[Nonviolenza] Telegrammi. 3822



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3822 del 5 agosto 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Un nuovo utile libro di Augusto Cavadi
2. Ancora una volta chiediamo
3. Un ricordo di Salvatore Federici
4. Marco Brazzoduro: In ricordo di Mirella Karpati
5. Enrico Finzi ricorda il fratello Paolo Finzi
6. Silvio Bagattin ricorda Paolo Finzi
7. Ivan Bettini ricorda Paolo Finzi
8. Franco Buncuga ricorda Paolo Finzi
9. Kiki Franceschi ricorda Paolo Finzi
10. Antonio Lombardo ricorda Paolo Finzi
11. Daniele Lugli ricorda Paolo Finzi
12. Roberto Mander ricorda Paolo Finzi
13. Massimo Ortalli ricorda Paolo Finzi
14. Nicola Pisu ricorda Paolo Finzi
15. Davide Turcato ricorda Paolo Finzi
16. Cristina Valenti ricorda Paolo Finzi
17. Massimo Varengo ricorda Paolo Finzi
18. Claudio Venza ricorda Paolo Finzi
19. L'"Associazione Amici dell'Archivio Famiglia Berneri - Aurelio Chessa" e il "Centro di Documentazione Donne Anarchiche" di Reggio Emilia ricordano Paolo Finzi
20. La Federazione Anarchica Siciliana ricorda Paolo Finzi
21. Tullio Rapone ricorda Paolo Finzi
22. Segnalazioni librarie
23. La "Carta" del Movimento Nonviolento
24. Per saperne di piu'

1. LIBRI. UN NUOVO UTILE LIBRO DI AUGUSTO CAVADI

Augusto Cavadi scrive libri che a me piace leggere.
Non e' il solo, ovviamente: anche Albin Lesky e Concetto Marchesi, anche Hannah Arendt e Simone Weil, anche Denis Diderot e Rosa Luxemburg, per dire i primi nomi che mi frullano in testa. Ma anche Augusto.
Non solo: Augusto Cavadi scrive libri che mi sembrano utili.
Ed anche in questo e' in buona compagnia: l'autore di Giobbe e quello del De rerum natura, Cervantes e Shakespeare, Jane Austen e Franca Ongaro Basaglia, Elsa Morante e Anna Bravo, Aldo Capitini e Vandana Shiva.
Infine: Augusto li scrive proprio nel momento in cui a me sembra che piu' serva che siano scritti. Non so come fa, forse mi legge nel pensiero.
*
Questo nuovo suo libro dal titolo "L'arte di essere maschi libera/mente" col sottotitolo "La gabbia del patriarcato", scritto in collaborazione con il Gruppo "Noi uomini a Palermo contro la violenza sulle donne", edito per i tipi del benemerito Di Girolamo Editore, Trapani 2020 (pp. 160, euro 13,90), merita di essere vivamente raccomandato ad ogni persona di volonta' buona che ancora non abbia colto la decisivita' della lotta contro la violenza maschile.
Ma merita di essere raccomandato anche alle persone che se ne siano gia' rese conto. Perche' e' uno di quei testi che in modo nitido e conciso dice cose che e' necessario che siano dette e meditate, e poi dette di nuovo, e che poi si traducano nella necessaria azione contro la violenza maschile.
Mi piacciono i libri cosi': onesti e precisi, che non lesinano nelle note a pie' di pagina le indicazioni bibliografiche per l'opportuno approfondimento, e che rinviano ad esperienze pratiche poiche' ovviamente conta la presa di coscienza, la riflessione, la denuncia, ma occorre anche contrastarla concretamente la violenza maschile. Cosi' come occorre porsi all'ascolto e alla sequela delle donne, del pensiero delle donne, della Resistenza delle donne, del movimento di liberazione delle donne: comprendendo che il movimento di liberazione delle donne e' la fondamentale esperienza storica e la vera, decisiva "corrente calda" della nonviolenza in cammino; e' il cuore pulsante e la forza trainante di ogni esperienza e di ogni riflessione orientate alla liberazione dell'umanita', alla difesa dell'intero mondo vivente, alla condivisione del bene e dei beni.
*
Poiche' e' un amico, l'autore mi fa l'onore di citare un convincimento che tante volte chi legge questo foglio ha sentito ripetere: che la violenza maschile contro le donne e' la prima radice e il primo paradigma di tutte le violenze, e che l'umanita' non sara' libera finche' la violenza maschile, l'ideologia maschilista, le totalitarie strutture e strategie di potere e gli opprimenti, scotomizzanti ed onnipervasivi universi discorsivi maschilisti e patriarcali, non saranno sconfitti. E solo con la sconfitta del potere maschile gli esseri umani potranno finalmente felicemente riconoscersi come persone libere, come persone diverse ed eguali in diritti, come persone che condividono l'amore per il mondo e rispettano l'altrui vita e dignita'.
La penso proprio cosi'. Ed anche di questo sono grato all'autore di questa preziosa pubblicazione.

