[Nonviolenza] Telegrammi. 4452



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4452 del 26 aprile 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Ricordando Alfio Pannega, antifascista. Per la pace e il disarmo. Salvare le vite e' il primo dovere
2. "Col sangue degli altri". Una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei Ministri
3. Esposto contro la decisione del governo italiano di inviare armi in Ucraina, cosi' contribuendo alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana
4. Il primo maggio per la pace e i diritti
5. Carol Gokee: Rise Up For Peltier Call to Action Toolkit
6. Segnalazioni librarie
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'

1. L'ORA. RICORDANDO ALFIO PANNEGA, ANTIFASCISTA. PER LA PACE E IL DISARMO. SALVARE LE VITE E' IL PRIMO DOVERE

Tra pochi giorni ricorre il dodicesimo anniversario della morte di Alfio Pannega, che ci ha lasciato il 30 aprile 2010.
Il 25 aprile, commemorazione della liberazione dal nazifascismo, e il primo maggio, giornata di lotta del movimento delle lavoratrici e dei lavoratori, sono per noi due giorni in cui intensamente ripensiamo ad Alfio, al nostro indimenticabile compagno antifascista, comunista e libertario, pacifista ed ecologista, amico della nonviolenza Alfio Pannega.
Perche' in Alfio, nella sua testimonianza, nella sua lotta, nella sua riflessione, nella sua poesia, ritroviamo tutte le ragioni della Resistenza antifascista, tutte le ragioni della lotta del movimento operaio e contadino, tutte le ragioni del movimento delle oppresse e degli oppressi che ogni giorno s'impegna per contrastare la violenza dominante, per contrastare il disordine costituito dei poteri criminali, per contrastare il sistema di dominio dei mangiatori di esseri umani; nella figura e nella vicenda di Alfio ritroviamo tutte le ragioni dell'impegno morale e civile, sociale e politico, del movimento delle oppresse e degli oppressi che ogni giorno lotta per la liberazione dell'umanita', per la difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, per la salvezza dell'intero mondo vivente minacciato di distruzione dal modo di produzione, dal sistema di potere e dall'ideologia rapinatrice, consumista e desertificatrice dominanti.
Per l'intera sua vita Alfio e' stato un proletario, orgoglioso della sua coscienza di classe; e per l'intera sua vita Alfio e' stato un essere umano - realmente, consapevolmente, meditatamente ed attivamente umano -, ovvero una persona che della benevolenza verso l'umanita' intera e verso l'intero mondo vivente aveva fatta il fondamento del suo sentire e del suo agire.
Sempre visse in poverta', e sempre fu di una generosita' incondizionata: sono innumerevoli le persone che da lui hanno ricevuto doni, sono innumerevoli le persone che ha accolto e con cui ha condiviso tutti i suoi averi.
Quando pensiamo all'umanita' come potrebbe essere, come dovrebbe essere, pensiamo ad Alfio Pannega, e il suo ricordo rischiara i nostri giorni.
A chi ci chiede se la nonviolenza e' realmente possibile, noi rispondiamo: si', e' possibile, guardate la vita di Alfio Pannega.
A chi ci chiede se sara' mai possibile, se e' gia' fin d'ora possibile, il comunismo libertario che tutto il bene e tutti i beni condivide fra tutte e tutti, che rispetta e accudisce ogni essere vivente, che ogni oppressione contrasta senza riprodurre oppressione, noi rispondiamo: si', e' possibile, guardate la vita di Alfio Pannega.
A chi ci chiede se mai l'umanita' potra' essere felice, nella sobrieta', nella generosita' e nell'universale condivisione che della felicita' sono le condizioni basilari, noi rispondiamo: si', guardate la vita di Alfio Pannega.
Le sofferenze, le privazioni, i torti di cui fu vittima, e ne subi' e ne pati' come ogni essere umano, mai indussero Alfio a rinunciare alla sua dignita', alla sua bonta'; mai lo avvilirono, mai lo degradarono: a tutte le avversita', le tristezze e le tristizie che la vita dispensa, sempre rispose con il coraggio, la mitezza, la fermezza e la generosita' propri di chi sa - per dirla con Saba - che "esser uomo tra gli umani / io non so piu' dolce cosa"; con il coraggio, la mitezza, la fermezza e la generosita' propri di chi sa - per dirla con Dante - che  "fatti non foste a viver come bruti / ma per seguir virtute e canoscenza".
Gli anni passano e la memoria filtra il passato, cosicche' ci si puo' chiedere se il nostro ricordo di Alfio facendosi sempre piu' essenziale non rischi anche, per cosi' dire, di semplificarsi in guisa di emblema, riducendo la persona reale a simbolo ideale.
Certo, l'Alfio di cui parliamo qui e' l'Alfio militante, ma e' anche l'Alfio quotidiano; e' l'Alfio sapiente e fin sapienziale, ma e' anche l'Alfio verace e vivace, con i suoi motti, i suoi tratti, il suo carattere spontaneo e gioioso che prorompeva talora nei gesti e nell'eloquio vividi e scintillanti, viscerali e burleschi, che piu' s'imprimevano nella memoria di chi occasionalmente lo incontrava, l'Alfio affabulatore ed affabulato, narratore e narrato, degli infiniti aneddoti che ne hanno fatto nel cuore del popolo di Viterbo un eroe eponimo di questa citta'.
*
Ci siamo chiesti frequentemente in questi dodici anni senza Alfio, dinanzi ai fatti che piu' ci hanno interrogato, cosa ne avrebbe pensato Alfio, cosa avrebbe detto Alfio, cosa avrebbe fatto Alfio; ed abbiamo cercato di adeguare la nostra condotta a quella che abbiamo pensato sarebbe stata la sua.
Cosi', dinanzi alla guerra che divora gli esseri umani e minaccia di distruzione l'umanita' intera, la nostra opposizione e' sempre stata nitida e intransigente, dalla parte delle vittime, contro tutte le uccisioni. Lottando ancora per il bene comune dell'umanita', come sempre fece e come ancora farebbe Alfio.
Cosi', dinanzi al razzismo che dilaga, alla strage degli innocenti nel Mediterraneo, alla disumana politica dei governi europei e dell'Unione Europea, all'apartheid imposto dai poteri mafiosi e da governanti sempre piu' barbari nel nostro stesso paese, sempre abbiamo cercato di contrastare questa infame mole di male, questa vergogna dell'umanita', l'orrore in atto che sempre e soltanto il razzismo e'. Lottando ancora per il bene comune dell'umanita', come sempre fece e come ancora farebbe Alfio.
