[Nonviolenza] La nonviolenza contro il razzismo. 417
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- Date: Thu, 26 Mar 2020 17:25:16 +0100
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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Numero 417 del 26 marzo 2020
In questo numero:
1. "Da vicino e da lontano". Un appello alle persone di volonta' buona
2. Nove tesi e una traccia per un orientamento nonviolento durante e contro l'epidemia in corso
3. Vandana Shiva: Principi costitutivi di una democrazia della comunita' terrena
4. Alcune poesie di Ingeborg Bachmann
5. Alcune poesie di Wislawa Szymborska
6. Paul A. Baran
7. Roland Barthes
8. Raymond Chandler
9. Luciano Bonfrate: I cattivi pensieri
1. REPETITA IUVANT. "DA VICINO E DA LONTANO". UN APPELLO ALLE PERSONE DI VOLONTA' BUONA
"Allora i passi saranno contati
da vicino e da lontano;
allora questa vita sara' raccontata
come il sogno di sempre"
(Hannah Arendt)
Scriviamo questa lettera alle persone di volonta' buona, ai movimenti della societa' civile ed alle istituzioni democratiche nel mezzo della "settimana d'azione contro il razzismo" ufficialmente promossa da un organo dello stesso governo italiano (l'Unar, l'Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali, che e' articolazione di un ministero).
*
Scriviamo questa lettera per chiedervi di scrivere una lettera alla Ministra dell'Interno - e tramite essa all'intero governo - affinche' il governo prenda tre decisioni necessarie ed urgenti.
La prima: includere - e con assoluta priorita' - tra i destinatari degli aiuti che le istituzioni stanno approntando in questa acuta emergenza le persone che di aiuto hanno piu' necessita', per le quali riconoscimento, rispetto, assistenza sociale e materiali provvidenze in questa drammatica situazione possono fare la differenza tra la vita e la morte: le persone piu' povere, piu' sfruttate, piu' oppresse, piu' emarginate, piu' rapinate da un'organizzazione sociale iniqua; le persone che non hanno un lavoro, che non hanno una casa, che non hanno in concreto una protezione sociale reale; le persone che subiscono condizioni di concreto abuso, di effettuale schiavitu', di privazione dei diritti fondamentali, di vero e proprio apartheid; le persone piu' fragili e piu' bisognose di aiuto; le persone piu' sole e piu' spaventate; le vittime contro cui da anni politicanti irresponsabili e razzisti, imprenditori schiavisti e poteri mafiosi hanno scatenato la piu' brutale, scellerata violenza.
La seconda: abrogare immediatamente le mostruose misure razziste contenute nei due abominevoli "decreti sicurezza della razza" imposti dal folle feroce governo che nel 2018-2019 ha fatto strame della Costituzione della Repubblica italiana, del diritto internazionale e dello stesso senso di umanita', giungendo all'abominio di cercar di impedire che i naufraghi in pericolo di morte in mare venissero soccorsi e recati in salvo nel nostro paese.
La terza: decidere finalmente di far cessare il regime di vero e proprio apartheid che nega ad oltre cinque milioni di persone che in Italia vivono ed arricchiscono materialmente, culturalmente e valorialmente il nostro paese con il loro lavoro e la loro presenza, pienezza di diritti sociali, civili, politici: il fondamento della democrazia e' il principio "una persona, un voto": e' tempo che questo principio valga anche per tutte le persone che vivono in Italia.
*
Come tutte le catastrofi la tragedia dell'epidemia di Coronavirus disvela ineludibili verita': che siamo un'unica umana famiglia in un unico mondo vivente di cui siamo insieme parte e custodi; che norma dell'umanita' e' il prestarsi reciproco aiuto; che siamo esseri fragili e perituri, come fragile e perituro e' il mondo vivente, la biosfera; che umanita' significa non solo l'insieme degli esseri umani, ma il loro agire umanamente gli uni verso gli altri, applicando la "regola aurea" attestata da tutte le grandi tradizioni culturali: "agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te"; che occorre - come scrisse memorabilmente don Milani - che ogni persona si senta responsabile di tutto.
L'epidemia in corso ci convoca alla responsabilita', alla solidarieta', alla misericordia, alla condivisione del bene e dei beni: ci convoca a una condotta morale e civile coerente con i principi fondamentali della Costituzione della Repubblica italiana, una condotta morale e civile che inveri i valori supremi e il nitido dettato del fondamento del nostro ordinamento giuridico democratico.
Dovessero essere per alcuni di noi gli ultimi giorni della propria esistenza, ebbene, che le ultime nostre parole ed azioni siano veritiere, giuste, intese al recare soccorso a chi di soccorso ha bisogno, intese al bene comune dell'umanita'.
*
Pertanto vi proponiamo di voler scrivere alla Ministra dell'Interno, e tramite essa all'intero Consiglio dei Ministri, una lettera del seguente tenore:
Gentilissima Ministra dell'Interno,
vorremmo sollecitare tramite lei il governo ad adottare con la massima tempestivita' le seguenti misure:
a) garantire immediati aiuti in primo luogo alle persone che piu' ne hanno urgente bisogno, e che invece vengono sovente scandalosamente dimenticate perche' emarginate ed abbandonate alla violenza, al dolore e alla morte, quando non addirittura perseguitate;
b) abrogare immediatamente le scellerate misure razziste contenute nei due cosiddetti "decreti sicurezza della razza" imposti dal precedente governo nel 2018-2019, scellerate misure razziste che violano i diritti umani e mettono in ancor piu' grave pericolo la vita di tanti esseri umani;
c) riconoscere a tutte le persone che vivono in Italia tutti i diritti che ad esse in quanto esseri umani sono inerenti, facendo cessare un effettuale regime di apartheid che confligge con il rispetto dei diritti umani, con la democrazia, con i principi fondamentali e i valori supremi della Costituzione della Repubblica italiana.
Salvare le vite e' il primo dovere.
Ogni essere umano ha diritto alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
Occorre soccorrere, accogliere e assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
Ringraziandola per l'attenzione ed augurandole ogni bene,
Firma, luogo e data, indirizzo del mittente
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Gli indirizzi di posta elettronica cui inviare la lettera sono i seguenti:
segreteriatecnica.ministro at interno.it
caposegreteria.ministro at interno.it
Vi preghiamo altresi' di diffondere questo appello nei modi che riterrete opportuni.
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Grazie a tutte e a tutti di quanto vorrete fare. Chi salva una vita salva il mondo.
il "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo
Viterbo, 19 marzo 2020, nel cuore esatto della "Settimana d'azione contro il razzismo"
2. REPETITA IUVANT. NOVE TESI E UNA TRACCIA PER UN ORIENTAMENTO NONVIOLENTO DURANTE E CONTRO L'EPIDEMIA IN CORSO
"Todo desparecio': cambio' la suerte
voces alegres en silencio mudo:
mas aun el tiempo da en estos despojos
espectaculos fieros a los ojos:
y miran tan confusos lo presente,
que voces de dolor el alma siente"
(Rodrigo Caro, Cancion a las ruinas de Italica, vv. 29-34)
1. Disinquinare il linguaggio
Dinanzi a questioni complesse occorre ragionare, non ripetere meccanicamente motti insensati.
