[Nonviolenza] Telegrammi. 3741



TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3741 del 16 maggio 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/

Sommario di questo numero:
1. Ezio Bosso
2. Sosteniamo il Movimento Nonviolento
3. Proposta di una lettera da inviare al governo
4. Proposta di una lettera da inviare ai Comuni
5. Nicola Raponi: Giuseppe Lazzati (2005)
6. Alcune pubblicazioni di Francuccio Gesualdi e del "Centro nuovo modello di sviluppo"
7. Segnalazioni librarie
8. La "Carta" del Movimento Nonviolento
9. Per saperne di piu'

1. LUTTI. EZIO BOSSO

E' deceduto Ezio Bosso, musicista.
Con gratitudine lo ricordiamo.

2. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Occorre certo sostenere finanziariamente con donazioni tutti i servizi pubblici che stanno concretamente fronteggiando l'epidemia. Dovrebbe farlo lo stato, ma e' tuttora governato da coloro che obbedienti agli ordini di Mammona (di cui "Celochiedonoimercati" e' uno degli pseudonimi) hanno smantellato anno dopo anno la sanita' e l'assistenza pubblica facendo strame del diritto alla salute.
Ed occorre aiutare anche economicamente innanzitutto le persone in condizioni di estrema poverta', estremo sfruttamento, estrema emarginazione, estrema solitudine, estrema fragilita'. Dovrebbe farlo lo stato, ma chi governa sembra piu' interessato a garantire innanzitutto i privilegi dei piu' privilegiati.
Cosi' come occorre aiutare la resistenza alla barbarie: e quindi contrastare la guerra e tutte le uccisioni, il razzismo e tutte le persecuzioni, il maschilismo e tutte le oppressioni. Ovvero aiutare l'autocoscienza e l'autorganizzazione delle oppresse e degli oppressi in lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera. Ovvero promuovere l'universale democrazia e la legalita' che salva le vite, solidarieta', la responsabilita' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e conforta e sostiene, la condivisione del bene e dei beni.
In questa situazione occorre quindi anche e innanzitutto sostenere le pratiche nonviolente e le organizzazioni e le istituzioni che la nonviolenza promuovono ed inverano, poiche' solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
E tra le organizzazioni che la nonviolenza promuovono ed inverano in Italia il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini e' per molte ragioni una esperienza fondamentale.
Chi puo', nella misura in cui puo', sostenga quindi il Movimento Nonviolento, anche con una donazione.
*
Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, sezione italiana della W.R.I. (War Resisters International - Internazionale dei resistenti alla guerra)
Sede nazionale e redazione di "Azione nonviolenta": via Spagna 8, 37123 Verona (Italy)
Tel. e fax (+ 39) 0458009803 (r.a.)
E-mail: azionenonviolenta at sis.it
Siti: www.nonviolenti.org, www.azionenonviolenta.it
Per destinare il 5x1000 al Movimento Nonviolento: codice fiscale 93100500235
Per sostegno e donazioni al Movimento Nonviolento: Iban IT35 U 07601 11700 0000 18745455

3. REPETITA IUVANT. PROPOSTA DI UNA LETTERA DA INVIARE AL GOVERNO

Gentilissima Ministra dell'Interno,
vorremmo sollecitare tramite lei il governo ad adottare con la massima tempestivita' le seguenti misure:
a) garantire immediati aiuti in primo luogo alle persone che piu' ne hanno urgente bisogno, e che invece vengono sovente scandalosamente dimenticate perche' emarginate ed abbandonate alla violenza, al dolore e alla morte, quando non addirittura perseguitate;
b) abrogare immediatamente le scellerate misure razziste contenute nei due cosiddetti "decreti sicurezza della razza" imposti dal precedente governo nel 2018-2019, scellerate misure razziste che violano i diritti umani e mettono in ancor piu' grave pericolo la vita di tanti esseri umani;
c) riconoscere a tutte le persone che vivono in Italia tutti i diritti che ad esse in quanto esseri umani sono inerenti, facendo cessare un effettuale regime di apartheid che confligge con il rispetto dei diritti umani, con la democrazia, con i principi fondamentali e i valori supremi della Costituzione della Repubblica italiana.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene,
Firma, luogo e data, indirizzo del mittente
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Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare la lettera sono i seguenti:
segreteriatecnica.ministro at interno.it
caposegreteria.ministro at interno.it
Vi preghiamo altresi' di diffondere questo appello nei modi che riterrete opportuni.

4. REPETITA IUVANT. PROPOSTA DI UNA LETTERA DA INVIARE AI COMUNI

Egregio sindaco,
le scriviamo per sollecitare l'amministrazione comunale ad immediatamente adoperarsi affinche' a tutte le persone che vivono nel territorio del comune sia garantito l'aiuto necessario a restare in vita.
Attraverso i suoi servizi sociali il Comune si impegni affinche' tutti i generi di prima necessita' siano messi gratuitamente a disposizione di tutte le persone che non disponendo di altre risorse ne facciano richiesta.
Crediamo sia un dovere - un impegnativo ma ineludibile dovere - che il Comune puo' e deve compiere con la massima tempestivita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Confidando nell'impegno suo e dell'intera amministrazione comunale, voglia gradire distinti saluti
Firma, luogo e data
Indirizzo del mittente
*
Gli indirizzi di posta elettronica di tutti i Comuni d'Italia sono reperibili nei siti internet degli stessi.
Vi preghiamo altresi' di diffondere questo appello nei modi che riterrete opportuni.

