidente Sassoli il 23 agosto 2021 espresse pubblicamente la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente Sassoli scriveva, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
gia' nel 1994 e poi ancora nel 1999 il Parlamento Europeo delibero' risoluzioni per la liberazione di Leonard Peltier.
Qui di seguito si trascrive integralmente la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta gia' da molti anni da prestigiose istituzioni, innumerevoli associazioni democratiche, milioni di persone di tutto il mondo tra cui illustri personalita' come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu e numerosi altri Premi Nobel.
Gentilissima Presidente del Parlamento Europeo,
dia seguito all'iniziativa del Parlamento Europeo e del Presidente Sassoli, e chieda al Presidente degli Stati Uniti d'America di compiere finalmente l'atto di clemenza che restituisca la liberta' a Leonard Peltier.
* * *
II. Appello al Segretario Generale delle Nazioni Unite, on. Antonio Guterres: sgcentral at un.org
Egregio Segretario Generale delle Nazioni Unite, on. Antonio Guterres,
uniamo la nostra voce a quella di quanti hanno gia' chiesto un suo intervento presso il Presidente degli Stati Uniti d'America affinche' compia un atto di clemenza restituendo la liberta' a Leonard Peltier attraverso lo strumento giuridico della grazia presidenziale.
Chiediamo questo suo intervento perche' la vicenda di Leonard Peltier riguarda l'umanita' intera.
Come Lei gia' sapra', Leonard Peltier e' un illustre attivista nativo americano, generoso e coraggioso difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e della Madre Terra, da 46 anni detenuto per delitti che non ha commesso.
Gli stessi suoi accusatori che ne ottennero la condanna al termine di uno scandalosissimo processo-farsa basato su cosiddette "prove" dimostratesi assolutamente false e su cosiddette "testimonianze" dimostratesi anch'esse assolutamente false, hanno successivamente riconosciuto che la condanna e la conseguente detenzione di Leonard Peltier e' ingiusta e persecutoria, insensata e disumana, ed hanno chiesto loro stessi la sua liberazione.
Eppure, nonostante che la sua innocenza sia ormai certezza condivisa dall'umanita' intera, Leonard Peltier - ormai anziano e con gravi problemi di salute - continua ad essere detenuto per delitti che non ha mai commesso.
Sicuramente ricordera' che la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da milioni di persone di tutto il mondo, tra le quali figure luminose come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu.
Ricordera' sicuramente anche che la liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da innumerevoli istituzioni, tra le quali il Parlamento Europeo con ben due risoluzioni fin dagli anni '90 del secolo scorso.
Ci e' particolarmente grato ricordare anche l'iniziativa del compianto Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli, recentemente deceduto, che il 23 agosto 2021 scriveva, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni. Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years. I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
Gli sforzi di milioni di esseri umani, l'impegno di innumerevoli associazioni - tra cui in primo luogo Amnesty International -, il voto di autorevolissime istituzioni, non hanno ottenuto fin qui che Leonard Peltier venisse liberato.
Occorre evidentemente un'iniziativa ulteriore.
Sia Lei, che rappresenta l'Organizzazione delle Nazioni Unite, quindi l'istituzione rappresentativa di tutti i paesi e i popoli del mondo, a promuovere questa iniziativa.
Sia Lei a chiedere al Presidente degli Stati Uniti d'America di restituire la liberta' a Leonard Peltier.
* * *
III. Un invito a tutte le persone di volonta' buona, alle associazioni democratiche, alle istituzioni sollecite del bene comune dell'umanita', affinche' si adoperino per la liberazione di Leonard Peltier
Fratelli e sorelle,
a tutte e tutti chiediamo un impegno, nelle forme che riterrete adeguate, affinche' sia restituita la liberta' a Leonard Peltier.
Vi proponiamo di scrivere lettere sia direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America, nelle cui mani e' il potere di concedere la grazia che restituisca finalmente la liberta' a Leonard Peltier, sia alle istituzioni, alle organizzazioni ed alle personalita' che riterrete possano trovare maggior ascolto da parte della Casa Bianca, sia ai mezzi d'informazione affinche' cessi il silenzio sulla vicenda e sulla testimonianza di Leonard Peltier e sulla lotta sua e dei popoli nativi in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente.
Ma soprattutto vi chiediamo tre cose: di informare e coscientizzare le persone con cui siete in contatto, di voler voi stessi approfondire la conoscenza della vicenda di Leonard Peltier, di mettervi in contatto sia con lui che con il comitato internazionale di solidarieta' che lo sostiene.
L'indirizzo postale di Leonard Peltier e' nel sito dell'International Leonard Peltier Defense Committe (www.whoisleonardpeltier.info). Per contattare il comitato internazionale di solidarieta' inviare una e-mail a: contact at whoisleonardpeltier.info
Grazie di cuore per quanto vorrete fare.

