[Nonviolenza] Archivi. 422



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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Numero 422 del 19 gennaio 2021
 
In questo numero:
1. Alcuni testi del mese di agosto 2020 (parte seconda)
2. "L'Italia aderisca al Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari". Una lettera aperta alla Presidente del Senato e al Presidente della Camera
3. Pedro Casaldaliga
4. Tullio Levi
5. No alla riforma costituzionale che mutila la democrazia rappresentativa e mira ad imporre un regime totalitario nel nostro paese
6. Il governo del disprezzo e della ferocia
7. E' deceduto Pedro Casaldaliga, luminosa figura della nonviolenza, compagno di vita e di lotte di tutte le oppresse e di tutti gli oppressi
8. Julian Bond
9. In memoria di don Bruno Nicolini, a otto anni dalla scomparsa
10. Per il "no" al referendum del 20-21 settembre una pubblicazione quotidiana. Nonviolenta
11. Samir Amin
12. Fernanda Pivano
13. Ricordando Luce Fabbri, che ci ha lasciato il 19 agosto 2000
14. Alce Nero
15. Brian Aldiss
16. Simin Behbahani
17. Berthe Benichou-Aboulker
18. Ernesto Calzavara
19. Leonard Covello
20. Isaac Deutscher
21. Sergej Pavlovic Djagilev
22. Miriam Dubini
23. Federico Garcia Lorca
24. Hugo Gernsback
25. Luciano Gruppi
26. Groucho Marx
27. Guido Morganti
28. Ines Negri
29. Vilfredo Pareto
30. Linus Pauling
31. Raul Ruiz
32. Pierre Schaeffer
33. Tonino Spazzoli
34. Omero Dellistorti: Volendo diventare scrittore di romanzi gialli
 
1. MATERIALI. ALCUNI TESTI DEL MESE DI AGOSTO 2020 (PARTE SECONDA)
 
Riproponiamo qui alcuni testi apparsi sul nostro foglio nel mese di agosto 2020.
 
2. "L'ITALIA ADERISCA AL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI". UNA LETTERA APERTA ALLA PRESIDENTE DEL SENATO E AL PRESIDENTE DELLA CAMERA
 
Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
gentilissimo Presidente della Camera dei Deputati,
ricorrendo nei giorni scorsi il LXXV anniversario delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, tanto il Presidente della Repubblica, quanto Lei, Presidente del Senato, e Lei, Presidente della Camera, ha e avete diffuso messaggi di cordoglio per le vittime e di esortazione all'impegno affinche' simili orrori non abbiano a ripetersi mai piu' e si proceda quindi verso il disarmo, la pace, la cooperazione fra tutti i popoli nel riconoscimento della comune umanita' di tutti gli esseri umani; nella consapevolezza che le armi atomiche mettono in pericolo l'esistenza stessa dell'umanita' nel suo insieme.
Orbene, come e' noto, il 7 luglio 2017 una conferenza ad hoc dell'Onu ha adottato il necessario e non piu' rinviabile "Trattato per la proibizione delle armi nucleari", che entrera' in vigore dopo che almeno cinquanta Stati lo avranno sottoscritto e ratificato.
L'Italia e' tra i paesi che questo fondamentale Trattato ancora non lo hanno ne' sottoscritto, ne' ratificato.
In mancanza di questa firma ogni dichiarazione da parte dei piu' autorevoli rappresentanti istituzionali del nostro paese di cordoglio per le vittime e di apprensione per le sorti dell'umanita', ogni appello da parte dei piu' autorevoli rappresentanti istituzionali del nostro paese all'impegno altrui in assenza del nostro, rischia di apparire - ahinoi - come un vaniloquio, un esercizio di retorica, un atto di ipocrisia. E siamo certi che non erano questi il sentimento e l'intenzione vostra e del Presidente della Repubblica.
Come gia' innumerevoli associazioni umanitarie ed innumerevoli cittadine e cittadini, vi esortiamo pertanto anche noi ad assumere un impegno concreto, preciso e non piu' rinviabile: adoperarvi affinche' l'Italia sottoscriva e ratifichi nel piu' breve tempo possibile il Trattato Onu del 7 luglio 2017 per la proibizione delle armi nucleari.
E' in vostro potere convocare le Conferenze dei capigruppo di entrambi i rami del Parlamento affinche' l'organo legislativo del nostro ordinamento giuridico deliberi un documento in tal senso che impegni e vincoli l'esecutivo.
E' in vostro potere promuovere il pronunciamento del Parlamento italiano.
E' in vostro potere far si' che l'Italia finalmente si esprima con un atto giuridico cogente in pro del bene comune dell'umanita' aderendo al Trattato che impedisca alle armi atomiche di tenere sotto ricatto e minacciare di distruzione l'intera famiglia umana.
Le ragioni per farlo le avete enunciate voi stessi, cosi' come il Presidente della Repubblica, pochi giorni fa. A quelle vostre sentite parole date effettuale seguito, date autentico inveramento.
Ve lo chiedono tutte le associazioni umanitarie, l'intera comunita' scientifica, tutte le cittadine e tutti i cittadini di volonta' buona; ve lo chiede una lettura avvertita della nostra Costituzione, della Carta delle Nazioni Unite, della Dichiarazione universale dei diritti umani; ve lo chiede l'umanita' intera; ve lo chiedono le generazioni future.
Augurandovi ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 12 agosto 2020
 
3. PEDRO CASALDALIGA
 
E' deceduto il nostro compagno Pedro Casaldaliga.
Aveva per motto: "Non possedere niente, non appropriarsi di niente, non chiedere niente, non tacere niente, e soprattutto non uccidere nessuno".
Con gratitudine che non si estingue lo ricordiamo.
 
4. TULLIO LEVI
 
E' deceduto Tullio Levi, uomo saggio e generoso, esempio di forte impegno civile, costruttore di pace.
Con gratitudine che non si estingue lo ricordiamo.
 