5. MAESTRI. NICOLA RAPONI: GIUSEPPE LAZZATI (2005)
[Dal sito www.treccani.it riprendiamo la seguente voce apparsa nel Dizionario biografico degli italiani]

Giuseppe Lazzati, figlio di Carlo e Angela Mezzanotte, nacque a Milano il 22 giugno 1909, quarto di otto fratelli.
Dal 1915 inizio' le elementari a Milano, alla scuola Vittoria Colonna, e le completo' ad Alassio, dove la famiglia si era temporaneamente trasferita (1918-20) e dove frequento' pure il ginnasio, proseguito al liceo Cesare Beccaria di Milano. Si iscrisse giovanissimo all'Associazione cattolica S. Stanislao, partecipando alle attivita' religiose e culturali, ed ebbe presto modo di conoscere p. A. Gemelli e i suoi collaboratori. Conseguita la maturita' (1927), s'iscrisse alla facolta' di lettere e filosofia della neonata Universita' cattolica.
Divise il suo impegno tra universita' e Associazione S. Stanislao, della quale contribui' a rilanciare le attivita' e un bollettino, collaborandovi con articoli di cultura religiosa.
Alla Cattolica il L. segui' le lezioni di letteratura cristiana antica, tenute da P. Ubaldi, e si laureo' nel novembre 1931 con una tesi su Teofilo d'Alessandria, edita piu' tardi (Teofilo d'Alessandria, Milano 1935). L'anno dopo, mentre si specializzava nella stessa disciplina, fu nominato assistente presso la cattedra di Ubaldi; morto Ubaldi nel 1934, continuo' gli studi con il successore S. Colombo. Riconfermato assistente negli anni seguenti, prosegui' lo studio degli scrittori dell'era patristica; nel 1937 fu nominato lettore di lingua e letteratura greca nella sezione di magistero di Castelnuovo Fogliani. Dal novembre 1931 aveva compiuto intanto il servizio militare come allievo ufficiale degli alpini nella caserma S. Celso di Milano; congedato il 31 gennaio 1933 con il grado di sottotenente, venne promosso tenente nel 1936, dopo un corso di richiamo a Dronero, e capitano (con anzianita' primo luglio 1947) il 15 ottobre 1958.
Sotto la guida di un colto e sensibile sacerdote, don E. Pozzoni, il L. si avvio' a seguire un intenso programma di vita religiosa; aderi' al sodalizio secolare dei missionari della Regalita', fondato da Gemelli, e collaboro' alle attivita' della Gioventu' italiana di Azione cattolica (Giac) di Milano, di cui divenne presidente nel 1934.
In tale veste rivelo' capacita' organizzative ma soprattutto doti di animatore generoso di attivita' socio-educative e di formazione culturale e religiosa. Pur con sincero spirito di collaborazione, il L. segui' nella direzione della Giac milanese un indirizzo - fondato su una piu' netta autonomia della vita religiosa e dell'azione cattolica da altre forme di impegno pratico-politico - che lo avrebbe poi differenziato dalla linea centralizzatrice del presidente nazionale L. Gedda; tale diversita' di vedute sull'orientamento della Giac e dell'associazionismo cattolico, che il L. riteneva fra l'altro dovesse essere maggiormente legato alla Chiesa locale, sarebbe diventata via via sempre piu' evidente; egli avrebbe precisato in seguito il suo pensiero sulla necessaria distinzione tra azione cattolica e azione politica in una lettera (6 agosto 1943) al presidente dell'Unione uomini cattolici di Milano, A. Testori, e in successive occasioni negli anni del dopoguerra.
Il L. si discosto' parimenti dalla linea di Gemelli per quanto riguardava il sodalizio dei missionari della Regalita', dal quale si dimise nel 1938 dando vita, con l'assenso e l'incoraggiamento dell'arcivescovo di Milano I. Schuster, a un nuovo istituto di laici consacrati, che, delineato nell'estate 1939, venne formalmente istituito il 24 dicembre 1939 con il nome di Milites Christi e del quale fu eletto presidente.
Il sodalizio e' una comunita' di laici che professano i consigli evangelici di obbedienza, poverta' e castita', ma vivono nel mondo, senza vita comune, impegnati a seguire ciascuno nella propria condizione sociale e professionale la via alla santita', il servizio alla Chiesa e al prossimo. Incardinato dapprima come quarto Ordine degli oblati di S. Carlo, il sodalizio se ne distacco' dopo il riconoscimento pontificio degli istituti secolari (Provida Mater di Pio XII, 1947) e la conseguente erezione canonica (1952). Per l'Istituto il L. detto' lettere, riflessioni, meditazioni che costituiscono un prezioso documento della sua spiritualita'.
