[Nonviolenza] Telegrammi. 3744



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3744 del 19 maggio 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Michel Piccoli
2. Proposta di una lettera da inviare al governo
3. Proposta di una lettera da inviare ai Comuni
4. Sosteniamo il Movimento Nonviolento
5. Andrea Mulas: Linda Bimbi
6. Vittoria Longoni: Anna Bravo
7. Carla Cuomo: Massimo Mila (2010)
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'

1. LUTTI. MICHEL PICCOLI

E' deceduto Michel Piccoli, interprete di film indimenticabili.
Con gratitudine lo ricordiamo.

2. REPETITA IUVANT. PROPOSTA DI UNA LETTERA DA INVIARE AL GOVERNO

Gentilissima Ministra dell'Interno,
vorremmo sollecitare tramite lei il governo ad adottare con la massima tempestivita' le seguenti misure:
a) garantire immediati aiuti in primo luogo alle persone che piu' ne hanno urgente bisogno, e che invece vengono sovente scandalosamente dimenticate perche' emarginate ed abbandonate alla violenza, al dolore e alla morte, quando non addirittura perseguitate;
b) abrogare immediatamente le scellerate misure razziste contenute nei due cosiddetti "decreti sicurezza della razza" imposti dal precedente governo nel 2018-2019, scellerate misure razziste che violano i diritti umani e mettono in ancor piu' grave pericolo la vita di tanti esseri umani;
c) riconoscere a tutte le persone che vivono in Italia tutti i diritti che ad esse in quanto esseri umani sono inerenti, facendo cessare un effettuale regime di apartheid che confligge con il rispetto dei diritti umani, con la democrazia, con i principi fondamentali e i valori supremi della Costituzione della Repubblica italiana.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene,
Firma, luogo e data, indirizzo del mittente
*
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare la lettera sono i seguenti:
segreteriatecnica.ministro at interno.it
caposegreteria.ministro at interno.it
Vi preghiamo altresi' di diffondere questo appello nei modi che riterrete opportuni.

3. REPETITA IUVANT. PROPOSTA DI UNA LETTERA DA INVIARE AI COMUNI

Egregio sindaco,
le scriviamo per sollecitare l'amministrazione comunale ad immediatamente adoperarsi affinche' a tutte le persone che vivono nel territorio del comune sia garantito l'aiuto necessario a restare in vita.
Attraverso i suoi servizi sociali il Comune si impegni affinche' tutti i generi di prima necessita' siano messi gratuitamente a disposizione di tutte le persone che non disponendo di altre risorse ne facciano richiesta.
Crediamo sia un dovere - un impegnativo ma ineludibile dovere - che il Comune puo' e deve compiere con la massima tempestivita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Confidando nell'impegno suo e dell'intera amministrazione comunale, voglia gradire distinti saluti
Firma, luogo e data
Indirizzo del mittente
*
Gli indirizzi di posta elettronica di tutti i Comuni d'Italia sono reperibili nei siti internet degli stessi.
Vi preghiamo altresi' di diffondere questo appello nei modi che riterrete opportuni.

4. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Occorre certo sostenere finanziariamente con donazioni tutti i servizi pubblici che stanno concretamente fronteggiando l'epidemia. Dovrebbe farlo lo stato, ma e' tuttora governato da coloro che obbedienti agli ordini di Mammona (di cui "Celochiedonoimercati" e' uno degli pseudonimi) hanno smantellato anno dopo anno la sanita' e l'assistenza pubblica facendo strame del diritto alla salute.
Ed occorre aiutare anche economicamente innanzitutto le persone in condizioni di estrema poverta', estremo sfruttamento, estrema emarginazione, estrema solitudine, estrema fragilita'. Dovrebbe farlo lo stato, ma chi governa sembra piu' interessato a garantire innanzitutto i privilegi dei piu' privilegiati.
Cosi' come occorre aiutare la resistenza alla barbarie: e quindi contrastare la guerra e tutte le uccisioni, il razzismo e tutte le persecuzioni, il maschilismo e tutte le oppressioni. Ovvero aiutare l'autocoscienza e l'autorganizzazione delle oppresse e degli oppressi in lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera. Ovvero promuovere l'universale democrazia e la legalita' che salva le vite, solidarieta', la responsabilita' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e conforta e sostiene, la condivisione del bene e dei beni.
In questa situazione occorre quindi anche e innanzitutto sostenere le pratiche nonviolente e le organizzazioni e le istituzioni che la nonviolenza promuovono ed inverano, poiche' solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
E tra le organizzazioni che la nonviolenza promuovono ed inverano in Italia il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini e' per molte ragioni una esperienza fondamentale.
Chi puo', nella misura in cui puo', sostenga quindi il Movimento Nonviolento, anche con una donazione.
*
Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, sezione italiana della W.R.I. (War Resisters International - Internazionale dei resistenti alla guerra)
Sede nazionale e redazione di "Azione nonviolenta": via Spagna 8, 37123 Verona (Italy)
Tel. e fax (+ 39) 0458009803 (r.a.)
E-mail: azionenonviolenta at sis.it
Siti: www.nonviolenti.org, www.azionenonviolenta.it
Per destinare il 5x1000 al Movimento Nonviolento: codice fiscale 93100500235
Per sostegno e donazioni al Movimento Nonviolento: Iban IT35 U 07601 11700 0000 18745455

5. MAESTRE, ANDREA MULAS: LINDA  BIMBI
[Dal sito dell'Enciclopedia dele donne (www.enciclopediadelledonne.it) riprendiamo la seguente voce]

