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[Nonviolenza] Archivi. 454
- Subject: [Nonviolenza] Archivi. 454
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Sat, 20 Feb 2021 07:50:32 +0100
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Numero 454 del 20 febbraio 2021
In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di dicembre 2020 (parte prima)
2. Sosteniamo il Movimento Nonviolento
3. Quattro opinioni di un vecchio babuvista (un manoscritto trovato in una lattina nel parcheggio di un fast-food)
4. Nelson Mandela
5. Omero Dellistorti: La moda
6. Ricciardo Aloisi: Elogio degli aquiloni
7. Due amiche
8. Ricordando Lidia Menapace. Un incontro di riflessione a Viterbo
9. Tra noi. Un incontro a Viterbo in ricordo di Lidia Menapace
10. Il delirio di gelosia
11. Kim Ki-Duk
12. Ancora
13. Contro il razzismo, contro il fascismo
14. Penso
15. Omero Dellistorti: Cedendo
16. La stragina
17. Lo statista a cinque stalle
18. In piazza a Viterbo per il diritto alla casa
19. Marcello Polacchi
20. Rachele Brenna
21. Nedo Fiano
22. Pietro Greco
23. Giulia Re
24. Un ricordo di Marcello Polacchi
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI DICEMBRE 2020 (PARTE PRIMA)
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di dicembre 2020.
2. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Occorre certo sostenere finanziariamente con donazioni tutti i servizi pubblici che stanno concretamente fronteggiando l'epidemia. Dovrebbe farlo lo stato, ma e' tuttora governato da coloro che obbedienti agli ordini di Mammona (di cui "Celochiedonoimercati" e' uno degli pseudonimi) hanno smantellato anno dopo anno la sanita' e l'assistenza pubblica facendo strame del diritto alla salute.
Ed occorre aiutare anche economicamente innanzitutto le persone in condizioni di estrema poverta', estremo sfruttamento, estrema emarginazione, estrema solitudine, estrema fragilita'. Dovrebbe farlo lo stato, ma chi governa sembra piu' interessato a garantire innanzitutto i privilegi dei piu' privilegiati.
Cosi' come occorre aiutare la resistenza alla barbarie: e quindi contrastare la guerra e tutte le uccisioni, il razzismo e tutte le persecuzioni, il maschilismo e tutte le oppressioni. Ovvero aiutare l'autocoscienza e l'autorganizzazione delle oppresse e degli oppressi in lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera. Ovvero promuovere l'universale democrazia e la legalita' che salva le vite, solidarieta', la responsabilita' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e conforta e sostiene, la condivisione del bene e dei beni.
In questa situazione occorre quindi anche e innanzitutto sostenere le pratiche nonviolente e le organizzazioni e le istituzioni che la nonviolenza promuovono ed inverano, poiche' solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
E tra le organizzazioni che la nonviolenza promuovono ed inverano in Italia il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini e' per molte ragioni una esperienza fondamentale.
Chi puo', nella misura in cui puo', sostenga quindi il Movimento Nonviolento, anche con una donazione.
*
Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, sezione italiana della W.R.I. (War Resisters International - Internazionale dei resistenti alla guerra)
Sede nazionale e redazione di "Azione nonviolenta": via Spagna 8, 37123 Verona (Italy)
Tel. e fax (+ 39) 0458009803 (r.a.)
E-mail: azionenonviolenta at sis.it
Per destinare il 5x1000 al Movimento Nonviolento: codice fiscale 93100500235
Per sostegno e donazioni al Movimento Nonviolento: Iban IT35 U 07601 11700 0000 18745455
3. QUATTRO OPINIONI DI UN VECCHIO BABUVISTA (UN MANOSCRITTO TROVATO IN UNA LATTINA NEL PARCHEGGIO DI UN FAST-FOOD)
Cosa penso dei governi che lasciano morire i naufraghi nel Mediterraneo?
Cosa penso dei governi che consentono e favoreggiano l'apartheid e la schiavitu'?
Cosa penso dei governi che finanziano il riarmo a tutta callara mentre la gente muore come lo mosche?
Cosa penso dei governi che continuano imperterriti a rubare ai poveri per dare ai ricchi?
Penso che siano governi criminali. Penso che siano governi fascisti.
*
Se la democrazia non e' la lotta in difesa degli oppressi dall'infinita violenza degli opressori, se non e' la lotta in difesa degli sfruttati dall'infinita avidita' degli sfruttatori, se non e' la lotta in difesa dei poveri dall'infinita rapina dei ricchi, se non e' la lotta in difesa dei deboli dagli infiniti abusi dei forti, ebbene, io non so che cosa sia.
Se la democrazia non e' la lotta per il diritto di ogni essere umano alla vita e alla dignita', io non so che cosa sia.
*
Se apri gli occhi lo vedi il fascismo.
Se lo vedi sai che devi combatterlo.
