[Nonviolenza] Telegrammi. 3711
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- Date: Wed, 15 Apr 2020 20:09:08 +0200
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3711 del 16 aprile 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, sito: https://lists.peacelink.it/nonviolenza/
Sommario di questo numero:
1. Una lettera al sindaco di Viterbo affinche' la citta' ricordi monsignor Dante Bernini il 20 aprile nell'anniversario della nascita
2. Angela Dogliotti: Tornare alla "normalita'"?
3. Prima che sia troppo tardi. Un appello
4. Una lettera da inviare al governo
5. Una lettera da inviare ai Comuni
6. Ricciardo Aloisi: Elogio degli aquiloni
7. Rita Vittori presenta "Cambiare la scuola si puo'" di Daniele Novara
8. Segnalazioni librarie
9. La "Carta" del Movimento Nonviolento
10. Per saperne di piu'
1. MEMORIA. UNA LETTERA AL SINDACO DI VITERBO AFFINCHE' LA CITTA' RICORDI MONSIGNOR DANTE BERNINI IL 20 APRILE NELL'ANNIVERSARIO DELLA NASCITA
Egregio sindaco,
tra pochi giorni, il 20 aprile, ricorre l'anniversario della nascita di don Dante Bernini, vescovo e costruttore di pace.
E' il primo suo compleanno che quanti gli vollero bene e gli furono piu' vicini non potranno festeggiare con don Dante, essendo deceduto il 27 settembre scorso.
Ma la ricorrenza sara' comunque occasione per quanti lo hanno conosciuto e amato di ricordarlo ancora con affetto immutato, il dolore della perdita temperando con la memoria della sua bonta'.
Le misure di contenimento dell'epidemia in corso impediscono che si svolgano incontri e celebrazioni pubbliche e partecipate, ma non impediscono che gli amici lo ricordino, e che la citta' di Viterbo che solennemente alcuni anni fa, il 2 ottobre 2014 nella "Giornata internazionale della nonviolenza" promossa dall'Onu, volle esprimergli la sua gratitudine per l'alto suo magistero, per la sua testimonianza di uomo buono e sapiente, lo ricordi ancora attraverso la voce di chi la collettivita' viterbese rappresenta.
Vorrei quindi pregarla, egregio sindaco, di voler in quel giorno esprimere, nella forma che riterra' opportuna, la gratitudine e il ricordo della cittadinanza tutta per una persona che tanto ha donato e che resta un luminoso esempio per ogni persona di volonta' buona.
Ringraziandola per l'attenzione, e augurandole ogni bene, mi permetto di allegare in calce a questa lettera una minima notizia sull'amico e maestro che ci ha lasciato pochi mesi fa.
Peppe Sini, responsabile del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 15 aprile 2020
*
Una minima notizia su monsignor Dante Bernini
"Vescovo emerito della diocesi di Albano, gia' presidente della Commissione Giustizia e Pace della Conferenza Episcopale Italiana e gia' membro della "Comece'" (Commission des Episcopats de la Communaute' Europeenne), una delle figure piu' illustri dell'impegno di pace, solidarieta', nonviolenza, che nell'arco dell'intera sua vita come sacerdote e come docente e' stato costantemente impegnato per la pace e per la giustizia, nella solidarieta' con i sofferenti e gli oppressi, nell'impegno per la salvaguardia del creato, nella promozione della nonviolenza, unendo all'adempimento scrupoloso dei prestigiosi incarichi di grande responsabilita' un costante ascolto di tutti coloro che a lui venivano a rivolgersi per consiglio e per aiuto, a tutti sempre offrendo generosamente il suo conforto e sostegno, la sua parola buona e luminosa e l'abbraccio suo saldo e fraterno". Cosi' nella motivazione del riconoscimento attribuitogli il 2 ottobre 2014, nella Giornata internazionale della nonviolenza, dalla Citta' di Viterbo con una solenne cerimonia nella Sala Regia di Palazzo dei Priori. Successivamente, il 13 aprile 2015, nell'anniversario della promulgazione della "Pacem in Terris", era stata realizzata in suo onore a Viterbo una "Giornata per la Pace".
Era nato a La Quercia, piccola frazione di Viterbo, il 20 aprile 1922, e vi era tornato a vivere nell'operosa sua vecchiaia; li' e' deceduto il 27 settembre 2019. Persona buona, costruttore di pace, luminosa figura della nonviolenza, era un punto di riferimento per ogni persona bisognosa di aiuto come per ogni persona impegnata nella solidarieta' concreta, per il bene comune dell'umanita', per la salvaguardia del mondo vivente.
2. RIFLESSIONE. ANGELA DOGLIOTTI: TORNARE ALLA "NORMALITA'"?
[Dal sito del Centro studi "Sereno Regis" di Torino rprendiamo il seguente intervento del 9 aprile 2020.
Angela Dogliotti Marasso, rappresentante autorevolissima del Movimento Internazionale della Riconciliazione e del Movimento Nonviolento, svolge attivita' di ricerca e formazione presso il Centro studi "Sereno Regis" di Torino di cui e' presidente e fa parte della Commissione di educazione alla pace dell'International peace research association; studiosa e testimone, educatrice e formatrice, e' una delle figure piu' nitide della nonviolenza in Italia. Tra le opere di Angela Dogliotti Marasso segnaliamo particolarmente Aggressivita' e violenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino; il saggio su Domenico Sereno Regis, in AA. VV., Le periferie della memoria, Anppia - Movimento Nonviolento, Torino-Verona 1999; con Maria Chiara Tropea, La mia storia, la tua storia, il nostro futuro, Edizioni Gruppo Abele, Torino 2003; con Elena Camino (a cura di), Il conflitto: rischio e opportunita', Edizioni Qualevita, Torre dei Nolfi (Aq) 2004. Un'ampia intervista ad Angela Dogliotti Marasso e' nelle "Notizie minime della nonviolenza in cammino" n. 220; due piu' recenti interviste sono nei "Telegrammi della nonviolenza in cammino" n. 345 e n. 439]
Il Covid-19 colpisce ovunque, ma ci sono alcune situazioni in cui i suoi effetti sono davvero devastanti e mettono in luce i mali profondi del nostro mondo ingiusto e insostenibile.