Linda Bimbi (Lucca 1925 - Roma 2016)
Missionaria, pedagoga, traduttrice, segretaria generale della Fondazione Internazionale Lelio Basso e' stata impegnata quotidianamente sui fronti piu' caldi dell'emisfero dalla scrivania di via della Dogana Vecchia, perseguendo sempre la ricerca della saldatura tra la coscienza e l'agire, cioe' il "nesso ineludibile tra la trasformazione delle strutture e la liberazione dell'uomo".
Le battaglie a favore dei diritti dei popoli a partire dagli anni Settanta la portarono a incrociare importanti figure che hanno segnato il secondo Novecento come Ernesto Balducci, Davide Maria Turoldo, Lelio Basso, Adolfo Perez Esquivel, Frei Betto, Helder Câmara, Gustavo Gutierrez, Rigoberta Menchu', Luiz Inacio Lula da Silva, Maria Eletta Martini, Luigi Ciotti, Giancarla Codrignani, Estela Barnes de Carlotto, Julio Cortazar, Gabriel García Marquez, Manuel Scorza, Ettore Masina, Eduardo Galeano, Noam Chomsky e tanti altri.
Linda Bimbi nasce a Lucca il 4 luglio 1925, il padre era un commerciante di mobili e la madre una maestrina di campagna. Frequenta il liceo classico Machiavelli dove segue le lezioni del professore Giorgio Colli attorno al quale si forma un gruppo di studenti che in diversi campi incideranno nella storia culturale dell'Italia. Mi riferisco a Mazzino Montinari, storico della filosofia a cui dobbiamo, insieme a Giorgio Colli, la cura dell'ormai leggendaria edizione italiana delle opere di Friedrich Nietzsche, Angelo Pasquinelli, studioso della filosofia presocratica, Gigliola Gianfrancesco, storica della filosofia, Clara Valenziano, giornalista archeologa, Fausto Codino, filologo classico, Luigi Imbasciati, insegnante di storia e filosofia.
Conseguita la laurea in glottologia alla Facolta' di Lettere e Filosofia dell'Universita' degli Studi di Pisa (1949), invece di proseguire la carriera accademica al fianco dell'insigne professore Tristano Bolelli, sceglie di iniziare il noviziato nell'ordine delle Suore oblate dello Spirito Santo di Lucca che la condurra' all'esperienza di missionaria in diverse citta' del Brasile sin dal 1952. Ma sara' a Belo Horizonte che, insieme alle consorelle e superando numerosi ostacoli, dara' vita al collegio scolastico Helena Guerra che arrivera' a contare circa mille alunne di ogni ordine e grado. Nel 1968 decide di lasciare i voti per scegliere la riduzione allo stato laicale, ma – come ha scritto padre Balducci – consacrando "interamente, senza ritorni indietro, la sua vita alla causa del Vangelo".
Anni dopo dalle pagine del volume Lettere a un amico. Cronache di liberazione al femminile plurale, tornera' su questo periodo particolare e intenso della sua esistenza: "E' difficile comunque capire il fervore innovativo del nostro gruppo di allora se non si tiene presente il clima che si respiro' in Brasile tra il Concilio [Vaticano II] e Medellin", oltre al fatto che Bimbi e' convinta che "la chiesa doveva essere un fermento dentro al mondo", e anche per questo motivo sceglie l'"opcion por los pobres", ovvero la causa dei poveri, la loro lotta, la loro dignita': "Il Vangelo e' riletto a partire dal povero, che non ne e' solo il destinatario, ma il portatore privilegiato, colui che annuncia. Quindi solo in alleanza col povero si puo' elaborare una riflessione teologica. Rileggere il Vangelo significa fare una nuova lettura della storia, che e' stata scritta 'da mano bianca'".
Sia a causa dei metodi educativi adottati nel suo Collegio che si richiamavano agli insegnamenti del pedagogo brasiliano Paulo Freire ritenuti rivoluzionari dalla giunta militare, che per il sostegno a un gruppo di giovani democratici universitari, e' costretta a fuggire repentinamente dal Brasile il 13 maggio 1969 poiche' era stato spiccato un mandato di cattura nei suoi confronti. Le sue alunne ancora oggi la ricordano come una persona che ha sparso semi durante tutto l'arco della sua vita.
Giunta a Roma, nel 1971, Bimbi inizia la collaborazione con il Centro di documentazione internazionale Idoc (International documentation on the contemporary church) che produce la rivista quindicinale "Idoc Internazionale" (edita dall'Editrice Queriniana di Brescia) e che rappresenta la prima pubblicazione interconfessionale in Italia, come avanguardia intellettuale europea all'interno del dibattito sulle prospettive del mondo cattolico, e non solo, nel fermento della teologia della liberazione.
A partire dal 1972 inizia a lavorare, insieme al senatore Lelio Basso, all'organizzazione del Tribunale Russell II sull'America latina, raccogliendo in tutta Europa centinaia di storie: "Qui a Colonia l'esperienza e' stata agghiacciante, come del resto quasi tutto questo solitario viaggio attraverso l'Europa alla ricerca dei testimoni per la prima sessione del Tribunale Russell II. Gli ex-torturati vivono come bestie acquattate nelle loro tane".
Le tre sessioni del Tribunale Russell II sui crimini commessi dai regimi militari e dalle multinazionali (Roma 1974, Bruxelles 1975, Roma 1976) rappresentano la prima denuncia a livello internazionale che scuote le coscienze popolari in tutto il mondo e via della Dogana Vecchia 5 diventa un punto di riferimento per gran parte degli esuli latino-americani e i loro familiari.