Cosi', dinanzi alla distruzione del mondo vivente, abbiamo cercato di resistere alle scelte dissennate, ai poteri annichilisti, alla narcosi consumista, e abbiamo cercato di difendere quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita'. Lottando ancora per il bene comune dell'umanita', come sempre fece e come ancora farebbe Alfio.
Cosi', dinanzi al perdurare della rapina e della schiavitu', dinanzi al sistema dello sfruttamento che l'umanita' schiaccia e travolge, denega e inabissa, abbiamo fatto quanto in nostro potere per opporci ancora e sempre. Lottando ancora per il bene comune dell'umanita', come sempre fece e come ancora farebbe Alfio.
Cosi', dinanzi alla violenza maschilista, al sistema di potere maschilista e patriarcale, che e' la prima radice e il primo paradigma di ogni violenza, abbiamo resistito ponendoci alla scuola e alla sequela del pensiero delle donne, del movimento delle donne in lotta per la liberazione dell'umanita' intera. Lottando ancora per il bene comune dell'umanita', come sempre fece e come ancora farebbe Alfio.
Cessare di uccidere; salvare le vite.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni essere umano bisognoso di aiuto.
Pace, disarmo, smilitarizzazione.
Giustizia e misericordia, responsabilita' e solidarieta', condivisione fra tutte e tutti di tutto il bene e tutti i beni.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
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In quest'ultimo anno abbiamo dedicato una parte del nostro impegno all'iniziativa per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano, difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani, difensore della Madre Terra, perseguitato dal potere razzista, colonialista, imperialista e genocida bianco; Leonard Peltier che da 46 anni e' in prigione innocente.
Ci sembra di cogliere nella lotta di Leonard Peltier profonde affinita' con il lascito di pensiero e di azione, con la testimonianza militante ed esistenziale, morale e politica, di Alfio.
Anche nel ricordo di Alfio chiamiamo all'impegno per la liberazione di Leonard Peltier.
Le caratteristiche della testimonianza e dell'azione di Leonard Peltier, l'amore per il mondo vivente e la sua strenua difesa, la resistenza per la sopravvivenza dei popoli nativi ed oppressi che il potere genocida e imperiale vorrebbe annientare, la difesa della dignita' umana di ogni essere umano, sono le stesse caratteristiche dell'esperienza umana e politica di Alfio.
Ha scritto Leonard Peltier nella sua autobiografia: "Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.
Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra e per tutti quelli che ci vivono e respirano.
Credo che il nostro compito non sara' terminato fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato, una sola persona sara' costretta a morire in guerra, un solo innocente languira' in prigione e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.
Credo nel bene dell'umanita'.
Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno. Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio".
Sono parole che Alfio avrebbe condiviso con tutto il cuore; sono pensieri che tante volte gli abbiamo sentito esprimere.
*
E in questi due tragici mesi in cui, sommandosi alle decine di altre catastrofiche guerre gia' in corso in tante parti del mondo, la guerra scatenata dal folle e criminale governo russo contro la popolazione ucraina aggiunge orrore ad orrore, il ricordo di Alfio ci sostiene nella necessaria opposizione a tutte le stragi, a tutte le uccisioni, a tutte le devastazioni, a tutte le violenze.
Lo ripetiamo una volta ancora con le medesime parole che tante volte abbiamo ripetuto in queste settimane di dolore e di orrore.
Dobbiamo soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla guerra: salvare le vite e' il primo dovere.
Dobbiamo inviare aiuti umanitari alla popolazione ucraina, tutti gli aiuti umanitari possibili: salvare le vite e' il primo dovere.
Dobbiamo far giungere in Ucraina da tutto il mondo migliaia, milioni di persone disarmate a fare interposizione nonviolenta e soccorso umanitario, con il patrocinio e la guida dell'Onu: salvare le vite e' il primo dovere.
Dobbiamo sostenere la resistenza nonviolenta della popolazione ucraina: salvare le vite e' il primo dovere.
Dobbiamo sostenere l'opposizione nonviolenta della popolazione russa contraria alla guerra e al regime; l'opposizione nonviolenta che chiede giustizia e liberta', democrazia e diritti umani, legalita' e pace: salvare le vite e' il primo dovere.
Dobbiamo insorgere nonviolentemente contro la guerra e contro le armi: salvare le vite e' il primo dovere.
Dobbiamo insorgere nonviolentemente per imporre ai governi assassini - il governo russo aggressore, ma anche tutti gli altri governi coinvolti nella guerra e nelle stragi di cui la guerra consiste - il cessate il fuoco e i negoziati di pace: salvare le vite e' il primo dovere.
Dobbiamo insorgere nonviolentemente per far cessare l'invio di armi che alimenta la guerra e le stragi: salvare le vite e' il primo dovere.
Dobbiamo insorgere nonviolentemente per fermare il riarmo che minaccia l'umanita' intera: salvare le vite e' il primo dovere.
Dobbiamo insorgere nonviolentemente per far cessare le cosiddette "sanzioni" che invece di contrastare la guerra la favoreggiano, che invece di colpire gli sfruttatori e i massacratori colpiscono innanzitutto le classi sociali sfruttate ed oppresse impoverendole ancora di piu' ed esponendole a piu' gravi sofferenze e pericoli: salvare le vite e' il primo dovere.
Dobbiamo insorgere nonviolentemente per lo scioglimento della Nato, un'organizzazione terrorista e stragista i cui vertici vanno processati e condannati per i crimini di guerra ed i crimini contro l'umanita' commessi negli ultimi decenni: salvare le vite e' il primo dovere.
Dobbiamo insorgere nonviolentemente per imporre al governo italiano il rispetto della Costituzione italiana che ripudia la guerra: salvare le vite e' il primo dovere.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Ed in questo 25 aprile, ricordando il nostro compagno Alfio Pannega, l'antifascista Alfio Pannega, sono ancora nostre le parole che Piero Calamandrei detto' affinche' fossero incise sulla pietra a monito ed ammaestramento dell'umanita'.

