[Nonviolenza] Telegrammi. 3844
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 3844
- From: Centro di ricerca per la pace Centro di ricerca per la pace <centropacevt at gmail.com>
- Date: Wed, 26 Aug 2020 19:06:18 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3844 del 27 agosto 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. L'appello di 183 costituzionalisti per il NO al referendum. Un incontro di studio a Viterbo
2. Ancora una volta chiediamo
3. "L'Italia aderisca al Trattato Onu per la proibizione delle armi nucleari". Una lettera aperta alla Presidente del Senato e al Presidente della Camera
4. "Donne in nero" di Alba: Forse non tutti sanno che...
5. Per sostenere "A. Rivista anarchica", ricordando Paolo Finzi
6. Segnalazioni librarie
7. La "Carta" del Movimento Nonviolento
8. Per saperne di piu'
1. INIZIATIVE. L'APPELLO DI 183 COSTITUZIONALISTI PER IL NO AL REFERENDUM. UN INCONTRO DI STUDIO A VITERBO
Un incontro di studio a Viterbo per il NO al referendum
La mattina del 26 agosto 2020 si e' svolto a Viterbo, presso il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera", un incontro di studio sul testo del recentissimo appello di 183 costituzionalisti per il NO al referendum.
L'incontro e' iniziato con la lettura integrale dell'appello sottoscritto da molti dei piu' illustri giuristi italiani.
Il responsabile della struttura nonviolenta viterbese, Peppe Sini, ha sottolineato l'importanza delle argomentazioni dei costituzionalisti; ovviamente esse non esauriscono le ragioni del NO al referendum (altre ve ne sono, e non meno decisive), ma certo rappresentano un qualificato ed importantissimo contributo alla riflessione.
Le persone partecipanti all'incontro hanno espresso condivisione e sostegno al documento, ed invitano a promuovere ovunque iniziative di lettura, commento e diffusione dello stesso.
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Un minimo riassunto dell'appello di 183 costituzionalisti per il NO al referendum
L'appello evidenzia particolarmente alcune decisive questioni, che di seguito riassumiamo.
1) "La riforma svilisce, innanzitutto, il ruolo del Parlamento e ne riduce la rappresentativita', senza offrire vantaggi apprezzabili ne' sul piano dell'efficienza delle istituzioni democratiche ne' su quello del risparmio della spesa pubblica".
2) "La riforma presuppone che la rappresentanza nazionale possa essere assorbita nella rappresentanza di altri organi elettivi (Parlamento europeo, Consigli regionali, Consigli comunali, ecc.), contro ogni evidenza storica e contro la giurisprudenza della Corte costituzionale".
3) "La riforma riduce in misura sproporzionata e irragionevole la rappresentanza di interi territori".
4) "La riforma non eliminerebbe ma, al contrario, aggraverebbe i problemi del bicameralismo perfetto".
5) "La riforma appare ispirata da una logica "punitiva" nei confronti dei parlamentari, confondendo la qualita' dei rappresentanti con il ruolo stesso dell'istituzione rappresentativa".
"E' illusorio, in conclusione, pensare alle riforme costituzionali come ad azioni dirette a causare shock a un sistema politico-partitico incapace di autoriformarsi, nella speranza che l'evento traumatico possa innescare reazioni benefiche. Una cattiva riforma non e' meglio di nessuna riforma. Semmai e' vero il contrario".
"Per queste ragioni i sottoscritti voteranno convintamente NO".
Il testo integrale dell'appello e' riprodotto in calce al presente comunicato.
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Anche un appello nonviolento per il NO al referendum
A sostegno del medesimo impegno degli illustri giuristi per il NO al referendum, la struttura nonviolenta viterbese ha anch'essa promosso alcune settimane fa un appello il cui testo integrale di seguito si riproduce:
"No alla riforma costituzionale che mutila la democrazia rappresentativa e mira ad imporre un regime totalitario nel nostro paese
Al referendum costituzionale sulla mutilazione del parlamento del 20-21 settembre 2020 voteremo no.
Siamo contrari a ridurre il Parlamento a una tavolata di yes-men al servizio di esecutivi tanto insipienti quanto tracotanti e dei grotteschi e totalitari burattinai razzisti e militaristi che li manovrano.
Siamo contrari al passaggio dalla democrazia rappresentativa, per quanto imperfetta essa possa essere, al fascismo.
La mutilazione del parlamento attraverso la riduzione del numero dei parlamentari ha questo significato e queste fine: favorire il passaggio da una democrazia costituzionale gia' profondamente ferita a un regime sempre piu' antidemocratico ed eslege, sempre piu' protervo e brutale.
