[Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 294



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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 294 del 14 dicembre 2021

In questo numero:
1. Una commemorazione a Vetralla nell'anniversario della strage di piazza Fontana (e ancora un appello per la liberazione di Leonard Peltier)
2. Jennifer Bendery e Naila Clerici: Leonard Peltier e' in prigione da 44 anni. Perche' e' ancora li'?
3. Paolo Montalbano presenta "Thunderheart / Cuore di Tuono"
4. Chi e' Leonard Peltier? (Una scheda informativa essenziale dei primi anni duemila dal sito www.whoisleonardpeltier.info)
5. Il caso Leonard Peltier (Una scheda informativa essenziale dell'inizio del 2016 dal sito www.whoisleonardpeltier.info)
6. Alcuni siti utili

1. REPETITA IUVANT. UNA COMMEMORAZIONE A VETRALLA NELL'ANNIVERSARIO DELLA STRAGE DI PIAZZA FONTANA (E ANCORA UN APPELLO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER)

Domenica 12 dicembre 2021, a Vetralla (Vt), nella ricorrenza dell'anniversario della strage fascista di piazza Fontana a Milano nel 1969, il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo ha tenuto una commemorazione delle vittime di quella strage e della "strategia della tensione" che insanguino' l'Italia per lunghi anni con la scellerata complicita' di rilevanti settori golpisti dei ceti dominanti e di figure ai vertici di apparati dello stato che agivano contro la Costituzione repubblicana, contro la democrazia, contro le comuni liberta' e contro la stessa dignita' umana per imporre un regime autoritario modellato sul totalitarismo fascista.
Il ricordo delle vittime ci illumini sui nostri odierni doveri e nell'adempimento di essi. E il primo dovere e' far cessare le orribili stragi e le violenze abissali che ancor oggi flagellano l'umanita'.
Le stragi delle guerre, delle dittature, dei razzismo, del colonialismo e dell'imperialismo, della fame, dei disastri ambientali locali e globali, della schiavitu', della rapina e della devastazione del mondo vivente da parte dei poteri dominanti che stanno trascinando l'umanita' verso la catastrofe.
Le stragi del sistema di potere maschilista, militarista, imperialista, onniconsumista ed onnidivoratore che domina sul mondo provocando innumerevoli morti, sofferenze indicibili, distruzioni irrimediabili, disumanizzazione e desertificazione.
Tutte le vittime di tutte le stragi, di tutte le uccisioni, di tutte le violenze, ci convocano a un impegno corale per far cessare questo orrore.
Ci convocano all'insurrezione nonviolenta per salvare tutte le vite, per rivendicare e difendere il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta', alla condivisione di tutto il bene e di tutti i beni.
Le vittime delle stragi ci convocano ad adempiere questo primo dovere: di salvare tutte le vite, di far cessare ogni oppressione, di realizzare una societa' mondiale di persone libere, responsabili, solidali ed eguali in diritti, una societa' mondiale che comprenda l'umanita' intera, una societa' mondiale in cui da ciascuna persona sia dato secondo le sue capacita' ed a ciascuna persona sia dato secondo i suoi bisogni.
Ci chiamano ad abolire le guerre, le armi e tutte le organizzazioni armate.
Ci chiamano a prenderci cura di quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ci chiamano ad adoperarci per la vita dell'umanita', degli altri esseri viventi, della biosfera nella sua interezza.
Le vittime della strage fascista di piazza Fontana ci chiamano all'antifascismo e quindi ci chiamano alla nonviolenza: che e' l'antifascismo nella sua essenza piu' profonda, piu' nitida, piu' autentica, piu' liberatrice.
Nel ricordo delle vittime di questa strage e di tutte le stragi noi ci incontriamo, ci riconosciamo e solidarizziamo con le nostre sorelle ed i nostri fratelli in lotta per la liberazione comune, per la comune salvezza, per la protezione accudente e la responsabile condivisione dei beni comuni, per la difesa della Madre Terra.
Nel ricordo delle vittime di questa strage e di tutte le stragi noi ci opponiamo alla violenza razzista, schiavista e stragista che i governi europei esercitano sui migranti in fuga da guerre e rapine, da fame e disastri.
Nel ricordo delle vittime di questa strage e di tutte le stragi noi ci opponiamo ai poteri dittatoriali - politici, economici, militari, ideologici - regionali e globali che costringono la stragrande maggioranza dell'umanita' a una vita di sofferenze e paura, di stenti e violenze, alla mancanza delle piu' fondamentali liberta', alla privazione della felicita' cui ogni essere umano ha diritto, e sovente a tragiche morti che potevano e dovevano essere evitate.
Nel ricordo delle vittime di questa strage e di tutte le stragi noi solidarizziamo con tutti i popoli, le classi sociali oppresse, i gruppi umani e le persone che subiscono sfruttamento e rapine, abusi e deprivazioni, violenze e persecuzioni. Una e' l'umanita', ogni essere umano ha diritto alla solidarieta', ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla liberta'.
*
Per tutto cio' anche in questa giornata di memoria addolorata, di ricordo delle vittime della strage fascista di piazza Fontana e di tutte le vittime di tutte le stragi, ancora una volta noi torniamo a chiedere la liberazione di Leonard Peltier, del nostro fratello Leonard Peltier, del nostro compagno di lotte per i diritti umani, per i diritti dei popoli, per la difesa dell'intero mondo vivente Leonard Peltier.
E poiche' la liberazione di Leonard Peltier e' possibile soltanto attraverso al concessione della grazia da parte del Presidente degli Stati Uniti d'America, noi chiediamo che quella grazia sia concessa: come atto di verita' e di giustizia, come atto di umanita', di dignita' e di speranza per l'intera umanita'. E chiamiamo ogni persona di volonta' buona, ogni associazione ed ogni istituzione democratica a premere nonviolentemente affinche' il presidente statunitense si determini infine ad ascoltare la voce dell'umanita' ed a concedere la grazia a Leonard Peltier.
Poiche' Leonard Peltier rappresenta non solo la resistenza dei popoli nativi americani contro un plurisecolare genocidio, rappresenta anche la resistenza dell'umanita' intera contro tutti i fascismi, contro tutte le stragi, contro tutti gli orrori.
Leonard Peltier rappresenta la lotta di ogni persona decente in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, rappresenta la lotta di ogni persona decente in difesa di quest'unico mondo vivente di cui siamo insieme parte e custodi, quest'unico mondo vivente che e' l'unica casa comune dell'intera famiglia umana.
