[Nonviolenza] La biblioteca di Zorobabele. 59



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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 59 del 22 aprile 2021

In questo numero:
1. Il 22 aprile e' la "Giornata della Terra" 2021. Quattro testi per la riflessione
2. Segnalazioni librarie
3. Un libro (da non perdere) per i settant'anni di Augusto Cavadi
4. Omero Dellistorti: Veridica soluzione ed autentico disvelamento dell'abominevole segreto e fin qui impenetrabile mistero di Augusto Cavadi

1. I COMPITI DELL'ORA. IL 22 APRILE E' LA "GIORNATA DELLA TERRA" 2021. QUATTRO TESTI PER LA RIFLESSIONE

Ricorre il 22 aprile la "Giornata della Terra", promossa dall'Onu per convocare l'umanita' intera all'impegno per il persuaso rispetto e l'attiva difesa dell'intero mondo vivente, e quindi di noi stessi essere umani che ne siamo parte, abitanti e custodi.
In questa occasione riproponiamo alcuni testi che vorremmo sperare possano essere utili alla comune riflessione:
- dieci tesi che gia' diffondemmo un anno fa;
- Vandana Shiva: "Principi costitutivi di una democrazia della comunita' terrena", un testo prezioso che abbiamo gia' piu' volte diffuso in passato;
- la segnalazione di un'iniziativa promossa da Raniero La Valle, Luigi Ferrajoli ed altre illustri personalita' per una "Costituente della Terra" che impegni ogni essere umano ed ogni umano istituto ad agire per la salvezza comune;
- la "Carta programmatica" del Movimento Nonviolento, un documento di riferimento per ogni persona di volonta' buona.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Solo facendo il bene ci si oppone al male.
Solo la nonviolenza si oppone alla violenza.
Chi salva una vita salva il mondo.
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DIECI TESI PER LA "GIORNATA DELLA TERRA"

"Non far nulla con violenza"
(Diels-Kranz, I presocratici. Testimonianze e frammenti, 10, 3.a Cleobulo di Lindo, 11)

"La giustizia sociale, la protezione della natura e la salvezza dell'umanita'
saranno possibili solo attraverso gli orti comuni,
i filatoi a mano, le biciclette, i pannelli solari,
la riforestazione, l'economia del dono e della condivisione,
la fine delle guerre e di tutte le uccisioni,
la fine del razzismo e di tutte le persecuzioni,
la fine del maschilismo e di tutte le oppressioni,
condividere il pane, aprire le porte, accudire il bisognoso,
sentire e trattare gli altri e il mondo con riconoscimento e con riconoscenza,
tenere pulita la casa e la soglia di casa:
tutto il mondo e' la soglia di casa, tu sei la casa, tu sei tutte e tutti"
(Diels-Kranz-Raskolnikov, Supplemento a I presocratici. Testimonianze e frammenti, 10, 5.a Misone di Chene, 3,14)

1. Quello che farai al mondo, il mondo lo fara' a te.
2. Non si guarisce da soli, si guarisce insieme.
3. Non si prende cura del mondo vivente chi non si prende cura della persona che ha piu' vicino, e non si prende cura della persona che ha piu' vicino chi non capisce che ogni persona e' il suo prossimo. Siamo un'unica umana famiglia in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera, un unico mondo vivente di cui siamo insieme parte e custodi.
4. Si puo' spegnere il fuoco col fuoco? Solo facendo il bene si estingue il male, solo con la nonviolenza si contrasta la violenza, solo salvando le vite ci si oppone alla morte.
5. Solo abolendo le guerre si abolisce la fame, solo facendo cessare la rapina cessa la poverta'.
6. O si producono armi o si produce salute.
7. La natura ci parla, chi ha orecchi per intendere intenda: l'epidemia in corso e' un ultimatum.
8. La strage in corso non e' soltanto esito di un virus, e' soprattutto effetto di un'economia disumana e di una politica prona a quella disumanita'.
9. Passare dall'economia dello sfruttamento e dello sperpero all'economia della sobrieta' e del dono; passare dall'appropriazione privata alla condivisione del bene e dei beni; passare dal disperato egoismo alla civile convivenza; passare dalla logica dello sfruttamento e dell'alienazione alla logica dell'accudimento e della liberazione. Umanizzare l'umanita' riconoscendo il diritto di ogni essere umano e dell'intero mondo vivente alla vita, alla dignita' e alla solidarieta'.
10. Salvare le vite e' il primo dovere. Chi salva una vita salva il mondo.
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VANDANA SHIVA: PRINCIPI COSTITUTIVI DI UNA DEMOCRAZIA DELLA COMUNITA' TERRENA
[Riproponiamo una volta ancora il seguente testo estratto dall'introduzione del libro di Vandana Shiva, Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006, alle pp. 16-19.
