[Nonviolenza] Telegrammi. 4082



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4082 del 22 aprile 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Giovanna Pezzuoli
2. Elena Pulcini
3. Maria Luisa Villa: Addio cara Giovanna, compagna di desk, innamorata della vita e dei diritti delle donne
4. Francesco Raparelli: Elena Pulcini, la filosofa che ascoltava la vulnerabilita'
5. Quattro cose da fare subito contro il razzismo, la schiavitu', l'apartheid
6. "Costituente della Terra": La lezione della pandemia
7. Meyer Howard Abrams
8. Michel Delahoutre
9. Bartolomeo Ferrari
10. Harold Garfinkel
11. Catharina Halkes
12. Jean Le Bitoux
13. Vivian Maier
14. Roberto Paoli
15. Nelson Pereira dos Santos
16. Paolo Sema
17. Nina Simone
18. Marcello Venturi
19. Leopoldo Gamberini
20. Frumenzio Ghetta
21. Sirio Guerrieri
22. Richie Havens
23. Zilda Paim
24. Daniele Lugli: Per le vie di Roma nel 1965
25. "Donne in rete contro la violenza": Beppe Grillo interpreta la vittimizzazione secondaria
26. Maria Schiavo: Ricordando Maria Schneider
27. Alcuni riferimenti utili
28. Segnalazioni librarie
29. La "Carta" del Movimento Nonviolento
30. Per saperne di piu'

1. LUTTI. GIOVANNA PEZZUOLI

E' deceduta Giovanna Pezzuoli, giornalista, saggista, femminista.
Con gratitudine la ricordiamo.

2. LUTTI. ELENA PULCINI

Solo oggi ho saputo della morte di Elena Pulcini, una filosofa amica della nonviolenza, e una cara amica personale.
La ricordo con gratitudine che non si estingue.
Anche grazie alla sua opera, alla sua testimonianza, la nonviolenza e' in cammino.

3. LUTTI. MARIA LUISA VILLA: ADDIO CARA GIOVANNA, COMPAGNA DI DESK, INNAMORATA DELLA VITA E DEI DIRITTI DELLE DONNE
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo il seguente ricordo apparso sul "Corriere della Sera" il 19 aprile 2021. La redazione del sito della "Libreria delle donne" aggiunge questo ricordo: "Ci ha lasciato Giovanna Pezzuoli, per molti anni interlocutrice attiva e attenta della Libreria delle donne di Milano e presenza preziosa nel panorama mediatico italiano per dar voce alla politica delle donne. E' morta la mattina di domenica 18 aprile 2021"]

Giovanna era una persona sincera. Dici poco. Si puo' essere eccessivamente sinceri? Sul lavoro, a volte si'. Mediare non era il suo forte, lo diceva apertamente, per questo non ringraziero' mai abbastanza di avere avuto la fortuna di lavorare con lei. Sempre disposta a sostenere la sua visione delle cose lei, piu' incline a rinunciare a qualcosa per far quadrare tutto io. Eravamo un buon mix. Discutevamo e ridevamo, perche' con Giovanna ci si divertiva molto.
Quando e' arrivata al Corriere, anni Duemila, ho ritrovato subito la ragazza che avevo conosciuto al Giorno, dove ci eravamo incrociate per poco, e poi perse di vista per tanto tempo. In via Solferino abbiamo condiviso per alcuni anni il desk delle pagine di cronaca del Tempo libero e spettacoli, fino alla pensione. Di quel periodo ho dei ricordi nitidi, sono stati anni pieni di cose, di incontri, di novita'. Tutt'e due facevamo un lavoro nuovo e ci occupavamo di temi che ci interessavano. La cultura e il sociale, i locali e i personaggi della citta'. Se un titolo in pagina non le piaceva non usava mezzi termini, nemmeno se l'aveva fatto lei. Le mezze misure non erano contemplate. Ma questo era il suo grande pregio. Ironia e autoironia. Giovanna era un ciclone.
La sua esuberanza era contagiosa, perfino faticoso starle dietro, la sua intelligenza dilagava. Perche' era curiosa, e se una cosa le piaceva, afferrarla era il suo obiettivo, fosse un'intervista, una prima a teatro o una cena con le amiche. Una volta chiuse le pagine, le restava sempre l'energia per fare qualcosa. Giovanna era colta. E informata.
Il cinema per esempio non era per lei un interesse, ma una passione. Il suo piano ferie ogni anno prevedeva la mostra di Venezia a settembre, lo sapevo e ci alternavamo cosi'. E quante volte la sera dopo il lavoro schizzava letteralmente al cinema: "Cosa dici vado? Ma si'...". Se il giorno dopo le chiedevi del film, aveva un'opinione precisa. Senza remore. Anche di un titolo osannato da tutti poteva dirti: "fa un po' dormire". E se ti raccontava una storia intensa, fosse un film sui diritti umani o un amore infelice, si commuoveva. Era cosi', diretta, battagliera e dolce.
C'era anche la Giovanna che amava il mare e i tacchi alti, i vestiti e i viaggi. Le pause in mensa in cui non si parlava di lavoro o di politica erano preziose, per me e per lei. Anche quando era in ansia per la sua salute, non si sottraeva a quattro chiacchiere frivole, penso che le facesse piacere.
Poi c'era la Giovanna femminista di lungo corso, che con le compagne di tante lotte intratteneva un rapporto attivo, critico anche, sempre affettuoso. Aveva una visione lucida del passato, ma voleva andare avanti. Anche di questo ogni tanto discutevamo, spesso non eravamo d'accordo, ma alla fine non so come, anche sugli argomenti piu' spinosi, trovavamo la quadra. Come per le scelte sulle pagine. Perche' sotto tutta questa diversita', tra noi c'era grande lealta'. Negli ultimi anni ha ideato il progetto 100esperte con l'associazione Giulia e l'Osservatorio di Pavia, una banca dati di donne eccellenti da intervistare e interpellare, ad uso di giornali, festival e convegni. Anche qui Giovanna aveva messo tutto il suo entusiasmo. Come nel progetto Enwe, una rete europea per l'eccellenza femminile. Ha lavorato fino a poche settimane fa all'ultimo database: quello di storiche e filosofe. Mi viene in mente ora quando nel 2015, abbiamo guidato un incontro a CasaCorriere all'Expo. Il tema era perfetto: "Avvocata o avvocato?". Intervistavamo due professioniste della legge di parere opposto, il pubblico si era diviso in una discussione accesissima. Alla fine, un po' sfinite, avevamo bevuto una cosa insieme. "Anche questa volta ci siamo divertite", mi aveva detto. Era vero. Del resto Giovanna mai avrebbe potuto dire una cosa per lasciarne intendere un'altra. Dici poco.

