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[Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 127
- Subject: [Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 127
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Tue, 29 Jun 2021 07:00:00 +0200
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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 127 del 29 giugno 2021
In questo numero:
1. Scriviamo al Presidente del Parlamento Europeo per chiedere un persuaso e concreto impegno per la liberazione di Leonard Peltier
2. Personalita' della cultura, delle istituzioni, dell'impegno morale e civile, della solidarieta', scrivono al Presidente del Parlamento Europeo per un'iniziativa europea per la liberazione di Leonard Peltier
3. Alcuni siti utili
4. "Nativi.org": Leonard Peltier: un caso sconosciuto (2004)
5. Marco Cinque intervista Luke Warm Water (2013)
6. Jasmine Heiss: Un appello di Amnesty International Usa (2016)
7. "International Leonard Peltier Defense Committee": Anche un ex-agente dell'FBI chiede a Obama di liberare l'attivista nativo americano Leonard Peltier (2017)
8. Andrea De Lotto: Le chiavi della citta' e le chiavi della cella (2017)
9. "Faro di Roma": Da 45 anni in carcere Leonard Peltier, il Nelson Mandela degli indiani d'America (2021)
1. QUID AGENDUM. SCRIVIAMO AL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO PER CHIEDERE UN PERSUASO E CONCRETO IMPEGNO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Al Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli
e-mail personale: president at ep.europa.eu
e-mail della segreteria: lorenzo.mannelli at ep.europa.eu; armelle.douaud at ep.europa.eu; barbara.assi at ep.europa.eu; helene.aubeneau at ep.europa.eu; marco.canaparo at ep.europa.eu; fabrizia.panzetti at ep.europa.eu; michael.weiss at ep.europa.eu; luca.nitiffi at ep.europa.eu; matea.juretic at ep.europa.eu; francesco.miatto at ep.europa.eu; barbara.hostens at ep.europa.eu; monica.rawlinson at ep.europa.eu; beate.rambow at ep.europa.eu; laetitia.paquet at ep.europa.eu; nicola.censini at ep.europa.eu; arnaud.rehm at europarl.europa.eu; julien.rohaert at europarl.europa.eu; jose.roza at ep.europa.eu; roberto.cuillo at ep.europa.eu; silvia.cagnazzo at ep.europa.eu; eulalia.martinezdealosmoner at ep.europa.eu; iva.palmieri at europarl.europa.eu; tim.allan at ep.europa.eu; andrea.maceirascastro at ep.europa.eu; angelika.pentsi at ep.europa.eu;
Egregio Presidente del Parlamento Europeo,
vorremmo sollecitare Lei, e tramite Lei il Parlamento Europeo e con esso l'intera Unione Europea, ad una iniziativa umanitaria per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista per i diritti umani dei nativi americani, vittima di una spietata persecuzione politica, dal 1977 ingiustamente detenuto dopo un processo-farsa in cui gli sono stati attribuiti delitti che non ha commesso.
Confidando in un sollecito riscontro, distinti saluti,
firma, luogo e data, indirizzo del mittente
2. REPETITA IUVANT. PERSONALITA' DELLA CULTURA, DELLE ISTITUZIONI, DELL'IMPEGNO MORALE E CIVILE, DELLA SOLIDARIETA', SCRIVONO AL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO PER UN'INIZIATIVA EUROPEA PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Insieme a un gran numero di cittadine e cittadini anche personalita' della cultura, delle istituzioni, dell'impegno morale e civile, della solidarieta', hanno scritto in questi giorni al Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli, per un'iniziativa europea per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista per i diritti umani dei nativi americani, vittima di una spietata persecuzione politica, dal 1977 ingiustamente detenuto dopo un processo-farsa in cui gli sono stati attribuiti delitti che non ha commesso.
Tra le personalita' che hanno avuto importati incarichi istituzionali che per prime hanno aderito ed espresso sostegno all'iniziativa segnaliamo in particolare: Luisa Morgantini, gia' vicepresidente del Parlamento Europeo; Giancarla Codrignani, gia' deputata nel Parlamento italiano; Giovanni Russo Spena, gia' deputato e senatore.
Tra le personalita' della cultura e dell'impegno civile segnaliamo in particolare: Daniele Barbieri, giornalista e saggista; Francesco Domenico Capizzi, presidente dell'organizzazione di volontariato "Scienza Medicina Istituzioni Politica Societa'"; Mario Di Marco, referente Servizio Civile della Caritas diocesana di Viterbo; Luigi Fasce, presidente del Circolo Giustizia e liberta' "Guido Calogero e Aldo Capitini" di Genova; Carlo Sansonetti, presidente dell'associazione "Sulla strada" che ha progetti di promozione per popolazioni native in Guatemala.
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Invitiamo ogni persona di volonta' buona ed ogni associazione democratica a scrivere al Presidente del Parlamento Europeo.
Qui di seguito un possibile canovaccio di lettera, con alcuni indirizzi di posta elettronica utili per l'invio:
Al Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli
e-mail personale: president at ep.europa.eu
e-mail della segreteria: lorenzo.mannelli at ep.europa.eu; armelle.douaud at ep.europa.eu; barbara.assi at ep.europa.eu; helene.aubeneau at ep.europa.eu; marco.canaparo at ep.europa.eu; fabrizia.panzetti at ep.europa.eu; michael.weiss at ep.europa.eu; luca.nitiffi at ep.europa.eu; matea.juretic at ep.europa.eu; francesco.miatto at ep.europa.eu; barbara.hostens at ep.europa.eu; monica.rawlinson at ep.europa.eu; beate.rambow at ep.europa.eu; laetitia.paquet at ep.europa.eu; nicola.censini at ep.europa.eu; arnaud.rehm at europarl.europa.eu; julien.rohaert at europarl.europa.eu; jose.roza at ep.europa.eu; roberto.cuillo at ep.europa.eu; silvia.cagnazzo at ep.europa.eu; eulalia.martinezdealosmoner at ep.europa.eu; iva.palmieri at europarl.europa.eu; tim.allan at ep.europa.eu; andrea.maceirascastro at ep.europa.eu; angelika.pentsi at ep.europa.eu;
Egregio Presidente del Parlamento Europeo,
vorremmo sollecitare Lei, e tramite Lei il Parlamento Europeo e con esso l'intera Unione Europea, ad una iniziativa umanitaria per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista per i diritti umani dei nativi americani, vittima di una spietata persecuzione politica, dal 1977 ingiustamente detenuto dopo un processo-farsa in cui gli sono stati attribuiti delitti che non ha commesso.
Confidando in un sollecito riscontro, distinti saluti,
firma, luogo e data, indirizzo del mittente
Naturalmente vi saremmo grati se inviaste in copia le vostre lettere o dichiarazioni di solidarieta' per Leonard Peltier anche al nostro indirizzo di posta elettronica: centropacevt at gmail.com , cosi' come ai mezzi d'informazione ed alle altre interlocutrici ed agli altri interlocutori che riterrete opportuno informare o esortare a partecipare.
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In calce una minima notizia su Leonard Peltier e l'indicazione del sito internet di riferimento per la solidarieta' a livello internazionale.
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Una minima notizia su Leonard Peltier
Leonard Peltier e' nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944; attivista dell'American Indian Movement che si batte per i diritti umani dei nativi americani, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze successivamente dimostratesi artefatte, inattendibili, revocate e ritrattate dagli stessi ostensori. Da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai palesemente riconosciuta. Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione di un suo libro edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).
Opere di Leonard Peltier: La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005.
Opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, 1994; Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, 1996.
Il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info
Alcuni altri libri utili per approfondire: Alce Nero, La sacra pipa, Rusconi, Milano 1986, 1993; Bruno Bouchet (a cura di), Wovoka. Il messaggio rivoluzionario dei nativi americani, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1982; Dee Brown, Seppellite il mio cuore a Wounded Knee, Mondadori, Milano 1972, 1977; Vine Deloria jr., Custer e' morto per i vostri peccati, Jaca Book, Milano 1972, 1977; Raymond J. DeMaille (a cura di), Il sesto antenato. I testi originali egli insegnamenti di Alce Nero, Xenia, Milano 1996; Charles Hamilton (a cura di), Sul sentiero di guerra. Scritti e testimonianza degli indiani d'America, Feltrinelli, Milano 1956, 1960; Diana Hansen (a cura di), Indiani d'America. Identita' e memoria collettiva nei documenti della nuova resistenza indiana, Savelli, Roma 1977; Philippe Jacquin, Storia degli indiani d'America, Mondadori, Milano 1977; Franco Meli (a cura di), Parole nel sangue. Poesia indiana americana contemporanea, Mondadori, Milano 1991; Messaggio degli Irochesi al mondo occidentale. Per un risveglio della coscienza, la Fiaccola, Ragusa 1986, 1989; Nando Minnella, Pascoli d'asfalto. Poesia & cultura degli indiani d'America, Rossi e Spera Editori, Roma 1987; Nando Minnella, Michele Morieri, Indiani oggi. La Resistenza indiana oggi: documenti e testimonianze, Gammalibri, Milano 1981; John G. Neihardt, Alce Nero parla, Adelphi, Milano 1968, Mondadori, Milano 1973, 1977; William W. Newcomb jr., Gli indiani del Nord-America, Il Bagatto, Roma 1985; Scritti e racconti degli indiani americani, raccolti da Shirley Hill Witt e Stan Steiner, Jaca Book, Milano 1974, 1992; Stan Steiner, Uomo bianco scomparirai, Jaca Book, Milano 1977, 1994.
3. RIFERIMENTI. ALCUNI SITI UTILI
- International Leonard Peltier Defense Committee: www.whoisleonardpeltier.info
- Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org
- Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it
- Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: www.soconasincomindios.it
4. PER SAPERNE DI PIU'. "NATIVI.ORG": LEONARD PELTIER, UN CASO SCONOSCIUTO (2004)
[Dal sito www.nativi.org riprendiamo il seguente articolo del 26 marzo 2004]
Leonard Peltier e' un Sioux (di origine Ojibwa Lakota) vittima dell'ingiustizia dello Stato Americano, E' prigioniero politico U.S.A. dal 6 febbraio 1976.