2. REPETITA IUVANT. ANCORA UNA VOLTA CHIEDIAMO

Ancora una volta chiediamo che  si realizzino immediatamente quattro semplici indispensabili cose:
1. riconoscere a tutti gli esseri umani in fuga da fame e guerre, da devastazioni e dittature, il diritto di giungere in salvo nel nostro paese e nel nostro continente in modo legale e sicuro, ove necessario mettendo a disposizione adeguati mezzi di trasporto pubblici e gratuiti; e' l'unico modo per far cessare la strage degli innocenti nel Mediterraneo ed annientare le mafie schiaviste dei trafficanti di esseri umani;
2. abolire la schiavitu' e l'apartheid in Italia; riconoscendo a tutti gli esseri umani che in Italia si trovano tutti i diritti sociali, civili e politici, compreso il diritto di voto: la democrazia si regge sul principio "una persona, un voto": un paese in cui un decimo degli effettivi abitanti e' privato di fondamentali diritti non e' piu' una democrazia;
3. abrogare tutte le disposizioni razziste ed incostituzionali che scellerati e dementi governi razzisti hanno nel corso degli anni imposto nel nostro paese; si torni al rispetto della legalita' costituzionale, si torni al rispetto del diritto internazionale, si torni al rispetto dei diritti umani di tutti gli esseri umani;
4. formare tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine alla conoscenza e all'uso delle risorse della nonviolenza; poiche' compito delle forze dell'ordine e' proteggere la vita e i diritti di tutti gli esseri umani, la conoscenza della nonviolenza e' la piu' importante risorsa di cui hanno bisogno.
*
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Siamo una sola umanita' in un unico mondo vivente.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.

3. MEMORIA. UN RICORDO DI SALVATORE FEDERICI

E' deceduto domenica 2 agosto a Orte Salvatore Federici, che fu uno degli Internati militari italiani (Imi) deportati nei lager nazisti per essersi rifiutati dopo l'8 settembre del '43 di schierarsi con i nemici dell'umanita'; la vicenda degli Imi italiani nei lager nazisti e' parte integrante della Resistenza.
Sopravvissuto, tornato a casa, e' stato per l'intera vita un testimone e un militante antifascista; fino all'ultimo giorno della sua vita e' stato impegnato nell'Associazione nazionale partigiani d'Italia (Anpi) di Orte fin dala sua fondazione.
Lo conobbi credo una ventina d'anni fa credo in occasione di un incontro per il Giorno della memoria organizzato dal liceo scientifico di Orte. Ricordo che poi pranzammo insieme e chiacchierammo a lungo.
L'ho incontrato di nuovo alcuni anni fa a un'iniziativa promossa dall'Anpi di Orte sempre in occasione del Giorno della memoria presso l'Istituto "Fabio Besta". Ricordo la sua vivacita', la sua passione.
Lo rividi quest'anno a Viterbo, sempre per il Giorno della memoria, alla Sala Regia del Comune; lo vidi molto invecchiato, ascoltai con commozione le faticate parole della sua testimonianza ed avrei avuto un desiderio vivissimo di salutarlo ma c'era quasi in contemporanea nella sala ex-biblioteca della Provincia un'altra iniziativa in cui ero tra i relatori e alla conclusione del suo intervento dovetti andarmene senza poterlo abbracciare un'ultima volta.
Al lutto di quanti altri lo hanno conosciuito ed amato aggiungo il mio.

