[Nonviolenza] Telegrammi. 4020



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4020 del 19 febbraio 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
Sommario di questo numero:
1. "Letteratura come testimonianza ed appello". Un incontro di riflessione a Viterbo con Paolo Arena
2. Alcuni testi di Benito D'Ippolito apparsi su questo foglio tra 2004 e 2006
3. Facile
4. Tre prischi idilli e uno scherzo con fuoco
5. En alabanza de un carpintero llamado Ricardo Orioles
6. Excerpta
7. Istruzioni per non convincere nessuno
8. Le donne di Kabul
9. Degli eserciti
10. Alex
11. Nel tubo
12. Da una lettera al caro amico Gioffredo Rudello
13. En arche'
14. Per l'abolizione dei cosiddetti "Centri di permanenza temporanea"
15. Tra Perugia e Assisi
16. Per Sergio Endrigo
17. Per Franca Ongaro Basaglia
18. Dalle parole ai fatti. Si' al referendum brasiliano per vietare il commercio delle armi
19. La nonviolenza difficile
20. In memoria di Simon Wiesenthal
21. Forum comunitario di lotta alla violenza: Morii in una rissa, e non c'entravo. Un appello per il si' al referendum
22. Forum comunitario di lotta alla violenza: Mi hanno ammazzato e non potro' votare. Un appello per il si' al referendum
23. Sette lapidi per dire un si'
24. Forum comunitario di lotta alla violenza: Dimmi di si' il 23 di ottobre. Un appello per il si' al referendum
25. Week-end a Lampedusa
26. Incidente a Kabul
27. Io sono quello
28. Tu
29. Paesaggio dopo la battaglia
30. I fatti di Falluja
31. Un crimine
32. Per Marco Mariani, educatore
33. Del diffidar sincero l'elogio breve e acre
34. Tom
35. Anna Moffo
36. Puntuale come la morte
37. Sul torpedone (I)
38. Sul torpedone (II)
39. Portando tutto a casa
40. Di noi vegliardi il privilegio e' questo
41. L'alternativa
42. Piccola prosa sul che fare tutti
43. La guerra di sinistra
44. Quando, quando, quando, quando
45. Un'epigrafe
46. La piccola metamorfosi
47. Anna Politkovskaja
48. Omero Dellistorti: Illustrissimo signor preside!
49. Segnalazioni librarie
50. La "Carta" del Movimento Nonviolento
51. Per saperne di piu'
 
1. INCONTRI. "LETTERATURA COME TESTIMONIANZA ED APPELLO". UN INCONTRO DI RILESSIONE A VITERBO CON PAOLO ARENA
 
Giovedi' 18 febbraio 2021 a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" si e' tenuto un incontro di riflessione sul tema: "Letteratura come testimonianza ed appello: una riflessione muovendo da Primo Levi, George Orwell, Albert Camus, Heinrich Boell".
L'incontro si e' svolto nel piu' assoluto rispetto delle misure di sicurezza previste dalla normativa vigente per prevenire e contrastare la diffusione del coronavirus.
All'incontro ha preso parte Paolo Arena.
*
Una minima notizia su Paolo Arena
Paolo Arena, critico e saggista, studioso di cinema, arti visive, weltliteratur, sistemi di pensiero, processi culturali, comunicazioni di massa e nuovi media, e' uno dei principali collaboratori del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e fa parte della redazione di "Viterbo oltre il muro. Spazio di informazione nonviolenta", un'esperienza nata dagli incontri di formazione nonviolenta che per anni si sono svolti con cadenza settimanale a Viterbo; nel 2010 insieme a Marco Ambrosini e Marco Graziotti ha condotto un'ampia inchiesta sul tema "La nonviolenza oggi in Italia" con centinaia di interviste a molte delle piu' rappresentative figure dell'impegno nonviolento nel nostro paese. Ha tenuto apprezzate conferenze sul cinema di Tarkovskij all'Universita' di Roma "La Sapienza" e presso biblioteche pubbliche. Negli scorsi anni ha animato cicli di incontri di studio su Dante e su Seneca. Negli ultimi anni ha animato cicli di incontri di studio di storia della sociologia, di teoria del diritto, di elementi di economia politica, di storia linguistica dell'Italia contemporanea. Fa parte di un comitato che promuove il diritto allo studio con iniziative di solidarieta' concreta. Cura il sito www.letterestrane.it
 
2. MEMORIA. ALCUNI TESTI DI BENITO D'IPPOLITO APPARSI SU QUESTO FOGLIO TRA 2004 E 2006
 
Riproponiamo di seguito alcuni testi del nostro collaboratore Benito D'Ippolito apparsi su questo notiziario tra 2004 e 2006.
 
3. FACILE
 
Come e' facile abituarsi alla guerra, quando a morire sono gli altri.
Come e' facile abituarsi al fascismo, quando a morire sono gli altri.
 
4. TRE PRISCHI IDILLI E UNO SCHERZO CON FUOCO
 
GLI OSTAGGI DIMENTICATI
 
Quella favola antica dell'Anima e di Amore
anch'essa cede alla semplice visione
della luce sul respiro del mare.
 
La vita stupida come la luna
come una pera, uno sguardo nel pozzo
che scivola lungo il costone e diventa
valanga e poi rombo e poi morte ed infine
si scioglie in nulla.
La vita che balla la rumba
la vita che vivere non sa.
 
Tutta la morte in un guscio di noce
tutta la morte in un filo di vento
tutta la morte in un niente di niente.
 
Ancora ieri erano qui, erano vivi
dalla televisione fu ordinato di annientarli
uno stesso coltello taglia tutte le gole.
 