4. LUTTI. FRANCESCO RAPARELLI: ELENA PULCINI, LA FILOSOFA CHE ASCOLTAVA LA VULNERABILITA'
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo il seguente ricordo apparso su "il manifesto" l'11 aprile 2021]

Venerdi' 9 aprile 2021, il Covid si e' portato via Elena Pulcini. Filosofa della politica, aveva insegnato Filosofia sociale presso l'Ateneo di Firenze fino allo scorso anno. Assai prima che fosse l'ultima moda "per grandi e per piccini", Elena Pulcini ha dedicato la sua ricerca alla vulnerabilita' e alla cura, alla "vergogna prometeica" e alla catastrofe ambientale. Aveva i piedi ben piantati nel pensiero critico, quello che, da Francoforte, piu' si era mescolato con la rivoluzione del Sessantotto; ed era curiosa, si lasciava appassionare dai movimenti sociali, dalle idee controcorrente. Si appassionava, e le passioni erano per lei la "fonte" (die Quelle) della politica.
Certo, il confronto con le teorie "normative" (Rawls, Habermas e nipoti) era stato obbligato anche per lei; per anni sono state il canone, d'altronde. Ma ogni volta sapeva cercare una via di fuga: fosse la trama del "desiderio di dare" o la simpatia originaria, la responsabilita' per cio' che e' comune (e cio' che sara') o la capacita' propria dell'immaginazione di correggere ed estendere gli affetti, emergeva sempre un pertugio, semmai accidentato, per andare altrove.
Ho avuto la fortuna di condurre con Elena Pulcini la mia ricerca di dottorato, a Firenze, ormai molti anni fa. La complicita' fu immediata: rovesciando il motto della statista amica di Hayek, entrambi pensavamo che non esistono gli individui, ma solo le relazioni – enunciato da prendere sul serio in senso ontologico, oltre che etico e politico. Lei, raffinata e colta quanto dolce, seguendo Arendt e Weil, il femminismo dell'etica della cura, ma scavando "dentro e contro" il paradigma antropologico della modernita': L'individuo senza passioni (2001), Il potere di unire (2003), La cura del mondo (2009), scandiscono il sentiero.
Io, ammaliato da Spinoza, da Marx e dai francesi – all'epoca, salvo qualche eccezione, ancora maltrattati dall'accademia – da lei ho molto imparato. Grazie a Elena, mi sono potuto occupare di "singolarita'", ovvero quanto la sovranita' e il mercato hanno in odio, fin dalle loro origini; singolare e' cio' che in primo luogo sta fuori di se', che solo nel mezzo della relazione diventa unico e irripetibile. Le nostre vite si sono poi separate, ma proprio con l'inizio della pandemia avevamo ripreso a scriverci con frequenza e con piacere.
Ho recensito per il manifesto il suo ultimo libro, Tra cura e giustizia (Bollati Boringhieri 2020), assai bello e cosi' urgente; progettavamo una lunga intervista per Dinamopress sulle sfide ecologiche e la crisi imposta dal virus. Poi qualche settimana di silenzio. Non sapevo, ho saputo solo venerdi' sera. Provo un dolore grande e molta rabbia.
Rabbia, perche' intanto il Paese parla da mesi delle piste da sci, delle seconde case, dei viaggi all'estero, delle riaperture. Rabbia, perche' ogni giorno in Italia, e da mesi, muoiono in media cinquecento donne e uomini. Rabbia, perche', nel caos delle autonomie regionali e del potere delle corporazioni, non e' vero che i piu' fragili sono stati gia' vaccinati. Rabbia, perche' ci voleva un piano straordinario di finanziamento della Sanita' pubblica, invece continuano a fare affari i privati. Rabbia, soprattutto, perche' il vaccino dovrebbe essere un bene comune, globale.
E' un grande dolore la scomparsa di una filosofa gentile, che aveva il coraggio non scontato di pensare la solidarieta' e l'amore per il mondo, quando lo sport praticato dai piu' e' censire senza sosta il "male radicale", la paura che ci tiene assieme perche' fonda il Leviatano. Che il dolore si trasformi in lotta, sempre; sono certo che Elena ne sarebbe felice.

