[Nonviolenza] Telegrammi. 3738
- Subject: [Nonviolenza] Telegrammi. 3738
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- Date: Tue, 12 May 2020 20:20:45 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3738 del 13 maggio 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Far cessare schiavitu' e apartheid nel nostro paese. Una lettera aperta alle forze politiche democratiche presenti nel governo e in parlamento
2. Sosteniamo il Movimento Nonviolento
3. Proposta di una lettera da inviare al governo
4. Proposta di una lettera da inviare ai Comuni
5. Elisabetta Passerini: La biblioteca di Aldo Capitini
6. Carlo Pulsoni: La biblioteca di Aldo Capitini
7. Severino Vardacampi: La continuita' dello stato, il governo mezzo-razzista e la deriva verso la dittatura degli imbecilli rancorosi
8. Omero Dellistorti: Ognuno al posto suo
9. La nonviolenza non indossa il frac
10. Breve litania della nonviolenza
11. Della nonviolenza dispiegata al sole ad asciugare
12. Segnalazioni librarie
13. La "Carta" del Movimento Nonviolento
14. Per saperne di piu'
1. REPETITA IUVANT. FAR CESSARE SCHIAVITU' E APARTHEID NEL NOSTRO PAESE. UNA LETTERA APERTA ALLE FORZE POLITICHE DEMOCRATICHE PRESENTI NEL GOVERNO E IN PARLAMENTO
Gentilissime e gentilissimi dirigenti e rappresentanti delle forze politiche democratiche presenti nel governo e in parlamento,
vi chiediamo ancora una volta il massimo impegno affinche' siano finalmente riconosciuti tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani che nel nostro paese ancora subiscono schiavitu' e apartheid.
vi chiediamo ancora una volta il massimo impegno affinche' nessuna persona sia piu' abbandonata tra gli artigli dell'economia illegale, dei poteri criminali, della violenza razzista.
vi chiediamo ancora una volta il massimo impegno affinche' siano immediatamente restituiti tutti i diritti a tutte le vittime di sfruttamento e persecuzione.
vi chiediamo ancora una volta il massimo impegno affinche' l'Italia torni alla legalita' costituzionale.
*
Questo vi chiediamo: la "regolarizzazione" piena e immediata per tutte le persone tuttora private delle fondamentali liberta' che la Costituzione italiana riconosce ad ogni essere umano.
Questo vi chiediamo: l'abrogazione immediata di tutte le misure razziste ed incostituzionali imposte negli scorsi anni da governi eversivi, abominevoli misure tuttora scandalosamente vigenti.
Questo vi chiediamo: uguaglianza di dignita' e diritti per tutti gli esseri umani.
*
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
*
Augurandovi ogni bene...
2. REPETITA IUVANT. SOSTENIAMO IL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Occorre certo sostenere finanziariamente con donazioni tutti i servizi pubblici che stanno concretamente fronteggiando l'epidemia. Dovrebbe farlo lo stato, ma e' tuttora governato da coloro che obbedienti agli ordini di Mammona (di cui "Celochiedonoimercati" e' uno degli pseudonimi) hanno smantellato anno dopo anno la sanita' e l'assistenza pubblica facendo strame del diritto alla salute.
Ed occorre aiutare anche economicamente innanzitutto le persone in condizioni di estrema poverta', estremo sfruttamento, estrema emarginazione, estrema solitudine, estrema fragilita'. Dovrebbe farlo lo stato, ma chi governa sembra piu' interessato a garantire innanzitutto i privilegi dei piu' privilegiati.
Cosi' come occorre aiutare la resistenza alla barbarie: e quindi contrastare la guerra e tutte le uccisioni, il razzismo e tutte le persecuzioni, il maschilismo e tutte le oppressioni. Ovvero aiutare l'autocoscienza e l'autorganizzazione delle oppresse e degli oppressi in lotta per i diritti umani di tutti gli esseri umani e la difesa della biosfera. Ovvero promuovere l'universale democrazia e la legalita' che salva le vite, solidarieta', la responsabilita' che ogni essere umano riconosce e raggiunge e conforta e sostiene, la condivisione del bene e dei beni.
In questa situazione occorre quindi anche e innanzitutto sostenere le pratiche nonviolente e le organizzazioni e le istituzioni che la nonviolenza promuovono ed inverano, poiche' solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
E tra le organizzazioni che la nonviolenza promuovono ed inverano in Italia il Movimento Nonviolento fondato da Aldo Capitini e' per molte ragioni una esperienza fondamentale.
Chi puo', nella misura in cui puo', sostenga quindi il Movimento Nonviolento, anche con una donazione.
*
Per informazioni e contatti: Movimento Nonviolento, sezione italiana della W.R.I. (War Resisters International - Internazionale dei resistenti alla guerra)
Sede nazionale e redazione di "Azione nonviolenta": via Spagna 8, 37123 Verona (Italy)
Tel. e fax (+ 39) 0458009803 (r.a.)