"Basta rovesciare l'ordito della tela che appare il disegno del diritto dei popoli, che sposta dai governi ai popoli il diritto di essere soggetti della propria storia", suggerisce la segretaria della Fondazione Internazionale Lelio Basso, secondo la quale i "nuovi soggetti" sono i movimenti di liberazione nazionale, i gruppi di pressione per i diritti umani, le Comunidades de base do Brasil, le Madres de Plaza de Mayo e cosi' via: "i popoli devono essere soggetti di storia e non oggetto di cronaca", ripete spesso.
Ed e' nel perseguimento di questo obiettivo che Bimbi conosce la giovane avvocata Marianella García Villas, presidente della Comision de Derechos Humanos de El Salvador e collaboratrice dell'arcivescovo Oscar Arnulfo Romero (assassinato sull'altare nel corso dell'omelia da paramilitari il 24 marzo 1980), che era impegnata da anni a denunciare a livello internazionale le violazioni dei diritti umani commesse nel suo paese (1). Il 14 marzo 1983, ha rammentato Bimbi, "il telefono squillo' di buon mattino alla Fondazione Lelio Basso: la voce femminile, lontana, si identifico'. Poi il messaggio: 'la compagna Marianella e' caduta ieri'" (2).
Linda Bimbi e' stata impegnata a dare una prospettiva e una capacita' interpretativa alla Fondazione Internazionale Lelio Basso nel comprendere i nuovi paradigmi economici, sociali e politici pur preservando il filo conduttore della continuita', che a giudizio della segretaria generale si esprimeva "nella priorita' che da sempre cerchiamo di dare al vero soggetto della storia, che e' il popolo, cosi' difficile da definire in sede teorica, ma sempre emergente, attraverso connotazioni diverse, nella dialettica onnipresente tra movimenti e istituzioni, tra etnie e nazioni, tra minoranze e Stato" (3).
Nel 1976, per il decennale della Dichiarazione universale dei diritti dei popoli (nota come Carta di Algeri), in un intervento ad Assisi, torna ancora una volta sulla prospettiva "rivoluzionaria" della piena affermazione dei diritti umani a livello internazionale: "Oggi e' rivoluzionario sostenere che le comunita' degli uomini, cioe' i popoli e le minoranze sono i veri soggetti della storia. [...] Percio' oggi, se vogliamo aggiornare la comprensione della battaglia per i diritti umani, non e' sufficiente denunciare i fatti: bisogna indagare sulle cause delle violazioni. E la causa e' l'impossibilita' storica, obiettiva dei popoli, cioe' della gente comune, di gestire il proprio destino" (4).
Tra i numerosi collaboratori e amici che l'hanno conosciuta, e' significativa la testimonianza di Luciana Castellina: "sebbene coetanea di Linda, Linda e' stata per me quasi una maestra. Da lei ho imparato moltissimo. Provenivamo da una diversa cultura ed esperienza politica – lei dal cattolicesimo impegnato, poi fortemente segnata dalla Teologia della Liberazione; io dal Partito comunista italiano – e pero' il nostro dialogo e' stato subito facile, direi anzi naturale, e di li' e' nata una collaborazione stretta e anche un'amicizia. Fra le tante cose che mi ha insegnato c'e' naturalmente il Brasile, la sua vera patria, ma anche molto di quanto mi era sconosciuto della fede".
Per rammentare il suo impegno, il 13 maggio dello scorso anno il Municipio VIII di Roma ha apposto nel cortile dell'Istituto romano San Michele, dove ha sede la Comunita' di consorelle, una targa sulla quale e' scolpita la seguente frase: "Qui visse con le sorelle Linda Bimbi. Educatrice dei poveri, compagna dei desaparecidos, sorella dei perseguitati, voce dei popoli oppressi", e a settembre l'Instituto Federal de Educaçao, Ciencia e Tecnologia – Campus Avare' dell'Universidad de Sao Paulo le ha dedicato la sua nuova biblioteca.
In Fondazione tutti la chiamavamo Linda, era sempre attenta e curiosa dei punti di vista delle giovani generazioni, e per questo motivo insieme a un gruppo di giornalisti nel 2005 fonda la Scuola di Giornalismo Lelio Basso, che amava definire una "palestra di idee" con l'obiettivo di addestrare i giovani aspiranti giornalisti al senso critico.
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Fonti, risorse bibliografiche, siti
Linda Bimbi, Lettere a un amico. Cronache di liberazione al femminile plurale, Ernesto Balducci (introduzione di), Marietti, Genova 1990.
Mario Mirri, Renzo Sabbatini, et al. (a cura di), L'impegno di una generazione. Il gruppo di Lucca dal Liceo Machiavelli alla Normale nel clima del Dopoguerra, Franco Angeli, Milano 2014.
Andrea Mulas, Linda Bimbi. Tanti piccoli fuochi inestinguibili. Scritti sull'America latina e i diritti dei popoli, Adolfo Perez Esquível (prefazione di), Nova Delphi, Roma 2018.
Raniero La Valle, Linda Bimbi, Marianella e i suoi fratelli: una storia latinoamericana, Feltrinelli, Milano 1983.
Linda Bimbi (a cura di), Religione, oppio o strumento di liberazione?, Arnoldo Mondadori Editore, Verona 1972.
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Note
1. R. La Valle, L. Bimbi, Marianella e i suoi fratelli: una storia latinoamericana, Feltrinelli, Milano 1983.
2. Intervento a Ravenna (luglio 1987), dattiloscritto. Fondo Linda Bimbi.
3. L. Bimbi, La Fondazione come laboratorio collettivo, "I diritti dei popoli", novembre 1985, dattiloscritto. Fondo Linda Bimbi.
4. L. Bimbi, Ma dove abita la speranza?, cit. Fondo Linda Bimbi.