5. NO ALLA RIFORMA COSTITUZIONALE CHE MUTILA LA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA E MIRA AD IMPORRE UN REGIME TOTALITARIO NEL NOSTRO PAESE
 
Al referendum costituzionale sulla mutilazione del parlamento del 20-21 settembre 2020 voteremo no.
Siamo contrari a ridurre il Parlamento a una tavolata di yes-men al servizio di esecutivi tanto insipienti quanto tracotanti e dei grotteschi e totalitari burattinai razzisti e militaristi che li manovrano.
Siamo contrari al passaggio dalla democrazia rappresentativa, per quanto imperfetta essa possa essere, al fascismo.
La mutilazione del parlamento attraverso la riduzione del numero dei parlamentari ha questo significato e queste fine: favorire il passaggio da una democrazia costituzionale gia' profondamente ferita a un regime sempre piu' antidemocratico ed eslege, sempre piu' protervo e brutale.
Al referendum del 20-21 settembre 2020 votiamo no all'antiparlamentarismo, no al fascismo, no alla barbarie.
No all'antiparlamentarismo, che alla separazione e all'equilibrio dei poteri, alla rappresentanza proporzionale dell'intera popolazione e alla libera discussione e consapevole deliberazione vuole sostituire i bivacchi di manipoli, l'autoritarismo allucinato, plebiscitario e sacrificale, il potere manipolatorio dei padroni occulti e palesi delle nuove tecnologie della propaganda e della narcosi.
No al fascismo, crimine contro l'umanita'.
No alla barbarie, che annichilisce ogni valore morale e civile, che perseguita ed estingue ogni umana dignita' e virtu', che asservisce la societa' alla menzogna e alla violenza.
 
6. IL GOVERNO DEL DISPREZZO E DELLA FEROCIA
 
Delle decine di migliaia di morti in Italia per l'epidemia
il governo centrale mezzo-razzista e i governi regionali razzisti
portano una primaria tragica responsabilita'
 
Non fossero stati insipienti e e tracotanti
non fossero stati intempestivi e inadeguati
non fossero stati irresponsabili ed egotisti
non fossero stati cosi' sprezzanti e cosi' feroci
decine di migliaia di vittime innocenti
sarebbero ancora vive
 
Chi questo non lo vede e' cieco
chi questo lo dimentica e' stolto
chi questo lo passa sotto silenzio e' complice
 
7. E' DECEDUTO PEDRO CASALDALIGA, LUMINOSA FIGURA DELLA NONVIOLENZA, COMPAGNO DI VITA E DI LOTTE DI TUTTE LE OPPRESSE E DI TUTTI GLI OPPRESSI
 
Alcuni giorni fa, l'8 agosto 2020, e' deceduto Pedro Casaldaliga, vescovo, poeta, luminosa figura della teologia della liberazione e dell'opzione preferenziale per i poveri, amico della nonviolenza, voce delle oppresse e degli oppressi in lotta per la vita, la dignita', la liberazione e il bene comune dell'umanita'.
E' stato un generoso e coraggioso testimone e combattente nonviolento contro lo sfruttamento schiavista e genocida, contro il militarismo e il fascismo, contro il razzismo e il colonialismo, contro l'imperialismo, contro il modo di produzione che sacrifica innumerevoli vite umane alla massimizzazione del profitto di un'infima minoranza di privilegiati, contro il sistema di potere globale e l'ideologia totalitaria dei vampiri la cui avidita' non ha limite e che non esitano a distruggere innumerevoli esseri umani innocenti e in misura crescente e con ritmo sempre piu' accelerato lo stesso mondo vivente.
Piu' volte minacciato di morte dai poteri economici, politici, militari e ideologici della violenza dominante, Pedro Casaldaliga mai si arrese, mai cedette, mai tacque.
Per l'intera sua vita ha testimoniato la verita', la solidarieta', il dovere della responsabilita' e della condivisione del bene e dei beni fra tutti gli esseri umani.
Lo ricordiamo come un maestro e un compagno, e lo ringraziamo ancora per il luminoso esempio e per tutti i doni che ha lasciato all'umanita'.
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Una minima notizia su Pedro Casaldaliga
Pedro Casaldaliga, nato in Catalogna il 16 febbraio 1928, nel 1968 ando' missionario nel Mato Grosso brasiliano; e' stato vescovo di Sao Felix de Araguaia. Coraggioso difensore della vita, della dignita' e dei diritti di tutte le oppresse e di tutti gli oppressi, teologo della liberazione, testimone della nonviolenza, perseguitato, poeta, esempio dell'umanita' come dovrebbe essere. E' deceduto l'8 agosto 2020.
Tra le opere di Pedro Casaldaliga: Credo nella giustizia e nella speranza, Asal, Roma 1976; La morte che da' senso al mio credo, Cittadella, Assisi 1979; Nella fedelta' ribelle, Cittadella, Assisi 1985; Fuoco e cenere al vento, Cittadella, Assisi 1985; Il volo del quetzal, La Piccola, Celleno 1989; In  cerca di giustizia e liberta', Emi, Bologna 1990; (con Jose' Maria Vigil), Spiritualita' della liberazione, Cittadella, Assisi 1995; Solo i sandali e il Vangelo, Edb, Bologna 2016.
Tra le opere su Pedro Casaldaliga: Teofilo Cabestrero, La lotta per la pace. Le cause di Pedro Casaldaliga, La Piccola, Celleno 1992.
*
Rechiamo incisi nella memoria alcuni suoi versi.
Scrisse:
Mi diranno sovversivo;
rispondero': e' vero.
Per il mio popolo che lotta, vivo;
con il mio popolo che marcia, cammino.
(...)
Incito alla sovversione
contro il potere e il denaro.
Voglio sovvertire la legge
che perverte il popolo in gregge
e il governo in macellaio.
(Credo nella giustizia e nella speranza, Asal, Roma 1976, p. 63).
*
Scrisse:
Per socializzazione intendo la maggiore partecipazione possibile di tutti i cittadini, con il piu' elevato livello possibile di uguaglianza, nei beni della natura e in quelli di produzione.
Per raggiungere cio', evidentemente, sara' necessario togliere e distruggere l'egoismo del capitale, il privilegio delle minoranze, lo sfruttamento dell'uomo sull'uomo.
(La morte che da' senso al mio credo, Cittadella, Assisi 1979, p. 108).
*
Scrisse:
Il primo mondo consumista e' un antropofago che sta mangiando il terzo mondo.
(Nella fedelta' ribelle, Cittadella, Assisi 1985, p. 65).
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Scrisse:
I costruttori della Citta'
- la Citta' di Dio, la citta' dell'uomo -
abitano sempre in periferia.
(Fuoco e cenere al vento, Cittadella, Assisi 1985, p. 41).
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Scrisse:
Da lontano,
ogni montagna e' azzurra.
Da vicino,
ogni persona e' umana.
(Fuoco e cenere al vento, Cittadella, Assisi 1985, p. 41).
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Scrisse:
Votate no alla guerra e alla morte, fratelli.
(Il volo del quetzal, La Piccola Editrice, Celleno 1988, p. 142).
*
Scrisse:
Fratelli nostri
che siete nel Primo Mondo:
(...)
rispettate il nostro pane quotidiano,
rinunciando voi
al vostro sfruttamento quotidiano.
Non vi intestardite
a ricevere da noi il debito che non abbiamo fatto
e che continuano a pagare
i nostri bambini,
i nostri affamati,
i nostri morti.
Non cadete piu' nella tentazione
del lucro, del razzismo, della guerra;
noi faremo in modo
di non cadere nella tentazione
dell'ozio o della sottomissione.
E liberiamoci gli uni gli altri
da ogni male.
(Citato in Teofilo Cabestrero, La lotta per la pace. Le cause di Pedro Casaldaliga, La Piccola Editrice, Celleno 1992, pp. 108-109).
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Nel ricordo e alla scuola di Pedro Casaldaliga proseguiamo nella lotta nonviolenta contro ogni violenza, contro ogni inquita', contro ogni ingiustizia, contro ogni rapina e asservimento.
Nel ricordo e alla scuola di Pedro Casaldaliga proseguiamo nella lotta nonviolenta contro la guerra e tutte le uccisioni, contro il razzismo e tutte le persecuzioni, contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Nel ricordo e alla scuola di Pedro Casaldaliga proseguiamo nella lotta nonviolenta per i diritti umani di tutti gli esseri umani e per la salvaguardia dell'intero mondo vivente, casa comune dell'umanita' che e' una.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la liberazione comune, per il bene comune dell'umanita', per la salvezza dell'intero mondo vivente.
E qui e adesso, nel ricordo e alla scuola di Pedro Casaldaliga, ancora una volta chiediamo che  si realizzino immediatamente quattro semplici indispensabili cose:
1. riconoscere a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro, ove necessario mettendo a disposizione adeguati mezzi di trasporto pubblici e gratuiti; e' l'unico modo per far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani;
2. abolire la schiavitu' e l'apartheid in Italia; riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto": un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia;
3. abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese; si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
4. formare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza; poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'. Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente.
Ogni vittima ha il volto di Abele. Salvare le vite e' il primo dovere.
Nel ricordo e alla scuola di Pedro Casaldaliga la nonviolenza e' in cammino.
 