Conseguita la libera docenza in letteratura cristiana antica (16 gennaio 1939), il L. ricevette dalla facolta' di lettere l'incarico, riconfermatogli annualmente, dell'insegnamento di questa disciplina, svolgendo corsi, tra l'altro, sulla Lettera ai Romani di s. Paolo e sulla prima Apologia di Giustino. Dalla primavera del 1940 frequento' gli incontri di casa Padovani, ove si lavorava a elaborare un'azione politica nuova, ispirata ai principi cristiani, alternativa al fascismo. Fu attraverso questi incontri che si consolido' l'amicizia del L. con G. La Pira, G. Dossetti e A. Fanfani. Dopo il radiomessaggio di Pio XII nel Natale 1942 sulla necessita' di un nuovo ordine sociale e internazionale, fu impegnato a studiare le implicazioni etico-politiche del messaggio papale. Nell'agosto 1943, richiamato alle armi, fu inviato presso il V reggimento alpini di Merano. Colto qui dall'armistizio dell'8 settembre e consegnato in caserma, rifiuto' di aderire alle formazioni fasciste; prigioniero dei Tedeschi, l'11 settembre fu trasferito a Innsbruck, poi a Stablak, nella Prussia orientale, dove il 23 settembre rifiuto' l'offerta di inquadramento nell'esercito tedesco (analogo rifiuto di aderire alla Repubblica sociale italiana fece il 22 dicembre 1943), per essere infine internato nel lager di Deblin-Irena, a sud di Varsavia; qui resto' sino al 13 marzo 1944, quando venne trasferito nel campo di Oberlangen-Lathen presso il confine tra Germania e Olanda e infine in quello di Sandbostel-Wietzendorf.
Nei campi di internamento il L. si impegno' in un'attivita' incessante di animazione culturale, civile e religiosa. Tenne lezioni e conferenze: il 10 ottobre 1943 inizio' un ciclo di conferenze sulla persona umana e subito dopo comincio' a scrivere un opuscolo, Azione cattolica e azione politica, e successivamente un piu' ampio lavoro, Il principio di ogni ricostruzione, pubblicato al rientro in patria (Milano 1947), nel quale si esprimeva l'esigenza di ricostruire una societa' nuova basata sulla tolleranza, sul rispetto della persona, sul senso di responsabilita', sulla giustizia. Animo' la vita religiosa nel lager con gruppi del Vangelo; pur con inevitabili difficolta', riusci' a mantenere qualche contatto epistolare con Gemelli e con l'arcivescovo di Milano, ma rifiuto' il rimpatrio che gli era stato ottenuto da costoro, per restare fra i compagni di internamento. Ritenuto un sobillatore per la sua attivita' animatrice, venne (come si e' visto) piu' volte trasferito da un campo all'altro.
Con l'avanzata alleata il primo marzo 1945 fu trasferito a Osnabrueck e, in aprile, con l'arrivo degli Alleati, passo' successivamente nei campi per ex internati di Badbergen, Menslage, Lungen e Haldern, da dove raggiunse Milano il 31 agosto. Qui, sollecitato dagli amici, e in particolare da Dossetti, a partecipare alla vita politica, fu designato dal Comitato regionale della Democrazia cristiana (DC) quale coordinatore delle attivita' culturali del partito nella regione e candidato alle elezioni amministrative della primavera successiva. Il L., ritenendo incompatibile il doppio incarico, si dimise da presidente della Giac. Alle amministrative dell'aprile 1946 fu eletto consigliere comunale di Milano con 172.000 voti. Al primo congresso nazionale della DC (Roma, 24-28 aprile 1946) fu eletto consigliere e membro della direzione del partito, quindi riconfermato consigliere nel secondo congresso nazionale (Napoli, 15-19 novembre 1947). Nelle elezioni del 2 giugno 1946 fu eletto deputato all'Assemblea costituente, ai cui lavori partecipo' recando un prezioso contributo di appoggio agli amici La Pira e Dossetti, impegnati, nella prima sottocommissione e nelle commissioni economiche, a sostenere i principi di solidarieta' sociale e di attenzione al bene comune da inserire nella carta costituzionale.
La sua figura resta indubbiamente legata alla stagione feconda della Costituente e della nascita dello Stato democratico, anche perche' il 3 settembre 1946 dette vita, con Dossetti e Fanfani, all'associazione Civitas humana, che mirava precisamente a una formazione prepolitica delle coscienze con lo scopo di dare una visione programmatica chiara e organica, non ridotta a semplice opera di mediazione, all'attivita' della DC. Il 10 maggio 1947 usci' il primo numero di Cronache sociali, la rivista espressione del gruppo, che assunse una funzione critica all'interno del partito e alla quale il L. collaboro' con alcuni articoli nei quali applicava la distinzione di J. Maritain sul ruolo del cattolico che deve agire "da cattolico" sempre, "in quanto cattolico" solo nell'ambito ecclesiale, cioe' quando svolge azione cattolica in senso stretto, e "in quanto uomo e cittadino" nell'ambito dell'impegno civile, in dialogo aperto e saggio con tutti coloro che sono interessati a costruire una degna "citta' dell'uomo"; egli si mostrava nemico della confusione dei piani, che non solo comprometteva la legittima autonomia della politica, ma rischiava di compromettere anche la Chiesa in operazioni improprie (cfr. Esigenze cristiane in politica, in Cronache sociali, 30 giugno 1947, n. 3). Tali idee del L. sulla esigenza della distinzione divennero patrimonio comune dei cattolici democratici, e trovarono conferma nei dibattiti conciliari che sarebbero poi sfociati nella costituzione Gaudium et spes del 7 dicembre 1965.