Scrive Arundathy Roy, a proposito dell'India: "La crisi del Covid-19 deve ancora arrivare [...] Gli ospedali e le cliniche pubbliche dell'India – che non sono in grado di far fronte a quasi un milione di bambini che muoiono di diarrea, malnutrizione e altri problemi di salute ogni anno, con le centinaia di migliaia di pazienti affetti da tubercolosi [...] con una vasta anemia e una popolazione malnutrita vulnerabile a qualsiasi malattia minore, che si rivela fatale per loro – non saranno in grado di far fronte a una crisi come quelle che stanno affrontando l'Europa e gli Stati Uniti adesso" (1).
Situazione di analoga drammaticita' e' prevedibile per vaste aree dell'Africa sub-sahariana e altre parti del mondo che gia' soffrono per l'aumento dei conflitti armati, la poverta' diffusa e l'impatto dei cambiamenti climatici, che aggrava l'insicurezza alimentare rendendo le popolazioni piu' vulnerabili alle infezioni.
In Libia, per i 700.000 rifugiati e migranti, rinchiusi in condizioni disumane nei campi di detenzione, il Covid-19 sarebbe una vera catastrofe. Fuggire da questa situazione diventa una tragica necessita'. Ma nel Mediterraneo non si trovano piu' le navi delle Ong, le cui attivita' sono state sospese a causa della pandemia.
E' di questi giorni il salvataggio di 150 naufraghi sull'unica nave rimasta, la tedesca Alan Kurdi, che pero' non trova un porto ad accoglierla. In questo caso, il Covid-19 diventa un paravento per giustificare – per ragioni di emergenza sanitaria – la chiusura dei porti italiani.
Nemmeno il Covid-19, pero', riesce a fermare la guerra, nonostante l'appello del Segretario Generale dell'Onu Antonio Guterres, ripreso e rilanciato da Papa Francesco.
Emanuele Nannini, di Emergency, afferma che "in alcune aree e' stata decisa una tregua, ma in Libia, Afghanistan, Yemen, Iraq non e' accaduto. I feriti continuano ad arrivare, il supporto chirurgico ha la priorita' perche' una pallottola uccide piu' velocemente del virus" (2).
E i campi profughi, in Libia come in Grecia "sono bombe a orologeria. Le condizioni non consentono il distanziamento sociale ne' le piu' basilari norme igieniche... le persone morivano prima, adesso di piu' senza che l'opinione pubblica si renda conto del danno umano in corso" (3).
Anche da noi ci sono fasce di popolazione che soffrono doppiamente per questa emergenza sanitaria: chi non puo' restare a casa perche' una casa non ce l'ha, chi e' in carcere, gli anziani che muoiono nelle Rsa, i bambini che sono costretti in spazi ristretti o in situazioni di abbandono...
Allora bisogna davvero chiedersi se ha senso parlare di tornare a una normalita' che conteneva gia' tutti i presupposti per queste derive.
Se ha qualche fondamento l'assioma di Boris Cyrulnik (4) secondo il quale le catastrofi sono la regola dell'evoluzione e dalle risposte messe in atto per trovare nuovi equilibri nasce un nuovo ordine, diverso da quello precedente, allora si puo' sperare che dal momento tragico che tutto il mondo sta vivendo, seppur in modi e condizioni diverse, possa scaturire qualche radicale cambiamento.
Il rischio che le trasformazioni portino a un peggioramento della situazione, nel senso di maggiori diseguaglianze, regimi piu' autoritari, violenze e guerre incontrollate, e' forte.
Tuttavia, a causa della pandemia, sta emergendo anche nelle nostre societa' occidentali una nuova e piu' diffusa consapevolezza di tutte le fragilita' e l'insostenibilita' del nostro stile di vita e del sistema economico-sociale che abbiamo costruito, in gran parte a spese dell'ambiente naturale, di altri popoli ed esseri viventi.
Persino sui media mainstream, infatti, si sta mettendo in discussione, ad esempio, la decisione di considerare come produzione essenziale quella dell'industria degli armamenti (compresi quelli atomici!) e si da' voce a chi afferma la necessita' e la possibilita' di una riconversione, a fronte della presenza in Italia di 334 industrie che producono armi e una sola che produce ventilatori polmonari.
E' dunque un momento propizio per mobilitare tutte le nostre energie per dare un contributo a far si' che il dopo avvenga su altre basi, a partire dalla consapevolezza delle strette connessioni tra salute e ambiente, ambiente e guerra, guerra e migrazioni, come abbiamo messo in evidenza nel Festival della Nonviolenza dello scorso anno.
A partire da qui, dal ribaltamento di concetti come quelli di sicurezza, confine, salute, cui la pandemia ci ha costretti, dovremmo raccogliere voci ed esperienze che ci possano aiutare a comprendere quali prospettive per un futuro sostenibile, equo e nonviolento possano concretamente scaturire da questa crisi e quali passi percorrere, a partire dal basso, per rendere credibile e possibile questa prospettiva.
Sappiamo che non sono idee nuove. I movimenti per la pace, la nonviolenza e l'ambiente le portano avanti da anni, ma ci pare che oggi possano assumere nuove dimensioni e significati e ci sia un contesto piu' favorevole per riaffermarle e renderle comprensibili a una piu' vasta opinione pubblica, resa piu' consapevole dall'emergenza vissuta in questi giorni.