6. MAESTRE. VITTORIA LONGONI: ANNA BRAVO
[Dal sito dell'Enciclopedia dele donne (www.enciclopediadelledonne.it) riprendiamo la seguente voce]

Anna Bravo, Torino 1938 - 2019

"E' resistenza civile quando si tenta di impedire la distruzione di cose e beni ritenuti essenziali per il dopo, o ci si sforza di contenere la violenza intercedendo presso i tedeschi, ammonendo i resistenti perche' "non bisogna ridursi come loro"; quando si da' assistenza in varie forme a partigiani, militanti in clandestinita', popolazioni, o si agisce per isolare moralmente il nemico; quando ci si fa carico del destino di estranei e sconosciuti, sfamando, proteggendo, nascondendo qualcuna delle innumerevoli vite messe a rischio dalla guerra"
(In guerra senza armi, 2015)

Anna Bravo si faceva subito riconoscere da amiche, conoscenti e interlocutori per ampiezza culturale, gentilezza, indipendenza di giudizio, coerenza coi suoi valori di fondo, orientati al femminismo, alla pace e alla nonviolenza.
Nata nel 1938, antifascista da sempre, negli anni Settanta aveva gia' alle spalle significative esperienze di lotta e di militanza nel Pci e nei movimenti sociali e politici della sinistra e delle donne, ma anche studi approfonditi nel campo della storia (soprattutto orale) e contatti col mondo intellettuale e accademico di Torino.
Le sue prime pubblicazioni infatti risalgono agli anni Sessanta, in particolare ricordiamo La Repubblica partigiana dell'Alto Monferrato, Torino, 1964.
In quegli anni si esprimeva come una persona di cultura profonda e raffinata, ma capace di rapporti cordiali e simpatetici con donne e uomini di ogni eta' e condizione sociale, partecipe del clima gioioso e libertario delle lotte della nuova sinistra.
Il suo impegno e' ulteriormente cresciuto nel dibattito degli anni Settanta, soprattutto nell'ambito di Lotta Continua; in particolare ha condiviso con parecchie altre militanti il tentativo (molto combattuto) di portare anche in quell'organizzazione il punto di vista e la presenza delle donne. Istanze femministe e pacifiste (in battaglie interne e spesso di minoranza), si sono espresse e intrecciate negli anni in cui l'esperienza di Lotta Continua ha fatto i conti col proprio esaurimento e con la presenza di contrasti non piu' mediabili, fino allo scioglimento, avvenuto nel 1976.
L'impegno femminista di Anna e' proseguito in sintonia con le esperienze dei collettivi dell'area torinese, rivolti soprattutto alla dimensione sociale (Intercategoriale sindacale, lotte all'Ospedale S. Anna, contrasto alla violenza sulle donne, costruzione di Archivi), ma accogliendo anche gli apporti del femminismo dell'autocoscienza; e ha innervato il proseguimento del suo lavoro di docente presso l'Universita' di Torino. Questo impegno su piu' livelli e' sfociato nei suoi importantissimi saggi dedicati alla storia delle donne, soprattutto mediante l'uso di fonti orali.
Docente di storia sociale all'Universita' di Torino, ha pubblicato anche testi rivolti all'insegnamento nelle scuole superiori: ha curato Donne e uomini nelle guerre mondiali (Laterza, 1991), ha pubblicato con Anna Maria Bruzzone In guerra senza armi (Laterza, 1995) e con Lucetta Scaraffia Storia sociale delle donne (Laterza, 2001) e poi I Nuovi fili della memoria. Uomini e donne nella storia, (Laterza, 2003: manuale per le scuole superiori, curato con Anna Foa e Lucetta Scaraffia). Tra i suoi scritti dedicati al pacifismo e alla riflessione sulle lotte degli anni Settanta ricordiamo La vita offesa (Franco Angeli, 2004); Sopravvissuti (Alinari, 2004, con Liliana Picciotto Fargion); A colpi di cuore. Il Sessantotto (Laterza, 2008); Intervista a Primo Levi, ex deportato (Einaudi, 2010, a quattro mani con Federico Cereja); La conta dei salvati, (Laterza, 2013); Raccontare per la storia, Einaudi, 2014.
L'attenzione che da sempre ha dedicato al tema della resistenza antifascista e' proseguita per tutti questi decenni, in particolare mediante la valorizzazione dell'esperienza della resistenza civile.
Anna Bravo ha assunto l'importante impegno di componente attiva del Comitato Scientifico della Fondazione Alex Langer, che da molti anni promuove settimane di studi e riconoscimenti a donne e uomini che nel mondo operano per la pace, la convivenza, il superamento delle barriere etniche e linguistiche, per la costruzione di "ponti" tra le differenze.
Negli anni Novanta ha lavorato nel campo del pacifismo in molti modi, sia attraverso i suoi scritti sia collaborando con gruppi di studio e interventi nelle scuole. Un impegno che ha ottenuto vari riconoscimenti, tra cui il conferimento nel 2018 del Premio Nazionale "Nonviolenza" da parte dell'Associazione Cultura della Pace e del Comune di Sansepolcro. La motivazione del conferimento del Premio le riconosce questi meriti: "per i suoi studi sulle donne, sull'impegno sociale da loro profuso, sulla resistenza armata e su quella nonviolenta, che hanno contribuito alla comprensione, progettazione, costruzione ed edificazione di una societa' solidale, nonviolenta e pacifica".
Anna Bravo e' stata una voce attiva nel dibattito interno alle varie forme di femminismo e ha tenuto sempre viva l'attenzione al contrasto alla sofferenza e alla violenza, e al rispetto dei diritti umani.
La ricordiamo come un'amica preziosa, una persona di cultura profonda, coerente nei suoi valori, portatrice di un pensiero complesso, lucido e autonomo. E' mancata improvvisamente nel novembre del 2019, ha ancora molto da dirci mediante i suoi testi e la sua vita.

