[Nonviolenza] Ricordando Vittorio Foa



RICORDANDO VITTORIO FOA

Il 20 ottobre 2008 moriva quasi centenario (era nato nel 1910) Vittorio Foa.
Questa mattina a Viterbo, nel dodicesimo anniversario della scomparsa, lo abbiamo ricordato ancora una volta.
Per quelli che come noi, di una generazione successiva alla sua cui quindi fu risparmiata l'esperienza dell'orrore del fascismo e della guerra, gli siamo stati negli anni Settanta e non solo compagni di lotte e per alcuni anni anche compagni di partito, Vittorio Foa resta una figura luminosa.
L'antifascista perseguitato, il partigiano, il sindacalista, il militante della sinistra socialista e libertaria, lo studioso della storia del movimento operaio e dell'Italia novecentesca, il testimone di tante lotte per la democrazia e la dignita' umana, la persona che rifletteva su temi decisivi e troppo a lungo negletti, resta una figura di riferimento anche nello svolgimento e nella dialettica delle posizioni politiche che non di rado ci portarono a discutere a fondo talune sue scelte, ma sempre con affetto e attenzione e gratitudine sincera.
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Alcuni suoi libri sono tra le cose piu' utili per ripercorrere la storia del nostro paese nel secolo breve e la nostra stessa storia, e per ragionare di decisive questioni: penso ad esempio soprattutto a Riprendere tempo, Il cavallo e la torre, Questo Novecento, tutti editi da Einaudi.
E un libro che occorre aver letto e' anche quello della figlia Anna Foa, illustre storica: La famiglia F., edito da Laterza.
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Ricordo con nostalgia le assemblee pubbliche e gli incontri di partito cui presi parte nella mia lontana gioventu' in cui Foa era non solo presente, ma per cosi' dire centro e fulcro: con la sua vivacita', la sua irruenza, il suo analitico e talora fin cavilloso argomentare, ma anche con la sua capacita' di dubitare, di ascolto e di apertura.
E ricordo anche, perche' non dirlo, le dure polemiche che in quegli anni lontani lacerarono la nuova sinistra e la sua stessa parte migliore: quella che era ad un tempo marxiana e gramsciana ed insieme rigorosamente, costitutivamente antitotalitaria, che gia' allora si collocava all'ascolto di Rosa Luxemburg e di Hannah Arendt, di Gobetti e Rosselli, della scuola di Francoforte e di Bloch, solidale con le vittime dei Gulag e il dissenso nei paesi del cosiddetto "socialismo reale", alla scuola delle lotte antimperialiste ed anticoloniali con Basso e nel vivo delle lotte contro le istituzioni totali e per i diritti umani con Basaglia e Maccacaro e Rodota', nelle esperienze operaie e popolari piu' vive e aggettanti, nel movimento antimafia, nella tradizione nonviolenta del decisivo movimento femminista e di Tolstoj, Gandhi e King, di Aldo Capitini e Danilo Dolci, e che contribui' fortemente alla nascita della "nuova ecologia" con Dario Paccino e Laura Conti, con Giorgio Nebbia ed Alex Langer. Mi addolora constatare nella cultura diffusa odierna la vera e propria "damnatio memoriae" di grandissima parte di quanto vi fu di migliore in quella stagione di lotte, e con gli incontri che dedichiamo sovente qui a Viterbo ai nostri maestri e compagni di allora e di sempre vorremmo cercare di contrastare la barbarie che dilaga, ed esortare al ricordo e allo studio delle figure, delle esperienze e delle riflessioni piu' vive dell'impegno del movimento delle oppresse e degli oppressi per la liberazione dell'umanita'.
Col passare degli anni scompaiono le figure dei maestri e dei compagni piu' cari e ascoltati, ancora in questi ultimi tempi ci hanno lasciato tra gli altri Giorgio Pecorini, Rossana Rossanda, Paolo Finzi. Vorremmo che le loro esperienze di pensiero e di azione non fossero sommerse dall'oblio che la societa' dello spettacolo, che le nuove tecnologie totalitarie, che il consumismo demente che consuma l'umanita' e il mondo, che il ritorno del fascismo e del razzismo tentano di imporre ad accecare ed annichilire ogni luce di civilta', ogni risorsa di memoria, ogni vivente valore.
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Ripensando a Vittorio Foa ricordiamo anche tante compagne e tanti compagni viterbesi che ci hanno lasciato nel corso degli anni: da Achille Poleggi a Teresa Blasi.
Ripensando a Vittorio Foa, rileggendone con alcune persone amiche questa mattina alcune sue pagine, ancora una volta sentiamo il suo appello all'impegno.
Anche nel ricordo e alla scuola di Vittorio Foa continui la lotta contro la guerra e tutte le uccisioni.
Anche nel ricordo e alla scuola di Vittorio Foa continui la lotta contro il razzismo e tutte le persecuzioni.
Anche nel ricordo e alla scuola di Vittorio Foa continui la lotta contro il maschilismo e tutte le oppressioni.
Anche nel ricordo e alla scuola di Vittorio Foa continui la lotta contro tutte le violenze.
Anche nel ricordo e alla scuola di Vittorio Foa continui l'impegno nonviolento in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa dell'intero mondo vivente.
Anche nel ricordo e alla scuola di Vittorio Foa continui l'impegno nonviolento per la realizzazione di una societa' mondiale di persone libere ed eguali in diritti, responsabili e solidali, in cui da ciascuna persona sia dato secondo le sue capacita' ed a ciascuna persona sia dato secondo i suoi bisogni.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Condividere il bene ed i beni.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi nella lotta per la comune liberazione e per la salvezza dell'intera umanita' e dell'intero mondo vivente.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.

Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo

Viterbo, 20 ottobre 2020

Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile ricevere gratuitamente abbonandosi attraverso il sito www.peacelink.it