Ad esempio, visto che alcuni fattori importanti nel processo di sviluppo del coronavirus e della sua diffusione sembrano essere, da un lato, la deforestazione, con la relativa riduzione degli habitat per le specie selvatiche e, dall'altro, la crescita degli allevamenti intensivi, con conseguente alterazione degli equilibri degli ecosistemi, per quanto riguarda l'ambiente si potrebbero segnalare esempi, pratiche, esperienze relative a un diverso modello di agricoltura; si potrebbe delineare un concetto di salute, che comporti una relazione diversa con l'ambiente in genere, e con l'ambiente di lavoro, in particolare... (Come passare dallo sfruttamento alla cura delle relazioni tra gli esseri umani e con la natura?)
Per quanto riguarda le migrazioni si potrebbero valorizzare le esperienze di vera accoglienza, tutela del lavoro e dei diritti, mettendo in luce come in un mondo interconnesso, garantire una vita dignitosa a ciascuno e' interesse di tutti ed evidenziando come il blockdown, interrompendo gli scambi, chiudendo i confini, rendendo piu' difficoltosa la raccolta e l'approvvigionamento dei prodotti agricoli, ad esempio, ha danneggiato anche l'economia dei nostri produttori, che hanno bisogno del lavoro dei migranti, da tutelare contro lo sfruttamento, il caporalato e le agromafie.
Per quanto riguarda il tema pace-nonviolenza, la situazione attuale ha posto sotto gli occhi di tutti l'assurdita' di pensare alla difesa armata come modo per garantire la sicurezza, quando ci siamo dovuti confrontare con un nemico invisibile e sconosciuto, il Covid-19, per contrastare il quale sarebbero stati utili maggiori investimenti nella tutela della salute pubblica. Dunque meno bombe, magari atomiche, e piu' attrezzature sanitarie adeguate; meno finanziamenti Ue distolti dalla ricerca civile e destinati a quella militare (ad esempio la cybersecurity).
Il tema della riconversione dell'industria bellica non puo' essere piu' solo una richiesta dei movimenti pacifisti, e' un tema balzato in primo piano. Ma cio' significa anche ragionare su un diverso modello di difesa, capace di intervenire in modo costruttivo nei conflitti e organizzare Corpi Civili di Pace a cio' predisposti (Come passare dal paradigma della guerra a quello della difesa non armata e della trasformazione nonviolenta dei conflitti?).
Questi sono solo alcuni spunti, per evidenziare come ci sono alternative, ed e' ora di metterle in campo, perche', come scrive Arundathy Roy, "nulla sarebbe peggio di un ritorno alla normalita'" (5) poiche' "la normalita' e' il problema" (6).
*
Note
1. Arundathy Roy, in "The Financial Times", 2 aprile 2020.
2, Intervista di Adriana Pollice ne "il Manifesto", 8 aprile, I piu' vulnerabili ormai sono esclusi dalle cure.
3. Idem.
4. Boris Cyrulnik e' neurologo, antropologo e psicanalista francese di origine ebraica, sfuggito alla deportazione e teorico della resilienza, intesa come capacita' di resistere alle situazioni avverse trovando una via di scampo e di adattamento.
5. Arundathy Roy, in "The Financial Times", 2 aprile 2020.
6. Angel Luis Lara, "il Manifesto", 5 aprile 2020.
3. REPETITA IUVANT. PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI. UN APPELLO
Prima che sia troppo tardi il governo faccia uscire dalle carceri sovraffollate le persone li' ristrette e le trasferisca o nelle rispettive abitazioni o in altri alloggi adeguati in cui per quanto possibile siano anch'esse al riparo dal rischio di contagio che in tutti i luoghi sovraffollati e' enorme.
Gia' troppe persone sono morte.
Di seguito una bozza di lettera che proponiamo di inviare al Ministero della Giustizia, ed alcuni indirizzi utilizzabili a tal fine.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Chi salva una vita salva il mondo.
*
La bozza di lettera
"Signor ministro della Giustizia,
come sa, con la fine del fascismo in Italia e' stata abolita la pena di morte, e la Costituzione repubblicana stabilisce che "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanita'".
Per contrastare l'epidemia di coronavirus e cercar di salvare vite umane sono state adottate - sia pure con grave ritardo - misure di distanziamento tra le persone, unico modo efficace di contenere il contagio.
Ma queste misure non possono essere adottate efficacemente in luoghi sovraffollati come le carceri italiane.
Cosicche' chi si trova nelle carceri italiane, come ristretto o come custode, e' esposto al piu' grave pericolo.
E' esposto al pericolo di essere contagiato e di rischiare la vita. E vive in una condizione di torturante paura senza potervi sfuggire.
E' palese che la permanenza in carcere, sic stantibus rebus, e' incompatibile con le indispensabili misure di profilassi per contenere il contagio; e' incompatibile con le norme sul cosiddetto "distanziamento sociale" (pessima formulazione con cui in queste settimane viene indicato il tenersi di ogni persona ad adeguata distanza dalle altre, volgarizzato col motto "restate a casa"); e' incompatibile con il fondamentale diritto di ogni essere umano alla tutela della propria vita.
Ne consegue che finche' l'epidemia non sia debellata occorre vuotare le carceri e - per dirla in breve - mandare tutti i detenuti nelle proprie case con l'ovvio vincolo di non uscirne.
Naturalmente vi saranno casi in cui cio' non sia possibile (i colpevoli di violenza domestica, ad esempio), ma anche questi casi particolari potranno essere agevolmente risolti con la collocazione in alberghi o altre idonee strutture in cui il necessario "distanziamento sociale" sia garantito.
Non si obietti che tale proposta e' iniqua: piu' iniquo, illecito e malvagio sarebbe continuare ad esporre insensatamente alla morte degli esseri umani.
E non si obietti che cosi' si rischia di non poter controllare l'effettiva costante permanenza in casa degli attuali detenuti: oggidi' non mancano affatto le risorse tecnologiche per garantire un efficace controllo a distanza che le persone attualmente ristrette destinatarie di tale provvedimento restino effettivamente nelle loro case (ovvero nelle abitazioni loro assegnate).