E-mail: azionenonviolenta at sis.it
Siti: www.nonviolenti.org, www.azionenonviolenta.it
Per destinare il 5x1000 al Movimento Nonviolento: codice fiscale 93100500235
Per sostegno e donazioni al Movimento Nonviolento: Iban IT35 U 07601 11700 0000 18745455
3. REPETITA IUVANT. PROPOSTA DI UNA LETTERA DA INVIARE AL GOVERNO
Gentilissima Ministra dell'Interno,
vorremmo sollecitare tramite lei il governo ad adottare con la massima tempestivita' le seguenti misure:
a) garantire immediati aiuti in primo luogo alle persone che piu' ne hanno urgente bisogno, e che invece vengono sovente scandalosamente dimenticate perche' emarginate ed abbandonate alla violenza, al dolore e alla morte, quando non addirittura perseguitate;
b) abrogare immediatamente le scellerate misure razziste contenute nei due cosiddetti "decreti sicurezza della razza" imposti dal precedente governo nel 2018-2019, scellerate misure razziste che violano i diritti umani e mettono in ancor piu' grave pericolo la vita di tanti esseri umani;
c) riconoscere a tutte le persone che vivono in Italia tutti i diritti che ad esse in quanto esseri umani sono inerenti, facendo cessare un effettuale regime di apartheid che confligge con il rispetto dei diritti umani, con la democrazia, con i principi fondamentali e i valori supremi della Costituzione della Repubblica italiana.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene,
Firma, luogo e data, indirizzo del mittente
*
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare la lettera sono i seguenti:
segreteriatecnica.ministro at interno.it
caposegreteria.ministro at interno.it
Vi preghiamo altresi' di diffondere questo appello nei modi che riterrete opportuni.
4. REPETITA IUVANT. PROPOSTA DI UNA LETTERA DA INVIARE AI COMUNI
Egregio sindaco,
le scriviamo per sollecitare l'amministrazione comunale ad immediatamente adoperarsi affinche' a tutte le persone che vivono nel territorio del comune sia garantito l'aiuto necessario a restare in vita.
Attraverso i suoi servizi sociali il Comune si impegni affinche' tutti i generi di prima necessita' siano messi gratuitamente a disposizione di tutte le persone che non disponendo di altre risorse ne facciano richiesta.
Crediamo sia un dovere - un impegnativo ma ineludibile dovere - che il Comune puo' e deve compiere con la massima tempestivita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Confidando nell'impegno suo e dell'intera amministrazione comunale, voglia gradire distinti saluti
Firma, luogo e data
Indirizzo del mittente
*
Gli indirizzi di posta elettronica di tutti i Comuni d'Italia sono reperibili nei siti internet degli stessi.
Vi preghiamo altresi' di diffondere questo appello nei modi che riterrete opportuni.
5. MATERIALI. ELISABETTA PASSERINI: LA BIBLIOTECA DI ALDO CAPITINI
[Dal sito bibliothecae.unibo.it riprendiamo e diffondiamo il seguente estratto da un piu' ampio articolo dal titolo "Biblioteche d'autore: la raccolta libraria di Aldo Capitini" apparso in "Bibliothecae.it", Morlacchi Editore, 2014.
Elisabetta Passerini e' bibliotecaria a Perugia.
Aldo Capitini e' nato a Perugia nel 1899, antifascista e perseguitato, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace. E' morto a Perugia nel 1968. E' stato il piu' grande pensatore ed operatore della nonviolenza in Italia. Tra le opere di Aldo Capitini: la miglior antologia degli scritti e' ancora quella a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori, Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977 (che contiene anche una raccolta di testimonianze ed una pressoche' integrale - ovviamente allo stato delle conoscenze e delle ricerche dell'epoca - bibliografia degli scritti di Capitini); ma notevole ed oggi imprescindibile e' anche la recente antologia degli scritti a cura di Mario Martini, Le ragioni della nonviolenza, Edizioni Ets, Pisa 2004, 2007; delle singole opere capitiniane sono state recentemente ripubblicate: Le tecniche della nonviolenza, Linea d'ombra, Milano 1989, Edizioni dell'asino, Roma 2009; Elementi di un'esperienza religiosa, Cappelli, Bologna 1990; Colloquio corale, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2005; L'atto di educare, Armando Editore, Roma 2010; cfr. inoltre la raccolta di scritti autobiografici Opposizione e liberazione, Linea d'ombra, Milano 1991, L'ancora del Mediterraneo, Napoli 2003; gli scritti sul Liberalsocialismo, Edizioni e/o, Roma 1996; La religione dell'educazione, La Meridiana, Molfetta 2008; segnaliamo anche Nonviolenza dopo la tempesta. Carteggio con Sara Melauri, Edizioni Associate, Roma 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" (e-mail: azionenonviolenta at sis.it, sito: www.nonviolenti.org) sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non piu' reperibili in libreria (tra cui Il potere di tutti, 1969). Negli anni '90 e' iniziata la pubblicazione di una edizione di opere scelte: sono fin qui apparsi un volume di Scritti sulla nonviolenza, Protagon, Perugia 1992, e un volume di Scritti filosofici e religiosi, Perugia 1994, seconda edizione ampliata, Fondazione centro studi Aldo Capitini, Perugia 1998. Piu' recente e' la pubblicazione di alcuni carteggi particolarmente rilevanti: Aldo Capitini, Walter Binni, Lettere 1931-1968, Carocci, Roma 2007; Aldo Capitini, Danilo Dolci, Lettere 1952-1968, Carocci, Roma 2008; Aldo Capitini, Guido Calogero, Lettere 1936-1968, Carocci, Roma 2009. Tra le opere su Aldo Capitini: a) per la bibliografia: Fondazione Centro studi Aldo Capitini, Bibliografia di scritti su Aldo Capitini, a cura di Laura Zazzerini, Volumnia Editrice, Perugia 2007; Caterina Foppa Pedretti, Bibliografia primaria e secondaria di Aldo Capitini, Vita e Pensiero, Milano 2007; segnaliamo anche che la gia' citata bibliografia essenziale degli scritti di Aldo Capitini pubblicati