*
Salvare le vite e' il primo dovere.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Opporsi alla violenza dei potenti con la scelta nitida e intransigente della lotta nonviolenta.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
Siamo una sola umanita', chi salva una vita salva il mondo.
Siamo una sola umanita', sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
4. NELSON MANDELA
Il 5 dicembre di sette anni fa
ci lasciava Nelson Mandela.
Ma ci resta per sempre la sua testimonianza
il suo esempio la sua lotta il suo appello
a insorgere ancora ed ancora
in difesa della vita della dignita' dei diritti
di ogni essere umano.
5. NUOVI RACCONTI CRUDELI DALL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE. OMERO DELLISTORTI: LA MODA
- E' la moda, e la moda e' la moda.
- E allora?
- Come, allora? Perche', lei non la segue la moda?
- E' che non ci ho la televisione.
- E che vuol dire? Mica c'e' bisogno della televisione. Basta guardarsi intorno. Alle feste, in discoteca...
- Veramente non frequento ne' feste ne' discoteche.
- E che fa tutto il giorno?
- Lavoro.
- Si', pero' la sera? La sera, eh? Andiamo...
- La sera sono stanco morto, non faccio in tempo ad arrivare a casa che gia' dormo.
- Ma davvero?
- Davvero.
- Davvero davvero?
- Davvero davvero.
- Vabbe', allora il sabato, la domenica, le feste comandate, le vacanze. Un po' di svago ci vuole, mica siamo robot.
- A dire il vero certe volte mi pare proprio di essere un robot.
- E non va bene. E non va bene. Cosi' si perdono i sentimenti, e se a un uomo gli levi i sentimenti che resta? Eh, che resta?
- Non lo so, me lo dica lei.
- Non resta niente, e allora si fanno gli spropositi. Si fanno gli spropositi, glielo dico io.
- E' per questo?
- Come?
- Dico, e' per questo che lei ha fatto quello che ha fatto?
- Io? E che le sembro un robot? Io ce li ho i sentimenti. E la televisione. E seguo la moda. Pure il calcio e l'automobilismo.
- E allora perche'?
- Perche' che?
- Perche' lo ha fatto?
- Ah, quello.
- Quello, quello.
- Perche' le volevo bene, le volevo troppo bene. Quando si vuole troppo bene succede. Anche la moda, non dico di no.
- La moda?
- La moda, la moda. Lei pero' non la segue, come fa a capire?
6. REPETITA IUVANT. RICCIARDO ALOISI: ELOGIO DEGLI AQUILONI
[Riproponiamo i seguenti testi gia' piu' volte ripubblicati su questo foglio. Una decina di anni fa li ripresentammo con queste parole: "Il nostro vecchio amico Ricciardo Aloisi ha pensato di farci dono di alcuni testi in versi estratti da una sua vecchia, anzi stravecchia raccolta. Come e' noto non amiamo pubblicare versi sul nostro foglio: un notiziario quotidiano non e' la sede migliore per un adeguato apprezzamento di questo genere di scritture, e sovente ci pare che si scriva in versi quel che non si riesce a dir bene in prosa, cercando nel gesto, nell'intonazione, un sostegno a un discorso che si avverte in se' periclitante. A cio' si aggiunga che tra i nostri amici piu' cari abbiamo anziani poeti popolari a braccio, abilissimi improvvisatori di consumata perizia metrica, che storcono il naso ogni volta che trovano versi che non siano endecasillabi perfetti concatenati in regolari rime: hai voglia a dir loro delle delizie del Carducci barbaro, della purezza dell'alessandrino, della musica sorda del blank verse; ti guardano come fossi una mucca e ti danno manate sulle spalle per consolarti della tua insipienza. Ma Ricciardo Aloisi e' un vecchio amico, e molte di queste cantilene e filastrocche furono scritte fra trenta e vent'anni fa per amici che avevano bambini allora molto piccoli e che adesso sono donnoni ed omoni fatti e finiti e cosi' potra' far loro piacere rileggere queste quisquilie, che infine ci sembra che rechino pur qualche ombra di rosa, e qualche spina nella carne ancora"]
ninna nanna dell'agnellino
dormi dormi batuffolo di lana
entra nel mondo nel mondo dei sogni
dove ti aspetta il lupo che sbrana
dove rintocca lontana la campana
che ti risveglia che piangi e sei felice
di tornare a vivere e tremare.
*
ninna nanna delle ultime alture
ninna nanna
calimero umbratile
effimera libellula
farfalla impollinata
vibratile betulla
fuori c'e' il freddo c'e' il buio c'e' il nulla
ma qui c'e' la tua mamma
che ti culla.
*
ninna nanna della limpida lampada
ninna nanna
ambra ombra
brumba limbo
dormi dormi
dormi bimbo.