Chi continua a vociferare che "siamo in guerra" e che "andra' tutto bene" con le sue parole rivela solo di essere un fascista ed un irresponsabile, ovvero una vittima della violenza e della stupidita' dei potenti.
Non siamo in guerra, ed anzi siamo di fronte a una tragedia che richiede all'umanita' di cessare tutte le guerre e di unirsi in un impegno comune per il bene comune, che richiede all'umanita' la scelta dell'universale fraternita' e sorororita': la scelta nitida e intransigente, concreta e coerente, della nonviolenza accudente e liberatrice.
E non andra' tutto bene se non vi sara' l'impegno persuaso ed attivo di ogni persona, di ogni cellula sociale, di ogni struttura civile e di ogni istituzione democratica a fare al meglio quanto possibile e necessario secondo scienza e coscienza: a contrastare tutte le morti e tutte le iniquita', a prendersi cura di ogni persona e dell'intero mondo vivente, unica casa comune che abbiamo.
Abbandonare il linguaggio bellico e' uscire dall'ideologia della violenza, e' iniziare a pensare e praticare la condivisione del bene e dei beni, la responsabilita' nella verita', la pace con mezzi di pace, il diritto come riconoscimento di dignita' ed eliminazione degli abusi, la solidarieta' come liberazione comune dall'oppressione e come convivenza di tutte e tutti nel riconoscimento dell'eguaglianza di diritti e della preziosa diversita' di ogni persona.
Abbandonare la falsa consolazione delle ingenue illusioni e' uscire dalla subalternita' al disordine costituito ed assumere nelle proprie mani il compito di inverare l'umanita' dell'umanita'.
Dire la verita'.
Negare il consenso alla menzogna e all'abuso.
Opporsi a tutti i poteri oppressori.
Soccorrere, accogliere, assistere ogni persona bisognosa di aiuto.
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2. Le tre verita' del coronavirus
Ernesto Balducci ci richiamo' una volta a riconoscere "le tre verita' di Hiroshima": che l'umanita' e' ormai unificata in un unico destino di vita e di morte, che il dovere di fare la pace e l'istinto di conservazione ormai coincidono, che la guerra e' uscita per sempre dalla sfera della razionalita'.
La vicenda del coronavirus conferma e rimodula quelle tre verita'.
In primo luogo ci richiama alla fragilita' costitutiva di ogni sistema vivente, di ogni essere vivente, e quindi di ogni essere umano. Da questo riconoscimento della nostra fragilita' costitutiva discende il primo valore morale e civile: il dovere della comune solidarieta', il compito di prendersi cura di chi ha bisogno di aiuto, riconoscere ed inverare il diritto di ogni essere umano alla vita, alla dignita', alla solidarieta'.
In secondo luogo ci richiama alla fragilita' costitutiva di ogni struttura sociale, di ogni costruzione culturale, di ogni assetto istituzionale. La civile convivenza, il morale condursi, la democrazia come metodo e come sistema, il nesso tra giustizia e liberta', sono impegno diuturno che richiede vigilanza critica, comprensione e cura reciproca, generosa disposizione a privilegiare il bene comune anziche' l'appropriazione privata e l'esaurimento delle risorse - quelle naturali, ma anche quelle culturali, storiche, civili - necessarie a tutte e tutti la cui preservazione e riproduzione sociale e' il fondamento stesso della vita dell'umanita'.
In terzo luogo ci richiama alla fragilita' costitutiva del mondo vivente: da decenni ormai l'umanita' sa che puo' distruggere se stessa e desertificare irreversibilmente questo che a nostra conoscenza e' l'unico mondo vivente. Che questo crimine non sia mai compiuto.
Ci convoca quindi a cogliere il nesso che lega insieme in un unico nodo guerre e fame, armamenti e carestie, dittature e migrazioni, razzismo e schiavitu', sfruttamento dell'uomo sull'uomo e distruzione della natura, consumismo sfrenato e disastro climatico.
Ci convoca a contrastare non solo un modello di sviluppo insostenibile per l'umanita' e per la biosfera, non solo un modo di produzione iniquo e onnidistruttivo, ma anche il consumismo illimitato delle classi proprietarie e l'accecamento e le mutilazioni che esso impone, ma anche l'alienazione e la furia della societa' dello spettacolo, ma anche l'ideologia e le prassi della falsa coscienza e dell'universale mercificazione.
In breve: come ogni evento disvelatore, come ogni grande tragedia - momento di lutto e di decisione, apokalipsis e kairos -, l'attuale frangente ci convoca a una scelta, a una conversione, a una metanoia: ci convoca alla scelta della nonviolenza.
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3. Economia ed ecologia, chiudere il cerchio
Da insieme di regole per la gestione della casa l'economia nel corso della storia si e' fatta scienza del sistematico sfruttamento dell'uomo sull'uomo e della crescente ed illimitata rapina e devastazione di una natura invece limitata ed esauribile; dire capitalismo e' dire universale asservimento, progressiva ed irreversibile distruzione della biosfera e con essa dell'umanita' intera. Al totalitarismo intrinseco ed onnidivoratore del capitale astratto occorre opporre la gestione socialista della produzione e della riproduzione sociale, del rapporto tra umanita' e natura, custodendo le fonti della vita, condividendo le risorse necessarie, garantendo ad ogni persona la soddisfazione dei suoi bisogni e ad ogni persona chiedendo di contribuire al bene comune secondo le sue capacita'.
Economia deve divenire norma di tutela della casa comune che e' il mondo che abitiamo, e di gestione, preservazione e riproduzione della vita, e per questo deve essere illuminata dall'ecologia, come scienza e sapienza dei limiti e del valore della casa comune, il mondo vivente di cui l'umanita' e' parte e custode.
Usare dei concetti di giustizia sociale ed ecologica, di capacita' di carico e di impronta ecologica, per ridefinire cio' che si puo' fare e cio' che non si puo' fare; abolire alcuni consumi, ridurne drasticamente altri, ricostruire la convivialita' su basi di uguaglianza di diritti e dignita' e di universale accudimento.
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4. Sapere e sapienza, techne e psiche
Molto ha da farsi perdonare la scienza che si e' prostituita alla violenza, ha approntato risorse alla violenza, ha costruito ideologie e prassi di violenza, ha "naturalizzato" la violenza dei potenti contro l'umanita' facendosi merce e strumento di oppressione.
Nulla e' neutrale, nemmeno la scienza, e meno che mai la tecnologia. Ma la scienza e' anche un bene e un valore: interrogarsi e cercare, comprendere e comunicare, discutere e condividere, sperimentare e criticare, tramandare ed estendere le conoscenze, tutto cio' costituisce il primo passo dell'ominizzazione e il primo impegno della civilta'; e tecnica puo' essere realizzare cio' che e' utile a tutte e tutti, cio' che e' buono per la vita.