8. JULIAN BOND
 
Il 15 agosto 2015 moriva Julian Bond
militante per i diritti umani di tutti gli esseri umani
con gratitudine lo ricordiamo
 
9. IN MEMORIA DI DON BRUNO NICOLINI, A OTTO ANNI DALLA SCOMPARSA
 
Il 17 agosto 2012 moriva a Roma don Bruno Nicolini.
Era nato a Bolzano il 13 gennaio 1927, presbitero dal 1950, incaricato della "pastorale degli zingari" nel 1959, fonda l'Opera Nomadi nel 1963 e nel 1978 il Centro studi zingari.
Insieme a Mirella Karpati e' stato in Italia tra le figure di maggior rilievo nella solidarieta' con rom e sinti, nel riconoscimento del valore della loro cultura, nella lotta contro il razzismo e la persecuzione di cui sono vittime.
Grazie al suo costante impegno si sono svolte tante iniziative decisive che hanno consentito una sempre piu' ampia presa di coscienza e contrastato la violenza razzista in primo luogo delle istituzioni.
A otto anni dalla scomparsa lo ricordiamo con gratitudine che non si estingue.
Anche nel suo ricordo proseguiamo nell'impegno nonviolento di solidarieta' con le popolazioni e le persone rom, sinte e camminanti.
Anche nel suo ricordo proseguiamo nell'impegno nonviolento di opposizione al razzismo e alla violenza delle istituzioni, dei poteri criminali, del maschilismo.
Anche nel suo ricordo proseguiamo nell'impegno nonviolento in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani.
Vi e' una sola umanita' in un unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Ed anche ricordando don Bruno Nicolini, alla scuola di don Bruno Nicolini, ancora una volta chiediamo che  si realizzino immediatamente quattro semplici indispensabili cose:
1. riconoscere a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro, ove necessario mettendo a disposizione adeguati mezzi di trasporto pubblici e gratuiti; e' l'unico modo per far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani;
2. abolire la schiavitu' e l'apartheid in Italia; riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto": un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia;
3. abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese; si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
4. formare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza; poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
 