Al referendum del 20-21 settembre 2020 votiamo no all'antiparlamentarismo, no al fascismo, no alla barbarie.
No all'antiparlamentarismo, che alla separazione e all'equilibrio dei poteri, alla rappresentanza proporzionale dell'intera popolazione e alla libera discussione e consapevole deliberazione vuole sostituire i bivacchi di manipoli, l'autoritarismo allucinato, plebiscitario e sacrificale, il potere manipolatorio dei padroni occulti e palesi delle nuove tecnologie della propaganda e della narcosi.
No al fascismo, crimine contro l'umanita'.
No alla barbarie, che annichilisce ogni valore morale e civile, che perseguita ed estingue ogni umana dignita' e virtu', che asservisce la societa' alla menzogna e alla violenza".
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Anche un quotidiano telematico per il NO al referendum
A sostegno del medesimo impegno degli illustri giuristi per il NO al referendum, la struttura nonviolenta viterbese sta anche quotidianamente pubblicando un supplemento del suo notiziario "La nonviolenza e' in cammino", supplemento che presenta via via i contributi di riflessione di grandi organizzazioni democratiche e di prestigiose personalita' della cultura, della riflessione morale e dell'impegno civile schierate per il NO al referendum.
La testata del supplemento ad hoc e' "No all'antiparlamentarismo, no al fascismo, no alla barbarie"; ed e' possibile sia leggerlo nel sito www.peacelink.it, sia riceverlo gratuitamente per e-mail (per richieste: centropacevt at gmail.com).
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Altre iniziative e materiali informativi disponibili per il NO al referendum
A sostegno del medesimo impegno degli illustri giuristi per il NO al referendum, la struttura nonviolenta viterbese sta anche promuovendo iniziative di informazione, documentazione e coscientizzazione a Viterbo e nei centri della provincia, e diffondendo materiali utili.
In calce a questa nota si allega il testo integrale dell'appello dei 183 costituzionalisti per il NO al referendum, con l'invito a chi legge a diffonderlo ulteriormente.
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Allegato. L'appello di 183 costituzionalisti per il NO al referendum
Le ragioni del nostro NO al referendum sulla riduzione del numero dei parlamentari
In risposta all'appello del Direttore della testata online "Huffington Post" Mattia Feltri, pubblicato lo scorso 8 agosto, le sottoscritte e i sottoscritti, docenti, studiose e studiosi di diritto costituzionale, intendono spiegare le ragioni tecniche per le quali si oppongono alla riforma sulla riduzione del numero dei parlamentari, illustrando i rischi per i principi fondamentali della Costituzione che la revisione comporta.
Si precisa che il presente documento scaturisce da un'iniziativa autonoma e totalmente indipendente sia dal Coordinamento per la democrazia costituzionale (CDC), sia dal Comitato nazionale per il No al taglio del Parlamento, cosi' come da ogni altro ente, organismo e associazione, esprimendo considerazioni frutto esclusivamente dell'elaborazione collettiva dei sottoscrittori.
Il testo di legge costituzionale sottoposto alla consultazione referendaria, introducendo una riduzione drastica del numero dei parlamentari (da 945 componenti elettivi delle due Camere si passerebbe a 600), avrebbe un impatto notevole sulla forma di Stato e sulla forma di governo del nostro ordinamento. Tanti motivi inducono a un giudizio negativo sulla riforma: qui si illustrano i principali.
1) La riforma svilisce, innanzitutto, il ruolo del Parlamento e ne riduce la rappresentativita', senza offrire vantaggi apprezzabili ne' sul piano dell'efficienza delle istituzioni democratiche ne' su quello del risparmio della spesa pubblica.
I fautori della riforma adducono, a sostegno del "SI'" al referendum, la riduzione di spesa che la modifica della composizione delle Camere determinerebbe. Si tratta, pero', di un argomento inaccettabile non soltanto per l'entita' irrisoria dei tagli di cui si parla, ma anche perche' gli strumenti democratici basilari (come appunto l'istituzione parlamentare) non possono essere sacrificati o depotenziati in base a mere esigenze di risparmio.
La riduzione del numero dei parlamentari non deriverebbe, inoltre, da una riforma ragionata del bicameralismo perfetto (il vigente assetto parlamentare in base al quale le due Camere si trovano nella stessa posizione e svolgono le medesime funzioni). Tale sistema non sarebbe toccato dalla legge costituzionale oggetto del referendum.
Spesso si fa riferimento agli esempi di altri Stati ma non puo' correttamente compararsi il numero dei componenti delle Camere italiane con quello di altre assemblee parlamentari in termini astratti, senza tenere conto del numero degli elettori (e, dunque, del rapporto eletti/elettori). Si trascura, inoltre, che in molti degli ordinamenti assunti come termini di paragone si riscontrano forme di governo e tipi di Stato diversi dai nostri.