dal 1926 al 1973, a cura di Aldo Stella, pubblicata in Il messaggio di Aldo Capitini, cit., abbiamo recentemente ripubblicato in "Coi piedi per terra" n. 298 del 20 luglio 2010; b) per la critica e la documentazione: oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda almeno: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Clara Cutini (a cura di), Uno schedato politico: Aldo Capitini, Editoriale Umbra, Perugia 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, Edizioni cultura della pace, S. Domenico di Fiesole (Fi) 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991; Fondazione "Centro studi Aldo Capitini", Elementi dell'esperienza religiosa contemporanea, La Nuova Italia, Scandicci (Fi) 1991; Rocco Altieri, La rivoluzione nonviolenta. Per una biografia intellettuale di Aldo Capitini, Biblioteca Franco Serantini, Pisa 1998, 2003; AA. VV., Aldo Capitini, persuasione e nonviolenza, volume monografico de "Il ponte", anno LIV, n. 10, ottobre 1998; Antonio Vigilante, La realta' liberata. Escatologia e nonviolenza in Capitini, Edizioni del Rosone, Foggia 1999; Mario Martini (a cura di), Aldo Capitini libero religioso rivoluzionario nonviolento. Atti del Convegno, Comune di Perugia - Fondazione Aldo Capitini, Perugia 1999; Pietro Polito, L'eresia di Aldo Capitini, Stylos, Aosta 2001; Gian Biagio Furiozzi (a cura di), Aldo Capitini tra socialismo e liberalismo, Franco Angeli, Milano 2001; Federica Curzi, Vivere la nonviolenza. La filosofia di Aldo Capitini, Cittadella, Assisi 2004; Massimo Pomi, Al servizio dell'impossibile. Un profilo pedagogico di Aldo Capitini, Rcs - La Nuova Italia, Milano-Firenze 2005; Andrea Tortoreto, La filosofia di Aldo Capitini, Clinamen, Firenze 2005; Maurizio Cavicchi, Aldo Capitini. Un itinerario di vita e di pensiero, Lacaita, Manduria 2005; Marco Catarci, Il pensiero disarmato. La pedagogia della nonviolenza di Aldo Capitini, Ega, Torino 2007; Alarico Mariani Marini, Eligio Resta, Marciare per la pace. Il mondo nonviolento di Aldo Capitini, Plus, Pisa 2007; Maura Caracciolo, Aldo Capitini e Giorgio La Pira. Profeti di pace sul sentiero di Isaia, Milella, Lecce 2008; Mario Martini, Franca Bolotti (a cura di), Capitini incontra i giovani, Morlacchi, Perugia 2009; Giuseppe Moscati (a cura di), Il pensiero e le opere di Aldo Capitini nella coscienza delle giovani generazioni, Levante, Bari 2010; cfr. anche il capitolo dedicato a Capitini in Angelo d'Orsi, Intellettuali nel Novecento italiano, Einaudi, Torino 2001; e Amoreno Martellini, Fiori nei cannoni. Nonviolenza e antimilitarismo nell'Italia del Novecento, Donzelli, Roma 2006; c) per una bibliografia della critica cfr. per un avvio il libro di Pietro Polito citato ed i volumi bibliografici segnalati sopra]
Aldo Capitini, nato a Perugia nel 1899, e' noto come filosofo, antifascista, pacifista, pedagogo, letterato. Proveniente da una famiglia di modeste origini, egli aveva compiuto dapprima studi tecnici diplomandosi ragionierie. In quegli stessi anni, come tanti dei suoi coetanei, aveva subito il fascino del nazionalismo e per questo motivo si era interessato al movimento d'avanguardia futurista e aveva approfondito la figura di D'Annunzio.
Tra i 19 e i 21 anni inizio' quella che egli stesso defini' la "propria ricostruzione intellettuale" e che fini' per influire fortemente sulla sua crescita culturale, etica e morale. La passione per i classici e la letteratura lo portarono a imparare da autodidatta il latino e il greco con una grande dedizione, tanto che lo studio lo occupava per ben 12 ore al giorno (1).
Nel 1924 vinse una borsa di studio alla Scuola Normale di Pisa, dove si laureo' in Letteratura italiana con Attilio Momigliano. Gli anni di Pisa furono molto intensi e contrassegnati da continui scambi intellettuali e culturali con colleghi e professori (2). Qui Capitini conobbe l'amico Claudio Baglietto, col quale approfondi' l'etica kantiana, il cattolicesimo, la figura di Gandhi e la nonviolenza, impegnandosi nella compilazione e diffusione di documenti antifascisti che conquistarono altri colleghi come ad esempio Carlo Ludovico Ragghianti, Claudio Varese, Walter Binni, Giuseppe Dessi', ecc. (3). L'avvento del fascismo non lo porto' solo a riflettere ed elaborare una propria scelta interiore, ma anche a prendere una posizione pubblica che consistette nel rifiuto della tessera del Partito Fascista che gli costo' l'allontanamento dal suo incarico di Segretario alla Normale nel 1933 (4). Tornato a Perugia, Capitini vivra' impartendo lezioni private per circa un decennio e la sua abitazione diventera' un centro attivissimo di incontri tra gli intellettuali e gli esponenti dell'opposizione al regime, tra cui Norberto Bobbio, Ugo La Malfa, Ferruccio Parri, Ernesto Buonaiuti, Piero Martinetti, Lucio Lombardo Radice, Luigi Salvatorelli, Leone Ginzburg ecc. (5).
Suggestivi sono i ricordi degli amici Walter Binni e Guido Calogero rispetto allo studiolo in cui Capitini accoglieva e riuniva gli intellettuali dell'epoca: una stanza larga un metro e mezzo per due, piena di libri amorevolmente annotati, la scrivania sempre in ordine, un divanetto rosso e la finestra aperta su Assisi e i colli umbri (6). Qui Capitini e Calogero si dedicarono alla stesura del Manifesto del liberalsocialismo (7).
Nonostante il forte impegno e interesse per il proprio paese e la fitta rete di amicizie e contatti curati e stretti nel tempo, Capitini, dopo la Liberazione, rimase progressivamente isolato dalle iniziative pubbliche, dal CLN, dalla Costituente; probabilmente come egli scrisse, per la sua posizione di "religioso" nonviolento che poco si conciliava con l'impeto politico della Resistenza armata e per il rifiuto di costituirsi o aderire ad un partito (egli si definira' sempre "indipendente di sinistra") (8).