Ne' si obietti che cosi' si garantisce il diritto alla casa ai criminali mentre persone che non hanno commesso delitti ne sono prive: e' infatti primario dovere di chi governa il paese garantire un alloggio a tutte le persone che si trovano in Italia; nessuno deve essere abbandonato all'addiaccio o in una baracca, a tutte le persone deve essere garantita una casa: si cessi pertanto piuttosto di sperperare risorse pubbliche a vantaggio dei ricchi e si provveda a rispettare concretamente i diritti fondamentali di ogni persona, adempiendo ai doveri sanciti dagli articoli 2 e 3 della Costituzione della Repubblica italiana.
Signor ministro della Giustizia,
prima che sia troppo tardi si adottino i provvedimenti necessari per vuotare le carceri e mettere in sicurezza per quanto possibile la vita dei detenuti e del personale di custodia.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Voglia gradire distinti saluti,
Firma, luogo, data
Indirizzo del mittente"
*
Alcuni indirizzi utilizzabili
protocollo.gabinetto at giustizia.it,
fulvio.baldi at giustizia.it,
leonardo.pucci at giustizia.it,
gianluca.massaro at giustizia.it,
chiara.giacomantonio at giustizia.it,
roberto.natali at giustizia.it,
giuseppina.esposito at giustizia.it,
marcello.spirandelli at giustizia.it,
clelia.tanda at giustizia.it,
sabrina.noce at giustizia.it,
vittorio.ferraresi at giustizia.it,
andrea.giorgis at giustizia.it,
ufficio.stampa at giustizia.it,
andrea.cottone at giustizia.it,
gioele.brandi at giustizia.it,
mauro.vitiello at giustizia.it,
concetta.locurto at giustizia.it,
giampaolo.parodi at giustizia.it,
roberta.battisti at giustizia.it,
marina.altavilla at giustizia.it,
rita.andrenacci at giustizia.it,
dgmagistrati.dog at giustizia.it,
giuditta.rossi at giustizia.it,
antonia.bucci at giustizia.it,
paolo.attardo at giustizia.it,
tommaso.salvadori at giustizia.it,
daniele.longo at giustizia.it,
redazione at giustizia.it,
callcenter at giustizia.it,
*
Preghiamo chi ci legge di diffondere questa proposta anche ai mezzi d'informazione e ad altre persone di volonta' buona, associazioni ed istituzioni.
4. REPETITA IUVANT. PROPOSTA DI UNA LETTERA DA INVIARE AL GOVERNO
Gentilissima Ministra dell'Interno,
vorremmo sollecitare tramite lei il governo ad adottare con la massima tempestivita' le seguenti misure:
a) garantire immediati aiuti in primo luogo alle persone che piu' ne hanno urgente bisogno, e che invece vengono sovente scandalosamente dimenticate perche' emarginate ed abbandonate alla violenza, al dolore e alla morte, quando non addirittura perseguitate;
b) abrogare immediatamente le scellerate misure razziste contenute nei due cosiddetti "decreti sicurezza della razza" imposti dal precedente governo nel 2018-2019, scellerate misure razziste che violano i diritti umani e mettono in ancor piu' grave pericolo la vita di tanti esseri umani;
c) riconoscere a tutte le persone che vivono in Italia tutti i diritti che ad esse in quanto esseri umani sono inerenti, facendo cessare un effettuale regime di apartheid che confligge con il rispetto dei diritti umani, con la democrazia, con i principi fondamentali e i valori supremi della Costituzione della Repubblica italiana.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene,
Firma, luogo e data, indirizzo del mittente
*
Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare la lettera sono i seguenti:
segreteriatecnica.ministro at interno.it
caposegreteria.ministro at interno.it
Vi preghiamo altresi' di diffondere questo appello nei modi che riterrete opportuni.
5. REPETITA IUVANT. PROPOSTA DI UNA LETTERA DA INVIARE AI COMUNI
Egregio sindaco,
le scriviamo per sollecitare l'amministrazione comunale ad immediatamente adoperarsi affinche' a tutte le persone che vivono nel territorio del comune sia garantito l'aiuto necessario a restare in vita.
Attraverso i suoi servizi sociali il Comune si impegni affinche' tutti i generi di prima necessita' siano messi gratuitamente a disposizione di tutte le persone che non disponendo di altre risorse ne facciano richiesta.
Crediamo sia un dovere - un impegnativo ma ineludibile dovere - che il Comune puo' e deve compiere con la massima tempestivita'.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Confidando nell'impegno suo e dell'intera amministrazione comunale, voglia gradire distinti saluti
Firma, luogo e data
Indirizzo del mittente
*
Gli indirizzi di posta elettronica di tutti i Comuni d'Italia sono reperibili nei siti internet degli stessi.
Vi preghiamo altresi' di diffondere questo appello nei modi che riterrete opportuni.
6. REPETITA IUVANT. RICCIARDO ALOISI: ELOGIO DEGLI AQUILONI
[Riproponiamo i seguenti testi gia' piu' volte ripubblicati su questo foglio. Una decina di anni fa li ripresentammo con queste parole: "Il nostro vecchio amico Ricciardo Aloisi ha pensato di farci dono di alcuni testi in versi estratti da una sua vecchia, anzi stravecchia raccolta. Come e' noto non amiamo pubblicare versi sul nostro foglio: un notiziario quotidiano non e' la sede migliore per un adeguato apprezzamento di questo genere di scritture, e sovente ci pare che si scriva in versi quel che non si riesce a dir bene in prosa, cercando nel gesto, nell'intonazione, un sostegno a un discorso che si avverte in se' periclitante. A cio' si aggiunga che tra i nostri amici piu' cari abbiamo anziani poeti popolari a braccio, abilissimi improvvisatori di consumata perizia metrica, che storcono il naso ogni volta che trovano versi che non siano endecasillabi perfetti concatenati in regolari rime: hai voglia a dir loro delle delizie del Carducci barbaro, della purezza dell'alessandrino, della musica sorda del blank verse; ti guardano come fossi una mucca e ti danno manate sulle spalle per consolarti della tua insipienza. Ma Ricciardo Aloisi e' un vecchio amico, e molte di queste cantilene e filastrocche furono scritte fra trenta e vent'anni fa per amici che avevano bambini allora molto piccoli e che adesso sono donnoni ed omoni fatti e finiti e cosi' potra' far loro piacere rileggere queste quisquilie, che infine ci sembra che rechino pur qualche ombra di rosa, e qualche spina nella carne ancora"]
ninna nanna dell'agnellino
dormi dormi batuffolo di lana
entra nel mondo nel mondo dei sogni
dove ti aspetta il lupo che sbrana
dove rintocca lontana la campana
che ti risveglia che piangi e sei felice
di tornare a vivere e tremare.