E' accusato ingiustamente dell'uccisione di due agenti dell'F.B.I. (26/06/1975), a nulla sono valse le innumerevoli prove a suo favore, nemmeno la confessione del vero colpevole.
Peltier ha due gravi colpe: essere indiano ed essere un leader dell'American Indian Movement (AIM).
Per la sua liberazione hanno firmato piu' di 50 milioni di persone tra cui membri del Congresso americano, del Parlamento canadese, senatori e deputati italiani, il Parlamento Europeo, Nelson Mandela, l'Arcivescovo di Canterbury, personaggi dello spettacolo e tanti altri, ma ormai il Governo U.S.A. si era spinto troppo oltre e non poteva piu' ammettere i propri sbagli.
Il 22 giugno 1989 gli avvocati che rappresentano il Governo americano non negarono che la vicenda Peltier e' contrassegnata dalla frode: nonostante cio', Leonard non ha ancora ottenuto la grazia.
Gli ufficiali penitenziari stanno proibendo da molto tempo a Peltier le cure mediche di cui necessita.
Peltier continua a combattere per la propria liberta'.
Negli anni '70 gli Stati Uniti, sempre alla ricerca di fonti energetiche, avevano individuato la presenza di uranio e altri minerali preziosi nella riserva indiana di Pine Ridge nel Sud Dakota, dando luogo attraverso la North Central Power Study a una serie di sondaggi che avevano lasciato sul terreno circa 6000 perforazioni le cui sostanze radioattive stavano minando la salute dei residenti. Gli anziani della riserva allora chiesero aiuto all'AIM che invio' Peltier con un gruppo di una decina di persone, per lo piu' donne e bambini i quali alzarono un campo spirituale nella proprieta' privata dei vecchi coniugi Jumping Bull.
Nella riserva esisteva "il regno del terrore". Una milizia paramilitare al soldo del corrotto Capo tribale Dick Wilson, nota come "Goons", tiranneggiava i residenti, tanto che in tre anni dal 1973 al 1976 furono uccisi 243 nativi di cui 69 erano membri dell'AIM.
Nella mattinata del 26 giugno 1975 due agenti dell'FBI, illegalmente e senza mandato, entrarono nella proprieta', ne segui' una sparatoria alla fine della quale rimasero uccisi i due agenti e un giovane indiano sulla cui morte, come sulle uccisioni di numerosi altri nativi, non e' stata mai aperta nessuna indagine.
Peltier e altri due indiani furono incriminati; i loro processi furono fatti in tempi diversi, e con giurie diverse, perche' Peltier si era rifugiato in Canada [da dove fu estradato negli Usa sulla base di una richiesta sostenuta da una documentazione falsa prodotta dall'FBI - ndr]. I due coimputati furono assolti sulla base della legittima difesa, Leonard [che era del tutto innocente - ndr] fu condannato a due ergastoli consecutivi dopo un processo palesemente di parte, con un giudice noto per il suo razzismo, di fronte ad una giuria di soli bianchi e in una citta', Fargo, decisamente anti-indiana.
Alcuni anni dopo, un rapporto balistico della stessa FBI rivelava che una delle prove decisive, i proiettili, non potevano essere quelli sparati dall'arma di Peltier. Inoltre i testimoni dell'accusa cominciarono a ritrattare, denunciando l'FBI di minacce e intimidazione per costringerli a testimoniare contro l'esponente dell'AIM. In seguito la stessa accusa ammise piu' volte di non sapere "chi sparo' ai due agenti" e la Corte d'Appello rilevo' che alla difesa non erano state garantite le stesse opportunita' e informazioni dell'accusa, che le testimonianze erano state forzate, che le prove erano state costruite, che quelle a discarico erano state celate alla difesa. Nonostante tutto cio' che dimostra come il processo contro Peltier fu completamente prefabbricato, la Corte Suprema ha negato nel 1983 la richiesta per un vero e giusto processo.
Questa palese ingiustizia e forma di persecuzione verso l'esponente dell'AIM ha suscitato un forte sostegno in tutto il mondo.
Gli anni passano inesorabili tra speranze di uscire sulla parola - sempre negate - e nuove richieste di clemenza.
Nel 1993 la richiesta di clemenza per Peltier viene presentata al presidente Clinton. Nell'autunno 2000, in prossimita' della scadenza del suo mandato, Clinton ammette di stare seriamente valutando se liberare o meno il prigioniero indiano. Nel dicembre dello stesso anno 500 agenti FBI sfilano in corteo davanti alla Casa Bianca per opporsi alla liberazione. Il 20 gennaio 2001, ultimo giorno da Presidente di Clinton, il nome di Peltier non compare nella lista dei 140 graziati dell'ultima ora.
Non viene fornita nessuna spiegazione. Nonostante la tremenda delusione la lotta continua con la speranza di una nuova udienza per la liberta' sulla parola. Nonostante la mobilitazione internazionale promossa dalle associazioni per i diritti umani, Peltier rimane in prigione, mentre il suo caso resta sconosciuto al grande pubblico.
5. PER SAPERNE DI PIU'. MARCO CINQUE INTERVISTA LUKE WARM WATER (2013)
[Dal sito www.labottegadelbarbieri.org riprendiamo la seguente intervista originariamente apparsa sul quotidiano "Il manifesto" il 19 novembre 2013 con il titolo "Prigioniero dell'uomo bianco" e il sommario "Intervista al poeta e attivista Lakota-Oglala Luke Warm Water, in Italia per reading e incontri (domani e dopodomani) in sostegno del detenuto politico Leonard Peltier, emblema dei prigionieri nativi americani"]
Luke Warm Water, alias Kurt Schweigman, e' un poeta e attivista Oglala Lakota cresciuto a Rapid City, nel South Dakota. La sua poetica e' stata considerata una fusione tra Sherman Alexie, Charles Bukowski e Tom Waits. E' stato il primo "spoken-word poet" cioe' poeta della parola orale a ricevere il premio Archibald Bush Foundation ed e' stato un artista di spicco al prestigioso Geraldine R. Dodge, durante la dodicesima Biennale di Poesia Festival.
Luke e' avvocato ed epidemiologo: attualmente vive a Oakland, in California. Il prossimo 21 e 22 novembre sara' in Italia, a Roma, per un reading organizzato dall'associazione Cafe' Voltaire e per un incontro in un istituto scolastico, il liceo Morgagni, a testimoniare contro le discriminazioni che ancor oggi si consumano ai danni dei popoli nativi negli Usa, ma soprattutto a promuovere la causa del detenuto politico Leonard Peltier, tra i primi fondatori dell'American Indian Movement.
Peltier, nativo di ascendenza Ojibwa Lakota, fu condannato a due ergastoli nel 1975, dopo essere stato ingiustamente accusato dall'Fbi di due omicidi avvenuti nella Riserva di Pine Ridge. Da allora Peltier e' rinchiuso in una cella, a scontare un sentiero di lacrime che sta durando ormai da piu' di 37 anni. Oltre che da "il manifesto", la causa di Peltier e' stata sostenuta, fra gli altri, dal Dalai Lama, da Desmond Tutu, ma anche da artisti come Robbie Robertson e Bruce Springsteen che gli hanno dedicato brani musicali.
Luke Warm Water e' membro delle Rpb, Revolutionary Poets Brigade, gruppo nato durante Occupy San Francisco e fondato da Jack Hirschman, Bob Coleman, Sarah Menefee e Cathleen Williams. Le Rpb da allora sono cresciute, arrivate anche in Europa, con un gruppo attivo a Roma che affianchera' Luke nel reading capitolino. Attualmente la tribu' poetica internazionale delle Rpb e' molto presente soprattutto nel vivo del tessuto sociale (scuole, piazze, carceri, periferie, ecc.) con esibizioni perfino a Bagdad, portando la parola di quei poeti che sostengono la voce dei poveri, degli ultimi, degli oppressi, dei discriminati.
Grazie quindi alla presenza di Luke Warm Water, torniamo a parlare di Peltier e dell'attuale situazione in cui versano i popoli nativi del Nord America.
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- Marco Cinque: Prima di tutto, Luke, volevamo sapere quali sono le ultime notizie su Peltier.
- Luke Warm Water: Le notizie piu' recenti su Peltier si possono leggere sul sito www.whoisleonardpeltier.info. Invito i lettori a leggerlo, a firmare la petizione per il suo rilascio, a scrivere e inviare a Leonard un biglietto di auguri al suo indirizzo nella prigione della Florida che e' reperibile sul sito. La salute di Leonard e' andata peggiorando negli ultimi anni ed e' piu' importante che mai che il presidente Obama gli conceda la grazia per consentirgli di vivere come un uomo libero i suoi ultimi anni insieme alla famiglia, ai suoi amici e agli Oyate, il suo popolo.
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- Marco Cinque: Peltier e' solo la punta dell'iceberg di discriminazione e razzismo che si consuma nei tribunali e nelle carceri degli Usa. Percentualmente infatti i Nativi sono in cima alla classifica delle incarcerazioni come delle condanne capitali e possono inoltre "godere" di leggi razziali come la Major Crime Act. Credi che qualcosa stia cambiando o che ancora si possa cambiare?
- Luke Warm Water: Non e' cambiato nulla per i nativi americani. La percentuale dei nativi dell'intera popolazione carceraria negli Stati Uniti e' superiore a quella di qualsiasi altro gruppo etnico. Peraltro, a parita' di crimini commessi, i nativi vengono puniti piu' severamente nel Sud Dakota rispetto ai bianchi.
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- Marco Cinque: Ci sono segnali di "risveglio" delle popolazioni native nordamericane, anche quelle canadesi, con il movimento di protesta "Idle No More" (mai piu' passivi), di cui abbiamo dato notizia su "il manifesto". Che ne pensi?
- Luke Warm Water: "Idle No More" e' un movimento molto importante per i nativi e per le popolazioni autoctone di tutto il pianeta. Ho partecipato a un evento organizzato da "Idle No More" a Oakland a inizio anno. E' stato un bell'evento con molti partecipanti.
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- Marco Cinque: Qual e' la situazione attuale delle popolazioni native negli States?