Vandana Shiva, scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti istituti di ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni Unite, impegnata non solo come studiosa ma anche come militante nella difesa dell'ambiente e delle culture native, e' oggi tra i principali punti di riferimento dei movimenti ecologisti, femministi, nonviolenti, di liberazione dei popoli, di opposizione a modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia di operazioni e programmi scientifico-industriali dagli esiti pericolosissimi. Tra le opere di Vandana Shiva: Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino 1990; Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995; Biopirateria, Cuen, Napoli 1999, 2001; Vacche sacre e mucche pazze, DeriveApprodi, Roma 2001; Terra madre, Utet, Torino 2002 (edizione riveduta di Sopravvivere allo sviluppo); Il mondo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano 2002; Le guerre dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003; Le nuove guerre della globalizzazione, Utet, Torino 2005; Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006; India spezzata, Il Saggiatore, Milano 2008; Dalla parte degli ultimi, Slow Food, 2008; Ritorno alla terra, Fazi, Roma 2009; Campi di battaglia, Edizioni Ambiente, Milano 2009; Semi del suicidio, Odradek, Roma 2009; Fare pace con la Terra, Feltrinelli, Milano 2012; Storia dei semi, Feltrinelli, Milano 2013; Chi nutrira' il mondo? Manifesto per il cibo del terzo millennio, Feltrinelli, Milano 2015; Il mondo del cibo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano 2015]
1. Tutte le specie, tutti gli esseri umani e tutte le culture possiedono un valore intrinseco.
Tutti gli esseri viventi sono soggetti dotati di intelligenza, integrita' e di un'identita' individuale. Non possono essere ridotti al ruolo di proprieta' privata, di oggetti manipolabili, di materie prime da sfruttare o di rifiuti eliminabili. Nessun essere umano ha il diritto di possedere altre specie, altri individui, o di impadronirsi dei saperi di altre culture attraverso brevetti o altri diritti sulla proprieta' intellettuale.
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2. La comunita' terrena promuove la convivenza democratica di tutte le forme di vita.
Siamo membri di un'unica famiglia terrena, uniti gli uni agli altri dalla fragile ragnatela della vita del pianeta. Pertanto e' nostro dovere assumere dei comportamenti che non compromettano l'equilibrio ecologico della Terra, nonche' i diritti fondamentali e la sopravvivenza delle altre specie e di tutta l'umanita'. Nessun essere umano ha il diritto di invadere lo spazio ecologico di altre specie o di altri individui, ne' di trattarli con crudelta' e violenza.
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3. Le diversita' biologiche e culturali devono essere difese.
Le diversita' biologiche e culturali hanno un valore intrinseco che deve essere riconosciuto. Le diversita' biologiche sono fonti di ricchezza materiale e culturale che pongono le basi per la sostenibilita'. Le differenze culturali sono portatrici di pace. Tutti gli esseri umani hanno il dovere di difendere tali diversita'.
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4. Tutti gli esseri viventi hanno il diritto naturale di provvedere al loro sostentamento.
Tutti i membri della comunita' terrena, inclusi gli esseri umani, hanno il diritto di provvedere al loro sostentamento: hanno diritto al cibo e all'acqua, a un ambiente sicuro e pulito, alla conservazione del loro spazio ecologico. Le risorse vitali necessarie per il sostentamento non possono essere privatizzate. Il diritto al sostentamento e' un diritto naturale perche' equivale al diritto alla vita. E' un diritto che non puo' essere accordato o negato da una nazione o da una multinazionale. Nessun paese e nessuna multinazionale ha il diritto di vanificare o compromettere questo genere di diritto, o di privatizzare le risorse comuni necessarie alla vita.
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5. La democrazia della comunita' terrena si fonda su economie che apportano la vita e su modelli di sviluppo democratici.
La realizzazione di una democrazia della comunita' terrena presuppone una gestione democratica dell'economia, dei piani di sviluppo che proteggano gli ecosistemi e la loro integrita', provvedano alle esigenze di base di tutti gli esseri umani e assicurino loro un ambiente di vita sostenibile. Una concezione democratica dell'economia non prevede l'esistenza di individui, specie o culture eliminabili. L'economia della comunita' terrena e' un'economia che apporta nutrimento alla vita. I suoi modelli sono sempre sostenibili, differenziati, pluralistici, elaborati dai membri della comunita' stessa al fine di proteggere la natura e gli esseri umani e operare per il bene comune.
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6. Le economie che apportano la vita si fondano sulle economie locali.
Il miglior modo di provvedere con efficienza, attenzione e creativita' alla conservazione delle risorse terrene e alla creazione di condizioni di vita soddisfacenti e sostenibili e' quello di operare all'interno delle realta' locali. Localizzare l'economia deve diventare un imperativo ecologico e sociale. Si dovrebbero importare ed esportare soltanto i beni e i servizi che non possono essere prodotti localmente, adoperando le risorse e le conoscenze del luogo. Una democrazia della comunita' terrena si fonda su delle economie locali estremamente vitali, che sostengono le economie nazionali e globali. Un'economia globale democratica non distrugge e non danneggia le economie locali, non trasforma le persone in rifiuti eliminabili. Le economie che sostengono la vita rispettano la creativita' di tutti gli esseri umani e producono contesti in grado di valorizzare al massimo le diverse competenze e capacita'. Le economie che apportano la vita sono differenziate e decentralizzate.
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7. La democrazia della comunita' terrena e' una democrazia che tutela la vita.