Sosteniamo quindi l'iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo che ponendosi alla sequela di personalita' luminose e benemerite dell'intera umanita' come Nelson Mandela e Madre Teresa di Calcutta, ha chiesto al Presidente statunitense - che e' l'unica autorita' istituzionale a disporre del concreto potere di farlo - che Leonard Peltier sia finalmente liberato.
Ricordiamo ancora una volta come il Presidente del Parlamento Europeo, l'on. David Sassoli, il 23 agosto 2021 abbia annunciato pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca finalmente la liberta' a Leonard Peltier.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente del Parlamento Europeo ha scritto, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
A sostegno dell'iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico, come Alessandra Algostino, Laura Boella, don Luigi Ciotti, Giancarla Codrignani, Marinella Correggia, Nando dalla Chiesa, Gregorio de Falco, Paolo Ferrero, Francuccio Gesualdi, Raniero La Valle, Gad Lerner, Sara Michieletto, Luisa Morgantini, Riccardo Orioles, Moni Ovadia, Daniela Padoan, Bianca Pitzorno, Graziella Proto, Anna Puglisi, Annamaria Rivera, Antonia Sani, Mao Valpiana, Guido Viale, padre Alex Zanotelli, e le Sindache ed i Sindaci di vari Comuni d'Italia come Abbadia San Salvatore, Aosta, Baveno, Bologna, Carrara, Chieri, Cuneo, Gorizia, Livorno, Monte San Pietro, Palermo, Pesaro, Pienza, Reggio Calabria, Soriano nel Cimino, Verbania, Vitorchiano.
Sosteniamo questa iniziativa.
Contro tutti i genocidi.
Contro tutti i fascismi.
Contro tutte le stragi.
Per i diritti umani di tutti gli esseri umani.
Per la salvaguardia dell'intero mondo vivente.
Sosteniamo la lotta nonviolenta dei nativi americani e di tutti i popoli oppressi.
Sosteniamo la lotta nonviolenta di tutte le donne e tutti gli uomini che difendono i diritti umani e la Madre Terra.
Liberta' per Leonard Peltier.
* * *
Allegato: Scriviamo al Ministro degli Esteri, chiediamogli di adoperarsi per la liberazione di Leonard Peltier
Proponiamo a chi ci legge di inviare al Ministro degli Affari Esteri la seguente lettera (o un testo analogo):
Al Ministro degli Affari Esteri della Repubblica Italiana
e per opportuna conoscenza:
al Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana
al Presidente del Parlamento Europeo
"Tutti facciamo parte dell'unica famiglia dell'umanita'.
Noi condividiamo la responsabilita' per la nostra Madre Terra
e per tutti quelli che ci vivono e respirano.
Credo che il nostro compito non sara' terminato
fin quando anche un solo essere umano sara' affamato o maltrattato,
una sola persona sara' costretta a morire in guerra,
un solo innocente languira' in prigione
e un solo individuo sara' perseguitato per le sue opinioni.
Credo nel bene dell'umanita'.
Credo che il bene possa prevalere, ma soltanto se vi sara' un grande impegno.
Impegno da parte nostra, di ognuno di noi, tuo e mio"
(Leonard Peltier)
Oggetto: Proposta di un passo del governo italiano per la concessione della grazia a Leonard Peltier
*
Egregio Ministro degli Affari Esteri,
sara' forse gia' al corrente della recente, rilevante iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo che alcuni mesi fa ha annunciato pubblicamente - con una conferenza stampa, un video e un tweet - la richiesta al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca finalmente la liberta' a Leonard Peltier, l'illustre attivista per i diritti umani e la difesa della Madre Terra nativo americano da 45 anni detenuto innocente, condannato per crimini che non ha mai commesso.
Nel suo tweet del 23 agosto 2021 il Presidente del Parlamento Europeo ha scritto, in italiano e in inglese:
"Inviero' una lettera alle autorita' statunitensi chiedendo clemenza per Leonard Peltier, attivista per i diritti umani dell'American Indian Movement, in carcere da 45 anni.
Spero che le autorita' accolgano il mio invito. I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
"I will send a letter to the US authorities asking for clemency for Leonard Peltier. A human rights activist of the American Indian Movement, he has been imprisoned for 45 years.
I hope the authorities will take up my invitation. Human rights must be defended always, everywhere".
A sostegno dell'iniziativa del Presidente del Parlamento Europeo si sono espresse innumerevoli personalita', associazioni, istituzioni. Tra esse prestigiosissime personalita' dell'impegno religioso ed istituzionale, morale e civile, culturale ed artistico, come Alessandra Algostino, Laura Boella, don Luigi Ciotti, Giancarla Codrignani, Marinella Correggia, Nando dalla Chiesa, Gregorio de Falco, Paolo Ferrero, Francuccio Gesualdi, Raniero La Valle, Gad Lerner, Sara Michieletto, Luisa Morgantini, Riccardo Orioles, Moni Ovadia, Daniela Padoan, Bianca Pitzorno, Graziella Proto, Anna Puglisi, Annamaria Rivera, Antonia Sani, Mao Valpiana, Guido Viale, padre Alex Zanotelli, e le Sindache ed i Sindaci di vari Comuni d'Italia come Abbadia San Salvatore, Aosta, Baveno, Bologna, Carrara, Chieri, Cuneo, Gorizia, Livorno, Monte San Pietro, Palermo, Pesaro, Pienza, Reggio Calabria, Soriano nel Cimino, Verbania, Vitorchiano.
Egregio Ministro degli Affari Esteri,
forse ricordera' che la liberazione di Leonard Peltier e' stata richiesta piu' volte gia' nel corso degli scorsi decenni non solo da prestigiose organizzazioni umanitarie come Amnesty International e Human Rights Watch, ma anche da autorevolissume personalita' - benemerite dell'umanita' intera - come Nelson Mandela, madre Teresa di Calcutta, Shirin Ebadi, Rigoberta Menchu', Desmond Tutu, ed altri illustri Premi Nobel per la Pace.
Un appello di Nelson Mandela, un appello di madre Teresa di Calcutta, dovrebbe essere ascoltato da ogni persona di volonta' buona come da ogni istituzione preposta al bene comune.
Egregio Ministro degli Affari Esteri,
forse sapra' anche che la medesima richiesta di liberazione di Leonard Peltier e' stata espressa gia' da decenni dal Parlamento Europeo con due risoluzioni del 1994 e del 1999.
Trascriviamo qui di seguito integralmente la Risoluzione del Parlamento Europeo dell'11 febbraio 1999 (pubblicata sulla Gazzetta ufficiale n. C 150 del 28/05/1999 pag. 0384, B4-0169, 0175, 0179 e 0199/99):
"Risoluzione sul caso di Leonard Peltier
Il Parlamento europeo,
- vista la sua risoluzione del 15 dicembre 1994 sulla grazia per Leonard Peltier (GU C 18 del 23.1.1995, pag. 183),
A. considerando il ruolo svolto da Leonard Peltier nella difesa dei diritti dei popoli indigeni,
B. considerando che Leonard Peltier e' stato condannato nel 1977 a due ergastoli dopo essere stato estradato dal Canada, benche' non vi fosse alcuna prova della sua colpevolezza,
C. considerando che Amnesty International ha ripetutamente espresso le proprie preoccupazioni circa l'equita' del processo che ha condotto alla condanna di Leonard Peltier,