*
ninna nanna dell'arciere
I.
lo senti dal sibilo lieve e sottile
il dardo che vola su ali di vento
che fischia e sospira un lunare lamento
che adesca e trapassa il fuggiasco senile.
lo vedi avvampare sicuro e silente
il dardo che squarcia le nuvole nere
che velano l'occhio del pio cavaliere
che resta accecato dal bianco del niente.
II.
e allora fai la ninna e fai la nanna
e non pensarci che anche la tua freccia
gia' fu scoccata e ti trafiggera'.
nel sonno flebile ne senti il volo
la vedi che veleggia in un sussurro
e ne singulti e ne senti il profumo
d'autunno e speri il secco dell'inverno.
l'aroma della fiamma possa darti
il riso di una donna, e poi lo schianto.
la folgore t'uccida e non il canchero
arrugginito e flaccido e grommoso.
e allora fai la ninna e fai la nanna
e non pensarci che anche la tua freccia
gia' fu scoccata e ti trafiggera'.
*
ninna nanna per una lucciola settembrina
pissi pissi biribissi
bussa altrove vola e vola
ah le ali degli ulissi
sul vascello - trista fola -
che vaneggia sugli abissi
gia' la falce sulla mola
fa scintille, stride ellissi.
stella limpida e silente
senti il vento sugli olivi
alitante dolci e lente
cantilene ai rami vivi
bronzo e argento che fremente
prega l'anima che oblivi
la paura di esser niente.
bimba bella sassolino
che strascicheranno le onde
si', minuto porcospino
fonde fonde fonde fonde
sarai solo fosti trino
suggerai gioie feconde
ninna, nanna, ninnolino.
*
ninna nanna del delfino
dormi dormi pisellino
figlio del re turco turchino
figlio del papa testa di rapa
figlio del vento cento e trecento
nato dal ballo la stella e il cavallo
che trotta che trotta e ti bacia la bocca.
*
gutta petita gutta bumbiva
bimba lucente limpida oliva
gutta che lava obliva belava
gutta serena beata cantava
*
coma comare
chiarore lunare
coma comizio
suppli' come supplizio
coma como'
cocorico'.
*
indovinello
dicono che non ho colore:
ma ho i colori di mille e mille pesci luccicanti
del cielo dove passeggiano favolosi palazzi di nuvole
dello specchio e della grotta e delle barchette di carta
e le mobili facce di chiunque mi guarda.
dicono che non ho sapore, che non so di niente:
ma mi si gettano addosso ad accarezzarmi
ed io li abbraccio tutti.
e non passa giorno che le loro labbra non mi bacino.
*
indovinello
e' ragazza, e' la mamma dei gatti
quando e' triste la guardano e piangono.
e' un frutto freschissimo e candido
qualche volta si vede che e' morso.
e' un pallone fuggito a un bambino
e' uno spicciolo d'acqua e d'argento.
catturartela ti basta un pozzo.
*
indovinello
come se fossi morto
mi sotterro' un villano
insieme a mille altri
con gesto largo e piano.
ma qui fermento con serenita'
nel caldo rosso umore
e se ne avro' l'amore
giorno verra' che rivedro' la luce.
in me cosi' piccolo e' una volonta'
che rigermogliera' e dare' gran frutti.
*
le filastrocche
le filastrocche
sono piu' dolci delle albicocche
sono piu' morbide della lana
piu' belle di una stella lontana
sono piu' svelte di chi e' senza freno
piu' colorate dell'arcobaleno
sono piu' amate del fuoco e del vento
che tutto abbracciano in un momento
sono piu' furbe degli occhi del gatto
e chi le scrive e' sempre un po' matto.
*
per essere piu' belli
conosco un segreto per essere piu' belli:
basta avere fili d'oro per capelli,
basta avere due stelle nel fondo degli occhi
che fanno luce ai furbi e agli sciocchi,
basta avere i denti fatti di perle
e ad ogni sorriso si puo' vederle,
basta avere le guance come una pesca
rossa e dorata, morbida e fresca,
basta avere le labbra color delle fragole
che sappiano dire bellissime favole,
ma questo e' un segreto di quelli complicati!
ne so uno più facile:
basta essere amati.
*
io so tutte le storie e per un soldo
vi racconto quella eroica di Bertoldo
per un dindo
quella gaia e colorata di Aurobindo
per due scudi
quella che a lungo ti ci illudi
ma se mi fai un sorriso
ti racconto la storia piu' bella, che parla di te.
*
vecchi trucchi per scrivere le poesie
basta prendere un gatto e un anello
e il gatto se lo mette per cappello
ma quando piove si bagna la testa perche' e' vuoto in mezzo.
oppure trovare nella pastasciutta uno spaghetto cosi' lungo
che arriva da casa tua fino in America
e un equilibrista ci passa sopra e ci attraversa il mare
senza ammollarsi e senza vomitare.
oppure dire le parole buffe
come l'arte culinaria.
ma il trucco piu' bello e' quando dici la verita'.