2) La riforma presuppone che la rappresentanza nazionale possa essere assorbita nella rappresentanza di altri organi elettivi (Parlamento europeo, Consigli regionali, Consigli comunali, ecc.), contro ogni evidenza storica e contro la giurisprudenza della Corte costituzionale.
I fautori della riforma sostengono ancora che la riduzione del numero dei parlamentari non arrecherebbe alcun danno alle esigenze della rappresentativita' perche' sarebbero gia' tanti gli organi elettivi (Parlamento europeo, Consigli regionali, consigli comunali, ecc.) la cui formazione dipenderebbe dal voto dei cittadini. La rappresentanza nazionale, secondo questa tesi, potrebbe trovare un'espressione parcellizzata in altri luoghi istituzionali. A prescindere, pero', da ogni altra considerazione sul ruolo e sulle competenze degli organi elettivi richiamati (ad esempio, i Consigli regionali italiani non sono paragonabili ai parlamenti degli Stati membri di una federazione), si puo' ricordare che la Corte costituzionale ha chiarito che "solo il Parlamento e' sede della rappresentanza politica nazionale, la quale imprime alle sue funzioni una caratterizzazione tipica ed infungibile".
Basta leggere, del resto, le materie attribuite dalla Costituzione alla competenza esclusiva del legislatore statale (e considerare l'interpretazione estensiva che di molte di queste materie ha dato la stessa Corte costituzionale nella sua giurisprudenza) per avere un'idea dell'importanza delle Camere.
3) La riforma riduce in misura sproporzionata e irragionevole la rappresentanza di interi territori.
Per quanto riguarda la nuova composizione del Senato, alcune Regioni finirebbero con l'essere sottorappresentate rispetto ad altre. Cosi', ad esempio, l'Abruzzo, con un milione e trecentomila abitanti, avrebbe diritto a quattro senatori, mentre il Trentino-Alto Adige, con le sue due province autonome e con una popolazione complessiva di un milione di abitanti, avrebbe in tutto sei senatori; e ancora la Liguria, con cinque seggi, avrebbe una rappresentanza al Senato, in sostanza, della sola area genovese.
4) La riforma non eliminerebbe ma, al contrario, aggraverebbe i problemi del bicameralismo perfetto (anche se e' spesso presentata dai suoi sostenitori come un intervento volto a raggiungere gli stessi obiettivi di precedenti progetti di riforma, diretti a rendere piu' efficiente l'istituzione parlamentare).
Come si e' gia' detto, l'attuale riforma non introduce alcuna differenziazione tra le due Camere ma si limita semplicemente a ridurne i componenti, il cui elevato numero costituisce una caratteristica del Parlamento e non del bicameralismo perfetto. Tale assetto, in teoria, potrebbe anche essere modificato senza alterare in modo cosi' incisivo il numero dei parlamentari, anche solo per il tramite di una contestuale riforma dei regolamenti parlamentari di Camera e Senato. Al contrario, se si considerano i problemi di rappresentanza di alcuni territori regionali che la riforma comporterebbe, risulta che paradossalmente la legge in questione finirebbe con l'aggravare, anziche' ridurre, i problemi del bicameralismo perfetto.
5) La riforma appare ispirata da una logica "punitiva" nei confronti dei parlamentari, confondendo la qualita' dei rappresentanti con il ruolo stesso dell'istituzione rappresentativa. La revisione costituzionale sembra essere espressione di un intento "punitivo" nei confronti dei parlamentari – visti come esponenti di una "casta" parassitaria da combattere con ogni mezzo – ed e' il segno di una diffusa confusione del problema della qualita' dei rappresentanti con il ruolo dell'organo parlamentare. Non e' dato riscontrare, tuttavia, un rapporto inversamente proporzionale tra il numero dei parlamentari e il livello qualitativo degli stessi. Una simile riduzione dei componenti delle Camere penalizzerebbe soltanto la rappresentanza delle minoranze e il pluralismo politico e potrebbe paradossalmente produrre un potenziamento della capacita' di controllo dei parlamentari da parte dei leader dei partiti di riferimento, facilitato dal numero ridotto degli stessi componenti delle Camere.
Non puo' trascurarsi, inoltre, lo squilibrio che si verrebbe a determinare qualora, entrata in vigore la modifica costituzionale, non si avesse anche una modifica della disciplina elettorale, con essa coerente, tale da assicurare – nei limiti del possibile – la rappresentativita' delle Camere e, allo stesso tempo, agevolare la formazione di una maggioranza (sia pur relativamente) stabile di governo.