Quando diciamo "in scienza e coscienza" questo intendiamo: che il sapere va unito alla sapienza, che e' altro nome della saggezza, della generosita', dell'universale riconoscimento e riconoscenza, dell'universale benevolenza.
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5. Morale e politica. Da Machiavelli al principio responsabilita'
Non tutto cio' che si puo' fare va fatto. Non tutto cio' che e' reale e' razionale. Non tutto cio' che e' vero e' giusto.
Quello tra morale e politica e' un altro cerchio da chiudere. Machiavelli ci ha rivelato la verita' effettuale dell'agire dei potenti, occorre che alla violenza dei potenti il movimento delle oppresse e degli oppressi opponga la sua verita' - la verita' di cui solo le vittime sono portatrici - e la sua lotta, la lotta per l'universale liberazione, che coincide con l'impegno per il bene comune dell'umanita'; la lotta nonviolenta per l'estinzione di ogni violenza; la lotta nonviolenta che invera la democrazia che e' insieme conflittuale e cooperativa; la lotta nonviolenta che pratica la coerenza tra i mezzi e i fini.
Etica e politica devono ormai ricongiungersi.
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6. Contro la solitudine
Convocano alla nonviolenza le catastrofi. Chiamano ogni persona di volonta' buona ad un'assunzione di responsabilita'.
Alla decisione di non abbandonare nessuno alla solitudine, alla paura, al dolore e alla morte.
Alla decisione di fare la politica dell'umanita'.
E quindi alla decisione di opporsi alla guerra e a tutte le uccisioni, al razzismo e a tutte le persecuzioni, al maschilismo e a tutte le oppressioni.
Alla decisione di lottare in difesa dei diritti umani di tutti gli esseri umani, in difesa dell'intero mondo vivente unica casa comune dell'umanita' intera.
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7. L'ora della nonviolenza. L'antibarbarie
Alla barbarie dei poteri dominanti opponiamo la scelta della nonviolenza che convoca al primo dovere: rispettare e salvare tutte le vite.
Alla violenza dei poteri dominanti opponiamo la scelta della nonviolenza che convoca al primo dovere: rispettare e salvare tutte le vite.
Alla stoltezza ed all'irresponsabilita' dei poteri dominanti opponiamo la scelta della nonviolenza che convoca al primo dovere: rispettare e salvare tutte le vite.
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8. Che fare
Salvare le vite, prendersi cura del mondo, opporsi a tutte le violenze, porsi dalla parte delle vittime, essere responsabili per ogni altra, per ogni altro (poiche' l'altro di ogni altro sei tu, e la regola aurea della morale e': agisci nei confronti delle altre persone cosi' come vorresti che le altre persone agissero verso di te).
E' la lezione del femminismo, che e' il massimo inveramento storico e la corrente calda della lotta nonviolenta per la liberazione e la salvezza dell'umanita'.
E' la lezione dell'ecologia, che e' la nonviolenza nella relazione non solo tra persona e persona ma anche tra umanita' e mondo vivente.
E' la storia e il messaggio del movimento di liberazione delle oppresse e degli oppressi, del movimento socialista e libertario, che nella sua teoria e nella sua prassi afferma il nesso inscindibile tra liberta', eguaglianza e solidarieta', ovvero la responsabilita' che ogni essere umano riconosce e raggiunge, la condivisione del bene e dei beni, l'inveramento della civilta' nella misericordia, il riconoscimento di tutti i diritti umani a tutti gli esseri umani.
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9. In pratica, qui e adesso
Ragionare con la propria testa e praticare la virtu' dell'attenzione e della benevolenza.
Il primo dovere e' salvare le vite, e quindi prendersi cura in primo luogo delle vite delle persone piu' in pericolo.
E quindi:
a) seguire le regole di condotta personale che ragionevolmente contrastano nel modo piu' efficace il diffondersi del contagio; ed approntare gli interventi sociali e legislativi affinche' tutte le persone possano farlo, e nessuna persona sia esposta al contagio perche' priva di alloggio, di cibo e degli altri beni essenziali per la vita.
b) al livello della produzione e riproduzione sociale, delle decisioni collettive, dei pubblici servizi, delle istituzioni democratiche: approntare tutti gli interventi che garantiscano la vita delle persone, l'assistenza e le cure necessarie a chi ne ha bisogno, il mantenimento dei diritti umani e dello stato di diritto cosi' come sanciti dalla Costituzione della repubblica.
c) non delegare la riflessione e le scelte ai potenti e agli "esperti" del principe, ogni essere umano e' un essere pensante, ogni essere umano ha una intelligenza, una coscienza e una responsabilita'.
d) pensare seriamente i propri pensieri, ascoltare con attenzione e vagliare criticamente le informazioni e le opinioni altri, dire la verita'.
e) e quindi anche preparare fin d'ora un'alternativa democratica, antifascista, nonviolenta al peggior parlamento nella storia della repubblica e ad un governo che per meta' e' composto da meta' del governo precedente, quello scellerato che nel 2018-2019 impose mostruose antileggi razziste e commise abominevoli crimini contro l'umanita'. Si torni al piu' presto alla legalita' costituzionale. Si torni al piu' presto alla democrazia e alla civilta'. E quindi preparare fin d'ora una coalizione antifascista e nonviolenta (le due parole sono in realta' sinonime, ma e' meglio esplicitarlo) che con un programma ecologista, femminista, socialista e libertario si proponga l'obiettivo di ripristinare la piena vigenza della Costituzione repubblicana, democratica ed antifascista, la piena attuazione del suo dettato, del suo spirito, del suo programma.
f) praticare la solidarieta': chi ha qualche risorsa la condivida; chi sa qualcosa di utile la dica; chi puo' fare qualcosa di buono lo faccia. Chi salva una vita salva il mondo.
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10. Alcune letture, in guisa di postilla
Cio che e' proprio dell'umanita' e' l'uso del linguaggio, e cio' che resta del linguaggio e' la scrittura. Per questo occorre leggere i libri. Senza i libri non vi e' memoria, senza memoria il sapere muore e l'umanita' si disumanizza. Occorre leggere i libri per conoscere e interpretare, per comprendere e valutare, per sapere di piu' e per ragionare meglio.
E tra i libri che possono essere piu' utili: Guenther Anders, L'uomo e' antiquato; Hannah Arendt, Vita activa; Albert Camus, la peste; Ivan Illich, La convivialita'; Hans Jonas, Il principio responsabilita'; Vandana Shiva, Il bene comune della Terra; Susan Sontag, Malattia come metafora e Dinanzi al dolore degli altri; Simone Weil, La prima radice; Virginia Woolf, Le tre ghinee.
Ma anche: Lucrezio e Leopardi, Diderot, i Manoscritti economico-filosofici del 1844, gli scritti e le lettere di Rosa Luxemburg, Ernst Bloch ed Herbert Marcuse, e necessariamente: I sommersi e i salvati e tutte le altre opere di Primo Levi, Arcipelago Gulag e i Racconti della Kolyma, Omaggio alla Catalogna e le Memorie di un rivoluzionario, Vita e destino, e i libri di Nuto Revelli, e tutte le opere di Franca e Franco Basaglia, i seminari di Foucault, i molti scritti di Luce Fabbri ancora da tradurre in italiano.