7. MAESTRI. CARLA CUOMO: MASSIMO MILA (2010)
[Dal sito www.treccani.it riprendiamo la seguente voce apparsa nel Dizionario biografico degli italiani]

Massimo Mila nacque a Torino il 14 agosto 1910, da Pietro, impiegato, poi commerciante, e da Clelia Carena, insegnante di scuola elementare. Proveniva da una tranquilla famiglia borghese, che "veleggiava nelle placide acque d'un patriottismo carducciano, nutrito d'ingenui entusiasmi nazionalistico-sabaudi" (Mila, La mia opposizione, p. 40).
Nel 1919 si iscrisse al liceo ginnasio M. D'Azeglio, frequentato dai figli della borghesia, poi noto anche quale fucina dell'antifascismo. Qui fu allievo dal 1924 di A. Monti; compagni di scuola furono, fra gli altri, N. Bobbio, G. Einaudi, L. Ginzburg, V. Foa, C. Pavese, tutti nati fra il 1908 e il 1912. Fra allievi e maestro si stabili' un rapporto di amicizia e collaborazione intellettuale, che porto' a costituire un gruppo simile a una "confraternita" (Mila, Scritti civili, p. 303), capace di influire sulla formazione di ciascuno e di orientarne le scelte (cfr. Mangoni, p. 3; D'Orsi, La cultura a Torino, p. 288). I giovani "dazeglini" frequentavano gli incontri del caffe' Rattazzi, promossi da Monti in orario extrascolastico per racimolare qualche collaborazione al Baretti di P. Gobetti.
Verso la meta' degli anni Venti i genitori si separarono. Il M. consegui' la maturita' nel 1927 e si iscrisse al corso di laurea in lettere dell'ateneo torinese. Continuo' a frequentare le riunioni degli ex dazeglini, dove al gruppo affiatato del M., Ginzburg e Pavese, si aggiunsero G. C. Argan, M. Gromo, N. Sapegno, G. Debenedetti, L. Geymonat e molti altri. E' in questo contesto che il M. assunse una forma mentis orientata all'attivismo culturale e a un impegno militante, anche in senso politico.
Nel 1928 esordi' come critico musicale sul Baretti, con due articoli dedicati a M. Clementi e a M. Ravel. Questo secondo articolo attiro' l'attenzione di G. M. Gatti, che lo invito' a scrivere per La Rassegna musicale. Collaboro' alla rivista dal 1929, anno in cui comincio' pure la sua attivita' politica. Insieme agli altri giovani intellettuali montiani, il M. sottoscrisse la lettera di solidarieta' a B. Croce che, oppostosi in Senato ai Patti lateranensi, era stato definito da B. Mussolini "imboscato della storia". Il 31 maggio di quell'anno il M. fu arrestato per attivita' antifascista e rilasciato dopo un paio di mesi. Lavoro' poi come critico, recensore, redattore, collaboratore di diverse riviste e case editrici. Dal 1930 inizio' a collaborare a La Cultura diretta da F. Neri, sino alla cessazione del periodico nel 1935. Nel 1931 si laureo' in lettere con il massimo dei voti e la lode con una tesi su Il melodramma di Verdi, svolta sotto la guida di A. Gentili. Nei primi anni Trenta inizio' pure a collaborare con la casa editrice Utet, svolgendo il grosso del lavoro redazionale per Minerva: rivista delle riviste, in forma anonima perche' politicamente sospetto. Divenne poi direttore della rivista nel 1947. Fu anche collaboratore del Grande Dizionario enciclopedico Utet e ne divenne uomo di punta, autore di voci, revisore e correttore di testi.
In quegli anni fu pure coinvolto da F. Antonicelli nelle imprese culturali della collana "Biblioteca europea" di C. Frassinelli, espressione del gruppo dei montiani e di un'editoria colta: insieme con Ginzburg e Pavese ne oriento' le scelte a traduzioni di letteratura straniera, in particolare russa e nordamericana. Il 1933 fu un anno significativo: assunse il ruolo di redattore de La Rassegna musicale, dove gia' svolgeva queste mansioni dal 1930, al posto di L. Ronga; partecipo' alla prima edizione del Maggio musicale fiorentino e infine pubblico' la tesi di laurea per Laterza, a cui fu segnalato da Croce. Attraverso Ginzburg e R. Giua entro' in contatto con Giustizia e liberta' e in un viaggio a Parigi incontro' C. Rosselli. Nel 1934, insieme con Einaudi, Pavese e Ginzburg, fondo' la casa editrice Einaudi, di cui fu presenza determinante nel gruppo dirigente e comunque sempre consulente.
Nella prima meta' degli anni Trenta, il M. scriveva anche per Pegaso, Pan, L'Italia letteraria, Nuova Antologia, Scenario, frequentava le conferenze della Societa' di cultura, i concerti del liceo musicale, del teatro Regio, e il fervido ambiente artistico del teatro di Torino, animato dal mecenatismo di R. Gualino e dalla direzione artistica di Gatti. Partecipava cosi' della ricca atmosfera che caratterizzava il dinamico ambiente gualiniano, aperto al Novecento, all'Europa, alle avanguardie pittoriche, fra cui la torinese scuola di F. Casorati, e recepiva le riflessioni critico-metodologiche di L. Venturi sul concetto di "gusto".
Il 15 maggio 1935 fu arrestato con l'accusa di cospirazione politica, per delazione di D. Segre, noto come Pitigrilli, scrittore di successo e spia dell'Ovra (servizi segreti di polizia politica). Fini' in carcere con una retata di circa duecento persone, fra le quali Foa, Einaudi, Giua, Pavese, C. Levi e altri aderenti al gruppo torinese di Giustizia e liberta'. Il 5 giugno fu trasferito a Roma. Il 27 e il 28 febbraio 1936 fu processato davanti al Tribunale speciale per la difesa dello Stato e condannato a sette anni di carcere, poi ridotti a cinque. Usci' dal carcere il 6 marzo 1940, in seguito a un'amnistia e grazie all'interessamento di un avvocato, fratello dell'amico e collega F. D'Amico. Il 27 maggio di quell'anno sposo' Francesca Rovedotti. Per oltre un anno, il M. fu sottoposto a un regime di vigilanza speciale, revocato il 7 maggio 1941. Nel 1943 fu richiamato alle armi e assegnato all'ufficio amministrazione dei territori occupati, a Torino, e quindi distaccato a Claviere. Per i suoi trascorsi antifascisti, rimase sotto stretta sorveglianza delle autorita' militari. Dopo l'8 settembre 1943 fu tra gli organizzatori della Resistenza e si occupo' di costituire le prime bande partigiane nel Canavese e i Cln (Comitati liberazione nazionale) comunali. Aderi' al Partito d'azione. Dall'estate 1944 divenne ispettore partigiano della VI divisione alpina e poi Commissario di guerra nel Canavese e nelle valli di Lanzo. Verosimilmente in quell'anno usci' il suo scritto Introduzione alla vita politica. Per gli Italiani cresciuti sotto il fascismo, pubblicato da GL Giustizia e liberta', periodico del Partito d'azione.