E' illusorio, in conclusione, pensare alle riforme costituzionali come ad azioni dirette a causare shock a un sistema politico-partitico incapace di autoriformarsi, nella speranza che l'evento traumatico possa innescare reazioni benefiche. Una cattiva riforma non e' meglio di nessuna riforma. Semmai e' vero il contrario. Respingendo questa riforma perche' monca e destabilizzante, ci sarebbe spazio per proposte equilibrate che mantengano intatti i principi fondanti del nostro ordinamento costituzionale; al contrario sarebbe piu' difficile mettere in discussione una riforma appena avallata dal corpo elettorale. Occorrono, in definitiva, interventi idonei ad apportare miglioramenti al sistema nel rispetto della democraticita' e della rappresentativita' delle istituzioni.
Per queste ragioni i sottoscritti voteranno convintamente "NO"!
*
Promotori: Alessandro Morelli, Professore ordinario di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Messina; Fiammetta Salmoni, Professoressa ordinaria di diritto pubblico, Universita' Telematica degli Studi di Roma Guglielmo Marconi; Michele Della Morte, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi del Molise; Marina Calamo Specchia, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale comparato, Universita' degli Studi di Bari Aldo Moro; Vincenzo Casamassima, Professore associato di diritto costituzionale, Universita' del Sannio di Benevento.
Firmano (in ordine alfabetico):
1. Fulvia Abbondante, Ricercatrice di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Napoli Federico II
2. Ugo Adamo, Assegnista di ricerca di diritto costituzionale, Universita' degli Studi Magna Graecia di Catanzaro
3. Cristiano Aliberti, Ricercatore di diritto pubblico, Universita' degli Studi Roma Tre
4. Umberto Allegretti, gia' Professore ordinario di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Firenze
5. Carlo Amirante, gia' Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Napoli Federico II
6. Adele Anzon, gia' Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Universita' degli Studi Tor Vergata di Roma
7. Antonio Arena, Assegnista di ricerca di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Messina
8. Marco Armanno, Professore associato di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Palermo
9. Paolo Armaroli, gia' Professore ordinario di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Genova
10. Francesca Bailo, Ricercatrice a tempo determinato. Universita' degli Studi di Genova
11. Enzo Balboni, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' Cattolica di Milano
12. Vincenzo Baldini, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale
13. Rosa Basile, Ricercatrice di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Messina
14. Francesco Saverio Bertolini, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Teramo
15. Cristina Bertolino, Professoressa associata di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Torino
16. Marco Betzu, Professore associato di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Cagliari
17. Raffaele Bifulco, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi Luiss Guido Carli
18. Felice Blando, Ricercatore di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Palermo
19. Salvatore Bonfiglio, Professore associato di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Roma Tre
20. Monica Bonini, Professoressa associata di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Milano Bicocca
21. Andrea Bonomi, Ricercatore a tempo determinato, Universita' degli Studi di Bari Aldo Moro
22. Roberto Borrello, Professore ordinario di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Siena
23. Giuditta Brunelli, Professoressa ordinaria di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Ferrara
24. Fernanda Bruno, gia' Professoressa ordinaria di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Roma "La Sapienza"
25. Gaetano Bucci, Ricercatore di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Bari Aldo Moro
26. Camilla Buzzacchi, Professoressa ordinaria di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Milano Bicocca
27. Giulia Caravale, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Roma "La Sapienza"
28. Maria Cristina Cabiddu, Professoressa ordinaria di diritto pubblico, Politecnico di Milano
29. Mia Caielli, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Universita' degli studi di Torino
30. Marina Calamo Specchia, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale comparato, Universita' degli Studi di Bari Aldo Moro
31. Quirino Camerlengo, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Pavia
32. Laura Cappuccio, Professoressa associata di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Napoli Federico II
33. Giuliana Giuseppina Carboni, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Sassari
34. Paolo Caretti, Professore emerito di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Firenze
35. Rossana Carida', Professoressa associata di diritto pubblico, Universita' degli Studi Magna Graecia di Catanzaro
36. Sara Carnovali, Dottoressa di ricerca in diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Milano
37. Vincenzo Casamassima, Professore associato di diritto costituzionale, Universita' del Sannio di Benevento
38. Rino Casella, Professore associato di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Pisa
39. Fabrizio Cassella, Professore ordinario di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Torino
40. Massimo Cavino, Professore ordinario di diritto pubblico, Universita' degli Studi del Piemonte Orientale "Amedeo Avogadro"
41. Eleonora Ceccherini, Professoressa associata di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Genova
42. Marcello Cecchetti, Professore ordinario di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Sassari
43. Alfonso Celotto, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Roma "La Sapienza"