*
ninna nanna delle ultime alture
ninna nanna
calimero umbratile
effimera libellula
farfalla impollinata
vibratile betulla
fuori c'e' il freddo c'e' il buio c'e' il nulla
ma qui c'e' la tua mamma
che ti culla.
*
ninna nanna della limpida lampada
ninna nanna
ambra ombra
brumba limbo
dormi dormi
dormi bimbo.
*
ninna nanna dell'arciere
I.
lo senti dal sibilo lieve e sottile
il dardo che vola su ali di vento
che fischia e sospira un lunare lamento
che adesca e trapassa il fuggiasco senile.
lo vedi avvampare sicuro e silente
il dardo che squarcia le nuvole nere
che velano l'occhio del pio cavaliere
che resta accecato dal bianco del niente.
II.
e allora fai la ninna e fai la nanna
e non pensarci che anche la tua freccia
gia' fu scoccata e ti trafiggera'.
nel sonno flebile ne senti il volo
la vedi che veleggia in un sussurro
e ne singulti e ne senti il profumo
d'autunno e speri il secco dell'inverno.
l'aroma della fiamma possa darti
il riso di una donna, e poi lo schianto.
la folgore t'uccida e non il canchero
arrugginito e flaccido e grommoso.
e allora fai la ninna e fai la nanna
e non pensarci che anche la tua freccia
gia' fu scoccata e ti trafiggera'.
*
ninna nanna per una lucciola settembrina
pissi pissi biribissi
bussa altrove vola e vola
ah le ali degli ulissi
sul vascello - trista fola -
che vaneggia sugli abissi
gia' la falce sulla mola
fa scintille, stride ellissi.
stella limpida e silente
senti il vento sugli olivi
alitante dolci e lente
cantilene ai rami vivi
bronzo e argento che fremente
prega l'anima che oblivi
la paura di esser niente.
bimba bella sassolino
che strascicheranno le onde
si', minuto porcospino
fonde fonde fonde fonde
sarai solo fosti trino
suggerai gioie feconde
ninna, nanna, ninnolino.
*
ninna nanna del delfino
dormi dormi pisellino
figlio del re turco turchino
figlio del papa testa di rapa
figlio del vento cento e trecento
nato dal ballo la stella e il cavallo
che trotta che trotta e ti bacia la bocca.
*
gutta petita gutta bumbiva
bimba lucente limpida oliva
gutta che lava obliva belava
gutta serena beata cantava
*
coma comare
chiarore lunare
coma comizio
suppli' come supplizio
coma como'
cocorico'.
*
indovinello
dicono che non ho colore:
ma ho i colori di mille e mille pesci luccicanti
del cielo dove passeggiano favolosi palazzi di nuvole
dello specchio e della grotta e delle barchette di carta
e le mobili facce di chiunque mi guarda.
dicono che non ho sapore, che non so di niente:
ma mi si gettano addosso ad accarezzarmi
ed io li abbraccio tutti.
e non passa giorno che le loro labbra non mi bacino.
*
indovinello
e' ragazza, e' la mamma dei gatti
quando e' triste la guardano e piangono.
e' un frutto freschissimo e candido
qualche volta si vede che e' morso.
e' un pallone fuggito a un bambino
e' uno spicciolo d'acqua e d'argento.
catturartela ti basta un pozzo.
*
indovinello
come se fossi morto
mi sotterro' un villano
insieme a mille altri
con gesto largo e piano.
ma qui fermento con serenita'
nel caldo rosso umore
e se ne avro' l'amore
giorno verra' che rivedro' la luce.
in me cosi' piccolo e' una volonta'
che rigermogliera' e dare' gran frutti.
*
le filastrocche
le filastrocche
sono piu' dolci delle albicocche
sono piu' morbide della lana
piu' belle di una stella lontana
sono piu' svelte di chi e' senza freno
piu' colorate dell'arcobaleno
sono piu' amate del fuoco e del vento
che tutto abbracciano in un momento
sono piu' furbe degli occhi del gatto
e chi le scrive e' sempre un po' matto.
*
per essere piu' belli
conosco un segreto per essere piu' belli:
basta avere fili d'oro per capelli,
basta avere due stelle nel fondo degli occhi
che fanno luce ai furbi e agli sciocchi,
basta avere i denti fatti di perle
e ad ogni sorriso si puo' vederle,
basta avere le guance come una pesca
rossa e dorata, morbida e fresca,
basta avere le labbra color delle fragole
che sappiano dire bellissime favole,
ma questo e' un segreto di quelli complicati!
ne so uno più facile:
basta essere amati.
*
io so tutte le storie e per un soldo
vi racconto quella eroica di Bertoldo
per un dindo
quella gaia e colorata di Aurobindo
per due scudi
quella che a lungo ti ci illudi
ma se mi fai un sorriso
ti racconto la storia piu' bella, che parla di te.