5. REPETITA IUVANT. QUATTRO COSE DA FARE SUBITO CONTRO IL RAZZISMO, LA SCHIAVITU', L'APARTHEID

1. far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani; semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro;
2. abolire la schiavitu' in Italia semplicemente riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto"; un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia;
3. abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese: si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
4. formare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza: poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
*
Chiediamo ad ogni persona di volonta' buona, ad ogni associazione ed istituzione democratica di premere nonviolentemente affinche' finalmente almeno nel nostro paese siano riconosciuti tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.
Chiediamo ad ogni persona di volonta' buona, ad ogni associazione ed istituzione democratica di insorgere nonviolentemente in difesa della legalita' che salva le vite; in difesa della democrazia che ogni essere umano riconosce e rispetta e conforta e sostiene; in difesa della Costituzione antifascista che nessun essere umano abbandona tra gli artigli della violenza, dell'ingiustizia, della sofferenza e della morte; in difesa di ogni essere umano e dell'umanita' tutta.
Tutte e tutti siamo esseri umani in cammino. Tutte e tutti abbiamo bisogno di aiuto. Tutte e tutti siamo esposti al male e alla morte. Tutte e tutti possiamo e dobbiamo recarci reciproco aiuto.
Sconfiggere il male facendo il bene.
Abolire la violenza con la forza della nonviolenza.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.

6. INIZIATIVE. "COSTITUENTE DELLA TERRA": LA LEZIONE DELLA PANDEMIA
[Dalle persone amiche della "Costituente della Terra" (per contatti: sito: www.costituenteterra.it, email: notizieda at costituenteterra.com, progettopartitodellaterra at gmail.com) riceviamo e diffondiamo]