- Luke Warm Water: E' una domanda complessa poiche' esistono piu' di 500 tribu' negli Stati Uniti. Vi e' ad esempio il problema della nuova copertura sanitaria nazionale (Obamacare). Non sappiamo ancora che impatto avra' sui nativi americani poiche' molti di loro e delle tribu' hanno una copertura sanitaria minima come previsto dal governo. Io mi batto molto per migliorare la salute mentale dei nativi americani in California. Vedo un movimento per favorire il benessere fra le comunita' indiane che si basa prevalentemente sulle tradizioni culturali e sulla spiritualita' e questa e' una cosa positiva. Sono inoltre a conoscenza di un progetto nel sud della California dove la clinica di una tribu' fa uso di poetry slam per migliorare il benessere dei giovani nativi americani.
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- Marco Cinque: Secondo te che ruolo sociale, culturale e politico puo' avere oggi la poesia, in un mondo dove i linguaggi sono sempre piu' complessi, tecnologizzati e autoreferenziali?
- Luke Warm Water: L'appartenenza alle Revolutionary Poets Brigade ha permesso a molti di venire a conoscenza delle ingiustizie subite dai nativi. Sono molto grato a Agneta Falk e a Jack Hirschman per avermi accolto nella Rpb di San Francisco e a tutti gli altri membri con i quali ho stretto amicizia. Entrare a far parte della Rpb e' stato come un proseguimento del mio lavoro iniziato negli anni Novanta, quando scrivevo e portavo in scena la mia poesia per sensibilizzare l'opinione pubblica sul caso Peltier. Ho aiutato a organizzare eventi di raccolta fondi, scritto lettere ed effettuato campagne grazie alla mia poesia. Inoltre, ho partecipato a eventi organizzati in nome di Peltier. Attualmente sto organizzando un evento che si terra' a San Francisco il 6 febbraio 2014, in occasione del trentottesimo anno dell'incarcerazione di Leonard. Si chiamera' "Poetry for Peltier" (Poesia per Peltier) e vedra' la partecipazione di diversi poeti nativi americani della Bay Area di San Francisco.
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- Marco Cinque: Da quel che ho capito tu usi la parola poetica non come forma di vanita', affermazione individuale o esibizione e in particolare prediligi la parola detta piuttosto che quella scritta. C'e' una ragione particolare?
- Luke Warm Water: Preferisco entrambe le modalita', a dire il vero. La scrittura puo' essere molto emozionante quando si assiste alla nascita di una nuovo testo su carta (o sullo schermo di un computer) cosi' come e' emozionante portare in scena la poesia davanti a un gruppo di decine o di centinaia di persone. Sebbene non partecipi piu' ai poetry slam, ne ho vinti diversi in tutti gli Stati Uniti e due in Germania. Per un poeta nativo americano gareggiare per la vittoria ha un grande impatto ed e' un atto di rivendicazione. Percepisco che il pubblico si diverte e al contempo impara.
6. PER SAPERNE DI PIU'. JASMINE HEISS: UN APPELLO DI AMNESTY INTERNATIONAL USA (2016)
[Dal sito www.labottegadelbarbieri.org riprendiamo il seguente articolo dell'11 maggio 2016 tradotto dall'inglese]
Dopo 40 anni dietro le sbarre, lo stato di salute di Leonard Peltier sta peggiorando rapidamente.
Abbiamo studiato il suo caso molto attentamente e continuiamo a essere seriamente preoccupati per la correttezza con cui si e' svolto il suo processo.
La sua ultima richiesta per la liberta' condizionata e' stata negata, il che significa che non ha diritto a sottoscriverne un'altra per quasi un decennio. I suoi avvocati hanno appena presentato una nuova domanda di grazia, il che significa che i suoi ultimi anni potrebbero essere nelle mani del presidente Obama.
Urge che il presidente Obama gli conceda la grazia prima della fine del suo mandato presidenziale il 20 gennaio 2017.
Nel 1975, due agenti dell'Fbi sono stati uccisi durante uno scontro a fuoco che ha coinvolto i membri dell'American Indian Movement (Aim). Leonard, che era un membro di spicco della Aim, e' stato condannato per i loro omicidi, ma ha sempre sostenuto la sua innocenza.
La Commissione per la liberta' condizionata ha riconosciuto che "l'accusa ha ammesso la mancanza di qualsiasi prova diretta" che Leonard abbia personalmente partecipato all'esecuzione dei due agenti dell'FBI. Il giudice che ha presieduto un precedente processo d'appello ha anche espresso preoccupazione per la cattiva condotta dell'Fbi nelle indagini e nella gestione del caso Peltier.
Nonostante tutto questo, lui e' ancora dietro le sbarre.
Sostieni il nostro appello per il rilascio di Leonard nell'interesse della giustizia.
Oggi, a 71 anni, Leonard soffre di problemi di salute fra cui il diabete, problemi cardiaci e un aneurisma dell'aorta addominale. E' in prigione lontano dalla sua famiglia.
Aiutaci a portare Leonard a casa.
Agisci ora.
Con solidarieta',
Jasmine Heiss, attivista di lunga data per i casi di individui a rischio, Amnesty International USA
7. PER SAPERNE DI PIU'. "INTERNATIONAL LEONARD PELTIER DEFENSE COMMITTEE": ANCHE UN EX-AGENTE DELL'FBI CHIEDE A OBAMA DI LIBERARE L'ATTIVISTA NATIVO AMERICANO LEONARD PELTIER (2017)
[Dal sito www.labottegadelbarbieri.org riprendiamo il seguente articolo pubblicato il 12 gennaio 2017 tradotto dall'inglese (la publicazione originale e' del 9 gennaio 2017), ripreso dal sito www.whoisleonardpeltier.info]
In una lettera del 3 gennaio 2017 John C. "Jack" Ryan – ex agente e socio fondatore del Federal Bureau of Investigation Agents Association (FBIAA) – ha scritto al presidente Obama chiedendo la grazia per Leonard Peltier, attivista nativo americano. Ryan ha scritto che Peltier dovrebbe ricevere la grazia "nell'interesse del sistema di giustizia per cui i miei due compagni sono morti, e nell'interesse della riconciliazione e della compassione".
Nel 1977, Peltier e' stato condannato a due ergastoli consecutivi per l'omicidio con arma da fuoco dei due agenti dell'FBI Jack Coler e Ron Williams nella riserva di Pine Ridge, South Dakota.
"Le circostanze [mai chiarite, nota del traduttore] del caso e i 40 anni trascorsi sostengono la richiesta per far si' che Peltier possa trascorrere i suoi ultimi anni a casa... Quando Coler e Williams hanno perso la vita e' stata una perdita devastante per noi agenti. Il processo a suo carico fu svolto sull'onda emotiva e trovare un colpevole per quelle due morti e' stato l'unico obiettivo perseguito" ha scritto Ryan. "Se il governo potesse rifare tutto daccapo, lo farebbe in modo diverso. Visto con il senno di poi, oggi si puo' dire che Leonard Peltier non e' stato trattato in modo equo e che non ha avuto un giusto processo".
Nel 2000, il deputato Don Edwards (anche lui un ex agente) ha dichiarato: "L'Fbi continua a negare la sua condotta impropria su Pine Ridge nel corso del 1970 e nel processo contro Leonard Peltier. L'Fbi ha utilizzato Peltier come capro espiatorio e continua a farlo anche oggi. In ogni circostanza, gli agenti e i capi dell'Fbi si sono opposti a qualsiasi ammissione di illecito da parte del governo, e hanno cercato di travisare e politicizzare il significato di clemenza per Leonard Peltier. L'uccisione di agenti dell'Fbi a Pine Ridge era riprovevole, ma il governo ora ammette che non e' possibile dimostrare che sia stato proprio Peltier a uccidere i due agenti".
"La demonizzazione perpetua di Peltier da parte dell'FBI e' un tentativo di avvelenare l'opinione pubblica e di evitare l'autocritica. La petizione per la clemenza a Peltier non e' un referendum sull'applicazione della legge federale; e' un imperativo morale che il presidente Obama puo' affrontare", ha detto l’avvocato di Peltier, Cynthia Dunne, lei stessa un ex procuratore federale. "Fare i conti con il passato e andare avanti nell'interesse della giustizia, nella riconciliazione e nella compassione possiamo diventare una nazione piu' forte. E' il momento di liberare Leonard Peltier".
Attualmente imprigionato in una struttura di massima sicurezza a Coleman, Florida, Peltier e' lontano dalla sua riserva in Nord Dakota. Il mantenimento di forti legami familiari e' stato difficile. Non ha mai nemmeno incontrato alcuni dei suoi nipoti o pronipoti. Nel mese di dicembre, il figlio minore di Peltier e' deceduto mentre era a Washington, lavorando per il rilascio di suo padre. Le autorita' carcerarie hanno rifiutato di permettere che Peltier partecipasse al funerale di suo figlio.
A 72 anni, Peltier soffre di gravi problemi di salute che compromettono la sua capacita' di camminare, vedere e condurre le normali attivita' di vita. Soffre di diabete grave, ipertensione e di cuore, ed e' stato diagnosticato un aneurisma aortico addominale. Recentemente e' stato detto che ha bisogno di un intervento chirurgico alla prostata.
Imprigionato per 41 anni, Peltier e' stato a lungo giudicato "ammissibile" per il rilascio sulla parola, ma le autorita' federali hanno ceduto alle obiezioni dell'Fbi nel negare il rilascio e recentemente – nel 2009 – gli e' stato detto che non ricevera' un'altra udienza per la liberta' vigilata fino al 2024, quando, se sopravvive, avra' raggiunto quasi gli 80 anni. Peltier dice di essere "ammissibile" per il rilascio obbligatorio ma il governo non e' riuscito ad applicare la regola dei 30 anni (dopo 30 anni di servizio prestato, prevede che tutte le sentenze devono essere aggregate e il prigioniero rilasciato) o prendere in considerazione il credito di "buon tempo" che si e' guadagnato sino a oggi con la sua detenzione (20 anni).