Benche' riluttante, spinto dagli amici e con l'avallo dell'arcivescovo Schuster, accetto' la candidatura nelle elezioni politiche del 18 aprile 1948 redigendo, con P. E. Taviani e G. Cappi, il manifesto della DC al Paese. Eletto deputato, fece parte successivamente di varie commissioni, per approdare infine alla commissione Istruzione. Al terzo congresso nazionale della DC (Venezia, 2-6 giugno 1949) fu rieletto consigliere nazionale del partito e nominato membro della commissione per la Riforma della scuola. Il 15 febbraio 1950 fu eletto vice-presidente del gruppo parlamentare DC alla Camera.
La sua posizione nel partito e fuori fu sempre ispirata a una prospettiva critica volta alla distinzione fra politica e religione; fra le conseguenze della diversita' di vedute fra la maggioranza del partito e il gruppo dossettiano fu anche la sospensione, nel 1951, di Cronache sociali.
Alla vigilia della seconda legislatura repubblicana espresse al segretario politico G. Gonella la sua ferma e "maturata decisione" di non ricandidarsi e ritirarsi dalla vita politica (lettere del 9 e del 26 marzo 1953), continuando pero' a impegnarsi sul tema della formazione civile e religiosa dei laici con scritti e conferenze al Centro culturale S. Fedele, alla Corsia dei servi di p. D. M. Turoldo, all'Istituto sociale ambrosiano, del quale fu nominato presidente il 7 novembre 1957. L'anno precedente era stato nominato presidente del Movimento laureati di Azione cattolica; il 4 luglio 1959 membro dell'Istituto superiore di studi per promuovere la cultura religiosa nella regione lombarda.
La partecipazione alla vita politica non lo distolse dalla ricerca. Primo ternato al concorso bandito dall'Università di Bari, il primo febbraio 1958 fu chiamato a ricoprire la cattedra di letteratura cristiana antica all'Universita' cattolica come professore straordinario e, scaduto il triennio, vi venne confermato come ordinario.
Tra i corsi di quegli anni sono da ricordare quelli sui Padri apostolici, sul valore letterario dell'esegesi ambrosiana, su storia, leggenda e poesia sui santi Nabore e Felice, sugli apocrifi del Nuovo Testamento.
Dal biennio 1959-61 e sino al 1965-66 fu nominato direttore della Scuola di perfezionamento in storia e civilta' del cristianesimo.
Il 20 aprile 1961, per espressa volonta' dell'arcivescovo G. B. Montini, fu nominato direttore del quotidiano cattolico L'Italia, di cui mantenne la direzione sino al 23 luglio 1964, quando fu nominato presidente diocesano dell'Azione cattolica.
Durante gli anni del concilio Vaticano II il L. fu particolarmente impegnato nell'approfondimento di temi quali il ruolo dei laici nella Chiesa e nella societa' e il rapporto Chiesa-mondo sulla base della costituzione conciliare Gaudium et spes. Fu inoltre nominato consultore della congregazione dei Religiosi, della commissione per la redazione del nuovo codice di diritto canonico, della congregazione per l'Educazione cattolica.
Crescevano intanto le sue responsabilita' nel mondo universitario: membro della prima sezione e presidente della terza sezione del Consiglio superiore della pubblica istruzione, nel 1963 il L. venne eletto rappresentante dei professori nel consiglio di amministrazione della Cattolica per il triennio 1963-65, riconfermato per il triennio 1965-68. Il 9 ottobre 1965 fu eletto preside della facolta' di lettere; si stava avvicinando un periodo difficile per l'ateneo cattolico dove si era determinato un clima di accesa contestazione, coeva e in certo modo anticipatrice della contestazione che di li' a poco sarebbe esplosa negli atenei italiani. Tocco' al L., come prorettore (10 giugno 1968) e poi come rettore (31 luglio 1968), riportare l'universita' alla normalita' e promuoverne il rinnovamento.