D. considerando che il governo degli Stati Uniti ha ormai ammesso che gli affidavit utilizzati per arrestare e estradare Leonard Peltier dal Canada erano falsi e che il Pubblico ministero statunitense Lynn Crooks ha affermato che il governo degli Stati Uniti non aveva alcuna prova di chi aveva ucciso gli agenti,
E. considerando che dopo 23 anni trascorsi nei penitenziari federali, le condizioni di salute di Leonard Peltier si sono seriamente aggravate e che secondo il giudizio di specialisti la sua vita potrebbe essere in pericolo se non ricevera' adeguate cure mediche,
F. considerando che le autorita' penitenziarie continuano a negargli adeguate cure mediche in violazione del diritto umanitario internazionale e i suoi diritti costituzionali,
G. rilevando che Leonard Peltier ha esaurito tutte le possibilita' di appello concessegli dal diritto statunitense,
1. insiste ancora una volta affinche' venga concessa a Leonard Peltier la grazia presidenziale;
2. insiste affinche' Leonard Peltier sia trasferito in una clinica dove possa ricevere le cure mediche del caso;
3. ribadisce la sua richiesta di un'indagine sulle irregolarita' giudiziarie che hanno portato alla reclusione di Leonard Peltier;
4. incarica la sua delegazione per le relazioni con gli Stati Uniti di sollevare il caso di Leonard Peltier iscrivendolo all'ordine del giorno del prossimo incontro con i parlamentari americani;
5. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente risoluzione al Consiglio, alla Commissione, al Congresso statunitense e al Presidente degli Stati Uniti d'America".
Egregio Ministro degli Affari Esteri,
sapra' forse anche che in occasione del recente incontro del G20 a Roma alcuni movimenti democratici, e con essi molte cittadine e molti cittadini, hanno sollecitato il Presidente del Consiglio dei Ministri del nostro paese a rappresentare personalmente al Presidente statunitense l'opportunita' di concedere la grazia a Leonard Peltier.
Ignoriamo ovviamente se nei colloqui riservati intercorsi tra il capo di governo italiano ed il presidente americano tale tema sia stato posto, ma ragione e sentimento ci inducono a ritenere che cosi' possa essere stato e che comunque nella sua pur breve permanenza in Italia il Presidente Biden sia stato informato dalla stessa rappresentanza diplomatica del suo paese del vasto e crescente movimento di solidarieta' che nel nostro paese si e' espresso per la concessione della grazia a Leonard Peltier.
Egregio Ministro degli Affari Esteri,
la vicenda di Leonard Peltier puo' essere riassunta brevemente: nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944, attivista dell'American Indian Movement per i diritti umani dei nativi americani e in difesa della Madre Terra, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze dimostratesi false; da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai universalmente riconosciuta (gli stessi suoi accusatori e giudici responsabili della sua scandalosa ed assurda condanna hanno in prosieguo di tempo ammesso che le cosiddette "prove" e le cosiddette "testimonianze" erano false). Anche dal carcere ha continuato ad impegnarsi per i diritti umani di tutti gli esseri umani e in difesa della Madre Terra, sostenendo e promuovendo molte iniziative educative ed umanitarie, a cui ha affiancato un'apprezzata attivita' di pittore, poeta, scrittore.
Per ulteriori informazioni si veda di Leonard Peltier, Prison writings. My life is my sun dance, St. Martin's Griffin, New York 1999 (in edizione italiana: Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, Roma 2005); e tra le opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, Milano 1994; Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, Pomezia 1996; Michael Koch, Michael Schiffmann, Ein leben fur Freiheit. Leonard Peltier und der indianische Widerstand, TraumFaenger Verlag, Hohenthann 2016.
Si puo' utilmente consultare anche il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info
Egregio Ministro degli Affari Esteri,
il dettato della Costituzione della Repubblica Italiana, corroborato dagli impegni assunti con la partecipazione all'Organizzazione delle Nazioni Unite (Onu) e all'Unione Europea (Ue), impegna il nostro paese alla difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani: orbene, non vi e' dubbio che una detenzione di 45 anni imposta a un uomo innocente, a un difensore dei diritti umani e del mondo vivente, sia una flagrante violazione dei diritti umani.
Ergo: la stessa legge fondamentale del nostro paese ci chiede di adoperarci per la sua liberazione, cosi' come per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani.
Egregio Ministro degli Affari Esteri,
vorremmo pertanto sollecitare una sua iniziativa, un passo del governo italiano per la concessione della grazia a Leonard Peltier.
Come ha scritto il Presidente del Parlamento Europeo, "Human rights must be defended always, everywhere", "I diritti umani vanno difesi sempre, ovunque".
Confidando nella sua attenzione e nel suo impegno, augurandole ogni bene,
firma, luogo e data
Recapiti postale, telefonico ed email del mittente
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Gli indirizzi cui inviare la lettera sono i seguenti:
- al Ministro degli Esteri: gabinetto at esteri.it, sg.segreteria at esteri.it, SGUDC at esteri.it,
- al Presidente del Consiglio dei Ministri: presidente at pec.governo.it, segrcd at governo.it, chigicomunicazione at governo.it, uscm at palazzochigi.it, segrgen at governo.it,
- al Presidente del Parlamento Europeo: president at ep.europa.eu, lorenzo.mannelli at ep.europa.eu, armelle.douaud at ep.europa.eu, barbara.assi at ep.europa.eu, helene.aubeneau at ep.europa.eu, marco.canaparo at ep.europa.eu, fabrizia.panzetti at ep.europa.eu, michael.weiss at ep.europa.eu, luca.nitiffi at ep.europa.eu, matea.juretic at ep.europa.eu, francesco.miatto at ep.europa.eu, barbara.hostens at ep.europa.eu, monica.rawlinson at ep.europa.eu, beate.rambow at ep.europa.eu, laetitia.paquet at ep.europa.eu, nicola.censini at ep.europa.eu, arnaud.rehm at europarl.europa.eu, julien.rohaert at europarl.europa.eu, jose.roza at ep.europa.eu, roberto.cuillo at ep.europa.eu, silvia.cagnazzo at ep.europa.eu, eulalia.martinezdealosmoner at ep.europa.eu, iva.palmieri at europarl.europa.eu, tim.allan at ep.europa.eu, andrea.maceirascastro at ep.europa.eu, angelika.pentsi at ep.europa.eu,
- per conoscenza al Comitato internazionale di difesa di Leonard Peltier: contact at whoisleonardpeltier.info,
- per conoscenza alle associazioni democratiche promotrici di questa iniziativa: bigoni.gastone at gmail.com, nepi1.anpi at gmail.com, centropacevt at gmail.com