10. PER IL "NO" AL REFERENDUM DEL 20-21 SETTEMBRE UNA PUBBLICAZIONE QUOTIDIANA. NONVIOLENTA
 
In vista del referendum costituzionale del 20-21 settembre 2020 il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo diffondera' ogni giorno un supplemento speciale del suo notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino".
La struttura nonviolenta viterbese sostiene le ragioni del "No".
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La testata del supplemento e':
NO ALL'ANTIPARLAMENTARISMO, NO AL FASCISMO, NO ALLA BARBARIE
No alla riforma costituzionale che mutila la democrazia rappresentativa e mira ad imporre un regime totalitario nel nostro paese
Al referendum del 20-21 settembre votiamo no all'antiparlamentarismo, no al fascismo, no alla barbarie
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Di seguito l'editoriale che aprira' ogni fascicolo:
NO ALLA RIFORMA COSTITUZIONALE CHE MUTILA LA DEMOCRAZIA RAPPRESENTATIVA E MIRA AD IMPORRE UN REGIME TOTALITARIO NEL NOSTRO PAESE
Al referendum costituzionale sulla mutilazione del parlamento del 20-21 settembre 2020 voteremo no.
Siamo contrari a ridurre il Parlamento a una tavolata di yes-men al servizio di esecutivi tanto insipienti quanto tracotanti e dei grotteschi e totalitari burattinai razzisti e militaristi che li manovrano.
Siamo contrari al passaggio dalla democrazia rappresentativa, per quanto imperfetta essa possa essere, al fascismo.
La mutilazione del parlamento attraverso la riduzione del numero dei parlamentari ha questo significato e queste fine: favorire il passaggio da una democrazia costituzionale gia' profondamente ferita a un regime sempre piu' antidemocratico ed eslege, sempre piu' protervo e brutale.
Al referendum del 20-21 settembre 2020 votiamo no all'antiparlamentarismo, no al fascismo, no alla barbarie.
No all'antiparlamentarismo, che alla separazione e all'equilibrio dei poteri, alla rappresentanza proporzionale dell'intera popolazione e alla libera discussione e consapevole deliberazione vuole sostituire i bivacchi di manipoli, l'autoritarismo allucinato, plebiscitario e sacrificale, il potere manipolatorio dei padroni occulti e palesi delle nuove tecnologie della propaganda e della narcosi.
No al fascismo, crimine contro l'umanita'.
No alla barbarie, che annichilisce ogni valore morale e civile, che perseguita ed estingue ogni umana dignita' e virtu', che asservisce la societa' alla menzogna e alla violenza.
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Il testo del quesito referendario e' il seguente: "Approvate il testo della legge costituzionale concernente 'Modifiche agli articoli 56, 57 e 59 della Costituzione in materia di riduzione del numero dei parlamentari', approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana - Serie generale - n. 240 del 12 ottobre 2019?".
Per ricevere gratuitamente il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" e' possibile abbonarsi attraverso il sito www.peacelink.it
Al referendum del 20-21 settembre votiamo no all'antiparlamentarismo, no al fascismo, no alla barbarie.
 
11. SAMIR AMIN
 
Due anni fa, il 18 agosto 2018, moriva Samir Amin.
Illustre economista, militante del movimento delle oppresse e degli oppressi in lotta per la liberazione dell'umanita'.
Con gratitudine lo ricordiamo.
 
12. FERNANDA PIVANO
 
Undici anni fa, il 18 agosto 2009, ci lasciava Fernanda Pivano, a cui un'intera generazione deve tanta parte dei suoi saperi e del suo linguaggio.
Antifascista, amica della nonviolenza, traduttrice ed introduttrice in Italia di testi fondamentali della letteratura americana novecentesca, partecipe di decisive esperienze pacifiste, antirazziste, femministe, ecologiste, nonviolente.
Con gratitudine la ricordiamo.
 