*
apotropaica
che bella parola: coprolalia
ci monti in groppa e fuggi via
che bell'idea
accogliere la cosa a colpi di diarrea
che gran piacere
aprire gli occhi e tornare a vedere
luce, ancora luce
avere una tigna
che ne' la spugna, ne' la raspa, ne' il martello
te la scrosta di dosso
e allora sei vivo.
*
storia di un ometto troppo lesto
c'era una volta
un ometto cosi' lesto
che anche se faceva tardi
arrivava sempre presto.
era cosi' svelto
fin da piccolino
che divento' vecchio
gia' da bambino.
era tanto veloce
a fare e a dire
che si alzava prima
di andare a dormire.
era tanto veloce
a dire e a fare
che aveva detto tutto
ancor prima di parlare.
tanto era svelto
in modo speciale
da piangere prima
di farsi male.
arrivo' a esser sazio
prima di mangiare
ed e' per questo
che e' morto di fame.
*
a casa mia c'e' un ragno
di nome Gedeone
sta fermo in un cantone
e non si muove mai.
ma la notte,
quando non lo guarda nessuno,
seguendo una musica che sente solo lui
sulle lunghe sottili zampine
danza lievissimo ed incanta gli angeli.
*
il canto del grillo
di giorno e di notte per ore per ore
c'e' un grillo che canta canzoni d'amore
al cielo alle nuvole all'albero e al fiore
che si vergognano un po'
di questo amore indiscreto
sorridono imbarazzati, esclamano "ma no!"
gli ridono dietro.
*
la promessa del topolino
cosa faro' per te?
ti daro' un bacio
in cambio di due soldi
e un po' di cacio.
*
un gatto di nome Gomitolo
catturo' un sorcio per la coda
e gli si sfece tutto giu'.
*
avessi un gatto
di nome Coriandolo
che odora d'intenso profumo di mandorlo
e suona il mandolino
e ad ogni soffio di vento vola via
e mi tocca inseguirlo per le strade
per afferrarlo quando casca giu'
ed abbracciarlo forte forte forte
che ci vogliamo proprio tanto bene.
*
Il cane Ciondolo e' stravagante
ha un osso a dondolo
e un bel paio di mutande
che indossa per nuotare
beato lui, che vive a Tarquinia
che c'e' sempre il mare.
*
un elefante con un ombrellino
quantunque obeso agile e gentile
danza soave sui fili della luce.
*
questa giraffa, lo credereste?
abita a Roma e pranza a Trieste.
*
un signore di Roccacannuccia
mangiava la buccia delle caraffe d'acqua
e diventava tutto trasparente.
*
c'era una volta un fantasma di Belluno
che si credeva di esser chissacchi'
e non era nessuno.
*
Scaramuccia ed Arlecchino
vanno a far le serenate
alle bimbe disperate
disperate per amore
che gli gettino giu' un fiore.
*
storiella viterbese
nella fontana
di piazza della Rocca
c'e' una fanciulla
che soffia in una brocca
ad incresparne l'acqua
per non specchiarsi cosi' bella
che le viene da piangere.
*
breve storia della delusione
c'era Brighella che aveva una stella
e se la stella non era di latta
ci si comprava un fucile e una gatta.
c'era Arlecchino che aveva un violino
e se il violino non era di pane
ci s'incantava la luna e le rane.
*
felicita' dell'insonnia
alle due meno dieci
la sveglia mi sorride.
*
un torsolo di mela che si sentiva nudo
l'ho tutto infagottato con un rotolo di scotch.
faccio le buone azioni quotidiane.
*
ultime di cronaca
Rinvenuto Machiavelli in bicicletta!
Geronimo sconfigge Mike Bongiorno!
alla Bardot gli cresce un pisellino!
Marx abbandona la politica per fare il parrucchiere!
io vengo nominato faraone!
*
noi diciamo la parola nuova
che mai piu' nessuno passi sotto il tavolino
noi diciamo la parola nuova
che a nessuno si neghi il bicchiere di vino
noi diciamo la parola bella
ogni uomo fratello ogni donna sorella
noi diciamo la parola forte
tutti gli uomini uniti
contro il male e la morte
noi diciamo la parola sapiente
tutti gli sfruttatori e la violenza
finiscano nel niente.
con le nostre mani, con i nostri gesti
noi diciamo la parola pace.
*
canzonetta
il libretto di un poeta
che ti dona un militante
e' cosa un po' indiscreta
e forse inelegante
ma nella trama morbida
di graziose figurine
si combatton senza fine
l'arte e la vita torbida
stanche sono le righe
ed incalzanti i mali
ma le favole son spighe
azzurrine e musicali.
*
certo che semino sassi
so bene che tutto germoglia.