4. MEMORIA. MARCO BRAZZODURO: IN RICORDO DI MIRELLA KARPATI
[Dal sito www.cittadinanzaeminoranze.it riprendamo questo ricordo dell'agosto 2017]

Ho avuto il privilegio di incontrare Mirella all'inizio degli anni '90. Allora collaboravo alla cattedra di Sociologia Urbana e Rurale della Sapienza e mi interessavo in particolare alla produzione e riproduzione della poverta' nelle metropoli. Inevitabilmente mi sono imbattuto con i campi "nomadi" e quindi con Mirella e don Bruno che gestivano il Centro Studi Zingari in via dei Barbieri.
Sono stati loro a iniziarmi alla problematica connessa al mondo dei rom e dei sinti. Sono stati loro i primi in Italia a occuparsi sistematicamente di quella realta'. Fondarono l'Opera Nomadi nel '63 a Bolzano (da dove sono stati inopinatamente estromessi) e per 35 anni hanno editato "Lacio Drom", unica rivista in Italia a tematizzare la problematica romanì. Nel '94 ci siamo reincontrati al II Congresso dei rom d'Europa promosso a Siviglia dall'avvocato romano' Juan Heredia de Dios allora deputato all'Unione Europea e oggi attivo vicepresidente dell'International Romani Union. Insieme seguimmo quel congresso. Mirella aveva alle spalle una vasta esperienza di studio e ricerca sulla questione romani' intrecciata con una presenza costante. I suoi scritti sono tuttora una fonte preziosa di conoscenza.
D'estate lei e don Bruno giravano col camper mezza Europa per incontrare comunita' rom e tessere una rete di conoscenze e collaborazioni. Questo la dice lunga sull'impegno, la generosita', sul suo spessore etico. Doti che ho apprezzato da vicino mentre imparavo da lei (e anche da don Bruno) il modo giusto di avvicinare il mondo dei rom con le sue luci e le sue ombre senza cadere ne' nell'esaltazione acritica dello stile di vita dei "figli del vento" da non pochi esaltato come espressione di una civilta' superiore, ne' assecondare la denigrazione aprioristica e pregiudiziale cosi' diffusa ieri come oggi.
Ricordo la limpidezza della persona che ispirava istintivo rispetto, ricordo la sua voce nitida, dolce ma ferma. La ascoltavo con attenzione sperando sempre di imparare qualcosa di nuovo, una prospettiva, un approccio, attraverso aneddoti, descrizioni di eventi. Ci mancherai Mirella.

5. MEMORIA. ENRICO FINZI RICORDA IL FRATELLO PAOLO FINZI
[Dal blog di Enrico Finzi (www.enricofinzi.it) riprendiamo questo suo ricordo del fratello Paolo pubblicato il 23 luglio 2020 titolo "Suicidio e speranza"]