13. RICORDANDO LUCE FABBRI, CHE CI HA LASCIATO IL 19 AGOSTO 2000
 
Una delle nostre maestre piu' grandi
Il 19 agosto 2000 a Montevideo, in Uruguay, moriva Luce Fabbri, che era nata a Roma il 25 luglio 1908 ed e' stata una delle figure piu' luminose dell'anarchia e della nonviolenza; studiosa di leggendaria acutezza e acribia, militante generosa e coraggiosa lungo l'intero arco della sua lunga combattiva vita, autrice di una vasta e profonda opera saggistica (storiografica, politologica, filosofica, memorialistica e di critica letteraria) ancora in grandissima parte da tradurre e pubblicare nel nostro paese.
La ricordiamo come una delle nostre maestre piu' grandi.
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Una minima notizia su Luce Fabbri
Luce Fabbri, pensatrice e militante anarchica, educatrice profonda e generosa, e' stata e resta un punto di riferimento per tutte le persone amiche della dignita' umana e della nonviolenza. Nata il 25 luglio 1908, figlia di Luigi Fabbri (il grande militante e teorico libertario collaboratore di Errico Malatesta), dal 1929 in esilio dapprima a Parigi, poi a Bruxelles e via Anversa in America Latina, a Montevideo in Uruguay, ove da allora risiedera' (ma ancora sovente molto viaggiando); la morte la coglie il 19 agosto 2000, operosa fino alla fine, sempre attiva, generosa, mite, accogliente; sempre lucida, sempre limpida, per sempre Luce. Dalla Wikipedia, edizione italiana, riprendiamo la parte biografica della voce a lei dedicata: "Luce Fabbri nasce a Roma il 25 luglio 1908, figlia di Bianca Sbriccoli e di Luigi Fabbri, insegnante e celebre teorico anarchico - libertario, nonche' collaboratore di Errico Malatesta. Dall'eta' di due anni e per i successivi quattro vive con i nonni, durante il periodo in cui il padre e' esule in Svizzera in seguito alla Settimana Rossa. Nel 1926, a causa del consolidarsi del regime fascista, il padre lascia clandestinamente l'Italia per Parigi dove sara' raggiunto dalla moglie nel 1927. Nello stesso anno il fratello minore Vero si trasferisce a Roma per lavoro. Per i successivi due anni Luce rimane dunque sola a Bologna, ospite in ambienti socialisti. In quel periodo e' accolta in casa di Enrico Bassi, socialista turatiano e amico dei fratelli Ugo Guido e Rodolfo Mondolfo; e a Bassi medesimo Rodolfo Mondolfo affidera' poi le proprie carte quando, nel 1939, sara' costretto ad espatriare in Argentina per la legge razziale che gli impedira' di occupare cariche pubbliche poiche' ebreo. Nel 1928 Luce si laurea in Lettere presso l'Universita' di Bologna con il massimo dei voti, discutendo una tesi su Reclus e la Comune di Parigi. Tra i professori della commissione era presente anche lo stesso Rodolfo Mondolfo, "che e' stato quasi un secondo padre per me in quei due anni che ero rimasta sola", che incontrera' nuovamente anni dopo, anch'esso esule antifascista in Sud America. Dopo un breve soggiorno di venti giorni a Roma a meta' novembre del 1928 parte avventurosamente per la Francia, per raggiungere i genitori a Parigi; lo fa aiutata dal ferroviere Giuseppe Peretti, di Bellinzona, che le fa passare la frontiera Svizzera registrandola sul passaporto come sua moglie. Dalla Francia si sposta presto in Belgio, a causa di un decreto di espulsione contro il padre emesso dal governo francese; e dopo breve tempo, nel 1930, emigra con i genitori a Montevideo in Uruguay, dove per un mese sono ospiti in casa del fiorentino Moscallegra, pseudonimo di Aratari. A Montevideo Luce fa i primi passi in quella che sara' la sua professione, inizia infatti a dare lezioni private di italiano, latino e greco. In seguito vincera' un concorso per l'insegnamento della storia nelle scuole secondarie, poi sara' lettrice di italiano presso la Facolta' di Lettere appena istituita e in seguito, nel '49, otterra' la docenza di Letteratura italiana, "per me l'insegnamento era parte del mio lavoro militante, l'ho sempre considerato come un momento del mio lavoro di anarchica". Qui con la sua collaborazione il padre Luigi si dedica alla rivista "Studi Sociali", curando inoltre la pagina in lingua italiana della rivista "La Protesta" e pubblicando anche, fino al settembre del 1930, alcuni articoli su altre riviste tra cui "La Pluma". Il colpo di Stato militare di Uriburu del 1930 in Argentina ha come conseguenza un esodo di rifugiati politici argentini in Uruguay. In questo primo periodo a Montevideo Luce, poco piu' che ventenne, frequenta le organizzazioni sindacali, collabora con il Comitato contro la dittatura in America, con un Gruppo anarchico femminile per il sostegno dei detenuti politici e con un Gruppo studentesco giovanile libertario. Con questo partecipa ad un congresso antimilitarista, indetto dai comunisti, contro la Guerra del Chaco. In questo congresso stringe amicizia con Simon Radowitzky da poco sbarcato a Montevideo dopo esser stato espulso dal suolo argentino. L'intensa attivita' d'insegnamento non le impedisce di dedicarsi alla militanza e alla cura di "Studi Sociali" che pubblichera' fino al 1946. Verso la seconda meta' degli anni Sessanta, mentre in Uruguay si delinea un periodo di forte tensione interna, caratterizzata dalla lotta armata dei Tupamaros e dalla conseguente dura reazione della classe dirigente che avrebbe portato alla dittatura militare protrattasi dal 1974 al 1986, Luce dedica le proprie attivita' alla militanza nel movimento locale, pur non trascurando contatti con gli ambienti italiani e internazionali. In particolare s'impegna in un movimento pedagogico per la riforma autonomistica della scuola secondaria; Luce vive questa sua attivita' come parte integrante e del suo concreto impegno politico in senso libertario, un impegno che la vede critica nei confronti della scelta della lotta armata: "Conoscevo degli studenti che si erano arruolati nei Tupamaros, volevo loro bene e sapevo che erano la parte migliore della gioventu' uruguayana e che si sarebbe bruciata in quell'esperienza. Secondo me si sbagliavano, pero' e' andata cosi'". Una posizione la sua che riflette il clima di quel periodo, agitato dalle diverse posizioni prese nell'ambito del movimento nei confronti dei Tupamaros e della rivoluzione cubana. Fino al giorno della morte, avvenuta il 19 agosto del 2000, vive a Montevideo in via J.-J. Rousseau 3659, nella casa costruita dal suo compagno friulano, Ermacora Cressatti, muratore anarchico anch'egli esule dal fascismo".
