[Nonviolenza] Giobbe Santabarbara: Quattro considerazioni sull'ora presente e sui nostri doveri



GIOBBE SANTABARBARA: QUATTRO CONSIDERAZIONI SULL'ORA PRESENTE E SUI NOSTRI DOVERI

"Tutto cio' che abbiamo fatto detto scritto
negli ultimi cinquant'anni della nostra vita
l'abbiamo fatto detto scritto nella speranza
che potesse giovare alla lotta delle oppresse e degli oppressi
per la liberazione dell'umanita'

Tutto cio' che abbiamo cercato di fare
e' stato salvare le vite
far prevalere la giustizia e la misericordia
contrastare la menzogna e l'oppressione
condividere il bene condividere i beni

Senza illusioni senza lamenti
chiamando a insorgere contro la violenza
testimoniando quello che apprendemmo
alla scuola di Primo Levi
alla scuola di tutti i resistenti"

(Benito D'Ippolito: Elogio di Giulio Vittorangeli)

1. Aprire gli occhi, dire la verita'
Vediamo i fatti.
In paesi enormi come la Cina (quasi un miliardo e quattrocento milioni di abitanti) l'epidemia di Covid-19 ha provocato meno di quattromila vittime. Nella minuscola Italia (sessanta milioni di abitanti) ad oggi quasi ventimila.
In tutto il mondo (sette miliardi e quattrocento milioni di abitanti) le vittime sono poco piu' di centomila, quasi un quinto di esse solo in Italia.
Come e' potuto accadere?
E' potuto accadere perche' il governo nazionale ed i governi regionali di importanti regioni sono stati catastroficamente inadeguati.
Per la loro insipienza, imprevidenza, irresponsabilita' e tracotanza non sono stati assunti tempestivamente i provvedimenti indispensabili per prevenire, contenere e contrastare il contagio.
Per la loro interessata subalternita' all'ideologia della massimizzazione del profitto e' stato consentito che il contagio si diffondesse.
Per la loro glaciale indifferenza nei confronti dei fragili, degli oppressi, dei rapinati, dei poveri e degli impoveriti tante persone sono state lasciate precipitare nel baratro.
E per la loro sorda violenza classista e razzista tante persone bisognose di protezione ed aiuto sono state abbandonate in condizioni che mettono in estremo pericolo le loro stesse vite.
E per la loro ignobile cialtroneria ancora oggi le protezioni sanitarie indispensabili sono di difficile reperimento.
Cosi' come ancora oggi non sono stati predisposti ed effettuati esami diagnostici diffusi capillarmente, necessari a individuare e circoscrivere i focolai del contagio.
A questa folle e criminale irresponsabilita' il governo nazionale ed i governi regionali di importanti regioni hanno aggiunto l'uso sistematico della menzogna in funzione autoassolutoria; un'abominevole propaganda fraudolenta condita di ripugnante retorica bellicista, sciovinista, razzista; un diluvio di proclami narcisisti e autoincensanti, narcotici ed allucinati, deliranti e truffaldini.
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2. Alla mia porta
Alla mia porta bussano persone amiche ridotte alla miseria piu' nera che trovano un aiuto solo in enti caritativi e - quando ne hanno - in parenti, amici e compagni. E per venire a casa mia per chiedere due lire per poter comprare da mangiare devono esporsi al rischio ulteriore di essere fermati, multati e trattati da criminali, mentre cercano solo di sopravvivere, mentre i criminali banchettano nei palazzi.
Altre persone amiche, che lavorano come pubblici operatori sanitari ed assistenziali, mi raccontano di come non vengano loro fornite le protezioni indispensabili per svolgere il loro servizio e debbano arrangiarsi da soli e rischiare ogni giorno la vita.
Ed altre persone amiche mi raccontano cose ancora piu' turpi, ancora piu' atroci: il discendere e diffondersi dell'irresponsabilita' dai governanti fino alla burocrazia piu' minuta, ai valvassini che preferiscono pilatescamente lasciare che persone innocenti finiscano nelle fauci dell'orco piuttosto che prendersi la responsabilita' di fare cio' che e' giusto, cio' che e' necessario, cio' che e' bene.
Mi raccontano di imprenditori che pretendono di imporre ai dipendenti di lavorare senza protezioni adeguate.
Mi raccontano di datori di lavoro che negano ai dipendenti costretti a casa il salario cui hanno diritto.
Ed anche chi avendo un regolare contratto ha diritto alla cassa integrazione ancora non l'ha ricevuta.
E i tanto sbandierati 600 euro della disperazione ancora non sono arrivati a nessuno, dopo tanti proclami e tanta propaganda da parte dei ricchi potenti e prepotenti per i quali la sorte degli umiliati e offesi conta meno di un grumo di guano.
E la misera, miserabile elemosina dei fondi straordinari provenenti dal pubblico erario ed erogati dai governanti col contagocce, da distribuire attraverso i Comuni a chi sta soccombendo nella fame e negli stenti, ancora non sono arrivati ai destinatari inabissati nella disperazione.
E ancora a questo assurdo si e' giunti: che vi sono persone che vorrebbero aiutarne altre ma che sono impedite a farlo poiche' non appartengono alle caste cui soltanto e' concesso di far quello che vogliono e sfarfallare per ogni dove (politicanti e gazzettieri in testa: poi ci si chiede da dove abbiano avuto l'ignobile esempio coloro che stoltamente e sciaguratamente violano per il frivolo loro piacere di ottenebrati le logiche e necessarie regole morali prima ancora che giuridiche a protezione di se' ed altrui).
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3. Cinque cose da fare subito
Ogni persona aiuti chi e come puo', ma si adoperi anche affinche' i pubblici poteri rispettino finalmente il mandato della Costituzione, agiscano per il bene comune, inverino la legalita'che salva le vite, facciano le cose che e' necessario fare, prendano le decisioni che occorre prendere.