Il suicidio di mio fratello Paolo, militante anarchico da oltre 50 anni, pone – tra l'altro – la questione del (presunto) tradimento dell'impegno a lavorare per la radicale trasformazione della societa' e della cultura, moltiplicando l'auto-organizzazione dal basso.
Chi si uccide, pensano alcuni, abbandona il terreno della lotta e – con esso – le compagne e i compagni d'una vita o recenti.
Di piu': per altri chi si da' la morte, perdendo la speranza, lascia pensare che il movimento libertario sia perdente, sia stato sconfitto dalla storia.
Non e' cosi'. Ho discusso a lungo con Paolo del significato per gli altri, i restanti, della sua scelta, libera e personalissima. Cerco, dunque, di spiegare il suo punto di vista.
La mia opzione, diceva Paolo, "non vuole essere esemplare, vale solo – soffertamente – per me". E spiegava: "sono solo io che non ce la faccio piu', sono malato e stanco, non riesco piu' a vivere".
Si sentiva come un fante portabandiera, che cade a terra: "se non riesce a rialzarsi, un altro prendera' il vessillo e lo alzera' di nuovo". La battaglia continua, "molte compagne e compagni proseguiranno la lotta".
"Nessuno e' indispensabile, tutti siamo utili", aggiungeva. Lo prendevo in giro per la metafora militare e replicavo: ma tu lascerai un vuoto. "Lo so e mi rattrista, ma noi siamo un movimento di pari, senza un vertice, senza una gerarchia: andremo avanti in ogni caso, come da 200 anni e piu'".
E la speranza? "Io l'ho persa ma essa vivra' senza di me. Io ho fatto quel che ho potuto" rivendicava con orgoglio. "Ora tocchera', come prima, anche agli altri, con quella forza che io – io solo – non ho piu'".
Ragionavamo sull'importanza dello sperare per cambiare il mondo. Paolo diceva: "so che tante e tanti quella speranza la coltiveranno".
E' questa, concordavamo, "la potenza dell'utopia, dell'immaginare e del cominciare a realizzare – qui e ora, senza deleghe e rappresentanti – il mondo nuovo che sovvertira' il vecchio, iniquo, marcio, suicida".
Mio fratello continuava a credere nel pensiero e nell'azione anarchica: "questo brulichio di donne e di uomini capaci di pensare, indignarsi, sperimentare e insieme produrre futuro, sempre in direzione ostinata e contraria". E citava De Andre'.
Ai suoi funerali so che vorrebbe un clima di festa e non solo di dolore. Si riferiva anche alla nostra tradizione di famiglia: seppellire piangendo un defunto e poi fare una grande mangiata, tutti uniti. Perche' la vita continua e con essa la lotta, che non deve essere solo dolore e rabbia ma gioia e speranza.
In questo senso, Paolo – il compagno Paolo – sorriderebbe lievemente ironico, come ben sa chi l'ha conosciuto.
Dunque, piangiamo, tutti noi che l'abbiamo amato, e ridiamo. I libertari rialzano la sua bandiera. Solo cosi' lo onorano davvero.

6. MEMORIA. SILVIO BAGATTIN RICORDA PAOLO FINZI
[Dal blog di Enrico Finzi (www.enricofinzi.it) riprendiamo questo commento al ricordo di Enrico Finzi del fratello Paolo]

Ciao Enrico, avevo notato la sospensione delle tue sempre interessanti riflessioni e perdonerai se distratto non ho dato importanza alla prima rivelazione del drammatico evento.
Accogli la mia fraterna vicinanza e il plauso per la valorizzazione della speranza come hai saputo trasmettere in questo ultimo post che, come sempre, sa prospettare in positivo la visione degli eventi e l'impegno a cui ci dobbiamo attrezzare con laica determinazione.
Ciao.

7. MEMORIA. IVAN BETTINI RICORDA PAOLO FINZI
[Dal blog di Enrico Finzi (www.enricofinzi.it) riprendiamo questo commento al ricordo di Enrico Finzi del fratello Paolo]

Voglio ricordare Paolo con una frase del suo amato Malatesta.
Una frase che Paolo stesso mi aveva citato l'ultima volta che ci siamo visti e abbiamo bevuto un caffe' insieme, il 20 febbraio scorso, nel bar del Civico Liceo Manzoni di Milano dove era venuto a parlare agli studenti di Fabrizio De Andre'.
Vado a memoria: "Noi siamo anarchici per un sentimento, un sentimento che e' la molla motrice di ogni sincero riformatore sociale e senza il quale il nostro essere anarchici sarebbe una menzogna e un nonsenso. Questo sentimento e' l'amore per gli uomini, e' il fatto di soffrire per le sofferenze degli altri".
Ecco, il Paolo che io ho conosciuto era cosi': intelligente, empatico (e simpatico), generoso. Anarchico per amore.
Ci manchera' tanto. Continuiamo la sua opera. Soprattutto consolidiamo e rilanciamo "A Rivista anarchica", che e' uno spazio di approfondimento e discussione imprescindibile per tutti i libertari.

8. MEMORIA. FRANCO BUNCUGA RICORDA PAOLO FINZI
[Dal blog di Enrico Finzi (www.enricofinzi.it) riprendiamo questo commento al ricordo di Enrico Finzi del fratello Paolo]

"Destino di ogni vero rivoluzionario e' lottare tutta la vita per un'idea che verra' portata avanti da altri in modi e con scopi completamente diversi"
(William Morris)

9. MEMORIA. KIKI FRANCESCHI RICORDA PAOLO FINZI
[Dal blog di Enrico Finzi (www.enricofinzi.it) riprendiamo questo commento al ricordo di Enrico Finzi del fratello Paolo]

Non trovo parole.
Ho conosciuto Paolo ragazzino, gia' allora colto e lucidissimo .
Gli ho voluto molto bene a lui e Aurora, sempre presenti nella mia vita di anarchica, insieme ad Alfonso.
Capisco e apprezzo la sua scelta dignitosa e consapevole.
Ti abbraccio fraternamente.
Oggi vi sono accanto.