Il passaggio di Capitini dagli studi letterari a quelli filosofici fu fortemente influenzato da Benedetto Croce, Giovanni Gentile, dal pensiero morale di Kant e dalla poesia di Leopardi; egli tuttavia si distacco' dal neoidealismo in quanto incapace di leggere a fondo il significato del dramma della vita e approfondi' la tematica esistenzialista e della filosofia della crisi tramite gli scritti di Carlo Michelstaedter, interpretandola in positivo (9).
Dopo il 1944 Capitini si adopero' nella costituzione, sia a Perugia sia in altre citta', dei Centri di Orientamento Sociale (COS) nelle cui assemblee periodiche la popolazione esercitava liberamente il diritto di discussione pubblica oltre a esercitare un controllo "dal basso" dell'operato delle istituzioni amministrative e politiche (10). Nonostante il fallimento di tali centri entro pochi anni, Capitini continuo' a trattare tale tematica mediante un foglio mensile, "Il potere e' di tutti", che proponeva l'omnicrazia, auspicante il controllo dal basso in ogni localita' e in ogni ente (11). Fintanto che rimase a Perugia, Capitini rivesti' il ruolo di direttore del "Corriere di Perugia" e di commissario straordinario dell'Universita' per Stranieri; poi fu reintegrato a Pisa come docente di Filosofia morale e di Storia delle religioni (12).
Dal '46 Capitini realizzo' una serie di iniziative volte ad animare il dibattito sulla situazione religiosa italiana mediante convegni svoltisi in varie citta' in collaborazione con l'ex sacerdote Ferdinando Tartaglia sotto il nome di "Movimento di religione" (13), sentendo urgente la necessita' di un rinnovamento radicale (14). L'elaborazione di una propria posizione religiosa, iniziata con la pubblicazione di Elementi di un'esperienza religiosa nel 1937, continuo' nel tempo, esprimendosi e consolidandosi in altri scritti come Vita religiosa, Atti della presenza aperta e Religione aperta che gli costo' nel 1956 l'inserimento nell'Indice romano dei libri proibiti.
Altra tematica cara al filosofo perugino fu quella della nonviolenza. Sua maggiore fonte di ispirazione furono gli insegnamenti di Gandhi, ma anche gli scritti di Martin Luther King e Bertrand Russell; proprio dalla marcia antiatomica organizzata da quest'ultimo a Londra, Capitini trasse l'idea dell'organizzazione della "Marcia per la pace e la fratellanza tra i popoli" svoltasi da Perugia ad Assisi il 24 settembre 1961.
Dal 1952 Capitini, in collaborazione con l'amica inglese Emma Thomas, costitui' un Centro di Orientamento Religioso (COR) al fine di far conoscere le diverse religioni alla popolazione e fornire spunti di meditazione e arricchimento morale e culturale (15).
Nel 1956 divenne docente universitario di Pedagogia a Cagliari, dove rimase per una decina di anni. Mori' a Perugia nel 1968.
*
Non si hanno notizie sulle vicende che hanno portato alla costituzione della biblioteca di Aldo Capitini; il nucleo originario ebbe certamente sede nella sua prima abitazione, la torre campanaria del Palazzo dei Priori, dove abito' in gioventu' con i genitori. Si puo' intuire che questi libri a lui fondamentali per gli studi e "annotati amorevolmente" (16), lo abbiano seguito nei suoi spostamenti, tuttavia e' possibile rintracciarne soltanto la sede finale, l'appartamento di Via Villaggio S. Livia, in quanto sua ultima abitazione. Un anno dopo la morte di Capitini i suoi libri furono ereditati dalla Fondazione Centro Studi Aldo Capitini e ad oggi, pur rimanendo proprieta' di quest'ultima, costituiscono il nucleo principale della Biblioteca comunale di S. Matteo degli Armeni di Perugia.
La biblioteca dello studioso contiene circa 6700 volumi, compresi i testi postumi, ovvero acquistati e prodotti dalla Fondazione dopo la morte di Capitini. Il presente studio ha preso in esame soltanto le pubblicazioni precedenti
il 1968 (anno della morte di Aldo) e quindi con buona probabilita' appartenute al filoso perugino.
La biblioteca e' composta da un nucleo di opere edite anteriormente al 1968, un nucleo posteriore (circa 500 volumi), riviste e periodici (203), libri scritti da Capitini (158), tesi di laurea di cui egli fu relatore (58) o di cui egli fu l'oggetto di studio (33).
Il numero piuttosto modesto dei libri presenti mette in evidenza la personalita' del suo possessore: si tratta infatti di una biblioteca "selecta", in cui l'aspetto "consumistico" e' del tutto assente, e dalla quale emergono chiari gli interessi dell'intellettuale.
Le informazioni qui riportate sono frutto dell'analisi del catalogo della biblioteca compilato da Adriana Savelli utilizzando l'archivio/database TECA.
In tale catalogo i libri sono ordinati secondo la Classificazione Decimale Dewey (sistema di classificazione bibliografica ideato nel 1876 dall'americano Melvil Dewey (17)); cio' ha permesso di indagare e interrogare la biblioteca basandosi su questa suddivisione per individuare i "campi di interesse" dell'autore.