5. REPETITA IUVANT. DISCORSO DEI CORVI

Nel pomeriggio di sabato 23 luglio 2022 a Cura di Vetralla (Vt) il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo ha tenuto una conversazione in occasione della giornata europea di mobilitazione pacifista "Europe for Peace".
Di seguito una minima sintesi, stesa a memoria alcune ore dopo, dei temi principali del discorso tenuto come di consueto a braccio ed interloquendo dialogicamente con le persone presenti.
*
1. I corvi di Orvieto
C'e' una quartina di Toti Scialoja che chi l'ha letta non puo' piu' dimenticare, tanto ci lascia sgomenti e atterriti:
"Il sogno segreto
dei corvi di Orvieto
e' mettere a morte
i corvi di Orte".
Di cosa ci parla? Perche' e cosi' inquietante e terribile?
Perche' parla di noi, della nostra disponibilita' ad uccidere, e ad uccidere senza alcuna ragione.
I ragazzini di tutto ignari, appena sbocciati alla giovinezza, che Putin ha mandato in Ucraina ad assassinare persone innocenti ed inermi (ed a farsi massacrare dagli armamenti che gli Usa, la Nato, i governi dei paesi dell'Unione Europea avevano messo - e continuano a mettere - a disposizione dell'esercito ucraino) sono quei corvi.
Tutti i governanti che mandano armi assassine affinche' sempre piu' persone muoiano in un conflitto scellerato e insensato scatenato dal folle e criminale governo russo, sono anche loro quei corvi.
Quanti ogni giorno commettono stragi per le strade e fin nelle scuole d'America, come in ogni altra parte del mondo, anche loro sono quei corvi.
E sono quei corvi tutti coloro che si prestano e si apprestano ad uccidere altri esseri umani, in un'orgia di sangue e delirio.
Fermiamola questa follia: persuadiamo tutti i corvi di Orvieto a cessare di mettere a morte i corvi di Orte, e a liberarsi da quell'allucinato "sogno segreto" che e' insieme il male radicale e la banalita' del male.
Chi ha letto le opere immortali di Giacomo Leopardi sa che proprio perche' tutti noi esseri umani siano cosi' fragili e perituri, esposti alla paura, alla sofferenza, alla malattia, alla morte, proprio per questo dovremmo unirci in una universale solidarieta': l'umanita' intera unita contro il male e la morte, l'umanita' intera che si riconosce una sola famiglia e si persuade al mutuo soccorso, alla condivisione del bene e dei beni, al dovere di salvare le vite e difendere quest'unico mondo vivente che e' l'unica casa comune che abbiamo.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
2. Dalla parte delle vittime
L'unico punto d'osservazione da cui si vede la verita' di ogni guerra e' porsi dalla parte delle vittime.
Stando dalla parte delle vittime la verita' e' immediatamente chiara: la guerra uccide gli esseri umani, la guerra e' nemica dell'umanita'; chi promuove, ordina, esegue, sostiene e favoreggia la guerra ha deciso con cio' stesso di far morire degli esseri umani.
Ma la prima regola dell'umana convivenza, ma il primo dovere inerente alla condizione di essere umano e' salvare le vite.
Ne consegue che ogni essere umano deve opporsi alla guerra. Sempre. La guerra non ha mai ragione. La guerra e' sempre assassina. La guerra e' sempre e solo stragi e devastazioni, uccisioni e uccisioni e uccisioni, in una progressione di sangue e di orrore che tutto abbrutisce e distrugge ed annienta.
Tutte le mascherature retoriche cadono dinanzi alla nuda realta' della morte inferta, al fatto che prima degli esseri umani vivevano, respiravano, agivano, amavano, e poi sono diventati cosa inerte, ammasso di carni straziate e sbranate, carcasse e putredine, polvere e cenere, sasso, fumo, nulla.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
3. Con tutti i popoli oppressi, contro tutti i governi cannibali
La guerra in Ucraina, come ogni guerra, ci rivela una realta' abominevole.