Carissimi,
prima che sia troppo tardi l'umanita' deve raccogliere la lezione della pandemia e decidere come provvedere a far continuare la vita sulla Terra.
E' questo l'ulteriore e decisivo movente che anima l'iniziativa di una Costituzione della Terra, che e' il fine per cui tutti insieme abbiamo dato vita all'Associazione "Costituente Terra". Il blocco delle attivita' ha impedito finora lo svolgimento delle iniziative in presenza che erano state previste, a cominciare da quelle della Scuola, ma non ha impedito ne' l'attivita' dei siti www.costituenteterra.it e http://labibliotecadialessandria.costituenteterra.it/ , ne' il varo della collana "Materiali per una Costituzione della Terra" (Giappichelli Editore) di cui e' uscito il primo titolo "Perche' una Costituzione della Terra?" di Luigi Ferrajoli.
Nello stesso tempo e' stato predisposto un progetto di Costituzione della Terra, che a cura dello stesso Ferrajoli sara' presentato nell'Assemblea di "Costituente Terra" convocata, come gia' annunziato, per sabato 8 maggio pv alle ore 11 (in seconda convocazione).
La pandemia, concentrando su di se' tutta la cura del mondo, ha distolto l'attenzione da altre urgenze gia' presenti prima di essa e da questa aggravate. Basta pensare all'innalzamento delle acque atteso in conseguenza della crisi climatica quando, come dice un documento "People and Oceans" delle Nazioni Unite, circa 145 milioni di persone vivono entro un metro sopra l'attuale livello del mare e quasi due terzi delle citta' del mondo, con una popolazione di oltre 5 milioni di abitanti, si trovano in aree soggette al rischio di innalzamento di tale livello, mentre quasi il 40% della popolazione mondiale vive entro 100 km da una costa. E basta pensare al solo problema dello smaltimento delle acque contaminate dalle centrali nucleari sinistrate, come quella di Fukushima (per non parlare delle bombe atomiche), che diventeranno inoffensive solo fra 24.000 o addirittura milioni di anni, per comprendere la portata delle questioni da affrontare ormai tutti insieme.
Intanto in piena pandemia mentre lasciava attoniti lo spettacolo di un gran numero di vittime ogni giorno inumate in forme collettive nel sud del Brasile come nel nord dell'Italia, si dava lo scandalo, come lo definiva il papa nel suo messaggio pasquale, del rincrudirsi delle guerre e diffondersi delle armi nel confermato esercizio della lotta di tutti contro tutti; e mentre la ragione suggeriva l'immediata mondializzazione dei vaccini, enormi profitti derivanti dai loro brevetti e dall'esplodere delle tecnologie informatiche venivano spartiti nell'indiscussa obbedienza alla sovranita' dei mercati.
La lezione sta nel fatto che senza una rivoluzione del sistema di governo e una conversione della maggioranza dei cuori tali sfide letali alla sopravvivenza del mondo e alla continuita' della storia non possono essere affrontate.
Questa e' la posta in gioco della Costituzione della Terra che sara' presentata nella prossima Assemblea e aperta ai commenti e alle proposte di modifica da parte di tutti, secondo le modalita' che in quella sede saranno convenute. Quanti intendono partecipare o assistere all'Assemblea e non l'abbiano ancora fatto ne possono chiedere il link rispondendo a questa newsletter. Chi non ha ancora rinnovato l'adesione all'Associazione e i nuovi soci che vogliano aggiungersi possono farlo usando per il relativo contributo l'IBAN IT94X0100503206000000002788 (dall'estero BIC BNLIITRR) intestato a “Costituente Terra”. Per la quota richiesta rimandiamo a quanto enunciato nell'appello fondativo "Perche' la storia continui", che ne motivava la misura significativa di 100 euro, lasciando pero' a ciascuno piena liberta' di versare una somma diversa.
Il lavoro per giungere alla promulgazione di una Carta della Terra da parte dell'ONU impegnera' i prossimi mesi o anche anni. E' evidente che si trattera' di una Costituzione ben altra rispetto a quelle conosciute, che finora non hanno dovuto ne' istituire un demanio planetario, ne' una fiscalita' mondiale, ne' mettere fuori commercio beni illeciti, ne' abolire eserciti e armi.
Pero' tutti siamo invitati a farcene costituenti.
Come anticipazione ai lavori dell'Assemblea trascriviamo qui l'incipit e i primi articoli del relativo progetto:
Incipit
Noi, popoli della Terra, che nel corso delle ultime generazioni abbiamo accumulato armi micidiali in grado di distruggere piu' volte l'umanita', abbiamo devastato l'ambiente naturale e messo in pericolo, con le nostre attivita' produttive, l'abitabilita' del nostro pianeta, consapevoli della catastrofe ecologica che incombe sulla Terra, del nesso che lega la sopravvivenza dell'umanita' e la salvaguardia del pianeta e del rischio che, a causa delle nostre aggressioni alla natura, il genere umano, per la prima volta nella storia, possa avviarsi all'estinzione; decisi a salvare la Terra e le generazioni future dai flagelli dello sviluppo insostenibile, delle guerre, dei dispotismi, della crescita della poverta' e della fame, che hanno gia' provocato devastazioni irreversibili al nostro ambiente naturale, milioni di morti ogni anno, lesioni gravissime della dignita' delle persone e un'infinita' di indicibili privazioni e sofferenze; decisi a vivere insieme, nessuno escluso, in pace, senza armi d'offesa, senza fame omicida ne' sete ne' essere separati da muri ostili; decisi a garantire un futuro alla specie umana e alle altre specie viventi, a realizzare l'uguaglianza nei diritti fondamentali e la solidarieta' tra tutti gli esseri umani e ad assicurare loro le garanzie della vita, della dignita', delle liberta', della salute, dell'istruzione e dei minimi vitali, promuoviamo un processo costituente della Federazione della Terra, aperto all'adesione di tutti gli Stati membri delle Nazioni Unite e finalizzato alla stipulazione di questo patto di convivenza pacifica e di mutuo aiuto:
Titolo primo: Principi supremi.
Art. 1 - La Terra e' un pianeta vivente, una perla dell'universo, casa comune degli esseri umani, delle piante e di una grande quantita' di animali, sede di storia e di lavoro, del diritto e della scienza, di amori e di illimitate speranze. Essa appartiene a tutti gli esseri viventi: agli esseri umani, agli animali e alle piante. Appartiene anche alle generazioni future, alle quali la generazione presente ha il dovere di garantire la continuita' della storia quale condizione della loro stessa messa al mondo e sopravvivenza.
L'umanita' fa parte della natura. La vita e la salute del genere umano dipendono dalla vitalita' e dalla salute del mondo naturale e degli altri esseri viventi, animali e vegetali, che insieme agli esseri umani formano una famiglia accomunata da una stessa origine e da una globale interdipendenza.
Art. 2 – I fini della Federazione della Terra sono:
- garantire la vita presente e futura sul nostro pianeta in tutte le sue forme e, a questo fine, porre termine alle emissioni di gas serra e al conseguente riscaldamento climatico, alle deforestazioni, alle desertificazioni e agli inquinamenti dell'aria, dell'acqua e del suolo;
- mantenere la pace e la sicurezza internazionale e, a questo fine, mettere al bando tutte le armi, nucleari e convenzionali, sopprimere gli eserciti nazionali e realizzare, in capo alla Federazione della Terra, il monopolio della forza, limitato alle sole armi necessarie alle funzioni di polizia;
- promuovere fra i popoli rapporti amichevoli di solidarieta' e di cooperazione nella soluzione dei problemi globali di carattere ecologico, politico, economico, sociale e culturale e, a questo fine, garantire l'uguale dignita' di tutte le persone e la conservazione e la tutela di tutti i beni vitali;
- realizzare l'uguaglianza di tutti gli esseri umani nei diritti fondamentali e, a questo fine, introdurre, in capo ad adeguate istituzioni globali di garanzia, idonee funzioni consistenti negli obblighi di prestazione e nei divieti di lesione che a tali diritti corrispondono quali loro garanzie.
Art. 3 - La dignita' della persona umana e' inviolabile. E' dovere di tutti rispettarla e tutelarla. Nella ricchezza delle loro differenze, che questa Costituzione ha il compito di tutelare, gli esseri umani costituiscono un'indivisibile famiglia umana, quali soggetti uguali in dignita' e diritti, titolari di beni comuni e responsabili in solido della vita sulla Terra e del dovere di conservarla, promuoverla e trasmetterla da una generazione all'altra.
Art. 4 - Tutti gli esseri umani sono uguali in dignita'. La loro pari dignita' impone il diritto di ciascuno al rispetto e all'esplicazione di tutte le proprie differenze personali – di sesso, di nascita, di nazionalita', di lingua, di religione, di convinzioni, di opinioni politiche e di ogni altro elemento della propria identita' – e alla massima riduzione delle loro disuguaglianze economiche e sociali.
Art. 5 -Tutti gli esseri umani sono cittadini della Terra. Tutti sono dotati, dal momento della nascita, di personalita' e di capacita' giuridica. Nessuno puo' essere privato della personalita', della capacita' giuridica o del nome.
Tutti acquistano la capacita' d'agire con la maggiore eta', stabilita al compimento del diciottesimo anno.
Art. 6 - La fraternita' e' la forma primaria dei rapporti tra i membri della famiglia umana. Tutti gli esseri umani e tutte le pubbliche istituzioni sono tenuti ai doveri di solidarieta' economica, sociale e politica.
Seguono altri 94 articoli.
Con i più cordiali saluti
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Il Nostro indirizzo email: notizieda at costituenteterra.com