*
poesia scritta dal basso verso l'alto
volasse
volasse
e azzurro nel cielo volasse
dall'affresco sbiadito si staccasse
se un angelo, un uccello
come sarebbe bello
*
dire cose senza senso
perche' mai non si puo' fare?
le bisbiglian ramo e vento,
scoglio e onda in riva al mare,
nel baciarsi e ribaciarsi.
*
io, ammaestratore di nuvole
spadaccino trafittore di coriandoli
grande maestro di gioco dell'oca
io me la rido della morte camusa.
*
Dove vi spiego che vuol dire amo
io getto l'amo e me ne sto tranquillo
ad aspettare che venga il mio pesce.
il trucco e' tutto qui, nell'aspettare:
il pesciolino d'oro arriva sempre.
*
elogio degli aquiloni
felici voi leggeri
appena strozzati da un filo
nell'aria magnifica che si lascia solcare
senza sforzo, volate
semplici ed esatti
eleganti, colorati di tanti colori
felici voi leggeri
appena strozzati da un filo.
e per quanto sia davvero bizzarro
e' proprio quel filo che vi fa volare.
*
storiella
soffiando nella bocca dei cannoni
di notte mentre tutti dormivano
l'uomo dai polmoni piu' gonfi del mondo
fece scoppiare tutti i carrarmati
come palloncini.
poi tutto soddisfatto corse via
fischiando una marcetta bersagliera.
*
un gigante pacioccone
sbucciava i missili
e si mangiava la polpa che era dentro.
e faceva arrabbiare i signori della guerra.
*
a forza di portare l'elmetto si sa
il cervello si abitua al buio.
a forza di avere il petto ingombro di medaglie
si sa che zitto zitto s'indurisce
il cuore, e si fa piccolo e di sasso.
io si' che li capisco i generali.
*
due scopini di Bomarzo
andarono in guerra il mese di marzo.
quando marzo ritorno'
l'immondizia c'era ancora, ma loro no.
*
una stranezza
qui
le cose sembrano abbastanza chiare
noi siamo gli amici e i nemici sono loro.
ma un amico mio
che vive la' da loro
mi dice che li'
sono tutti sicurissimi
di essere loro gli amici e che i nemici siamo noi.
qui c'e' qualcosa che non mi convince.
*
del rapporto tra i mezzi e i fini
siccome se pianto un seme di mela
di mele mi cresce una pianta
mica un attaccapanni o una candela
cosi' chi riempie di armi la terra
ha voglia a chiacchierare, mica c'incanta:
non vuole la pace, prepara la guerra.
e che si puo' fare per vincere il male
dell'artiglio guerriero che strozza e che agguanta?
alle spese di morte obiezione fiscale.
*
A un vecchio compagno
la vita e' questo circo pauroso
che ad uno ad uno ci tocca
gettarci nel vuoto dal trapezio
sperando che mani compagne ci afferrino al volo
Ezio.
7. DUE AMICHE
Ieri ci ha lasciato Lidia Menapace
un anno fa ci ha lasciato Anna Bravo
Come si e' fatto buio e vuoto il mondo
8. RICORDANDO LIDIA MENAPACE. UN INCONTRO DI RIFLESSIONE A VITERBO
La sera di martedi' 8 dicembre 2020 a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si e' tenuto un incontro di riflessione in memoria di Lidia Menapace.
L'incontro si e' svolto nel piu' assoluto rispetto delle misure di sicurezza previste dall'ultimo Dpcm per prevenire e contrastare la diffusione del coronavirus.
All'incontro ha preso parte Paolo Arena.
*
Una minima notizia su Lidia Menapace
Lidia Menapace e' nata a Novara nel 1924, ha preso parte alla Resistenza, e' stata poi impegnata nel movimento cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del "Manifesto", senatrice; e' stata tra le voci piu' significative e autorevoli della cultura e del movimento delle donne, dei movimenti di pace, solidarieta' e liberazione, della vita civile italiana. E' deceduta nel 2020. Opere di Lidia Menapace: la maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia Menapace e' dispersa in quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di autori vari (ora naturalmente anche siti internet); tra i suoi libri: Il futurismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968, pp. 120; L'ermetismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968, pp. 76; La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974, pp. 220; Economia politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987, pp. VIII + 140; (a cura di, ed in collaborazione con Chiara Ingrao), Ne' indifesa ne' in divisa, Sinistra indipendente, Roma 1988, pp. 244; Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la luna, Milano 2000, pp. 32; Resiste', Il dito e la luna, Milano 2001, pp. 86; (con Fausto Bertinotti e Marco Revelli), Nonviolenza, Fazi, Roma 2004, pp. 140; Lettere dal palazzo, Marea - Erga Edizioni, Genova 2007, pp. 160; Un anno al senato, Tracce, Pescara 2009, pp. 300; ... A furor di popolo!, Marea, Genova 2012, pp. 134; Io, partigiana, Manni, San Cesario di Lecce 2014, 2015, pp. 162; Canta il merlo sul frumento, Manni, San Cesario di Lecce 2015, pp. 144.