Il rilascio di Peltier dal carcere ora dipende dalla clemenza del presidente Obama, che lascera' il suo incarico il 20 gennaio.
8. PER SAPERNE DI PIU'. ANDREA DE LOTTO: LE CHIAVI DELLA CITTA' E LE CHIAVI DELLA CELLA (2017)
[Dal sito www.labottegadelbarbieri.org riprendiamo il seguente articolo del 10 maggio 2017]
Leonard Peltier e' un indiano Lakota in carcere dal 6 febbraio 1976, da piu' di 41 anni, da piu' di 15.000 giorni e notti, e' rinchiuso nelle carceri di massima sicurezza degli Usa. Un triste record.
Leonard Peltier ha 72 anni, e' malato, resiste, accusato della morte di due agenti dell'FBI, sta pagando per la lotta dell'American Indian Movement negli anni '70.
Centinaia di migliaia di persone si sono espresse e hanno manifestato per la sua liberazione nel corso di questi 41 anni.
Amnesty International, Human Rights Watch, Nelson Mandela, il Dalai Lama, madre Teresa di Calcutta, Michail Gorbaciov, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Noam Chomsky, Angela Davis, Robert Redford, Michael Moore, Robert Redford, Harry Belafonte, Paul Mc Cartney, Madonna, Sting, Alex Zanotelli, Gad Lerner, una lunghissima fila di personaggi e di gente comune ha chiesto la sua liberazione. Vi sono state prese di posizione da parte del Parlamento europeo, belga, italiano.
Il suo processo fu colmo di vuoti e forzature, l'FBI voleva un capro espiatorio. Lo stesso giudice ammise, a posteriori, che non vi era alcuna prova certa della sua colpevolezza.
Leonard Peltier ha sempre dichiarato la propria innocenza e ha mantenuto fermi i propri ideali di giustizia, ricordando i diritti delle tribu' native, ingannate, massacrate e discriminate per piu' di cinque secoli.
*
Al termine dei loro mandati i Presidenti degli Usa ricevono una gran quantita' di richieste di liberta', di grazia.
Anche al termine del suo mandato il Presidente Obama ne ha firmate molte.
Mr Barack Obama, perche' non ha firmato la liberta' per il vecchio Leonard Peltier?
Avrebbe potuto farlo, era nei suoi poteri. Era l'unica persona al mondo che poteva liberarlo.
Secondo la legislazione statunitense, Peltier potra' uscire quando avra' oltre 90 anni.
Leonard Peltier rischia seriamente di morire in carcere. La sua e' una lenta condanna a morte.
Lei stesso, durante il suo mandato, ha riconosciuto che c'e' qualcosa che non va in una nazione che ha piu' di due milioni di persone in carcere e la piu' alta percentuale di detenuti rispetto alla propria popolazione.
Lei ha pianto a Robben Island nella cella di Nelson Mandela, ma si e' dimenticato della cella di Leonard Peltier.
Ha frustrato gli sforzi di migliaia di persone che si erano mobilitate in un gran crescendo, in tutto il mondo, sperando nel suo gesto, che non c'e' stato.
Riteniamo possibile che il nuovo presidente sia piu' sensibile?
Leonard Peltier e' il Nelson Mandela degli indiani d'America.
Che ci si attivi fin da subito per lo meno per il suo avvicinamento, attualmente e' in un carcere a piu' di 2000 km dalla sua gente.
*
Questa la lettera inviata al sindaco di Milano
Caro sindaco Giuseppe Sala,
lei consegnera' le chiavi della citta' a Obama. Migliaia di persone applaudiranno e forse si commuoveranno, con nostalgia, di fronte all'ex presidente degli Usa.
Le chiediamo di compiere un grande atto politico che parli all'umanita', rispondendo al suo bisogno di giustizia: doni le chiavi della citta' di Milano a Leonard Peltier.
Nell'ottobre 2003 Mumia Abu-Jamal, condannato a morte negli Usa, e' stato nominato cittadino onorario della citta' di Parigi dal sindaco Bertrand Delanoe; nel 2005 la citta' di Saint-Denis ha deciso di intitolargli una via.
Liberta' per Leonard Peltier, liberta' per Mumia Abu-Jamal, liberta' per il gruppo dei Move (tutti in carcere da oltre 35 anni).
Il 23 agosto 1977 l'allora governatore del Massachusetts Dukakis ammise, a 50 anni dalla loro morte sulla sedia elettrica, che Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti erano innocenti. Che non si aspetti tanto anche per questi uomini.
Milano 5 maggio 2017
Per adesioni o informazioni: Andrea De Lotto, cittadino milanese, del comitato di supporto a Leonard Peltier di Barcellona (Spagna): tel. 3490931155, e-mail: bigoni.gastone at gmail.com , siti: https://cslpbarcelona.wordpress.com/ , http://www.whoisleonardpeltier.info/
Fino alla mattina del 9 maggio 2017 queste le adesioni: Andrea De Lotto, insegnante, Milano; Nadia Bovino, insegnante, Milano; Valerio Colombaroli, Bussoleno; Vittorio Agnoletto, Milano; Rodrigo Andrea Rivas, Milano - Citta' di Castello; Rita Carloni, Milano; Paolo Beltrami, Milano; Lorenzo Beltrami, Milano; Marco Carloni, Milano; Amalia Navoni, Milano; Patrizia Cecconi, Presidente Associazione Oltre il Mare, onlus; Maria Antonia Arnau Puigvert, Barcellona; Nicoletta Negri, Milano; Giuseppe Natale, Anpi Crescenzago, Milano; Angelo Maria Di Naro, insegnante; Giorgio Langella, Vicenza; Piero e Lucia Santoni, Firenze; Lucio Gentili, Roma; Coro di Micene, Milano; Aldo Zanchetta; Brunella Fatarella; Chiara Zanchetta; Andrea Cegna; Giulio Di Meo, fotografo, Bologna; Martina Giordani, Bologna; Giorgio Trucchi, giornalista, Managua; Mario Agostinelli, presidente Energiafelice, Milano; Andrea Ferraris, disegnatore, Genova; Luciano Muhlbauer, Milano; Bianca Dacomo Annoni, Milano; Renato Darsie', Venezia; Stefano Buonamici, fotografo, Barcellona; Alberto Perino, Movimento NO TAV; Liliana Frascati; Elena Papa, insegnante, Milano; Marcello Fortuna; Franca Caffa, presidente comitato inquilini Molise Calvairate Ponti, Milano; Ruben Toms, Roma; Ettore Machieraldo, Biella; Milena Valli, Sondrio; Adalberto Belfiore; Chiara Maranzana, giornalista, Milano; Flavio Guidi, Brescia; Mariagiulia Agnoletto, presidente Salaam Ragazzi dell'Olivo, Milano; Nicoletta Manuzzato, Milano.
9. PER SAPERNE DI PIU'. "FARO DI ROMA": DA 45 ANNI IN CARCERE LEONARD PELTIER, IL NELSON MANDELA DEGLI INDIANI D'AMERICA (2021)
[Dal sito www.farodiroma.it riprendiamo il seguente articolo dell'8 febbraio 2021]
La sua storia ricorda quella di Nelson Mandela.
Quando aveva 32 anni lo accusarono di aver ucciso due agenti dell'FBI, ma i giudici stessi lo dissero: "Non abbiamo prove". Leonard Peltier e' in carcere da 45 anni perche' nativo d'America, perche' membro dell'American Indian Movement, quel movimento che cerco' negli anni '70 di difendere ancora una volta i diritti, la cultura, la terra, la lingua, le tradizioni degli indiani.
E' autore di una autobiografia preziosa, praticamente introvabile, "La mia danza del sole", ma che in parte si puo' leggere sul sito dei suoi sostenitori.
Peltier e' il simbolo della resistenza dei nativi, dei cosiddetti indiani d'America, i pellerossa, massacrati e ingannati per cinque secoli. Hitler dichiaro' pubblicamente il suo apprezzamento per come il governo degli Stati Uniti aveva risolto la "questione indigena". Una lezione che il regime nazista imparo'...
Ora che alla Casa Bianca c'e' un democratico riprende quota la speranza di una grazia. Clinton era al punto di firmare la sua liberazione alla fine del suo secondo mandato quando 500 agenti dell'FBI manifestarono sotto la residenza del presidente. Peltier dovrebbe uscire secondo la vergognosa "giustizia" Usa a 92 anni.
Nei giorni scorsi, in occasione del quarantacinquesimo anniversario della sua entrata in carcere cinquanta attivisti hanno manifestato davanti al consolato Usa di Milano gridando "Liberta' per Leonard Peltier, Free Leonard Peltier".
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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 127 del 29 giugno 2021
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Numero 127 del 29 giugno 2021
In questo numero:
1. Scriviamo al Presidente del Parlamento Europeo per chiedere un persuaso e concreto impegno per la liberazione di Leonard Peltier
2. Personalita' della cultura, delle istituzioni, dell'impegno morale e civile, della solidarieta', scrivono al Presidente del Parlamento Europeo per un'iniziativa europea per la liberazione di Leonard Peltier
3. Alcuni siti utili
4. "Nativi.org": Leonard Peltier: un caso sconosciuto (2004)
5. Marco Cinque intervista Luke Warm Water (2013)
6. Jasmine Heiss: Un appello di Amnesty International Usa (2016)
7. "International Leonard Peltier Defense Committee": Anche un ex-agente dell'FBI chiede a Obama di liberare l'attivista nativo americano Leonard Peltier (2017)
8. Andrea De Lotto: Le chiavi della citta' e le chiavi della cella (2017)
9. "Faro di Roma": Da 45 anni in carcere Leonard Peltier, il Nelson Mandela degli indiani d'America (2021)
1. QUID AGENDUM. SCRIVIAMO AL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO PER CHIEDERE UN PERSUASO E CONCRETO IMPEGNO PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Al Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli
e-mail personale: president at ep.europa.eu
e-mail della segreteria: lorenzo.mannelli at ep.europa.eu; armelle.douaud at ep.europa.eu; barbara.assi at ep.europa.eu; helene.aubeneau at ep.europa.eu; marco.canaparo at ep.europa.eu; fabrizia.panzetti at ep.europa.eu; michael.weiss at ep.europa.eu; luca.nitiffi at ep.europa.eu; matea.juretic at ep.europa.eu; francesco.miatto at ep.europa.eu; barbara.hostens at ep.europa.eu; monica.rawlinson at ep.europa.eu; beate.rambow at ep.europa.eu; laetitia.paquet at ep.europa.eu; nicola.censini at ep.europa.eu; arnaud.rehm at europarl.europa.eu; julien.rohaert at europarl.europa.eu; jose.roza at ep.europa.eu; roberto.cuillo at ep.europa.eu; silvia.cagnazzo at ep.europa.eu; eulalia.martinezdealosmoner at ep.europa.eu; iva.palmieri at europarl.europa.eu; tim.allan at ep.europa.eu; andrea.maceirascastro at ep.europa.eu; angelika.pentsi at ep.europa.eu;
Egregio Presidente del Parlamento Europeo,
vorremmo sollecitare Lei, e tramite Lei il Parlamento Europeo e con esso l'intera Unione Europea, ad una iniziativa umanitaria per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista per i diritti umani dei nativi americani, vittima di una spietata persecuzione politica, dal 1977 ingiustamente detenuto dopo un processo-farsa in cui gli sono stati attribuiti delitti che non ha commesso.