7. MEMORIA. MEYER HOWARD ABRAMS

Il 21 aprile 2015 moriva Meyer Howard Abrams, illustre critico letterario.
Con gratitudine lo ricordiamo.

8. MEMORIA. MICHEL DELAHOUTRE

Il 21 aprile 2014 moriva Michel Delahoutre, storico delle religioni e dell'arte indiana.
Con gratitudine lo ricordiamo.

9. MEMORIA. BARTOLOMEO FERRARI

Il 21 aprile 2007 moriva Bartolomeo Ferrari, prete e partigiano.
Con gratitudine lo ricordiamo.

10. MEMORIA. HAROLD GARFINKEL

Il 21 aprile 2011 moriva Harold Garfinkel, sociologo.
Con gratitudine lo ricordiamo.

11. MEMORIA. CATHARINA HALKES

Il 21 aprile 2011 moriva Catharina Halkes, teologa e femminista
Con gratitudine la ricordiamo.

12. MEMORIA. JEAN LE BITOUX

Il 21 aprile 2010 moriva Jean Le Bitoux, giornalista e militante per i diritti lgbt.
Con gratitudine lo ricordiamo.

13. MEMORIA. VIVIAN MAIER

Il 21 aprile 2009 moriva Vivian maier, fotografa.
Con gratitudine la ricordiamo.

14. MEMORIA. ROBERTO PAOLI

Il 21 aprile 2000 moriva Roberto Paoli, critico letterario, illustre ispanista ed ispano-americanista.
Con gratitudine lo ricordiamo.

15. MEMORIA. NELSON PEREIRA DOS SANTOS

Il 21 aprile 2018 moriva Nelson Pereira dos Santos, capostipite del "cinema novo"
Con gratitudine lo ricordiamo.

16. MEMORIA. PAOLO SEMA

Il 21 aprile 2007 moriva Paolo Sema, antifascista e militante del movimento operaio.
Con gratitudine lo ricordiamo.

17. MEMORIA. NINA SIMONE

Il 21 aprile 2003 moriva Nina Simone, musicista e militante antirazzista.
Con gratitudine la ricordiamo.

18. MEMORIA. MARCELLO VENTURI

Il 21 aprile 2008 moriva Marcello Venturi, partigiano, scrittore e giornalista.
Con gratitudine lo ricordiamo.

19. MEMORIA. LEOPOLDO GAMBERINI

Il 22 aprile 2012 moriva Leopoldo Gamberini, musicista, musicologo, docente e ricercatore.
Con gratitudine lo ricordiamo.

20. MEMORIA. FRUMENZIO GHETTA

Il 22 aprile 2014 moriva Frumenzio Ghetta, studioso della stria, la cultura e la lingua ladina.
Con gratitudine lo ricordiamo.

21. MEMORIA. SIRIO GUERRIERI

Il 22 aprile 2009 moriva Sirio Guerrieri, partigiano e letterato.
Con gratitudine lo ricordiamo.

22. MEMORIA. RICHIE HAVENS

Il 22 aprile 2013 moriva Richie Havens, musicista.
Con gratitudine lo ricordiamo.

23. MEMORIA. ZILDA PAIM

Il 22 aprile 2013 moriva Zilda Paim, pittrice e folklorista.
Con gratitudine la ricordiamo.

24. MEMORIA. DANIELE LUGLI: PER LE VIE DI ROMA NEL 1965
[Dal sito di "Azione nonviolenta (www.azionenonviolenta.it).
"Daniele Lugli (Suzzara, 1941), amico e collaboratore di Aldo Capitini, dal 1962 lo affianca nella costituzione del Movimento Nonviolento di cui sara' presidente nazionale dal 1996 al 2010, e con Pietro Pinna e' nel Gruppo di Azione Nonviolenta per la prima legge sull'obiezione di coscienza. La passione per la politica lo ha guidato in molteplici esperienze: funzionario pubblico, assessore alla Pubblica Istruzione a Codigoro e a Ferrara, docente di Sociologia dell'Educazione all'Universita', sindacalista, insegnante e consulente su materie giuridiche, sociali, sanitarie, ambientali - argomenti sui quali e' intervenuto in diverse pubblicazioni - e molto altro ancora fino all'incarico piu' recente, come Difensore civico della Regione Emilia-Romagna dal 2008 al 2013. E' attivo da sempre nel Terzo settore per promuovere una societa' civile degna dell'aggettivo ed e' un riferimento per le persone e i gruppi che si occupano di pace e nonviolenza, diritti umani, integrazione sociale e culturale, difesa dell'ambiente. Nel 2017 pubblica con Csa Editore il suo studio su Silvano Balboni, giovane antifascista e nonviolento di Ferrara, collaboratore fidato di Aldo Capitini, scomparso prematuramente a 26 anni nel 1948"]