Ed ancora, sul nostro esistere e consistere: tutte le tragedie greche, Don Chisciotte, Il nipote di Rameau, Bartleby lo scrivano, Dostoevskij e Tolstoj, Kafka.
Ed anche almeno l'antologia a cura di Adriana Cavarero e Franco Restaino sulle filosofie femministe, e il libro di Wanda Tommasi su I filosofi e le donne.
Tra i grandi programmi politici di emancipazione dell'umanita': il discorso della montagna, le molte decisive pagine contro la guerra di Erasmo, La ginestra, il Manifesto del partito comunista, Le tre ghinee, Il secondo sesso, il libro di Giuliano Pontara su Gandhi e tutti quelli di Vandana Shiva.
E vorremmo ancora aggiungere alcuni libri di Giulio A. Maccacaro, di Norberto Bobbio, di Pietro Ingrao, di Luigi Ferrajoli; di Simone de Beauvoir, di Laura Conti, di Carla Ravaioli, di Luce Irigaray. Ma fermiamoci qui.
E infine un solo libro che li riassume tutti: Gli ultimi giorni dell'umanita' di Karl Kraus. Che ci parla non solo della prima guerra mondiale, ma del nostro presente e del nostro futuro, dell'orrore del mondo e della follia di cui siamo vittime, e ci convoca ai nostri doveri.
Ma tutti i grandi libri sono utili, sapendo che nessuno ha tutta la verita' ma tutti ne recano una parte, e che quella parte gia' dischiude il cammino al vero, al giusto, al bene.
Salvare le vite e' il primo dovere. Chi salva una vita salva il mondo.
Sii tu l'umanita'come dovrebbe essere. Sii tu la nonviolenza in cammino.
3. MAESTRE. VANDANA SHIVA: PRINCIPI COSTITUTIVI DI UNA DEMOCRAZIA DELLA COMUNITA' TERRENA
[Riproponiamo una volta ancora il seguente testo estratto dall'introduzione del libro di Vandana Shiva, Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006, alle pp. 16-19.
Vandana Shiva, scienziata e filosofa indiana, direttrice di importanti istituti di ricerca e docente nelle istituzioni universitarie delle Nazioni Unite, impegnata non solo come studiosa ma anche come militante nella difesa dell'ambiente e delle culture native, e' oggi tra i principali punti di riferimento dei movimenti ecologisti, femministi, nonviolenti, di liberazione dei popoli, di opposizione a modelli di sviluppo oppressivi e distruttivi, e di denuncia di operazioni e programmi scientifico-industriali dagli esiti pericolosissimi. Tra le opere di Vandana Shiva: Sopravvivere allo sviluppo, Isedi, Torino 1990; Monocolture della mente, Bollati Boringhieri, Torino 1995; Biopirateria, Cuen, Napoli 1999, 2001; Vacche sacre e mucche pazze, DeriveApprodi, Roma 2001; Terra madre, Utet, Torino 2002 (edizione riveduta di Sopravvivere allo sviluppo); Il mondo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano 2002; Le guerre dell'acqua, Feltrinelli, Milano 2003; Le nuove guerre della globalizzazione, Utet, Torino 2005; Il bene comune della Terra, Feltrinelli, Milano 2006; India spezzata, Il Saggiatore, Milano 2008; Dalla parte degli ultimi, Slow Food, 2008; Ritorno alla terra, Fazi, Roma 2009; Campi di battaglia, Edizioni Ambiente, Milano 2009; Semi del suicidio, Odradek, Roma 2009; Fare pace con la Terra, Feltrinelli, Milano 2012; Storia dei semi, Feltrinelli, Milano 2013; Chi nutrira' il mondo? Manifesto per il cibo del terzo millennio, Feltrinelli, Milano 2015; Il mondo del cibo sotto brevetto, Feltrinelli, Milano 2015]
1. Tutte le specie, tutti gli esseri umani e tutte le culture possiedono un valore intrinseco.
Tutti gli esseri viventi sono soggetti dotati di intelligenza, integrita' e di un'identita' individuale. Non possono essere ridotti al ruolo di proprieta' privata, di oggetti manipolabili, di materie prime da sfruttare o di rifiuti eliminabili. Nessun essere umano ha il diritto di possedere altre specie, altri individui, o di impadronirsi dei saperi di altre culture attraverso brevetti o altri diritti sulla proprieta' intellettuale.
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2. La comunita' terrena promuove la convivenza democratica di tutte le forme di vita.
Siamo membri di un'unica famiglia terrena, uniti gli uni agli altri dalla fragile ragnatela della vita del pianeta. Pertanto e' nostro dovere assumere dei comportamenti che non compromettano l'equilibrio ecologico della Terra, nonche' i diritti fondamentali e la sopravvivenza delle altre specie e di tutta l'umanita'. Nessun essere umano ha il diritto di invadere lo spazio ecologico di altre specie o di altri individui, ne' di trattarli con crudelta' e violenza.
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3. Le diversita' biologiche e culturali devono essere difese.
Le diversita' biologiche e culturali hanno un valore intrinseco che deve essere riconosciuto. Le diversita' biologiche sono fonti di ricchezza materiale e culturale che pongono le basi per la sostenibilita'. Le differenze culturali sono portatrici di pace. Tutti gli esseri umani hanno il dovere di difendere tali diversita'.
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4. Tutti gli esseri viventi hanno il diritto naturale di provvedere al loro sostentamento.
Tutti i membri della comunita' terrena, inclusi gli esseri umani, hanno il diritto di provvedere al loro sostentamento: hanno diritto al cibo e all'acqua, a un ambiente sicuro e pulito, alla conservazione del loro spazio ecologico. Le risorse vitali necessarie per il sostentamento non possono essere privatizzate. Il diritto al sostentamento e' un diritto naturale perche' equivale al diritto alla vita. E' un diritto che non puo' essere accordato o negato da una nazione o da una multinazionale. Nessun paese e nessuna multinazionale ha il diritto di vanificare o compromettere questo genere di diritto, o di privatizzare le risorse comuni necessarie alla vita.
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5. La democrazia della comunita' terrena si fonda su economie che apportano la vita e su modelli di sviluppo democratici.
La realizzazione di una democrazia della comunita' terrena presuppone una gestione democratica dell'economia, dei piani di sviluppo che proteggano gli ecosistemi e la loro integrita', provvedano alle esigenze di base di tutti gli esseri umani e assicurino loro un ambiente di vita sostenibile. Una concezione democratica dell'economia non prevede l'esistenza di individui, specie o culture eliminabili. L'economia della comunita' terrena e' un'economia che apporta nutrimento alla vita. I suoi modelli sono sempre sostenibili, differenziati, pluralistici, elaborati dai membri della comunita' stessa al fine di proteggere la natura e gli esseri umani e operare per il bene comune.