PARLA ANCORA IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO
 
La notte sta finendo, il fuoco
e' braci, la nostra
riunione e' finita, riassumo
le decisioni, poi
ognuno tornera' alla sua tenda,
gia' sento vibrare nell'aria l'aurora dita rosate
molte cose abbiamo detto buone.
 
E questa e' la prima, che la nostra guerra
e' buona, cattiva e' quella degli altri.
Salvano vite i fucili dei nostri soldati, coloro
che si sono avventati contro i nostri
proiettili in volo, barbari sono, e suicidi.
E' ovvio che noi continueremo
a domarli, a sbranarli se occorre,
finche' non avranno a pentirsi
di essere vittime e sciocchi.
 
Gia' il dio dal volto di cane
lunghe conduce file di anime
agli elisi, e allo sheol. I nostri
saranno felici per sempre, saranno
per sempre infelici i loro.
 
Tolta e' la seduta. Sono ancora in onda?
 
EMPIA UNA SALMODIA
 
Felici quelli che sanno sedere
a consiglio su cataste di cadaveri, felici
quelli che persero in tempo l'olfatto.
 
Felici i comandanti dei plotoni
d'esecuzione, poiche' essi avranno
lucenti sciabole e interviste e scranni.
 
E felici coloro che sapienti
san gorgheggiare le melodie soavi
che allietano l'imperatore
gli schiavi ipnotizzano ancora
del coro dei morti sovrastano il lamento.
 
E felici i felici e gli infelici,
di vivere gli uni, di morire
gli altri. Felice
per sempre il silenzio.
 
EPIGRAMMA
 
Per impedire la guerra civile
la guerra barbara ci e' d'uopo la' condurre.
Dovrebbero esser contenti
di essere ammazzati dalla nostra civilta'.
 
5. EN ALABANZA DE UN CARPINTERO LLAMADO RICARDO ORIOLES
 
Restar fedele al vero ed all'umano
seguire ancora l'ardua e strana via
che insegno' e conobbe il buon Quijano
scelse Riccardo Orioles. Se follia
 
fu o saggezza, se incanto o malia
nulla rileva, ma se anche un sol grano
di quel suo seminare cortesia
fruttifica, non sara' stato vano
 
un cosi' lungo andare per deserti
un cosi' strenuo raddrizzare torti
un cosi' saldo aver pieta' dei morti
 
e dei viventi, e suscitare forti
nuovi compagni alla lotta, gli inerti
scuotendo ed avviando agli alti merti.
 
6. EXCERPTA
 
"Oggi facciamo questa legge ancora:
da domani niente piume sul cappello
si scenda dal letto col piede sinistro
zitte le donne, zitte e col velo
 
il parlamento fa le ricette mediche
solo il governo puo' cuocere la pasta
la sola scienza e' quella grigioverde
e zitte le donne, zitte e in piccionaia
 
chi vuol votare sia marchiato reprobo
nessuno dia fastidio al conducente
si tiri dritto e poi chi crepa crepa
e zitte le donne, zitte e col velo"
 
(Enea Silvio Vastalande, Regi decreti e circolari ministeriali)
 
"Come possono gli uomini decidere di cio' che conoscono solo le donne?
Come possono i celibi dar saggi consigli in materia coniugale?
Cosa possono i vergini per obbligo sapere di quelle congiunzioni e generazioni?
E perche' ogni maschio pensa che tutte le donne gli siano inferiori?
Molti misteri cela la filosofia, e la religione non meno".
(Annibale Scarpante, Un commento al Tahafut al-falasifa)
 
"Eros che visita Psiche solo nelle tenebre e fin nei convegni d'amore le proibisce di guardarlo, e' nel linguaggio del mito tramandatoci da Apuleio la stessa cosa di quel Frank che in Blue Velvet di David Lynch sevizia Dorothy e nel brutale amplesso le grida di non guardarlo: e' il maschio che afferma un dominio che nega l'altrui umanita', che schiavizza ed accieca e reifica; e' l'uomo i cui passi inondano di paura una donna - ogni donna - sola per la strada, come nella folgorante pagina che apre quel libro di Robin Morgan".
(Atanasio Avelavalimmi, Il mito e il velo)
 
7. ISTRUZIONI PER NON CONVINCERE NESSUNO
 
Dare la baia, saltare sulla panca
scandalizzare i semplici, nitrire
dalla cattedra, mettere i timbri
proporre comitati, pretendere prebende
dir zitti tutti che adesso parlo io.
 
Sentirsi investiti del compito sacro
di raddrizzar le cianche ai cani, parlare
la lingua degli angeli, essersi seduti
anche solo una volta
alla mensa dei padroni.
 
8. LE DONNE DI KABUL
 
Tu non sapevi che le donne di Kabul
negate, crivellate, avvolte in tenebre
stavano rovesciando la storia.
 
Tu parli, tu parli, tu parli
e loro erano gia' la nonviolenza
in cammino.
 
9. DEGLI ESERCITI
 
Gli eserciti che bucano corpi
come fossero sacchi polverosi
 
gli eserciti che rompono anime
come fossero bolle di sapone
 
gli eserciti che sanno che tu sai
ed hai paura di dire di no
 
gli eserciti che uccidono col soffio
e con lo sguardo, col batter delle ciglia
 
che svanirebbero in un lampo
se ci decidessimo a dire di no.
 
10. ALEX
 
"Che ci vuole infine ancora per bucare le nebbie dei nostri cervelli, il lardo delle nostre coscienze?"
(Lidia Menapace, Un albicocco per risvegliarsi, ne "Il manifesto" del 6 luglio 1995)
 
Fra poco saranno dieci anni
camminando di notte pei campi
vedro' ancora infinite le stelle
vedro' ancora infinite le lucciole
e tutto sembrera' per un attimo
come sempre. Ma sono passati
dieci anni.
 