2. REPETITA IUVANT. JENNIFER BENDERY E NAILA CLERICI: LEONARD PELTIER E' IN PRIGIONE DA 44 ANNI. PERCHE' E' ANCORA LI'?
[Da Naila Clerici, illustre studiosa e cattedratica, da decenni animatrice infaticabile degli studi e della solidarieta' con i nativi americani, riceviamo e diffondiamo il seguente articolo dal titolo originale "Leonard Peltier e' in prigione da 44 anni. Perche' e' ancora li'? Leggiamo l'Huffpost" estratto da "Tepee" n. 60 del 2021; "Tepee" e' la prestigiosa e benemerita rivista dell'associazione Soconas-Incomindios (si può richiederne copia a redazione at soconasincomindios.it). L'articolo di Jennifer Bendery, tradotto e adattato per il pubblico italiano da Naila Clerici, e' originariamente apparso il 12 novembre 2021 nell'edizione americana dell'"Huffington Post" ed il testo originale inglese e' disponibile nel sito della testata alla pagina web: www.huffpost.com/entry/leonard-peltier-prison-clemency-biden_n_618049f3e4b059d0bfc19e5c
Jennifer Bendery e' una giornalista americana che scrive di temi politici, legislativi e sociali; segue i lavori del Congresso e si e' occupata in particolare della produzione legislativa per i diritti delle donne.
Naila Clerici e' docente emerita di Storia delle Popolazioni Indigene d'America presso l'Universita' di Genova. "Dopo la laurea in lingue all'Universita' di Genova ha studiato alla University of Oklahoma. Ha condotto numerose ricerche relative ai nativi americani, sia degli Stati Uniti che del Canada, legati in particolare alle tematiche dell'integrazione culturale e dell'educazione. Ha curato allestimenti di mostre di carattere etnografico. Dal 1984 dirige la rivista "Tepee", interamente dedicata agli Indiani d'America, e cura le attivita' culturali dell'Associazione Soconas Incomindios"]