Dal grafico [qui omesso - ndr -] si evince che le classi con il maggior numero di libri presenti nella biblioteca sono quelle: delle Scienze sociali, in cui troviamo in accordo con gli interessi e ruoli ricoperti da Capitini un numero elevato di testi sull'educazione (629 volumi), tra gli autori maggiormente presenti in questo campo troviamo John Dewey (31) e Maria Montessori (23); della Letteratura (soprattutto letteratura italiana, 746, e classici greci e latini, 310); della Religione (spiccato e' l’interesse per la Teologia cristiana e le altre religioni, soprattutto orientali); e della Filosofia e Psicologia (soprattutto Filosofia occidentale moderna ed Etica; numerosi i testi di Benedetto Croce, 77, Kant, 49, e Giovanni Gentile, 28).
Come anticipato dal grafico, possiamo affermare che gran parte dei libri della biblioteca sono stati editi precedentemente al 1968; in particolare la maggior parte delle edizioni sono novecentesche, tranne un interessante nucleo di 32 libri precedenti al 1800 e un cospicuo numero di edizioni ottocentesche (206). L'edizione piu' antica risale al 1581, Labirinto d'amore, ovvero il Corbaccio di G. Boccaccio; le altre opere invece, seicentesche (8) e settecentesche (23), riguardano in gran parte la discussione teologica sul sacramento battesimale. Tematica che rimanda immediatamente a una nota vicenda biografica di Capitini, la sua rinuncia al battesimo ricevuto da bambino.
Per quanto riguarda le lingue di pubblicazione si puo' notare un numero piuttosto ampio di opere in lingua straniera: 1098. Se si considerano le lingue moderne, i nuclei principali sono rappresentati dal francese (419), l'inglese (268) e il tedesco (81). Tra le lingue classiche invece spiccano il latino (165) e il greco (145). Molti di questi volumi venivano inviati ad Aldo da istituti, riviste e autori stranieri, confermandoci ulteriormente il ruolo di spicco che egli rivestiva sulla scena culturale internazionale. Non e' possibile sapere il grado di conoscenza che Capitini avesse di queste lingue, ma l'ampia presenza di libri di grammatica annotati e di testi in lingua con appunti, sottolineature e note di traduzione possono essere eloquenti al riguardo. Tuttavia Capitini studio' con certezza anche altre lingue la cui testimonianza risulta essere minore all'interno della biblioteca, ma comunque presente; e' il caso dello spagnolo, di cui l'autore possiede una grammatica e due testi annotati, e l'ebraico con tre grammatiche annotate.
Un gran numero di libri della biblioteca contiene segni di annotazioni o sottolineature apposte per mano di Aldo Capitini, 460; fanno eccezione un testo annotato da Angelo Pizio e alcuni volumi annotati da Emma Thomas (3), la cui biblioteca privata (di cui non ci e' nota la consistenza) si ipotizza sia confluita in quella di Capitini; infatti Emma Thomas, alla sua morte, nel 1960, gli lascio' in eredita' il proprio appartamento e il proprio archivio personale (18).
Per quanto riguarda le note di possesso ne troviamo tre estranee all'autore: una di Bianca Brizzi, una di Angelo Migni (parroco ex modernista e antifascista) (19) su un'opera donata dagli eredi di quest'ultimo a Capitini, e una del padre di Aldo, Enrico Capitini datata al 1888; un'altra e' costituita dalle firme di Guido Di Pino, Walter Binni, Aldo Capitini, Gianfranco Contini, sul volume Michelangelo di P. Toesca.
Le tematiche dei testi annotati da Capitini sono le piu' svariate, anche se e' evidente la preminenza della letteratura (43%) e della pedagogia (22%); seguono poi religione (14%), storia/politica (8%), filosofia (7%) e nonviolenza (6%).
All'interno di 19 volumi della biblioteca e' stato rinvenuto inoltre del materiale inserito tra le pagine, per la maggior parte articoli di giornale e recensioni.
La sezione delle riviste, non presa in esame in questo studio, e' stato recente oggetto di ricognizione dei bibliotecari di S. Matteo degli Armeni; essi infatti hanno provveduto allo spoglio di ogni pezzo segnalando il materiale presente tra le pagine e i cospicui segni di annotazione. Questo lavoro certosino, senza dubbio utile per gli studi futuri, ha per ora evidenziato la continua attivita' di ricerca e aggiornamento del professore perugino.
Tornando ai libri, e' interessante analizzarne le dediche, presenti in circa 250 volumi; esse sono generalmente degli autori che omaggiano Aldo della propria opera, e sono riscontrabili sia nei testi in lingua italiana che straniera. Alcuni risultano ricorrenti, come ad esempio W. Binni, G. Cives, A. Ferriere. Troviamo poi due libri dedicati a E. Thomas, un volume dedicato da Aldo ai propri genitori nel 1931 e un testo con dedica alla madre (Adele Capitini) da parte di Elisa Bergami.
Due testi unici sono sicuramente il Torquato Tasso di W. Goethe, in quanto in frontespizio presenta il timbro della Censura delle Carceri Giudiziarie Murate di Firenze (testimonianza della breve incarcerazione di Capitini per la sua attivita' antifascista) e il Zang tumb tumb di Filippo Tommaso Marinetti, con dedica autografa e "artistica" dell'autore incontrato da Capitini a Perugia nel 1914 in occasione di una serata futurista al teatro Turreno. Cio' ci mostra come tramite la "lettura della biblioteca" si possano ripercorrere alcuni episodi biografici del suo possessore e di come questa dunque, se "ascoltata" con attenzione, ci parli di lui.
Dalle dediche spesso si evince il tipo di rapporto che legava Capitini con alcuni degli intellettuali dell'epoca (amicizia, stima professionale reciproca, condivisione di progetti e ideali...). Infatti, grazie a una rapida verifica della serie epistolare dell'archivio di Aldo e' stato possibile riscontrare come la maggior parte dei dedicatari intrattenesse rapporti di lavoro o personali piu' o meno intensi e costanti con il filosofo perugino.