Una democrazia che tutela la vita si fonda sul rispetto democratico di ogni forma vivente e su un comportamento democratico da adottare gia' a partire dalla quotidianita'. Ogni soggetto coinvolto ha il diritto di partecipare alle decisioni da prendere in merito al cibo, all'acqua, alla sanita' e all'istruzione. Una democrazia che tutela la vita cresce dal basso verso l'alto, al pari di un albero. La democrazia della comunita' terrena si fonda sulle democrazie locali, lasciando che le singole comunita' costituite nel rispetto delle differenze e delle responsabilita' ecologiche e sociali abbiano pieni poteri decisionali riguardo all'ambiente, alle risorse naturali, al sostentamento e al benessere dei loro membri. Il potere viene delegato ai livelli esecutivi piu' alti applicando il principio della sussidiarieta'. La democrazia della comunita' terrena si fonda sull'autoregolamentazione e sull'autogoverno.
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8. La democrazia della comunita' terrena si fonda su culture che valorizzano la vita.
Le culture che valorizzano la vita promuovono la pace e creano degli spazi di liberta' per consentire il culto di religioni diverse e l'espressione di diverse fedi e identita'. Tali culture lasciano che le differenze culturali si sviluppino proprio a partire dalla nostra umanita' e dai nostri comuni diritti in quanto membri della comunita' terrena.
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9. Le culture che valorizzano la vita promuovono lo sviluppo della vita stessa.
Le culture che valorizzano la vita si fondano sul riconoscimento della dignita' e sul rispetto di ogni forma di vita, degli uomini e delle donne di ogni provenienza e cultura, delle generazioni presenti e di quelle future.
Sono culture ecologiche che non producono stili di vita distruttivi o improntati al consumismo, basati sulla sovrapproduzione, sullo spreco o sullo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali. Le culture che valorizzano la vita sono molteplici, ma ispirate da un comune rispetto per il vivente. Riconoscono la compresenza di identita' diverse che condividono lo spazio comune della comunita' locale e danno voce a un sentimento di appartenenza che correla i singoli individui alla terra e a tutte le forme di vita.
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10. La democrazia della comunita' terrena promuove un sentimento di pace e solidarieta' universale.
La democrazia della comunita' terrena unisce tutti i popoli e i singoli individui sostenendo valori quali la cooperazione e l'impegno disinteressato, anziche' separarli attraverso la competizione, il conflitto, l'odio e il terrore. In alternativa a un mondo fondato sull'avidita', sulla diseguaglianza e sul consumismo sfrenato, questa democrazia si propone di globalizzare la solidarieta', la giustizia e la sostenibilita'.
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"COSTITUENTE DELLA TERRA": LA LEZIONE DELLA PANDEMIA
[Dalle persone amiche della "Costituente della Terra" (per contatti: sito: www.costituenteterra.it, email: notizieda at costituenteterra.com, progettopartitodellaterra at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]
Carissimi,
prima che sia troppo tardi l'umanita' deve raccogliere la lezione della pandemia e decidere come provvedere a far continuare la vita sulla Terra.
E' questo l'ulteriore e decisivo movente che anima l'iniziativa di una Costituzione della Terra, che e' il fine per cui tutti insieme abbiamo dato vita all'Associazione "Costituente Terra". Il blocco delle attivita' ha impedito finora lo svolgimento delle iniziative in presenza che erano state previste, a cominciare da quelle della Scuola, ma non ha impedito ne' l'attivita' dei siti www.costituenteterra.it e http://labibliotecadialessandria.costituenteterra.it/ , ne' il varo della collana "Materiali per una Costituzione della Terra" (Giappichelli Editore) di cui e' uscito il primo titolo "Perche' una Costituzione della Terra?" di Luigi Ferrajoli.
Nello stesso tempo e' stato predisposto un progetto di Costituzione della Terra, che a cura dello stesso Ferrajoli sara' presentato nell'Assemblea di "Costituente Terra" convocata, come gia' annunziato, per sabato 8 maggio pv alle ore 11 (in seconda convocazione).
La pandemia, concentrando su di se' tutta la cura del mondo, ha distolto l'attenzione da altre urgenze gia' presenti prima di essa e da questa aggravate. Basta pensare all'innalzamento delle acque atteso in conseguenza della crisi climatica quando, come dice un documento "People and Oceans" delle Nazioni Unite, circa 145 milioni di persone vivono entro un metro sopra l'attuale livello del mare e quasi due terzi delle citta' del mondo, con una popolazione di oltre 5 milioni di abitanti, si trovano in aree soggette al rischio di innalzamento di tale livello, mentre quasi il 40% della popolazione mondiale vive entro 100 km da una costa. E basta pensare al solo problema dello smaltimento delle acque contaminate dalle centrali nucleari sinistrate, come quella di Fukushima (per non parlare delle bombe atomiche), che diventeranno inoffensive solo fra 24.000 o addirittura milioni di anni, per comprendere la portata delle questioni da affrontare ormai tutti insieme.