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6. Le economie che apportano la vita si fondano sulle economie locali.
Il miglior modo di provvedere con efficienza, attenzione e creativita' alla conservazione delle risorse terrene e alla creazione di condizioni di vita soddisfacenti e sostenibili e' quello di operare all'interno delle realta' locali. Localizzare l'economia deve diventare un imperativo ecologico e sociale. Si dovrebbero importare ed esportare soltanto i beni e i servizi che non possono essere prodotti localmente, adoperando le risorse e le conoscenze del luogo. Una democrazia della comunita' terrena si fonda su delle economie locali estremamente vitali, che sostengono le economie nazionali e globali. Un'economia globale democratica non distrugge e non danneggia le economie locali, non trasforma le persone in rifiuti eliminabili. Le economie che sostengono la vita rispettano la creativita' di tutti gli esseri umani e producono contesti in grado di valorizzare al massimo le diverse competenze e capacita'. Le economie che apportano la vita sono differenziate e decentralizzate.
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7. La democrazia della comunita' terrena e' una democrazia che tutela la vita.
Una democrazia che tutela la vita si fonda sul rispetto democratico di ogni forma vivente e su un comportamento democratico da adottare gia' a partire dalla quotidianita'. Ogni soggetto coinvolto ha il diritto di partecipare alle decisioni da prendere in merito al cibo, all'acqua, alla sanita' e all'istruzione. Una democrazia che tutela la vita cresce dal basso verso l'alto, al pari di un albero. La democrazia della comunita' terrena si fonda sulle democrazie locali, lasciando che le singole comunita' costituite nel rispetto delle differenze e delle responsabilita' ecologiche e sociali abbiano pieni poteri decisionali riguardo all'ambiente, alle risorse naturali, al sostentamento e al benessere dei loro membri. Il potere viene delegato ai livelli esecutivi piu' alti applicando il principio della sussidiarieta'. La democrazia della comunita' terrena si fonda sull'autoregolamentazione e sull'autogoverno.
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8. La democrazia della comunita' terrena si fonda su culture che valorizzano la vita.
Le culture che valorizzano la vita promuovono la pace e creano degli spazi di liberta' per consentire il culto di religioni diverse e l'espressione di diverse fedi e identita'. Tali culture lasciano che le differenze culturali si sviluppino proprio a partire dalla nostra umanita' e dai nostri comuni diritti in quanto membri della comunita' terrena.
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9. Le culture che valorizzano la vita promuovono lo sviluppo della vita stessa.
Le culture che valorizzano la vita si fondano sul riconoscimento della dignita' e sul rispetto di ogni forma di vita, degli uomini e delle donne di ogni provenienza e cultura, delle generazioni presenti e di quelle future.
Sono culture ecologiche che non producono stili di vita distruttivi o improntati al consumismo, basati sulla sovrapproduzione, sullo spreco o sullo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali. Le culture che valorizzano la vita sono molteplici, ma ispirate da un comune rispetto per il vivente. Riconoscono la compresenza di identita' diverse che condividono lo spazio comune della comunita' locale e danno voce a un sentimento di appartenenza che correla i singoli individui alla terra e a tutte le forme di vita.
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10. La democrazia della comunita' terrena promuove un sentimento di pace e solidarieta' universale.
La democrazia della comunita' terrena unisce tutti i popoli e i singoli individui sostenendo valori quali la cooperazione e l'impegno disinteressato, anziche' separarli attraverso la competizione, il conflitto, l'odio e il terrore. In alternativa a un mondo fondato sull'avidita', sulla diseguaglianza e sul consumismo sfrenato, questa democrazia si propone di globalizzare la solidarieta', la giustizia e la sostenibilita'.
4. MAESTRE. ALCUNE POESIE DI INGEBORG BACHMANN
[I seguenti testi - gia' piu' volte ripubblicati nel nostro notiziario - sono estratti da Ingeborg Bachmann, Poesie, Guanda, Parma 1978, Tea, Milano 1996 (traduzioni di Maria Teresa Mandalari) e da Ingeborg Bachmann, Invocazione all'Orsa Maggiore, SE, Milano 1994, Mondadori, Milano 1999 (traduzioni di Luigi Reitani).
Ingeborg Bachmann, scrittrice e poetessa austriaca (Klagenfurt 1926 - Roma 1973) di straordinaria bellezza e profondita', maestra di pace e di verita'. Tra le opere di Ingeborg Bachmann: versi: Il tempo dilazionato; Invocazione all'Orsa Maggiore; Poesie. Racconti: Il trentesimo anno; Tre sentieri per il lago. Romanzi: Malina. Saggi: L'elaborazione critica della filosofia esistenzialista in Martin Heidegger; Ludwig Wittgenstein; Cio' che ho visto e udito a Roma; I passeggeri ciechi; Bizzarria della musica; Musica e poesia; La verita' e' accessibile all'uomo; Il luogo delle donne. Radiodrammi: Un affare di sogni; Le cicale; Il buon Dio di Manhattan. Saggi radiofonici: L'uomo senza qualita'; Il dicibile e l'indicibile. La filosofia di Ludwig Wittgenstein; La sventura e l'amore di Dio. Il cammino di Simone Weil; Il mondo di Marcel Proust. Sguardi in un pandemonio. Libretti: L'idiota; Il principe di Homburg; Il giovane Lord. Discorsi: Luogo eventuale; Letteratura come utopia. Prose liriche: Lettere a Felician. Opere complete: Werke, 4 voll., Piper, Muenchen-Zuerich. Interviste e colloqui: Interview und Gespraeche, Piper, Muenchen-Zuerich. In edizione italiana cfr. almeno: Poesie, Guanda, 1987, Tea, Milano 1996; Invocazione all'Orsa Maggiore, SE, Milano 1994, Mondadori, Milano 1999; Il dicibile e l'indicibile. Saggi radiofonici, Adelphi, Milano 1998; Il buon Dio di Manhattan, Adelphi, Milano 1991; Il trentesimo anno, Adelphi, Milano 1985, Feltrinelli, Milano 1999; Tre sentieri per il lago, Adelphi, Milano 1980, Bompiani, Milano 1989; Malina, Adelphi, Milano 1973; Il caso Franza, Adelphi, Milano 1988; La ricezione critica della filosofia di Martin Heidegger, Guida, Napoli 1992; In cerca di frasi vere, Laterza, Roma-Bari 1989; Letteratura come utopia. Lezioni di Francoforte, Adelphi, Milano 1993. Su Ingeborg Bachmann un'ampia bibliografia di base e' nell'apparato critico dell'edizione italiana di Invocazione all'Orsa Maggiore, cit.]
Il tempo dilazionato
S'avanzano giorni piu' duri.
Il tempo dilazionato e revocabile
gia' appare all'orizzonte.
Presto dovrai allacciare le scarpe
e ricacciare i cani ai cascinali:
le viscere dei pesci nel vento
si sono fatte fredde.
Brucia a stento la luce dei lupini.