Il 16 aprile 1965 c'e' una marcia per le vie di Roma: ripudio delle guerre, di qualsiasi specie e per qualsiasi ragione, contro ogni azione armata – sia guerra o guerriglia – che porti alla distruzione degli avversari.
La prima "marcia specifica", la dice Piero Pinna. L'ha proposta il Gan, il piccolo Gruppo di Azione diretta Nonviolenta, nato nell'agosto del '63 al Seminario internazionale sulle tecniche della nonviolenza, di Perugia. Inizialmente di sei persone e' un po' cresciuto, tenendo manifestazioni di piazza sull'obiezione di coscienza e la liberta' di manifestazione, incontrando denunce e processi. Gruppetti si sono formati a Ferrara, Firenze, Milano, Napoli, Perugia, Rovigo. Capitini ha accolto con entusiasmo la proposta.
Il percorso lungo e' stato contrattato con la Questura dall'avvocato Giacomo Rosapepe. Conclude lui con Capitini l'iniziativa. E' il venerdi' di Pasqua, ci sono processioni e problemi di traffico. Si parte da Piazza Navona e poi Via Zanardelli, Piazza Cavour, Via Ulpiano, Via Crescenzio, Piazza Risorgimento, Via Ottaviano, Viale Angelico, Viale Mazzini, Piazza Mazzini, Viale Mazzini, Piazza Montegrappa, Ponte Risorgimento, Piazza Belle Arti, Lungotevere Navi per concludere al Lungotevere Arnaldo da Brescia, al cippo che ricorda Giacomo Matteotti.
Contro tutte le guerre. La nostra Marcia del Venerdì santo. La prima manifestazione del genere in Italia, titola "Azione nonviolenta" di aprile-maggio la descrizione dell'iniziativa. Ne siamo soddisfatti. Molte persone, la giornata e' bella, assistono al corteo, leggono i nostri cartelli sulla pace e l'obiezione di coscienza, prendono volentieri i volantini, qualcuno si aggiunge.
"Il Tempo" aveva previsto: "Se la 'marcia' avesse luogo, e' facile immaginare come andrebbe a finire: che agli ingenui amatori della pace si affiancherebbero ben nutrite schiere di 'comandati in servizio' di partiti e movimenti che hanno ben altre mire e altre mete... Per un giorno di meditativa e vera pace dedicata, tradizionalmente, alla visita dei Santi Sepolcri, una bella fetta di Roma sara' bloccata da una sfilata di dubbia nascita e di piu' equivoca realizzazione".
Il rigore nell'invito rivolto non ha consentito "equivoca realizzazione". E "Il Tempo" quindi commenta cosi', a iniziativa attuata: "96 marciatori in tutto, ai quali si e' aggiunto qualche passante non assillato da impegni urgenti... il danno arrecato al traffico e' stato molto relativo". Per "Il Messaggero" sono "circa quattrocento partecipanti... Il traffico e' rimasto parzialmente bloccato e si sono verificati intasamenti ed ingorghi, che, nonostante tutta la loro buona volonta', i vigili non sono riusciti a districare se non dopo sforzi inauditi".
L'"Avanti!" scrive dell'"ordinatissimo svolgimento della Marcia con l'adesione di numerosi gruppi pacifisti di diversa ispirazione ideologica. I partecipanti, e' bene dirlo subito, non erano molti, ma erano pacifisti convinti... colpivano l'attenzione dei cittadini raccolti ai margini del lunghissimo percorso – che hanno piu' volte manifestato la loro simpatia ai manifestanti – soprattutto i cartelli, tutti ispirati alla piu' recisa condanna della guerra e richiamanti il pensiero di tutti coloro che hanno lavorato per l'ideale della pace, da Gandhi a Giovanni XXIII".
Il giornalista Pietro Buttitta regge con me lo striscione di apertura al centro del quale cammina Aldo Capitini. Saremo tra i trecento e i quattrocento. Pinna, sempre preciso, pubblica l'elenco delle adesioni all'iniziativa, tradottesi in gran parte in effettiva partecipazione. Sono circa 170 nominativi. Una meta' sono di romani. Ritrovo quelli delle citta' dove si e' segnalata una presenza del Gan: Ferrara 8, ma mancano almeno Felloni e Gallini e forse qualche altro partecipante che non ricordo, Firenze pure 8, Milano 6, Napoli 12, Perugia 4 (contando Pinna, piu' ferrarese pero'). Rovigo uno, il caro Bellettato. Sono anche riportati i testi di alcuni cartelli. Quelli del gruppo ferrarese sono i migliori, per contenuti e resa grafica.
Ritrovo su "Azione nonviolenta" le parole di Aldo e ne risento la voce. "Siamo venuti in questo luogo, dove ebbe inizio il martirio di Giacomo Matteotti, per due ragioni connesse con il nostro lavoro e con la nostra speranza. Una e' che Matteotti nei primi mesi del 1915 condusse una campagna chiarissima contro la guerra auspicando che il proletariato italiano desse al mondo l'esempio della lotta nonviolenta per la neutralita'; l'altra ragione e' che egli veramente pago' con la sua vita la fedelta' assoluta al metodo democratico. Quando Matteotti si opponeva alla guerra non era ancora accaduta la strage di Hiroshima, non erano ancora attuati i campi nazisti di sterminio. Non si era ancora visto a che punto puo' arrivare la guerra, la violenza, il governo antidemocratico. Noi che l'abbiamo visto, possiamo facilmente prevedere che domani sarebbe anche peggio. Ne sono segni l'estendersi della tortura usata sui prigionieri; l'accumularsi nei magazzini di armi chimiche e batteriologiche; la riluttanza dei governi alle trattative. E allora noi ancor piu' ci convinciamo che bisogna mutare dalla radice il metodo di lotta, realizzando un metodo che non distrugga gli avversari, che non sospenda per nessuna ragione lo sviluppo della democrazia e del dialogo, un metodo che sia mezzo e fine nello stesso tempo, perche' chi ama, non si domanda il perche' della vita; un metodo che, malgrado tutto, ci unisca sempre piu' alla sacra realta' di tutti. In questi giorni in cui la pace comincia ad essere straziata dal mostro della guerra, noi chiediamo la sospensione immediata di tutte le operazioni militari, l'inizio del disarmo, una scuola della pace. Se dallo spazio lontano vengono oggi segnali, dall'intimo della coscienza viene piu' forte la suprema persuasione di non uccidere".