*
vecchi trucchi per scrivere le poesie
basta prendere un gatto e un anello
e il gatto se lo mette per cappello
ma quando piove si bagna la testa perche' e' vuoto in mezzo.
oppure trovare nella pastasciutta uno spaghetto cosi' lungo
che arriva da casa tua fino in America
e un equilibrista ci passa sopra e ci attraversa il mare
senza ammollarsi e senza vomitare.
oppure dire le parole buffe
come l'arte culinaria.
ma il trucco piu' bello e' quando dici la verita'.
*
apotropaica
che bella parola: coprolalia
ci monti in groppa e fuggi via
che bell'idea
accogliere la cosa a colpi di diarrea
che gran piacere
aprire gli occhi e tornare a vedere
luce, ancora luce
avere una tigna
che ne' la spugna, ne' la raspa, ne' il martello
te la scrosta di dosso
e allora sei vivo.
*
storia di un ometto troppo lesto
c'era una volta
un ometto cosi' lesto
che anche se faceva tardi
arrivava sempre presto.
era cosi' svelto
fin da piccolino
che divento' vecchio
gia' da bambino.
era tanto veloce
a fare e a dire
che si alzava prima
di andare a dormire.
era tanto veloce
a dire e a fare
che aveva detto tutto
ancor prima di parlare.
tanto era svelto
in modo speciale
da piangere prima
di farsi male.
arrivo' a esser sazio
prima di mangiare
ed e' per questo
che e' morto di fame.
*
a casa mia c'e' un ragno
di nome Gedeone
sta fermo in un cantone
e non si muove mai.
ma la notte,
quando non lo guarda nessuno,
seguendo una musica che sente solo lui
sulle lunghe sottili zampine
danza lievissimo ed incanta gli angeli.
*
il canto del grillo
di giorno e di notte per ore per ore
c'e' un grillo che canta canzoni d'amore
al cielo alle nuvole all'albero e al fiore
che si vergognano un po'
di questo amore indiscreto
sorridono imbarazzati, esclamano "ma no!"
gli ridono dietro.
*
la promessa del topolino
cosa faro' per te?
ti daro' un bacio
in cambio di due soldi
e un po' di cacio.
*
un gatto di nome Gomitolo
catturo' un sorcio per la coda
e gli si sfece tutto giu'.
*
avessi un gatto
di nome Coriandolo
che odora d'intenso profumo di mandorlo
e suona il mandolino
e ad ogni soffio di vento vola via
e mi tocca inseguirlo per le strade
per afferrarlo quando casca giu'
ed abbracciarlo forte forte forte
che ci vogliamo proprio tanto bene.
*
Il cane Ciondolo e' stravagante
ha un osso a dondolo
e un bel paio di mutande
che indossa per nuotare
beato lui, che vive a Tarquinia
che c'e' sempre il mare.
*
un elefante con un ombrellino
quantunque obeso agile e gentile
danza soave sui fili della luce.
*
questa giraffa, lo credereste?
abita a Roma e pranza a Trieste.
*
un signore di Roccacannuccia
mangiava la buccia delle caraffe d'acqua
e diventava tutto trasparente.
*
c'era una volta un fantasma di Belluno
che si credeva di esser chissacchi'
e non era nessuno.
*
Scaramuccia ed Arlecchino
vanno a far le serenate
alle bimbe disperate
disperate per amore
che gli gettino giu' un fiore.
*
storiella viterbese
nella fontana
di piazza della Rocca
c'e' una fanciulla
che soffia in una brocca
ad incresparne l'acqua
per non specchiarsi cosi' bella
che le viene da piangere.
*
breve storia della delusione
c'era Brighella che aveva una stella
e se la stella non era di latta
ci si comprava un fucile e una gatta.
c'era Arlecchino che aveva un violino
e se il violino non era di pane
ci s'incantava la luna e le rane.
*
felicita' dell'insonnia
alle due meno dieci
la sveglia mi sorride.
*
un torsolo di mela che si sentiva nudo
l'ho tutto infagottato con un rotolo di scotch.
faccio le buone azioni quotidiane.
*
ultime di cronaca
Rinvenuto Machiavelli in bicicletta!
Geronimo sconfigge Mike Bongiorno!
alla Bardot gli cresce un pisellino!
Marx abbandona la politica per fare il parrucchiere!
io vengo nominato faraone!
*
noi diciamo la parola nuova
che mai piu' nessuno passi sotto il tavolino
noi diciamo la parola nuova
che a nessuno si neghi il bicchiere di vino
noi diciamo la parola bella
ogni uomo fratello ogni donna sorella
noi diciamo la parola forte
tutti gli uomini uniti
contro il male e la morte
noi diciamo la parola sapiente
tutti gli sfruttatori e la violenza
finiscano nel niente.
con le nostre mani, con i nostri gesti
noi diciamo la parola pace.
*
canzonetta
il libretto di un poeta
che ti dona un militante
e' cosa un po' indiscreta
e forse inelegante
ma nella trama morbida
di graziose figurine
si combatton senza fine
l'arte e la vita torbida
stanche sono le righe
ed incalzanti i mali
ma le favole son spighe
azzurrine e musicali.
*
certo che semino sassi
so bene che tutto germoglia.
*
poesia scritta dal basso verso l'alto
volasse
volasse
e azzurro nel cielo volasse
dall'affresco sbiadito si staccasse
se un angelo, un uccello
come sarebbe bello
*
dire cose senza senso
perche' mai non si puo' fare?
le bisbiglian ramo e vento,
scoglio e onda in riva al mare,
nel baciarsi e ribaciarsi.
*
io, ammaestratore di nuvole
spadaccino trafittore di coriandoli
grande maestro di gioco dell'oca
io me la rido della morte camusa.
*
Dove vi spiego che vuol dire amo
io getto l'amo e me ne sto tranquillo
ad aspettare che venga il mio pesce.
il trucco e' tutto qui, nell'aspettare:
il pesciolino d'oro arriva sempre.