Confidando in un sollecito riscontro, distinti saluti,
firma, luogo e data, indirizzo del mittente
2. REPETITA IUVANT. PERSONALITA' DELLA CULTURA, DELLE ISTITUZIONI, DELL'IMPEGNO MORALE E CIVILE, DELLA SOLIDARIETA', SCRIVONO AL PRESIDENTE DEL PARLAMENTO EUROPEO PER UN'INIZIATIVA EUROPEA PER LA LIBERAZIONE DI LEONARD PELTIER
Insieme a un gran numero di cittadine e cittadini anche personalita' della cultura, delle istituzioni, dell'impegno morale e civile, della solidarieta', hanno scritto in questi giorni al Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli, per un'iniziativa europea per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista per i diritti umani dei nativi americani, vittima di una spietata persecuzione politica, dal 1977 ingiustamente detenuto dopo un processo-farsa in cui gli sono stati attribuiti delitti che non ha commesso.
Tra le personalita' che hanno avuto importati incarichi istituzionali che per prime hanno aderito ed espresso sostegno all'iniziativa segnaliamo in particolare: Luisa Morgantini, gia' vicepresidente del Parlamento Europeo; Giancarla Codrignani, gia' deputata nel Parlamento italiano; Giovanni Russo Spena, gia' deputato e senatore.
Tra le personalita' della cultura e dell'impegno civile segnaliamo in particolare: Daniele Barbieri, giornalista e saggista; Francesco Domenico Capizzi, presidente dell'organizzazione di volontariato "Scienza Medicina Istituzioni Politica Societa'"; Mario Di Marco, referente Servizio Civile della Caritas diocesana di Viterbo; Luigi Fasce, presidente del Circolo Giustizia e liberta' "Guido Calogero e Aldo Capitini" di Genova; Carlo Sansonetti, presidente dell'associazione "Sulla strada" che ha progetti di promozione per popolazioni native in Guatemala.
*
Invitiamo ogni persona di volonta' buona ed ogni associazione democratica a scrivere al Presidente del Parlamento Europeo.
Qui di seguito un possibile canovaccio di lettera, con alcuni indirizzi di posta elettronica utili per l'invio:
Al Presidente del Parlamento Europeo, on. David Sassoli
e-mail personale: president at ep.europa.eu
e-mail della segreteria: lorenzo.mannelli at ep.europa.eu; armelle.douaud at ep.europa.eu; barbara.assi at ep.europa.eu; helene.aubeneau at ep.europa.eu; marco.canaparo at ep.europa.eu; fabrizia.panzetti at ep.europa.eu; michael.weiss at ep.europa.eu; luca.nitiffi at ep.europa.eu; matea.juretic at ep.europa.eu; francesco.miatto at ep.europa.eu; barbara.hostens at ep.europa.eu; monica.rawlinson at ep.europa.eu; beate.rambow at ep.europa.eu; laetitia.paquet at ep.europa.eu; nicola.censini at ep.europa.eu; arnaud.rehm at europarl.europa.eu; julien.rohaert at europarl.europa.eu; jose.roza at ep.europa.eu; roberto.cuillo at ep.europa.eu; silvia.cagnazzo at ep.europa.eu; eulalia.martinezdealosmoner at ep.europa.eu; iva.palmieri at europarl.europa.eu; tim.allan at ep.europa.eu; andrea.maceirascastro at ep.europa.eu; angelika.pentsi at ep.europa.eu;
Egregio Presidente del Parlamento Europeo,
vorremmo sollecitare Lei, e tramite Lei il Parlamento Europeo e con esso l'intera Unione Europea, ad una iniziativa umanitaria per la liberazione di Leonard Peltier, l'illustre attivista per i diritti umani dei nativi americani, vittima di una spietata persecuzione politica, dal 1977 ingiustamente detenuto dopo un processo-farsa in cui gli sono stati attribuiti delitti che non ha commesso.
Confidando in un sollecito riscontro, distinti saluti,
firma, luogo e data, indirizzo del mittente
Naturalmente vi saremmo grati se inviaste in copia le vostre lettere o dichiarazioni di solidarieta' per Leonard Peltier anche al nostro indirizzo di posta elettronica: centropacevt at gmail.com , cosi' come ai mezzi d'informazione ed alle altre interlocutrici ed agli altri interlocutori che riterrete opportuno informare o esortare a partecipare.
*
In calce una minima notizia su Leonard Peltier e l'indicazione del sito internet di riferimento per la solidarieta' a livello internazionale.
* * *
Una minima notizia su Leonard Peltier
Leonard Peltier e' nato a Grand Forks, nel North Dakota, il 12 settembre 1944; attivista dell'American Indian Movement che si batte per i diritti umani dei nativi americani, nel 1977 fu condannato a due ergastoli in un processo-farsa sulla base di presunte prove e presunte testimonianze successivamente dimostratesi artefatte, inattendibili, revocate e ritrattate dagli stessi ostensori. Da allora e' ancora detenuto, sebbene la sua innocenza sia ormai palesemente riconosciuta. Di seguito riportiamo una breve nota di presentazione di un suo libro edito in Italia nel 2005: "Accusato ingiustamente dal governo americano – ricorrendo a strumenti legali, paralegali e illegali – dell'omicidio di due agenti dell'FBI nel 1975 (un breve resoconto tecnico della farsa giudiziaria e' affidato all'ex ministro della giustizia degli Stati Uniti Ramsley Clark, autore della prefazione), Peltier, al tempo uno dei leader di spicco dell'American Indian Movement (AIM), marcisce in condizioni disumane in una prigione di massima sicurezza da quasi trent'anni. Nonostante la sua innocenza sia ormai unanimemente sostenuta dall'opinione pubblica mondiale, nonostante una campagna internazionale in suo favore che ha coinvolto il Dalai Lama, Nelson Mandela, il subcomandante Marcos, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Robert Redford (che sulla vicenda di Peltier ha prodotto il documentario Incident at Oglala), Oliver Stone, Howard Zinn, Peter Matthiessen, il Parlamento europeo e Amnesty International, per il governo americano il caso del prigioniero 89637-132 e' chiuso. Non sorprende dunque che Peltier sia divenuto un simbolo dell'oppressione di tutti i popoli indigeni del mondo e che la sua vicenda abbia ispirato libri (Nello spirito di Cavallo Pazzo di Peter Matthiessen), film (Cuore di tuono di Michael Apted, per esempio) e canzoni (i Rage Against the Machine hanno dedicato a lui la canzone Freedom). In parte lucidissimo manifesto politico, in parte toccante memoir, questa e' la straordinaria storia della sua vita, raccontata per la prima volta da Peltier in persona. Una meravigliosa testimonianza spirituale e filosofica che rivela un modo di concepire la vita, ma soprattutto la politica, che trascende la dialettica tradizionale occidentale e i suoi schemi (amico-nemico, destra-sinistra e cosi' via): i nativi la chiamano la danza del sole" (dalla scheda di presentazione del libro di Leonard Peltier, La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005, nel sito della casa editrice: fazieditore.it).
Opere di Leonard Peltier: La mia danza del sole. Scritti dalla prigione, Fazi, 2005.
Opere su Leonard Peltier: Peter Matthiessen, Nello spirito di Cavallo Pazzo, Frassinelli, 1994; Edda Scozza, Il coraggio d'essere indiano, Erre Emme, 1996.
Il sito dell'"International Leonard Peltier Defense Committee": www.whoisleonardpeltier.info
Alcuni altri libri utili per approfondire: Alce Nero, La sacra pipa, Rusconi, Milano 1986, 1993; Bruno Bouchet (a cura di), Wovoka. Il messaggio rivoluzionario dei nativi americani, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1982; Dee Brown, Seppellite il mio cuore a Wounded Knee, Mondadori, Milano 1972, 1977; Vine Deloria jr., Custer e' morto per i vostri peccati, Jaca Book, Milano 1972, 1977; Raymond J. DeMaille (a cura di), Il sesto antenato. I testi originali egli insegnamenti di Alce Nero, Xenia, Milano 1996; Charles Hamilton (a cura di), Sul sentiero di guerra. Scritti e testimonianza degli indiani d'America, Feltrinelli, Milano 1956, 1960; Diana Hansen (a cura di), Indiani d'America. Identita' e memoria collettiva nei documenti della nuova resistenza indiana, Savelli, Roma 1977; Philippe Jacquin, Storia degli indiani d'America, Mondadori, Milano 1977; Franco Meli (a cura di), Parole nel sangue. Poesia indiana americana contemporanea, Mondadori, Milano 1991; Messaggio degli Irochesi al mondo occidentale. Per un risveglio della coscienza, la Fiaccola, Ragusa 1986, 1989; Nando Minnella, Pascoli d'asfalto. Poesia & cultura degli indiani d'America, Rossi e Spera Editori, Roma 1987; Nando Minnella, Michele Morieri, Indiani oggi. La Resistenza indiana oggi: documenti e testimonianze, Gammalibri, Milano 1981; John G. Neihardt, Alce Nero parla, Adelphi, Milano 1968, Mondadori, Milano 1973, 1977; William W. Newcomb jr., Gli indiani del Nord-America, Il Bagatto, Roma 1985; Scritti e racconti degli indiani americani, raccolti da Shirley Hill Witt e Stan Steiner, Jaca Book, Milano 1974, 1992; Stan Steiner, Uomo bianco scomparirai, Jaca Book, Milano 1977, 1994.