Un recente studio dedicato a una parte dell'archivio di Aldo Capitini ha consentito la schedatura (a breve disponibile online) (19) della serie riguardante gli scritti dell'autore, nello specifico tutte le sue pubblicazioni, comprendendo articoli, bozze di stampa e interventi pubblici.
Attualmente, invece, un progetto ancora in attesa di approvazione, verte sullo studio di una parte della cospicua serie epistolare, consistente in 1466 buste.
Risulterebbe tuttavia necessaria un'analisi sistematica di tutta la documentazione, e piu' in generale uno studio incrociato e parallelo delle due entita', biblioteca e archivio. Questo consentirebbe un dialogo tra i due, separati dal punto di vista fisico (infatti la prima e' ospitata dalla Biblioteca comunale di S. Matteo degli Armeni e il secondo si trova nell'Archivio di Stato di Perugia), ma sicuramente da porre sullo stesso piano affinche' l'uno aiuti la comprensione dell'altro fornendo un quadro piu' completo e approfondito sulla figura di Aldo Capitini, e piu' in generale sulla storia della cultura del nostro Paese.
*
Note
1. Giacomo Zanga. Aldo Capitini. Torino, L'eta' dell'acquario, 1988, p. 12.
2. Ivi, p. 15.
3. Ivi, p. 17-20.
4. Gabriella Mecucci. Le ambiguita' del pacifismo. Bologna, Minerva Edizioni, 2011, p. 23.
5. Giacomo Zanga. Aldo Capitini, cit., p. 38.
6. Walter Binni. Ricordo di Aldo Capitini, in Aldo Capitini (1899-1968). A cura del Comune e della Provincia di Perugia. Perugia, [s.n.], 1988, p. 28.
7. Giacomo Zanga. Aldo Capitini, cit., p. 32.
8. Aldo Capitini. Attraverso due terzi del secolo, in Aldo Capitini (1899-1968), cit., p. 16.
9. Mario Martini. Introduzione, in Aldo Capitini. Religione aperta. Prefazione di Goffredo Fofi, introduzione e cura di Mario Martini. Roma-Bari, Laterza, 2011, p. XI.
10. Ivi, p. XII.
11. Aldo Capitini. Attraverso due terzi del secolo, cit., p. 17.
12. Ibidem.
13. Mario Martini. Introduzione, in Aldo Capitini. Religione aperta, cit., p. XIII.
14. Giacomo Zanga. Aldo Capitini, cit., p. 51.
15. Aldo Capitini. Nuova socialita' e riforma religiosa. Torino, Einaudi, 1950, p. 43.
16. Walter Binni. Ricordo di Aldo Capitini, in Aldo Capitini (1899-1968), cit., p. 28.
17. Mauro Guerrini. 025.43 Classificazione Decimale Dewey, in Biblioteconomia. Guida classificata, cit.
18. Walter Binni. La tramontana a Porta Sole. Scritti perugini e umbri. Perugia, Morlacchi, 1984, p. 161.
19. Archivio di Stato di Perugia, Fondo Aldo Capitini.
6. MATERIALI. CARLO PULSONI: LA BIBLIOTECA DI ALDO CAPITINI
[Dal sito www.treccani.it riprendiamo e diffondiamo il seguente articolo del 17 ottobre 2014.
Carlo Pulsoni e' professore di Filologia romanza presso l'Universita' di Perugia ed ha tenuto seminari e conferenze presso varie universita' italiane, europee e americane]
Domenica 19 ottobre [2014] prendera' il via la ventunesima edizione della Marcia della Pace Perugia Assisi, nata trentatre' anni fa su intuizione di Aldo Capitini il 24 settembre 1961.
Di questa notevole figura di filosofo, pedagogo, teorico della nonviolenza, si sa molto sia sul versante biografico (i suoi studi presso la Scuola Normale di Pisa e la sua espulsione decretata da Giovanni Gentile, il suo antifascismo, gli intellettuali e religiosi con cui venne in contatto), sia su quello saggistico (si deve a Benedetto Croce la pubblicazione da Laterza del suo Elementi di un'esperienza religiosa nel 1937).
Meno nota forse e' la sua collezione di libri, oggi conservata a Perugia presso la Biblioteca comunale di San Matteo degli Armeni, grazie a un accordo con la Fondazione Capitini. Essa consta di circa 6500 volumi (di cui un migliaio di opuscoli), 200 riviste e un centinaio di tesi di laurea.
Una ricognizione su questo materiale ci permette di capire non solo il vasto raggio delle letture di Capitini, ma anche su quali testi si sia forgiato il suo pensiero. Egli appose infatti tutta una serie di appunti e promemoria su scritti molto vicini ai suoi interessi: mi limito a citare il volume di Luis Corman, fondatore della Morfopsicologia, Une ecole d'heroisme. Les campagnes non-violentes de Gandhi (Paris, Stock, 1951), quello a cura di Rienzo Colla, Tu non uccidere (Vicenza, La locusta, 1957) [si tratta ovviamente del capolavoro di don Primo Mazzolari, apparso anonimo a cura di Rienzo Colla per i tipi della sua benemerita casa editrice - ndr -], o quello di don Zeno Saltini, L'uomo e' diverso (Grosseto, Edizioni Staia, 1955).
Di particolare interesse si rivelano anche le dediche che accompagnano molti libri della biblioteca: Giovanni Pioli, ex sacerdote, sostenitore del modernismo nonche' fra i primi e piu' attivi promotori dell'obiezione di coscienza in Italia, scrive nel suo Educhiamo i nostri padroni (Milano, Istituto Italo Britannico, 1919): "Omaggio di Giovanni Pioli ad Aldo Capitini, pioniere di rinnovamento religioso, morale, sociale"; lo storico Delio Cantimori, gia' compagno di studi di Capitini alla Scuola Normale, in Eretici italiani del Cinquecento (Firenze. Sansoni, 1939): "A Aldo Capitini, affettuoso omaggio del suo vecchio amico; queste ricerche, iniziate alla Normale, vorrebbero essere anche, per te, un segno della fedelta' alla vecchia amicizia, e allo spirito delle nostre vecchie discussioni. Delio"; o infine la copia gia' menzionata del volume di Corman: “Au Professeur Aldo Capitini en temoignage de la communaute' de notre ideal, et comme un message de sympathie a son Congres de Non–violence. L. Corman".