Non avevo la televisione
la notizia mi giunse al mattino
nella stanza ancora buia del palazzo.
Era morto, era morto per sempre
era morto in un campo, volando
sotto un albero caldo e luminoso
di albicocche.
 
Conoscevo quel volto, quella voce
di quel cuore e quel braccio l'aiuto
conoscevo. Ed ho sempre saputo
quanto e' grande lo strazio dei buoni
quanto e' vuoto lo specchio e l'enigma
quanto graffia quel coro dei morti
a cui sordo tu esser non sai.
 
Cosi' muoiono  i piu' valorosi
senza pace ne' lode di canti
e cosi' restan vivi per sempre
a lottare la lotta che sempre
viva tennero e mai non lasciaro
perche' venga quel tempo in cui l'uomo
un aiuto sia all'uomo, e la pace.
 
11. NEL TUBO
 
Nel tubo incontri i signori con la gobba
con la cintura in fiamme, nel tubo
d'un lampo apprendi che la guerra e' dappertutto:
nel tubo Londra e' Srebrenica, e' Falluja.
 
Nel tubo incontri giovani spauriti
che hanno l'ordine di spararti in testa
se hai sbagliato pelle, se non sai lo scioglilingua:
nel tubo apprendi che la vita e' nulla.
 
Nel tubo vedi che unico e' il destino
e solo un gesto puo' salvarci tutti
quel gesto fallo tu, salvaci tutti:
getta la pistola, disinnesca la bomba.
 
La guerra, il terrorismo, puoi fermarli
solo a mani nude, solo le braccia aperte.
Deciditi, ti prego.
 
12. DA UNA LETTERA AL CARO AMICO GIOFFREDO RUDELLO
 
Ah, se questi intellettuali
prima di parlare di nonviolenza
volessero capire di cosa parlano, s'informassero
sul significato delle parole che usano
volessero conoscere le storiche esperienze
e teoretiche le avventure
di ahimsa e satyagraha, e solo allora
si alzassero in piedi nell'assemblea e per una volta
tacessero.
 
Ah, se queste persone amiche
della nonviolenza volessero per una volta
seguire quel saggio di Pericle consiglio.
 
Ah, se tu, ed io, e il buon Omero matematico persiano
potessimo una buona volta
trovare la verita' che da' pace
in un buon bicchiere di vino.
 
13. EN ARCHE'
 
Tu parola che agisci nel mondo
che sei il fare piu' proprio dell'uomo
tu miscuglio di labbra e di vento
tu fantasma di sguardi e di sogni
 
tu parola che sgorghi dal cuore
tu tempesta di sabbia e di spade
tu che ordini morte ed amore
tu che il mondo fai esistere ancora
 
tu che uccidi, che sani, che doni
volto e luce, e di sale e di sasso
puoi tremenda negare la vita
puoi far nascere il nuovo e la quiete
 
rompi ancora una volta le sbarre
fammi uscire da questa prigione
sii benigna, sii lieve, sii amica
tendi un ponte, un sentiero ci apri.
 
14. PER L'ABOLIZIONE DEI COSIDDETTI "CENTRI DI PERMANENZA TEMPORANEA"
 
I campi, e nei campi l'umanita'.
I campi, e nei campi la morte.
 
I campi, e nei campi la verita'.
I campi, e nei campi l'orrore.
 
I campi, e nei campi la corte
degli antimiracoli, il dolore
senza pieta', senza voce.
 
E in questo guscio di noce
tutto sta il nostro sentire:
i campi, sei tu che li devi abolire.
 
15. TRA PERUGIA E ASSISI
 
Tra Perugia e Assisi lunga e' la strada, la parola
un dono fragrante, tesa una mano
unisce persone, trattiene pensieri, ricorda
il futuro. Da schiudere ancora.
E tu non uccidere piu'.
 
Tra Perugia e Assisi traendo lor passi
Aldo e Chiara e Francesco
e Virginia la maestra britanna
van ragionando
come sconfiggere il fascismo ancora.
E tu non uccidere piu'.
 
16. PER SERGIO ENDRIGO
 
E sempre mi ha commosso Sergio Endrigo
per il sussiego e la malinconia
per il garbo soave - mai un rigo
di troppo o un sovrattono o un'aritmia
 
nel canto senza botole ne' intrigo
nel verso che si scioglie in melodia
come nell'andaluso Federigo
tristezza dolce e amara bonomia
 
nel dire esatto che primo e' l'amore
e quella lotta contro la violenza
che sempre si rinnova e dentro il cuore
 
e nel mondo che e' specchio di coscienza
e grave pondo, e gioia nel dolore
e ombra delle idee, e incontro e assenza.
 
17. PER FRANCA ONGARO BASAGLIA
 
Sempre sentii che era Franca Ongaro
la mente filosofica piu' viva
degli anni e le rotture che in quel tempo
compiere fu mestieri. E sempre seppi
che con sguardo e con voce di donna
si sarebbe visto e detto l'essenziale.
 
Sempre seppi che la lotta contro il male
deve salvare tutti, deve infrangere
le intime catene e le esteriori
e che la lotta contro le totali
istituzioni questo ci insegnava:
a contrastare a un tempo la miseria
e dittatura, guerra e patriarcato
e l'apartheid che ancora impera e opprime
e la paura e la violenza sempre.
 
Lo seppi sempre, Franca Ongaro Basaglia
di tutti i miei maestri la maestra
fu piu' segreta, e l'ultima e la prima.
 
18. DALLE PAROLE AI FATTI. SI' AL REFERENDUM BRASILIANO PER VIETARE IL COMMERCIO DELLE ARMI
 
C'e' gente che di disarmo chiacchiera
chiassosamente nei bar e nei salotti
e nelle conferenze per la pace
elegantissimi, interminabilmente.
 
E questi sono i complici
degli assassini.
 