3. RIFERIMENTI. ALCUNI SITI UTILI
- International Leonard Peltier Defense Committee: www.whoisleonardpeltier.info
- Centro studi americanistici "Circolo Amerindiano": www.amerindiano.org
- Il Cerchio, coordinamento di sostegno ai/dai nativi americani: www.associazioneilcerchio.it
- Soconas Incomindios, comitato di solidarieta' con i nativi americani: www.soconasincomindios.it
4. PER SAPERNE DI PIU'. "NATIVI.ORG": LEONARD PELTIER, UN CASO SCONOSCIUTO (2004)
[Dal sito www.nativi.org riprendiamo il seguente articolo del 26 marzo 2004]
Leonard Peltier e' un Sioux (di origine Ojibwa Lakota) vittima dell'ingiustizia dello Stato Americano, E' prigioniero politico U.S.A. dal 6 febbraio 1976.
E' accusato ingiustamente dell'uccisione di due agenti dell'F.B.I. (26/06/1975), a nulla sono valse le innumerevoli prove a suo favore, nemmeno la confessione del vero colpevole.
Peltier ha due gravi colpe: essere indiano ed essere un leader dell'American Indian Movement (AIM).
Per la sua liberazione hanno firmato piu' di 50 milioni di persone tra cui membri del Congresso americano, del Parlamento canadese, senatori e deputati italiani, il Parlamento Europeo, Nelson Mandela, l'Arcivescovo di Canterbury, personaggi dello spettacolo e tanti altri, ma ormai il Governo U.S.A. si era spinto troppo oltre e non poteva piu' ammettere i propri sbagli.
Il 22 giugno 1989 gli avvocati che rappresentano il Governo americano non negarono che la vicenda Peltier e' contrassegnata dalla frode: nonostante cio', Leonard non ha ancora ottenuto la grazia.
Gli ufficiali penitenziari stanno proibendo da molto tempo a Peltier le cure mediche di cui necessita.
Peltier continua a combattere per la propria liberta'.
Negli anni '70 gli Stati Uniti, sempre alla ricerca di fonti energetiche, avevano individuato la presenza di uranio e altri minerali preziosi nella riserva indiana di Pine Ridge nel Sud Dakota, dando luogo attraverso la North Central Power Study a una serie di sondaggi che avevano lasciato sul terreno circa 6000 perforazioni le cui sostanze radioattive stavano minando la salute dei residenti. Gli anziani della riserva allora chiesero aiuto all'AIM che invio' Peltier con un gruppo di una decina di persone, per lo piu' donne e bambini i quali alzarono un campo spirituale nella proprieta' privata dei vecchi coniugi Jumping Bull.
Nella riserva esisteva "il regno del terrore". Una milizia paramilitare al soldo del corrotto Capo tribale Dick Wilson, nota come "Goons", tiranneggiava i residenti, tanto che in tre anni dal 1973 al 1976 furono uccisi 243 nativi di cui 69 erano membri dell'AIM.
Nella mattinata del 26 giugno 1975 due agenti dell'FBI, illegalmente e senza mandato, entrarono nella proprieta', ne segui' una sparatoria alla fine della quale rimasero uccisi i due agenti e un giovane indiano sulla cui morte, come sulle uccisioni di numerosi altri nativi, non e' stata mai aperta nessuna indagine.
Peltier e altri due indiani furono incriminati; i loro processi furono fatti in tempi diversi, e con giurie diverse, perche' Peltier si era rifugiato in Canada [da dove fu estradato negli Usa sulla base di una richiesta sostenuta da una documentazione falsa prodotta dall'FBI - ndr]. I due coimputati furono assolti sulla base della legittima difesa, Leonard [che era del tutto innocente - ndr] fu condannato a due ergastoli consecutivi dopo un processo palesemente di parte, con un giudice noto per il suo razzismo, di fronte ad una giuria di soli bianchi e in una citta', Fargo, decisamente anti-indiana.
Alcuni anni dopo, un rapporto balistico della stessa FBI rivelava che una delle prove decisive, i proiettili, non potevano essere quelli sparati dall'arma di Peltier. Inoltre i testimoni dell'accusa cominciarono a ritrattare, denunciando l'FBI di minacce e intimidazione per costringerli a testimoniare contro l'esponente dell'AIM. In seguito la stessa accusa ammise piu' volte di non sapere "chi sparo' ai due agenti" e la Corte d'Appello rilevo' che alla difesa non erano state garantite le stesse opportunita' e informazioni dell'accusa, che le testimonianze erano state forzate, che le prove erano state costruite, che quelle a discarico erano state celate alla difesa. Nonostante tutto cio' che dimostra come il processo contro Peltier fu completamente prefabbricato, la Corte Suprema ha negato nel 1983 la richiesta per un vero e giusto processo.
Questa palese ingiustizia e forma di persecuzione verso l'esponente dell'AIM ha suscitato un forte sostegno in tutto il mondo.
Gli anni passano inesorabili tra speranze di uscire sulla parola - sempre negate - e nuove richieste di clemenza.
Nel 1993 la richiesta di clemenza per Peltier viene presentata al presidente Clinton. Nell'autunno 2000, in prossimita' della scadenza del suo mandato, Clinton ammette di stare seriamente valutando se liberare o meno il prigioniero indiano. Nel dicembre dello stesso anno 500 agenti FBI sfilano in corteo davanti alla Casa Bianca per opporsi alla liberazione. Il 20 gennaio 2001, ultimo giorno da Presidente di Clinton, il nome di Peltier non compare nella lista dei 140 graziati dell'ultima ora.
Non viene fornita nessuna spiegazione. Nonostante la tremenda delusione la lotta continua con la speranza di una nuova udienza per la liberta' sulla parola. Nonostante la mobilitazione internazionale promossa dalle associazioni per i diritti umani, Peltier rimane in prigione, mentre il suo caso resta sconosciuto al grande pubblico.
5. PER SAPERNE DI PIU'. MARCO CINQUE INTERVISTA LUKE WARM WATER (2013)
[Dal sito www.labottegadelbarbieri.org riprendiamo la seguente intervista originariamente apparsa sul quotidiano "Il manifesto" il 19 novembre 2013 con il titolo "Prigioniero dell'uomo bianco" e il sommario "Intervista al poeta e attivista Lakota-Oglala Luke Warm Water, in Italia per reading e incontri (domani e dopodomani) in sostegno del detenuto politico Leonard Peltier, emblema dei prigionieri nativi americani"]
Luke Warm Water, alias Kurt Schweigman, e' un poeta e attivista Oglala Lakota cresciuto a Rapid City, nel South Dakota. La sua poetica e' stata considerata una fusione tra Sherman Alexie, Charles Bukowski e Tom Waits. E' stato il primo "spoken-word poet" cioe' poeta della parola orale a ricevere il premio Archibald Bush Foundation ed e' stato un artista di spicco al prestigioso Geraldine R. Dodge, durante la dodicesima Biennale di Poesia Festival.
Luke e' avvocato ed epidemiologo: attualmente vive a Oakland, in California. Il prossimo 21 e 22 novembre sara' in Italia, a Roma, per un reading organizzato dall'associazione Cafe' Voltaire e per un incontro in un istituto scolastico, il liceo Morgagni, a testimoniare contro le discriminazioni che ancor oggi si consumano ai danni dei popoli nativi negli Usa, ma soprattutto a promuovere la causa del detenuto politico Leonard Peltier, tra i primi fondatori dell'American Indian Movement.
Peltier, nativo di ascendenza Ojibwa Lakota, fu condannato a due ergastoli nel 1975, dopo essere stato ingiustamente accusato dall'Fbi di due omicidi avvenuti nella Riserva di Pine Ridge. Da allora Peltier e' rinchiuso in una cella, a scontare un sentiero di lacrime che sta durando ormai da piu' di 37 anni. Oltre che da "il manifesto", la causa di Peltier e' stata sostenuta, fra gli altri, dal Dalai Lama, da Desmond Tutu, ma anche da artisti come Robbie Robertson e Bruce Springsteen che gli hanno dedicato brani musicali.
Luke Warm Water e' membro delle Rpb, Revolutionary Poets Brigade, gruppo nato durante Occupy San Francisco e fondato da Jack Hirschman, Bob Coleman, Sarah Menefee e Cathleen Williams. Le Rpb da allora sono cresciute, arrivate anche in Europa, con un gruppo attivo a Roma che affianchera' Luke nel reading capitolino. Attualmente la tribu' poetica internazionale delle Rpb e' molto presente soprattutto nel vivo del tessuto sociale (scuole, piazze, carceri, periferie, ecc.) con esibizioni perfino a Bagdad, portando la parola di quei poeti che sostengono la voce dei poveri, degli ultimi, degli oppressi, dei discriminati.
Grazie quindi alla presenza di Luke Warm Water, torniamo a parlare di Peltier e dell'attuale situazione in cui versano i popoli nativi del Nord America.
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- Marco Cinque: Prima di tutto, Luke, volevamo sapere quali sono le ultime notizie su Peltier.
- Luke Warm Water: Le notizie piu' recenti su Peltier si possono leggere sul sito www.whoisleonardpeltier.info. Invito i lettori a leggerlo, a firmare la petizione per il suo rilascio, a scrivere e inviare a Leonard un biglietto di auguri al suo indirizzo nella prigione della Florida che e' reperibile sul sito. La salute di Leonard e' andata peggiorando negli ultimi anni ed e' piu' importante che mai che il presidente Obama gli conceda la grazia per consentirgli di vivere come un uomo libero i suoi ultimi anni insieme alla famiglia, ai suoi amici e agli Oyate, il suo popolo.