L'attivista nativo americano Leonard Peltier (1944-), Ojibwa, e' in carcere dal 1977 per un crimine che afferma di non aver commesso. Le azioni legali terminarono nel 1987 con un rifiuto di prendere in considerazione il caso da parte della Corte Suprema Federale. L'unica possibilita' rimasta e' ottenere la grazia.
Il suo processo e' stato costellato da vizi di forma che oggi non reggerebbero in un tribunale degli Stati Uniti. I pubblici ministeri nascosero le prove chiave. L'FBI minaccio' e costrinse i testimoni a mentire. Un giurato ammise che aveva pregiudizi contro i nativi il secondo giorno del processo, ma gli fu permesso di restare comunque nella giuria. Non sono mai state esibite prove certe sul fatto che abbia ucciso due agenti dell'FBI durante una sparatoria con membri dell'AIM che avvenne nel 1975 nella riserva di Pine Ridge nel South Dakota.
L'FBI aveva bisogno di un capro espiatorio. L'agenzia aveva appena perso due agenti e i coimputati di Peltier – Bob Robideau e Dino Butler – furono assolti per legittima difesa in un diverso processo. Cio' accadeva mentre l'FBI stava alimentando le tensioni nella riserva per sopprimere le attivita' dell'American Indian Movement / AIM, un gruppo di attivisti che si batteva per attirare l'attenzione sulle violazioni dei diritti dei trattati federali, sulla discriminazione e sulla brutalita' della polizia nei riguardi dei nativi.
Peltier, un membro dell'AIM, era presente durante la sparatoria quel giorno e un Ufficio del Procuratore, palesemente schierato a favore del governo e dell'FBI, lo accuso' di omicidio.
Sembra sia proprio l'FBI a volere che Peltier muoia in prigione mentre sconta due ergastoli.
Ma Peltier e' ancora vivo, ha 77 anni e soffre in un penitenziario della Florida. E' forse il prigioniero politico piu' longevo d'America, un residuo di un'altra era di giustizia.
Siamo nel 2021 e la sua storia spinge ancora centinaia di migliaia di persone a firmare petizioni a sostegno della sua liberazione. In Italia chi lo desidera puo' aderire all'appello promosso nel 2021 dal Centro di ricerca per la pace di Viterbo.
Un numero sorprendente di leader per i diritti umani ha sollecitato il suo rilascio nel corso degli anni, citiamo Papa Francesco, il Dalai Lama, Madre Teresa, Nelson Mandela e Coretta Scott King; artisti di spicco tra cui Willie Nelson, Bonnie Raitt, Jackson Browne e Rage Against The Machine hanno tenuto concerti in suo nome; i capi tribali delle Nazioni Indiane e il National Congress of American Indians hanno approvato risoluzioni che sollecitano la clemenza. E ora, con Joe Biden alla Casa Bianca, i suoi sostenitori sperano nuovamente che Peltier possa, finalmente, avere la possibilita' di vivere i suoi ultimi anni da uomo libero.
Biden ha dimostrato la volonta' di non ignorare le ingiustizie del passato contro i nativi americani; ha considerato prioritario esaminare la brutta storia dei collegi indiani, proteggere i siti sacri e le risorse culturali e affrontare il problema delle donne indigene scomparse e uccise; ha cancellato il progetto dell'oleodotto Keystone XL, una grande vittoria per le tribu' e gli ambientalisti nativi americani; ha anche scelto Deb Haaland, Laguna Pueblo, per guidare il Dipartimento degli Interni: la prima segretaria di gabinetto indigena della nazione. Haaland aveva gia' sostenuto il rilascio di Peltier dal carcere nel suo precedente ruolo di membro del Congresso.
James Reynolds era un avvocato dell'accusa che contribui' a mettere in prigione Peltier nel 1977. In una lettera del luglio 2021 a Biden, Reynolds afferma di essersi reso conto nel corso degli anni di quanto fosse ingiusto il processo di Peltier e che sarebbe stato un servizio alla giustizia lasciarlo tornare a casa. Reynolds ha supplicato Biden di concedere clemenza a Peltier come un passo per sanare la "relazione spezzata" tra i nativi americani e il governo degli Stati Uniti.
Anche altri membri del Congresso sperano che Biden liberi Peltier. Il repubblicano Raul Grijalva (Arizona) con 10 Democratici della Camera, in una lettera al presidente e al procuratore generale Merrick Garland, ha sollecitato un rilascio accelerato per Peltier, che ha seri problemi di salute (il diabete e un aneurisma all'aorta addominale): "il Sig. Peltier deve ancora ricevere un processo equo e privo di violazioni costituzionali...". Grijalva ha detto all'HuffPost che Peltier e' stato punito per essersi dichiarato innocente. Ha avuto una possibilita' di essere rilasciato nel 2009, quando era in attesa di liberta' vigilata, ma avrebbe dovuto ammettere di aver ucciso i due agenti dell'FBI. Non lo ha fatto.
I fatti potrebbero essere dalla parte di Peltier. Ma dalle alte sfere nessun commento: ne' dalla casa Bianca, ne' dall'FBI, ne' dal Dipartimento di Giustizia.
La domanda piu' ovvia rimane quella piu' semplice: perche' Leonard Peltier e' ancora in carcere?
"Non riesco a dare una risposta", ha detto Kevin Sharp, che e' l'avvocato pro bono di Peltier.
"Questo caso e' cosi' pieno di vizi... tutto cio' non potrebbe accadere mai oggi: hanno nascosto prove balistiche che dimostravano che non era stata l'arma di Leonard a uccidere i due agenti. Per lo meno, ci vorrebbe un altro processo... Non avrebbero nemmeno ottenuto un'incriminazione perche' non avevano prove, tranne che per tre ragazzini che furono spinti a testimoniare di averlo visto e che poi ritrattarono dicendo che erano stati minacciati".
C'era anche un altro elemento: tra i documenti ricevuti da Sharp – e che lo convinsero a difendere Peltier – c'era un memorandum interno dell'FBI, ottenuto tramite una richiesta del Freedom of Information Act, che suggeriva agli avvocati del governo di impiegare tutte le loro risorse per condannare Peltier. Tutti i coimputati erano stati assolti – in un processo diverso – e l'FBI aveva bisogno di un colpevole e Peltier era l'unico rimasto da perseguire.
Un altro memorandum dell'FBI esponeva con maggiori dettagli la strategia dell'FBI per sopprimere l'AIM, e cio' determino' anche la sparatoria.
Ecco in breve che cosa accadde. In un boschetto della proprieta' di Jumping Bull era stato eretto un piccolo accampamento dove si erano rifugiati alcuni anziani timorosi delle azioni di violenza che avvenivano nella riserva di Pine Ridge; alcuni membri dell'AIM erano presenti per proteggerli. Gli agenti entrarono nella proprieta' privata e cominciarono a sparare verso la casa, alcuni membri dell'AIM intervennero e risposero al fuoco: i due agenti e un indiano rimasero uccisi, ma nessuno ricerco' l'uccisore di quest'ultimo.
Il piano dell'agenzia era di "provocare continuamente, arrestare e accusare i membri dell'AIM per tenerli sempre sotto accusa in modo che non potessero protestare contro il loro trattamento".
L'FBI appoggiava il presidente del Consiglio Tribale Dick Wilson e la sua polizia privata, i Guardian of the Oglala Nation. Wilson era favorevole allo sfruttamento minerario anche per interessi personali: i casi di violenza e intimidazione erano all'ordine del giorno. Era in corso una vera e propria guerra civile mai dichiarata tra il governo federale e l'AIM.
"Era una vera politica di sterminio; prendere la terra, i minerali e sbarazzarsi dei nativi... questo e' cio' che il controspionaggio stava facendo".
Il caso di Peltier accadeva pochi anni dopo il "regno" di J. Edgar Hoover all'FBI, un'era segnata dai suoi segreti abusi di potere e dalle tattiche volte a vessare gli attivisti politici nel tentativo di accumulare informazioni sui leader politici (it.wikipedia.org/wiki/J._Edgar_Hoover).
Collegando tutti questi punti, Sharp decise che doveva accettare il caso di Peltier: "Si', lo aiutero'. Lo faro' pro bono... Tutto cio' e' troppo importante. Non si tratta piu' di un indiano. Si tratta della Costituzione".
"Di nuovo: allora perche' Peltier e' ancora in prigione, nonostante tutte le prove schiaccianti riguardo la sua ingiusta condanna?". "Politica", ha detto Sharp. "Per ottenere clemenza, devi coinvolgere l'FBI. Hanno un conflitto intrinseco. Devi coinvolgere l'Ufficio del procuratore degli Stati Uniti. Hanno mentito per farlo finire in prigione. Non diranno: 'Oops, scusa'".
Sharp ha presentato la richiesta di clemenza per Peltier all'amministrazione Biden a luglio.
Non ha ricevuto alcuna risposta.
Jennifer Bendery
Traduzione e adattamento di Naila Clerici
Tratto da: huffpost.com/entry/leonard-peltier-prison-clemency-biden_n_618049f3e4b059d0bfc19e5c, 12-11-2021, con aggiunte ulteriori informazioni.
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Per maggiori informazioni:
- amnestyusa.org/cases/leonard-peltier/. Amnesty International USA ha dedicato un'intera campagna alla liberazione di Peltier. "Non ha piu' possibilita' di ricorrere in appelli", ha detto Justin Mazzola, vicedirettore per la ricerca di Amnesty International USA.
- Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera, Viterbo, 0761353532, centropacevt at gmail.com
- Musso Michela, "Eroe per caso", Tepee 22, 1998, per una storia completa della vicenda; i numeri 8, 12, 15, 19-20, 21, 53, contengono appelli e sue lettere.
- nupge.ca/content/amnesty-calls-obama-grant-leonard-peltier-clemency. Mazzola ha affermato che lui e i suoi colleghi sono rimastati "sorpresi e delusi" quando Obama ha rifiutato di concedere la grazia a Peltier alla fine della sua presidenza.
- Peltier Leonard, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005.
- Matthiessen Peter, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, 1994.
- Scozza Edda, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, 1996.
- whoisleonardpeltier.info, sito dell'International Leonard Peltier Defense Committee coordinato da Carol Gokee: contact at whoisleonardpeltier.info