*
Una minima notizia su Paolo Arena
Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica, di storia linguistica dell'Italia contemporanea. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it
9. TRA NOI. UN INCONTRO A VITERBO IN RICORDO DI LIDIA MENAPACE
Alcune persone che negli anni '70 ed '80 condivisero l'esperienza del Partito di unita' proletaria per il comunismo si sono incontrate giovedi' 10 dicembre 2020 a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" per ricordare Lidia Menapace, che e' stata e resta per loro un luminoso punto di riferimento.
L'incontro si e' svolto nel pieno rispetto della vigente normativa anti-covid.
*
Una minima notizia su Lidia Menapace
Lidia Menapace e' nata a Novara nel 1924, ha preso parte alla Resistenza, e' stata poi impegnata nel movimento cattolico, pubblica amministratrice, docente universitaria, fondatrice del "Manifesto", senatrice; e' stata tra le voci piu' significative e autorevoli della cultura e del movimento delle donne, dei movimenti di pace, solidarieta' e liberazione, della vita civile italiana. E' deceduta nel 2020. Opere di Lidia Menapace: la maggior parte degli scritti e degli interventi di Lidia Menapace e' dispersa in quotidiani e riviste, atti di convegni, volumi di autori vari (ora naturalmente anche siti internet); tra i suoi libri: Il futurismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968, pp. 120; L'ermetismo. Ideologia e linguaggio, Celuc, Milano 1968, pp. 76; La Democrazia Cristiana, Mazzotta, Milano 1974, pp. 220; Economia politica della differenza sessuale, Felina, Roma 1987, pp. VIII + 140; (a cura di, ed in collaborazione con Chiara Ingrao), Ne' indifesa ne' in divisa, Sinistra indipendente, Roma 1988, pp. 244; Il papa chiede perdono: le donne glielo accorderanno?, Il dito e la luna, Milano 2000, pp. 32; Resiste', Il dito e la luna, Milano 2001, pp. 86; (con Fausto Bertinotti e Marco Revelli), Nonviolenza, Fazi, Roma 2004, pp. 140; Lettere dal palazzo, Marea - Erga Edizioni, Genova 2007, pp. 160; Un anno al senato, Tracce, Pescara 2009, pp. 300; ... A furor di popolo!, Marea, Genova 2012, pp. 134; Io, partigiana, Manni, San Cesario di Lecce 2014, 2015, pp. 162; Canta il merlo sul frumento, Manni, San Cesario di Lecce 2015, pp. 144.
10. DALL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE. IL DELIRIO DI GELOSIA
Ci avevo il delirio di gelosia
per questo l'ho dovuta accoppare la mogliettina mia.
Ci avevo il delirio di gelosia
per questo l'ho dovuta fare la guerra a quei selvaggi.
Ci avevo il delirio di gelosia
per questo l'ho dovuto sterminare quel popolaccio boia.
Adesso sono guarito e mi sento proprio bene.
11. KIM KI-DUK
E' deceduto Kim Ki-Duk, regista cinematografico autore di film indimenticabili.
Con gratitudine lo ricordiamo.
12. ANCORA
Sono ancora a piede libero i governanti razzisti e stragisti di ieri e di oggi responsabili della strage degli innocenti nel Mediterraneo che ancora continua.
Sono ancora a piede libero i governanti razzisti e stragisti di ieri e di oggi responsabili di mostruosi crimini contro l'umanita'.
*
Quando cessera' il massacro?
Quando ci si adoperera' per salvare tutte le vite?
*
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.
13. REPETITA IUVANT. CONTRO IL RAZZISMO, CONTRO IL FASCISMO
I ministri razzisti che hanno commesso crimini contro l'umanita' devono essere processati e condannati come previsto dalle leggi vigenti.
Salvare le vite e' il primo dovere.
14. PENSO
Penso che chi governa questo paese abbia la responsabilita' di aver lasciato morire decine di migliaia di persone che potevano essere salvate.
Penso che salvare le vite sia il primo dovere.
Penso che solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
15. NUOVI RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: CEDENDO
- Stai cedendo.
- No che non sto cedendo.
- Stai cedendo.
- Ma neanche per sogno.
- E invece stai cedendo.
- Non sto cedendo manco per niente. E poi, chi e' lei, scusi?
- Chi sono io?
- Si', chi e' lei?
- Quello che ti dice che stai cedendo, no?
- Non mi sembra affatto divertente.
- Non e' divertente quando si cede.
- Io non sto cedendo, non so neppure a cosa si riferisca, e poi neppure la conosco. Se e' uno scherzo e' di pessimo gusto.
- Ah, ecco. Voleva dire che non e' divertente lo scherzo?
- Esatto.
- Ma non e' uno scherzo.