Intanto in piena pandemia mentre lasciava attoniti lo spettacolo di un gran numero di vittime ogni giorno inumate in forme collettive nel sud del Brasile come nel nord dell'Italia, si dava lo scandalo, come lo definiva il papa nel suo messaggio pasquale, del rincrudirsi delle guerre e diffondersi delle armi nel confermato esercizio della lotta di tutti contro tutti; e mentre la ragione suggeriva l'immediata mondializzazione dei vaccini, enormi profitti derivanti dai loro brevetti e dall'esplodere delle tecnologie informatiche venivano spartiti nell'indiscussa obbedienza alla sovranita' dei mercati.
La lezione sta nel fatto che senza una rivoluzione del sistema di governo e una conversione della maggioranza dei cuori tali sfide letali alla sopravvivenza del mondo e alla continuita' della storia non possono essere affrontate.
Questa e' la posta in gioco della Costituzione della Terra che sara' presentata nella prossima Assemblea e aperta ai commenti e alle proposte di modifica da parte di tutti, secondo le modalita' che in quella sede saranno convenute. Quanti intendono partecipare o assistere all'Assemblea e non l'abbiano ancora fatto ne possono chiedere il link rispondendo a questa newsletter. Chi non ha ancora rinnovato l'adesione all'Associazione e i nuovi soci che vogliano aggiungersi possono farlo usando per il relativo contributo l'IBAN IT94X0100503206000000002788 (dall'estero BIC BNLIITRR) intestato a “Costituente Terra”. Per la quota richiesta rimandiamo a quanto enunciato nell'appello fondativo "Perche' la storia continui", che ne motivava la misura significativa di 100 euro, lasciando pero' a ciascuno piena liberta' di versare una somma diversa.
Il lavoro per giungere alla promulgazione di una Carta della Terra da parte dell'ONU impegnera' i prossimi mesi o anche anni. E' evidente che si trattera' di una Costituzione ben altra rispetto a quelle conosciute, che finora non hanno dovuto ne' istituire un demanio planetario, ne' una fiscalita' mondiale, ne' mettere fuori commercio beni illeciti, ne' abolire eserciti e armi.
Pero' tutti siamo invitati a farcene costituenti.
Come anticipazione ai lavori dell'Assemblea trascriviamo qui l'incipit e i primi articoli del relativo progetto:
Incipit
Noi, popoli della Terra, che nel corso delle ultime generazioni abbiamo accumulato armi micidiali in grado di distruggere piu' volte l'umanita', abbiamo devastato l'ambiente naturale e messo in pericolo, con le nostre attivita' produttive, l'abitabilita' del nostro pianeta, consapevoli della catastrofe ecologica che incombe sulla Terra, del nesso che lega la sopravvivenza dell'umanita' e la salvaguardia del pianeta e del rischio che, a causa delle nostre aggressioni alla natura, il genere umano, per la prima volta nella storia, possa avviarsi all'estinzione; decisi a salvare la Terra e le generazioni future dai flagelli dello sviluppo insostenibile, delle guerre, dei dispotismi, della crescita della poverta' e della fame, che hanno gia' provocato devastazioni irreversibili al nostro ambiente naturale, milioni di morti ogni anno, lesioni gravissime della dignita' delle persone e un'infinita' di indicibili privazioni e sofferenze; decisi a vivere insieme, nessuno escluso, in pace, senza armi d'offesa, senza fame omicida ne' sete ne' essere separati da muri ostili; decisi a garantire un futuro alla specie umana e alle altre specie viventi, a realizzare l'uguaglianza nei diritti fondamentali e la solidarieta' tra tutti gli esseri umani e ad assicurare loro le garanzie della vita, della dignita', delle liberta', della salute, dell'istruzione e dei minimi vitali, promuoviamo un processo costituente della Federazione della Terra, aperto all'adesione di tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite e finalizzato alla stipulazione di questo patto di convivenza pacifica e di mutuo aiuto:
Titolo primo: Principi supremi.
Art. 1 - La Terra e' un pianeta vivente, una perla dell'universo, casa comune degli esseri umani, delle piante e di una grande quantita' di animali, sede di storia e di lavoro, del diritto e della scienza, di amori e di illimitate speranze. Essa appartiene a tutti gli esseri viventi: agli esseri umani, agli animali e alle piante. Appartiene anche alle generazioni future, alle quali la generazione presente ha il dovere di garantire la continuita' della storia quale condizione della loro stessa messa al mondo e sopravvivenza.
L'umanita' fa parte della natura. La vita e la salute del genere umano dipendono dalla vitalita' e dalla salute del mondo naturale e degli altri esseri viventi, animali e vegetali, che insieme agli esseri umani formano una famiglia accomunata da una stessa origine e da una globale interdipendenza.
Art. 2 – I fini della Federazione della Terra sono:
- garantire la vita presente e futura sul nostro pianeta in tutte le sue forme e, a questo fine, porre termine alle emissioni di gas serra e al conseguente riscaldamento climatico, alle deforestazioni, alle desertificazioni e agli inquinamenti dell'aria, dell'acqua e del suolo;
- mantenere la pace e la sicurezza internazionale e, a questo fine, mettere al bando tutte le armi, nucleari e convenzionali, sopprimere gli eserciti nazionali e realizzare, in capo alla Federazione della Terra, il monopolio della forza, limitato alle sole armi necessarie alle funzioni di polizia;
- promuovere fra i popoli rapporti amichevoli di solidarieta' e di cooperazione nella soluzione dei problemi globali di carattere ecologico, politico, economico, sociale e culturale e, a questo fine, garantire l'uguale dignita' di tutte le persone e la conservazione e la tutela di tutti i beni vitali;
- realizzare l'uguaglianza di tutti gli esseri umani nei diritti fondamentali e, a questo fine, introdurre, in capo ad adeguate istituzioni globali di garanzia, idonee funzioni consistenti negli obblighi di prestazione e nei divieti di lesione che a tali diritti corrispondono quali loro garanzie.