Il L. costitui' a tal fine una consulta che doveva lavorare a due temi: l'idea di dipartimento, il progetto di universita'. Egli si impegno' in modo tutto particolare sull'idea, allora nuova per l'universita' italiana, di dipartimento come strumento interdisciplinare di ricerca, mirata e di alta qualita', che, a suo avviso, avrebbe dovuto costituire il nuovo modello di ricerca nell'inevitabile livellamento dell'universita' di massa, e ne avvio' la sperimentazione con l'istituzione del dipartimento di scienze religiose, intendendo prefigurare l'istituzione di una facolta' di teologia. Sul rinnovamento dell'universita', e in particolare dell'ateneo cattolico, promosse un apposito corso di studi "Una universita' libera per un domani libero" che avrebbe portato alla formulazione di un nuovo statuto dell'Universita' cattolica (1974). Di un terzo strumento si avvalse il L. per ridare voce e prestigio alla sua universita', e reinserirla nel circuito vivo dei problemi culturali del paese, cioe' i corsi di cultura, fra i quali vanno segnalati quello su Aspetti e problemi dei cattolici nella vita italiana (Benevento, 1970), su Cristianesimo e cultura (Loreto, 1975), sulla Laicita' (Verona, 1977), nonche' su Stato e senso dello Stato oggi in Italia (Pescara, 1981).
Riconfermato rettore per altri quattro trienni, sino al 1980-83, era stato nominato altresi' presidente dell'Istituto Toniolo, l'ente fondatore e finanziatore dell'Universite' cattolica (1973), sicche' su di lui gravo' il compito di gestire l'Universita' fra le difficolta' finanziarie e un contesto politico e religioso in profonda evoluzione.
Promosse l'istituzione, in varie localita', di nuovi centri di cultura per rafforzare il legame tra l'Universita' cattolica e il Paese e ritessere i rapporti con il mondo cattolico disorientato dalle vicende della contestazione; riassorbita, pur con qualche gesto di fermezza verso le posizioni piu' radicali, la spinta della contestazione, ricostrui', nonostante alcuni attacchi mossi alla sua linea educativa, un clima di serenita', di rigore scientifico, di efficienza, mantenendo alto il livello della ricerca e della didattica.
Il prestigio culturale e l'autorevolezza morale del L. ebbero modo di manifestarsi anche nel mondo cattolico ed ecclesiale.
Venne chiamato a coordinare i lavori preparatori e poi a dirigere, come vicepresidente, il convegno ecclesiale su Evangelizzazione e promozione umana (1974), favorendo quella che C. Bo ha chiamato la "riscoperta del cristianesimo da parte dei laici" (v. necr., in Corriere della sera, 19 maggio 1986). Lungimirante, ma scarsamente compresa negli ambienti cattolici, fu la sua contrarieta' all'indizione del referendum sul divorzio, che a suo avviso avrebbe esasperato le posizioni e reso piu' difficile in futuro un miglioramento della legge; nel 1981 si espresse invece - dopo aver cercato di renderlo inutile con proposte di legge adeguate - in favore del referendum del 17 maggio per l'abolizione della legge 24 maggio 1978 sull'aborto.
Libero, dopo il 1983, dagli impegni universitari (il 26 novembre 1985 dette le dimissioni anche da membro dell'Istituto Toniolo), il L. dedico' gli ultimi tre anni della sua vita a ripensare il ruolo del laico cattolico nella societa' civile e nella vita politica, fondando con un gruppo di colleghi e amici, l'associazione Citta' dell'uomo.
Preparata con due riunioni del 14 gennaio e del 4 febbraio 1985, da una serie di conferenze e dalla pubblicazione del volumetto Laicita' ed impegno cristiano nelle realta' temporali (Roma 1985), il 4 ottobre di quell'anno l'associazione era costituita formalmente. Essa si proponeva "di elaborare, promuovere, diffondere una cultura politica che, animata dalla concezione cristiana dell'uomo e del mondo, sviluppi l'adesione ai valori della democrazia espressi nei principi fondamentali della Costituzione repubblicana, rispondendo alle complesse esigenze della societa' in trasformazione" (art. 3 dello statuto). Nei mesi seguenti si impegno' personalmente per illustrare le finalita' dell'associazione, partecipando contemporaneamente al dibattito allora aperto sulle riforme costituzionali e prendendo posizione per la irreformabilita' dei principi fondamentali della carta costituzionale. Nel marzo pubblico' Per una nuova maturita' del laicato (ibid. 1986), il cui titolo si ricollegava a un'analoga raccolta di scritti del 1962; distaccato dalla politica attiva, egli rivelava cosi' intatta la convinzione che la politica, e dunque l'educazione alla politica, fosse un impegno primario del laico cristiano.
Il L. mori' a Milano il 18 maggio 1986.