Ogni giorno vengono uccisi degli esseri umani.
E ogni giorno i governi, tutti i governi coinvolti, armano la guerra e quindi cooperano tutti insieme a far morire altri esseri umani.
Questi governi sono cannibali. Questi governi sono assassini.
Tra essi vi e' anche il governo italiano che manda armi in Ucraina.
La solidarieta' con tutti i popoli oppressi deve necessariamente essere anche lotta contro tutti i governi che uccidono gli esseri umani.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
4. Le armi divorano le persone
Le armi, senza le quali la guerra non sarebbe possibile, servono a uccidere; sono fatte solo per questo: uccidere gli esseri umani.
Le armi divorano gli esseri umani.
Ogni politica di riarmo e' quindi una politica che stermina gli esseri umani.
Solo il disarmo salva le vite.
L'unica politica decente e' il disarmo.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
5. L'apocalisse atomica: il rischio reale della fine dell'umanita'
Ogni guerra per dinamica interna puo' estendersi fino a diventare regionale e poi mondiale, ed estendendo le sue dimensioni adopera strumenti sempre piu' distruttivi.
Ogni guerra puo' diventare atomica: e se si giunge alla guerra atomica e' in pericolo l'esistenza dell'umanita' intera.
Tutti gli esseri umani sanno che una guerra atomica puo' distruggere il genere umano.
Cosa si aspetta ad abolire le armi atomiche?
Cosa si aspetta ad abolire le guerre?
Cosa si aspetta ad abolire gli eserciti e le armi?
Cosa si aspetta ad agire per salvare l'umanita' dall'annientamento?
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
6. Homo sum
Ogni essere umano sentendosi tale riconosce che tutti i suoi diritti sono accompagnati dal riconoscimento degli eguali diritti di tutti gli altri esseri umani.
La regola aurea dell'umanita' e' infatti: agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te.
L'umanita' e' costitutivamente plurale. L'eguaglianza si fonda sulla diversita'. Ogni persona e' preziosa perche' e' unica. Ogni vita ha un valore infinito.
E' un essere umano chi e' capace di sentire il dolore degli altri. E' un essere umano chi agisce per difendere ed aiutare gli altri, e' un essere umano chi agisce per la liberazione di tutte e tutti, e' un essere umano chi agisce per la convivenza reponsabile e solidale che nessuna persona esclude, e' un essere umano chi agisce per la salvezza comune.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
7. Non pereat mundus
C'e' un vecchio adagio, tante volte ripetuto: "Fiat iustitia, pereat mundus". E' un'abominevole stoltezza.
A questa criminale ideologia dobbiamo opporci: non deve perire il mondo, perche' se perisce il mondo non resta piu' nessuna giustizia, non resta piu' niente, finisce ogni esistenza.
Salvare il mondo e' la "conditio sine qua non" perche' possa esservi anche giustizia, come del resto ogni altra cosa.
Occorre difendere quindi l'intero mondo vivente, rispettandone e proteggendone ogni sua parte, poiche' tutto e' interconnesso.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
8. Il programma di Lucrezio e Diderot, di Immanuel Kant e di Giacomo Leopardi, di Rosa Luxemburg e di Simone Weil, di Virginia Woolf e di Hannah Arendt, di Leonard Peltier e di Vandana Shiva
L'umanita' intera, ogni singola persona, ogni aggregazione sociale, sa quali siano i suoi fondamentali doveri: e il primo di essi e' salvare le vite.
Difendere i diritti umani di tutti gli esseri umani, difendere l'intero mondo vivente.
Far cessare l'orrore del dominio della violenza, di ogni violenza.
Restituire ad ogni essere umano, ad ogni popolo, ad ogni cultura, il diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Condividere tutto il bene e tutti i beni.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