44. Omar Chessa, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Sassari
45. Anna Ciammariconi, Ricercatrice di diritto pubblico comparato. Universita' degli Studi di Teramo
46. Pietro Ciarlo, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Cagliari
47. Ines Ciolli, Professoressa associata di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Roma "La Sapienza"
48. Anna Maria Citrigno, Ricercatrice di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Messina
49. Giovanni Coinu, Professore associato di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Cagliari
50. Gian Luca Conti, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Pisa
51. Giovanni Cordini, Professore ordinario di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Pavia
52. Pasquale Costanzo, Professore emerito di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Genova
53. Matteo Cosulich, Professore associato di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Trento
54. Entela Cukani, Assegnista di ricerca di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi del Salento
55. Giovanni D’Alessandro, Professore ordinario di diritto pubblico, Universita' Telematica degli Studi di Roma Niccolo' Cusano
56. Maria Elisa D'Amico, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Milano
57. Luigi D'Andrea, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Messina
58. Marco Dani, Professore associato di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Trento
59. Antonio D'Atena, Professore emerito di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Roma Tor Vergata
60. Luciana De Grazia, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Palermo
61. Michele Della Morte, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi del Molise
62. Bruno De Maria, Professore associato di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Napoli Federico II
63. Francesco Raffaello De Martino, Professore associato di diritto costituzionale, Universita' degli Studi del Molise
64. Giovanna De Minico, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Napoli Federico II
65. Gianmario Demuro, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Cagliari
66. Andrea De Petris, Ricercatore di diritto costituzionale, Universita' Giustino Fortunato di Benevento
67. Valeria De Santis, Ricercatrice di diritto pubblico, Universita' degli Studi Parthenope di Napoli
68. Giovanni Di Cosimo, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Macerata
69. Maria Dicosola, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Bari Aldo Moro
70. Alfonso Di Giovine, Professore emerito di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Torino
71. Angela Di Gregorio, Professoressa ordinaria di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Milano
72. Enzo Di Salvatore, Professore associato di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Teramo
73. Mario Esposito, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi del Salento
74. Laura Fabiano, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Bari Aldo Moro
75. Gianluca Famiglietti, Professore associato di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Pisa
76. Gennaro Ferraiuolo, Ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Napoli Federico II
77. Gianni Ferrara, Professore emerito di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Roma "La Sapienza"
78. Daniele Ferrari, Dottore di ricerca in diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Genova
79. Justin Frosini, Professore associato di diritto pubblico comparato, Universita' Luigi Bocconi di Milano
80. Davide Galliani, Professore associato di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Milano
81. Silvio Gambino, Professore emerito di diritto pubblico comparato Universita' della Calabria
82. Paolo Giangaspero, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Trieste
83. Federico Girelli, Professore associato di diritto costituzionale, Universita' Telematica degli Studi di Roma Niccolo' Cusano
84. Daniele Granara, Ricercatore di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Genova
85. Andrea Gratteri, Professore associato di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Pavia
86. Maria Cristina Grisolia, gia' Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Firenze
87. Enrico Grosso, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Torino
88. Cosimo Pietro Guarini, Professore associato di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Bari Aldo Moro
89. Carlo Iannello, Professore associato di diritto pubblico, Universita' degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli
90. Antonio Iannuzzi, Professore associato di diritto pubblico, Universita' degli Studi Roma Tre
91. Emma A. Imparato, Professoressa associata di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Napoli L'Orientale
92. Giuseppe Laneve, Professore associato di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Macerata
93. Salvatore La Porta, Ricercatore di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Milano Bicocca
94. Eva Lehner, Ricercatrice di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Siena
95. Sara Lieto, ricercatrice a tempo determinato di diritto pubblico, Universita' degli Studi Parthenope di Napoli
96. Aldo Loiodice, Professore emerito di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Bari Aldo Moro
97. Andrea Lollo, ricercatore a tempo determinato di diritto costituzionale, Universita' Magna Graecia di Catanzaro
98. Fabio Longo, Ricercatore universitario di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Torino
99. Donatella Loprieno, Ricercatrice di diritto pubblico, Universita' della Calabria
100. Laura Lorello, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Palermo
101. Federico Losurdo, Ricercatore a tempo determinato di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Urbino Carlo Bo