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- Marco Cinque: Peltier e' solo la punta dell'iceberg di discriminazione e razzismo che si consuma nei tribunali e nelle carceri degli Usa. Percentualmente infatti i Nativi sono in cima alla classifica delle incarcerazioni come delle condanne capitali e possono inoltre "godere" di leggi razziali come la Major Crime Act. Credi che qualcosa stia cambiando o che ancora si possa cambiare?
- Luke Warm Water: Non e' cambiato nulla per i nativi americani. La percentuale dei nativi dell'intera popolazione carceraria negli Stati Uniti e' superiore a quella di qualsiasi altro gruppo etnico. Peraltro, a parita' di crimini commessi, i nativi vengono puniti piu' severamente nel Sud Dakota rispetto ai bianchi.
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- Marco Cinque: Ci sono segnali di "risveglio" delle popolazioni native nordamericane, anche quelle canadesi, con il movimento di protesta "Idle No More" (mai piu' passivi), di cui abbiamo dato notizia su "il manifesto". Che ne pensi?
- Luke Warm Water: "Idle No More" e' un movimento molto importante per i nativi e per le popolazioni autoctone di tutto il pianeta. Ho partecipato a un evento organizzato da "Idle No More" a Oakland a inizio anno. E' stato un bell'evento con molti partecipanti.
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- Marco Cinque: Qual e' la situazione attuale delle popolazioni native negli States?
- Luke Warm Water: E' una domanda complessa poiche' esistono piu' di 500 tribu' negli Stati Uniti. Vi e' ad esempio il problema della nuova copertura sanitaria nazionale (Obamacare). Non sappiamo ancora che impatto avra' sui nativi americani poiche' molti di loro e delle tribu' hanno una copertura sanitaria minima come previsto dal governo. Io mi batto molto per migliorare la salute mentale dei nativi americani in California. Vedo un movimento per favorire il benessere fra le comunita' indiane che si basa prevalentemente sulle tradizioni culturali e sulla spiritualita' e questa e' una cosa positiva. Sono inoltre a conoscenza di un progetto nel sud della California dove la clinica di una tribu' fa uso di poetry slam per migliorare il benessere dei giovani nativi americani.
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- Marco Cinque: Secondo te che ruolo sociale, culturale e politico puo' avere oggi la poesia, in un mondo dove i linguaggi sono sempre piu' complessi, tecnologizzati e autoreferenziali?
- Luke Warm Water: L'appartenenza alle Revolutionary Poets Brigade ha permesso a molti di venire a conoscenza delle ingiustizie subite dai nativi. Sono molto grato a Agneta Falk e a Jack Hirschman per avermi accolto nella Rpb di San Francisco e a tutti gli altri membri con i quali ho stretto amicizia. Entrare a far parte della Rpb e' stato come un proseguimento del mio lavoro iniziato negli anni Novanta, quando scrivevo e portavo in scena la mia poesia per sensibilizzare l'opinione pubblica sul caso Peltier. Ho aiutato a organizzare eventi di raccolta fondi, scritto lettere ed effettuato campagne grazie alla mia poesia. Inoltre, ho partecipato a eventi organizzati in nome di Peltier. Attualmente sto organizzando un evento che si terra' a San Francisco il 6 febbraio 2014, in occasione del trentottesimo anno dell'incarcerazione di Leonard. Si chiamera' "Poetry for Peltier" (Poesia per Peltier) e vedra' la partecipazione di diversi poeti nativi americani della Bay Area di San Francisco.
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- Marco Cinque: Da quel che ho capito tu usi la parola poetica non come forma di vanita', affermazione individuale o esibizione e in particolare prediligi la parola detta piuttosto che quella scritta. C'e' una ragione particolare?
- Luke Warm Water: Preferisco entrambe le modalita', a dire il vero. La scrittura puo' essere molto emozionante quando si assiste alla nascita di una nuovo testo su carta (o sullo schermo di un computer) cosi' come e' emozionante portare in scena la poesia davanti a un gruppo di decine o di centinaia di persone. Sebbene non partecipi piu' ai poetry slam, ne ho vinti diversi in tutti gli Stati Uniti e due in Germania. Per un poeta nativo americano gareggiare per la vittoria ha un grande impatto ed e' un atto di rivendicazione. Percepisco che il pubblico si diverte e al contempo impara.
6. PER SAPERNE DI PIU'. JASMINE HEISS: UN APPELLO DI AMNESTY INTERNATIONAL USA (2016)
[Dal sito www.labottegadelbarbieri.org riprendiamo il seguente articolo dell'11 maggio 2016 tradotto dall'inglese]
Dopo 40 anni dietro le sbarre, lo stato di salute di Leonard Peltier sta peggiorando rapidamente.
Abbiamo studiato il suo caso molto attentamente e continuiamo a essere seriamente preoccupati per la correttezza con cui si e' svolto il suo processo.
La sua ultima richiesta per la liberta' condizionata e' stata negata, il che significa che non ha diritto a sottoscriverne un'altra per quasi un decennio. I suoi avvocati hanno appena presentato una nuova domanda di grazia, il che significa che i suoi ultimi anni potrebbero essere nelle mani del presidente Obama.
Urge che il presidente Obama gli conceda la grazia prima della fine del suo mandato presidenziale il 20 gennaio 2017.
Nel 1975, due agenti dell'Fbi sono stati uccisi durante uno scontro a fuoco che ha coinvolto i membri dell'American Indian Movement (Aim). Leonard, che era un membro di spicco della Aim, e' stato condannato per i loro omicidi, ma ha sempre sostenuto la sua innocenza.
La Commissione per la liberta' condizionata ha riconosciuto che "l'accusa ha ammesso la mancanza di qualsiasi prova diretta" che Leonard abbia personalmente partecipato all'esecuzione dei due agenti dell'FBI. Il giudice che ha presieduto un precedente processo d'appello ha anche espresso preoccupazione per la cattiva condotta dell'Fbi nelle indagini e nella gestione del caso Peltier.
Nonostante tutto questo, lui e' ancora dietro le sbarre.
Sostieni il nostro appello per il rilascio di Leonard nell'interesse della giustizia.
Oggi, a 71 anni, Leonard soffre di problemi di salute fra cui il diabete, problemi cardiaci e un aneurisma dell'aorta addominale. E' in prigione lontano dalla sua famiglia.
Aiutaci a portare Leonard a casa.
Agisci ora.
Con solidarieta',
Jasmine Heiss, attivista di lunga data per i casi di individui a rischio, Amnesty International USA
7. PER SAPERNE DI PIU'. "INTERNATIONAL LEONARD PELTIER DEFENSE COMMITTEE": ANCHE UN EX-AGENTE DELL'FBI CHIEDE A OBAMA DI LIBERARE L'ATTIVISTA NATIVO AMERICANO LEONARD PELTIER (2017)
[Dal sito www.labottegadelbarbieri.org riprendiamo il seguente articolo pubblicato il 12 gennaio 2017 tradotto dall'inglese (la publicazione originale e' del 9 gennaio 2017), ripreso dal sito www.whoisleonardpeltier.info]
In una lettera del 3 gennaio 2017 John C. "Jack" Ryan – ex agente e socio fondatore del Federal Bureau of Investigation Agents Association (FBIAA) – ha scritto al presidente Obama chiedendo la grazia per Leonard Peltier, attivista nativo americano. Ryan ha scritto che Peltier dovrebbe ricevere la grazia "nell'interesse del sistema di giustizia per cui i miei due compagni sono morti, e nell'interesse della riconciliazione e della compassione".
Nel 1977, Peltier e' stato condannato a due ergastoli consecutivi per l'omicidio con arma da fuoco dei due agenti dell'FBI Jack Coler e Ron Williams nella riserva di Pine Ridge, South Dakota.
"Le circostanze [mai chiarite, nota del traduttore] del caso e i 40 anni trascorsi sostengono la richiesta per far si' che Peltier possa trascorrere i suoi ultimi anni a casa... Quando Coler e Williams hanno perso la vita e' stata una perdita devastante per noi agenti. Il processo a suo carico fu svolto sull'onda emotiva e trovare un colpevole per quelle due morti e' stato l'unico obiettivo perseguito" ha scritto Ryan. "Se il governo potesse rifare tutto daccapo, lo farebbe in modo diverso. Visto con il senno di poi, oggi si puo' dire che Leonard Peltier non e' stato trattato in modo equo e che non ha avuto un giusto processo".
Nel 2000, il deputato Don Edwards (anche lui un ex agente) ha dichiarato: "L'Fbi continua a negare la sua condotta impropria su Pine Ridge nel corso del 1970 e nel processo contro Leonard Peltier. L'Fbi ha utilizzato Peltier come capro espiatorio e continua a farlo anche oggi. In ogni circostanza, gli agenti e i capi dell'Fbi si sono opposti a qualsiasi ammissione di illecito da parte del governo, e hanno cercato di travisare e politicizzare il significato di clemenza per Leonard Peltier. L'uccisione di agenti dell'Fbi a Pine Ridge era riprovevole, ma il governo ora ammette che non e' possibile dimostrare che sia stato proprio Peltier a uccidere i due agenti".
"La demonizzazione perpetua di Peltier da parte dell'FBI e' un tentativo di avvelenare l'opinione pubblica e di evitare l'autocritica. La petizione per la clemenza a Peltier non e' un referendum sull'applicazione della legge federale; e' un imperativo morale che il presidente Obama puo' affrontare", ha detto l’avvocato di Peltier, Cynthia Dunne, lei stessa un ex procuratore federale. "Fare i conti con il passato e andare avanti nell'interesse della giustizia, nella riconciliazione e nella compassione possiamo diventare una nazione piu' forte. E' il momento di liberare Leonard Peltier".
Attualmente imprigionato in una struttura di massima sicurezza a Coleman, Florida, Peltier e' lontano dalla sua riserva in Nord Dakota. Il mantenimento di forti legami familiari e' stato difficile. Non ha mai nemmeno incontrato alcuni dei suoi nipoti o pronipoti. Nel mese di dicembre, il figlio minore di Peltier e' deceduto mentre era a Washington, lavorando per il rilascio di suo padre. Le autorita' carcerarie hanno rifiutato di permettere che Peltier partecipasse al funerale di suo figlio.