*
elogio degli aquiloni
felici voi leggeri
appena strozzati da un filo
nell'aria magnifica che si lascia solcare
senza sforzo, volate
semplici ed esatti
eleganti, colorati di tanti colori
felici voi leggeri
appena strozzati da un filo.
e per quanto sia davvero bizzarro
e' proprio quel filo che vi fa volare.
*
storiella
soffiando nella bocca dei cannoni
di notte mentre tutti dormivano
l'uomo dai polmoni piu' gonfi del mondo
fece scoppiare tutti i carrarmati
come palloncini.
poi tutto soddisfatto corse via
fischiando una marcetta bersagliera.
*
un gigante pacioccone
sbucciava i missili
e si mangiava la polpa che era dentro.
e faceva arrabbiare i signori della guerra.
*
a forza di portare l'elmetto si sa
il cervello si abitua al buio.
a forza di avere il petto ingombro di medaglie
si sa che zitto zitto s'indurisce
il cuore, e si fa piccolo e di sasso.
io si' che li capisco i generali.
*
due scopini di Bomarzo
andarono in guerra il mese di marzo.
quando marzo ritorno'
l'immondizia c'era ancora, ma loro no.
*
una stranezza
qui
le cose sembrano abbastanza chiare
noi siamo gli amici e i nemici sono loro.
ma un amico mio
che vive la' da loro
mi dice che li'
sono tutti sicurissimi
di essere loro gli amici e che i nemici siamo noi.
qui c'e' qualcosa che non mi convince.
*
del rapporto tra i mezzi e i fini
siccome se pianto un seme di mela
di mele mi cresce una pianta
mica un attaccapanni o una candela
cosi' chi riempie di armi la terra
ha voglia a chiacchierare, mica c'incanta:
non vuole la pace, prepara la guerra.
e che si puo' fare per vincere il male
dell'artiglio guerriero che strozza e che agguanta?
alle spese di morte obiezione fiscale.
*
A un vecchio compagno
la vita e' questo circo pauroso
che ad uno ad uno ci tocca
gettarci nel vuoto dal trapezio
sperando che mani compagne ci afferrino al volo
Ezio.
7. LIBRI. RITA VITTORI PRESENTA "CAMBIARE LA SCUOLA SI PUO'" DI DANIELE NOVARA
[Dal sito del Centro studi "Sereno Regis" di Torino riprendiamo la seguente recensione]
Daniele Novara (1), Cambiare la scuola si puo'. Un nuovo metodo per insegnanti e genitori, per un'educazione finalmente efficace, Bur, Milano 2019, pp. 272, euro 15.
*
Il libro rappresenta un interessante momento di riflessione sulla scuola odierna, che ha visto introdurre al suo interno una serie di riforme e tecnologie senza pero' trasformare il metodo di lavoro proposto.
Daniele Novara, nella prima parte del libro, mette in evidenza come una scuola oggi sia ancora una scuola basata sul controllo del "risultato, obiettivo, competenze" ottenuto attraverso la "lezione frontale", cioe' il trasferimento di una serie di contenuti disciplinari da parte dell'insegnante verso un contenitore passivo, l'alunno. Una metodologia questa dove l'allievo viene valutato in base alla fedelta' tra il contenuto proposto e quello restituito attraverso le verifiche o l'interrogazione, definite "pratiche inerziali".
Anche l'introduzione della didattica digitale in realta' non ha modificato il modello di apprendimento sotteso, sempre basato sulla trasmissivita' dei contenuti: semplicemente si e' sostituito il libro con i contenuti multimediali. Anzi in alcuni aspetti l'uso del digitale sembra aver reso piu' difficoltoso il processo di apprendimento: si pensi ad esempio alla frammentazione dei tempi di attenzione dovuti all'interazione continua con le immagini, al mancato sviluppo di schemi motori importanti nell'apprendimento – che venivano assicurati dallo scrivere a mano, oggi sostituito dal semplice digitare su una tastiera le lettere ecc.
In alternativa a una scuola di tipo tradizionale Daniele Novara ne propone una intesa come comunita' di apprendimento, sperimentata in alcune scuole di ogni ordine e grado da insegnanti che si sono formati nei suoi corsi in questi anni.
Vediamo quali sono i principii su cui poggia la scuola dell'apprendimento:
1. il punto di partenza sono le concrete capacita' di ciascun alunno, su cui l'insegnante costruisce laboratori, attivita', ambienti di apprendimento. Di conseguenza si parla non di verifica di raggiungimento di obiettivi predefiniti, ma di valutazione dei progressi personali;
2. si impara attraverso l'esperienza di gruppo. L'insegnante diventa il regista che organizza gli spazi della classe come laboratori di ricerca, aiuta il gruppo a mantenere un buon clima relazionale e organizza le domande intorno alle quali il gruppo-classe costruisce un lavoro di ricerca collettivo;
3. sono le domande ad essere importanti e non le risposte. Nel metodo maieutico l'apprendimento effettivo coinvolge l'intera personalita' degli allievi; non solo la memoria, ma anche le capacita' applicative. Negli esempi descritti nel libro vediamo come l'insegnante pone al gruppo "domande legittime" cioe' non a risposta chiusa, ma che implicano risposte complesse. Non esistono allora risposte esatte o sbagliate, ma risposte provvisorie, legate a un'ipotesi di lavoro e che incidono sulla motivazione e sull'interesse, in quanto implicano capacita' come l'immaginazione e la creativita';
4. si impara sbagliando. Nella scuola tradizionale l'errore e' considerato un fallimento e incide sull'autostima dell'allievo, insinuando in lui timori, ansie o rifiuto dell'esperienza. La nuova prospettiva vede l'errore come motore di cambiamento; da una parte sprona a chiedere aiuto agli altri, invece di isolarsi davanti a risultati scarsi o nulli; dall'altra induce a trovare nuove soluzioni o le correzioni adatte per arrivare al prodotto desiderato;
5. la valutazione diventa l'osservazione dei progressi e dei cambiamenti, aumentando la consapevolezza del proprio percorso.