3. REPETITA IUVANT. PAOLO MONTALBANO PRESENTA "THUNDERHEART / CUORE DI TUONO"
[Da Naila Clerici, illustre studiosa e cattedratica, da decenni animatrice infaticabile degli studi e della solidarieta' con i nativi americani, riceviamo e diffondiamo la seguente scheda estratta da "Tepee" n. 60 del 2021; "Tepee" e' la prestigiosa e benemerita rivista dell'associazione Soconas-Incomindios (si può richiederne copia a redazione at soconasincomindios.it).
In una commossa nota di ricordo dell'autore, Naila Clerici scrive: "Paolo Montalbano era un gran appassionato di cinema (e di viaggi, di arte, di fotografia...). Ha condiviso con noi di Soconas-Incomindios molti film del suo archivio e foto dei nativi. Ci manca l'amico e l'esperto"]

Thunderheart / Cuore di Tuono
Cuore di Tuono si ispira, neppure troppo velatamente, a una storia vera di lotta armata svoltasi negli anni 1970 nella riserva di Pine Ridge, South Dakota (chiamata Bear Creek nella finzione). E' per questo che lo citiamo qui, perche' ci puo' aiutare a capire meglio in quale contesto si svolsero i fatti in cui fu coinvolto Leonard.
Regia: Micheal Apted
Interpreti:: Val Kilmer, Sam Shepard, Graham Greene (Balla coi Lupi, Gufo Grigio), Fred Ward, Fred Dalton Thompson, Sheila Tousey, Sarah Brave, John Trudell, Julius Drum.
Durata: 118 minuti.
Soggetto e sceneggiatura: John Fusco.
Anno: 1992.
Nazione: USA.
Produzione: Robert De Niro, Jane Rosenthal, John Fusco per Tribeca Productions, Waterhorse Productions,Tristars Pictures.
Distribuzione: Columbia Tristar Films Italia.
Genere: Poliziesco, drammatico.
Ambientazione: Parco Nazionale delle Badlands, South Dakota, USA - Riserva indiana di Pine Ridge, South Dakota, USA - South Dakota, USA - Washington, Distretto di Columbia, USA - cimitero di Wounded Knee, Wounded Knee, South Dakota, USA.
Fotografia: Roger Deakins.
Musiche. James Horner. 
Montaggio: Ian Crafford.
Premi: Expose' ("Rivelazioni": assegnato a un film che porta alla luce verita' precedentemente nascoste) e Diritti umani nei PFS (Political Film Society) Awards.
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Il film fa riferimento a fatti realmente accaduti negli anni 1960-'70.
All'agente dell'FBI Ray Levol viene affidata l'indagine sul misterioso omicidio di un indiano Oglala, Leo Alce Veloce, avvenuto in una riserva indiana nelle Badlands, Sud Dakota. Levoi, un nativo adottato da una famiglia bianca, si trova proiettato in un mondo a lui nuovo. Nelle indagini e' affiancato da un poliziotto tribale, Walter Crow Horse, e la giovane maestra e attivista Maggie Eagle Bear. I sospetti convergono su un attivista, Jimmy Looks Twice, che cerca di tutelare la sua gente. Durante le indagini si rafforza in Ray Levoi la presa di coscienza della propria cultura, e si convince, nel contempo, dell'innocenza dell'uomo che deve catturare.
E' un film teso, con un ritmo sostenuto che affronta con realismo il problema delle riserve, in particolare quelle dei Lakota, dove ancora i nativi vivono in condizioni di estremo disagio.
Cuore Di Tuono e' interpretato con convinzione ed e' ben diretto da Micheal Apted. Gia' regista di Gorilla nella nebbia, Nell, e Amazing Grace, nel 1991 aveva diretto il coraggioso documentario Incident at Oglala, facendosi testimone della battaglia combattuta dall'American Indian Movement per i diritti e l'indipendenza dei nativi.
Un film serrato e asciutto, complesso nel gioco di disvelamento della realta' che allontana i sospetti dal primo accusato – attivista dell'American Indian Movement, interpretato dal famoso John Trudell – relativamente all'omicidio di un indiano ritenuto collaborazionista. Il protagonista Ray LeVoi (Val Kilmer), agente dell'FBI di discendenza Sioux, si discosta inizialmente con riluttanza dalle tecniche d'indagine del collega piu' anziano, che desidera solamente operare una mossa di copertura al fine di nascondere il coinvolgimento del governo, e scende a patti con il proprio passato, aiutato da un poliziotto locale (Graham Green) e dallo sciamano Ted Thin Elk.
Il film propone uno scenario inquietante e lontano dai sentimentalismi spesso presenti nelle pellicole sugli indiani, dipingendo la situazione reale di una riserva, pregna di lotte intestine, con una descrizione lontana dai cliche' cinematografici.