Lo sguardo tuo la nebbia esplora:
il tempo dilazionato e revocabile
gia' appare all'orizzonte.
Laggiu' l'amata ti sprofonda nella sabbia,
che le sale ai capelli tesi al vento,
le tronca la parola,
le comanda di tacere
la trova mortale
e proclive all'addio
dopo ogni amplesso.
Non ti guardare intorno.
Allacciati le scarpe.
Rimanda indietro i cani.
Getta in mare i pesci.
Spengi i lupini!
S'avanzano giorni piu' duri.
*
Tutti i giorni
La guerra non viene piu' dichiarata,
ma proseguita. L'inaudito
e' divenuto quotidiano. L'eroe
resta lontano dai combattimenti. Il debole
e' trasferito nelle zone del fuoco.
La divisa di oggi e' la pazienza,
medaglia la misera stella
della speranza, appuntata sul cuore.
Viene conferita
quando non accade piu' nulla,
quando il fuoco tambureggiante ammutolisce,
quando il nemico e' divenuto invisibile
e l'ombra d'eterno riarmo
ricopre il cielo.
Viene conferita
per la diserzione dalle bandiere,
per il valore di fronte all'amico,
per il tradimento di segreti obbrobriosi
e l'inosservanza
di tutti gli ordini.
*
Nella bufera di rose
Ovunque ci volgiamo nella bufera di rose,
la notte e' illuminata di spine, e il rombo
del fogliame, cosi' lieve poc'anzi tra i cespugli,
ora ci segue alle calcagna.
*
Discorso ed epilogo
Non varcare le nostre labbra,
parola che semini il drago.
E' vero, l'aria e' soffocante,
la luce schiuma di acidi e fermenti,
sulla palude nereggia un velo di zanzare.
Ama le bicchierate la cicuta.
E' in mostra una pelle di gatto:
la serpe s'avventa soffiando,
lo scorpione inizia la danza.
Non raggiungere le nostre orecchie,
fama dell'altrui colpa:
parola, muori nella palude
da cui la pozzanghera sgorga.
Parola, stai al nostro fianco
tenera di pazienza
e d'impazienza. Bisogna
che questa semina abbia fine!
Non domera' la bestia colui che ne imita il verso.
Chi rivela segreti d'alcova, rinunzia per sempre all'amore.
La parola bastarda serve al frizzo per immolare uno stolto.
Chi ti richiede un giudizio su questo straniero?
Se non richiesto lo formuli, prosegui tu il suo cammino
da una nottata all'altra con le sue piaghe ai piedi: va'! e non ritornare.
Parola, sii nostra,
libera, chiara, bella.
Certo, dovra' avere fine
ogni cautela.
(Il gambero si ritrae,
la talpa dorme troppo,
l'acqua dolce dissolve
la calce, che pietre ha filato).
Vieni, benevolenza fatta di voci e d'aliti,
questa bocca fortifica
quando la sua fralezza
si inorridisce e inceppa.
Vieni e non ti negare,
poiche' in conflitto siamo con tanto male.
Prima che sangue di drago protegga l'avversario
questa mano cadra' dentro il fuoco.
O mia parola, salvami!
*
Prender paese
Nella terra del pascolo giunsi
quand'era gia' notte,
fiutando le cicatrici nei prati
e il vento, prima che si levasse.
L'amore piu' non pascolava,
le campane erano spente
e i cespugli affranti.
Un corno piantato nel terreno,
ostinato dalla guidaiola,
confitto nel buio.
Dalla terra lo presi,
al cielo lo levai
con piena forza.
Per colmare
questo paese con suoni
soffiai nel corno,
volendo nel vento incombente
e tra steli increspati
vivere di ogni origine!
*
Colle di cocci
Giardini in amplessi col gelo -
il pane bruciato nei forni -
fiabesco il serto di messi
e' miccia tra le tue mani.
Taci! Conserva i tuoi stracci,
le frasi, sgomente di lacrime,
ai piedi del colle di cocci
che i solchi sempre succinge.
Se tutte le brocche s'infrangono,
che resta nella brocca del pianto?
Giu' in basso crepe roventi
e lingue guizzanti di fuoco.
Si creano ancora vapori
tra clamori di acqua e di fuoco.
O scala di nubi, di frasi,
affidata al monte dei cocci!
*
Ombre rose ombre
Sotto un cielo straniero
ombre rose
ombre
su una terra straniera
tra rose e ombre
in un'acqua straniera
la mia ombra
*
Dai Canti lungo la fuga
XV.
L'amore ha un trionfo e la morte ne ha uno,
il tempo e il tempo che segue.
Noi non ne abbiamo.
Solo tramontare intorno a noi di stelle. Riflesso e silenzio.
Ma il canto sulla polvere dopo,
alto si levera' su di noi.
5. MAESTRE. ALCUNE POESIE DI WISLAWA SZYMBORSKA
[Riproponiamo ancora una volta alcune poesie di Wislawa Szymborska estratte da Wislawa Szymborska, La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009), Adelphi, Milano 2009, a cura di Pietro Marchesani.
Wislawa Szymborska, poetessa, premio Nobel per la letteratura 1996, e' nata a Bnin, in Polonia, il 2 luglio 1923 ed e' deceduta a Cracovia il primo febbraio 2012; ha studiato lettere e sociologia a Cracovia; dal 1953 al 1981 collaboro' alla rivista "Vita letteraria", nel 1980, sotto lo pseudonimo di Stancykowna, alle riviste "Arka" e "Kultura"; oltre al Nobel ha ricevuto per la sua opera poetica altri importanti riconoscimenti: nel 1954 il Premio per la letteratura Citta' di Cracovia, nel 1963 il Premio del ministero della cultura polacco, nel 1991 il Premio Goethe, nel 1995 il Premio Herder e la Laurea ad honorem dell'Universita' di Poznan "Adam Mickiewicz", nel 1996 il Premio "Pen - Book of the Month Club Translation Prize". Tra le opere di Wislawa Szymborska in edizione italiana: La fiera dei miracoli, Scheiwiller, Milano 1994; Gente sul ponte, Scheiwiller, Milano 1996; La fine e l'inizio, Scheiwiller, Milano 1997; Trittico: tre poesie di Wislawa Szymborska, tre collage di Alina Kaczylska, Scheiwiller, Milano 1997; 25 poesie, Mondadori, Milano 1998; Vista con granello di sabbia, Adelphi, Milano 1998; Taccuino d'Amore, Scheiwiller, Milano 2002; Discorso all'Ufficio oggetti smarriti, Adelphi, Milano 2004; La gioia di scrivere. Tutte le poesie (1945-2009), Adelphi, Milano 2009]
Vietnam
Donna, come ti chiami? - Non lo so.
Quando sei nata, da dove vieni? - Non lo so.
Perche' ti sei scavata una tana sottoterra? - Non lo so.
Da quando ti nascondi qui? - Non lo so.
Perche' mi hai morso la mano? - Non lo so.
Sai che non ti faremo del male? - Non lo so.
Da che parte stai? - Non lo so.
Ora c'e' la guerra, devi scegliere. - Non lo so.