9. La nonviolenza ha voce e volto di donna
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita'.
La "corrente calda" e l'esperienza storica maggiore della nonviolenza in cammino e' il movimento di liberazione delle donne che libera l'umanita' intera dalla prima violenza che tutte le altre genera: la violenza maschilista.
La violenza maschilista e' la prima radice e il primo paradigma di tutte le altre violenze.
Solo la lotta di liberazione delle donne liberera' l'umanita' da tutte le violenze.
La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' il cammino.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
10. A proposito delle imminenti elezioni
Occorre presentare liste della nonviolenza.
Con un programma essenziale centrato sulla pace e il disarmo, il rispetto e la promozione dei diritti umani di tutti gli esseri umani, la difesa della biosfera.
Sono anni che lo andiamo ripetendo, ripetiamolo una volta ancora: occorre un'insurrezione nonviolenta delle coscienze e delle intelligenze per contrastare gli orrori piu' atroci ed infami che abbiamo di fronte, per affermare la legalita' che salva le vite, per richiamare ogni persona ed ogni umano istituto ai doveri inerenti all'umanita'.
Occorre opporsi al maschilismo, e nulla e' piu' importante, piu' necessario, piu' urgente che opporsi al maschilismo - all'ideologia, alle prassi, al sistema di potere, alla violenza strutturale e dispiegata del maschilismo: poiche' la prima radice di ogni altra violenza e oppressione e' la dominazione maschilista e patriarcale che spezza l'umanita' in due e nega piena dignita' e uguaglianza di diritti a meta' del genere umano e cosi' disumanizza l'umanita' intera; e solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale si puo' sconfiggere la violenza che opprime, dilania, denega l'umanita'; solo abolendo la dominazione maschilista e patriarcale l'umanita' puo' essere libera e solidale.
Occorre opporsi al razzismo, alla schiavitu', all'apartheid. Occorre far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro. Occorre abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia. Occorre abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani. Occorre formare tutti i pubblici ufficiali e in modo particolare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Occorre opporsi a tutte le uccisioni, a tutte le stragi, a tutte le guerre. Occorre cessare di produrre e vendere armi a tutti i regimi e i poteri assassini; abolire la produzione, il commercio, la disponibilita' di armi e' il primo necessario passo per salvare le vite e per costruire la pace, la giustizia, la civile convivenza, la salvezza comune dell'umanita' intera. Occorre abolire tutte le organizzazioni armate il cui fine e' uccidere. Occorre cessare immediatamente di dissipare scelleratamente ingentissime risorse pubbliche a fini di morte, ed utilizzarle invece per proteggere e promuovere la vita e il benessere dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
Occorre opporsi alla distruzione di quest'unico mondo vivente che e' la sola casa comune dell'umanita' intera, di cui siamo insieme parte e custodi. Non potremo salvare noi stessi se non rispetteremo e proteggeremo anche tutti gli altri esseri viventi, se non rispetteremo e proteggeremo ogni singolo ecosistema e l'intera biosfera.
Opporsi al male facendo il bene.
Opporsi alla violenza con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e la salvezza del'umanita' intera.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
11. Mitakuye Oyasin
Siamo tutti una sola famiglia.
Tutto quanto e' interconnesso.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Chi salva una vita, salva il mondo.
Salvare le vite e' il primo dovere.