10. MEMORIA. ANTONIO LOMBARDO RICORDA PAOLO FINZI
[Dal blog di Enrico Finzi (www.enricofinzi.it) riprendiamo questo commento al ricordo di Enrico Finzi del fratello Paolo]

Paolo e' un uomo e ad un uomo cosa si puo' chiedere?
Ci siamo ancora visti qui a Nuoro a fine gennaio, abbiamo parlato di poesia, lo erano le canzoni di Faber, e di quella riserva indiana che e' la Barbagia, poi di altro non per forza politico, abbiamo bagnato la parola da sobri, entrambi acciaccati dallo stesso malanno che ci ha fatti dimagrire e che non ci permette di strafare.
Ironico eppure serio, propositivo, ne uscivi pensando che c'era qualcosa da fare.
Enrico, Paolo ha lasciato in cucina del lievito-madre a cui ognuno puo' attingere, se vuole, per fare buon pane.
Cosi' e' per me e cosi' rimane.

11. MEMORIA. DANIELE LUGLI RICORDA PAOLO FINZI
[Dal blog di Enrico Finzi (www.enricofinzi.it) riprendiamo questo commento al ricordo di Enrico Finzi del fratello Paolo]

Posso avere incontrato Paolo a Rio Saliceto, nel reggiano, anni fa, a un convegno anarchico. Mi avevano invitato per una comunicazione su anarchismo e nonviolenza.
Solo poi ho saputo essere figlio di Matilde Bassani, donna straordinaria. Per lei avevo grande ammirazione, anche se il contatto era stato solo telefonico e non ho dato seguito alla volonta' di incontrarla personalmente.
Grazie molte Enrico delle cose dette. Aiutano a continuare in cio' che era giusto. Come ci ha raccomandato Alex Langer, lasciandoci in modo non troppo diverso 25 anni fa.

12. MEMORIA.ROBERTO MANDER RICORDA PAOLO FINZI
[Dal blog di Enrico Finzi (www.enricofinzi.it) riprendiamo questo commento al ricordo di Enrico Finzi del fratello Paolo]

Caro Enrico,
sono grato a questo tuo spazio che restituisce a Paolo tutta intera la sua umanita'.
Conobbi Paolo ancora prima di incontrarlo, quando nel 1970 ero detenuto nel carcere di Forli' per la strage di stato e lui riusci' a farmi arrivare i suoi saluti e qualche altrettanto graditissimo libro.

13. MEMORIA. MASSIMO ORTALLI RICORDA PAOLO FINZI
[Dal blog di Enrico Finzi (www.enricofinzi.it) riprendiamo questo commento al ricordo di Enrico Finzi del fratello Paolo]

Caro Enrico,
questo tuo ultimo ricordo mi ha tolto un peso dal cuore.
La determinazione di Paolo, che hai riportato cosi' fedelmente, mi ha fatto capire fino in fondo che per lui non c'erano piu' altre strade. La convinzione con la quale ha percorso quei binari gli ha permesso di affrontare la morte con "leggerezza". Non fraintendermi, voglio solo sperare che sia morto con la pace nel cuore.
Con affetto e con dolore,
Massimo Ortalli

14. MEMORIA. NICOLA PISU RICORDA PAOLO FINZI
[Dal blog di Enrico Finzi (www.enricofinzi.it) riprendiamo questo commento al ricordo di Enrico Finzi del fratello Paolo]

Un abbraccio a te e familiari, quelli ai quali il buon Paolo ha lasciato uno strascico di dolore. Sono fiero di averlo conosciuto e di essermi confrontato con lui in varie occasioni.
https://www.nicolapisu.it/_finzi-lanarchico/

15. MEMORIA. DAVIDE TURCATO RICORDA PAOLO FINZI
[Dal blog di Enrico Finzi (www.enricofinzi.it) riprendiamo questo commento al ricordo di Enrico Finzi del fratello Paolo]

Caro Enrico,
ero un amico e compagno di Paolo, anche se a distanza, perche' abito all'estero. Avevo corrisposto con lui qualche settimana fa, avevamo fatto insieme programmi editoriali. Adesso mi angustia il pensiero di non avere nemmeno immaginato quello che accadeva dentro di lui.
Le tue parole, cosi’ semplici e sincere, mi hanno fatto capire qualcosa e dato un po' di sollievo.
Grazie, un abbraccio.