Il tuo villaggio esiste ancora? - Non lo so.
Questi sono i tuoi figli? - Si'.
*
Discorso all'Ufficio oggetti smarriti
Ho perso qualche dea per via dal Sud al Nord,
e anche molti dei per via dall'Est all'Ovest.
Mi si e' spenta per sempre qualche stella, svanita.
Mi e' sprofondata nel mare un'isola, e un'altra.
Non so neanche dove mai ho lasciato gli artigli,
chi gira nella mia pelliccia, chi abita il mio guscio.
Mi morirono i fratelli quando strisciai a riva
e solo un ossicino festeggia in me la ricorrenza.
Non stavo nella pelle, sprecavo vertebre e gambe,
me ne uscivo di senno piu' e piu' volte.
Da tempo ho chiuso su tutto cio' il mio terzo occhio,
ci ho messo una pinna sopra, ho scrollato le fronde.
Perduto, smarrito, ai quattro venti se n'e' volato.
Mi stupisco io stessa del poco di me che e' restato:
una persona singola per ora di genere umano,
che ha perso solo ieri l'ombrello sul treno.
*
Sulla morte senza esagerare
Non s'intende di scherzi,
stelle, ponti,
tessiture, miniere, lavoro dei campi,
costruzione di navi e cottura di dolci.
Quando conversiamo del domani
intromette la sua ultima parola
a sproposito.
Non sa fare neppure cio'
che attiene al suo mestiere:
ne' scavare una fossa,
ne' mettere insieme una bara,
ne' rassettare il disordine che lascia.
Occupata a uccidere,
lo fa in modo maldestro,
senza metodo ne' abilita'.
Come se con ognuno di noi stesse imparando.
Vada per i trionfi,
ma quante disfatte,
colpi a vuoto
e tentativi ripetuti da capo!
A volte le manca la forza
di far cadere una mosca in volo.
Piu' d'un bruco
la batte in velocita'.
Tutti quei bulbi, baccelli,
antenne, pinne, trachee,
piumaggi nuziali e pelame invernale
testimoniano i ritardi
del suo ingrato lavoro.
La cattiva volonta' non basta
e perfino il nostro aiuto con guerre e rivoluzioni
e', almeno finora, insufficiente.
I cuori battono nelle uova.
Crescono gli scheletri dei neonati.
Dai semi spuntano le prime due foglioline,
e spesso anche grandi alberi all'orizzonte.
Chi ne afferma l'onnipotenza,
e' lui stesso la prova vivente
che essa onnipotente non e'.
Non c'e' vita
che almeno per un attimo
non sia stata immortale.
La morte
e' sempre in ritardo di quell'attimo.
Invano scuote la maniglia
d'una porta invisibile.
A nessuno puo' sottrarre
il tempo raggiunto.
*
La fine e l'inizio
Dopo ogni guerra
c'e' chi deve ripulire.
In fondo un po' d'ordine
da solo non si fa.
C'e' chi deve spingere le macerie
ai bordi delle strade
per far passare
i carri pieni di cadaveri.
C'e' chi deve sprofondare
nella melma e nella cenere,
tra le molle dei divani letto,
le schegge di vetro
e gli stracci insanguinati.
C'e' chi deve trascinare una trave
per puntellare il muro,
c'e' chi deve mettere i vetri alla finestra
e montare la porta sui cardini.
Non e' fotogenico,
e ci vogliono anni.
Tutte le telecamere sono gia' partite
per un'altra guerra.
Bisogna ricostruire i ponti
e anche le stazioni.
Le maniche saranno a brandelli
a forza di rimboccarle.
C'e' chi, con la scopa in mano,
ricorda ancora com'era.
C'e' chi ascolta
annuendo con la testa non mozzata.
Ma presto li' si aggireranno altri
che troveranno il tutto
un po' noioso.
C'e' chi talvolta
dissotterrera' da sotto un cespuglio
argomenti corrosi dalla ruggine
e li trasportera' sul mucchio dei rifiuti.
Chi sapeva
di che si trattava,
deve far posto a quelli
che ne sanno poco.
E meno di poco.
E infine assolutamente nulla.
Sull'erba che ha ricoperto
le cause e gli effetti,
c'e' chi deve starsene disteso
con una spiga tra i denti,
perso a fissare le nuvole.
*
L'odio
Guardate com'e' sempre efficiente,
come si mantiene in forma
nel nostro secolo l'odio.
Con quanta facilita' supera gli ostacoli.
Come gli e' facile avventarsi, agguantare.
Non e' come gli altri sentimenti.
Insieme piu' vecchio e piu' giovane di loro.
Da solo genera le cause
che lo fanno nascere.
Se si addormenta, il suo non e' mai un sonno eterno.
L'insonnia non lo indebolisce, ma lo rafforza.
Religione o non religione -
purche' ci si inginocchi per il via.
Patria o no -
purche' si scatti alla partenza.
Anche la giustizia va bene all'inizio.
Poi corre tutto solo.
L'odio. L'odio.
Una smorfia di estasi amorosa
gli deforma il viso.
Oh, quegli altri sentimenti -
malaticci e fiacchi.
Da quando la fratellanza
puo' contare sulle folle?
La compassione e' mai
giunta prima al traguardo?
Il dubbio quanti volenterosi trascina?
Lui solo trascina, che sa il fatto suo.
Capace, sveglio, molto laborioso.
Occorre dire quante canzoni ha composto?
Quante pagine ha scritto nei libri di storia?
Quanti tappeti umani ha disteso
su quante piazze, stadi?
Diciamoci la verita':
sa creare bellezza.
Splendidi i suoi bagliori nella notte nera.
Magnifiche le nubi degli scoppi nell'alba rosata.
Innegabile e' il pathos delle rovine
e l'umorismo grasso
della colonna che vigorosa le sovrasta.
E' un maestro del contrasto
tra fracasso e silenzio,
tra sangue rosso e neve bianca.
E soprattutto non lo annoia mai
il motivo del lindo carnefice
sopra la vittima insozzata.
In ogni istante e' pronto a nuovi compiti.
Se deve aspettare, aspettera'.
Lo dicono cieco. Cieco?
Ha la vista acuta del cecchino
e guarda risoluto al futuro
- lui solo.
*
La veglia
La veglia non svanisce
come svaniscono i sogni.
Nessun brusio, nessun campanello
la scaccia,
nessun grido ne' fracasso
puo' strapparci da essa.
Torbide e ambigue
sono le immagini nei sogni,
il che puo' spiegarsi
in molti modi.
La veglia significa la veglia
ed e' un enigma maggiore.
Per i sogni ci sono chiavi.
La veglia si apre da sola
e non si lascia sbarrare.
Da essa si spargono
diplomi e stelle,
cadono giu' farfalle
e anime di vecchi ferri da stiro,
berretti senza teste
e cocci di nuvole.
Ne viene fuori un rebus
irrisolvibile.
Senza di noi non ci sarebbero sogni.