E poi c'e' gente che il disarmo lo fa.
 
E questi salvano il mondo.
 
19. LA NONVIOLENZA DIFFICILE
 
Amo la nonviolenza difficile.
Quella facile, non e' la nonviolenza.
 
La nonviolenza e' lotta come amore.
Solo nel cuore del dolore esiste
riscatta solo chi ha da esser riscattato.
 
Sa che domani tutto e' da rifare
ma intanto oggi tu contrasta il male
ma intanto oggi riconosci i volti
e reca aiuto e resistenza ancora.
 
La nonviolenza sa che tutto e' assenza
ma in questo lampo che chiamiamo vita
tutta per tutti una felicita' e' possibile.
E dunque portala e donala dunque.
 
Mio buon Giacobbe, mia buona Sulamita.
 
20. IN MEMORIA DI SIMON WIESENTHAL
 
Giustizia e non vendetta, l'intero
senso della nostra lotta e' qui.
 
Di questa pieta', di questo dovere
nessuno seppe essere operatore
come Simon Wiesenthal.
 
Tutti gli esseri umani assassinati
ovunque si trovino, oggi
lo stanno abbracciando.
 
L'umanita' intera si leva in piedi
per rendergli omaggio, per ringraziarlo ancora.
 
21. FORUM COMUNITARIO DI LOTTA ALLA VIOLENZA: MORII IN UNA RISSA, E NON C'ENTRAVO. UN APPELLO PER IL SI' AL REFERENDUM
[Ringraziamo Maria Eunice Kalil per averci inviato questo appello per il si' al referendum del 23 ottobre per la proibizione del commercio delle armi diffuso dal "Forum comunitario di lotta alla violenza" di Bahia. Maria Eunice Kalil e' responsabile del "Forum comunitario di lotta alla violenza" di Bahia, Brasile (per contatti: fccv at ufba.br). La traduzione - in endecasillabi e un settenario - e' di Benito D'Ippolito]
 
Sognavo il mio futuro: diventare
dottore, esser di quelli che tenaci
riescon nella vita vittoriosi.
 
D'un tratto il primo pugno,
la sberla poi, e subito il ceffone,
e vidi l'arma, l'attimo del colpo:
ed era il mio il corpo che cadeva.
Gente che corre, gente che gridava.
Morii in una rissa, e non c'entravo.
 
Io non ho vinto dunque nella vita.
Vinca la vita allora anche per me:
vota per il disarmo: scegli il si'
salvate gli altri, voi che mi leggete...
 
22. FORUM COMUNITARIO DI LOTTA ALLA VIOLENZA: MI HANNO AMMAZZATO E NON POTRO' VOTARE. UN APPELLO PER IL SI' AL REFERENDUM
[... La traduzione italiana, non del tutto letterale, e' di Benito D'Ippolito]
 
Mi hanno ammazzato. E non potro' votare
per il disarmo che salva la gente.
Rubato mi hanno i miei anni e la vita.
 
Mi hanno ammazzato a quindici, a vent'anni
ho perso il conto di quante pallottole
hanno ficcato a forza dentro me.
 
Pallottole vaganti, casuali,
sparate tra le risa, a passatempo,
le carni mi trafissero ugualmente
quelle per caso e quelle d'improvviso
nell'attimo rabbioso, o con la mente
gelida. Un lampo, e tu non sei piu' niente.
 
Per futili motivi mi ammazzarono
per un sorpasso e per una frenata
per uno sguardo, un capogiro, un bacio.
 
Mi hanno ammazzato perche' c'era un'arma.
 
E non potro' votare piu'. Sarete
voi a votare anche per me, votando
quel si' che altre salvera' persone.
 
Quel si' che e' il modo di fare felice
ed onorare me, e molti, e tutta
l'umanita'. Il disarmo dona vita...
 
23. SETTE LAPIDI PER DIRE UN SI'
 
Aveva barato e io me n'ero accorto
non era per i soldi, solo non volevo
passare per fesso. Per questo l'ho detto.
 
Potevo immaginare
che avrebbe estratto il pezzo?
 
Potevo immaginare che un ferro cosi' piccolo
pungendomi nel cuore in una vampa
mi avrebbe tolto tutto in un momento?
 
E in quel bar c'ero entrato per bere solo un goccio.
 
*
 
D'accordo, si', l'avevo tamponato.
Aveva fretta, e avevo fretta anch'io.
Ma poi strillava la sua bella macchina
che invece era un catorcio e glielo dissi.
Fu allora che mi fulmino'. Ricordo
sopra la fiamma la faccia da gufo.
 
*
 
Nel sottoscala c'erano gli indiani
la principessa c'era da salvare
ero nell'ultima trincea, i crucchi
venivano. E soltanto io potevo
salvare tutti, si', come in quel film.
Nei miei dieci anni ero grande ormai
da prender la pistola nel cassetto
quando mi cadde e mi trapasso' il petto
non c'erano piu' indiani o principesse
solo ero in casa e non avevo forza
per dire aiuto, o forse non volevo.
 
Mi dissanguai in silenzio, per fortuna
ero gia' morto quando torno' a casa
la mamma con la spesa dal mercato.
 
*
 
La prima pietra, certo, lo ricordo
ma sono storie di un tempo lontano
o di un mondo ancora da venire.
In questo invece io ero innamorato
e lei mi amava e certo a suo marito
non lo potevo andare a raccontare.
Ci penso' qualcun altro e quando venne
avrei voluto dirgli che poteva
rompermi il naso e che poi mi ascoltasse
ma lui aveva in tasca la 38.
 
*
 
Delle due l'una, se si e' una famiglia
uno porta i calzoni e gli altri sotto.
 
Invece sempre lagne, arrivi a casa
che sei una bestia, che sei stanco morto
e mai una volta che il pranzo sia pronto
e mai una volta che ti si obbedisca.
 
