[Nonviolenza] "Noi per il NO". Un incontro di studio a Viterbo sull'appello promosso da Rosy Bondi, Pietro Grasso, don Luigi Ciotti, Carla Nespolo, Susanna Camusso ed altre autorevoli figure della vita democratica
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- Date: Fri, 11 Sep 2020 12:17:03 +0200
"NOI PER IL NO". UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO SULL'APPELLO PROMOSSO DA ROSY BINDI, PIETRO GRASSO, DON LUIGI CIOTTI, CARLA NESPOLO, SUSANNA CAMUSSO ED ALTRE AUTOREVOLI FIGURE DELLA VITA DEMOCRATICA
La mattina di venerdi' 11 settembre 2020 si e' svolto a Viterbo presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" un incontro di studio sull'appello "Noi per il NO" promosso da Rosy Bondi, Pietro Grasso, don Luigi Ciotti, Carla Nespolo, Susanna Camusso ed altre autorevoli figure della vita democratica.
L'incontro e' stato aperto dalla lettura integrale dell'appello.
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Il testo integrale dell'appello "Noi per il NO"
Al referendum costituzionale del 20-21 settembre voteremo convintamente NO e vi invitiamo a fare altrettanto
Per difendere i principi della democrazia parlamentare, i valori della rappresentanza popolare e il libero confronto fra tutte le forze politiche
Respingere la riduzione dei parlamentari significa dire NO alle derive populiste e alle tentazioni decisioniste che si celano dietro una proposta semplicistica e solo apparentemente accattivante.
La proposta di tagliare drasticamente il numero dei deputati e dei senatori elettivi non rafforza affatto la nostra democrazia; anzi, la indebolisce parecchio, anche perche' lascia intatti tutti i problemi dell'attuale sistema parlamentare.
In passato, ci siamo sempre dichiarati favorevoli alla riduzione del numero dei parlamentari nel quadro di un progetto complessivo di riforma costituzionale volta a rendere piu' efficiente la democrazia parlamentare, anche superando il carattere perfetto del nostro bicameralismo, distinguendo le funzioni e le competenze della Camera dei deputati da quelle del Senato della Repubblica. Ma la revisione costituzionale sottoposta oggi a referendum non si propone affatto di rendere piu' efficiente la nostra democrazia.
Chi sostiene la riduzione dei parlamentari infatti ha sempre guardato con scherno alla democrazia rappresentativa, illudendosi di poterla quasi integralmente sostituire con forme alternative di democrazia diretta.
Nelle grandi societa' complesse dell'eta' contemporanea la democrazia non puo' che basarsi sulla rappresentanza e sulle formazioni sociali capaci di promuovere la partecipazione politica. Il combinarsi di rappresentanza e di partecipazione rende infatti possibili i momenti di dialogo e confronto, vero antidoto rispetto agli sterili conflitti frontali tipici di tutti i populismi.
La democrazia diretta puo' soltanto affiancare, nelle forme e nei limiti previsti dalla Costituzione, la democrazia rappresentativa, insostituibile testata d'angolo delle istituzioni repubblicane.
Se la democrazia e' necessariamente rappresentativa, contrapporre corpo elettorale e parlamentari, rappresentati e rappresentanti – come si propongono di fare i sostenitori del si' al referendum – costituisce un gioco estremamente pericoloso che soffia sul fuoco del populismo. La storia del nostro paese dovrebbe averci dolorosamente insegnato che la delegittimazione del Parlamento apre rapidamente la strada a soluzioni autoritarie, vale a dire alla morte della democrazia.
Un Parlamento rimpicciolito risultera' non soltanto piu' inefficiente, ma anche meno rappresentativo, soprattutto delle aree periferiche e meno popolate del paese. Ancora, con l'attuale sistema elettorale, le forze politiche minori avranno piu' difficolta' a far sentire la propria voce nelle aule parlamentari, mentre i collegi uninominali diventeranno assai piu' ampi, rendendo cosi' piu' dispendiose le campagne elettorali e attenuando il legame tra l'eletto e il territorio che l'ha espresso. Si rafforzera' cosi' il controllo oligarchico dei vertici dei partiti sulla scelta dei candidati e sull'individuazione degli eletti. Ridurre drasticamente il numero dei parlamentari senza introdurre una nuova legge elettorale piu' rispettosa delle minoranze politiche costituisce un vero e proprio salto nel buio. Prima del referendum, ci sarebbe stato tutto il tempo per adottare una nuova legge elettorale che consentisse agli elettori di scegliere realmente i propri rappresentanti. E' estremamente significativo che non si sia voluto procedere speditamente in tal senso.