A 72 anni, Peltier soffre di gravi problemi di salute che compromettono la sua capacita' di camminare, vedere e condurre le normali attivita' di vita. Soffre di diabete grave, ipertensione e di cuore, ed e' stato diagnosticato un aneurisma aortico addominale. Recentemente e' stato detto che ha bisogno di un intervento chirurgico alla prostata.
Imprigionato per 41 anni, Peltier e' stato a lungo giudicato "ammissibile" per il rilascio sulla parola, ma le autorita' federali hanno ceduto alle obiezioni dell'Fbi nel negare il rilascio e recentemente – nel 2009 – gli e' stato detto che non ricevera' un'altra udienza per la liberta' vigilata fino al 2024, quando, se sopravvive, avra' raggiunto quasi gli 80 anni. Peltier dice di essere "ammissibile" per il rilascio obbligatorio ma il governo non e' riuscito ad applicare la regola dei 30 anni (dopo 30 anni di servizio prestato, prevede che tutte le sentenze devono essere aggregate e il prigioniero rilasciato) o prendere in considerazione il credito di "buon tempo" che si e' guadagnato sino a oggi con la sua detenzione (20 anni).
Il rilascio di Peltier dal carcere ora dipende dalla clemenza del presidente Obama, che lascera' il suo incarico il 20 gennaio.
8. PER SAPERNE DI PIU'. ANDREA DE LOTTO: LE CHIAVI DELLA CITTA' E LE CHIAVI DELLA CELLA (2017)
[Dal sito www.labottegadelbarbieri.org riprendiamo il seguente articolo del 10 maggio 2017]
Leonard Peltier e' un indiano Lakota in carcere dal 6 febbraio 1976, da piu' di 41 anni, da piu' di 15.000 giorni e notti, e' rinchiuso nelle carceri di massima sicurezza degli Usa. Un triste record.
Leonard Peltier ha 72 anni, e' malato, resiste, accusato della morte di due agenti dell'FBI, sta pagando per la lotta dell'American Indian Movement negli anni '70.
Centinaia di migliaia di persone si sono espresse e hanno manifestato per la sua liberazione nel corso di questi 41 anni.
Amnesty International, Human Rights Watch, Nelson Mandela, il Dalai Lama, madre Teresa di Calcutta, Michail Gorbaciov, Desmond Tutu, Rigoberta Menchu', Noam Chomsky, Angela Davis, Robert Redford, Michael Moore, Robert Redford, Harry Belafonte, Paul Mc Cartney, Madonna, Sting, Alex Zanotelli, Gad Lerner, una lunghissima fila di personaggi e di gente comune ha chiesto la sua liberazione. Vi sono state prese di posizione da parte del Parlamento europeo, belga, italiano.
Il suo processo fu colmo di vuoti e forzature, l'FBI voleva un capro espiatorio. Lo stesso giudice ammise, a posteriori, che non vi era alcuna prova certa della sua colpevolezza.
Leonard Peltier ha sempre dichiarato la propria innocenza e ha mantenuto fermi i propri ideali di giustizia, ricordando i diritti delle tribu' native, ingannate, massacrate e discriminate per piu' di cinque secoli.
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Al termine dei loro mandati i Presidenti degli Usa ricevono una gran quantita' di richieste di liberta', di grazia.
Anche al termine del suo mandato il Presidente Obama ne ha firmate molte.
Mr Barack Obama, perche' non ha firmato la liberta' per il vecchio Leonard Peltier?
Avrebbe potuto farlo, era nei suoi poteri. Era l'unica persona al mondo che poteva liberarlo.
Secondo la legislazione statunitense, Peltier potra' uscire quando avra' oltre 90 anni.
Leonard Peltier rischia seriamente di morire in carcere. La sua e' una lenta condanna a morte.
Lei stesso, durante il suo mandato, ha riconosciuto che c'e' qualcosa che non va in una nazione che ha piu' di due milioni di persone in carcere e la piu' alta percentuale di detenuti rispetto alla propria popolazione.
Lei ha pianto a Robben Island nella cella di Nelson Mandela, ma si e' dimenticato della cella di Leonard Peltier.
Ha frustrato gli sforzi di migliaia di persone che si erano mobilitate in un gran crescendo, in tutto il mondo, sperando nel suo gesto, che non c'e' stato.
Riteniamo possibile che il nuovo presidente sia piu' sensibile?
Leonard Peltier e' il Nelson Mandela degli indiani d'America.
Che ci si attivi fin da subito per lo meno per il suo avvicinamento, attualmente e' in un carcere a piu' di 2000 km dalla sua gente.
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Questa la lettera inviata al sindaco di Milano
Caro sindaco Giuseppe Sala,
lei consegnera' le chiavi della citta' a Obama. Migliaia di persone applaudiranno e forse si commuoveranno, con nostalgia, di fronte all'ex presidente degli Usa.
Le chiediamo di compiere un grande atto politico che parli all'umanita', rispondendo al suo bisogno di giustizia: doni le chiavi della citta' di Milano a Leonard Peltier.
Nell'ottobre 2003 Mumia Abu-Jamal, condannato a morte negli Usa, e' stato nominato cittadino onorario della citta' di Parigi dal sindaco Bertrand Delanoe; nel 2005 la citta' di Saint-Denis ha deciso di intitolargli una via.
Liberta' per Leonard Peltier, liberta' per Mumia Abu-Jamal, liberta' per il gruppo dei Move (tutti in carcere da oltre 35 anni).
Il 23 agosto 1977 l'allora governatore del Massachusetts Dukakis ammise, a 50 anni dalla loro morte sulla sedia elettrica, che Nicola Sacco e Bartolomeo Vanzetti erano innocenti. Che non si aspetti tanto anche per questi uomini.
Milano 5 maggio 2017
Per adesioni o informazioni: Andrea De Lotto, cittadino milanese, del comitato di supporto a Leonard Peltier di Barcellona (Spagna): tel. 3490931155, e-mail: bigoni.gastone at gmail.com , siti: https://cslpbarcelona.wordpress.com/ , http://www.whoisleonardpeltier.info/
Fino alla mattina del 9 maggio 2017 queste le adesioni: Andrea De Lotto, insegnante, Milano; Nadia Bovino, insegnante, Milano; Valerio Colombaroli, Bussoleno; Vittorio Agnoletto, Milano; Rodrigo Andrea Rivas, Milano - Citta' di Castello; Rita Carloni, Milano; Paolo Beltrami, Milano; Lorenzo Beltrami, Milano; Marco Carloni, Milano; Amalia Navoni, Milano; Patrizia Cecconi, Presidente Associazione Oltre il Mare, onlus; Maria Antonia Arnau Puigvert, Barcellona; Nicoletta Negri, Milano; Giuseppe Natale, Anpi Crescenzago, Milano; Angelo Maria Di Naro, insegnante; Giorgio Langella, Vicenza; Piero e Lucia Santoni, Firenze; Lucio Gentili, Roma; Coro di Micene, Milano; Aldo Zanchetta; Brunella Fatarella; Chiara Zanchetta; Andrea Cegna; Giulio Di Meo, fotografo, Bologna; Martina Giordani, Bologna; Giorgio Trucchi, giornalista, Managua; Mario Agostinelli, presidente Energiafelice, Milano; Andrea Ferraris, disegnatore, Genova; Luciano Muhlbauer, Milano; Bianca Dacomo Annoni, Milano; Renato Darsie', Venezia; Stefano Buonamici, fotografo, Barcellona; Alberto Perino, Movimento NO TAV; Liliana Frascati; Elena Papa, insegnante, Milano; Marcello Fortuna; Franca Caffa, presidente comitato inquilini Molise Calvairate Ponti, Milano; Ruben Toms, Roma; Ettore Machieraldo, Biella; Milena Valli, Sondrio; Adalberto Belfiore; Chiara Maranzana, giornalista, Milano; Flavio Guidi, Brescia; Mariagiulia Agnoletto, presidente Salaam Ragazzi dell'Olivo, Milano; Nicoletta Manuzzato, Milano.
9. PER SAPERNE DI PIU'. "FARO DI ROMA": DA 45 ANNI IN CARCERE LEONARD PELTIER, IL NELSON MANDELA DEGLI INDIANI D'AMERICA (2021)
[Dal sito www.farodiroma.it riprendiamo il seguente articolo dell'8 febbraio 2021]
La sua storia ricorda quella di Nelson Mandela.
Quando aveva 32 anni lo accusarono di aver ucciso due agenti dell'FBI, ma i giudici stessi lo dissero: "Non abbiamo prove". Leonard Peltier e' in carcere da 45 anni perche' nativo d'America, perche' membro dell'American Indian Movement, quel movimento che cerco' negli anni '70 di difendere ancora una volta i diritti, la cultura, la terra, la lingua, le tradizioni degli indiani.
E' autore di una autobiografia preziosa, praticamente introvabile, "La mia danza del sole", ma che in parte si puo' leggere sul sito dei suoi sostenitori.
Peltier e' il simbolo della resistenza dei nativi, dei cosiddetti indiani d'America, i pellerossa, massacrati e ingannati per cinque secoli. Hitler dichiaro' pubblicamente il suo apprezzamento per come il governo degli Stati Uniti aveva risolto la "questione indigena". Una lezione che il regime nazista imparo'...
Ora che alla Casa Bianca c'e' un democratico riprende quota la speranza di una grazia. Clinton era al punto di firmare la sua liberazione alla fine del suo secondo mandato quando 500 agenti dell'FBI manifestarono sotto la residenza del presidente. Peltier dovrebbe uscire secondo la vergognosa "giustizia" Usa a 92 anni.
Nei giorni scorsi, in occasione del quarantacinquesimo anniversario della sua entrata in carcere cinquanta attivisti hanno manifestato davanti al consolato Usa di Milano gridando "Liberta' per Leonard Peltier, Free Leonard Peltier".
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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 127 del 29 giugno 2021
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