Insomma, un uomo e' un uomo, le ho sparato.
Poi tutto era cosi' sporco e vuoto
che mi son messo la pistola in bocca
e ho chiuso gli occhi e non li ho piu' riaperti.
 
*
 
Ci pare a tutti di essere i piu' furbi
cosi' ogni tanto mi ero immaginato
che se venivano a rubarmi a casa
gli davo il fatto loro e buonanotte.
Sai quante volte mi ero esercitato
con la mia torva immagine allo specchio.
Ci pare a tutti di essere il piu' volpe.
 
Poi son venuti e tutto era confuso
e la pistola era cosi' pesante
che non riuscivo a tener dritto il braccio
ridendo la strappo' dalle mie mani
quasi volevo ringraziarlo, e invece
sentii un botto che sfondava i timpani
e la puzza di fumo e poi piu' niente.
 
*
 
E una e due e tre volte ripetei
fermosparo fermosparo fermosparo
poi chiusi gli occhi e strinsi il pugno e dentro
nel pugno strinsi il ferro e parti' il colpo.
Poi vidi Ignazio che gia' rantolava
e non mi resse il cuore e anch'io mi spensi.
 
24. FORUM COMUNITARIO DI LOTTA ALLA VIOLENZA: DIMMI DI SI' IL 23 DI OTTOBRE. UN APPELLO PER IL SI' AL REFERENDUM
[Ringraziamo Maria Eunice Kalil per averci inviato questo appello per il si' al referendum del 23 ottobre per la proibizione del commercio delle armi diffuso dal "Forum comunitario di lotta alla violenza" di Bahia. Maria Eunice Kalil e' responsabile del "Forum comunitario di lotta alla violenza" di Bahia, Brasile (per contatti: fccv at ufba.br). La traduzione italiana, non del tutto letterale, e' di Benito D'Ippolito]
 
Dimmi di si' il 23 di ottobre
- non basta, lo so anch'io, ma intanto dillo.
 
Dimmi di si', che sia un segno di pace:
si' alla salute, si' al lavoro, e ancora
si' alla scuola, si' alla casa, e anche
si' alla giustizia, si' alla sicurezza.
Si' al diritto a vivere di ognuno.
 
Si' a tutto cio' che un'arma non puo' darti
che una pallottola non puo' raggiungere.
 
Un si' e' ancora poco, certamente:
continuiamo dunque questa lotta
per la vita di tutti e che altri si'
fioriscano il 23 di ottobre:
falla sbocciare questa primavera.
*
In Brasile - e in tutto il mondo - sono gli uomini quelli che piu' uccidono e  piu' muoiono uccisi da armi da fuoco. Ma anche le donne sono ugualmente colpite, in modo diretto e indiretto, da questo tipo di violenza.
Nelle principali citta' brasiliane il 44,4% delle donne vittime di omicidio sono state uccise con armi da fuoco (Fonte: Iser 2005, dati Datasus, 2002).
Nel 2004 2.130 donne nella sola Rio de Janeiro sono state ricoverate in ospedale per ferite da arma da fuoco  (Fonte: Iser 2005, dati Datasus).
Sono soprattutto le donne a doversi far carico di assistere le persone ferite e rese invalide dalle armi da fuoco; sono soprattutto le donne che si fanno carico del sostegno psicologico e dell'assistenza economica e materiale alle famiglie e alle comunita' devastate dalla violenza.
*
Per saperne di piu' visita il sito www.referendosim.com.br
*
Il 23 ottobre vota si'.
 
25. WEEK-END A LAMPEDUSA
 
Vi accade quello che tutti gia' sappiamo
vi accade quello che accade in ogni campo.
Tu ti commuovi solo quando tocca
a uno della nostra nazionale
a uno che frequenta il bar del vicolo
a uno che si e' visto alla tivu'.
 
Ma li' ogni giorno l'orco trita vite
una vi langue sterminata umanita'
se tu non abolisci i campi, i campi
aboliranno l'umanita' intera.
 
*
 
"E adesso un poco di pubblicita'"
gracchia lo schermo, e la rivista alterna
al bieco orrore le pagine ammiccanti
di donne denudate esposte merce.
Sottile rutilante patinato
specchio traslucido di molte infamie.
Plurimo orrore, nell'indifferenza
che quell'orrore stabilizza e duplica,
che quell'orrore origina e propaga.
 
26. INCIDENTE A KABUL
 
Uccidono, le armi. E le persone
muoiono. Quanti
dovranno ancora morire
prima di capire,
prima di capire.
 
27. IO SONO QUELLO
 
Io sono quello che raccoglie la gente
morta ammazzata in mezzo alla strada.
Certo fuggi' da quegli squarci l'anima
e tutto il resto e' come fosse nulla.
 
Io sono quello che chiude gli occhi ai morti
perche' non vedano per sempre questo orrore.
L'urlo dell'orco spensa la fiamma
tenebre vennero di eterna solitudine.
 
Povera gente che si tuffa a pesce
nella saracinesca della morte.
Per ogni buco inchiodato nella carne
un altro tallero ingurgita lo scrigno.
 
E io sono quello che lava del sangue
le strade dell'alba, le strade dei sogni.
Mi turo il naso, mi tappo le orecchie
vedo passare l'orchestra dei diavoli.
 
Poi viene il giorno che non ce la fai piu'
non reggi piu' che si ammazzi la gente
piu' non sopporti chi lavora per la morte
e ti disgusta questo mondo rovesciato.
 
Io sono quello che vota si' al disarmo.
 
28. TU
 
La mano assassina fermala tu.
Solo il disarmo salva la vita.
 
29. PAESAGGIO DOPO LA BATTAGLIA
 
Nei siti della stampa brasiliana
le ultime condanne a morte leggo.
 