Indebolire il Parlamento significa anche ritornare indietro, ancora una volta, rispetto alla parita' fra i generi nella rappresentanza politica e alla partecipazione paritaria delle donne alle decisioni politiche fondamentali.
Inoltre il taglio dei parlamentari ridurra' la rappresentanza degli italiani all'estero.
La situazione che stiamo vivendo negli ultimi mesi, cosi' fortemente segnata dall'emergenza virale e dal conseguente massiccio ricorso ad atti normativi del Governo, richiede, per mantenere un equilibrio fra i poteri, un rafforzamento del ruolo parlamentare di indirizzo e di controllo; dunque un potenziamento dello stesso Parlamento.
Ridurre il numero dei parlamentari finisce invece per indebolire la capacita' di lavoro delle Camere, non solo nelle rispettive aule, ma anche nelle commissioni, dove oggi si svolge tanta parte dell'attivita' parlamentare.
Tanto piu' che al taglio dei deputati e dei senatori non si accompagna l'introduzione di alcuna incompatibilita' fra la carica parlamentare e quelle governative in specie e politiche in genere.
Di conseguenza, non pochi parlamentari continueranno a non poter partecipare attivamente ai lavori delle Camere, in quanto impegnati prevalentemente altrove.
Si finira' cosi' per rafforzare eccessivamente l'esecutivo, liberato dal controllo parlamentare, per inseguire sterili mitologie decisioniste.
Per quanto riguarda infine l'argomento piu' demagogico proposto dai sostenitori del referendum, se il loro obiettivo fosse veramente quello di ridurre la spesa pubblica, ci sarebbero tante altre vie per conseguirlo, piu' efficaci e tali da non danneggiare la nostra democrazia.
Tanto piu' che i costi del Parlamento rappresentano una minima parte dei costi della politica. A tutto voler concedere, se proprio si volessero tagliare i costi del Parlamento, basterebbe ridurre i privilegi.
A ben vedere, la volonta' di tagliare i costi della politica nasconde quella di ridurre i costi della democrazia e, per tal via, purtroppo, quest'ultima.
Tra i primi firmatari segnaliamo in particolare: Rosy Bindi, Pietro Grasso, Luigi Ciotti, Carla Federica Nespolo, Guido Bodrato, Marisa Rodano, Silvia Calamandrei, Marianna Scalfaro, Carlo Zaccagnini, Rossella Muroni, Susanna Camusso, Enzo Balboni, Matteo Cosulich, Giorgio Pagliari, Nando Dalla Chiesa, Livia Turco, Rosa Russo Jervolino, Giorgio Merlo, Silvia Prodi, Mario Primicerio, Luciano Silvestri, Nerina Dirindin, Luisa Bossa, Anna Margherita Miotto, Daniela Mazzuconi, Mario Pepe, Marina Magistrelli, Giampiero Scanu, Riccardo Rossi, Mimmo Luca', Giuliano Pisapia
Per adesioni: sito: https://noiperilno.it, email: noiperilno at gmail.com
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Un appello a un impegno plurale e corale in difesa della democrazia, della Costituzione, del bene comune
Concludendo l'incontro il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha sottolineato il valore dell'appello e come esso sia adeguato a rivolgersi ad una vasta parte dell'opinione pubblica che in esso trovera' argomenti intimamente sentiti e profondamente persuasivi per votare NO e per impegnarsi in prima persona a diffondere l'informazione e la coscientizzazione affinche' il NO possa prevalere nel referendum e cosi' impedire una sciagurata riforma costituzionale.
Naturalmente, ha evidenzato Peppe Sini, le posizioni espresse in questo appello solo in parte coincidono con quelle che anche la struttura nonviolenta viterbese sostiene, mentre in parte se ne differenziano considerevolmente.
Il fatto che su alcuni argomenti abbiamo opinioni anche sensibilmente diverse, e fin opposte, e' un esempio della preziosa varieta', della significativa ampiezza e dell'articolata composizione delle posizioni che convergono verso il medesimo NO all'antiparlamentarismo, NO al fascismo, NO alla barbarie.