102. Alberto Lucarelli, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Napoli Federico II
103. Giovanni Luchena, Professore associato di diritto pubblico dell'economia, Universita' degli Studi di Bari Aldo Moro
104. Patrizia Macchia, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Torino
105. Gianfranco Macri', Professore associato di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Salerno
106. Gabriele Maestri, Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e Scienze politiche, Universita' degli Studi Roma Tre
107. Patrizia Magaro', Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Genova
108. Maurizio Malo, Professore associato di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Padova
109. Michela Manetti, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Siena
110. Raffaele Manfrellotti, Professore ordinario di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Napoli Federico II
111. Giuseppe Marazzita, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Teramo
112. Gianluca Marolda, Dottore di ricerca in diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Bologna Alma Mater Studiorum
113. Francesco Marone, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' Suor Orsola Benincasa di Napoli
114. Pamela Martino, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Bari Aldo Moro
115. Pietro Masala, Ricercatore a tempo determinato, Universita' degli Studi di Siena
116. Ilenia Massa Pinto, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Torino
117. Anna Mastromarino, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Torino
118. Giuditta Matucci, Ricercatrice di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Pavia
119. Alessandro Mazzitelli, Professore associato di diritto pubblico, Universita' degli Studi della Calabria
120. Luigi Melica, Professore ordinario di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi del Salento
121. Luca Mezzetti, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Bologna Alma Mater Studiorum
122. Roberto Miccu', Professore ordinario di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Roma "La Sapienza"
123. Giovanna Montella, Ricercatrice di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Roma "La Sapienza"
124. Alessandro Morelli, Professore ordinario di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Messina
125. Giovanni Moschella, Professore ordinario di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Messina
126. Angela Musumeci, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Teramo
127. Ilario Nasso, Dottore di ricerca in diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Bologna, e magistrato
128. Anna Maria Nico, Professoressa ordinaria di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Bari Aldo Moro
129. Raffaella Niro, Professoressa associata di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Macerata
130. Walter Nocito, Ricercatore di diritto pubblico, Universita' della Calabria
131. Alessandro Pace, Professore emerito di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Roma "La Sapienza"
132. Saulle Panizza, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Pisa
133. Claudio Panzera, Professore associato di diritto costituzionale, Universita' Mediterranea di Reggio Calabria
134. Stefania Parisi, Professoressa associata di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Napoli Federico II
135. Fulvio Pastore, Professore associato di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale
136. Barbara Pezzini, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Bergamo
137. Paola Piciacchia, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Roma "La Sapienza"
138. Roberto Pinardi, Professore ordinario di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Modena e Reggio Emilia
139. Andrea Pisaneschi, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Siena
140. Marco Plutino, Professore associato di diritto costituzionale, Universita' di Cassino e del Lazio Meridionale
141. Giovanni Poggeschi, Professore associato di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi del Salento
142. Anna Maria Poggi, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Torino
143. Daniele Porena, Professore associato di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Perugia
144. Salvatore Prisco, Professore ordinario di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Napoli Federico II
145. Andrea Pugiotto, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Ferrara
146. Fernando Puzzo, Ricercatore di diritto pubblico, Universita' della Calabria
147. Maria Letteria Quattrocchi, Ricercatrice di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Messina
148. Alberto Randazzo, Ricercatore a tempo determinato di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Messina
149. Francesca Rescigno, Professoressa associata di Istituzioni di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Bologna Alma Mater Studiorum
150. Giuseppe Ugo Rescigno, Professore emerito di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Roma "La Sapienza"
151. Antonio Riviezzo, Professore associato di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Siena
152. Raffaele Guido Rodio, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli studi di Bari Aldo Moro
153. Maria Grazia Rodomonte, Professoressa associata di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Roma "La Sapienza"
154. Graziella Romeo, Ricercatrice a tempo determinato di diritto pubblico, Universita' degli Studi Bocconi di Milano
155. Laura Ronchetti, Ricercatrice a tempo determinato di diritto costituzionale, Universita' degli Studi del Molise
156. Monica Rosini, Ricercatrice a tempo determinato di diritto pubblico, Libera Universita' di Bolzano
157. Antonio Ruggeri, Professore emerito di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Messina
158. Fiammetta Salmoni, Professoressa ordinaria di diritto pubblico, Universita' Telematica degli Studi di Roma Guglielmo Marconi