Opere di Luce Fabbri: per un primo avvio segnaliamo l'ampia e preziosa intervista  a cura di Cristina Valenti: Luce Fabbri, vivendo la mia vita, apparsa su "A. rivista anarchica" dell'estate 1998 (disponibile anche nella rete telematica nel sito: www.arivista.org). Tra le sue opere in volume ed in opuscolo segnaliamo: a) scritti politici: Camisas negras, Ediciones Nervio, Buenos Aires 1935; (con lo pseudonimo Luz D. Alba), 19 de julio. Antologia de la revolucion espanola, Coleccion Esfuerzo, Montevideo 1937; (con Diego Abad de Santillan), Gli anarchici e la rivoluzione spagnola, Carlo Frigerio Editore, Lugano 1938; La liberta' nelle crisi rivoluzionarie, Edizioni Studi Sociali, Montevideo 1947; El totalitarismo entre las dos guerras, Ediciones Union Socialista Libertaria, Buenos Aires 1948; L'anticomunismo, l'antimperialismo e la pace, Edizioni di Studi Sociali, Montevideo 1949; La strada, Edizioni Studi Sociali, Montevideo 1952; Sotto la minaccia totalitaria, Edizioni RL, Napoli 1955; Problemi d'oggi, Edizioni RL, Napoli 1958; La libertad entre la historia y la utopia, Ediciones Union Socialista Libertaria, Rosario 1962; El anarquismo: mas alla' de la democracia, Editorial Reconstruir, Buenos Aires 1983; Luigi Fabbri. Storia d'un uomo libero, BFS, Pisa 1996; Una strada concreta verso l'utopia, Samizdat, Pescara 1998; La libertad entre la historia y la utopia. Tres ensayos y otros textos del siglo XX, Barcelona 1998; b) volumi di poesia: I canti dell'attesa, M. O. Bertani, Montevideo 1932; Propinqua Libertas, Bfs, Pisa 2005; c) scritti di storia e di critica letteraria: Influenza della letteratura italiana sulla cultura rioplatense (1810-1853), Ediciones Nuestro Tiempo, Montevideo 1966; L'influenza della letteratura italiana sulla cultura rioplatense (1853-1915), Editorial Lena & Cia. S. A., Montevideo 1967; La poesia de Leopardi, Instituto Italiano de Cultura, Montevideo 1971; Machiavelli escritor, Instituto Italiano de Cultura, Montevideo 1972; La Divina Comedia de Dante Alighieri, Universidad de la Republica, Montevideo 1994. Ad essi si aggiungono i saggi pubblicati nella "Revista de la Facultad de Humanidad y Ciencias" di Montevideo, e gli interventi e le interviste su molte pubblicazioni, e le notevoli traduzioni - con impegnati testi propri di introduzione e commento - (tra cui, in volume: di opere di Nettlau, di Malatesta, del padre Luigi Fabbri, e l'edizione bilingue commentata del Principe di Machiavelli).
Opere su Luce Fabbri: Margareth Rago, Tra la storia e la liberta'. Luce Fabbri e l'anarchismo contemporaneo, Zero in condotta, Milano 2008; cfr. anche l'utilissimo dossier "Ricordando Luce Fabbri", in "A. rivista anarchica", n. 266 dell'ottobre 2000, pp. 28-41 (disponibile anche nel sito: www.arivista.org).
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Possa ogni persona essere come Luce Fabbri e' stata
Possa l'umanita' realizzare la societa' giusta, libera, responsabile e solidale, misericorde e conviviale, pensata da Luce Fabbri.
Possa l'umanita' realizzare la societa' giusta, libera, responsabile e solidale, misericorde e conviviale, per cui Luce Fabbri lotto' per l'intera sua vita.
Possa ogni persona essere come Luce Fabbri e' stata.
Possa venire il tempo della pace e della comune liberazione, del mutuo riconoscimento e soccorso, della fratellanza e della sororita', della responsabilita' che difende e accudisce ogni vita, dell'universale condivisione del bene e dei beni.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per far cessare tutte le iniquita' e le violenze, tutte le oppressioni e le sofferenze; unitevi nell'impegno per la salvezza dell'umanita' e dell'intero mondo vivente.
La nonviolenza e' in cammino. La nonviolenza e' il cammino.
Nel ricordo di Luce Fabbri. Alla scuola di Luce Fabbri.
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Una piccola aggiunta personale
E se una piccola aggiunta personale ci e' concessa: chi scrive queste righe ricorda ora con indicibile struggimento un colloquio telefonico con Paolo Finzi appena ricevuta la notizia della scomparsa della grande pensatrice e militante anarchica e nonviolenta; in quel momento di cupo lutto insieme ricordammo Luce Fabbri con viva commozione, con viva gratitudine per la luminosa sua testimonianza, per l'esempio e i molti doni che all'umanita' lasciava.
In Paolo Finzi le idee e la lotta di Luce Fabbri continuavano a vivere.
Un mese fa anche Paolo Finzi ci ha lasciato.
La riflessione e la lotta libertaria e nonviolenta per la vita, la dignita' e i diritti di tutti gli esseri umani che fu di Luce Fabbri, che fu di Paolo Finzi, continuala tu che queste righe leggi.
Sii tu l'umanita' come dovrebbe essere.
Opponiti tu a tutti i poteri oppressivi, a tutti gli abusi, a tutte le ingiustizie, a tutte le violenze, a tutte le menzogne.
Sii tu, lettrice, lettore, una delle persone giuste la cui esistenza salva il mondo.
 