Art. 3 - La dignita' della persona umana e' inviolabile. E' dovere di tutti rispettarla e tutelarla. Nella ricchezza delle loro differenze, che questa Costituzione ha il compito di tutelare, gli esseri umani costituiscono un'indivisibile famiglia umana, quali soggetti uguali in dignita' e diritti, titolari di beni comuni e responsabili in solido della vita sulla Terra e del dovere di conservarla, promuoverla e trasmetterla da una generazione all'altra.
Art. 4 - Tutti gli esseri umani sono uguali in dignita'. La loro pari dignita' impone il diritto di ciascuno al rispetto e all'esplicazione di tutte le proprie differenze personali – di sesso, di nascita, di nazionalita', di lingua, di religione, di convinzioni, di opinioni politiche e di ogni altro elemento della propria identita' – e alla massima riduzione delle loro disuguaglianze economiche e sociali.
Art. 5 -Tutti gli esseri umani sono cittadini della Terra. Tutti sono dotati, dal momento della nascita, di personalita' e di capacita' giuridica. Nessuno puo' essere privato della personalita', della capacita' giuridica o del nome.
Tutti acquistano la capacita' d'agire con la maggiore eta', stabilita al compimento del diciottesimo anno.
Art. 6 - La fraternita' e' la forma primaria dei rapporti tra i membri della famiglia umana. Tutti gli esseri umani e tutte le pubbliche istituzioni sono tenuti ai doveri di solidarieta' economica, sociale e politica.
Seguono altri 94 articoli.
Con i più cordiali saluti
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Il Nostro indirizzo email: notizieda at costituenteterra.com
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LA "CARTA PROGRAMMATICA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
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Per contattare e sostenere il Movimento Nonviolento e la storica rivista "Azione Nonviolenta":
a) Per informazioni e contatti con il Movimento Nonviolento:
Movimento Nonviolento, sezione italiana della W.R.I. (War Resisters International - Internazionale dei resistenti alla guerra)
Sede nazionale e redazione di "Azione nonviolenta": via Spagna 8, 37123 Verona (Italy)
Tel. e fax (+ 39) 0458009803 (r.a.)
E-mail: azionenonviolenta at sis.it
Siti: www.nonviolenti.org, www.azionenonviolenta.it
Per destinare il 5x1000 al Movimento Nonviolento: codice fiscale 93100500235
Per sostegno e donazioni al Movimento Nonviolento: Iban IT35 U 07601 11700 0000 18745455.
2. sostenendo la rivista mensile del Movimento Nonviolento, "Azione Nonviolenta".
b) Per informazioni e contatti con la rivista "Azione Nonviolenta":
Direzione e amministrazione: via Spagna 8, 37123 Verona, tel. e fax: 0458009803 (da lunedi' a venerdi': ore 9-13 e 15-19); e-mail: an at nonviolenti.org ; sito: www.azionenonviolenta.it
Per abbonarsi ad "Azione nonviolenta" inviare 32 euro sul ccp n. 18745455 intestato al Movimento Nonviolento, via Spagna 8, 37123 Verona (Iban: IT 35 U 07601 11700 000018745455).
Direttamente dal sito azionenonviolenta.it tramite il bottone E-shop.
Abbonamento solo in formato elettronico, 20 euro.
E' possibile chiedere una copia omaggio, inviando una e-mail all'indirizzo an at nonviolenti.org scrivendo nell'oggetto "copia di 'Azione nonviolenta'".

2. SEGNALAZIONI LIBRARIE

- Augusto Cavadi, L'arte di essere maschi libera/mente. La gabbia del patriarcato, Di Girolamo Editore, Trapani 2020, pp. 160, euro 13,90.
- Augusto Cavadi, Ne' Principi azzurri ne' Cenerentole. Le relazioni di "genere" nella societa' del futuro, Di Girolamo Editore, Trapani 2021, pp. 80, euro 8.

3. REPETITA IUVANT. UN LIBRO (DA NOn PERDERE) PER I SETTANT'ANNI DI AUGUSTO CAVADI

La casa editrice Il pozzo di Giacobbe del benemerito editore Crispino Di Girolamo ha pubblicato un volume di scritti in onore di Augusto Cavadi in occasione del settantesimo suo genetliaco.
Alla Festschrift hanno contribuito molte persone amiche del filosofo militante palermitano, e tra esse figure di primissimo piano della lotta contro la mafia, della riflessione teologica e filosofica, dell'impegno morale e civile, della cultura e dell'azione nonviolenta.