Ai funerali l'arcivescovo di Milano C. M. Martini ne rievoco' la figura, il ruolo di "testimone e maestro di una laicita' cristiana matura, intento a sviluppare una caratteristica via laicale alla santita'" (C. M. Martini, Un grande laico cristiano del nostro tempo, in Testimonianze su G. L., pp. 23-28). Dossetti ha ricordato il L. come uomo di preghiera, cui attendeva "con signorile riservatezza e amorosa fedelta'"; il suo impegno nel lavoro, "ritmato con serena e pacata adesione all'ordine delle priorita'"; tra preghiera e lavoro, "nell'equilibrio calmo e interiormente spazioso di questi due termini hanno trovato posto tutti gli altri fattori. I piu' antichi, come la solida concretezza ignaziana della formazione dei suoi anni piu' giovanili e un po' di sempre; la passione per l'esattezza della ricerca filologica; l'amore crescente per il pensiero e la spiritualita' cristiana dei primi secoli che l'ha nutrito" (G. Dossetti, Nel segno dell'"ora et labora", ibid., pp. 11 s.). F. Traniello ha sottolineato com'egli abbia incarnato un modello di cristianesimo "irrorato di cultura, ma mai intellettualistico [...]; un cristianesimo che non fu mai attivistico, perche' troppo consapevole del valore della contemplazione; che si e' misurato con i problemi della storia, perche' aveva ben forte il senso della trascendenza; che ha sempre rispettato devotamente l'autorita' della Chiesa perche' credeva nel primato della coscienza e nella formazione delle coscienze come compito vitale" (F. Traniello, Cristiano nuovo e insieme antico, ibid., p. 66).
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Come studioso il L. ha contribuito - sulla scia di Ubaldi e Bignone e in sintonia con un condiscepolo quale M. Pellegrino, piu' tardi arcivescovo di Torino - a dare fondamento scientifico a una disciplina allora giovane come la letteratura cristiana antica, distinguendo il metodo di questa da quello teologico proprio della patristica. Aveva esordito con lavori volti a indagare i rapporti tra mondo classico e cristianesimo, per esempio nei volumi L'Aristotele perduto e gli scrittori cristiani (Milano 1933) e Introduzione allo studio di Clemente Alessandrino (ibid. 1939), nei quali sottolineava la novita' del secondo rispetto al primo, rilevando tuttavia come "l'inserimento del cristianesimo nel mondo antico gli si presentava rispettoso e per molti aspetti [...] tributario delle culture ad esso preesistenti", sicche' la letteratura cristiana antica aveva il suo proprium "nell'incontro irripetuto con culture precristiane" e costituiva quindi uno strumento esemplare" nell'esprimere "il modo d'impiantarsi del cristianesimo nel "mondo" in genere" e il "rapporto tra cristianesimo e umanita' tout-court". Il L. si teneva cosi' lontano sia da chi assolutizzava o distorceva la trascendenza del cristianesimo rispetto alle culture dell'uomo precristiano, sia da chi negava che il cristianesimo fosse portatore di valori nuovi, anzi fosse "letterariamente una fiacca appendice delle letterature classiche" (L.F. Pizzolato, Lo studioso..., pp. 31 s.). Nel 1940, uno studio sugli inni ambrosiani (Gli Inni di s. Ambrogio, in S. Ambrogio nel XVI centenario della nascita, Milano, pp. 307-320) gli offri' l'occasione di avvicinarsi alla dimensione poetica di Ambrogio, che il L. considerava componente primaria di tutta la sua opera, e gli dette l'opportunita' di ribadire i problemi metodologici della letteratura cristiana antica e di aprire nuove prospettive, nell'analisi parallela dell'innografia ambrosiana e di quella prudenziana, sul carattere originale della poesia cristiana rispetto a quella genericamente sacra o religiosa. Alla produzione poetica ambrosiana dedico' la prolusione accademica Esegesi e poesia in s. Ambrogio (1959), seguita dal volume Il valore letterario dell'esegesi ambrosiana (Milano 1960): nell'uno e nell'altra il L. fornisce ancora preziose indicazioni di metodo per la sua disciplina, chiarendo come egli studiasse la produzione esegetica degli autori cristiani non per valutare il valore scientifico della loro esegesi, "ma per formulare un giudizio sul valore di quella produzione quale documento letterario", per "ricostruire la personalita' degli autori" che si sono chinati sul testo sacro e i cui scritti sono dunque caratterizzati dal rapportarsi a questo (Pizzolato, Lo studioso..., pp. 39 s.). L'ultimo breve lavoro, che esprime anche l'accentuarsi della riflessione etico-politica del L., fu il commento alla lettera Ad Diognetum (I cristiani anima del mondo secondo un documento del II secolo, in Vita e pensiero, 1972, pp. 757-761), nel quale egli chiarisce come per l'anonimo autore il rapporto tra cristianesimo e mondo non debba risolversi nell'isolamento del cristiano "in un angelismo infecondo in nome d'una malintesa legge di trascendenza", ne' in una esclusiva inserzione mondana "in nome di una malintesa legge di incarnazione".