In piena guerra, pubblico' Cent'anni di musica moderna (Milano 1944), raccolta di tredici saggi d'argomento musicale piu' cinque in appendice sui rapporti tra musica e letteratura, dei quali nove scritti tra il 1931 e il 1935. Negli anni di guerra il M. attese pure, in modo "furioso", allo studio di Mozart (cfr. Mila Giubertoni, p. VII), al quale dedico' ben due volumi: W. A. Mozart (Torino 1945) e Saggi mozartiani (Milano 1945).
Dopo la guerra l'attivita' del M. si divise tra la critica musicale e l'insegnamento, senza mai tralasciare l'impegno civile e la passione per la montagna, alla quale dedico' diversi scritti.
Nel 1946 pubblico' a Milano la fortunatissima Breve storia della musica, pacata storia della cultura e della civilta' letta attraverso la musica e la sua evoluzione, sintesi saggistica del triplice mandato intellettuale che fin dai primi anni aveva contraddistinto la personalita' del M.: la considerazione estetica dell'opera d’arte, la militanza critica, l'impegno didattico-divulgativo. Il volume fu ampliato nel 1963. Nel 1946 inizio' pure la collaborazione alla terza pagina de L'Unita', di cui responsabile era I. Calvino, e vi rimase sino al 1967, ma dal 1948, dopo l'attentato a P. Togliatti, scrisse anche articoli di carattere politico sulla prima pagina. Qui polemizzo' contro le imposizioni "zdanoviane" nel campo della musica con lo stesso Togliatti, alias Roderigo di Castiglia, che nel 1949 lo aveva attaccato dalle pagine di Rinascita. Il M. non fu mai iscritto al Partito comunista italiano, sebbene dichiarasse di votare per questo partito e nonostante i tentativi di catechizzarlo compiuti dall'amico G. Pajetta sin dai tempi del liceo. Eppure "sempre pronto a uscire dal suo distacco specialistico ogni volta che sentiva essere in gioco una contestazione" (Calvino, 1992, p. XXI), nel 1951 si candido' come consigliere comunale nella lista Indipendenti per le elezioni amministrative di Torino, in sostegno al sindaco comunista uscente D. Coggiola.
Il M. non abbandono' comunque l'attivita' per lui essenziale: insegnare a capire la musica. Nel 1950 licenzio' per Einaudi L'esperienza musicale e l'estetica, riedito nel 1956, che raccoglieva gli scritti concepiti fra il 1934 e il 1952. Il libro vinse il premio Viareggio per la saggistica. Nel 1953 il M. ebbe un incarico di insegnamento al conservatorio G. Verdi di Torino e solo nel 1960 divento' docente di ruolo di Storia della musica e bibliotecario.
Appassionato di alpinismo – in esso egli vedeva un'"educazione all'azione" come sintesi di "conoscere e fare" (Mila, 1992, pp. 23, 25) – pubblico' con T. Norkey Gli eroi del Chomolungma (Torino 1954), dedicato alla scalata dell'Everest. Nel 1956 fu nominato accademico del Caai (Club alpino accademico italiano; Gruppo occidentale), titolo a cui teneva molto. Nello stesso anno fu nominato membro dell'Accademia di S. Cecilia di Roma. Dal 1955 al 1967 il M. fu collaboratore stabile dell'Espresso, poi passo' a La Stampa, dal 1967 alla morte. Una raccolta degli scritti pubblicati sul settimanale, Cronache musicali (1955-1959), usci' a Torino nel 1959 mentre una cernita di quelli pubblicati sul quotidiano fu edita nel 1985 dallo stesso giornale con il titolo Terza pagina: 36 articoli di M. Mila. Nel 1960 il M. ottenne la docenza di storia della musica alla facolta' di lettere e filosofia dell'Universita' di Torino, tenuta sino al 1975, e fondo' l'istituto di storia della musica. Nel 1967 fu tra i fondatori della Nuova Rivista musicale italiana, di cui fu condirettore fino alla morte. Nel 1968 non fu incluso nella terna dei vincitori del concorso nazionale a cattedre per l'ordinariato in storia della musica.
Nella seconda meta' degli anni Settanta uscirono tre volumi in cui l'ascolto si poneva sempre piu' come fondamento di un esercizio critico che coniugasse finalita' squisitamente intellettiva e intenti di alta divulgazione: Maderna musicista europeo (Torino 1976), lavoro pioneristico per l'epoca, nato come trascrizione di trasmissioni radiofoniche; la Lettura della Nona Sinfonia (ibid. 1977) e la Lettura delle "Nozze di Figaro" (ibid. 1979), esito di corsi universitari. Il M. pubblico' quindi due monografie: L'arte di Verdi (ibid. 1980), e Compagno Strawinsky (ibid. 1983), che compendiavano un cinquantennio di studi su questi autori.
Il 26 febbraio 1981 la moglie mori' in un incidente stradale in cui egli stesso rimase ferito. Nel 1983 ottenne il Premio internazionale dell'Accademia dei Lincei per la critica e la poesia; il 23 gennaio 1987 sposo' Anna Giubertoni. Negli ultimi due anni, il M. pubblico' diverse recensioni di spettacoli scaligeri e scritti d'argomento letterario e politico. La Lettura del Don Giovanni (Torino 1988), sintesi di mezzo secolo di studi e come le altre "letture" derivata da una dispensa universitaria, fu l'ultimo lavoro monografico. Cio', forse, non a caso: in Mozart il M. vedeva "una affermazione consapevole, e anche orgogliosa, fin provocatoria del diritto alla liberta'" (Pestelli, 1994, p. 27), cosi' ch'egli amo' – per usare le sue stesse parole, scritte sul compositore durante la guerra – "riposare lo spirito nell'armonioso messaggio di civilta' che l'arte di Mozart [...] dischiude" (Mila, 1945, p. 108).
Il M. mori' a Torino il 26 dicembre 1988.
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Diverse opere inedite, insieme con riedizioni di precedenti scritti, sono uscite postume per interessamento di Anna Giubertoni. La biblioteca personale del M. e' stata legata alla Biblioteca nazionale di Firenze.