14. ALCE NERO
 
Il 19 agosto 1950 moriva Alce Nero
tutti abbiamo letto Alce Nero parla e La sacra pipa
con gratitudine lo ricordiamo
 
15. BRIAN ALDISS
 
Il 19 agosto 2017 moriva Brian Aldiss
scrittore di fantascienza
con gratitudine lo ricordiamo
 
16. SIMIN BEHBAHANI
 
Il 19 agosto 2014 moriva Simin Behbahani
poetessa
con gratitudine la ricordiamo
 
17. BERTHE BENICHOU-ABOULKER
 
Il 19 agosto 1942 moriva Berthe Benichou-Aboulker
scrittrice musicista pittrice antifascista
con gratitudine la ricordiamo
 
18. ERNESTO CALZAVARA
 
Il 19 agosto 2000 moriva Ernesto Calzavara
poeta
con gratitudine lo ricordiamo
 
19. LEONARD COVELLO
 
Il 19 agosto 1982 moriva Leonard Covello
pedagogista e antirazzista
con gratitudine lo ricordiamo
 
20. ISAAC DEUTSCHER
 
Il 19 agosto 1967 moriva Isaac Deutscher
storico illustre
con gratitudine lo ricordiamo
 
21. SERGEJ PAVOLOVIC DJAGILEV
 
Il 19 agosto 1929 moriva Sergej Pavlovic Djagilev
fondatore dei Balletti russi
con gratitudine lo ricordiamo
 
22. MIRIAM DUBINI
 
Il 19 agosto 2018 moriva Miriam Dubini
scrittrice drammaturga attrice amica delle bambine e dei bambini
con gratitudine la ricordiamo
 
23. FEDERICO GARCIA LORCA
 
Il 19 agosto 1936 moriva Federico Garcia Lorca
poeta e antifascista
assassinato dai nemici dell'umanita'
con gratitudine lo ricordiamo
 
24. HUGO GERNSBACK
 
Il 19 agosto 1967 moriva Hugo Gernsback
l'uomo che invento' la fantascienza
con gratitudine lo ricordiamo
 
25. LUCIANO GRUPPI
 
Il 19 agosto 2003 moriva Luciano Gruppi
militante del movimento operaio partigiano studioso del pensiero marxista
con gratitudine lo ricordiamo
 
26. GROUCHO MARX
 
Il 19 agosto 1977 moriva Groucho Marx
poeta filosofo ed ogni altra cosa che un essere umano possa essere
con gratitudine lo ricordiamo
 
27. GUIDO MORGANTI
 
Il 19 agosto 1957 moriva Guido Morganti
giusto tra le nazioni
con gratitudine lo ricordiamo
 