- Senta, io non so chi lei sia e non me ne frega niente se questo e' uno scherzo o no, mi fa un baffo.
- Un baffo. Ha detto un baffo?
- Cosa?
- Ha detto un baffo.
- Io?
- Certo, lei.
- Veramente non me lo ricordo.
- Pero' lo ha detto. Sa, non lo dice piu' nessuno.
- Cosa?
- Un baffo, che qualcosa le fa un baffo. E' una di quelle frasi che forse sui palcoscenici di varieta' di cent'anni fa, a dir poco.
- Cosa intende dire?
- Come?
- Cosa intende dire, mi sta dando del buffone?
- Io?
- Lei, si'.
- Io non ho detto niente.
- Pero' mi sembra che si stia prendendo gioco di me.
- Io?
- Si', lei.
- Non direi.
- Ah, non direbbe?
- No, non direi proprio. Ho detto solo che quella frase del baffo...
- Io non ho detto nessuna frase del baffo.
- A me e' sembrato di si'.
- Ha sentito male, le dico.
- Avro' sentito male.
- E' cosi', ha sentito male, e adesso se vuole avere la gentilezza di dirmi chi lei sia e cosa diamine vuole da me, gliele sarei assai grato.
- Ha detto diamine?
- Come?
- Ha detto diamine.
- Diamine, no.
- Lo ha appena detto di nuovo.
- No, non l'ho detto di nuovo, l'ho detto adesso perche' lo ha detto lei.
- Ma lei lo ha detto per primo, a me non sarebbe venuto in mente di dire diamine.
- Senta, adesso facciamola finita, eh? Se e' un scherzo non e' divertente.
- Ah gia', di questo stavamo parlando, che non e' divertente.
- Oltretutto non ho alcuna voglia di scherzare.
- E chi scherza?
- Senta, delle due l'una...
- Ah, ma guarda, dice anche delle due l'una.
- Prego?
- Dico: dice anche delle due l'una.
- E allora?
- Niente, niente, non c'e' niente di male.
- Senta, adesso lei sta davvero esagerando.
- Ma continui, continui, mi scusi. Diceva: delle due l'una. E poi?
- E poi?
- Come poi? Poi, dopo delle due l'una.
- Cioe'?
- Come cioe', stava dicendo qualcosa, anzi piu' precisamente stava ponendo un'alternativa, un aut aut.
- Cosa?
- Un aut aut, o questo o quello, delle due l'una, no?
- Non capisco.
- No, no, prosegua. Delle due l'una e quindi?
- E quindi cosa?
- Ah, io proprio non lo so, e' lei che ha detto delle due l'una, quindi e' lei che deve saperlo quali sono le due delle quali l'una.
- Senta, adesso basta. Non mi costringa a fare quel che non vorrei fare.
- Senti, senti. E cosa non vorrebbe fare?
- Come?
- Dico, quale e' la cosa che non vorrebbe fare ma teme di essere costretto a fare?
- Io non temo niente.
- E' lei che lo ha detto.
- Io non ho detto niente.
- Niente?
- Niente di tutto questo.
- Di tutto questo che?
- Di tutto questo che lei vorrebbe farmi dire e che invece io non voglio dire, ed infatti non diro'.
- Ah, si riferiva a questo?
- A questo cosa?
- La cosa che non vorrebbe fare. Sarebbe dire?
- Come?
- Dire. Anche dire e' un fare, chi non lo sa?
- Ma di cosa parla?
- Di cosa parlo?
- Si'.
- Ma io non lo so, e' lei che dovrebbe saperlo, e' lei che ha detto che non vorrebbe fare quello che non vorrebbe fare.
- E infatti non lo faccio.
- Si', pero' non ha detto quale sia la cosa che non vorrebbe fare. Dovrebbe saperlo, perche' se non lo sa lei io non lo so di certo.
- E allora?
- E allora non posso certo aiutarla, no?
- E perche' mai dovrebbe aiutarmi.
- Vorrei, ma non posso.
- Ma io non voglio nessun aiuto, ci mancherebbe. Lei si faccia gli affaracci suoi che io mi faccio i miei.
- Gli affaracci, non gli affari, gli affaracci.
- Gli affaracci suoi, si'. Ma insomma, che vuole da me? Chi e' lei? Chi la manda? Giu' la maschera.
- Giu' la maschera dice?
- Giu' la maschera, si'.
- Ma io non porto nessuna maschera.
- Ma io non la conosco.
- Ma si' che mi conosci.
- Le dico di no.
- Ti dico di si'.
- Insomma, non ne posso piu'.
- Stai cedendo.
- No che non sto cedendo.
- Stai cedendo.
- Ma neanche per sogno.
- E invece stai cedendo.
16. CRONACHE DI NUSMUNDIA. LA STRAGINA
Un prominente di provincia dice "se qualcuno muore, pazienza". L'indignazione e' corale. Si dimette dalla carica sua.