25. L'ORA. "DONNE IN RETE CONTRO LA VIOLENZA": BEPPE GRILLO INTERPRETA LA VITTIMIZZAZIONE SECONDARIA
[Dal sito di "D.i.Re. - Donne in rete contro la violenza" (www.direcontrolaviolenza.it) riprendamo il seguente comunicato del 19 aprile 2021]

"Con il suo video sbraitante in difesa del figlio Ciro Beppe Grillo mostra in tutta la sua evidenza il funzionamento della vittimizzazione secondaria: le donne non sono credute, la violenza viene minimizzata, il comportamento della ragazza giudicato quasi fosse lei l'accusata", afferma Antonella Veltri, presidente di D.i.Re, a proposito del video diffuso dal comico e leader del M5S in cui si scaglia urlante in difesa del figlio Ciro Grillo, che potrebbe essere rinviato a giudizio oggi con l'accusa di stupro.
"Non si e' consenziente perche' si denuncia 'dopo'. E quanto tempo dopo una vittima di stupro perfetta dovrebbe denunciare la violenza?", chiede provocatoriamente Veltri.
"Nonostante tutto cio' che sappiamo sulle dinamiche della violenza, ogni comportamento di una donna che denuncia uno stupro viene guardato con sospetto. Non si e' consenzienti quando si e' obbligate ad avere rapporti sessuali contro la propria volonta' o quando non si puo' prestare consenso perche' ubriache", fa notare ancora la presidente di D.i.Re.
"A volte tacere in attesa che la giustizia faccia il suo corso puo' essere un valore", aggiunge Veltri. "Qui invece vediamo un fulgido esempio della cultura dello stupro, e un noto personaggio pubblico che in poche battute da' voce a quella squallida quanto utilizzata e vergognosa vittimizzazione, che rimette al centro la donna come soggetto consenziente di una cultura patriarcale che purtroppo alberga anche nei nostri tribunali e viene legittimata e diffusa dai media", conclude la presidente di D.i.Re.

26. RIFLESSIONE. MARIA SCHIAVO: RICORDANDO MARIA SCHNEIDER
[Dal sito della Libreria delle donne di Milano (www.libreriadelledonne.it) riprendiamo il seguente intervento]

