[Nonviolenza] Alcune franche parole nell'anniversario del rogo dei libri del 10 maggio 1933 a Berlino
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- Date: Sun, 10 May 2020 17:27:45 +0200
ALCUNE FRANCHE PAROLE NELL'ANNIVERSARIO DEL ROGO DEI LIBRI DEL 10 MAGGIO 1933 A BERLINO
Il 10 maggio 1933 a Berlino gli assassini nazisti realizzarono il piu' noto dei molti roghi di libri con cui cercarono di annientare anche la memoria e la cultura che sono tanta parte della liberta' umana.
E' stata innumerevoli volte ripetuta la terribile profezia di Heinrich Heine, che dove si bruciano i libri poi si bruceranno gli uomini. Innumerevoli volte ripetuta, essa ancora non e' diventata persuasione comune dell'umanita'.
Conosco un solo inconfutabile argomento in favore della liberta' di stampa, ed e' questo da Heine enunciato.
Ne deriva un ineludibile dovere: difendere il diritto di ogni essere umano non solo a pensare i suoi veri pensieri, non solo a dire le parole che crede vere assumendosene la responsabilita', ma anche a scriverle e diffonderle nel rispetto dell'eguale diritto di ogni altro essere umano, nel rispetto del diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla liberta'. Caratteristica precipua dell'umanita' e' il suo costituirsi come universale corale colloquio cui ogni essere umano partecipa. La scrittura e i manufatti che ne derivano sono il modo con cui gli esseri umani morti, quelli ora viventi e coloro che verranno possono parlare tra loro al di la' delle distanze spaziali e temporali, comunicarsi le esperienze e le conoscenze, e proseguire il cammino che dall'ignoranza porta alla verita', che dalla solitudine porta all'incontro, che dal regno della necessita' porta al regno della liberta'.
Cosi', pensando questo, mi spaventa l'abuso delle nuove tecnologie che fagocita la lettura attenta e pensosa sostituendola con la chiacchiera istantanea e l'altrettanto istantanea perdita della memoria. Internet ci consentirebbe di mettere a disposizione di tutti gli esseri umani la biblioteca universale delll'umanita', ed invece e' utilizzato perlopiu' per la propaganda totalitaria, per la sagra delle banalita' e delle scempiaggini, per l'alluvione di insulti e volgarita', per promuovere la barbarie, per bruciare in altro modo i libri.
Difendere e leggere i libri mi sembra pertanto un dovere morale e civile, e con essi difendere l'esistenza delle biblioteche e delle librerie. Credo che ogni persona ragionevole dovrebbe preferire la frequentazione delle librerie alle mescite di acquavite, alle fumerie d'oppio, ai lupanari ove la carne umana viene venduta ai lupi, ai narcotici mass-media - che costituiscono la punta di lancia della societa' dello spettacolo di debordiana memoria e sono effettualmente le onnipervasive agenzie della scotomizzazione, dell'alienazione, della rapinatrice persuasione occulta e flagrante; i narcotici mass-media che delle mescite, le fumerie e i lupanari sono la summa e il culmine.
Di libri, della memoria delle vite e delle molte verita' e discussioni che essi recano, sono fatte le barricate di chi insorge contro il fascismo che torna.
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In questi anni - diciamo dal 1994 -, e in questi giorni - diciamo dall'inizio dell'epidemia -, nel nostro paese si fa sempre piu' tangibile il rischio totalitario. Un totalitarismo di tipo nuovo, certo, diverso da quelli di Mussolini, di Hitler e di Stalin. Ma totalitarismo anch'esso. Troppe tracce, troppi sintomi si manifestano.
Chi avrebbe creduto che appena uno, due anni fa, un governo razzista avrebbe commesso indicibili crimini contro l'umanita' con l'acquiescenza di tanta parte dei media e degli stessi organi di controllo che l'ordinamento giuridico prevede? Chi avrebbe creduto che la meta' dei membri di quel governo scellerato avrebbe continuato a governare con un governo ulteriore - quello attuale - invece di essere tratti nelle aule di giustizia, ed allontanati per sempre da tutti i pubblici uffici?
Oggi gioiamo per la liberazione di una giovane generosa volontaria italiana che in Africa aiutava bambini innocenti e che poi ha subito un lungo sequestro da parte di una o piu' bande di criminali.
Quando potremo gioire anche per la liberazione di milioni di persone che vivono e lavorano in Italia e subiscono qui e adesso persecuzioni, segregazione, schiavitu', un regime di apartheid, la violenza dei poteri criminali e di antileggi hitleriane, la violenza mafiosa, razzista, schiavista, maschilista?
Quando potremo gioire perche' finalmente sara' rispettata e applicata la Costituzione della Repubblica italiana che riconosce e difende i diritti umani di tutti gli esseri umani, che garantisce il diritto d'asilo a chi e' costretto ad abbandonare il suo paese, che come ogni legge che sia una vera legge e' la difesa del debole dall'abuso del forte, e' la protezione dell'oppressa e dell'oppresso dalla violenza dell'oppressore?
Quando potremo gioire perche' finalmente sara' riconosciuto ad ogni essere umano che vive nel nostro paese il pieno diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'?
Quando potremo gioire perche' finalmente in Italia ogni persona vedra' riconosciuti tutti i suoi diritti sociali, civili, politici, umani?
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E' in discussione in questi giorni la proposta di una sanatoria che finalmente riconosca e difenda i diritti di tutte le persone oggi ancora costrette al lavoro nero, che particolarmente nelle campagne significa sovente vera e propria schiavitu' alla merce' di un sistema di potere mafioso, razzista e assassino.
Sia varata immediatamente una legge che finalmente liberi tutte le vittime; che finalmente contrasti tutti gli schiavisti; che finalmente riconosca tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani che vivono nel nostro paese.
Nessuna persona sia piu' abbandonata alla merce' di feroci aguzzini.
Ad ogni persona sia garantito un lavoro decente e tutelato, e un alloggio dignitoso, e tutti i beni necessari alla vita, e la protezione sociale e la partecipazione democratica.
Nessun essere umano e' un clandestino in quest'unico mondo vivente casa comune dell'umanita' intera. E "Una persona, un voto" e' il fondamento della democrazia.
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La memoria del passato ci ispiri ad agire affinche' gli orrori che furono cessino di ripetersi.
Il ricordo delle vittime della barbarie nazista ci convoca ad agire in difesa del diritto alla vita di ogni essere umano.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Non abbandonare nessuno all'abuso, al dolore, alla morte.
Contrastare la violenza con la forza della verita', con la scelta nitida e intransigente della nonviolenza.
Ogni essere umano e' un essere umano.
Il razzismo e' un crimine contro l'umanita'.
Insorga nonviolentemente ogni persona decente affinche' sia posta fine alla schiavitu' e all'apartheid nel nostro paese.
L'Italia torni finalmente al rispetto della Costituzione repubblicana scritta col sangue dei martiri della Resistenza.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Oppresse e oppressi di tutti i paesi, unitevi.
Solo la nonviolenza puo' salvare l'umanita' dalla catastrofe.
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 10 maggio 2020
Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile ricevere gratuitamente abbonandosi attraverso il sito www.peacelink.it
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