Esempi che ci permettono di comprendere l'importanza di conservare uniti i patrimoni librari di grandi intellettuali, raccolte che, anche se riescono a evitare la vendita da parte degli eredi, vengono spesso lasciate prive d'inventario nei magazzini delle biblioteche, senza alcuna possibilita' di consultazione.
7. STORIE D'ALTRI TEMPI E DELL'IMMEDIATO FUTURO. SEVERINO VARDACAMPI: LA CONTINUITA' DELLO STATO, IL GOVERNO MEZZO-RAZZISTA E LA DERIVA VERSO LA DITTATURA DEGLI IMBECILLI RANCOROSI
Avevo pensato di scrivere un editoriale, un opuscolo, un ponderoso saggio in tre tomi su questo appassionante argomento.
Avevo gia' temperato la matita che chi ti bussa alla mia porta con questa pioggia e questo vento? I ragazzi con le camicie nere.
8. NUOVI RACCONTI CRUDELI DELLA CITTA' DOLENTE. OMERO DELLISTORTI: OGNUNO AL POSTO SUO
Io neppure lo capiscio che bisogno c'e' de dillo. Ognuno ha da sta' ar posto suo. E' legge de natura.
Sei nato femmina? E allora hai da sta' ar servizio der maschio.
Sei nato muso rosso o nero o giallo? E allora hai da sta' ar servizio der viso pallido.
Sei nato operaio o contadino? E allora hai da sta' ar servizio der sor padrone.
E' cosi' semplice, lo capisciono tutti.
Io presempio so' nato rapinatore.
9. REPETITA IUVANT. LA NONVIOLENZA NON INDOSSA IL FRAC
La nonviolenza non la trovi al ristorante.
Non la incontri al circolo dei nobili.
Non frequenta la scuola di buone maniere.
E' sempre fuori dall'inquadratura delle telecamere delle televisioni.
La nonviolenza non fa spettacolo.
La nonviolenza non vende consolazioni.
La nonviolenza non guarda la partita.
E' nel conflitto che la nonviolenza agisce.
Dove vi e' chi soffre, li' interviene la nonviolenza.
Dove vi e' ingiustizia, li' interviene la nonviolenza.
Non la trovi nei salotti e nelle aule.
Non la trovi tra chi veste buoni panni.
Non la trovi dove e' lustra l'epidermide e non brontola giammai lo stomaco.
La nonviolenza e' dove c'e' la lotta per far cessare tutte le violenze.
La nonviolenza e' l'umanita' in cammino per abolire ogni sopraffazione.
Non siede nel consiglio di amministrazione.
Non si abbuffa coi signori eccellentissimi.
Non ha l'automobile, non ha gli occhiali da sole, non ha il costume da bagno.
Condivide la sorte delle oppresse e degli oppressi.
Quando vince rinuncia a ogni potere.
Non esiste nella solitudine.
Sempre pensa alla liberta' del prossimo, sempre pensa al riscatto del vinto,
sempre pensa ad abbattere i regimi e di poi a riconciliare gli animi.
Sa che il male e' nella ricchezza, sa che il bene e' la condivisione;
sa che si puo' e si deve liberare ogni persona e quindi questo vuole:
la liberta' di tutte, la giustizia, la misericordia.
La nonviolenza e' l'antibarbarie.
La nonviolenza e' il riconoscimento della dignita' di ogni essere vivente.
La nonviolenza e' questa compassione: sentire insieme, voler essere insieme,
dialogo infinito, colloquio corale, miracolo dell'incontro e della nascita;
l'intera umanita' unita contro il male e la morte;
si', se possiamo dirlo in un soffio e in un sorriso: tutti per uno, uno per tutti.
La nonviolenza e' la lotta che salva.
Ha volto e voce di donna, sa mettere al mondo il mondo,
il suo tocco risana le ferite, i suoi gesti sono limpida acqua, i suoi atti recano luce;
sempre lotta per la verita' ed il bene, usa solo mezzi coerenti
con il fine della verita' e del bene.
Sa che il mondo e' gremito di persone, cosi' fragili, smarrite e sofferenti.
Sa che la sua lotta deve esser la piu' ferma; e deve essere la piu' delicata.
Quando la plebe all'opra china si rialza: li' e' la nonviolenza.
Quando lo schiavo dice adesso basta, li' e' la nonviolenza.
Quando le oppresse e gli oppressi cominciano a lottare
per un'umanita' di persone tutte libere ed eguali in diritti,
li', li' e' la nonviolenza.
Quando ti svegli ed entri nella lotta, la nonviolenza gia' ti viene incontro.
La nonviolenza e' una buona cosa.
E' questa buona cosa che fai tu quando fai la cosa giusta e necessaria.
10. REPETITA IUVANT. BREVE LITANIA DELLA NONVIOLENZA
La nonviolenza non e' la luna nel pozzo.
La nonviolenza non e' la pappa nel piatto.
La nonviolenza non e' il galateo del pappagallo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' la ciancia dei rassegnati.
La nonviolenza non e' il bignami degli ignoranti.
La nonviolenza non e' il giocattolo degli intellettuali.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il cappotto di Gogol.
La nonviolenza non e' il cavallo a dondolo dei generali falliti.
La nonviolenza non e' la Danimarca senza il marcio.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' l'ascensore senza bottoni.