L'abolizione della censura cinematografica e' sicuramente un avvenimento di grande importanza per la liberta' d'espressione artistica. Il ministro della Cultura Dario Franceschini  considera "definitamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentono ancora allo Stato di intervenire sulla liberta' degli artisti".  Ci informa inoltre che e' istituita una Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche presso la Direzione generale Cinema del ministero della Cultura con il compito di verificarne la corretta classificazione da parte degli operatori.  Quindi non esistera' piu' il divieto assoluto di uscire in sala o di uscire a condizione di tagli o modifiche.
La Commissione e' presieduta dal Presidente emerito del Consiglio di Stato Alessandro Pajno ed e' composta da quarantanove componenti scelti tra esperti di comprovata professionalita' e competenza nel settore cinematografico, negli aspetti pedagogico-educativi che riguardano la tutela dei minori, e nella comunicazione sociale, oltreche' da coloro che vengono designati dalle associazioni dei genitori, dalle associazioni animaliste.
Questo e' quanto apprendiamo da "Il fatto quotidiano" ma non sappiamo se e quante donne di comprovata sensibilita', cultura artistica e, si spera, femminista siano presenti in questa Commissione. Sarebbe stato importante fornire piu' dettagli in tal senso nel momento in cui Enrico Letta, neosegretario del Pd, che e' anche il partito del ministro della Cultura Franceschini, si e' espresso sulla necessita' della presenza femminile nei posti-chiave, che non devono essere solo quelli della politica ma anche quelli che indicano una nuova direzione culturale. Non basta infatti promuovere la liberta' d'espressione artistica se questa espressione artistica non ha, nel suo realizzarsi, per presupposti delle modalita' altrettanto libere e rispettose della dignita' umana.
Come si sa, in passato a causa di vecchie leggi fasciste molti film di genere e di valore diverso sono stati censurati: tutti i film di Pasolini, alcuni di Visconti, di Germi, di Monicelli. Ma ne prendero' in esame solo uno, le cui vicende illustrano bene quanto ho appena detto sulla necessita' di uno sguardo femminista sulla liberta' d'espressione artistica. "Ultimo tango a Parigi" di Bernardo Bertolucci uscito nel 1972 e condannato dalla censura dell'epoca ad avere tutte le sue copie distrutte, poi riabilitato nel 1987. La censura di questo film ha infatti una storia diversa e per alcuni aspetti emblematica. Non e' stato solo censurato per offesa al pudore a causa della famosa scena di penetrazione anale, ma e' stato "maledetto" dalla sua stessa protagonista, partner di Marlon Brando in "Ultimo tango a Parigi", Maria Scheider.
L'idea di girare questa scena, che per motivi fondamentalmente extraartistici ha fatto la fortuna del film, sembra esser venuta proprio a Marlon Brando, che allora era all'apice della fama e aveva 48 anni. Bertolucci, che aveva 31 anni, reduce dal successo del "Conformista", fu entusiasta di quell'idea, anche se non appariva niente di simile nel contratto firmato da Maria Schneider, che all'epoca aveva appena 19 anni. Con un'interpretazione personalissima e discutibilissima del metodo Stanislavskij, il regista non disse nulla all'attrice della sua volonta' di introdurre nel film la scena, perche' cosi' - spiego' in seguito - ignara fino al momento di interpretarla, l'avrebbe interpretata come una scena "vera", tirando fuori da se' cio' che sentiva veramente, le emozioni piu' profonde... Ed in effetti, presa alla sprovvista e ignorando allora i suoi diritti che le avrebbero consentito di  rifiutarsi di eseguire una scena non prevista dal contratto, Maria Schneider la visse come un vero e proprio stupro, anche se le cose rimasero nei limiti della finzione, nonostante la presenza del burro che alludeva beffardamente a quanto poteva rendere piu' agevole l'introduzione di un pene.
Maria Schneider si era sentita tradita da quello che poteva essere un fratello maggiore, da quello che poteva essere un padre: tutti e due lavevano sacrificata al dio "capolavoro". Certo c'erano degli elementi nella sua storia personale che potevano aver aggravato il suo turbamento, la sua reazione. Maria Schneider era figlia dell'attore Daniel Gelin, che non aveva mai voluto riconoscerla, e di un'indossatrice tedesca che le aveva dato il suo nome: abbracciare la carriera artistica era stato un po' seguire, inseguire il padre, debuttando ad appena 15 anni su un palcoscenico parigino, subito acclamata per lo straordinario talento. Ma ora con "Ultimo tango a Parigi" si ritrovava proiettata nel mondo intero per quella scena che i due uomini le avevano imposto. E questo non poteva sopportarlo. Solo a 50 anni riuscira' ad assolvere "Ultimo tango a Parigi", otto anni prima della morte, nonostante le ripetute scuse di Brando, di Bertolucci. Di quest'ultimo dira' in un'occasione pubblica, anni dopo, che non lo conosceva.
In realta', Maria Schneider non poteva perdonare perche', con la complicita' della finzione cinematografica, le era stato inflitto un vero e proprio stupro, che nessuna ragione artistica poteva giustificare. Lei si ritrovava ad essere improvvisamente famosa per qualche cosa che aveva vissuto come un'offesa e che era una terribile offesa. Eppure nel mondo patriarcale, che troppo frettolosamente e' stato considerato sconfitto, questo comportamento di sopraffazione non ha impedito al film di affermarsi come un capolavoro.
Ho voluto ricordare questa attrice perche' la sua storia e' una storia esemplare in cui la violenza subìta rischia sempre di ritornare nell'ombra dove e' stata perpetrata. E quindi riandando alla notizia dell'abolizione di ogni censura siamo certamente d'accordo: nessuna censura alla liberta' di espressione artistica, come ribadisce il ministro Dario Franceschini. Ma noi aggiungiamo: attenzione anche alla qualita' dei metodi per arrivare ad essa! Tutto cio' che piega un individuo per il raggiungimento di uno scopo che lo schiaccia, anche se considerato nobile in un dato momento, in una determinata societa', e' da guardare con sospetto e da prendere in esame, perche' non c'e' modificazione vera dei comportamenti violenti se non vi corrisponde un vero innalzamento della consapevolezza collettiva. Non sempre gli assassini spargono sangue. A volte troncano soltanto un volo.

27. PER SAPERE E PER AGIRE. ALCUNI RIFERIMENTI UTILI

Segnaliamo il sito della "Casa delle donne" di Milano: www.casadonnemilano.it
Segnaliamo il sito della "Casa internazionale delle donne" di Roma: www.casainternazionaledelledonne.org
Segnaliamo il sito delle "Donne in rete contro la violenza": www.direcontrolaviolenza.it
Segnaliamo il sito de "Il paese delle donne on line": www.womenews.net
Segnaliamo il sito della "Libreria delle donne di Milano": www.libreriadelledonne.it
Segnaliamo il sito della "Libera universita' delle donne" di Milano: www.universitadelledonne.it
Segnaliamo il sito di "Noi donne": www.noidonne.org
Segnaliamo il sito di "Non una di meno": www.nonunadimeno.wordpress.com

28. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Letture
- AA. VV., Avanti popolo! Il Partito comunista italiano raccontato dai giornali di tutto il mondo, Internazionale, Roma 2021, pp. 192, euro 14.
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Riedizioni
- Vittorino Andreoli, La famiglia digitale. Come la tecnologia ci sta cambiando, Rcs, Milano 2021, pp. 140, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").

29. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

30. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4082 del 22 aprile 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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