* * *

Tre allegati per approfondire il ragionamento: tre minime descrizioni della nonviolenza

I. La nonviolenza non indossa il frac

La nonviolenza non la trovi al ristorante.
Non la incontri al circolo dei nobili.
Non frequenta la scuola di buone maniere.
E' sempre fuori dall'inquadratura delle telecamere delle televisioni.
La nonviolenza non fa spettacolo.
La nonviolenza non vende consolazioni.
La nonviolenza non guarda la partita.

E' nel conflitto che la nonviolenza agisce.
Dove vi e' chi soffre, li' interviene la nonviolenza.
Dove vi e' ingiustizia, li' interviene la nonviolenza.
Non la trovi nei salotti e nelle aule.
Non la trovi tra chi veste buoni panni.
Non la trovi dove e' lustra l'epidermide e non brontola giammai lo stomaco.
La nonviolenza e' dove c'e' la lotta per far cessare tutte le violenze.
La nonviolenza e' l'umanita' in cammino per abolire ogni sopraffazione.

Non siede nel consiglio di amministrazione.
Non si abbuffa coi signori eccellentissimi.
Non ha l'automobile, non ha gli occhiali da sole, non ha il costume da bagno.
Condivide la sorte delle oppresse e degli oppressi.
Quando vince rinuncia a ogni potere.
Non esiste nella solitudine.
Sempre pensa alla liberta' del prossimo, sempre pensa al riscatto del vinto,
sempre pensa ad abbattere i regimi e di poi a riconciliare gli animi.
Sa che il male e' nella ricchezza, sa che il bene e' la condivisione;
sa che si puo' e si deve liberare ogni persona e quindi questo vuole:
la liberta' di tutte, la giustizia, la misericordia.

La nonviolenza e' l'antibarbarie.
La nonviolenza e' il riconoscimento della dignita' di ogni essere vivente.
La nonviolenza e' questa compassione: sentire insieme, voler essere insieme,
dialogo infinito, colloquio corale, miracolo dell'incontro e della nascita;
l'intera umanita' unita contro il male e la morte;
si', se possiamo dirlo in un soffio e in un sorriso: tutti per uno, uno per tutti.
La nonviolenza e' la lotta che salva.

Ha volto e voce di donna, sa mettere al mondo il mondo,
il suo tocco risana le ferite, i suoi gesti sono limpida acqua, i suoi atti recano luce;
sempre lotta per la verita' ed il bene, usa solo mezzi coerenti
con il fine della verita' e del bene.
Sa che il mondo e' gremito di persone, cosi' fragili, smarrite e sofferenti.
Sa che la sua lotta deve esser la piu' ferma; e deve essere la piu' delicata.

Quando la plebe all'opra china si rialza: li' e' la nonviolenza.
Quando lo schiavo dice adesso basta, li' e' la nonviolenza.
Quando le oppresse e gli oppressi cominciano a lottare
per un'umanita' di persone tutte libere ed eguali in diritti,
li', li' e' la nonviolenza.
Quando ti svegli ed entri nella lotta, la nonviolenza gia' ti viene incontro.

La nonviolenza e' una buona cosa.
E' questa buona cosa che fai tu quando fai la cosa giusta e necessaria.

*

II. Breve litania della nonviolenza

La nonviolenza non e' la luna nel pozzo.
La nonviolenza non e' la pappa nel piatto.
La nonviolenza non e' il galateo del pappagallo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la ciancia dei rassegnati.
La nonviolenza non e' il bignami degli ignoranti.
La nonviolenza non e' il giocattolo degli intellettuali.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il cappotto di Gogol.
La nonviolenza non e' il cavallo a dondolo dei generali falliti.
La nonviolenza non e' la Danimarca senza il marcio.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' l'ascensore senza bottoni.
La nonviolenza non e' il colpo di carambola.
La nonviolenza non e' l'applauso alla fine dell'atto terzo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il museo dell'esotismo.
La nonviolenza non e' il salotto dei perdigiorno.
La nonviolenza non e' il barbiere di Siviglia.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la spiritosaggine degli impotenti.
La nonviolenza non e' la sala dei professori.
La nonviolenza non e' il capello senza diavoli.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il ricettario di Mamma Oca.
La nonviolenza non e' l'albero senza serpente.
La nonviolenza non e' il piagnisteo di chi si e' arreso.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' la quiete dopo la tempesta.
La nonviolenza non e' il bicchiere della staffa.
La nonviolenza non e' il vestito di gala.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il sapone con gli gnocchi.
La nonviolenza non e' il film al rallentatore.
La nonviolenza non e' il semaforo sempre verde.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' il jolly pescato nel mazzo.
La nonviolenza non e' il buco senza la rete.
La nonviolenza non e' il fiume dove ti bagni due volte.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' l'abracadabra degli stenterelli.
La nonviolenza non e' il cilindro estratto dal coniglio.
La nonviolenza non e' il coro delle mummie del gabinetto.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.

La nonviolenza non e' niente che si veda in televisione.
La nonviolenza non e' niente che si insegni dalle cattedre.
La nonviolenza non e' niente che si serva al bar.
La nonviolenza e' solo la lotta contro la violenza.