E cinque cose almeno occorre fare subito.
La prima: garantire un alloggio, il cibo, tutti i beni di prima necessita' e protezioni sanitarie adeguate per tutte le persone.
La seconda: far cessare subito tutte le persecuzioni razziste e riconoscere i diritti umani di tutti gli esseri umani, come stabilisce la Costituzione.
La terza: rimandare nelle loro case o in altri alloggi adeguati le persone attualmente ristrette nelle carceri sovraffollate: anche le loro vite devono essere protette.
La quarta: chiudere ovvero mantenere la chiusura di tutte le attivita' non necessarie; il diritto alla vita degli esseri umani deve prevalere su ogni interesse particolare.
La quinta: reperire risorse necessarie a fronteggiare le piu' urgenti necessita' anche con l'introduzione di una tassa patrimoniale che faccia si' che finalmente anche i detentori di grandi ricchezze private contribuiscano al bene comune.
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4. Alcuni elementi per avviare una riconversione nonviolenta
La tragedia dell'epidemia sia anche occasione di una presa di coscienza: del dovere del mutuo soccorso; della dimensione planetaria delle questioni decisive che l'umanita' si trova ad affrontare; dell'insostenibilita' di un modello di sviluppo, di un modo di produzione, di un insieme di rapporti di propreta', di stili di vita e di consumo profondamente iniqui, di forme di dominazione e sopraffazione, di sfruttamento e distruzione, tutti palesemente immorali ed in definitiva catastrofici per l'intera famiglia umana.
Occorre una ricostruzione civile fondata su una conversione nonviolenta. Occorre adesso, ed occorrera' dopo, quando l'emergenza dell'epidemia sara' finita e memori di quanto questa esperienza ha evidenziato occorrera' fare scelte necessarie.
E per indicarne alcuni elementi in breve e di scorcio (e non ignorando come ogni catalogo del genere suoni ad un tempo ingenuo e rozzo):
- blocco di tutte le attivita' altamente inquinanti e riconversione ecologica dell'economia;
- riduzione generalizzata dell'orario di lavoro al fine di garantire ad ogni persona un'occupazione decente e un sufficiente reddito; e restituzione di tempo di vita, di studio e di socialita' a tutte le persone;
- riconoscimento di tutti i diritti sociali, civili e politici a tutte le persone;
- disincentivare l'automobilismo privato e ridurre drasticamente il trasporto aereo; promuovere l'uso di biciclette e dei mezzi di trasporto pubblici;
- incentivare massicciamente l'installazione di pannelli solari e ridurre progressivamente il ricorso alle fonti energetiche fossili;
- in ambito edilizio privilegiare il recupero abitativo e ridurre drasticamente il consumo di suolo;
- realizzare diffusi orti comuni; promuovere l'autonomia alimentare di ogni insediamento abitativo;
- attuare un vasto piano di riforestazione;
- promuovere la piu' ampia e tempestiva azione di disinquinamento, di tutela degli habitat e di preservazione della biodiversita';
- ricostruzione della struttura sanitaria ed assistenziale per garantire il diritto universale alla salute e all'assistenza cosi' come previsto dalla Costituzione;
- abolire la produzione e il commercio delle armi; riconvertire l'industria armiera a produzioni civili di pubblica utilita';
- disarmare e trasformare radicalmente le attuali strutture militari in forze nonviolente di pace, promuovere la protezione civile, realizzare la difesa popolare nonviolenta;
- attuare una politica internazionale di pace e di solidarieta', di aiuto umanitario universale, di contrasto alla violenza su ogni scala;
- uscire dalla logica dello sfruttamento ed entrare nella logica dell'accudimento; uscire dalla logica della dissipazione ed entrare nella logica della sobrieta'; uscire dalla logica dell'avidita' ed entrare nella logica del dono; uscire dalla logica dell'esclusione ed entrare nella logica della responsabilita';
- procedere verso la piu'ampia socializzazione e cooperazione, responsabilita' e condivisione;
- fare della scelta nonviolenta dell'universale solidarieta', del rispetto della vita, della dignita' e dei diritti di ogni essere umano, della difesa della biosfera, il fondamento dell'azione politica ed amministrativa, della produzione normativa e dei negozi giuridici, delle relazioni internazionali, della ricerca scientifica, della  pratica educativa, della civile convivenza.
Ogni vittima ha il volto di Abele.
Salvare le vite e' il primo dovere.
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Queste cose vanno pur dette.
Queste cose vanno gridate dai tetti.

Nota diffusa a cura del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo

Viterbo, 12 aprile 2020

Mittente: "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo, strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com
Il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo e' una struttura nonviolenta attiva dagli anni '70 del secolo scorso che ha sostenuto, promosso e coordinato varie campagne per il bene comune, locali, nazionali ed internazionali. E' la struttura nonviolenta che oltre trent'anni fa ha coordinato per l'Italia la piu' ampia campagna di solidarieta' con Nelson Mandela, allora detenuto nelle prigioni del regime razzista sudafricano. Nel 1987 ha promosso il primo convegno nazionale di studi dedicato a Primo Levi. Dal 2000 pubblica il notiziario telematico quotidiano "La nonviolenza e' in cammino" che e' possibile ricevere gratuitamente abbonandosi attraverso il sito www.peacelink.it