Parallelamente nel libro troviamo sia esempi di percorsi scolastici, sia una parte dedicata ai genitori, collocata dopo ogni capitolo.
Qui Daniele Novara propone una serie di riflessioni e consigli ai genitori per correggere una serie di comportamenti che hanno prodotto molte confusioni educative in questi anni e recuperare il reale senso dell'autorita' genitoriale.
Daniele Novara, fondatore (nel 1989) e direttore del CPP, pedagogista, ha pubblicato molti altri lavori (gia' recensiti in queste stesse "pagine" dal Centro Studi Sereno Regis): Litigare fa bene (2013, http://serenoregis.org/2014/01/23/litigare-fa-bene-recensione-di-laura-tussi/); Urlare non serve a nulla (2014, http://serenoregis.org/2014/12/04/urlare-non-serve-a-nulla-recensione-di-cinzia-picchioni/ ); Meglio dirsele (2015); Punire non serve a nulla (2016); Non e' colpa dei bambini (2017); I bulli non sanno litigare (2018); Organizzati e felici (2019, http://serenoregis.org/2020/02/06/organizzati-e-felici-recensione-di-angela-dogliotti/ ).
E' ideatore del Metodo Maieutico nell'apprendimento e nella relazione d'aiuto. Ha inoltre ideato il metodo Litigare Bene, per gestire i conflitti dei bambini.
E' docente del Master in Formazione interculturale presso l'Universita' Cattolica di Milano. Dirige gli studi di consulenza pedagogica, nelle sedi CPP di Milano, Piacenza e Brescia, per sostenere i genitori nel loro ruolo educativo.
*
Note
1. L’autore, in tempi di coronavirus, ha pubblicato questa riflessione (nel suo sito www.cppp.it, del Centro PsicoPedagogico di Piacenza): "Anche nei momenti peggiori ci vuole metodo: cercare di imparare dalle difficolta', saper fare le mosse giuste e continuare a condividere anche a distanza. L'apprendimento e' sempre necessario e permette di ripartire con coraggio" (D. Novara).
8. SEGNALAZIONI LIBRARIE
Riletture
- Rosario Chiurazzo, Introduzione al Nuovo Testamento, Piemme, Casale Monferrato (Al) 1991, 2002, pp. 208.
- Gianfranco Ravasi, Introduzione all'Antico Testamento, Piemme, Casale Monferrato (Al) 1991, pp. 192.
*
Riedizioni
- Amos Oz, Scene della vita di un villaggio, Feltrinelli, Milano 2010, Rcs, Milano 2020, pp. 176, euro 8,90 (in supplemento al "Corriere della sera").
- Emanuele Severino (a cura di), Il pensiero contemporaneo. Da Kierkegaard a Nietzsche, Mondadori, Milano 2020, pp. 302, euro 9,90.
*
Maestre
- Angela Ales Bello, Introduzione alla fenomenologia, Aracne, Roma 2009, pp. 80.
- Giuliana Morandini, ... E allora mi hanno rinchiusa, Bompiani, Milano 1977, 1985, pp. XVIII + 242.
- Daniela Padoan, Le pazze. Un incontro con le Madri di Plaza de Mayo, Bompiani, Milano 2005, pp. 432.
- Wanda Tommasi, I filosofi e le donne, Tre Lune Edizioni, Mantova 2001, pp. 272.
9. DOCUMENTI. LA "CARTA" DEL MOVIMENTO NONVIOLENTO
Il Movimento Nonviolento lavora per l'esclusione della violenza individuale e di gruppo in ogni settore della vita sociale, a livello locale, nazionale e internazionale, e per il superamento dell'apparato di potere che trae alimento dallo spirito di violenza. Per questa via il movimento persegue lo scopo della creazione di una comunita' mondiale senza classi che promuova il libero sviluppo di ciascuno in armonia con il bene di tutti.
Le fondamentali direttrici d'azione del movimento nonviolento sono:
1. l'opposizione integrale alla guerra;
2. la lotta contro lo sfruttamento economico e le ingiustizie sociali, l'oppressione politica ed ogni forma di autoritarismo, di privilegio e di nazionalismo, le discriminazioni legate alla razza, alla provenienza geografica, al sesso e alla religione;
3. lo sviluppo della vita associata nel rispetto di ogni singola cultura, e la creazione di organismi di democrazia dal basso per la diretta e responsabile gestione da parte di tutti del potere, inteso come servizio comunitario;
4. la salvaguardia dei valori di cultura e dell'ambiente naturale, che sono patrimonio prezioso per il presente e per il futuro, e la cui distruzione e contaminazione sono un'altra delle forme di violenza dell'uomo.
Il movimento opera con il solo metodo nonviolento, che implica il rifiuto dell'uccisione e della lesione fisica, dell'odio e della menzogna, dell'impedimento del dialogo e della liberta' di informazione e di critica.
Gli essenziali strumenti di lotta nonviolenta sono: l'esempio, l'educazione, la persuasione, la propaganda, la protesta, lo sciopero, la noncollaborazione, il boicottaggio, la disobbedienza civile, la formazione di organi di governo paralleli.
10. PER SAPERNE DI PIU'
Indichiamo il sito del Movimento Nonviolento: www.nonviolenti.org; per contatti: azionenonviolenta at sis.it
Tutti i fascicoli de "La nonviolenza e' in cammino" dal dicembre 2004 possono essere consultati nella rete telematica alla pagina web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
TELEGRAMMI DELLA NONVIOLENZA IN CAMMINO
Numero 3711 del 16 aprile 2020
Telegrammi quotidiani della nonviolenza in cammino proposti dal "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo a tutte le persone amiche della nonviolenza (anno XXI)
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com , sito: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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Nuova informativa sulla privacy
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