Fra le numerose pubblicazioni a carattere etico-politico del L., oltre quelle gia' menzionate, occorre ricordare ancora: Azione cattolica e azione politica, in Cronache sociali, II (1948), 20, pp. 1-3; La spiritualita' dell'uomo politico, in Spiritualita' cristiana nell'esercizio delle professioni, Milano 1951, pp. 145-167; Maturita' del laicato, Brescia 1962. Questi e altri scritti sono stati riediti poi in varie raccolte: Pensare politicamente, I, Il tempo dell'azione politica. Dal centrismo al centrosinistra; II, Da cristiani nella societa' e nello Stato, Roma 1981; Chiesa, laici e impegno storico. Scritti (1947-1963) riediti in memoria, Milano 1987. I testi di fondazione dell'associazione Citta' dell'uomo sono nelle seguenti pubblicazioni: La citta' dell'uomo. Costruire da cristiani la citta' dell'uomo a misura d'uomo, Roma 1984; Laicita' e impegno cristiano nelle realta' temporali, ibid. 1985.
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Fonti e bibliografia: Le carte personali del L. sono conservate presso la sede milanese dell'Istituto secolare da lui fondato; sono state in parte edite o segnalate da A. Oberti nella serie di monografie intitolate Dossier Lazzati (ne sono apparsi piu' di venti fascicoli). Importante anche la Relazione storica (inedita) per il processo di canonizzazione, la cui sessione diocesana fu solennemente chiusa il 14 dicembre 1996 nella basilica di S. Ambrogio, e che comprende anche copiosi carteggi messi a disposizione da vari corrispondenti. Materiale documentario per gli anni di rettorato e' conservato nell'Archivio dell'Istituto Toniolo e nell'Archivio storico dell'Universita' cattolica a Milano. Una bibliografia delle pubblicazioni scientifiche, con il titolo Bibliografia patristica di G. L. e' nel volume Paradoxos politeia. Studi patristici in onore di G. L., a cura di R. Cantalamessa - L. F. Pizzolato, Milano 1979, pp. XXVII-XXXIV. Sul L. studioso si veda L. F. Pizzolato, Lo studioso di letteratura cristiana antica, in L'opera e l'insegnamento di G. L., Milano 1987, pp. 29-43; sulla scuola di Ubaldi alla Cattolica si veda Id., Da P. Ubaldi a G. L.: la letteratura cristiana antica nell'Universita' cattolica del S. Cuore, in Aevum, LXXI (1997), pp. 153-180.
I numerosi editoriali pubblicati negli anni di direzione de L'Italia a commento degli avvenimenti politici, religiosi e culturali del tempo sono stati segnalati da M. Margotti, "L'Italia" di L.: il quotidiano cattolico milanese agli inizi degli anni '60, Milano 1993, pp. 187-192; Id., L. direttore de l'"Italia", Roma 1996. Manca invece un indice dei numerosi scritti apparsi durante gli anni di rettorato dell'Universita' cattolica, per i quali occorre rifarsi all'Annuario dell'Universita' cattolica del S. Cuore, ad annum; alla rivista Vita e pensiero, pure ad annum e ai volumi degli atti dei convegni culturali dell'Universita'.
Sull'internamento in Germania e la sua attivita' di animazione culturale fra gli internati vi sono numerosissime testimonianze e un'ampia letteratura; si veda in particolare: V. E. Giuntella, Il nazismo e i lager, Roma 1979; N. Raponi, Voci dai lager, in Cristiani per la liberta', a cura di G. Bianchi, Milano 1987, pp. 63-103 (con testimonianze del L. stesso, di V. E. Giuntella, di A. Garzetti e di C. Violante); M. Dorini, G. L.: gli anni del lager (1943-1945), Roma 1989, con lettere del L. e testimonianze di compagni d'internamento. Sul contributo del L. alla costituzione e sul richiamo alla sua validita' si veda il saggio Trent'anni di Costituzione: discorso ai giovani, in Vita e pensiero, 1978, riprodotto in Dalla Costituente alla costituzione. L. testimone dell'uomo, Udine 1988, pp. 71-81.
Assai estesa e' la bibliografia sul L.; il saggio che meglio ne ha colto la personalita' e' quello di P. Vanzan, Il mondo, la Chiesa e il regno di Dio nella vita e opera di uno "starez" occidentale, in G. L.: vivere da laico. Appunti per una biografia e testimonianze, a cura di A. Oberti, Roma 1986, pp. 11-89 (nel volume altri importanti saggi e testimonianze); P. Zerbi, G. L. presidente diocesano della Gioventu' di AC, Roma 1988; G. L. testimone e maestro di laicita' cristiana, Milano 1987; L'opera e l'insegnamento di G. L., Milano 1988; V. Sesti, G. L.: l'itinerario spirituale di un cristiano, Milano 1992; G. L. Aspetti e momenti di una biografia, a cura di A. Oberti, Roma 1994; B. Bonardi, G. L.: la politica per l'uomo, Fossano 1996; A. Silvestrini, G. L., un cristiano nella citta' dell'uomo, in AS, 1996, n. 7-8, pp. 601-610; P. Vanzan, Perdurante e molteplice attualita' di G. L., in Civilta' cattolica, 6 settembre 1997, pp. 400-413; V. Peri, La Pira, L., Dossetti: nel silenzio la speranza, Roma 1998; M. Margotti, G. L.: educare nella citta', Milano 2001; L. Pazzaglia, L., G., in Diz. stor. del movimento cattolico in Italia. Aggiornamento, Genova 1998, pp. 345-350; L. F. Pizzolato, L., G., in Diz. della Chiesa ambrosiana, III, Milano 1989, pp. 1677-1680.