LO AVRAI
CAMERATA KESSELRING
IL MONUMENTO CHE PRETENDI DA NOI ITALIANI
MA CON CHE PIETRA SI COSTRUIRA'
A DECIDERLO TOCCA A NOI

NON COI SASSI AFFUMICATI
DEI BORGHI INERMI STRAZIATI DAL TUO STERMINIO
NON COLLA TERRA DEI CIMITERI
DOVE I NOSTRI COMPAGNI GIOVINETTI
RIPOSANO IN SERENITA'
NON COLLA NEVE INVIOLATA DELLE MONTAGNE
CHE PER DUE INVERNI TI SFIDARONO
NON COLLA PRIMAVERA DI QUESTE VALLI
CHE TI VIDE FUGGIRE

MA SOLTANTO COL SILENZIO DEI TORTURATI
PIU' DURO D'OGNI MACIGNO
SOLTANTO CON LA ROCCIA DI QUESTO PATTO
GIURATO FRA UOMINI LIBERI
CHE VOLONTARI SI ADUNARONO
PER DIGNITA' NON PER ODIO
DECISI A RISCATTARE
LA VERGOGNA E IL TERRORE DEL MONDO

SU QUESTE STRADE SE VORRAI TORNARE
AI NOSTRI POSTI CI RITROVERAI
MORTI E VIVI COLLO STESSO IMPEGNO
CHE SI CHIAMA
ORA E SEMPRE
RESISTENZA