Un governo di stolti e di scellerati fa morire decine di migliaia di persone che potevano essere salvate. E resta li' beato.
17. CRONACHE DI NUSMUNDIA. LO STATISTA A CINQUE STALLE
Ha sulla coscienza decine di migliaia di morti
e mentre banchetta sui cadaveri
prepara il ritorno trionfale del fascismo.
18. IN PIAZZA A VITERBO PER IL DIRITTO ALLA CASA
Promossa dall'Associazione Inquilini e Abitanti dell'Unione Sindacale di Base (Asia-Usb) la mattina di venerdi' 18 dicembre 2020 si e' svolta in piazza del Comune a Viterbo, dinanzi alla prefettura, una iniziativa per il diritto alla casa.
L'iniziativa si e' svolta nel pieno rispetto delle norme anti-covid.
All'iniziativa ha partecipato anche il responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera".
19. MARCELLO POLACCHI
E' deceduto Marcello Polacchi, un amico e un maestro.
Con gratitudine che non si estingue lo ricordiamo.
20. RACHELE BRENNA
E' deceduta Rachele Brenna, partigiana.
Con gratitudine la ricordiamo.
21. NEDO FIANO
E' deceduto Nedo Fiano, testimone della Shoah.
Con gratitudine lo ricordiamo.
22. PIETRO GRECO
E' deceduto Pietro Greco, giornalista, saggista e divulgatore scientifico.
Con gratitudine lo ricordiamo.
23. GIULIA RE
E' deceduta Giulia Re, partigiana.
Con gratitudine la ricordiamo.
24. UN RICORDO DI MARCELLO POLACCHI
Di Marcello Polacchi, che e' deceduto ieri vittima dell'epidemia, molti a Viterbo ricorderanno in questi giorni e poi ancora a lungo nel corso degli anni avvenire la figura insigne.
L'umanista di poliedrica e salda cultura, vasta e profonda ad un tempo, costantemente proteso in un medesimo movimento dell'animo alla sequela di virtute e canoscenza.
L'avvocato illustre dalla profonda e acuta intelligenza e il cuore nobile e generoso le cui vittorie nel foro sovente furono altresi' atti di pedagogia morale e civile oltre che brillanti esempi di dottrina giuridica e luminose prove di pascaliana sapienza del cuore degli esseri umani e del mondo.
Il cittadino impegnato per il bene comune, per i diritti umani di tutti gli esseri umani, il militante del movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la giustizia sociale, l'eguaglianza di dignita' e diritti, le liberta' di tutti e di ciascuna persona, la responsabilita' per l'umanita', la solidarieta' che ogni essere umano riconosca e raggiunga, e sostenga e protegga, e conforti, e liberi.
Il consigliere comunale e capogruppo comunista che nella Sala del Consiglio di Palazzo dei Priori si batteva per il vero, il buono, il giusto, tenacemente contrastando il regime della corruzione, alacremente adoperandosi affinche' la cosa pubblica fosse amministrata in pro della popolazione tutta ed in primo luogo a beneficio di chi del pubblico sostegno piu' avesse bisogno, inverando lo spirito e il dettato della Costituzione repubblicana.
Il Presidente della Provincia di Viterbo che promosse realizzazioni grandi e durature che ancora illustrano questa citta' e questa terra - ed altre non meno preziose e frugifere che amministrazioni successive stoltamente hanno lasciato estinguere.
*
Anch'io che scrivo queste poche righe lo ho conosciuto anche in quelle sue vesti: come dotto e valente professatore del giure di adamantina probita', come compagno d'ideali e di lotte sollecito di giustizia e liberta', come maestro di civilta' e cultura; ma l'ho conosciuto anche come amico. Un amico cui credo di dovere molto.
C'e' una lirica di Edgar Allan Poe, che s'intitola "Eldorado", che serbo nella memoria da oltre mezzo secolo; con essa vorrei un’ultima volta salutarlo.
*
Eldorado
Gaily bedight,
A gallant knight,
In sunshine and in shadow,
Had journeyed long,
Singing a song,
In search of Eldorado.
But he grew old -
This knight so bold -
And o'er his heart a shadow
Fell, as he found
No spot of ground
That looked like Eldorado.
And, as his strength
Failed him at length,
He met a pilgrim shadow -
"Shadow," said he,
"Where can it be -
This land of Eldorado?"
"Over the Mountains
Of the Moon,
Down the Valley of the Shadow,
Ride, boldly ride,"
The shade replied, -
"If you seek for Eldorado!"
*
Una persona buona ci ha lasciato. Resta la sua memoria, la sua testimonianza, il bene che ha compiuto, l'esempio che ha donato, resta il valore che non si estingue.
In quest'ora di lutto ai familiari tutti anche il mio abbraccio giunga.
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 454 del 20 febbraio 2021
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