*

III. Della nonviolenza dispiegata al sole ad asciugare

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza la politica necessaria.
Chiamiamo nonviolenza l'occhio che vede e piange.
Chiamiamo nonviolenza la lotta per l'abolizione di tutte le guerre.
Chiamiamo nonviolenza la lotta che abroga ogni servitu'.
Chiamiamo nonviolenza questo accampamento notturno nel deserto.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'amicizia che non tradisce.
Chiamiamo nonviolenza il ponte di corda teso sull'abisso.
Chiamiamo nonviolenza la fine della paura della morte.
Chiamiamo nonviolenza la fine della minaccia della morte.
Chiamiamo nonviolenza aver visto e alba e tramonto con limpido cuore.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il tappeto volante.
Chiamiamo nonviolenza il voto unanime per la salvezza degli assenti.
Chiamiamo nonviolenza il cielo stellato.
Chiamiamo nonviolenza il rispetto della vita altrui.
Chiamiamo nonviolenza il sonno dei giusti e dei giusti la veglia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il silenzio che non spaventa.
Chiamiamo nonviolenza la telefonata che ferma l'esecuzione.
Chiamiamo nonviolenza il libro che ti fa ridere e piangere.
Chiamiamo nonviolenza il viaggio senza bagagli.
Chiamiamo nonviolenza il suono dell'arcobaleno.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il pasto in comune.
Chiamiamo nonviolenza il miracolo della nascita.
Chiamiamo nonviolenza la voce che risponde.
Chiamiamo nonviolenza la porta che si apre allo straniero.
Chiamiamo nonviolenza la lotta contro la violenza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il dono e la rinuncia.
Chiamiamo nonviolenza la leggerezza sui corpi.
Chiamiamo nonviolenza la parola che suscita le praterie.
Chiamiamo nonviolenza il soffio che estingue gli incendi.
Chiamiamo nonviolenza l'infinito respiro del mare.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'umanita' come dovrebbe essere.
Chiamiamo nonviolenza la coscienza del limite.
Chiamiamo nonviolenza il ritrovamento dell'anello di Salomone.
Chiamiamo nonviolenza gl'immortali principi dell'Ottantanove.
Chiamiamo nonviolenza l'ironia e la pazienza.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il riconoscimento della pluralita' delle persone e dei mondi.
Chiamiamo nonviolenza la distruzione di tutte le armi assassine.
Chiamiamo nonviolenza non nascondere la nostra ignoranza.
Chiamiamo nonviolenza rifiutarsi di mentire.
Chiamiamo nonviolenza la scelta di fare la cosa che salva le vite.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza una giornata di sole sulla strada.
Chiamiamo nonviolenza la scuola di Spartaco e della Rosa Rossa.
Chiamiamo nonviolenza la certezza morale del figlio della levatrice.
Chiamiamo nonviolenza la legge nuova del figlio del falegname.
Chiamiamo nonviolenza le tre ghinee di Virginia.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza questo atto di riconoscimento e di riconoscenza.
Chiamiamo nonviolenza il giro della borraccia.
Chiamiamo nonviolenza questo colloquio corale.
Chiamiamo nonviolenza la Resistenza antifascista.
Chiamiamo nonviolenza l'uscita dallo stato di minorita'.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza parlare e ascoltare.
Chiamiamo nonviolenza la stazione sempre aperta.
Chiamiamo nonviolenza lo specchio e la sorgente.
Chiamiamo nonviolenza sentire il dolore degli altri.
Chiamiamo nonviolenza prendersi cura del mondo.

Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.

***************************
LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
***************************
Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 527 del 4 agosto 2022
*
Informativa sulla privacy
E' possibile consultare l'informativa sulla privacy a questo indirizzo: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
Per non ricevere piu' il notiziario e' sufficiente recarsi in questa pagina: https://lists.peacelink.it/sympa/signoff/nonviolenza
Per iscriversi al notiziario l'indirizzo e' https://lists.peacelink.it/sympa/subscribe/nonviolenza
*
L'unico indirizzo di posta elettronica utilizzabile per contattare la redazione e' centropacevt at gmail.com

Mail priva di virus. www.avg.com