Ai miei studenti sempre dico: e' questo
il limite della democrazia
che anche scelte scellerate possono
essere assunte, e allora e' saggia cosa
che prima di votare tutti sappiano
quello che e' in gioco: e in gioco qui e' la vita
di innumeri concreti cristi e criste.
 
Ai miei studenti sempre dico: tu
tu non uccidere, salva le vite.
Ai miei studenti sempre solo dico:
pensa a fermare la mano assassina
e tutto il resto verra' poi in dono.
 
Io sono grato a voi, amiche e amici
che dal Brasile avete questa lotta
condotto per salvare vite umane
e umana dignita', per tutto il mondo.
 
E vi chiedo perdono per non essere
riuscito a dare anch'io una mano ancora.
 
Ci fossimo a voi stretti tutte e tutti
altro sarebbe stato il risultato
e il mondo oggi sarebbe piu' abitabile
l'umanita' sarebbe piu' felice.
 
Ma anche questo so, che a contrastare
la morte severina ancora e ancora
continueremo insieme, che la lotta
per il disarmo, per la nonviolenza
per l'internazionale umanita'
di eguali e libere persone ancora
continua. E che la verita' e' in marcia.
Ed e' coi nostri piedi che cammina.
 
Solo il disarmo ferma le uccisioni
solo la nonviolenza salva tutti.
 
30. I FATTI DI FALLUJA
 
Questo sapevo gia', che a Falluja
stragi sono state commesse, stragi.
Poco m'interessa che gli assassini
dicano oggi di averle commesse
nel rispetto delle leggi e dei trattati.
 
Quali leggi, quali trattati?
Da quando e' legge l'omicidio, da quando
si contratta il macello di carne umana?
 
Chi sottoscrive con una stretta
di mano che altri venga trucidato?
Chi vende, a quale titolo, a quale
giusto prezzo nel libero mercato
la morte altrui? Chi
osa ancora dire che uccidere
e' cosa buona e giusta?
 
Di cosa stiamo discutendo, se una strage
e' piu' o meno gradevole, piu' o meno
conforme alle regole del gioco?
Ma quale gioco e' questo dalla lunga
coda di sangue, quale norma presiede
a questa catena di fiamme e di gelo
e di dolore che restera' nei secoli?
 
Dicono
che e' da vedere se a Falluja il macellaio
uso' armi da duello o da tonnara.
Per quelli per cui questo cambia qualcosa
solo pena profonda proviamo.
Una strage resta una strage.
E sempre agli assassini il servo ossequio
del lurco e dell'inetto e il cavillare
rende piu' facile continuare a uccidere.
 
Di cosa, dunque, stiamo discutendo?
Non e' gia' tutto chiaro cio' che e' vero?
Tutte le armi sono di sterminio.
Tutte le guerre sono terroriste.
Tutti gli eserciti abolire occorre.
 
31. UN CRIMINE
 
Il Senato della Repubblica ridotto a bivacco di manipoli.
La Costituzione fatta a pezzi da un'orda di barbari.
I martiri della Resistenza assassinati la seconda volta.
 
32. PER MARCO MARIANI, EDUCATORE
 
Cosi' trascorre questa notte oscura
che passo dopo passo nel deserto
verso il nulla dell'orco s'infutura
la nostra carovana, ed alcun serto
 
lenira' mai il dolore della dura
penosa traversata, e senza merto
l'artiglio della morte strappa e fura
le vite nostre ad una ad una, il certo
 
inesorabile comune fato
della piu' lieve foglia e del piu' carco
di ansie e glorie spirto umano, dato
 
questo ci fu dei giorni al breve arco
termine, e la bellezza del creato.
Addio per sempre buon amico Marco.
 
33. DEL DIFFIDAR SINCERO L'ELOGIO BREVE E ACRE
 
Non ti fidare mai di chi possiede un'automobile
non ti fidare mai di chi a cuor nobile si atteggia.
 
Non ti fidare di chi si commuove
quando lo dice la televisione,
non ti fidare di chi cose nuove
proclama e intanto aspira a una pensione,
una prebenda, un finanziamento.
 
Non ti fidare di chi ha sempre un commento
pronto per l'uso ed un vestito adatto,
non ti fidare di chi gioca a dar di matto
e di chi mai emette un sol lamento:
non ti fidare di chi e' salito su un aereo.
 
Non ti fidare di nessun nunzio sidereo,
non ti fidare di chi indossa la divisa
di prete, di affarista o generale
o di liberatore o in altra guisa:
ogni divisa porta sempre male.
 
Non ti fidare di chi non ha una scheggia
piantata nel petto che sanguini ancora.
 
Ed ogni imperio vada alla malora.
 
34. TOM
 
In un sacco di plastica, in una discarica, bucata
dai proiettili e' stata ritrovata
la salma di Tom Fox. Gli assassini
cosi' la ridussero.
 
L'anima no. Essa risplende
per sempre nella gloria,
nella memoria dell'umanita'.
 
35. ANNA MOFFO
 
Ricordi, quando il canto era canto
e noi eravamo giovani e la vita
lucente. A quel tempo
tutti amavamo Anna Moffo.
 
Io la ricordo Serpina
in quel trattato magno di dialettica
di storia e coscienza di classe, d'interpretazione
(ironica e capovolta - diderotiana, certo)
dei sogni avanti lettera, ed insieme
smascheramento della complicita'
tra patriarcato e rendita, il potere
del capitale che tutto aliena e rompe.
 
Quanto mi sono interrogato, e ancora
continuo a interrogarmi su quel gioco,
tragico gioco, e quel muto Vespone,
e doppia e tripla l'ansia e la passione
in uno specchio e come per enigma
di Oberto che non sa pensare a se'.
 