159. Lucia Scaffardi, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Parma
160. Simone Scagliarini, Professore associato di diritto pubblico, Universita' degli Studi di Modena e Reggio Emilia
161. Lucia Sciannella, Professoressa associata di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Teramo
162. Vincenzo Sciarabba, Professore associato di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Genova
163. Michele Scudiero, Professore emerito di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Napoli Federico II
164. Massimo Siclari, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi Roma Tre
165. Giorgio Sobrino, Ricercatore a tempo determinato di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Torino
166. Giusi Sorrenti, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Messina
167. Giovanni Tarli Barbieri, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Firenze
168. Giuseppe Tesauro, Presidente emerito della Corte costituzionale
169. Massimo Togna, Dottore di ricerca in Teoria dello Stato e istituzioni politiche comparate, professore a contratto di Information Law and Ethics, Universita' degli Studi dell'Aquila
170. Roberto Toniatti, Professore ordinario di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Trento
171. Vincenzo Tondi della Mura, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' del Salento
172. Alessandro Torre, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Bari Aldo Moro
173. Dario Elia Tosi, Professore associato di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Torino
174. Michele Troisi, Professore associato di diritto pubblico, Universita' degli Studi del Salento
175. Lara Trucco, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Genova
176. Luigi Ventura, Professore emerito di diritto costituzionale, Universita' degli Studi Magna Graecia di Catanzaro
177. Paolo Veronesi, Professore ordinario di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Ferrara
178. Luca Vespignani, Professore associato di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Modena e Reggio Emilia
179. Massimo Villone, Professore emerito di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Napoli Federico II
180. Lorenza Violini, Professoressa ordinaria di diritto costituzionale, Universita' degli Studi di Milano
181. Maria Paola Viviani Schlein, Professoressa ordinaria di diritto pubblico comparato, Universita' dell'Insubria
182. Luigi Volpe, gia' Professore ordinario di diritto pubblico comparato, Universita' degli Studi di Bari Aldo Moro
183. Jens Woelk, Professore ordinario di diritto pubblico, Universita' di Trento
2. REPETITA IUVANT. ANCORA UNA VOLTA CHIEDIAMO
Ancora una volta chiediamo che si realizzino immediatamente quattro semplici indispensabili cose:
1. riconoscere a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro, ove necessario mettendo a disposizione adeguati mezzi di trasporto pubblici e gratuiti; e' l'unico modo per far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani;
2. abolire la schiavitu' e l'apartheid in Italia; riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto": un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia;
3. abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese; si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
4. formare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza; poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
*
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
3. REPETITA IUVANT. "L'ITALIA ADERISCA AL TRATTATO ONU PER LA PROIBIZIONE DELLE ARMI NUCLEARI". UNA LETTERA APERTA ALLA PRESIDENTE DEL SENATO E AL PRESIDENTE DELLA CAMERA
Gentilissima Presidente del Senato della Repubblica,
gentilissimo Presidente della Camera dei Deputati,
ricorrendo nei giorni scorsi il LXXV anniversario delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, tanto il Presidente della Repubblica, quanto Lei, Presidente del Senato, e Lei, Presidente della Camera, ha e avete diffuso messaggi di cordoglio per le vittime e di esortazione all'impegno affinche' simili orrori non abbiano a ripetersi mai piu' e si proceda quindi verso il disarmo, la pace, la cooperazione fra tutti i popoli nel riconoscimento della comune umanita' di tutti gli esseri umani; nella consapevolezza che le armi atomiche mettono in pericolo l'esistenza stessa dell'umanita' nel suo insieme.
Orbene, come e' noto, il 7 luglio 2017 una conferenza ad hoc dell'Onu ha adottato il necessario e non piu' rinviabile "Trattato per la proibizione delle armi nucleari", che entrera' in vigore dopo che almeno cinquanta Stati lo avranno sottoscritto e ratificato.
L'Italia e' tra i paesi che questo fondamentale Trattato ancora non lo hanno ne' sottoscritto, ne' ratificato.
In mancanza di questa firma ogni dichiarazione da parte dei piu' autorevoli rappresentanti istituzionali del nostro paese di cordoglio per le vittime e di apprensione per le sorti dell'umanita', ogni appello da parte dei piu' autorevoli rappresentanti istituzionali del nostro paese all'impegno altrui in assenza del nostro, rischia di apparire - ahinoi - come un vaniloquio, un esercizio di retorica, un atto di ipocrisia. E siamo certi che non erano questi il sentimento e l'intenzione vostra e del Presidente della Repubblica.
Come gia' innumerevoli associazioni umanitarie ed innumerevoli cittadine e cittadini, vi esortiamo pertanto anche noi ad assumere un impegno concreto, preciso e non piu' rinviabile: adoperarvi affinche' l'Italia sottoscriva e ratifichi nel piu' breve tempo possibile il Trattato Onu del 7 luglio 2017 per la proibizione delle armi nucleari.
E' in vostro potere convocare le Conferenze dei capigruppo di entrambi i rami del Parlamento affinche' l'organo legislativo del nostro ordinamento giuridico deliberi un documento in tal senso che impegni e vincoli l'esecutivo.