6. MATERIALI. ALCUNE PUBBLICAZIONI DI FRANCUCCIO GESUALDI E DEL "CENTRO NUOVO MODELLO DI SVILUPPO"
[Riproponiamo ancora una volta]

- Franco Gesualdi, Signorno', Guaraldi, Rimini-Firenze 1972.
- Franco Gesualdi, Economia: conoscere per scegliere, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1982.
- Franco Gesualdi e Pierangelo Tambellini del Centro nuovo modello di sviluppo (Vecchiano - Pi), Energia nucleare. Cos'e' e i rischi a cui ci espone, Movimento Nonviolento, Perugia 1987.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Lettera ad un consumatore del Nord, Emi, Bologna 1990, 1994.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Boycott! Scelte di consumo scelte di giustizia. Manuale del consumatore etico, Macro/edizioni, San Martino di Sarsina (Fo) 1992.
- Francuccio Gesualdi, Jose' Luis Corzo Toral, Don Milani nella scrittura collettiva, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1992.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Sulla pelle dei bambini, Emi, Bologna 1994, 1995.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Nord/Sud. Predatori, predati e opportunisti. Guida alla comprensione e al superamento dei meccanismi che impoveriscono il Sud del mondo, Emi, Bologna 1993, 1996.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al consumo critico. Informazioni sul comportamento delle imprese per un consumo consapevole, Emi, Bologna 1996.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Sud-Nord. Nuove alleanze per la dignita' del lavoro, Emi, Bologna 1996, 1997.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Geografia del supermercato mondiale. Produzione e condizioni di lavoro nel mondo delle multinazionali, Emi, Bologna 1996.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Ai figli del pianeta. Scelte per un futuro vivibile, Emi, Bologna 1998.
- Francesco Gesualdi del Centro nuovo modello di sviluppo, Manuale per un consumo responsabile. Dal boicottaggio al commercio equo e solidale, Feltrinelli, Milano 1999.
- Francesco Gesualdi, Giamila Gesualdi, Paola Costanzo, Te', infusi e tisane dal mondo, Sonda, Torino-Milano 2001.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al risparmio responsabile. Informazioni sui comportamenti delle banche per scelte consapevoli, Emi, Bologna 2002.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al telefono critico. Il mondo della telefonia messo a nudo, Terre di mezzo, Milano 2002.
- Willy Mutunga, Francesco Gesualdi, Stephen Ouma, Consumatori del nord lavoratori del sud. Il successo di una campagna della societa' civile contro la Del Monte in Kenya, Emi, Bologna 2003.
- Francesco Gesualdi, Acquisti trasparenti, Emi, Bologna 2005.
- Francesco Gesualdi, Giamila Gesualdi, Tutti i tipi di te', Sonda, Torino-Milano 2005.
- Francesco Gesualdi, John Pilger, Comprare con giustizia, Emi, Bologna 2005.
- Francesco Gesualdi, Centro nuovo modello di sviluppo, Sobrieta'. Dallo spreco di pochi ai diritti per tutti, Feltrinelli, Milano 2005.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Ai giovani figli del pianeta. Scegliamo insieme un futuro per tutti, Emi, Bologna 2005.
- Centro nuovo modello di sviluppo, Guida al vestire critico, Emi, Bologna 2006.
- Francesco Gesualdi, Acqua con giustizia e sobrieta', Emi, Bologna 2007.
- Francesco Gesualdi, Il mercante d'acqua, Feltrinelli Milano 2007.
- Francesco Gesualdi, Lorenzo Guadagnucci, Dalla parte sbagliata del mondo. Da Barbiana al consumo critico: storia e opinioni di un militante, Terre di mezzo, Milano 2008.
- Francesco Gesualdi, Vito Sammarco, Consumattori. Per un nuovo stile di vita, La Scuola, Brescia 2009.
- Francesco Gesualdi, L'altra via. Dalla crescita al benvivere, programma per un'economia della sazieta', Terre di Mezzo, Milano 2009.
- Francesco Gesualdi, Dario Bossi, Il prezzo del ferro. Come si arricchisce la piu' grande multinazionale del ferro e come resistono le vittime a livello mondiale, Emi, Bologna 2010.
- Francesco Gesualdi, Cercatori del regno. Cammino missionario verso la Pasqua 2011. Una Quaresima per crescere nella spiritualita' dei nuovi stili di vita, Emi, Bologna 2011.
- Francesco Gesualdi, I fuorilega del nordest, Dissensi, 2011.
- Centro nuovo modello di sviluppo, I mercanti della notizia. Guida al controllo dell'informazione in Italia, Emi, Bologna 2011.
- Francesco Gesualdi, Facciamo da soli. Per uscire dalla crisi, oltre il mito della crescita: ripartiamo dal lavoro e riprendiamoci l'economia, Altreconomia, Milano 2012.
- Francesco Gesualdi, Le catene del debito. E come possiamo spezzarle, Feltrinelli, Milano 2013.
- Francesco Gesualdi, L'economia del bene comune, Feltrinelli, Milano 2013.
- Francesco Gesualdi, Cambiare il sistema. La storia e il pensiero del padre del consumo critico, fondatore del "Centro nuovo modello di sviluppo", Altreconomia, Milano 2014.
- Francesco Gesualdi, Risorsa umana. L'economia della pietra scartata, San Paolo, Cinisello Balsamo (Mi) 2015.
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Ovviamente cfr. inoltre anche almeno:
- Scuola di Barbiana, Lettera a una professoressa, Libreria Editrice Fiorentina, Firenze 1967.
- AA. VV., La Rete di Lilliput. Alleanze, obiettivi, strategie, Emi, Bologna 2001.

7. SEGNALAZIONI LIBRARIE

Riletture
- Ercole Ongaro, Resistenza nonviolenta 1943-45, I libri di Emil, Bologna 2013, pp. 320.
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Riedizioni
- Edoardo Scala, Storia delle fanterie italiane. Volume I. Le fanterie di Roma, Il giornale, Milano 2020, pp. XXXVI + 524, euro 4,90.
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Gialli
- Georges Simenon, I fratelli Rico, Adelphi, Milano 2014, Gedi, Roma 2020, pp. 174, euro 9,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica" e a varie altre testate).
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Maestre
- Bianca Guidetti Serra, Compagne, Einaudi, Torino 1977, 2 voll. per complessive pp. XX + 662.
- Bianca Guidetti Serra (con Santina Mobiglia), Bianca la rossa, Einaudi, Torino 2009, pp. VI + 270.

8. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO

Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.

9. PER SAPERNE DI PIU'

Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/

TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3741 del 16 maggio 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
Alla luce delle nuove normative europee in materia di trattamento di elaborazione dei  dati personali e' nostro desiderio informare tutti i lettori del notiziario "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile consultare la nuova informativa sulla privacy: https://www.peacelink.it/peacelink/informativa-privacy-nonviolenza
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