E quella voce di cristallo e argento
che era di Anna Moffo reco incisa
nel cuore come acqua che scintilla
e limpida la luna che rischiara.
 
36. PUNTUALE COME LA MORTE
 
Puntuale come la morte
la morte arriva
finche' tu non capisci che fermarla
non possono ne' fosforo ne' schioppi
ne' daghe ne' alabarde ne' muraglie
ne' i carri da guerra dell'imperatore
ne' sparsi nel gorgo i brandelli
di carne che gia' furono persona.
 
Come la morte arriva la morte, puntuale
a questa stazione di pali obliqui e rotti
di fischi senza volti nella notte.
 
E tu non altrimenti puoi fermarla
che costruendo un ponte di parole,
che abbracciandolo il giovane assassino
prima che il vortice gli spezzi l'anima
che la disperazione lo divori.
 
Non con gli eserciti. Contro gli eserciti.
Non col fucile. Spezzando i fucili.
Non col ricatto delle sanzioni:
ma con il dono che salva le vite.
 
Non con la forza che trasforma in drago.
Non con i ceppi e col filo spinato.
 
Ma con la scelta dell'umanita'.
Ma con la forza della nonviolenza.
 
37. SUL TORPEDONE (I)
 
"Al momento di marciare molti non sanno
che alla loro testa marcia il nemico.
La voce che li comanda
e' la voce del loro nemico.
E chi parla del nemico
e' lui stesso il nemico"
(Bertolt Brecht)
 
Sul torpedone me ne sto zitto e ingrugnito
sospetto che chi guida non lo sappia
che li' c'e' il strapiombo e a quella svolta
il capitano Flint coi suoi briganti.
 
E mi preoccupa la sua zoppia:
sapra' guidarlo bene questo pullman?
 
E invece lo sa bene, Long John Silver.
 
38. SUL TORPEDONE (II)
 
"Quando lo stato si prepara a uccidere si fa chiamare patria"
(Friedrich Duerrenmatt)
 
Non disturbatelo il manovratore:
di avere la tivu' siate contenti
mangiate merendine, e dopo i denti
lavateli con cura, per favore.
 
E' poco fine emettere lamenti
mentre vi governiam con tanto ardore:
non lo vedete il nostro gran pallore?
soffriamo tanto anche noi prominenti.
 
Votaste, no? e allora non scocciate
che' a noi un gran lavoro adesso incombe
di governare e tra le mareggiate
 
la nave dello stato, e tra le tombe
le bare delle genti assassinate.
Taccian le voci, e squillino le trombe.
 
39. PORTANDO TUTTO A CASA
 
Ci disse una volta il nostro buon maestro di retorica Juan de Mairena: "Vosotros debeis hacer politica, aunque otra cosa os digan los que pretenden hacerla sin vosotros, y, naturalmente, contra vosotros. Solo me atrevo a aconsejaros que la hagais a cara descubierta..." (cosi' in Antonio Machado, Juan de Mairena - citiamo dall'edizione curata da Jose' Maria Valverde per i Clasicos Castalia, Madrid 1987, p. 109).
 
E' stato bello in queste settimane
che tante e tanti abbiano provato
il desiderio buono come il pane
di voler Lidia a capo dello Stato
 
e non son state le lor voci vane.
E ne' il silenzio di quel degradato
del mondo gran teatro e di panzane
inesauribil fabbrica, o il beato
 
torpido non vedere e non sentire
di chi gia' si e' ridotto all'obbedienza
del cortigiano al seguito del sire
 
rilevano alcunche'. La nonviolenza
da se' sa aprir cammino al suo buon ire,
serena persuasione e gaia scienza.
 
40. DI NOI VEGLIARDI IL PRIVILEGIO E' QUESTO
 
Di noi vegliardi il privilegio e' questo,
e il maleficio: di saper gia' tutto.
Conoscer quanti del governo lesto
gia' complici del falso, il malo, il brutto
 
furono dianzi, e ancora - triste e mesto
facile vaticinio - un tosco frutto
daranno. E quello che per disonesto
ambire meno' guerra e stragi e lutto
 
depose immenso su genti indifese,
e quello che del grande corruttore
fu mentore e usignolo e gran dottore,
 
e quel che del mafioso fu aquilotto,
e quello che nell'anno novantotto
riapriva i lager qui nel bel paese.
 
41. L'ALTERNATIVA
 
Non siamo noi che sosteniamo Rita
e' Rita che sostiene la speranza
nostra e di tutti di farla finita
con le catene, il raffio e la mattanza.
 
Non e' per la Sicilia bella e ardita
ne' solo per l'Italia o piu' gran stanza
che la mafia dev'essere abolita:
e' per l'umanita', che muore o avanza.
 
Non e' ora questa in cui ci si trastulla
non e' ora di lazzi o luminarie:
la lotta e' fra il diritto e la barbarie,
 
la lotta e' tra resistere o schiantarsi,
la lotta e' tra restare umani o farsi
ancora cuoio, sassi, ombre, nulla.
 
42. PICCOLA PROSA SUL CHE FARE TUTTI
 
Nel poco tempo che rimane ancora
ciascun or faccia quello che sa fare
per contrastare ancora il malaffare
per far cessare infine la malora.
 
Ogni persona parli, e' questa l'ora
di persuadere tutte e tutti a dare
un voto che le vite puo' salvare
un voto che ti libera e ti onora.
 
E la persona che vive lontana
alla memoria il volto si richiami
di chi conosce in terra siciliana
 
gli scriva, gli telefoni, lo chiami
per dirgli: sii la mano che risana,
invera tu il mondo come l'ami.
 