(Lapide murata nel Palazzo Comunale di Cuneo il 21 dicembre 1952)
*
Una minima notizia su Alfio Pannega
Alfio Pannega nacque a Viterbo il 21 settembre 1925, figlio della Caterina (ma il vero nome era Giovanna), epica figura di popolana di cui ancor oggi in citta' si narrano i motti e le vicende trasfigurate ormai in leggende omeriche, deceduta a ottantaquattro anni nel 1974. E dopo gli anni di studi in collegio, con la madre visse fino alla sua scomparsa, per molti anni abitando in una grotta nella Valle di Faul, un tratto di campagna entro la cinta muraria cittadina. A scuola da bambino aveva incontrato Dante e l'Ariosto, ma fu lavorando "in mezzo ai butteri della Tolfa" che si appassiono' vieppiu' di poesia e fiori' come poeta a braccio, arguto e solenne declamatore di impeccabili e sorprendenti ottave di endecasillabi. Una vita travagliata fu la sua, di duro lavoro fin dalla primissima giovinezza. La raccontava lui stesso nell'intervista che costituisce la prima parte del libro che raccoglie le sue poesie che i suoi amici e compagni sono riusciti a pubblicare pochi mesi prima dell'improvvisa scomparsa (Alfio Pannega, Allora ero giovane pure io, Davide Ghaleb Editore, Vetralla 2010): tra innumerevoli altri umili e indispensabili lavori manuali in campagna e in citta', per decine di anni ha anche raccolto gli imballi e gli scarti delle attivita' artigiane e commerciali, recuperando il recuperabile e riciclandolo: consapevole maestro di ecologia pratica, quando la parola ecologia ancora non si usava. Nel 1993 la nascita del centro sociale occupato autogestito nell'ex gazometro abbandonato: ne diventa immediatamente protagonista, e lo sara' fino alla fine della vita. Sapeva di essere un monumento vivente della Viterbo popolare, della Viterbo migliore, e il popolo di Viterbo lo amava visceralmente. E' deceduto il 30 aprile 2010, non risvegliandosi dal sonno dei giusti.
Molte fotografie di Alfio scattate da Mario Onofri, artista visivo profondo e generoso compagno di lotte che gli fu amico e che anche lui ci ha lasciato anni fa, sono disperse tra vari amici di entrambi, ed altre ancora restano inedite nell'immenso, prezioso archivio fotografico di Mario, che tuttora attende curatela e pubblicazione.
Negli ultimi anni il regista ed attore Pietro Benedetti, che gli fu amico, ha sovente con forte empatia rappresentato - sulle scene teatrali, ma soprattutto nelle scuole e nelle piazze, nei luoghi di aggregazione sociale e di impegno politico, di memoria resistente all'ingiuria del tempo e alla violenza dei potenti - un monologo dal titolo "Allora ero giovane pure io" dalle memorie di Alfio ricavato, personalmente interpretandone e facendone cosi' rivivere drammaturgicamente la figura.
La proposta di costituire un "Archivio Alfio Pannega" per raccogliere, preservare e mettere a disposizione della collettivita' le tracce della sua vita e delle sue lotte, e' restata fin qui disattesa.
Alcuni testi commemorativi sono stati piu' volte pubblicati sul notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino", ad esempio negli "Archivi della nonviolenza in cammino" nn. 56, 57, 58, 60; cfr. anche il fascicolo monografico dei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 265 ed ancora i "Telegrammi della nonviolenza in cammino" nn. 907-909, 1172, 1260, 1261, 1272, 1401, 1622-1624, 1763, 1971, 2108-2113, 2115, 2329, 2331, 2334-2335, 2476-2477, 2479, 2694, 2833, 3049, 3051-3052, 3369-3373, 3448, 3453, 3515-3517, 3725, 4089-4091, 4235-4236, i fascicoli di "Coi piedi per terra" n. 546 e 548-552, e "Voci e volti della nonviolenza" nn. 687-691, 754-755, 881, il fascicolo di "Ogni vittima ha il volto di Abele" n. 170, i fascicoli di "Una persona, un voto" nn. 88-90, 206, 209, i fascicoli de "La domenica della nonviolenza" nn. 420 e 511, i fascicoli de "La nonviolenza contro il razzismo" nn. 202-206, 213, 437-438, 445-446.

2. REPETITA IUVANT. "COL SANGUE DEGLI ALTRI". UNA LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI

"Sunt lacrimae rerum et mentem mortalia tangunt"
(Aen., I, 462)

"Certo non l'arte di dominare sugli altri,
non l'arte di governare, di uccidere, di accumulare terra e capitale"
(Virginia Woolf, Le tre ghinee)

"Al momento di marciare molti non sanno
che alla loro testa marcia il nemico.
La voce che li comanda
e' la voce del loro nemico.
E chi parla del nemico
e' lui stesso il nemico"
(Bertolt Brecht, Poesie di Svendborg, traduzione di Franco Fortini)

"Noi umanizziamo cio' che avviene nel mondo e in noi stessi solo parlandone,
e, in questo parlare, impariamo a diventare umani.
I greci chiamavano filantropia questa umanita' che si realizza nel dialogo dell'amicizia,
poiche' essa si manifesta nella disponibilita' a condividere il mondo con altri esseri umani"
(Hannah Arendt, L'umanita' in tempi bui)

"Ora lo vedi quanto sono scaltri:
fanno gli eroi col sangue degli altri"
(Omero Caiami Persichi, Lettere dalla clausura)

Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
ogni persona senziente e pensante prova un'angoscia profonda e un indicibile orrore per la guerra e le stragi di cui e' vittima la popolazione ucraina aggredita dal folle e criminale governo russo.
L'umanita' intera dovrebbe fare quanto e' in suo potere per far cessare questa barbarie assassina, per salvare tutte le vite che e' possibile salvare, per far tacere le armi e ripristinare la pace, il diritto, la civile convivenza.
Ma mi sembra che talune decisioni del governo italiano da lei presieduto, invece di promuovere la pace e salvare le vite, contribuiscono ad alimentare la guerra scatenata dal folle e criminale governo russo.
E mi sorprende, addolora ed angoscia che lei non se ne avveda.
Dovrebbe essere evidente cio' che occorre innanzitutto fare: far cessare al piu' presto la guerra; cercare di salvare tutte le vite che e' possibile salvare; promuovere negoziati di pace.
E concretamente ed immediatamente: inviare ingenti, ingentissimi aiuti umanitari alla popolazione ucraina; soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla guerra (e dovremmo farlo anche con le persone in fuga dalle altre guerre, dalla fame, dai lager libici: invece di farle morire nel Mediterraneo); adoperarsi per disarmare il conflitto (le armi sempre e solo servono a uccidere gli esseri umani, la guerra in quanto tale e' un crimine contro l'umanita', il piu' grande dei crimini contro l'umanita'); promuovere nei luoghi del conflitto azioni di interposizione internazionale non armata e nonviolenta (sollecitando ovviamente anche l'intervento dell'Onu a tal fine); favorire il dialogo tra le parti in conflitto (giacche' ogni guerra deve pur concludersi con un negoziato, e prima si negozia prima cessano le stragi), sostituendo le parole alle armi, le ragioni alla violenza, il ragionevole compromesso alle barbare uccisioni, facendo cessare il fuoco il prima possibile e facendo riscoprire a tutti i soggetti coinvolti la semplice verita' che sono esseri umani quelli che vengono uccisi, e che uccidere degli esseri umani e' il crimine piu' mostruoso che degli esseri umani possano commettere.
Il governo italiano si sta impegnando per queste iniziative di pace e di solidarieta', di soccorso e di accoglienza, di azione diplomatica ed interposizione nonviolenta per salvare tutte le vite che e' possibile salvare? Ahime', piu' no che si'. Quel poco di buono che sta facendo in materia di aiuto umanitario e' di gran lunga sopraffatto da quel tanto di folle e scellerato che sta facendo in favore della prosecuzione e dell'estensione della guerra, e quindi per ineludibile conseguenza in favore della prosecuzione e dell'estensione delle stragi, favoreggiando di fatto la criminale follia del governo russo.
E valga il vero.
*
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
1. l'irragionevole e sciagurata decisione delle cosiddette "sanzioni" non solo non ha fermato la guerra, non solo non ha inceppato la macchina delle stragi, non solo non ha dissuaso il governo russo dal perseverare nella sua furia onnicida, ma ha invece imposto nuove sofferenze e ulteriore poverta' alle classi popolari, alle persone e alle famiglie gia' piu' sfruttate, rapinate, emarginate ed oppresse del nostro stesso paese. E non solo: l'annunciata decisione di tornare alle centrali a carbone e addirittura alle centrali nucleari (decisione che il governo pretenderebbe di imporre come esito necessitato delle predette "sanzioni"), danneggia gravemente ed irreversibilmente l'umanita' intera e l'intero mondo vivente.
Sembra che il governo non si renda conto della sofferenza e della poverta' di milioni e milioni di italiane ed italiani che queste decisioni stanno precipitando in ulteriori sofferenze, ulteriore impoverimento, ulteriore paura, umiliazione ed angoscia.
Sembra che il governo non si renda conto  della sofferenza e della poverta' di miliardi di esseri umani che sono gia' oggi vittime della crisi climatica, delle devastazioni ambientali e della fame (oltre che delle guerre e dei regimi antidemocratici e fin terroristi che si servono anche di armi italiane per esercitare la loro disumana violenza sulle popolazioni inermi).
2. La folle e criminale decisione di inviare armi in Ucraina, in flagrante violazione dell'articolo 11 della nostra Costituzione, fa entrare l'Italia sia de jure che de facto nella guerra in corso, cosi' accrescendola ed estendendola, cosi' contribuendo a nuove uccisioni e nuove devastazioni, cosi' cooperando a provocare nuove stragi , nuovi orrori e nuove indicibili sofferenze alla popolazione ucraina gia' cosi' crudelmente martoriata.
Sembra che il governo non si renda conto delle concrete conseguenze di tale decisione. Tale decisione non solo fa aumentare le violenze e le uccisioni in Ucraina, ma contribuisce a provocare un allargamento della guerra con il conseguente pericolo di una guerra nucleare che puo' distruggere l'intera umanita'.
Nessuno ha il diritto di mettere in pericolo l'esistenza dell'intera umanita'. Occorre fermare la guerra scatenata dalla criminale follia del governo russo, non favoreggiarla e farla crescere fino ad esiti apocalittici. Peraltro il fatto che l'Italia dopo anni ed anni non abbia ancora ratificato il trattato dell'Onu per la proibizione delle armi nucleari, e' tragicamente sintomatico della perdurante, assurda cecita' del governo e del parlamento del nostro paese.