Quello senza cui non ci sarebbe veglia
e' ancora sconosciuto,
ma il prodotto della sua insonnia
si comunica a chiunque
si risvegli.
Non i sogni sono folli,
folle e' la veglia,
non fosse che per l'ostinazione
con cui si aggrappa
al corso degli eventi.
Nei sogni vive ancora
chi ci e' morto da poco,
vi gode perfino di buona salute
e ritrovata giovinezza.
La veglia depone davanti a noi
il suo corpo senza vita.
La veglia non arretra d'un passo.
La fugacita' dei sogni fa si'
che la memoria se li scrolli di dosso facilmente.
La veglia non deve temere l'oblio.
E' un osso duro.
Ci sta sul groppone,
ci pesa sul cuore,
sbarra il passo.
Non le si puo' sfuggire,
perche' ci accompagna in ogni fuga.
E non c'e' stazione
lungo il nostro viaggio
dove non ci aspetti.
*
Le tre parole piu' strane
Quando pronuncio la parola Futuro,
la prima sillaba gia' va nel passato.
Quando pronuncio la parola Silenzio,
lo distruggo.
Quando pronuncio la parola Niente,
creo qualche cosa che non entra in alcun nulla.
*
Contributo alla statistica
Su cento persone:
che ne sanno sempre piu' degli altri
- cinquantadue;
insicuri a ogni passo
- quasi tutti gli altri;
pronti ad aiutare,
purche' la cosa non duri molto
- ben quarantanove;
buoni sempre,
perche' non sanno fare altrimenti
- quattro, be', forse cinque;
propensi ad ammirare senza invidia
- diciotto;
viventi con la continua paura
di qualcuno o qualcosa
- settantasette;
dotati per la felicita'
- al massimo poco piu' di venti;
innocui singolarmente,
che imbarbariscono nella folla
- di sicuro piu' della meta';
crudeli,
se costretti dalle circostanze
- e' meglio non saperlo
neppure approssimativamente;
quelli col senno di poi
- non molti di piu'
di quelli col senno di prima;
che dalla vita prendono solo cose
- quaranta,
anche se vorrei sbagliarmi;
ripiegati, dolenti
e senza torcia nel buio
- ottantatre'
prima o poi;
degni di compassione
- novantanove;
mortali
- cento su cento.
Numero al momento invariato.
*
Fotografia dell'11 settembre
Sono saltati giu' dai piani in fiamme -
uno, due, ancora qualcuno
sopra, sotto.
La fotografia li ha fissati vivi,
e ora li conserva
sopra la terra verso la terra.
Ognuno e' ancora un tutto
con il proprio viso
e il sangue ben nascosto.
C'e' abbastanza tempo
perche' si scompiglino i capelli
e dalle tasche cadano
gli spiccioli, le chiavi.
Restano ancora nella sfera dell'aria,
nell'ambito di luoghi
che si sono appena aperti.
Solo due cose posso fare per loro -
descrivere quel volo
e non aggiungere l'ultima frase.
*
Tutto
Tutto -
una parola sfrontata e gonfia di boria.
Andrebbe scritta fra virgolette.
Finge di non tralasciare nulla,
di concentrare, includere, contenere e avere.
E invece e' soltanto
un brandello di bufera.
*
Esempio
Una bufera
di notte ha strappato tutte le foglie dell'albero
tranne una fogliolina,
lasciata
a dondolarsi in un a solo sul ramo nudo.
Con questo esempio
la Violenza dimostra
che certo -
a volte le piace scherzare un po'.
*
Vermeer
Finche' quella donna del Rijksmuseum
nel silenzio dipinto e in raccoglimento
giorno dopo giorno versa
il latte dalla brocca nella scodella,
il Mondo non merita
la fine del mondo.
6. MEMORIA. PAUL A. BARAN
Il 26 marzo 1964 moriva Paul A. Baran, economista. Insieme a Paul Sweezy scrisse Il capitale monopolistico, un libro che tutti abbiamo letto.
Con gratitudine lo ricordiamo.
7. MEMORIA. ROLAND BARTHES
Il 26 marzo 1980 moriva Roland Barthes, semiologo e saggista.
Con gratitudine lo ricordiamo.
8. MEMORIA. RAYMOND CHANDLER
Il 26 marzo 1959 moriva Raymond Chandler, scrittore.
Con gratitudine lo ricordiamo.
9. L'ORA. LUCIANO BONFRATE: I CATTIVI PENSIERI
I.
So che occorre contrastare la diffusione del virus Covid-19
e so che occorre contrastare il virus della guerra e del fascismo
Non ho esitazioni ad adottare le norme
utili a non estendere il contagio
sono le regole che da me stesso mi ero gia' dato
sono un amico della nonviolenza
so che salvare le vite e' il primo dovere
Ma non accetto
la pretesa totalitaria che solo i potenti parlino
che solo i potenti decidano tutto
quando tutti sappiamo perfettamente
quanto essi siano stolti e irresponsabili razzisti e fascisti
comitato d'affari del disordine costituito
feroce squadraccia agli ordini del ricco
feroce banda di rapinatori
Non accetto
la dittatura in camice bianco
la narcotizzazione delle vittime
il solito vecchio trucco che "lo dicono gli esperti sapientissimi"
e noi pecore tratte al macello
massa damnationis senza voce senza cervello
solo braccia e vile proscinesi e karaoke alle finestre
Non accetto
che chi tutti ci opprime e avvelena pretenda di imporci
la resa all'ingiustizia e alla violenza
II.
Mi dice una voce nel cuore di non scrivere questi pensieri
ma io zitto non ci so proprio stare
Credo che ogni essere umano abbia diritto
alla vita alla dignita' alla solidarieta'
alla condivisione del bene e dei beni
credo si debba soccorrere accogliere assistere
ogni persona di aiuto bisognosa
credo che solo la nonviolenza puo' salvare
l'umanita' dalla catastrofe
Siamo una sola umanita'
in un unico mondo vivente casa comune di tutte e tutti
sia regola comune neminem laedere
sia regola comune recarsi reciproco aiuto
sia regola comune avere a cuore la vita altrui
sia regola comune amare che il mondo viva
sia regola comune riconoscere
l'eguaglianza la pienezza di diritti di ogni persona
sia regola comune la condivisione dei doveri
alla rapina si sostituisca il dono
alla rissa la cooperazione
all'indifferenza l'accudimento
al consumismo che tutto divora la sobrieta' che preserva e rinnova
all'apppropriazione privata la messa in comune
da ciascuna persona secondo le sue capacita'
a ciascuna persona secondo i suoi bisogni
Oppresse e oppressi di tutti i paesi
unitevi
per la liberazione comune
per salvare tutte le vite
per il bene comune dell'umanita'
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LA NONVIOLENZA CONTRO IL RAZZISMO
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Supplemento de "La nonviolenza e' in cammino" (anno XXI)
Numero 417 del 26 marzo 2020
Direttore responsabile: Peppe Sini. Redazione: strada S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. 0761353532, e-mail: centropacevt at gmail.com, web: http://lists.peacelink.it/nonviolenza/
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