43. LA GUERRA DI SINISTRA
 
La guerra di sinistra uccide ma delicatamente
la guerra di sinistra usa la tortura ma prima chiude la porta
la guerra di sinistra fa le stragi compassionevoli
la guerra di sinistra e' umanitaria e multilaterale
la guerra di sinistra non e' neppure proprio guerra: per questo Berlusconi la vota.
 
44. QUANDO, QUANDO, QUANDO, QUANDO
 
Quando la guerra la fanno i palestinesi, sono terroristi.
Quando la guerra la fa lo stato di Israele, e' terrorista.
Quando la guerra la fanno i ceceni, sono terroristi.
Quando la guerra la fa la Russia, e' terrorista.
Quando la fanno gli Usa, la Nato e l'Italia, allora e' civilta' e democrazia.
 
45. UN'EPIGRAFE
 
"Intento al sordido lavoro suo
pretende l'assassino gentilezza"
(Misone, frag. apocr., 1)
 
46. LA PICCOLA METAMORFOSI
 
Una mattina Gregorio Samsa si sveglio' trasformato in parlamentare governativo.
Prima: no alla guerra, senza se e senza ma.
Oggi: si' alla guerra, senza se e senza ma.
Per un monosillabo non vale proprio la pena di fare tante storie.
 
47. ANNA POLITKOVSKAJA
 
Ci sono le parole
e ci sono le pallottole.
E solo le parole salvano le vite.
 
Ci sono i corpi palpitanti e fragili
e ci sono le pallottole.
E dopo le pallottole i corpi diventano sasso.
 
C'e' la verita' viva
e ci sono le pallottole
che tutto riducono a menzogna, strazio, nulla.
 
C'e' l'umanita' fatta di persone
e ci sono le guerre
che l'umanita' estinguono.
 
Scegliere le parole, i corpi, le persone,
scegliere l'umanita'. Salvare le vite. Dire
ancora e sempre la verita'. Contrastare
tutte le uccisioni.
 
E' questo che chiamiamo nonviolenza.
 
48. NUOVI RACCONTI GROTTESCHI DALL'AUTOBIOGRAFIA DELLA NAZIONE. OMERO DELLISTORTI: ILLUSTRISSIMO SIGNOR PRESIDE!
 
Illustrissimo signor preside del liceo classico di ***,
mi pregio dichiararmi essere il signor Scotolatori dott. Vincenzo Maria, padre dell'alunno Scotolatori Benito Adolfo di Vincenzo Maria e Mirella.
Con la presente sono a denunziare che durante l'ora di greco la professoressa Tulliola Marcotulli impone ai giovani studenti la lettura di un libro sconcio ed immorale, dal titolo "Simposio", di un tal Platone (che risulta - vedasi Wikipedia - essere uno pseudonimo dietro cui si nasconde il di esso libello pervertito autore, gia' detenuto in Siracusa per attivita' sovversive).
In tale libro si parla di erotismo contronatura di tipologia sodomitica e gomorresca!
Siamo gente moderna, e chi di noi non da' una sbirciatina su internet ai siti delle femmine ignude, eh? Ma in quell'immondo ed infame libello si parla di maschi che se la fanno con altri maschi, di donne che s'impancano a filosofe (e andiamo! Ma quando mai si e' sentito che una donna pensi? Dove andremo a finire di questo passo?), di gente che sta sempre in chiacchiere invece di guardare la televisione (che poi ben si sa dove vadano ad esitare certe mode fricchettone: di chiacchiera in chiacchiera si diffondono le idee sovversive ed antipatriottiche e s'inocula il veleno bolscevico nelle giovani menti dei pargoli innocenti).
Con la presente sono quindi a richiedere che:
a) cessi immediatamente l'immorale, pornografica e sovversiva lettura e siano sequestrate tutte le copie dell'osceno ed infame libello in possesso degli studenti minorenni e successivamente pubblicamente arse o perlomeno mandate al macero (con susseguente diffusione on line di certificata prova testimoniale ovvero documentale dell'avvenuta purificatoria distruzione);
b) sia subitaneamente allontanata la peccaminosa e sovversiva docente Marcotulli e sia repentinamente avviata debita azione disciplinare da esitarsi con congrua pena;
c) siano immantinente allertate le pubbliche autorita' civili e militari, nonche' quelle ecclesiastiche, professionali e parentali, affinche' prendano gli opportuni provvedimenti.
Apprezzera', illustrissimo signor preside, il fatto che io mi sia rivolto a lei anziche' direttamente alla locale tenenza della Benemerita, al fine di evitare al prestigioso liceo della nostra antica e nobile cittadina l'onta di un intervento delle forze dell'ordine; ma va da se' che in assenza di suoi tempestivi e adeguati provvedimenti (diciamo nel termine di giorni uno) non potro' esimermi dal sollecitare l'azione manu militari dell'istituzione preposta alla repressione del crimine, dell'immoralita' e della sovversione.
Voglia gradire, illustrissimo signor preside, i piu' cordiali saluti e valga la presente come primo ed ultimo avvertimento: i cittadini perbene e patriottici tengono d'occhio lei e il suo scolastico istituto. Lo stato etico non dorme, nossignore.
In fede,
Scotolatori dott. Vincenzo Maria, notaio e giureconsulto, vicesindaco e presidente onorario del circolo del tennis
 
49. SEGNALAZIONI LIBRARIE
 
Riletture
- Joseph-Marie Perrin, Gustave Thibon, Simone Weil come l'abbiamo conosciuta, Ancora, Milano 2000, pp. 176.
*
Riedizioni
- Raoul Pupo, Il lungo esodo. Istria: le persecuzioni, le foibe, l'esilio, Rcs, Milano 2005, 2021, pp. XXXVIII + 426, euro 9,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
 
50. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
 
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
 
51. PER SAPERNE DI PIU'
 
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
 
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 4020 del 19 febbraio 2021
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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