3. Ed e' grottesca e insensata la decisione di espellere alcuni diplomatici russi dal nostro paese, mentre invece occorrerebbe valorizzare il piu' possibile tutti i canali diplomatici per arrivare il prima possibile al negoziato che solo puo' porre termine alla guerra e alle stragi.
Sembra che il governo non si renda minimamente conto di quali siano le uniche vere vie praticabili e le uniche vere azioni virtuose necessarie per porre fine alla guerra e alle stragi di cui essa consiste.
4. Nulla aggiungo sull'insensatezza del riarmo; sulla delittuosita' dell'aumento delle spese militari quando invece il nostro paese ha estremo bisogno di incrementare le spese sociali; sull'abissale stoltezza di scelte energetiche che contribuiscono all'avvelenamento e alla desertificazione della biosfera.
5. E nulla aggiungo sul triste e tristo fatto che l'Italia non si e' minimamente dissociata dalle decisioni scellerate degli Stati Uniti d'America che mirano a devastare ed impoverire l'intera Europa per meglio asservirla, della Nato terrorista e stragista che degli Usa e' braccio armato, dei vertici razzisti e bellicisti dell'Unione Europea; decisioni che contribuiscono a far massacrare la popolazione ucraina, che contribuiscono a trascinare l'umanita' in una esiziale guerra mondiale, che impoveriscono e ancor piu' opprimono tutti i popoli europei, che accelerano la catastrofe ambientale.
6. Aggiungo invece che non so se lei abbia mai avuto occasione di averne notizia, ma nella legislazione del nostro paese gia' da molti anni e' entrata - anche se purtroppo finora senza le necessarie e urgenti realizzazioni pratiche - la "difesa civile non armata e nonviolenta". E' questa l'alternativa alla guerra, e' questa la risorsa che puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe: cosi' come occorre un'immediata conversione ecologica dell'economia, occorre un'immediata conversione nonviolenta della politica della difesa e della sicurezza comune.
Occorre sostenere la resistenza nonviolenta della popolazione ucraina all'invasione, alla guerra, alle stragi.
Occorre sostenere l'opposizione nonviolenta della popolazione russa alla guerra e al regime.
Occorre sostituire alla "difesa armata" che non difende ma uccide, la difesa popolare nonviolenta che salva le vite e riconosce e rispetta ed invera i diritti umani di tutti gli esseri umani.
La nonviolenza - scrisse Aldo Capitini - e' il varco attuale della storia.
*
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
lei ha piu' volte dichiarato di volersi impegnare per la pace. Parole benedette.
Ma purtroppo cio' che sta facendo il suo governo e' l'esatto contrario di cio' che occorre fare: il suo governo sta operando per la guerra, per la prosecuzione ed estensione delle stragi.
Lei ha ripetutamente espresso il suo orrore per le stragi e il vivo desiderio che cessino al piu' presto. Parole benedette.
Ma purtroppo cio' che sta facendo il suo governo e' l'esatto contrario di cio' che occorre fare: il suo governo sta operando per la guerra, per la prosecuzione ed estensione delle stragi.
Lei ha piu' volte chiesto che tacciano le armi e si avviino negoziati di pace. parole benedette.
Ma purtroppo cio' che sta facendo il suo governo e' l'esatto contrario di cio' che occorre fare: il suo governo sta operando per la guerra, per la prosecuzione ed estensione delle stragi.
*
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
credo che anche lei converra' che non e' possibile opporsi al male aggiungendo altro male, che non e' possibile opporsi alla violenza aggiungendo ulteriore violenza, che non e' possibile opporsi alle stragi provocando altre stragi.
Credo che anche lei sia consapevole del fatto che la popolazione ucraina ha estremo bisogno di aiuti umanitari che salvino le vite, non di ulteriori armi che provocano sempre e solo ulteriori stragi ed ulteriori devastazioni.
Tutti i retori esaltatori della guerra, tutti i governanti che armano la guerra, occultano la tragica realta': la tragica realta' e' che ogni nuovo giorno di guerra altri esseri umani vengono massacrati in Ucraina. La tragica realta' e' che chi non si adopera per la pace e' complice dei massacri. La tragica realta' e' che i governanti ben protetti si esibiscono in pose gladiatorie e in discorsi roboanti dinanzi alle telecamere nei loro eleganti salotti, e la popolazione ucraina inerme muore sotto le bombe.
Tutti i retori esaltatori della guerra, tutti i governanti che armano la guerra, cooperano all'uccisione di esseri umani inermi e innocenti, contribuiscono alla prosecuzione del massacro del popolo ucraino vittima della criminale follia del governo russo, trascinano l'umanita' verso l'abisso.
*
Egregio Presidente del Consiglio dei Ministri,
La prego con tutto il cuore di voler riconsiderare quanto il suo governo ha fatto e sta facendo, e di revocare al piu' presto le decisioni piu' sciagurate.
Mi permetta di ripeterlo una volta di piu': dobbiamo far cessare immediatamente il massacro del popolo ucraino; dobbiamo far cessare immediatamente la guerra onnicida; ogni vittima ha il volto di Abele; salvare le vite e' il primo dovere.
*
Augurandole ogni bene, voglia credermi il suo fraterno, sincero ed angosciato amico
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 10 aprile 2022