E' in vostro potere promuovere il pronunciamento del Parlamento italiano.
E' in vostro potere far si' che l'Italia finalmente si esprima con un atto giuridico cogente in pro del bene comune dell'umanita' aderendo al Trattato che impedisca alle armi atomiche di tenere sotto ricatto e minacciare di distruzione l'intera famiglia umana.
Le ragioni per farlo le avete enunciate voi stessi, cosi' come il Presidente della Repubblica, pochi giorni fa. A quelle vostre sentite parole date effettuale seguito, date autentico inveramento.
Ve lo chiedono tutte le associazioni umanitarie, l'intera comunita' scientifica, tutte le cittadine e tutti i cittadini di volonta' buona; ve lo chiede una lettura avvertita della nostra Costituzione, della Carta delle Nazioni Unite, della Dichiarazione universale dei diritti umani; ve lo chiede l'umanita' intera; ve lo chiedono le generazioni future.
Augurandovi ogni bene,
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 12 agosto 2020
4. RIFLESSIONE. "DONNE IN NERO" DI ALBA: FORSE NON TUTTI SANNO CHE...
[Dalla mailing-list delle "Donne in nero" riprendiamo questo volantino]
Forse non tuti sanno che:
- l'esercito italiano e' impegnato in 41 "missioni" nel mondo,
- che possono impiegare fino a 8613 soldati,
- e per cui e' prevista in bilancio una spesa 1.161,3 milioni di euro (l'anno scorso sono stati spesi 1.130,5 milioni).
- Questi impegni sono stati approvati dal Parlamento nello scorso mese di luglio.
Ma dove, come e con chi i militari italiani operano nel mondo?
cfr https://www.analisidifesa.it/2020/07/le-missioni-militari-italiane-tra-nuovi-impegni-e-ritiro-dallafghanistan/
- solo 7 delle 41 "missioni" sono condotte dall'Onu; tra queste l'impegno maggiore dell'Italia e' nella missione UNIFIL in Libano, dove operano piu' di 1000 militari italiani
- negli altri casi si tratta di partecipazione ad iniziative dell'Unione Europea, della Nato, o anche di "collaborazioni" con singoli paesi. E' questo il caso ad esempio della "Missione Bilaterale di assistenza e supporto In Libia" (MIBIL) che impegna 400 militari, 142 mezzi terrestri e 2 aerei, per un costo previsto di 48 milioni di euro.
Ben poche di queste "missioni" possono essere giustificate come interposizione per evitare scontri armati. Alcune durano da anni (in Afghanistan dal 2001, in Iraq dal 2003...) senza risolvere i problemi.
Nella maggior parte dei casi lo scopo (sovente anche dichiarato) e' "la difesa di interessi strategici", di tipo economico o di prestigio.
Ma il caso peggiore e' proprio la collaborazione con la Libia, piu' volte condannata dalle organizzazioni umanitarie e anche dall'Onu per la violazione dei piu' elementari diritti umani nei "lager" dei migranti.
Diciamo basta!
Non c'e' sicurezza con piu' armi e militari in giro per il mondo.
Non ha senso spendere tanto in imprese militari; tanto piu' ora che la scuola, la sanita', la crisi economica, richiedono interventi urgenti per poter affrontare il difficile momento che stiamo vivendo.
Non c'e' pace senza giustizia.
Osiamo la pace, disarmiamo il mondo.
Donne in nero contro la guerra - gruppo di Alba
5. INIZIATIVE. PER SOSTENERE "A. RIVISTA ANARCHICA", RICORDANDO PAOLO FINZI
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Pagamenti PayPal:
La mail di riferimento per i pagamenti PayPal e' michela at arivista.org
6. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Eva Cantarella, Il ritorno della vendetta, Rcs, Milano 2007, pp. 192.
- Eva Cantarella, I supplizi capitali, Rcs, Milano 2005, 2020, pp. 448.
- Eva Cantarella, Itaca, Feltrinelli, Milano 2002, 2004, pp. 240.
- Eva Cantarella, L'ambiguo malanno, Editori Riunti, Roma 1981, 1983, pp. 208.
- Eva Cantarella, Passato prossimo, Feltrinelli, Milano 1996, 2001, pp. 192.
*
Riedizioni
- Giulio Guidorizzi, La trama segreta del mondo. La magia nell'antichita', Il Mulino, Bologna 2015, Rcs, Milano 2020, pp. 240, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Paul Veyne, I greci hanno creduto ai loro miti?, Il Mulino, Bologna 1984, 2005, Rcs, Milano 2020, pp. 208, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
7. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
8. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3844 del 27 agosto 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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