Musicologo e critico musicale, il M. fu un'eminente personalita' intellettuale del Novecento italiano. La formazione in un contesto di convergenza della cultura accademica con la cultura militante a Torino fra le due guerre determino' la sua fede nella funzione civile della cultura, e percio' nella divulgazione della musica come pensiero, testimonianza di civilta'. Partito da posizioni crociane, assunte all'insegna di quella "religione della liberta'" che il pensiero prima di Gobetti e poi di Croce predicava a chi si opponeva al fascismo, il M. ripudio' ogni dottrinarismo e approdo' a una metodologia critico-estetica basata sulla concreta esperienza d'ascolto della musica, attenta al risultato sonoro e, negli anni, anche all'analisi musicale. Al centro del suo umanesimo storicista, vi e' la volonta' di "capire la musica", ovvero comprendere sia che cosa un compositore abbia significato per gli uomini del suo tempo; sia che cosa ne assicuri la perdurante attualita'. Per questo il procedere critico del M. avviene per accumulazioni e ampliamenti, senza rinnegare i giudizi precedenti, anzi rivisitandoli con sempre vigile sguardo storico, pronto a cogliere il mutare di significato di un'opera musicale per capire l'uomo. La sua produzione critico-musicale e musicologica e' "militante" in quanto divulgativa, cioe' orientata a formare una coscienza civile, che e' coscienza storica: essa punta sull'umano, su quella "pianta uomo" di alfieriana e desanctisiana memoria, che e' continua verifica dell'uomo e, in tal senso, liberta'.
Oltre ai lavori precedentemente citati si segnalano: scritti critico-musicali: I. Strawinsky: carriera d'un libertino (The rake's progress), Milano 1951; G. Verdi, Bari 1958; La linea Nono (a proposito de "Il canto sospeso"), in La Rassegna musicale, XXX (1960), pp. 297-311; La musica pianistica di Mozart, Torino 1963; I quartetti di Beethoven, ibid. 1968; Casorati e la musica, in Quadrivium, XIV (1973), pp. 65-79; La giovinezza di Verdi, Torino 1974; P. Gobetti e la musica, in Rivista musicale italiana, X (1976), pp. 91-94; Sulla dodecafonia di Dallapiccola, Pisa 1976; Presenza di G. Petrassi nella musica contemporanea, in Di G. Petrassi una antologia: 1983, Roma 1983, pp. 13-26; I costumi della "Traviata", Pordenone 1984; Lettura del "Flauto magico", Torino 1989; M. M. alla Scala (scritti 1955-1988), a cura di R. Garavaglia - A. Sinigaglia, Milano 1989; Brahms e Wagner, a cura di A. Batisti, Torino 1994; Un re in ascolto, in Berio, a cura di E. Restagno, ibid. 1995, pp. 107-112; L'arte di Bela Bartok, a cura di F.M. Colombo, ibid. 1996; G. Dufay, a cura di S. Monge, ibid. 1997; Verdi, a cura di P. Gelli, Milano 2000; Mozart: saggi 1941-1987, a cura di A. Mila Giubertoni, Torino 2006; I quartetti di Mozart, ibid. 2009. Scritti politici e civili: La mia opposizione al fascismo, in Il Ponte, XVI (1960), pp. 39-41; Attivita' clandestina di "Giustizia e liberta'", in Dall'antifascismo alla Resistenza: trent'anni di storia italiana (1915-1945). Lezioni con testimonianze presentate da F. Antonicelli, Torino 1961, pp. 203-206; Scritti civili, a cura di A. Cavaglion, ibid. 1995; Argomenti strettamente famigliari. Lettere dal carcere 1935-1940, a cura di P. Soddu, ibid. 1999. Scritti di montagna: Cent'anni di alpinismo italiano, in Storia dell'alpinismo di C.-E. Engel, ibid. 1965; Scritti di montagna, a cura di A. Mila Giubertoni, ibid. 1992. Traduzioni: Ognuno e Novella pastorale di E. Wiechert, Torino 1941 e 1942; Le affinita' elettive di W. Goethe, ibid. 1943; Il seme della speranza di E. Paul, ibid. 1944; Siddharta di H. Hesse, ibid. 1945; L'eredita' di G. de Maupassant, ibid. 1945; Il ragno nero di J. Gotthelf, Milano 1945; Wallenstein di F. Schiller, Torino 1946; La mia vita di R. Wagner, ibid. 1953; inoltre, Introduzione alle Poesie di C. Pavese, ibid. 1961.
Fonti e bibliografia: F. D'Amico, M. M. ha cinquant'anni, in I casi della musica, Milano 1962, pp. 392-396; A. Monti, I miei conti con la scuola, Torino 1965, pp. 199-263; Il melodramma italiano dell'Ottocento: studi e ricerche per M. M., Torino 1977; P. Gallarati, La produzione critica di M. M. tra le due guerre, in Ghedini e l'attivita' musicale a Torino fra le due guerre. Atti del Convegno ... 1986, Torino 1986, pp. 212-223; G. Pestelli, Il Verdi di M., in Di tanti palpiti. Cronache musicali 1972-1986, Pordenone 1986, pp. 63-66; G. Pestelli, Una lezione di stile: M. M. e la critica musicale, in L'Informazione bibliografica, XV (1989), 1, pp. 17-22; G. Morelli, M. M., in Belfagor, XLIV (1989), 6, pp. 659-680; La scomparsa di M. M. nei commenti della stampa italiana, in Nuova Rivista musicale italiana, XXIII (1989), 1-2, pp. 1-31; I. Calvino, Il mio amico Massimo, in M. Mila, Scritti di montagna, cit., pp. XIX-XXII; R. Costa - A. Trudu, La lingua di M. M. e F. D'Amico negli scritti sul teatro musicale del Novecento, in Le parole della musica, a cura di F. Nicolodi - P. Trovato, Firenze 1994, pp. 367-392; Intorno a M. M. Studi sul teatro e il Novecento musicale, a cura di T. Pecker Berio, Firenze 1994; G. Pestelli, M. M. e la critica musicale, ibid., pp. 23-30; Id., M. M. all'Universita' di Torino, in Atti dell'Accademia delle scienze di Torino, CXXVIII (1994), 2, pp. 31-42; B. Mantelli, L'antifascismo a Torino, in Storia di Torino, VIII, Dalla Grande Guerra alla liberazione (1915-1945), Torino 1998, pp. 263-311; O. Mazzoleni, F. Antonicelli. Cultura e politica 1925-1950, Torino 1998, ad. ind.; L. Mangoni, Pensare i libri, Torino 1999, ad ind.; La terra carne: dialogando con M. M., a cura di G. Nazario, Milano 1999; Nel segno di M. Mila. Informazione, societa', pubblico. Atti della Tavola rotonda, Fiesole … 1999, a cura di P. Salomone, Firenze 2000; P. Soddu, Biografia, in M. Mila, Argomenti strettamente famigliari, cit., pp. XLVII-LI; P. Gelli, I due Verdi di M. M., in M. Mila, Verdi, cit., pp. VII-XXII; Profilo di M. M., a cura di A. D'Orsi - P. G. Zunino, Firenze 2000; A. D'Orsi, La cultura a Torino tra le due guerre, Torino 2000, ad ind.; A. Mila Giubertoni, Nota del curatore, in Mozart. Saggi 1941-1987, cit., pp. V-VIII; Bobbio e il suo mondo. Storie di impegno e di amicizia nel '900, a cura di P. Agosti - M. Revelli, Torino 2009, ad ind.; P. Gallarati, Gli esordi di M. M., in La critica musicale in Italia nella prima meta' del XX secolo. Atti del Convegno, Parma ... 2008, a cura di M. Capra - F. Nicolodi (in corso di stampa); Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Le biografie, V, p. 96; The New Grove Dict. of music and musicians, XVI, pp. 656 s.; Die Musik in Geschichte und Gegenwart, Personenteil, XI (2004), col. 289.

8. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Angelo Del Boca, Apartheid: affanno e dolore, Bompiani, Milano 1962, pp. 220.
- Angelo Del Boca, La guerra d'Abissinia 1935-1941, Feltrinelli, Milano 1965, 1966, pp. 288.
- Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa orientale. Dall'unita' alla marcia su Roma, Laterza, Roma-Bari 1976, Mondadori, Milano 1992, pp. X + 926.
- Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa orientale. La conquista dell'Impero, Laterza, Roma-Bari 1979, Mondadori, Milano 1992, pp. VIII + 784.
- Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa orientale. La caduta dell'Impero,  Laterza, Roma-Bari 1982, Mondadori, Milano 1992, pp. X + 626.
- Angelo Del Boca, Gli italiani in Africa orientale. Nostalgia delle colonie,  Laterza, Roma-Bari 1984, Mondadori, Milano 1992, pp. VIII + 628.
- Angelo Del Boca, Gli italiani in Libia. Tripoli bel suol d'amore 1860-1922, Laterza, Roma-Bari 1986, Mondadori, Milano 1993, pp. VIII + 484.
- Angelo Del Boca, Gli italiani in Libia. Dal fascismo a Gheddafi, Laterza, Roma-Bari 1988, Mondadori, Milano 1994, pp. VI + 570.
- Angelo Del Boca (a cura di), Le guerre coloniali del fascismo, Laterza, Roma-Bari, 1991, 2008, Mondadori, Milano 2011, pp. XXVI + 552.
- Angelo Del Boca, Una sconfitta dell'intelligenza. Italia e Somalia, Laterza, Roma-Bari 1993, pp. XII + 180.
- Angelo Del Boca, La trappola somala. Dall'operazione Restore Hope al fallimento delle Nazioni Unite, Laterza, Roma-Bari 1994, pp. XXVIII + 116.
- Angelo Del Boca, Il negus. Vita e morte dell'ultimo re dei re, Laterza, Roma-Bari 1995, pp. VIII + 400.
- Angelo Del Boca, I gas di Mussolini. Il fascismo e la guerra d'Etiopia, Editori Riuniti, Roma 1996, pp. 192.
- Angelo Del Boca (a cura di), Adua. Le ragioni di una sconfitta, Laterza, Roma-Bari 1997, 1998, Rcs, Milano 2020, pp. XII + 468
- Angelo Del Boca, Gheddafi. Una sfida dal deserto, Laterza, Roma-Bari 1998, pp. XX + 380.
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Riedizioni
- Edoardo Scala, Storia delle fanterie italiane. Volume IV. Le fanterie italiane nelle conquiste coloniali, Il giornale, Milano 2020, pp. XVI + 608, euro 12.

9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

10. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3744 del 19 maggio 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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