3. REPETITA IUVANT. ESPOSTO CONTRO LA DECISIONE DEL GOVERNO ITALIANO DI INVIARE ARMI IN UCRAINA, COSI' CONTRIBUENDO ALLA GUERRA E ALLE STRAGI DI CUI ESSA CONSISTE, IN FLAGRANTE VIOLAZIONE DELL'ARTICOLO 11 DELLA COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA

Alle competenti magistrature
ai pubblici ufficiali affinche' adempiano al loro dovere in presenza della "notitia criminis" che il presente esposto reca
alle persone di volonta' buona ed alle associazioni democratiche impegnate per salvare le vite
ai mezzi d'informazione
Oggetto: esposto contro la decisione del governo italiano di inviare armi in Ucraina, cosi' contribuendo alla guerra e alle stragi di cui essa consiste, in flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana
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1. L'orrore
La guerra scatenata dal governo russo contro la popolazione ucraina continua ad uccidere esseri umani, giorno dopo giorno da oltre un mese ormai. Un diluvio di sangue innocente, un orrore che piu' passa il tempo e piu' cresce e si estende mettendo in pericolo l'umanita' intera.
Sembra che tutti i potenti della Terra che la guerra potrebbero far cessare salvando innumerevoli vite umane con una ferma e adeguata azione di pace, siano invece in realta' del tutto indifferenti a questa mostruosa strage di esseri umani, ed interessati piuttosto ai turpi e scellerati guadagni economici, politici e strategici che da questo abominevole eccidio si ripromettono di ricavare.
Ogni persona senziente e pensante sa che occorre far tacere le armi, negoziare un accordo, soccorrere le vittime, cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare: invece tutti i governi coinvolti preferiscono essere complici della guerra scatenata dal folle e criminale governo russo, preferiscono foraggiare la guerra di armi assassine, preferiscono favoreggiare i massacri, le distruzioni, la barbarie, preferiscono che ancora e ancora altri esseri umani innocenti muoiano.
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2. Una decisione incostituzionale ed assassina
La decisione del governo italiano di inviare armi in un paese in cui una guerra e' in corso, armando una delle parti belligeranti (la parte aggredita che legittimamente resiste all'invasione ma che ha commesso l'errore di aver scelto una sanguinosa resistenza armata anziche' una resistenza nonviolenta che sola avrebbe potuto essere efficace e vittoriosa, ed avrebbe salvato innumerevoli vite ed impedito immani distruzioni) e' immorale e illegale. Tale sciagurata decisione contribuendo alla guerra, rendendo quindi lo stato italiano effettualmente partecipe della guerra e delle uccisioni di cui essa consiste, invece di adoperarsi per la pace e per salvare le vite che la guerra minaccia e distrugge, costituisce una flagrante violazione dell'articolo 11 della Costituzione della Repubblica Italiana.
Sia chiaro una volta per tutte: soccorrere le vittime e' un dovere, provocare ulteriori uccisioni e' un crimine. Inviando armi l'Italia non salva le vite, contribuisce alle stragi ed estende la guerra, una guerra che puo' facilmente diventare un conflitto mondiale che potrebbe porre fine all'umanita', come ha piu' volte denunciato in queste settimane la voce tanto autorevole quanto inascoltata del pontefice cattolico.
Ne' vale l'argomento specioso che da molti anni - decenni, ormai - vari governi dell'Italia repubblicana hanno reiteratamente violato quel decisivo ed inequivocabile articolo della Carta che sta a fondamento del nostro ordinamento giuridico: un delitto non ne giustifica un altro.
Un governo che viola la Costituzione cui ha giurato fedelta' commette un reato gravissimo.
Un governo che favoreggia la guerra e le stragi di cui essa consiste commette un reato gravissimo.
Un governo che invece di agire per salvare le vite umane compie atti il cui esito effettuale e' sopprimerle commette un reato gravissimo.
Un governo che arma la macchina della morte, che viola la legalita' costituzionale, che favoreggia la guerra e le uccisioni, deve essere tratto in giudizio - per quanto attiene all'ambito penale -, deve essere sfiduciato dal parlamento - per quanto attiene all'ambito politico ed istituzionale -, deve dimettersi - per quanto attiene all'ambito morale.
Segnaliamo tutto cio' alla magistratura affinche' intervenga per quanto di competenza.
Segnaliamo tutto cio' anche a molti altri pubblici ufficiali, i quali alla ricezione del presente esposto sanno di avere il dovere di trasmettere tale "notitia criminis" alla competente autorita' giudiziaria affinche' assuma tutti i provvedimenti necessari.
Segnaliamo tutto cio' anche a molte persone di volonta' buona e a molte associazioni democratiche affinche' a loro volta assumano analoghe iniziative di segnalazione all'autorita' giudiziaria della gravita' di cio' che il governo sta facendo.
Segnaliamo tutto cio' anche a molti mezzi d'informazione affinche' ne diano notizia all'opinione pubblica.
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3. Salvare le vite e' il primo dovere
Altro occorre fare: inviare aiuti umanitari al popolo ucraino, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Altro occorre fare: soccorrere, accogliere, assistere tutte le persone in fuga dalla guerra, dalle distruzioni, dalla fame, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Altro occorre fare: adoperarsi per l'immediato "cessate il fuoco", per l'immediata cessazione dell'aggressione russa, per immediati negoziati di pace, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
Altro occorre fare: opporsi alla guerra ed impedire che essa prosegua e si estenda ancor piu': e' in pericolo l'esistenza dell'umanita' intera.
Altro occorre fare: contrastare il traffico degli strumenti di morte, sostenere l'opposizione popolare alla guerra, sostenere la resistenza popolare nonviolenta, sostenere la decisione di cessare di uccidere.
Altro occorre fare: revocare le sanzioni che invece di contrastare la guerra la favoreggiano, ed hanno come effetto reale di opprimere ancor piu' le classi sociali sfruttate e oppresse, di impoverire ancor piu' le persone gia' piu' impoverite, piu' fragili, piu' bisognose di aiuto.
Altro occorre fare: promuovere la pace, il disarmo, la nonviolenza, per cercar di salvare tutte le vite che e' possibile salvare.
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4. La verita' della guerra, il dovere della pace
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Uccidere e' sempre un delitto.
La guerra e' un crimine contro l'umanita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 28 marzo 2022

4. INIZIATIVE. IL PRIMO MAGGIO PER LA PACE E I DIRITTI

Si manifesti ovunque il primo maggio per la pace e i diritti.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
Salvare le vite e' il primo dovere.