4. REPETITA IUVANT. CHI E' LEONARD PELTIER? (UNA SCHEDA INFORMATIVA ESSENZIALE DEI PRIMI ANNI DUEMILA DAL SITO WWW.WHOISLEONARDPELTIER.INFO)
[Dal sito www.whoisleonardpeltier.info riprendiamo la seguente sintetica scheda (la traduzione e' di Paolo Arena)]

Leonard Peltier e' un cittadino delle nazioni Anishinabe e Dakota/Lakota che e' stato imprigionato ingiustamente per oltre 40 anni.
Per la comunita' internazionale il caso Peltier e' una macchia nella questione dei diritti umani in America.
Amnesty International considera Peltier un "prigioniero politico" che dovrebbe essere "rilasciato immediatamente e senza condizioni".
Per molti popoli indigeni Peltier e' un simbolo degli abusi e della repressione che essi hanno subito tanto a lungo.
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Cosa ha portato alla detenzione di Peltier?
Si inizia nei primi anni Settanta, nella Riserva Indiana di Pine Ridge, in South Dakota, quando le tensioni tra l'amministratore delle tribu' Dick Wilson e i tradizionalisti iniziarono un'escalation. Wilson era favorevole all'assimilazione, nel senso che credeva che i Popoli Nativi dovessero abbandonare le proprie tradizioni per unirsi alla societa' americana mainstream. I tradizionalisti, d'altro canto, sentivano importante mantenere la propria cultura e la propria base territoriale. Wilson avvantaggio' chi era favorevole all'assimilazione dando loro impieghi e altre risorse, tralasciando invece le necessita' dei tradizionalisti che spesso vivevano nella peggior indigenza.
Il conflitto in crescita spinse i tradizionalisti ad unirsi con il Movimento degli Indiani Americani (AIM), un'organizzazione per i diritti civili votata ad unire i Popoli Nativi nello sforzo di far risorgere le loro comunita' e promuovere orgoglio culturale e sovranita'.
In reazione Wilson si uni' all'FBI (Federal Bureau of Investigation) per distruggere il movimento percepito dall'agenzia come una minaccia all'"American way of life". L'esito fu disastroso.
Nel 1973 i tradizionalisti locali e l'AIM occuparono Wounded Knee, un piccolo centro di Pine Ridge, per protestare contro i numerosi abusi che stavano subendo. Era lo stesso luogo dove, meno di cento anni prima, fu commesso l'orribile massacro di Wounded Knee contro oltre 300 Lakota, per lo piu' donne e bambini. Invece di ascoltare le proteste dei Nativi, all'occupazione il governo rispose militarmente, esplodendo oltre 250.000 colpi nell'area e uccidendone due occupanti, sulle cui morti non furono mai aperti dei procedimenti giudiziari.
L’occupazione prosegui' per 71 giorni e termino' solo quando il governo promise indagini a seguito delle denunce. Le indagini non furono mai realizzate e le condizioni nella riserva peggiorarono.
Dopo Wounded Knee, Wilson mise fuorilegge le attivita' dell'AIM nella riserva. I tradizionalisti non erano autorizzati a riunirsi o a partecipare a cerimonie tradizionali. Wilson assunse vigilanti che si facevano chiamare Guardiani della Nazione Oglala – GOONS ("Scagnozzi" - ndt).
I tre anni successivi ai fatti di Wounded Knee sono spesso definiti come "il regno del terrore di Pine Ridge", perche' tutte le persone considerate sostenitrici dell'AIM erano bersaglio di violenze. Le loro case venivano bruciate e le loro auto spinte fuori strada. Erano investiti da veicoli, colpiti da spari dalle auto, picchiati.
Tra il 1973 e il 1976 oltre 60 tradizionalisti furono assassinati – Pine Ridge aveva il piu' alto tasso di omicidi negli Stati Uniti – e molti altri furono aggrediti. In quasi tutti i casi le dichiarazioni di testimoni indicarono la responsabilita' dei GOON, ma nulla e' stato fatto per fermare la violenza. Al contrario, l'FBI riforni' i GOON di armi ed informazioni riservate sull'AIM e si volto' dall'altra parte ogni volta che i GOON commettevano crimini.
Col peggiorare della situazione i tradizionalisti chiesero all'AIM di tornare nella riserva per fornire protezione alla popolazione. Leonard Peltier era tra coloro che risposero alla chiamata. Lui e una dozzina di altri allestirono un campo al ranch Jumping Bull, presso Pine Ridge, casa di un certo numero di famiglie tradizionaliste.
Il 26 giugno 1976 due agenti dell'FBI in veicoli non ufficiali inseguirono un furgone rosso fino al ranch Jumping Bull. Apparentemente cercavano Jimmy Eagle, che era finito in una rissa e aveva rubato un paio di stivali da cow-boy. Furono sparati dei colpi. Mentre le madri abbandonavano la zona con i loro figli, altri residenti iniziarono a rispondere al fuoco. Inizio' una sparatoria tra gli agenti dell'FBI ed i residenti.
Le forze dell'ordine si mobilitarono immediatamente. In un paio d'ore oltre 150 agenti della squadra SWAT dell'FBI, la polizia del Bureau of Indian Affairs (BIA) e i GOON circondarono il ranch.
Peltier aiuto' a condurre un gruppetto di ragazzi fuori dall'area, scampando a malapena alla grandine di proiettili.
Quando la sparatoria cesso', il militante dell'AIM Joseph Killsright Stuntz giaceva morto, colpito alla testa da un cecchino. Sulla sua morte non e' mai stata aperto un procedimento giudiziario. Anche i due agenti dell'FBI giacevano morti – feriti nella sparatoria, poi colpiti a bruciapelo.
Anni dopo, grazie ad un ricorso tramite il Freedom of Information Act (FOIA) fu documentato che:
- l'FBI aveva sorvegliato strettamente le attivita' dell'AIM dentro e fuori la riserva e si stava preparando per "operazioni paramilitari di polizia" gia' un mese prima della sparatoria.
- i due agenti dell'FBI possedevano una mappa che evidenziava il ranch Jumping Bull in cui i magazzini delle provviste delle famiglie residenti erano definiti come "bunker".
Nota bene: oltre 70.000 pagine dei documenti dell'FBI sula vicenda rimangono ancora oggi secretate.
Secondo i documenti dell'FBI, oltre quaranta persone tra i Nativi hanno partecipato alla sparatoria, sia militanti dell'AIM che non. Eppure solo quattro persone furono indiziate per le morti degli agenti: tre leader dell'AIM – Dino Butler, Bob Robideau e Leonard Peltier – e Jimmy Eagle.
Butler e Robideau furono i primi ad essere arrestati e processati. La giuria ritenne che Butler e Robideau fossero giustificati a rispondere al fuoco vista l'atmosfera di terrore che c'era a Pine Ridge in quel periodo. Inoltre non furono collegati alle uccisioni con i colpi sparati a bruciapelo. Butler e Robideau furono dichiarati "non colpevoli" per legittima difesa.
L'FBI fu irritato dal verdetto. Lasciarono quindi cadere le accuse contro Jimmy Eagle cosicche' – come attesta un memoriale dell'FBI - "... tutta la forza accusatoria del governo federale potesse essere diretta contro Leonard Peltier".
Frattanto Peltier era riparato in Canada, ritenendo che non avrebbe mai avuto un processo equo. Il 6 febbraio 1976 fu catturato.
L'FBI presento' al tribunale canadese un affidavit di una donna chiamata Myrtle Poor Bear, che dichiarava di essere stata la fidanzata di Peltier e di averlo visto sparare agli agenti. Peltier fu estradato negli Stati Uniti.
Di fatto Myrtle Poor Bear non aveva mai incontrato Peltier, ne' era presente al momento della sparatoria – fatto in seguito confermato dal Procuratore degli Stati Uniti.
Nonostante la successiva dichiarazione di Myrtle Poor Bear di aver rilasciato una falsa testimonianza sotto coercizione, terrorizzata dagli agenti dell'FBI, l'estradizione di Peltier non fu revocata.
*
In cosa fu ingiusto il processo di Peltier?
Leonard Peltier fu rimpatriato negli Stati Uniti, dove il suo caso fu misteriosamente trasferito dal giudice che aveva presieduto il processo dei suoi coimputati ad un differente giudice, che emise decisioni che penalizzarono gravemente la difesa. Inoltre l'FBI aveva analizzato attentamente il caso Butler-Robideau e questa volta era determinato ad assicurarsi una condanna. Le carte erano state truccate contro Peltier ed un processo equo era fuori discussione.
- Myrtle Poor Bear e altri testimoni chiave furono esclusi dal testimoniare sulla cattiva condotta dell'FBI.
- Le testimonianze sul "regno del terrore a Pine Ridge" furono rigidamente escluse.
- Prove importanti come rapporti balistici in contrasto furono giudicate inammissibili.
- Il furgone rosso che era stato seguito fin dentro il ranch fu successivamente descritto come "il van rosso e bianco di Peltier" (gli agenti che avevano descritto il veicolo come "pick-up rosso" nel processo Butler-Robideau non ricordavano piu' la loro precedente testimonianza).
- La giuria fu isolata e circondata in ogni momento da U.S. Marshals, cercando di farle credere che l'AIM fosse una minaccia per la loro sicurezza.
- Tre giovani testimoni Nativi furono costretti a testimoniare il falso contro Peltier, dopo essere stati trattenuti e terrorizzati da agenti dell'FBI.
Il Procuratore non riusci' a produrre un solo testimone che potesse identificare Peltier come lo sparatore, ma il governo collego' un bossolo trovato vicino ai corpi alla presunta arma del delitto, sostenendo che quell'arma fosse l'unica del suo tipo ad essere stata usata durante la sparatoria e che appartenesse a Peltier.
La successiva azione giudiziaria promossa in base al Freedom of Information Act ha scoperto documenti dell'FBI che dimostravano:
- che piu' di un'arma del tipo attribuito a Peltier era presente sulla scena del conflitto a fuoco.
- Che l'FBI aveva intenzionalmente nascosto un rapporto balistico che mostrava come il bossolo non potesse provenire dalla presunta arma del delitto.
- Che gli agenti senza alcun dubbio seguirono un pick-up rosso sul terreno, non il furgone rosso e bianco guidato da Peltier.
- Che esistevano prove inconfutabili contro diversi altri sospetti ma furono nascoste.
Ignara di tutto cio', la giuria condanno' Peltier. Fu condannato a due ergastoli consecutivi.
*
Cosa e' accaduto in seguito al processo?
Dopo che sono emersi gli abusi sopra descritti, la difesa di Peltier ha richiesto un nuovo processo.
Durante la conseguente esposizione delle istanze, il Procuratore degli Stati Uniti ha ammesso due volte: "...noi non possiamo provare chi ha sparato a quegli agenti".
Per il tribunale Peltier avrebbe potuto essere assolto se le autentiche prove non fossero state occultate dall'FBI.
Tuttavia un nuovo processo fu negato in base a tecnicismi legali.
Nel 1993 Peltier richiese la Grazia Esecutiva al presidente Clinton. Fu lanciata un'intensa campagna – supportata dai Nativi e dalle organizzazioni umanitarie, da membri del Congresso, da gruppi comunitari e gruppi religiosi, organizzazioni sindacali, da intellettuali e celebrita'. Anche il giudice Heaney, responsabile della citata affermazione del tribunale, ha espresso un risoluto sostegno al rilascio di Peltier. Il caso Peltier divenne una questione nazionale.
Il 7 novembre 2000 durante una intervista alla radio, Clinton dichiaro' che avrebbe seriamente preso in considerazione la richiesta di grazia di Peltier ed avrebbe preso una decisione prima di lasciare l'incarico il 20 gennaio 2001.
In risposta l'FBI lancio' una vasta campagna di disinformazione sia sui media che tra i rappresentanti delle istituzioni; il 15 dicembre oltre 500 agenti dell'FBI marciarono davanti alla Casa Bianca per opporsi alla grazia.
Il 20 gennaio la lista dei provvedimenti di grazia emessi da Clinton fu diffusa ai media. Senza spiegazioni il nome di Peltier era stato espunto.
Dal 2001 le azioni legali per la revisione della sentenza o per il rilascio sulla parola non sono riuscite ad ottenere il rilascio di Peltier.