16. MEMORIA. CRISTINA VALENTI RICORDA PAOLO FINZI
[Dal blog di Enrico Finzi (www.enricofinzi.it) riprendiamo questo commento al ricordo di Enrico Finzi del fratello Paolo]

Caro Enrico,
le tue parole mi danno la forza di parlare di Paolo, al quale sto pensando ininterrottamente da giorni.
A Paolo devo moltissimo, da quando, giovanissima studiosa, mi diede tutto l'appoggio e la fiducia per scrivere di teatro su "A". Una collaborazione che ha portato un contributo alla rivista, spero, ma che ha rappresentato moltissimo soprattutto per me. E sono convinta che questa sia stata l'esperienza di tutti i tantissimi collaboratori di "A": l'occasione per un dialogo unico, sempre profondo, generosissimo, con una persona speciale. Un dialogo nel quale Paolo non ha mai fatto trapelare il suo dolore, impegnato com'era ad alleviare quello degli altri.
Con gratitudine,
Cristina Valenti

17. MEMORIA. MASSIMO VARENGO RICORDA PAOLO FINZI
[Dal blog di Enrico Finzi (www.enricofinzi.it) riprendiamo questo commento al ricordo di Enrico Finzi del fratello Paolo]

Caro Enrico,
ti ringrazio molto delle tue parole che confermano quanto gia' pensavo di Paolo, che pur critico nei confronti di parte del movimento non ha mai avuto intenzione di ammainare bandiera.
Conoscevo Paolo dai tempi di piazza Fontana e di Pinelli; pur militando in un gruppo diverso (della FAI...) ho sempre avuto con lui un rapporto continuo, d'amicizia con un qualche livello d’intimità. Conoscevo la sua stanchezza che però non immaginavo così grande e insopportabile. Una stanchezza che ha mascherato fino all’ultimo con un attivismo a volte addirittura frenetico (il tour De Andrè) e che a reso incomprensibile a molti la sua scelta. Ma anche questo fa parte del suo modo di vivere totalmente la dimensione "politica" con una netta separazione da quella personale.
La sua scelta finale ha ricomposto le due dimensioni consegnandoci un uomo con tutte le sue luci e le sue ombre.
Continuando sulla stessa strada l'avremo comunque sempre al nostro fianco.
Un caro saluto,
Massimo Varengo

18. MEMORIA. CLAUDIO VENZA RICORDA PAOLO FINZI
[Dal blog di Enrico Finzi (www.enricofinzi.it) riprendiamo questo commento al ricordo di Enrico Finzi del fratello Paolo]

Grazie Enrico,
hai fatto capire quanto la tragica decisione di Paolo fosse ormai senza alternative.
Un abbraccio,
Claudio Venza

19. MEMORIA. L'"ASSOCIAZIONE AMICI DELL'ARCHIVIO FAMIGLIA BERNERI - AURELIO CHESSA" E IL "CENTRO DI DOCUMENTAZIONE DONNE ANARCHICHE" DI REGGIO EMILIA RICORDANO PAOLO FINZI
[Dalla pagina facebook dell'"Associazione Amici dell'Archivio Famiglia Berneri - Aurelio Chessa" riprendiamo questo ricordo del 21 luglio 2020]

L'Associazione degli Amici dell'Archivio Famiglia Berneri - Aurelio Chessa - e il Centro di Documentazione Donne Anarchiche di Reggio Emilia ricordano con affetto profondo il compagno e amico fraterno Paolo, che ha lasciato un vuoto incolmabile.
Si stringono intorno alla famiglia e alla redazione di "A - Rivista anarchica".