5. REPETITA IUVANT. CAROL GOKEE: RISE UP FOR PELTIER CALL TO ACTION TOOLKIT
[Dal comitato internazionale di difesa di Leonard Peltier ("International Leonard Peltier Defense Committee", 428-A8 Farnham St. Marshall, WI. 53559, 715.209.4453, sito: www.whoisleonardpeltier.info, e-mail: Contact at whoisleonardpeltier.info) riceviamo e diffondiamo]

Ask President Biden for the Immediate Release of Leonard Peltier!
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Call to Action Briefing
There is no doubt that our criminal justice system is imperfect, and Mr. Peltier knows firsthand just how imperfect it can be.
"I call on President Biden to commute Mr. Peltier's sentence expeditiously. It is the right thing to do." - Senator Patrick Leahy (D-Vt), longest serving member of the U.S. Senate
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Call to Action
Contact President Biden today!
202.456.1111
Ask for the immediate release of Leonard Peliter
Call President Biden Today! 202.456.1111
Please note: The White House comment line is open from 11 a.m. to 3 p.m.
Eastern, Tuesday through Thursday.
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Important Links:
Change.org Petition: https://bit.ly/3refswl
Contact your local Representatives: https://bit.ly/housereplp
New York Times Article : Clemency for Peltier:
https://docs.google.com/document/d/1zpHhgTsR0cOQkqxlCJ-7fKoW2qJzTx9SbdoqaldBJlg/edit
Guardian Article Calling for Clemency:
https://amp.theguardian.com/commentisfree/2022/feb/02/leonard-peltier-is-americas-longest-held-indigenous-prisoner-he-should-be-freed
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Graphics:
Click Here to Download Social Media Graphics
Please use these graphics to post on social media outlets.
RISEUpForPeltier Signs & Banner Art link here
Use images in this link above for signs and banners for art builds.
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Official Hashtags
#RiseUpForPeltier
#FreeLeonardPeltier
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Account to Tag
@POTUS
@whitehouse
@OfficialFBOP (Bureau of Prisons)
@PeltierHQ (International Leonard Peltier Defense Committee)
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Sample Facebook and Instagram Post (Copy and Paste)
Call-to-Action
Leonard Peltier, Anishinaabe and Dakota, has spent over 4 decades of his life behind bars, and recently, the prison system has failed to provide him adequate care and protection against COVID-19. His story is the epitome of the systemic abuse that continues to target Indigenous people and Movement Leaders.
We call upon President Biden to show proof of his efforts toward justice and equity by granting Executive Clemency to elder movement leader Leonard Peltier.
Call the White House and demand the release of Leonard Peltier. (202) 456-1111. Say
you support the commutation of #LeonardPeltier's sentence. He's held at USP-Coleman I in FL. Register number 89637-132
Sign the online petition: https://bit.ly/3refswl
Contact your reps. Find them here: https://bit.ly/35raR
#RiseUpForPeltier
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Here's what you need to know to #RiseUpForPeltier
On March 26, 2020 the Office of the Attorney General issued guidelines for the "Prioritization of Home Confinement as Appropriate in Response to COVID-19 Pandemic." A release to home confinement can be an immediate measure to ensure that Mr. Peltier gets the health care that he requires while the ILPDC continues to push for the commutation of his sentence.
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Mr. Peltier's home community on the Turtle Mountain Reservation in North Dakota continues to plead for his return, confirming that they do not see his release as a threat to his community. Read the full letter here.
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The International Leonard Peltier Defense Committee (ILPDC) is calling on the public to contact the White House and urge President Biden to take immediate action. Next, contact members of Congress and ask them to call upon the Warden at USP Coleman-1 and Bureau of Prisons Director Michael Carvajal, urging the immediate release of Leonard Peltier to home confinement.
It is time for Leonard Peltier to go home and be taken care of by his people. He has suffered for far too long and time is running out. Enough is enough!
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Senator Patrick Leahy (D-Vt), the longest serving member of the U.S. Senate issued a statement urging President Biden to commute Leonard Peltier's sentence stating that, "His trial was so riddled with flaws that even one of the prosecutors trying him has acknowledged that Peltier was wrongfully convicted... He is exactly the kind of individual who should be considered for clemency... I have long believed that pardons and commutations are vital tools to offer clemency and relief, particularly when our criminal justice system has been contorted to propagate injustices. I call on President Biden to commute Mr. Peltier.s sentence expeditiously. It is the right thing to do."
Read the full statement here:
https://www.leahy.senate.gov/press/comment-urging-president-biden-to-commute-leonard-peltiers-sentence
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Sample Tweets (Copy and Paste)
Mr. Peltier's home community on the Turtle Mountain Reservation in North Dakota continues to plead for his return, confirming that they do not see his release as a threat to his community. Read the full letter here:
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The IPLDC is calling on the public to contact the White House and urge President Biden to take immediate action. Next, contact members of Congress and ask them to call upon the Warden at USP Coleman-1 and Bureau of Prisons Director Michal Carvajal, urging the immediate release of Leonard Peltier to home confinement.
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It is time for Leonard Peltier to go home and be taken care of by his people. He has suffered for far too long and time is running out. Enough is enough.
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For Media Inquiries, Please Contact:
Carol Gokee, International Leonard Peltier Defense Committee, 715-209-4453
Jean Roach, International Leonard Peltier Defense Committee, 605-415-3127
Kevin Sharp, former Federal District Court Judge & Peltier's lead attorney, 615-434-7001

6. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Luciano Gallino, Dizionario di sociologia, Utet, Torino 1978, 1993, Tea, Milano 1993, pp. XVIII + 774.
- Luciano Gallino (diretto da), Manuale di sociologia, Utet, Torino 1994, pp. XIV + 528.

7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

8. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo i siti del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org e www.azionenonviolenta.it ; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4452 del 26 aprile 2022
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXIII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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