Il volume, di autori vari, s'intitola "Chi cerca... cerca. Un profilo a tutto tondo di Augusto Cavadi", Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2020, pp. 224, euro 20. E' curato da Crispino Di Girolamo e da Sylwia Proniewicz, e reca scritti di Crispino Di Girolamo, Maria D’Asaro, Maria Di Carlo, Francesco Dipalo, Tina e Salvatore Fricano, Giorgio Gagliano, Pietro e Anna Spalla, Elio Rindone, Umberto Santino ed Anna Puglisi, Bruno Vergani, Cosimo Scordato, Andrea Cozzo, Alberto Giovanni Biuso, Anna Carfora e Sergio Tanzarella, Valerio Gigante e Luca Kocci, Francesco Cortimiglia, Fabrizio Mandreoli, Davide Miccione, Mario Trombino, Neri Pollastri, Orlando Franceschelli, Maurizio Pancaldi, Giuseppe Ventimiglia, tutti assai degni di lettura, taluni fin commoventi nel rievocare vicende di amicizia e d'impegno comune, altri ricostruttivi dell'opera teorica e pratica di Augusto Cavadi, altri ancora a lui dedicati e volti ad approfondire temi teologici e filosofici sui quali lo stesso Cavadi ha dato contributi egregi.
Duole dirlo, vi e anche uno scrittarello del nostro collaboratore Omero Dellistorti che non perde occasione per dare una volta di piu' il peggio di se'; e proprio il suo contributo al collettaneo volume piu' sotto proponiamo.
E' un libro che consigliamo vivamente a chi ci legge, vi si trovano questioni e persone, esperienze e riflessioni, memorie e visioni, che ci stanno molto a cuore.
Di Augusto Cavadi che dire? Che e' una figura di molti meriti e di una generosita' che assomiglia alle cascate del Niagara (all'immagine eidetica delle cascate del Niagara: un gigantesco e incessante dono di acque che al nostro deserto recano a un tempo refrigerio e soccorso, meraviglia e vitalita'). Chi non lo conoscesse, visiti il suo sito www.augustocavadi.com, vi trovera' cose che illuminano e riscaldano, preziose e nutrienti.
Per richiedere il libro scrivere o telefonare all'editore, l'infaticabile, ammirevole Crispino Di Girolamo: Cortile San Teodoro 3, 91100 Trapani, tel. 0923873942, fax: 0923540339, e-mail: info at ilpozzodigiacobbe.it, sito: www.ilpozzodigiacobbe.it

4. REPETITA IUVANT. OMERO DELLISTORTI: VERIDICA SOLUZIONE ED AUTENTICO DISVELAMENTO DELL'ABOMINEVOLE SEGRETO E FIN QUI IMPENETRABILE MISTERO DI AUGUSTO CAVADI
[Da AA. VV., Chi cerca... cerca. Un profilo a tutto tondo di Augusto Cavadi, Il pozzo di Giacobbe, Trapani 2020, pp. 224]

Non so se sono autorizzato a rivelare quest'orribile segreto, a sciogliere questo enigma metuendo, ma la verita' innanzitutto (amicus Plato, sed magis veritas) e poi sia quel che sia, un patriota non puo' esimersi dai suoi doveri, e tra i suoi doveri il primo e' quello di denunciare i complotti cattocomunisti, le congiure bolsceviche, le mene libertine e volterriane: Augusto Cavadi sono otto gemelli che fingono di essere una sola persona.
L'ho sempre sospettato, ma la conferma l'ho avuta navigando (navigare necesse est) nel sito www.augustocavadi.com
C'e' un Augusto Cavadi che fa il professore (povere le giovani menti dei suoi sventurati allievi), il pubblicista (che limacciosamente annerendo ogni immacolata superficie fluvialmente scrive sui quaderni e sui registri scolastici, sulle buste della spesa, sui fogli dei giornali, sulle riviste e sui bollettini, sui libelli e le dispense, sui siti internet e magari anche sui muri dei servizi igienici delle stazioni), il volontario (partecipera' ad almeno otto miliardi di associazioni di disturbatori della quiete pubblica), il militante antimafia (e ti pareva: non finira' dunque mai questa eterna diffamazione nei confronti di chi fa girare l'economia, garantisce la mobilita' sociale dei meritevoli, tiene in riga il popolo basso e sopperisce a tutte le deficienze dello stato ladrone e pelandrone?). E gia' questo basterebbe e avanzerebbe per porsi una domandina semplice semplice: come puo' riuscire una sola persona a giocare tante parti in commedia, neanche fosse Fantomas, neanche fosse Fregoli: dove lo trova il tempo? Non ce l'ha anche una vita normale? Non si deve tagliare le unghie, andare dal barbiere, lucidarsi le scarpe, giocare la schedina? Non la guarda la televisione? Non li segue il calcio e i varieta'? Non ci va in vacanza o al bar? Non ci gioca a dama e a bocce? Andiamo, qui c'e' sotto qualcosa di strano, di inquietante, di barbarico ed antipatriottico; lo vedrebbe anche un cieco, figurarsi un occhio attento.
Ma poi c'e' anche un Augusto Cavadi che fa il filosofo, il teologo, il pedagogista, il moralista, il politologo, il signor So-tutto-io: e chi si crede di essere, Tommaso d'Aquino? Archimede Pitagorico? Mike Bongiorno? Quello svevo fissato con l'Aufhebung?