20. MEMORIA. LA FEDERAZIONE ANARCHICA SICILIANA RICORDA PAOLO FINZI
[Dal sito www.sicilialibertaria.it col titolo "Per Paolo Finzi"]

Le compagne e i compagni della Federazione Anarchica Siciliana, riuniti a Enna il 26 luglio 2020, ricordano la cara figura di Paolo Finzi, "siciliano per interposta persona", il quale, coerente con i propri ideali, ha dato fine alla propria esistenza.
E' stato un compagno di strada con cui ci siamo ritrovati nel tempo; ci manchera' la sua ironia, la sua tenacia, il suo attaccamento all'idea anarchica.
Ciao Paolo
Federazione Anarchica Siciliana

21. MEMORIA. TULLIO RAPONE RICORDA PAOLO FINZI
[Dal sito de "Il fatto quotidiano" riprendiamo questo testo del 3 agosto 2020 dal titolo "Paolo Finzi, in morte di un anarchico"]

La recente scomparsa, a soli 69 anni, di questo vulcanico personaggio fondatore e guida del mensile "A - Rivista anarchica" merita una riflessione piu' approfondita. E, aggiungiamo, non riguardante il solo ristretto mondo anarchico. Il ricordo della sua figura ha seguito un copione prestabilito. Da una parte la stampa "indipendente" che ha ripetuto che era amico di Pinelli, che fu il piu' giovane dei fermati dopo la montatura successiva alla strage di Piazza Fontana. E poi l'amicizia con De Andre', don Gallo. Dall'altra il mondo anarchico ufficiale che non e' uscito dall'agiografia del "... fu un compagno buono e generoso".
Intendiamoci, Paolo Finzi lo e' stato davvero, ma e' la storia di una sconfitta all'interno e fuori del mondo anarchico. Paolo Finzi ha scritto molto, ma il suo pensiero e' facilmente riassumibile nel suo continuo e ostinato impegno nel far uscire il pensiero anarchico fuori dal proprio orticello. Nell'ostinata convinzione che lo spirito libertario soffi ovunque e ovunque andasse ricercato.
Questo il motivo dei suoi poliedrici interessi che poi "A - Rivista anarchica" affrontava, nulla di piu' lontano dal mondo degli anarchici "insurrezionalisti" votati ad un inevitabile minoritarismo. Negli anni si e' portato dietro, talvolta, l'etichetta di moderato o, addirittura, di liberale. Critiche destituite di ogni fondamento perche' Paolo Finzi e' rimasto sempre legato alla tradizione storica anarchica italiana. Nello stesso tempo, pero', con le antenne ben puntate su tutto cio' che avesse il sapore della democrazia diretta e della liberta' dal basso. C'e' da chiedersi come mai non sia riuscito a costruire un legame solido con la sinistra socialista e comunista.
Qui il pensiero corre a cento anni fa, quando l'anarchico Camillo Berneri collaborava a "Rivoluzione Liberale". Certo, una cosa era avere a che fare con Gramsci e Gobetti, un'altra con una sinistra – fatichiamo a definirla cosi' – alla Zingaretti e Renzi. Ma il fatto che un personaggio come Paolo Finzi sia stato ignorato in quel che resta del dibattito politico democratico la dice lunga sui tempi che stiamo vivendo.
Uno dei pochi, forse l'unico, con uno spessore culturale che lo ricollegava alla migliore tradizione anarchica italiana. Una passione ed un entusiasmo infranti lungo quella linea ferrata dove Paolo Finzi ha deciso di dire la parola fine. Il nostro pensiero e' andato ad Alexander Langer, a Pasquale Cavaliere. Uguali e diversi nella generosita' verso gli ultimi, ma accomunati da tempeste interiori che non potremo mai comprendere.

22. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Alba de Cespedes, Nessuno torna indietro, Mondadori, Milano 1938, 1966, pp. 300.
- Alba de Cespedes, Quaderno proibito, Mondadori, Milano 1952, 1967, pp. 264.
*
Riedizioni
- Gianfranco Ravasi, Numeri e Lettere ai Tessalonicesi, Mondadori, Milano 2020, pp. 90, euro 5,90.
*
Strumenti
- Walter Laqueur (a cura di), Dizionario dell'Olocausto, Einaudi, Torino 2004, 2007, pp. XXXIV + 934.

23. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

24. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3822 del 5 agosto 2020
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