La nonviolenza non e' il colpo di carambola.
La nonviolenza non e' l'applauso alla fine dell'atto terzo.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il museo dell'esotismo.
La nonviolenza non e' il salotto dei perdigiorno.
La nonviolenza non e' il barbiere di Siviglia.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' la spiritosaggine degli impotenti.
La nonviolenza non e' la sala dei professori.
La nonviolenza non e' il capello senza diavoli.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il ricettario di Mamma Oca.
La nonviolenza non e' l'albero senza serpente.
La nonviolenza non e' il piagnisteo di chi si e' arreso.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' la quiete dopo la tempesta.
La nonviolenza non e' il bicchiere della staffa.
La nonviolenza non e' il vestito di gala.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il sapone con gli gnocchi.
La nonviolenza non e' il film al rallentatore.
La nonviolenza non e' il semaforo sempre verde.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' il jolly pescato nel mazzo.
La nonviolenza non e' il buco senza la rete.
La nonviolenza non e' il fiume dove ti bagni due volte.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' l'abracadabra degli stenterelli.
La nonviolenza non e' il cilindro estratto dal coniglio.
La nonviolenza non e' il coro delle mummie del gabinetto.
La nonviolenza e' la lotta contro la violenza.
La nonviolenza non e' niente che si veda in televisione.
La nonviolenza non e' niente che si insegni dalle cattedre.
La nonviolenza non e' niente che si serva al bar.
La nonviolenza e' solo la lotta contro la violenza.
11. REPETITA IUVANT. DELLA NONVIOLENZA DISPIEGATA AL SOLE AD ASCIUGARE
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza la politica necessaria.
Chiamiamo nonviolenza l'occhio che vede e piange.
Chiamiamo nonviolenza la lotta per l'abolizione di tutte le guerre.
Chiamiamo nonviolenza la lotta che abroga ogni servitu'.
Chiamiamo nonviolenza questo accampamento notturno nel deserto.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'amicizia che non tradisce.
Chiamiamo nonviolenza il ponte di corda teso sull'abisso.
Chiamiamo nonviolenza la fine della paura della morte.
Chiamiamo nonviolenza la fine della minaccia della morte.
Chiamiamo nonviolenza aver visto e alba e tramonto con limpido cuore.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il tappeto volante.
Chiamiamo nonviolenza il voto unanime per la salvezza degli assenti.
Chiamiamo nonviolenza il cielo stellato.
Chiamiamo nonviolenza il rispetto della vita altrui.
Chiamiamo nonviolenza il sonno dei giusti e dei giusti la veglia.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il silenzio che non spaventa.
Chiamiamo nonviolenza la telefonata che ferma l'esecuzione.
Chiamiamo nonviolenza il libro che ti fa ridere e piangere.
Chiamiamo nonviolenza il viaggio senza bagagli.
Chiamiamo nonviolenza il suono dell'arcobaleno.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il pasto in comune.
Chiamiamo nonviolenza il miracolo della nascita.
Chiamiamo nonviolenza la voce che risponde.
Chiamiamo nonviolenza la porta che si apre allo straniero.
Chiamiamo nonviolenza la lotta contro la violenza.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il dono e la rinuncia.
Chiamiamo nonviolenza la leggerezza sui corpi.
Chiamiamo nonviolenza la parola che suscita le praterie.
Chiamiamo nonviolenza il soffio che estingue gli incendi.
Chiamiamo nonviolenza l'infinito respiro del mare.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza l'umanita' come dovrebbe essere.
Chiamiamo nonviolenza la coscienza del limite.
Chiamiamo nonviolenza il ritrovamento dell'anello di Salomone.
Chiamiamo nonviolenza gl'immortali principi dell'Ottantanove.
Chiamiamo nonviolenza l'ironia e la pazienza.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza il riconoscimento della pluralita' delle persone e dei mondi.
Chiamiamo nonviolenza la distruzione di tutte le armi assassine.
Chiamiamo nonviolenza non nascondere la nostra ignoranza.
Chiamiamo nonviolenza rifiutarsi di mentire.
Chiamiamo nonviolenza la scelta di fare la cosa che salva le vite.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza una giornata di sole sulla strada.
Chiamiamo nonviolenza la scuola di Spartaco e della Rosa Rossa.
Chiamiamo nonviolenza la certezza morale del figlio della levatrice.
Chiamiamo nonviolenza la legge nuova del figlio del falegname.
Chiamiamo nonviolenza le tre ghinee di Virginia.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza questo atto di riconoscimento e di riconoscenza.
Chiamiamo nonviolenza il giro della borraccia.
Chiamiamo nonviolenza questo colloquio corale.
Chiamiamo nonviolenza la Resistenza antifascista.
Chiamiamo nonviolenza l'uscita dallo stato di minorita'.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
Chiamiamo nonviolenza parlare e ascoltare.
Chiamiamo nonviolenza la stazione sempre aperta.
Chiamiamo nonviolenza lo specchio e la sorgente.
Chiamiamo nonviolenza sentire il dolore degli altri.
Chiamiamo nonviolenza prendersi cura del mondo.
Chiamiamo nonviolenza il movimento di liberazione delle donne, e null'altro.
12. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Letture
- Alba Gonzalez Sanz, Gertrude Stein, Rba, Milano 2020, pp. 188, euro 9,99.
*
Riletture
- Varlan Salamov, I racconti di Kolyma, Einaudi, Torino 1999, 2009, 2 voll. per complessive pp. XLIV + 1322.
*
Riedizioni
- Paulo Coelho, Undici minuti, La nave di Teseo 2018, Gedi, Roma 2020, pp. 256, euro 9,90 (in supplemento al quotidiano "La Repubblica").
13. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
14. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3738 del 13 maggio 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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