Poi c'e' un altro Augusto Cavadi che dopo averne combinate piu' di Carlo in Francia, dopo aver fatto piu' danni di Campanella e Babeuf messi insieme, organizza ogni par di settimane certe "cenette filosofiche", come le chiama lui: me le immagino, magari con Anthelme Brillat-Savarin, Pellegrino Artusi e Gianni Brera. Che stanno ancora all'antipasto e gia' sono ciucchi che bisogna chiamare la buoncostume per farli smettere di stonare a squarciagola "Quindici uomini sulla cassa del morto", "La societa' dei magnaccioni", "Sciuri sciuri", "An die Freude" e "L'Internazionale".
Poi c'e' un certo Augusto Cavadi che una volta al mese conciona alla "Casa dell'equita' e della bellezza", che non so che posto sia ma suggerirei al bargello di tenerlo d'occhio, dal nome pare uno di quei posti frequentati da Maupassant e da Dostoevskij, non so se mi spiego.
E non vogliamo dir niente dell'Augusto Cavadi che sempre una volta al mese a casa sua conversa di "teologia critica" dopo il pasto serale e relative libagioni fin verso mezzanotte? Che vorrei proprio sapere quale sia il tasso alcolemico dei membri del colto cenacolo, e una vocina mi dice che se tanto mi da' tanto il nume tutelare di tale inclita congrega altri non e' che quel tal poeta francese dalla parrucca azzurra esperto in paradisi artificiali, o quel tedesco che abbracciava le statue o quell'altro tedesco che si sbaciucchiava i cavalli a Torino, e si e' visto che fine hanno fatto. "Teologia critica", ma dico, una volta la legge umana e divina non le puniva certe cose? Si comincia con la teologia critica (e magari dialettica) e si finisce con Victor Eremita, Gregorio Samsa, Meursault, col nudismo, il libero amore e la socializzazione dei mezzi di produzione.
Infine, sempre una volta al mese, ora di qua ora di la' (evidentemente per far perdere le tracce a chi in pro del pubblico bene, dell'ordine e della morale ha il dovere d'ufficio di sorvegliare lui e i suoi sodali), c'e' un Augusto Cavadi che discetta di "spiritualita' laica", che gia' solo l'ossimorica denominazione fa capire l'intento sovversivo (come quel Capitini e quel Dolci che al casellario centrale non bastavano piu’ i faldoni) e i relativi profili psichiatrici e criminologici che avrebbero fatto la gioia di Lombroso.
E poi, non vorrei dimenticarlo, c'e' l'Augusto Cavadi socio fondatore della Scuola di formazione etico-politica "Giovanni Falcone", intitolata a un notorio persecutore di onorati galantuomini che si facevano solo gli affari loro e che aspiravano come ogni persona dabbene a progredire in societa' senza falsi buonismi e sciocche ipocrisie.
E ancora, last but not least, l'Augusto Cavadi socio di una fantomatica Associazione italiana per la consulenza filosofica, che non solo ha un nome impronunciabile che comincia per "Fro" (ma lo scrivono "Phro", che le sanno tutte le callide trovate i mestatori internazionalisti e incendiari) che come minimo sara' una parolaccia sconcia in turcomanno o in ostrogoto, ma che ha anche per ragione sociale - a voler parlar pulito e senza offesa per nessuno - un binomio a cui nessuna persona assennata saprebbe dare un senso decente, un ragionevole significato: "consulenza filosofica"; e da quando in qua una roba da perdigiorno acchiappanuvole (a voler essere ingenui come educande, che' gia' Aristofane - dico: Aristofane, mica l'ultima delle comparse dell'Ambra-Jovinelli - dimostro' essere attivita' fraudolenta e truffaldina) potrebbe esser atta a consigliare o consolare qualcuno? Ma queste sono parole in liberta', raggiri belli e buoni, soperchierie da lestofanti, ciarpame di un gabbamondo epigono di Majakovskij e Duchamp con cent'anni di ritardo a voler essere benevoli (e non vedo proprio perche' si dovrebbe essere benevoli con certa gente).
Li avete contati? Sono otto. E ditemi voi se e' possibile che una persona (e non dico certo una persona perbene) possa condurre non dico tre, ma neppure due, ma neppure una di queste esistenze, o possa svolgere contemporaneamente piu' d'una di tali funamboliche allucinate dissennate scellerate attivita'. A meno di avere una grave, gravissima patologia mentale, e non fatemi dire altro.
Adesso non vorrei rischiare una querela per diffamazione (che la protervia di certi mascalzoni eversori e loici astarotti e' immensa come la loro sfacciataggine), ma questi otto messeri che tutti si firmano Augusto Cavadi le pagano tutti le tasse, o fingono di essere una sola persona e quindi ci sono ben sette evasori? Eh? Lo vogliamo fare un controllino? Dorme la Finanza? E' appisolata la Benemerita? Dormicchia la Squadra Mobile? La piantassero di dare fastidio a chi fa girare l'economia e garantisce urbi et orbi l'approvvigionamento delle sostanze che rendono felice l'infelice umanita', e si occupassero piuttosto dei sovversivi come il clan degli Augusti Cavadi o come quell'immigrato clandestino figlio di emigrati clandestini che siede nientepopodimenoche' sul soglio di Pietro e che ne dice certe, ma certe, che neanche Mazzini, Marx e Bakunin in combutta tra loro quando fanno a chi le spara piu' grosse, e vorrei vedere se ce li ha i documenti in regola, lo vogliamo fare un controllino anche li'? Eh? C'e' o non c'e' lo stato di diritto? Sara' ora o no di ripristinare lo stato etico?