28. INES NEGRI
 
Il 19 agosto 1944 moriva Ines Negri partigiana
assassinata dai nemici dell'umanita'
con gratitudine la ricordiamo
 
29. VILFREDO PARETO
 
Il 19 agosto 1923 moriva Vilfredo Pareto
economista sociologo politologo
con gratitudine lo ricordiamo
 
30. LINUS PAULING
 
Il 19 agosto 1994 moriva Linus Pauling
scienziato e pacifista
con gratitudine lo ricordiamo
 
31. RAUL RUIZ
 
Il 19 agosto 2011 moriva Raul Ruiz
esule antifascista
regista cinematografico
con gratitudine lo ricordiamo
 
32. PIERRE SCHAEFFER
 
Il 19 agosto 1995 moriva Pierre Schaeffer
teorico e sperimentatore musicologo e musicista
con gratitudine lo ricordiamo
 
33. TONINO SPAZZOLI
 
Il 19 agosto 1944 moriva Tonino Spazzoli partigiano
assassinato dai nemici dell'umanita'
con gratitudine lo ricordiamo
 
34. NUOVI RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: VOLENDO DIVENTARE SCRITTORE DI ROMANZI GIALLI
 
Facevo le scuole medie e di pomeriggio il garzone del droghiere. Appena potevo cercavo di scappare per andare a tirare quattro calci al pallone. Ma il sor Crescenzio non era tanto d'accordo e cosi' a pallone ci potevo giocare solo di sera dopo che chiudeva la bottega, ma di sera era buio perche' le lampadine dei pali della luce in piazza c'era sempre qualcuno che le seccava con la fionda (non recrimino, da ragazzino lo facevo pure io) e magari se non andavo a garzone diventavo uno forte e adesso era miliardario come quelli che giocano in serie A. Invece.
Un giorno che dal giornalaio stavamo cercando di rubare certi giornaletti, per sbaglio presi invece un giallo mondadori, che allora non sapevo neppure cosa fosse un giallo mondadori: la copertina non era male, ma dentro non c'erano le figure ma solo la scrittura, come un libro vero, noi invece volevamo fregare i giornaletti con le donne ignude. Pero' era andata cosi', e per non sprecare il frutto dell'impegno decisi di leggere l'inizio per vedere di che parlava.
Invece lo lessi tutto, e verso le due di notte, appena finita la lettura, decisi che volevo diventare uno scrittore di romanzi gialli.
All'inizio non per i soldi, ma solo per la soddisfazione di leggere altre avventure come quella, con in piu' il gusto di averle scritte io. Poi e' naturale che pensai pure che magari ci si facevano pure i soldi visto che c'era gente che di mestiere invece di lavorare scriveva i libri e li pagavano lo stesso.
Presa la decisione si trattava di imparare a scriverle quelle avventure. Io sapevo gia' leggere e scrivere, facevo la scuola media, pero' capii subito che non bastavano la penna, il quaderno e la bella calligrafia. C'era bisogno di altro. Di parecchio altro.
Cosi' presi un quaderno, che avevo deciso che ci avrei scritto i miei romanzi gialli (almeno il primo, perche' magari se ne scrivevo tanti un quaderno solo non poteva bastare), e man mano che mi veniva in mente mi segnai tutto quello che serviva e che dovevo procurarmi.
L'attrezzatura di base, quella ce l'avevo: ci avevo la penna, e volendo anche le matite e la gomma per le correzioni, perche' a scuola lo dicevano sempre che quando si scrive poi si deve rileggere e correggere e alla fine fare la bella copia; il quaderno pure, ed eventualmente ci avevo anche quello a quadretti dei compiti di matematica, se quello a righe lo finivo troppo presto. Oltretutto si poteva scrivere pure sui fogli da disegno, volendo. Pero' dovevo starci attento, che ci vuole un niente a sbaffarli e poi sono da buttare via e i fogli da disegno non e' che li trovi in mezzo alla strada o che crescono sulle piante. Neppure i quaderni. Li trovi alla cartoleria, e per comprarli ci vogliono i dindi perche' come diceva mio padre buonanima qui al paese nessuno ti regala niente, a parte gli anni di galera, che a lui gliene regalarono piu' del tempo che ci aveva da vivere (e per cosa poi? per un affaretto che ci avra' scagliato si' e no cinque carte da mille di robaccia che di argenteria e brillocchi veri quasi solo la muffa, pero' c'era scappato il morto e quando ci scappa il morto allora l'autorita' ci vuole mettere il becco e si beve i padri di famiglia si beve. Lasciamo stare, lasciamo. Senza offesa, eh.
Insomma, l'attrezzatura materiale ce l'avevo. Pero' m'accorsi subito che non bastava. E infatti sulla prima pagina del qauderno ci scrissi: Altre cose che servono, sottolineato.
Poi andai a capo e poi scrissi:
Primo: inventare le storie, che siano storie gagliarde.
Secondo: scriverle bene, che facciano ridere come le barzellette raccontate bene.
Terzo: averci la pazienza di non voler scrivere tutto subito.
Ce l'ho ancora quel quaderno. Ci scrissi solo questo. La vita, si sa, non va mai come te l'aspetti.
*
Adesso vorrei tornarci sopra, su quei tre punti. Perche' mi sembra che con tutto che ero un ragazzetto che faceva le scuole medie ci avevo proprio ragione.
La gente non ci ha voglia di stare a sentire una storia se non e' gagliarda. Figurarsi se uno ci ha voglia di scriverla. Ti annoi subito e lasci perdere. Una storia per raccontarla deve essere gagliarda perche' se non e' gagliarda dopo un po' si capisce subito. Si vede subito quando una storia non e' gagliarda, perche' chi la racconta la fa lunga, comincia a parlare d'altro, fa la voce misteriosa, si gaurda intorno come se stesse per dire chissa' che segreto, e invece si capisce subito che e' una lagna. Io per esempio i film alla televisione che cominciano con tutte quelle musiche neppure li guardo. Se c'e' una sparatoria subito, alora si', che vuol dire che c'e' una storia, c'e' movimento, vita vissuta, indiani e cow-boys. Se invece tutte quelle scritte, tutta quella musica e magari gli attori vestiti come noi, allora che ci perdo tempo a fare? Se gli attori sono vestiti come noi allora tanto vale che guardo quello che succede per strada fuori del bar, no?
Pero' non basta neppure che la storia sia gagliarda: bisogna saperla raccontare bene, perche' la stessa storia se uno la racconta male diventava subito uno schifo, e allora finisce tutto il divertimento.
Della pazienza non c'e' bisogno di dire niente, senza la pazienza non si va da nessuna parte.
*
Ma dove le trovavo le storie di delitti perfetti che al paese non succede mai niente? Cioe', i delitti succedevano, ma erano facili facili che pure i carabinieri in un par d'ore capivano chi era stato; invece il delitto perfetto deve essere misterioso e ci vuole la sagacia (si chiama cosi': la sagacia; sarebbe la furbizia) di Ercole Perotto per capirci qualche cosa e scoprire il colpevole.
Il colpevole c'e' sempre, ma la cosa forte del romanzo giallo e' che per scoprirlo ci vuole la sagacia.
Mi ricordo ancora che dopo aver scritto la prima pagina del quaderno, girai pagina e mi misi a pensare a una storia. Ma non mi veniva in mente niente. Niente di gagliardo. Di storie di ammazzamenti, di ruberie, di coltellate, si', ma niente che valesse la pena che ci scrivessi un romanzo giallo.
Capii subito che avevo bisogno di ispirazione, cioe' di leggere altre storie e di copiarle. Potevo anche copiare il giallo mondadori che avevo letto, ma quando copi non lo devi far vedere che copi, e allora il modo migliore e' di copiare da due cose diverse e metterle insieme.
Ci arrivai subito: dovevo leggere qualche altro giallo. Dopo, sarebbe stato uno scherzo.
Il fatto e' che al paese c'e' un'edicola sola e non e' facile grattare la roba, in particolare i gialli mondadori perche' non e' che ce ne sono un mucchio come i giornaletti con le donne ignude, ce ne e' sempre solo uno che arrivera' una volta al mese o giu' di li' e insomma e' difficile grattarlo senza farsene accorgere. I soldi per comprarlo, poi, lasciamo perdere, che tutto quello che mi dava il sor Crescenzio in realta' lo tratteneva per ripagare certi danni che tempo prima gli avevamo fatto io e certi amici miei che fessi come eravamo ci facemmo pure beccare.
Un altro si sarebbe arreso subito, io no.
Infatti mi venne l'idea di copiare dai libri di scuola, in particolare da storia e da antologia; da matematica non ci si tirava fuori niente, da scienze magari si' - che ne so, la composizione dei veleni tropicali - pero' erano solo dettagli, la storia la dovevo tirare fuori dal libro di storia e da quello di antologia.
Mi ci misi pure di buzzo buono, che il professore d'italiano era tutto contento che si credeva che mi era venuta la voglia di studiare. Invece.
Dopo un po' smisi, perche' mi accorsi che non funzionava, perche' per scrivere un giallo che per esempio c'era Carlo Magno o Mazzini bisognava ambientarlo al tempo di carlo Magno e di Mazzini, e io che ne sapevo? Si', c'erano le figure, ma erano troppo poco per farsi un'idea precisa: si rischiava di farsi ridere dietro che magari tu scrivevi che dopo aver ammazzato Carlo Magno col veleno tropicale Mazzini fuggiva con la Jaguar e invece a quel tempo la Jaguar non c'era o magari Mazzini non se la poteva permettere. Non funzionava.
Per non dire che le cose che c'erano su antologia erano scritte che parlavano in un modo che nessun criminale moderno avrebbe parlato in quel modo. E allora diventava una schifezza, no? Proprio come dicevo io prima.
Insomma, bisognava pensare qualche altra cosa.
E la cosa che pensai fu che potevo prendere ispirazione dal giornale, che al bar la mattina presto buttano quello del giorno prima, tutti i giorni. E siccome andavo a scuola con il figlio del sor Pilade che era il padrone del bar, gli chiesi se diceva a suo padre di mettere da parte i giornali del giorno prima che quando uscivo da scuola passavo a prenderli per una ricerca scolastica (un'idea sagace, no?). Per un po' di giorni il sor Pilade me li mise da parte, ma poi fui io stesso a dirgli che non mi servivano piu' che la ricerca ormai l'avevo fatta. E' che di fatti di cronaca nera ce ne erano tanti, ma erano sempre tutti raccontati cosi' male che non ci si capiva mai niente, e allora uno non e' che poteva trovare delle brillanti soluzioni dei delitti misteriosi se i delitti misteriosi erano troppo misteriosi perche' i giornalisti non capivano neanche quanto erano lunghi e non li sapevano raccontare.
Un altro si sarebbe scoraggiato, no?
Io invece no. E infatti allora mi venne l'idea: di farli io i delitti perfetti, cosi' poi ci potevo scrivere i gialli.
Poi, neppure io lo so perche', ho fatto solo i delitti e a scrivere i gialli non ci ho pensato piu'.
I soldi, invece, ne ho fatti, ne ho fatti eccome in tanti anni di attivita'. Pero' li ho pure sprecati tutti, ma tutti tutti, che se ci ripenso mi chiedo come ho fatto.
Non guardate come mi vedete adesso, che sono vecchio e ho perso il tocco magico, e infatti mi avete pizzicato che anche solo dieci anni fa se ve lo sognavate ci cascavate dal letto.
E' che sono stanco, e quasi quasi sapete che vi dico? Che da un bel po' ci avevo voglia di ritirarmi dalla professione e di mettermi in pensione, a pensione, si', ospite dello stato. Per me un posto vale l'altro, e una volta che ci ho la stanza, il letto e i pasti assicurati, e chi mi ammazza?
E' tutto qui. Avete scritto tutto? Dove devo firmare?
 
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ARCHIVI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXII)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Numero 422 del 19 gennaio 2021
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