Muovendo da ragioni e da collocazioni anche assai diverse, tante esperienze e tante persone sovente particolarmente rappresentative della riflessione morale, della ricerca intellettuale, dell'impegno civile e della militanza politica convengono alla stessa conclusione: che occorre opporre un meditato e deciso NO alla manomissione della Costituzione, alla mutilazione del parlamento, all'estromissione delle minoranze dalle istituzioni rappresentative, alla negazione della separazione e del controllo dei poteri, allo svuotamento della democrazia.
Da diversi ambiti della societa' civile, cosi' come dell'impegno istituzionale, si leva plurale e corale l'appello per il NO referendario al golpe oligarchico.
All'appello di "Noi per il NO" si affiancano, ciascuno con le sue specifiche argomentazioni, molti altri appelli, tra cui particolarmente prestigiosi e significativi quelli dei 183 illustri costituzionalisti, dei magistrati associati nell'Area democratica per la giustizia, dell'Associazione nazionale partigiani d'Italia, del Movimento Nonviolento, delle donne impegnate contro la violenza alle donne.
E tra questi diversi appelli ricordiamo ancora una volta anche il nostro che recita: "Al referendum costituzionale sulla mutilazione del parlamento del 20-21 settembre 2020 voteremo no.
Siamo contrari a ridurre il Parlamento a una tavolata di yes-men al servizio di esecutivi tanto insipienti quanto tracotanti e dei grotteschi e totalitari burattinai razzisti e militaristi che li manovrano.
Siamo contrari al passaggio dalla democrazia rappresentativa, per quanto imperfetta essa possa essere, al fascismo.
La mutilazione del parlamento attraverso la riduzione del numero dei parlamentari ha questo significato e queste fine: favorire il passaggio da una democrazia costituzionale gia' profondamente ferita a un regime sempre piu' antidemocratico ed eslege, sempre piu' protervo e brutale.
Al referendum del 20-21 settembre 2020 votiamo no all'antiparlamentarismo, no al fascismo, no alla barbarie.
No all'antiparlamentarismo, che alla separazione e all'equilibrio dei poteri, alla rappresentanza proporzionale dell'intera popolazione e alla libera discussione e consapevole deliberazione vuole sostituire i bivacchi di manipoli, l'autoritarismo allucinato, plebiscitario e sacrificale, il potere manipolatorio dei padroni occulti e palesi delle nuove tecnologie della propaganda e della narcosi.
No al fascismo, crimine contro l'umanita'.
No alla barbarie, che annichilisce ogni valore morale e civile, che perseguita ed estingue ogni umana dignita' e virtu', che asservisce la societa' alla menzogna e alla violenza".
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Ogni persona, ogni associazione, ogni movimento democratico s'impegni
Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso apprezzamento per l'appello di "Noi per il NO", pur nella ovvia - e talora profonda - diversita' di opinioni su alcuni temi particolari, ed hanno assunto l'impegno a diffonderlo come gia' hanno diffuso nei giorni scorsi altri appelli di altre esperienze.
Che ogni persona di volonta' buona, che ogni associazione sollecita del bene comune, che ogni movimento democratico s'impegni.
Ripetiamolo ancora una volta:
- NO al taglio del Parlamento, alla strozzatura della rappresentanza democratica, all'estromissione delle minoranze dalle Camere, al compiuto asservimento dell'organo legislativo all'esecutivo e a centri di potere extraistituzionali ed antidemocratici.
- NO alla manomissione della Costituzione e alla compressione ed imprigionamento della sovranita' popolare.
- NO alla negazione del principio su cui si fonda lo stato di diritto: la separazione, l'equilibrio ed il controllo dei poteri.
- NO al disegno di sostituire alla democrazia rappresentativa un potere oligarchico e opaco, abusivo e tracotante, effettualmente violento e tendenzialmente totalitario.
La democrazia, la liberta', la giustizia, il diritto alla vita, alla salute e alla dignita' sono beni troppo preziosi per permettere che siano "tagliati per risparmiare".
Il 20-21 settembre 2020 votiamo NO.
Possa vincere il NO come in Cile nel 1988.
Possano essere i giorni dell'arcobaleno.
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 11 settembre 2020
Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile ricevere gratuitamente abbonandosi attraverso il sito www.peacelink.it
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