Non solo: ma vi e' mai capitato di sfogliarli i libelli di questi messeri che abusano dell'omonimia augustea-cavadiana? Perche' l'orda grafomane degli Augusti Cavadi di libracci ereticali e anarchici ne spaccia piu' delle presunte tipografie di Amsterdam ai tempi del nipote di Rameau; e se appena appena ne scorrete gli argomenti o i titoli vi accorgete subito subito che questi Augusti Cavadi, via, come minimo sono degli sporcaccioni, dei pervertiti, degli assatanati senza rispetto per niente e nessuno, come tutti i sovversivi del resto, come quel tafano alopecense, come quel Barucco di professione tagliavetri e per diletto eretico in tutte le religioni, come quel Foierbacco che il padre era tanto una brava persona, come quell'Anna con un'acca all'inizio e una alla fine del nome che calunniava i solerti funzionari e insolentiva fulgide idee e luminose virtu' come il totalitarismo, il razzismo, l'imperialismo, il colonialismo e il nazionalismo. Roba dell'altro mondo. Ma torniamo agli Augusti Cavadi, sentite un po' qua.
Un libro e' intitolato "Strappare una generazione alla mafia". E non e' violenza questa? Si vuole negare alla mafia il diritto umano e universale a crescere e moltiplicarsi? E' parlare da cristiani, questo?
Un altro libro e' intitolato "Filosofare in carcere": che dimostra ad abundantiam come l'autore lo sappia fin troppo bene quale sia il posto giusto per gente come lui.
Un altro libro ancora ha per sottotitolo "La gabbia del patriarcato": e da quando in qua si possono insultare impunemente i patriarchi? Non ce lo sanno gli Augusti Cavadi riuniti che il fondamento del diritto e' il diritto romano, e il fondamento del diritto romano e' il potere di vita e di morte da parte del pater familias? Ecco che succede a non coltivare le patrie lettere e le gesta imperiali. E le pubbliche autorita' fanno finta di niente?
Non voglio aggiungere altro, ma il Cavadi, ovvero i Cavadi riuniti e nascosti l'un dietro l'altro, questo signor uno-nessuno-e-centomila, questa one-man-band, questa sinagoga di gioachimiti e durrutiani, se la prende sempre con la mafia, come se non lo sapesse che alla mafia l'economia italiana deve tutto; se la prende con i preti pedofili, che ci avranno diritto pure loro a torturare qualcuno o devono solo e sempre fare i bravi? E che sono, Superman? Se la prende con i patrioti della Lega che portano il fardello dell'uomo bianco, difendono il nostro paese e l'italica stirpe dalle razze inferiori nonche' schiave di Roma per natura, e garantiscono nutrimento pregiato al pesce azzurro proibendo di soccorrere i naufraghi nel Mediterraneo.
E mentre gli Augusti Cavadi, questa balzacchiana trista e proliferante congrega, spargono il loro veleno contro la civilta' dell'Urbe e le glorie littorie, contro tutti i poteri costituiti ufficiali e ufficiosi, contro la societa' fondata sull'onore e l'obbedienza, contro le liturgie sacrificali che tanta parte sono di ogni cultura superiore, il Provveditorato agli studi ronfa? la Questura se la dorme? la Prefettura non si accorge di niente? la Diocesi volge lo sguardo da un'altra parte? La Pro loco, la Procura, la Forestale, l'Asl, l'Inps, la Filarmonica, il Circolo di cucito e quello di scacchi, l'Universitas studiorum nonche' Alma Mater e le Accademie tutte, il Coni, le associazioni dell'industria, dell'artigianato e del commercio, gli ordini professionali, le Forze armate, i cavalieri del lavoro e i commendatori della repubblica, le associazioni di combattenti e reduci, fino al Quirinale, alla Presidente della Commissione europea e al Segretario dell'Onu, tutti in catalessi? Il Comune, la Regione, i competenti Ministeri tutti distratti dagli spogliarelli in tivu'? Ma fatemi il santo piacere. O tempora, o mores.
Avro' gia' mandato alla pubbliche autorita' almeno 490 lettere accorate (che non firmo per modestia), scritte versando lacrime di sangue, affinche' facciano finire questo sconcio. Il risultato? Il clan degli Augusti Cavadi continua ad attoscarci con i suoi proclami e le sue concioni come se niente fosse. Poi ditemi voi se qui non ci vorrebbe il duce, o almeno quel bravo ragazzo dei porti chiusi e le ruspe in azione.

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LA BIBLIOTECA DI ZOROBABELE
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Segnalazioni librarie e letture nonviolente
a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Supplemento a "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 59 del 22 aprile 2021
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