5. REPETITA IUVANT. IL CASO LEONARD PELTIER (UNA SCHEDA INFORMATIVA ESSENZIALE DELL'INIZIO DEL 2016 DAL SITO WWW.WHOISLEONARDPELTIER.INFO)
[Dal sito www.whoisleonardpeltier.info riprendiamo la seguente sintetica scheda (la traduzione e' di Paolo Arena)]

Un innocente: Leonard Peltier e' un attivista Nativo Americano accusato in relazione alla morte di due agenti del Federal Bureau of Investigation (FBI) nel conflitto a fuoco che ha avuto luogo presso la Riserva indiana di Pine Ridge, South Dakota, il 26 giugno 1975.
Documenti del Governo mostrano che, senza alcuna prova, l'FBI ha deciso fin dall'inizio della sua investigazione di "incatenare Peltier al caso".
Il Trattato Jay (Trattato di Amicizia, Commercio e Navigazione, tra Sua Maesta' Britannica e gli Stati Uniti d'America), ratificato da Stati Uniti e Canada, prevede che gli Indiani Americani siano autorizzati ad attraversare il confine Stati Uniti-Canada liberamente.
Diverso tempo dopo la sparatoria, come era abituato a fare, Peltier ha attraversato legalmente il confine verso il Canada. Su richiesta del Governo americano, e' stato arrestato nella British Columbia nel febbraio 1976. Temendo che non avrebbe avuto un processo equo negli Stati Uniti, Peltier fece richiesta di asilo in Canada.
I magistrati americani hanno presentato consapevolmente dichiarazioni false ad una corte canadese per far estradare Peltier negli Stati Uniti. Le dichiarazioni erano firmate da una donna che fu costretta dagli agenti dell'FBI a dichiararsi testimone oculare. Il governo ha in seguito ammesso che la donna non era presente durante la sparatoria.
Frattanto a Cedar Rapids, in Iowa, la giuria del processo dei coimputati di Leonard ha sancito che gli attivisti Indiani avevano il diritto di trovarsi nella Riserva indiana di Pine Ridge e non erano coinvolti in alcuna attivita' illegale. Non c'era alcuna prova che essi avessero provocato un assalto o vi fossero coinvolti come aggressori.
Alla luce del regime di terrore imposto nella Riserva di Pine Ridge durante i tre anni precedenti, dei precedenti di condotta persecutoria da parte dell'FBI in casi riguardanti attivisti Indiani, e del comportamento violento degli agenti il 26 giugno 1975, la giuria decise che i coimputati di Peltier non erano colpevoli perche' si tratto' di legittima difesa.
Se Leonard fosse stato processato coi suoi coimputati, sarebbe stato prosciolto anche lui.
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Insoddisfatti per l'esito del processo, gli accusatori prepararono la messinscena per l'incarcerazione di Peltier. Il suo processo fu spostato in una zona ben nota per i sentimenti anti-Indiani: Fargo, in North Dakota. Il giudice del processo aveva reputazione di sentenziare contro gli Indiani, e un giurato e' noto per aver espresso commenti razzisti durante il processo di Peltier.
Documenti dell'FBI dimostrano che l'accusa si spinse fino al punto di "fabbricare" la cosiddetta "arma del delitto". Una perizia ha mostrato che l'arma e il bossolo introdotti come prova non corrispondevano, ma gli accusatori dell'FBI hanno nascosto questo fatto alla giuria.
Il giudice del processo si era spesso espresso a favore dell'accusa e la giuria di Peltier non ha mai visto la maggior parte delle prove che erano stato presentate al processo di Cedar Rapids. Privato della possibilita' di difendersi adeguatamente, Peltier e' stato condannato a due ergastoli consecutivi.
In base agli atti giudiziari, il Procuratore degli Stati Uniti che ha diretto il caso ha ammesso due volte da allora che nessuno sa chi fu a sparare i colpi letali.
Nonostante i Tribunali abbiano riconosciuto le prove della cattiva condotta del governo - incluso l'aver costretto testimoni a mentire e aver nascosto prove balistiche che dimostravano la sua innocenza - a Peltier e' stato negato un nuovo processo. Ed e' ormai anche fuori dai termini per la liberta' su parola.
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Nelson Mandela, Madre Teresa di Calcutta, 55 membri del Congresso e molte altre persone - compreso un giudice gia' membro della Corte in due degli appelli di Peltier - si sono pronunciati per il suo immediato rilascio.
Peltier ormai ha scontato oltre 40 ani in prigione. E' un uomo anziano e la sua salute e' deteriorata. Ha avuto un ictus che lo ha lasciato parzialmente cieco da un occhio. Peltier continua a soffrire di diabete, pressione sanguigna alta, problemi cardiaci. Recentemente gli e' stato diagnosticato un aneurisma dell'aorta addominale.
Secondo un rappresentante di "Physicians for Human Rights" (Medici per i diritti umani), Peltier rischia cecita', collasso renale e ictus - anche per via della sua dieta inadeguata, delle condizioni di vita carcerarie e della carente assistenza sanitaria.
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Nonostante queste problematiche estreme, Peltier ha dato notevoli contributi a cause umanitarie e caritatevoli durante i suoi molti anni in prigione:
- Peltier ha avuto un ruolo chiave nel portare genti di tribu' diverse, con una storia di conflitti, ad unirsi in pace. Sostiene la risoluzione pacifica di tutte le istanze che hanno a che fare con Nativi Americani e il rispetto per i diritti degli altri.
- Peltier ha lavorato col dottor Steward Selkin ad un programma pilota nella Riserva Rosebud, il "Piano di Riforma delle Cure Sanitarie Leonard Peltier", per documentare necessita' e bisogni della somministrazione di cure. Scopo ultimo del programma e' la radicale modifica della somministrazione dell'assistenza sanitaria nelle Riserve in tutti gli Stati Uniti.
- Ha collaborato col professor Jeffrey Timmons ad un programma per stimolare l'economia delle riserve e gli investimenti in imprese dei Nativi Americani, compresa una sezione per insegnare amministrazione e operazioni di impresa ai giovani delle Prime Nazioni.
- Nel 1992 Leonard Peltier ha fondato una borsa di studio all'Universita' di New York per studenti Nativi Americani interessati a lauree giuridiche. E' anche stato fondamentale nella fondazione e nel finanziamento di un giornale dei Nativi Americani, fatto da giovani Nativi e diretto a loro, nello stato di Washington. Oltre ad aver cresciuto due dei suoi nipoti dalla prigione, Peltier e' stato genitore-sponsor di due bambini attraverso "ChildReach", uno in El Salvador e l'altro in Guatemala. Ogni anno sponsorizza una raccolta natalizia di cibo e doni per i bambini di Pine Ridge. Peltier inoltre siede nel Board della "Fondazione Rosenberg per l'infanzia".
- Peltier ha inoltre organizzato una colletta alimentare di emergenza per la gente di Pohlo, in Messico, come risposta al Massacro di Acteal. Contribuisce di frequente ai programmi "Head Start" e ai rifugi da violenze domestiche in stato di necessita' finanziaria.
- Peltier ha aiutato diversi prigionieri Indiani a riabilitarsi, promuovendo uno stile di vita libero da droghe ed alcol, incoraggiando l'orgoglio e la consapevolezza della propria cultura e delle proprie tradizioni. Ha anche contribuito allo sviluppo di programmi artistici carcerari, incrementando in tal modo la fiducia in se stessi dei detenuti.
- Leonard Peltier dona le sue opere d'arte a numerose organizzazioni per i diritti umani e per lo sviluppo sociale, per sostenerle nella raccolta di fondi. Recentemente tra i beneficiari si includono la American Civil Liberties Union, Trail of Hope (una conferenza Nativo-Americana che si occupa di dipendenza da droghe ed alcol); la World Peace and Prayer Day; l'associazione degli studenti First Nation e il Buffalo Trust Fund.
- Ad oggi Peltier e' stato proposto per il Premio Nobel sette volte. E' ampiamente riconosciuto per il suo operato umanitario ed ha ricevuto numerosi riconoscimenti nell'ambito dei diritti umani. Di recente, Peltier ha ricevuto il riconoscimento "2015 Defender of Pachamama" (Madre Terra) conferito dal presidente della Bolivia Evo Morales; nel 2016 il "Premio Frantz Fanon" conferito dalla Fondazione Frantz Fanon in Francia.
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Il 17 febbraio 2016 Peltier ha formalmente inoltrato domanda al Presidente degli Stati Uniti d'America per la concessione della Grazia Esecutiva, ovvero per la commutazione delle sentenze.
La sua vita e' ora nelle mani del presidente Barack Obama.

6. RIFERIMENTI. ALCUNI SITI UTILI

- International Leonard Peltier Defense Committee: www.whoisleonardpeltier.info
- Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org
- Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it
- Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: www.soconasincomindios.it

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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 294 del 14 dicembre 2021
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